Yoongi non aveva la
più pallida idea di come si facesse colpo su un ragazzo. Non
aveva mai incontrato nessuno come lui a parte Jimin -che comunque non
contava perché era lui ad essere convinto che fosse gay,
Jimin non se ne era ancora reso conto; a dire la verità non
si era nemmeno reso conto di possedere un pene, quindi non si poneva
proprio il problema- e non era mai nemmeno stato interessato a nessuno.
Non che fosse
interessato ad Hoseok. Dio, no, ci sarebbe
mancato altro! Avevano già fatto una settimana di lezioni
giornaliere consecutive e non aveva fatto mai altro che parlare di
chimica o di fisica o ancora di altra roba estremamente pallosa che lo
annoiava a morte, senza mai concedergli una pausa. Però non
gli dispiacevano le sue gambe. Sì, le sue gambe non erano
affatto male. E neanche le sue braccia. Gli piacevano i muscoli delle
sue braccia, ben definiti ma non esagerati come quelli di Jimin. Anche
il viso era passabile. Soprattutto quando tirava su i capelli della
frangia, lasciando scoperta la fronte.
Ma questo non voleva
di certo dire che fosse interessato a lui. Era solo un diciassettenne
vagamente frustrato che doveva passare tanto tempo con un ragazzo
carino.
Ok, non pensava fosse
solamente carino. Lo trovava un bel ragazzo, quindi non c'era niente di
male se, per la prima volta che ne aveva l'occasione, dato che Hoseok
sarebbe arrivato più tardi quel giorno, stava decidendo come
farsi trovare dal suo tutor, senza dover indossare quella solita,
maledetta, divisa.
Sì, era
più di un'ora che era in camera sua davanti all'armadio, ma
questo non significava assolutamente niente. Lui era Min Yoongi e non
perdeva certo tempo a prendersi una cotta per il primo che capitava e a
scegliere cosa indossare come una ragazzina al primo appuntamento.
Per dimostrare a se
stesso che le cose stavano veramente così prese un paio di
pantaloni della tuta, neri, una canottiera a caso e una felpa grigia.
Indossò tutto e poi si guardo allo specchio. Nonostante la
scelta non studiata dei vestiti, rimase comunque soddisfatto
dell'immagine che gli si parò davanti: i pantaloni
nascondevano bene le sue gambette rachitiche e la felpa era abbastanza
larga da lasciargli scoperta una spalla.
'Io ci proverei se mi
incontrassi per strada e se fossi qualcun altro'
E l'insieme, per
quanto fosse ben riuscito, nascondeva il fatto che avesse passato tutto
quel tempo davanti all'armadio.
Ma questo continuava
a non significare niente. Anche se gli sarebbe tanto piaciuto vedere la
reazione del padre una volta capito che Hoseok era gay.
Perché era palesemente gay, ce l'aveva praticamente scritto
in fronte. Avrebbe potuto provarci solo per farlo incazzare, sarebbe
stato assurdo. Se solo fosse stato capace a fare cose del genere.
Ma cose del genere
non gli interessavano nemmeno, quindi avrebbe trovato un altro modo per
far arrabbiare il vecchio. Mirava a farsi buttare fuori di casa ormai.
Dal piano di sotto lo
raggiunse la voce della madre "Yoongi, è arrivato Hoseok.
Vieni giù"
Si sentì
il cuore in gola e si guardò un'altra volta allo specchio.
'Non
significa niente eh? Sei un coglione Min Yoongi'
Scendendo le scale
vide Hoseok che lo stava aspettando con quel sorriso a forma di cuore
che gli fece tremare le gambe. Quasi cadde. Abbassò lo
sguardo e si diede nuovamente del coglione. Come poteva pensare di
poter fare colpo se faceva una figura del cazzo dietro l'altra?!
'Va bene, siamo
sinceri. Ti piace, lo trovi un gran fico e stai studiando solo per
vederlo sorridere. E sicuramente non è far arrabbiare il
vecchio il primo motivo per cui ci proveresti, se ne fossi in grado.
Nemmeno il secondo. O il terzo. O il decimo. Sei diventato patetico'
Borbottò
un "Ciao Hoseok" e sperò tanto che l'altro non si fosse
accorto di nulla.
"Ehi Yoongi-yah! Come
stai oggi?"
Ecco. Era questo che
lo aveva fatto diventare un bambinetto patetico alle prese con la prima
cotta. Hoseok era bello, simpatico e, anche se per cose che a Yoongi
non piacevano e non capiva, aveva passione e si impegnava in tutto
quello che faceva. Ma la cosa che apprezzava di più era
quel "Come stai oggi?" o
quel "Come va oggi?" che gli
chiedeva tutti i giorni, dal loro secondo incontro. Probabilmente lo
faceva solo per educazione e non significava niente, ma lui si sentiva
preso in considerazione per la prima volta in quella casa.
"Potrei stare meglio.
Per esempio, se non fossi rinchiuso qui dentro starei decisamente
meglio"
"Ti prometto che
recupereremo tutto in fretta e potrai uscire da qui prima di quanto
pensi"
Ed eccolo
lì, di nuovo quel sorriso. Yoongi non riuscì a
trattenersi "E poi mi porti fuori a bere per festeggiare?" Per poi
pentirsene subito dopo, quando vide che il sorriso di Hoseok era
diventato una smorfia confusa. E se ne pentì ancora di
più quando gli rispose ridendo "Al massimo ti porto a
mangiare un gelato. Sei un moccioso ancora, cosa vorresti bere?!"
'Magnifico, proprio
quello che volevo sentirmi dire. 'Fanculo'
Yoongi mise il
broncio e lo sapeva di essere estremamente infantile e di confermare le
parole dell'altro ma... Ci era rimasto male. "Non sono un moccioso.
Vogliamo iniziare? Mi sono rotto"
---
Hoseok quel giorno
aveva dei seri problemi di concentrazione dovuti a diversi motivi.
Come, tanto per dirne uno, la spalla scoperta di quel diavolo di
ragazzino. Poteva una persona avere un incarnato così
bianco? E perché lui ne era così affascinato? Era
solo una spalla, accidenti! Non riusciva distogliere lo sguardo, se non
per guardare quell'adorabile broncio che avevano formato le sue labbra.
Si sentiva in colpa da morire per averlo offeso, perché
sapeva di essere stato indelicato chiamandolo moccioso,
ma quella era stata l'ennesima conferma al sospetto
che aveva iniziato ad avere durante questa prima settimana: Yoongi era,
probabilmente, interessato a lui.
Aveva notato i suoi
sguardi e quel rossore che gli colorava le guance quando erano troppo
vicini. Come avrebbe potuto non notarlo? Era
così carino. Ma proprio per questo doveva porre
dei limiti, un confine che non dovevano assolutamente superare. E non
solo il ragazzino, quei confini servivano anche a lui perché
quell'attrazione che c'era stata all'inizio non era andata via, neanche
un po'. A dirla tutta si era intensificata pian piano, ad ogni
frecciatina che quella boccuccia rosea sputava. All'inizio aveva
pensato che fosse dovuta al fatto che gli ricordasse vagamente
Taehyung, o il ricordo che lui aveva del suo primo amore. Ma, per
quanto ci fossero tra loro delle lontanissime similitudini, erano due
tipi completamente differenti e no, non poteva essere solo per questo.
Ma soprattutto, da
quando aveva conosciuto Yoongi, il pensiero del suo ex non era
più insopportabile come prima. Aveva superato la rottura
ormai da tanto, grazie a Seoul, a Namjoon e Jin e alla sua nuova vita,
ma ogni tanto, più o meno una volta al giorno, gli capitava
di pensare a lui o a dei piccoli particolari di lui che prima gli
piacevano tanto. Come la sera precedente, quando, prima di
addormentarsi, si era ritrovato a pensare a quel piccolo neo sulla
punta del naso di Taehyung, a quanto lo avesse trovato sempre
così carino e a quanto gli piacesse appoggiarci dei teneri
baci. Ma il pensiero si era concluso con 'Il naso di Yoongi
è più carino, decisamente'. E
così si era coperto interamente con il lenzuolo,
vergognandosi ancora una volta di se stesso in pochissimo tempo. Non
gli era mai successo prima.
"-seok?" sentendosi
chiamato, si riscosse da quel vortice di pensieri a cui si era
abbandonato, per poi capire che stava fissando il ragazzo, le labbra
del ragazzo, e che l'altro se ne era accorto.
'Bene, è
questo il modo di portare avanti i buoni propositi sui confini da non
valicare'
"Cosa? Scusami, mi
sono distratto" incominciò a avvertire un vago calore alle
guance. Ma no, non poteva arrossire, sarebbe stato un segnale che
poteva essere male interpretato. E in questo caso male significava
correttamente.
"Si, ho notato. Mi
stavi spiegando quella merda e poi ti sei messo a fissarmi come un
idiota"
"Farò
finta di non aver sentito" -'Ha ragione, sei un idiota'- "
Senti, facciamo una piccola pausa. Oggi sono un po' stanco e devo
riorganizzare le idee per un momento"
Affondò la
testa tra le mani, gomiti appoggiati sul tavolo, chiuse gli occhi e
sospirò profondamente.
'Perché
deve essere tutto così incasinato?' questa domanda
era diventata il suo mantra, ultimamente.
Si sentiva lo sguardo
di Yoongi addosso e, per quanto avesse voglia di ricambiarlo, si
costrinse a tenere la testa bassa e gli occhi chiusi. Poi,
all'improvviso, sentì una serie di rumori, tra cui un foglio
che veniva strappato; la curiosità fu più forte
di lui. Aprì gli occhi e vide l'altro intento a scrivere
come un ossesso sul foglio che aveva appena strappato dal quaderno.
"Cosa fai?"
"Scrivo" rispose
l'altro. Il tono utilizzato gli fece capire che riteneva la sua domanda
estremamente stupida e che la risposta fosse ovvia. Non
staccò lo sguardo dal foglio.
"Sì,
questo lo vedo. Intendevo cosa scrivi?"
"Frasi. Pensieri.
Quello che mi passa per la testa"
Hoseok era confuso
"Non ho capito"
Yoongi lo
guardò e Hoseok poté vedere quanto quei
bellissimi occhietti potevano essere affilati, tanto quanto la sua
lingua.
'Come
può un solo sguardo rapirti e farti sentire stupido allo
stesso tempo?'
Ma poi Yoongi si
morse il labbro inferiore -cosa che gli aveva visto fare più
volte e aveva capito che quando lo faceva era perché o non
sapeva se poter dire qualcosa o perché non aveva capito
qualcosa. Questo era chiaramente il primo caso.
"Io...è
per una canzone" disse riportando la sua attenzione al foglio.
"Una canzone? Scrivi
canzoni?"
Yoongi continuava a
non guardarlo, ma il suo viso e le sue orecchie erano diventate
talmente rosse che Hoseok capì quanto quello che gli stava
dicendo fosse personale e si sentì lusingato.
E per quanto ne fosse cosciente, non poteva proprio pensare a quanto
tutto questo fosse sbagliato, non adesso.
"Sì, e
modestamente sono anche bravo. E' per questo che non m'interessa la
scuola, vorrei poter vivere di musica. Della mia musica. Non prendermi
in giro"
"Perché
mai dovrei prenderti in giro? E' una cosa bellissima Yoongi"
E quando Yoongi
alzò la testa e lo guardò, Hoseok venne rapito
ancora una volta dal suo sguardo che gli comunicò molto di
più di quanto avrebbero potuto fare mille parole.
Capì che quella non era una cosa che raccontava con
tranquillità e quando lo aveva fatto nessuno lo aveva preso
sul serio. E capì anche quanto quella sua risposta avesse
significato per lui.
Ad Hoseok
mancò il respiro per un tempo che gli sembrò
infinito e questo fino a quando Yoongi non appoggiò la mano
sulla sua, solo per un secondo, solo per un piccolo sfiorarsi della
dita. Si accorse che i suoi occhi si erano inumiditi e quando
sussurrò un "Grazie" strozzato il più grande
avrebbe tanto voluto abbracciarlo, o addirittura baciarlo, e si rese
conto che a quel punto era veramente fottuto perché, quel
breve momento che avevano condiviso e che non ci sarebbe dovuto essere,
non gli bastava.
Ne voleva ancora.
---
"-e allora io gli ho
detto che doveva farsi gli affari suoi. Quel moccioso, ti rendi conto?"
Yoongi non stava
veramente prestando attenzione a quello che Jimin gli stava raccontando
ma quando lo sentì usare quella parola si
infastidì, parecchio.
"Carino, complimenti"
disse, cercando di mettere in quelle due parole il maggior disprezzo
possibile.
"Si può
sapere che hai? Non che di solito tu sia mister simpatia, ma oggi sei
davvero insopportabile"
Erano in mensa per la
pausa pranzo. Yoongi non aveva toccato cibo per quanto era di malumore.
Non voleva parlarne, in realtà, ma Jimin era il suo migliore
amico e anche se non era questo grande esperto in materia, forse lo
poteva aiutare. In fondo non era un esperto nemmeno lui.
"Io... Mi piace uno,
credo. Cioè no, lo so. Mi piace ma... E' complicato. E ieri
sono successe delle cose che mi hanno lasciato un po' così"
si confidò a bassa voce, per evitare di farsi sentire da
orecchie indiscrete.
"Scusa ma, hai detto
ieri? Non sei in punizione?"
Ovviamente. Lui gli
diceva che c'era uno che gli piaceva e che il giorno prima era successo
qualcosa e lui faceva una domanda del genere.
'Non
sono io quello con i problemi con la gente,
è la gente ad avere dei problemi. Tutti. Compreso Jimin.
Compreso Hoseok'
"S', sono in
punizione. Ma non è questo il punto. Anzi, lascia stare,
tanto non saprei nemmeno come spiegartelo visto che il punto non l'ho
capito nemmeno io"
"Ma se sei in
punizione non puoi vedere nessuno! La settimana scorsa tua madre non mi
ha fatto entrare in casa vostra nemmeno per ridarti il libro che ti
avevo preso per sbaglio! E non puoi nemmeno usci- Oddio"
"Cosa?"
"E' il tutor vero?
Quello che ti dà ripetizioni?" a giudicare dall'espressione,
l'amico era a dir poco sconvolto.
"E il premio per la
migliore intuizione va a Park Jimin. I miei complimenti, allora non sei
stupido del tutto" Yoongi cercò di evitare la questione come
meglio poteva. Non si aspettava che l'amico ci arrivasse in
così poco tempo.
"Smettila di fare
l'idiota. Ma perché? E' troppo vecchio!"
"Abbassa la voce! E
poi che ne sai se non te ne ho mai parlato e se non l'hai mai
visto! Non è vecchio!
Avrà poco più di venti anni, ventitre al massimo!"
"Quindi? Dai cinque
agli otto anni in più di te? Non è vecchio ma
sono comunque troppi"
"Come fai a dire una
cosa del genere? Non sono troppi!"
"Sì che lo
sono. Soprattutto se consideri che tu non hai ancora diciassette anni e
sei ancora un minorenne mentre lui è legalmente un adulto"
"Jimin, ti ricordo, o
ti faccio sapere, che esiste una legge scritta che fissa
l'età del consenso. A quindici anni[1].
Quindi, per favore, non dire cazzate"
"Non ti sto parlando
solo di quello. Lui avrà sicuramente la sua vita e per lui
la tua sarà solo un insieme di cose che ha già
vissuto e che non avrà alcun tipo di interesse a rivivere.
Per lui potresti essere solo un bambinetto che non capisce cose che per
lui sono scontate. Sono gli interessi che cambiano"
Yoongi
sentì un enorme peso cadergli sulle spalle, la testa
incominciò a girare e si dimenticò come
respirare. "Questo è solo quello che pensi tu"
gli sibilò acido. Poi raccolse le sue cose e se ne
andò, lasciandosi la mensa, Jimin e l'unico ragionamento
sensato che aveva fatto in tutta la sua vita alle spalle.
"Dai Yoongi aspetta,
non volevo offenderti"
"No. Non mi hai
offeso, tranquillo. Ho solo bisogno di stare solo"
Jimin aveva ragione.
Hoseok il giorno prima l'aveva chiamato moccioso e gli aveva detto che
non sarebbe mai uscito con lui. Andò in bagno e si chiuse
dentro un cubicolo, sedendosi per terra. Faceva male. E lo sapeva che
era stupido, che era passato troppo poco tempo per starci
così male ma non poteva farci niente. Voleva solo sparire.
Tirò fuori
dallo zaino il quaderno con i suoi testi, dove aveva infilato dentro il
foglio che aveva usato per scrivere quelle frasi che gli erano venute
in mente mentre stava guardando Hoseok
I hope tomorrow will be different from today
I’m just wishing[2]
Si sentì un grandissimo
illuso per l'ennesima volta nella sua vita. Si era sentito un illuso
quando aveva provato a parlare con suo padre, sperando nella sua
comprensione e accettazione. Si era sentito un illuso quando aveva
pensato che ce l'avrebbe fatta, in qualche modo, a superare quella
situazione. Si sentiva un illuso tutti i giorni, quando provava a
convincere se stesso e gli altri che quella sua spavalderia fosse
dovuta alla ad grande sicurezza e non serviva a nascondere quanto in
realtà stesse male.
E si sentiva un illuso in quel
momento perché aveva provato a sognare ancora a un domani
diverso, dove Hoseok avrebbe potuto portarlo via da quel posto,
appoggiandolo nelle sue scelte o standogli semplicemente vicino. Gli
sarebbe piaciuto.
Ma infondo era solo una ragazzino
melodrammatico, no?
Sospirò, con la voce di
suo padre in testa che gli ripeteva "Non si vive di soli sogni, falla
finita e cresci una volta per tutte"
---
Hoseok la notte passata non era
riuscito a dormire e quando la sveglia suonò, quella
mattina, decise di ignorarla, saltare le lezioni e starsene a casa,
magari cercando di recuperare qualche ora di sonno perduta.
Certo, come no.
Non riusciva a toglierselo dalla
testa, non poteva proprio pensare ad altro. La sua mente era piena di
Yoongi, di tutte quelle piccole cose che lo riguardavano e che non gli
facevano capire più niente. Dai suoi assurdi capelli
arancioni, ai piercing alle orecchie -che a lui personalmente non erano
mai piaciuti ma che su quel ragazzo sembravano davvero sexy.
Per non parlare dei suoi cambi di personalità repentini e
incredibilmente veloci. Come poteva passare dall'essere un ragazzino
timido e impacciato -adorabilmente carino-
all'essere una vipera che riusciva a farti sentire giudicato senza
nemmeno dire una parola -estremamente intrigante- in
un secondo??
E non era solo questo. La parte
peggiore di tutta quella situazione era che più cose
scopriva di lui, più gli interessava e più gi
interessava più voleva scoprire. Sapeva cosa avrebbe dovuto
fare. La cosa giusta da fare era quella che gli aveva suggerito Namjoon
"Prendi il telefono, chiama il padre del ragazzino e digli che non puoi
più andare" ed era stato anche più volte sul
punto di farlo. Sul serio, ci aveva provato anche la sera prima, ma poi
aveva pensato a quello sfiorarsi di dita che poteva sembrare
così innocente ma che non lo era stato affatto e non era
riuscito a sfiorare la cornetta verde che appariva sullo schermo del
suo cellulare.
Dio, si sentiva tornare diciottenne! Come poteva aver avuto
tutte quelle sensazioni per uno stupido, fievolissimo tocco?! Come
poteva avere ancora i brividi al solo ripensarci?! E perché
diavolo non riusciva a smettere di pensare di baciarlo?!
Ed eccolo che ricominciava a
fantasticare sull'ennesima scena da film che si concludeva con un bacio
mozzafiato. Non era possibile. Era troppo vecchio per certe cose.
"Hoseok! Come mai non sei a
lezione?" In quel momento si accorse della presenza di Jin, che era
appena rientrato in casa. Appena vide le buste della spesa posate
vicino ai suoi piedi corse in suo aiuto.
"Non ho dormito un
granché questa notte e dato che dopo devo vedermi con Yoongi
ho preferito rimanere a casa a riposarmi invece che fondermi il
cervello"
"Oh, quindi il tuo 'devo
andare al lavoro' è ufficialmente
diventato 'devo vedermi con Yoongi'? Buono
a sapersi" disse Jin in tono canzonatorio ma non troppo.
"Non intendevo dire quello. Mi
è uscita male, tutto qui"
"Quindi non è
perché stavi pensando a lui che eri imbambolato in mezzo al
corridoio con lo sguardo perso nel vuoto?"
"Uhm" Hoseok sapeva che sarebbe
stato inutile mentire perché, in primo luogo, non ne era
capace e poi lo sapeva che i suoi amici avevano capito tutto, anche se
lui non gli aveva raccontato più molto.
"Senti, Namjoon probabilmente mi
ucciderà se sapesse che ti sto per dire questa cosa ma tanto
lui adesso non c'è quindi te lo dico lo stesso. Io non la
penso come lui. Anzi, non capisco nemmeno perché tu ti stia
facendo tutti questi problemi"
Hoseok lo guardò
spaesato per un attimo per poi sentirsi arrabbiato con il
più grande, senza nemmeno averne una valida ragione "Cosa?
Stai scherzando, vero? Smettila, non è divertente"
"Hoseok. Sono più di due
anni ormai che ci conosciamo e che siamo amici. Sai in questi due anni
con quanti ragazzi sei uscito? Uno! Per quanto tempo? Un mese. E non ti
piaceva neanche, si vedeva perfettamente. Quindi se hai finalmente
trovato qualcuno perché ci devi rimuginare così
tanto?"
"Perché non dovrebbe
piacermi. E' un ragazzino, praticamente un bambino ancora, e vengo
pagato per dargli delle ripetizioni. E' come se fossi un suo
insegnante! Non è etico, non è morale. Non va
bene"
Jin alzò gli occhi al
cielo "Non sei un suo insegnante! E non hai detto che frequenta il
penultimo anno? Avrà diciassette anni. Non è un
bambino! Andiamo, non ti ricordi tu quello che facevi alla sua
età?" Il ghigno di Jin non gli piacque, affatto.
"Sì. Frequentavo i corsi
avanzati a scuola e cercavo di tenermi occupato nel pomeriggio con
corsi e club facoltativi"
"Ok, tu non fai testo. Io a
diciassette anni facevo sesso. Da due anni. Per un periodo l'ho fatto
anche con il capo del mio lavoretto part-time, ed era più
grande di te"
"Io glie l'avevo detto a Namjoon
che mi sembravi una persona promiscua, avevo provato ad avvertirlo"
scherzò, iniziando a sentirsi a disagio.
"Il passato è passato,
sono un uomo praticamente sposato e felice ormai. Quello che volevo
dirti è che non puoi fasciarti la testa prima di rompertela.
Forse è vero, ci sono degli anni di differenza che
potrebbero essere un problema ma potrebbero anche non esserlo. Non puoi
saperlo se non ci provi. Sbagliando s'impara, no? Non puoi negarti a
priori qualcosa che potrebbe renderti felice. A volte bisogna essere
egoisti nella vita"
Hoseok era senza parole. Non
avrebbe mai creduto di sentirsi dire una cosa del genere, non dopo
quello che gli aveva suggerito Namjoon. E avrebbe tanto voluto che Jin
avesse ragione ed essere d'accordo con lui.
"Mi stai dicendo che dovrei
provarci?"
"Ti sto dicendo che io, fossi al
tuo posto, proverei a tastare il terreno, senza partire subito in
quarta. Non ci devi provare subito ma non devi nemmeno negarti la
possibilità di farlo. O negarla a lui"
"Non credo sia una buona idea" la
sua espressione tornò ad essere sconsolata.
"Non puoi esserne sicuro. Non
adesso. Di nulla"
'Perché non
posso vederla anche io così semplice?'
In quel momento fece il suo
ingresso in casa un Namjoon con un sorriso che più che
felice sembrava da pazzo. Aveva il telefono in mano e lo
sbatté in faccia prima a Jin e poi ad Hoseok, che
riuscì a vedere solo che l'applicazione aperta era quella
della posta elettronica tanto glie l'aveva messo vicino agli occhi.
"Indovinate chi inizierà
una stage con una minuscola retribuzione da fame alla JYP la prossima
settimana? IO!!! LA JYP!! VI RENDETE CONTO?!"
Namjoon era al settimo cielo e si
vedeva, la JYP era una delle migliori case discografiche di Seoul e lui
aveva appena fatto il primo passo per realizzare il suo sogno. Ed
Hoseok era entusiasta per lui.
"E' fantastico Nam" disse Jin,
avvicinandosi al fidanzato. Namjoon, senza smettere mai di sorridere,
mise le braccia intorno alla vita del più grande, lo
tirò su e fece una piccola giravolta. Quando gli fece
riappoggiare i piedi per terra Jin rise e diede all'altro un tenero
bacio.
Hoseok, guardandoli,
pensò che quella fosse una delle scene più belle
a cui avesse mai assistito e avrebbe tanto voluto poter vivere qualcosa
del genere. E in quel momento non poteva vedersi in una situazione
simile con nessuno che non fosse Yoongi.
'Forse Jin non ha tutti i torti'
Con questo ultimo pensiero,
lasciò un po' d'intimità ai suoi amici mentre lui
andava a prepararsi per andare a casa Min.
---
Yoongi quel pomeriggio era
distratto, più del solito. Gli stava rispiegando lo stesso
argomento per la terza volta e sapeva già che avrebbe dovuto
interrompere e ricominciare un'altra volta. Non era un problema per
Hoseok, era il suo lavoro e ci teneva che il ragazzo migliorasse e
capisse quello che gli stava spiegando. Il problema era che non
riusciva a concentrarsi veramente nemmeno lui perché si
vedeva che c'era qualcosa che non andava nell'altro e lui si stava
preoccupando. Non l'aveva mai visto così. Era pallido. Non
il bianco pallido che tanto gli piaceva ma un bianco smorto, che veniva
accompagnato da delle borse sotto gli occhi che stonavano sul viso del
ragazzo.
"Ehi Yoongi-yah. Stai bene?"
Il tono di voce di Hoseok fece
perdere un battito al cuore del ragazzo. Avrebbe tanto voluto lasciar
perdere perché sapeva che non ci sarebbe mai potuto essere
nulla, ma come poteva andare avanti se lui gli parlava in quel modo?!
'Perché devi essere
sempre così schifosamente gentile e rendere tutto ancora
più fottutamente orrendo?'
"No, mi sento uno schifo a dire la
verità"
"Si vede che non stai molto bene.
Non è che hai la febbre?" e portò le mani al viso
del ragazzo, una sulla fronte per sentire
effettivamente la sua temperatura e una sulla
guancia, perché... Perché sì,
semplicemente perché voleva farlo. E gli stava piacendo da
morire. Talmente tanto che poteva immaginarsi mentre faceva scivolare
l'altra mano dalla fronte all'altra guancia, accarezzargli le guance
con i pollici e poi avvicinarlo a sé e-
'Basta Hoseok, ferma questi film
mentali'
Ma fu Yoongi a fermarlo,
allontanandosi dalle sue mani.
"No, non ho la febbre. Sono solo
stanco, credo"
Hoseok lo guardò, poco
convinto. Non pensava fosse solo stanchezza, ma decise di lasciar
perdere. In fondo, se era vero quello che pensava, e cioè
che Yoongi fosse interessato a lui in qualche modo, forse anche lui era
un po' turbato da quello che era successo il giorno prima. E Hoseok ci
stava sperando, almeno un pochino. Non perché volesse che il
ragazzo fosse turbato per colpa sua o perché voleva essere
ricambiato, ma perché non voleva essere l'unico ad essersi
emozionato così tanto per qualcosa di così fugace.
"Senti, se vuoi possiamo finire qui
per oggi e tu puoi andare a riposarti, che ne dici?"
Hoseok sfoggiò per la
prima volta da quando si erano visti quel giorno il suo sorriso a forma
di cuore e Yoongi, come sempre, ne rimase folgorato. Ma era la premura
dell'altro a mandarlo in tilt completamente.
'Non passerà tanto in
fretta mi sa'
"Non possiamo. Il vecchio quando lo
scoprirà si incazzerà da morire. Vorrei evitare
almeno per qualche giorno. E poi tu ci perderesti i soldi, non abbiamo
fatto neanche un'ora"
"Non ti preoccupare per me, non
è un problema. E ti ho già detto che non sono la
spia di tuo padre, non lo saprà. Ok?"
Yoongi non era convinto ma al
momento sentiva il bisogno di stare da solo, o per lo meno lontano da
Hoseok, quindi sussurrò un "Ok" e aiutò l'altro a
mettere a posto le cose che avevano tirato fuori e poi lo
accompagnò alla porta.
Quando stava per salutarlo, Hoseok
ripensò alle parole che Jin gli aveva detto appena qualche
ora prima. Non doveva negarsi la possibilità di provarci e
non doveva negarla a lui. Gli venne un'idea.
Nella sua testa, da una parte
sentiva la voce di Namjoon che gli gridava "SBAGLIATO! MOLTO, MOLTO
SBAGLIATO!", ma dall'altra sentiva quella di Jin, che più
suadente gli sussurrava "Non c'è niente di male"
e, come nella realtà, ogni volta che quei due discutevano,
finiva sempre con la vittoria di Jin, che avesse o no ragione. Quindi
fece un respiro profondo e guardò Yoongi negli occhi con
l'espressione più dolce che riuscì a mettere su.
"Dammi il tuo numero. Vorrei sapere
come stai più tardi, sono preoccupato sul serio"
Yoongi rimase a bocca aperta. Non
se l'aspettava, nemmeno nei suoi sogni. E sapeva che se ci avesse
creduto ancora, molto presto si sarebbe reso conto che questa era solo
un'altra illusione e ci sarebbe rimasto male di nuovo. Ma in quel
preciso momento gli era sembrata così bella che si disse che
ne sarebbe valsa la pena.
"S-si"
[1]
True story. Cioè, non sono riuscita a trovare
l'età del consenso per la Corea del Sud. Quindici anni
è per la Corea del Nord, ma facciamo finta che vada bene lo
stesso. Comunque, quando una legge fissa l'età del consenso
significa che, nel paese in cui la legge è valida, un
maggiorenne può avere rapporti con un minorenne consenziente
da quella data età in su, senza nessun tipo di ripercussione.
[2]
E' ovviamente un verso tratto dalla canzone Tomorrow dei BTS, che io
amo alla follia. Avevo già deciso da tempo di inserirlo
nella storia e solo dopo ho deciso di chiamare allo stesso modo la
storia. Quindi, il titolo poco originale non è dovuto solo
alla mia scarsa fantasia.