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Autore: Lauretta Koizumi Reid    07/02/2015    2 recensioni
Sono passati 30 anni dalla fine dei giochi. La piccola Mellark è cresciuta, sa cosa sono gli Hunger Games, sa che il trentennale della loro abolizione andrà festeggiato. Tra le tante iniziative, a scuola vengono chiamati alcuni ex soldati come testimoni oculari della Seconda Ribellione.
Tra loro c’è un quasi cinquantenne del Distretto 2 che ora la sta guardando con un’espressione indecifrabile.
Lui si chiama Gale Hawthorne.
Lei ha capito che non è un semplice soldato.
Un incontro casuale, che non doveva avvenire, che cambierà tutto, che porterà la giovane ragazza a scoprire verità desiderate ma terribili.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bimba Mellark, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Delion rimase immobile. 
- Poco più in là c’è uno spiazzo con un ruscello. E’ un miracolo se non l’hanno disboscato per piantarci altre case. Devo dire che il bosco del Distretto 12 è la metà di quello che mi ricordavo. – continuò Gale Hawthorne.

La ragazza continuò a non rispondere, decisamente in dubbio se scappare a gambe levate da quello che poteva essere benissimo un maniaco, o un violento, o un pazzo. Il fatto poi che le fosse comparso all'improvviso di certo non volgeva a suo favore.

- Era lì che andavo sempre a caccia con tua madre - disse ancora.

Delion stavolta si alzò in piedi e gli andò incontro. La prudenza dentro di se' si lamentava indignata, ma qualcos'altro le suggeriva di non scappare. Sentiva una strana, inspiegabile attrazione verso quel signore robusto e dall'aria stanca. Un'attrazione che si spiegava con un ragionamento assurdo e senza senso, ma che stranamente la confortava: se aveva salvato la vita alla madre durante la guerra, non avrebbe certo fatto del male al sangue del suo sangue. No?
- Vuoi che ci andiamo? – chiese di nuovo l’uomo.
Senza curarsi minimamente delle conseguenze, e guidata da quell'irruenza che le scaturiva direttamente dal petto, quella stessa irruenza che prima aveva ingiustamente ricoperto di domande insidiose lo stesso uomo in classe, Delion accettò con un impercettibile cenno della testa.

Stavano seduti nella radura ricoperta di foglie secche e muschio senza parlarsi. Delion calò più forte la cuffia della felpa blu sul capo, a causa del venticello freddo che si stava alzando e le stava procurando un leggero mal di testa. Davanti a loro, il cielo sembrava la tavolozza di un pittore amante dei colori freddi e del rosa. Il sole stava già scomparendo.
- Hai gli occhi identici a quelli di tuo padre. – disse Gale, dopo una lunga pausa, togliendosi una foglia dal giaccone.
- Sì, lo so. – rispose Delion per la prima volta – me lo dicono tutti, da sempre. Ma qui ci venivi con mia madre, non con mio padre.
Gale calò lo sguardo.
- La conoscevi?
- Ero il suo migliore amico.

Delion strinse le braccia al petto.
- Come ti chiami?
- Gale Hawthorne.
- Che cosa mi racconti? – chiese ancora Delion, sentendo davvero stavolta il desiderio di porre delle domande e di avere delle rìsposte.
- Io e tua madre ci incontrammo per caso. Per necessità. Tuo nonno era morto e tua nonna era depressa. Tua zia sempre più magra e macilenta. Katniss doveva dar da mangiare alla sua famiglia.
- Questo lo sapevo. La mamma me l’ha raccontato. Ma perché allora non sei più qui? Perché io non ho sentito mai parlare di te?
- Non so se posso dirtelo, Delion. Ma sai cosa? – e qui Gale si alzò in piedi assumendo un atteggiamento che rasentava il rancoroso e sfiorava il deciso – sono pronto a scommettere che sai davvero poco di un sacco di cose.
- Scommetti bene – rispose la ragazza con dignità – del passato dei miei so l’essenziale. Della mamma quello che hai detto tu. Del papà... so solo che il bombardamento del Distretto 12 uccise tutta la sua famiglia... è rimasta solo qualche foto ridotta malissimo. E che ha ricostruito con le sue mani la panetteria. Che il loro mentore Haymitch è morto quando io ero piccola, e io lo ricordo poco. Che la sorella di mia madre è stata uccisa in un attentato, ma non mi hanno mai voluto spiegare come... in realtà sono io che non ho mai chiesto nulla... so che per mia madre è stato un dolore orribile.

- Sai perché tua madre divenne il simbolo di una rivoluzione?
- Sì. Rimase da sola con papà nell’arena. E furbamente pensò che piuttosto che attenersi alle regole di Capitol City e far vincere uno solo, se si avvelenavano entrambi e quindi non c’era un vincitore Capitol City se la sarebbe presa in quel posto – e qui Gale rise all’espressione della ragazza - ...però lei mi dice che non voleva far partire nessuna rivoluzione. Voleva solo portare la pelle a casa...
- Be’, allora sai tutto. La nostra conversazione può finire qui, che dici?
- Naaa... – scosse la testa Delion, scoprendo solo in quel momento e con grande sorpresa con quanta naturalezza stava parlando con quell'uomo – ci sono ancora delle cose che non so. E le voglio sapere. Perché in casa mia non si parla. O si parla poco. E male. E io non sono più una bambina che deve stare al riparo dai segreti – ansimò. Gale la osservò di sottecchi, notando ancora quell’atteggiamento irascibile e gelido. E’ vero, era una teenager, e come tale era un essere rabbioso per natura – lui stesso a quell’età era un concentrato di energia negativa – però...
Delion intanto stava ancora parlando.

- Capisci? Noi festeggiamo la scomparsa degli giochi, ma pochi di noi sanno davvero tutto. Hai visto i film prodotti in questi ultimi anni sugli Hunger Games? Quelli più cruenti e più veritieri vengono vietati ai minori di 18 anni, e quelli più leggeri sono scemenze. E poi non osano fare film sui miei, perché loro non cedono i diritti. Ed effettivamente è meglio così, perché mi farebbe troppo strano vedere degli attori interpretare i miei genitori...e in ogni caso, la verità su certe cose...su certi buchi, diciamo così, la voglio sapere da loro, mica da un film! E io ho così tanto desiderio di conoscere, che  a volte mi metto a frugare in quel grosso libro che tiene mia madre ed è una sorta di reliquiario...che però contiene solo cose positive, ricordi positivi! Non pensare che io sia una masochista, ma quando tutti mi guardano con gioia e rispetto perché sono la figlia della Ghiandaia Imitatrice, io mi sento un verme. Perché tutti pensano che io sia perfettamente a conoscenza di tutto. Eppure a volte non me la sento mai di chiedere certi dettagli ai miei genitori...perchè lo so, lo so che li farei soffrire tanto!

Delion dal tanto sfogarsi e parlare aveva il volto paonazzo e il fiatone, nonché gli occhi lucidi. Gale invece era ammirato dal discorso che aveva appena compiuto, un discorso così coerente ed intelligente per una ragazzina di soli quindici anni: raramente aveva conosciuto ragazzi di quell’età così desiderosi di conoscere le proprie origini. Ma i segreti che poteva rivelare a Delion erano bombe. Perchè non se ne era andato? Perchè non aveva girato i tacchi quando l'aveva vista nel bosco ma le era andato incontro? Cosa stava facendo in quella radura? Cosa cercava davvero?

- Delion, io risponderei a tutto quello che vuoi, ma...
- A te mia mamma piaceva? L’avresti voluta sposare tu? – lo interruppe Delion.
- Be’, ecco...sì, una volta era così. - le rispose Gale, spalancando gli occhi per la sorpresa - Ma credimi che alla fine è molto  meglio se...
- Allora facciamo che mi rivelerai tutto ciò che voglio sapere per vendicare su di me il fatto che mia madre non si sia messa con te – lo interruppe di nuovo con un sorriso furbo.
Gale rimase così interdetto che Delion scoppiò a ridere per la prima volta, per stemperare la tensione. L’uomo notò come quel sorriso imperfetto illuminava quel volto giovanile. Poi la ragazza tornò seria, pronta a porre tutte le domande che voleva. Gale inspirò.
 








Note dell’autrice: Salve a tutti! Come vedete, la storia si è ampliata davvero, e ci saranno almeno altri due capitoli! Ringrazio chi sta seguendo la storia, silenziosamente e non. Sarei davvero felice di sapere comunque se vi piace e la trovate credibile :) a presto!!! 
  
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