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Autore: Juja    07/02/2015    0 recensioni
“Perché nessuno crede che i licantropi, le fate, le streghe , i fantasmi ed i vampiri esistano? Io ne sono testimone, sono stata a contatto con loro e rabbrividisco al solo pensiero che un licantropo mi sfiori la pelle o mi sussurri qualcosa all’orecchio. Ho conosciuto vampiri più dolci e sensibili di molti esseri umani e altrettanti spietati e meschini. Ho una strega per amica e tante fate pronte a proteggermi dalle insidie di questa mia vita folle e movimentata, ma ho paura, tanta paura. In un solo istante, tutta la mia vecchia vita noiosa e piatta diventa una burrascosa avventura! I miei amici, momentaneamente ancorati alla vita normale, sono scettici e scostanti di fronte alle vicende che accadono e si susseguono, ma saranno obbligati a ricredersi, questo è sicuro!”
Genere: Horror, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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Una strana sensazione d’inquietudine e una forte tachicardia, fecero svegliare Honey di soprassalto; oramai, dopo aver scoperto di avere dei poteri magici, gli incubi non la abbandonavano più e lei, suo malgrado, era costretta a conviverci.
Parlava spesso con Alex, il suo mentore, maestro sapiente e fedele amico dei suoi sogni e di ciò che le capitava durante le sue giornate e, lui, le faceva capire che era del tutto normale e che avrebbe dovuto farci l’abitudine ma questa volta, il sogno era troppo reale e toccante per cui lo chiamò per potergliene parlare.
S’incontrarono al parco, quello in cui era solito andare per rilassarsi, e si sedettero su una panchina.
Honey era nervosissima, mangiava le unghie freneticamente e lo fissava.
-   “Allora, cosa ti fracassa a tal punto da farmi abbandonare il lavoro?”.
-   “No, ascolta, se cominci così, non ne vale neanche la pena … lasciamo perdere …”.
Alex la guardò, sollevò un sopracciglio e le fece cenno di parlare.
-   “Un ragazzo mi ha chiesto aiuto, era incatenato, magro, sporco e sofferente. Il luogo era troppo cupo perché potessi riconoscerlo e proprio sul più bello, quando mi stava per dire il suo nome, la sveglia ha suonato e … non so dirti altro. Alex, era reale. Non era assolutamente un sogno come gli altri e per di più, il suo alito mi ha sfiorato il viso; è come se fossi stata catapultata nel suo incubo”.
Storse il naso, accarezzò il pizzetto più volte poi mise il pollice sotto il mento e l’indice sulla bocca per riflettere.
-   “Lui l’hai visto bene? Perché non abbiamo molti indizi. Credo sia meglio attendere il prossimo sogno”.
Honey gli spiegò che il sogno era molto cupo, come se il ragazzo si trovasse in una cantina e la sola luce che la illuminava fosse quella di una piccola fessura sul muro, per cui anche il suo viso non era per niente identificabile; proseguì dicendogli che avrebbe atteso un ulteriore contatto da parte di quel poveretto.
Si salutarono e Honey si avviò verso l’università.
-   “Oh Julia, meno male che sei qui. Posso parlarti un momento prima che i professori inizino?”.
-   “Certo, che succede? Ti vedo strana”.
Le raccontò l’incubo e un brivido attraversò la schiena di Julia che prendendole la mano disse: ”Credo di sapere di chi si tratti”.
Le lezioni cominciarono e concordarono un appuntamento nel giardino.
Stranamente Julia era in ritardo e Honey troppo impaziente; cercò di chiamarla ma il telefono risultava occupato.
-   “Scusami, parlavo al telefono con Franck. Hai impegni per stasera?”.
Rifletté un istante, poi disse che non aveva nulla in programma.
Julia le parlò di Andrew, di Chocolat e della loro decisione di volerlo aiutare e le spiegò che avevano bisogno anche della sua presenza per trovarlo.
-   “Assolutamente sì, ci sarò. Desidero quanto voi di poterlo salvare e sono pronta a fare qualsiasi cosa”.
-   “Perfetto, allora dopo le lezioni andremo a casa dei ragazzi. Ti aspetto alla macchina”.
Franck rientrò prima del previsto e disse a suo fratello che Honey avrebbe partecipato alla ricerca del ragazzo scomparso e Alex comprese all’istante che il soggetto del sogno era proprio l’amico di Julia; chiamò Chocolat e le anticipò qualcosa della fata, degli sviluppi e delle loro intenzioni.
Ascoltò attentamente e gli confermò l’incontro per la sera accompagnata dal marito, aggiunse che la presenza di una fata non poteva che aiutarli e che tutto sarebbe stato più semplice.
Per la prima volta, Alex, ammise a se stesso che parlarle non gli arrecò nessuna sensazione, se non un forte sentimento di amicizia, sorrise compiaciuto e soddisfatto e chiamò Valentine per proporle una passeggiata.
Romy era ancora a letto; ripeteva continuamente che le doleva la testa e che la compressa assunta non le alleviava il dolore, per di più le facevano male le articolazioni e il collo come se qualcuno la stesse colpendo e pizzicando con dei grossi bastoni aguzzi e Vale propose ad Alex di restare al B&B finché non si fosse sentita meglio il quale accettò senza problemi.
Arrivato alla reception, scorse le foto appese al muro e cercò di studiarne il volto per poterlo memorizzare meglio e si fece annunciare; salì al piano superiore e Vale gli aprì la porta accogliendolo sorridendo.
Vide Romy e la salutò; notò che aveva dei piccoli lividi sul collo e sulle braccia e chiese a Vale come se li fosse procurati, ma cadde dalle nuvole asserendo di non essersene accorta per nulla e la osservò attentamente.
-   “Romy, come ti sei fatta questi lividi? Hai battuto da qualche parte?” e le sollevò il braccio per mostrarle di cosa stesse parlando ma rispose che non ne aveva alcuna idea; l’unica cosa che le veniva in mente riguardava i dolori che lamentava dalla mattina e che i punti in cui aveva più male erano proprio collo e braccia.
Alex la fissava strizzando leggermente gli occhi e scuoteva la testa come se qualcosa non andasse e pensava che l’unico metodo per scoprire qualcosa fosse quello di bere un po’ del suo sangue ma, così facendo, avrebbero scoperto la sua natura.
-   “Cosa può essere? Perché è ridotta così? Ci capisci qualcosa?”.
Non rispose.
Si limitò a studiarne il colore e la forma, poi con voce tremolante disse: “Potrei scoprire qualcosa, ma non posso. Mi dispiace”.
Romy si mise a sedere e lo guardò incredula e Vale gli prese la mano e lo implorò.
-   “Non voglio perderti. Se lo facessi ti perderei”.
Valentine iniziava ad avere un po’ di timore e il suo respiro si faceva sempre più affannoso ma, con un filo di voce gli disse: “Non mi perderai. Non farle del male e non lasciarla in questo stato. Te lo prometto”, e lo baciò.
Ci pensò un po’ su poi si armò di coraggio e disse: “Lo faccio perché ci tengo a te ... e, se mai dovessi perderti, allora saprò che non era reciproco” e, presa la mano di Romy, guardò le vene del polso e i suoi canini divennero lunghi e aguzzi.
Vale e Romy spalancarono gli occhi e restarono a bocca aperta, senza poter dire una parola.
Affondò i denti in quella pelle morbida e calda e ne bevve il succo per meno di due secondi poi, asciugò le labbra e il suo volto tornò quello di prima.
Le ragazze si guardarono stupefatte ma allo stesso tempo calme e tranquille, come se fosse una cosa del tutto normale per loro.
-   “Sei un lupo magico?”, chiese Romy guardando il polso perfettamente integro, senza nessun taglio o cicatrice.
Scosse la testa e le sorrise.
-   “Sono un vampiro originale, quindi immortale, ecco il mio segreto. Ora mi caccerete, giusto?”.
-   “Nooo! Wow! Ho sempre sognato di incontrarne uno, vero Vale? Non lo dicevamo sempre? Chissà se esistono davvero!!! Allora i films non raccontano solo un mucchio di balle!”.
-   “E’ vero, siamo sempre state attratte da questo genere di … ehm … cose … sono incredula e ammaliata, non so che dire. Poi mi spiegherai tutto, vero?”.
Alex annuì e chiese loro qualche minuto per studiare il sangue appena bevuto.
-   “Non c’è niente di chiaro, l’unica cosa che percepisco è che stai provando il dolore che qualcun altro sta subendo. Mi spiego meglio. Immagina che Vale venga torturata e tu senti e provi tutto quello che lei sta passando, non so se mi spiego, ma per il resto non posso dire altro, mi spiace”.
Romy sospirò poi disse: “Andrew! E’ lui, ne sono certa! C’è feeling tra noi, alchimia … lo stanno torturando … oh no … dobbiamo fare qualcosa!”.
-   “Capisco. Ora tutto è più chiaro. Non preoccuparti, lo troveremo”.
-   “Troveremo? Chi? Tu e?” chiese Vale un pochino confusa.
Alex la fissò e sorridendo le disse di non preoccuparsi e che se ne sarebbe occupato personalmente.
La baciò teneramente, salutò Romy e si congedò spiegando che aveva un rendez – vous molto importante.
Le ragazze erano stranite e stupefatte; non facevano altro che parlare dei suoi canini e del volto, poi Vale, prese il cellulare e invio un sms a Julia.
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Julia era seduta in macchina e attendeva Honey; il telefono vibrò, lesse il messaggio e rispose subito: <>.
Appena Honey arrivò, le spiegò della capatina al B&B e ne fu entusiasta; le faceva piacere conoscere gente nuova e soprattutto le amiche di Julia.
-   “Buon pomeriggio signori Brooks, lei è Honey, una mia amica” e si strinsero la mano.
Honey si bloccò di colpo e arretrò di qualche centimetro come se avesse percepito qualcosa di strano poi, il suo sguardo si spostò in direzione delle foto di Andrew.
-   “Ju … ti devo parlare”, le disse sottovoce all’orecchio.
Sulle scale le chiese se poteva parlare davanti alle sue amiche o se preferiva farlo in separata sede e le rispose che non vi erano segreti e che poteva farlo liberamente.
-   “Benvenute! Entrate!”, disse Vale.
-   “Amiche, questa è Honey!” e si salutarono; “alla reception mi hai detto che volevi parlarmi, dimmi pure”.
Si capiva che era in imbarazzo ma, un attimo dopo, disse: “Quando ho stretto la mano ai signori Brooks mi ha assalito una sensazione di tristezza e depressione, poi ho intravisto un volto che si è presentato davanti ai miei occhi nelle foto appese. Quel viso … beh … mi sembra familiare … ho come l’impressione che si tratti di quel ragazzo scomparso che mi viene a trovare nei miei incubi e chiede aiuto, Andrew”.
Romy sobbalzò e le chiese spiegazioni.
Dopo aver discusso per una buona mezzora, confessò loro di essere una fata; Julia era stupefatta per la fiducia accordata e le ragazze eccitate per le rivelazioni della giornata.
Vale fece cenno a Julia di seguirla in bagno con la scusa del trucco e una volta sole le pose alcune domande riguardanti Alex; intuì che avevano un fine ben preciso: “Vale, dove vuoi andare a parare? Dimmi esattamente quello che vuoi sapere o che, sicuramente, sai già”.
-   “Alex è un vampiro, l’abbiamo scoperto stamattina quando si è occupato di Romy. Tu ne eri al corrente?”.
Annuì e spiegò che non voleva mentirle ma onorare una decisione presa dal suo amico di volerglielo confessare personalmente; comprese perfettamente senza arrabbiarsi e le chiese se vi fossero altri segreti da svelare.
Julia sospirò dicendole che pian piano le avrebbe raccontato tutto; le chiese pure di avere un po’ di pazienza e rispettare i suoi tempi poiché non riguardava solo lei, ma vi erano implicate tante altre persone e Valentine recepì che le sorprese non sarebbero finite lì, ma accettò senza fiatare e la abbracciò forte.
Honey e Romy chiacchieravano e scambiavano opinioni riguardanti Andrew e la sua situazione quando Julia le interruppe: “Dobbiamo andare da Franck, lo ricordi?”, le disse facendole l’occhiolino; Honey si alzò e insieme si diressero a Harlem.
Questa volta non fu Violet ad accoglierle, ma una donna bellissima e il suo gatto.
-   “Benvenute, vi stavo aspettando. Io sono Chocolat, prego entrate”.
Le ragazze erano decisamente incantate; era stupenda, elegante e molto misteriosa.
Julia notò il colore degli occhi; erano verdi, un verde chiarissimo tendente al giallo dorato, come quelli di un felino e i capelli ben curati con dei boccoli sontuosi e lucidi.
Seduto sul divano, si trovava un signore calvo con un viso serio ma simpatico che leggeva un libro scritto in una lingua a loro sconosciuta.
-   “Lui è Yannick, mio marito”.
Si alzò per stringer loro la mano e le due amiche dovettero sollevare lo sguardo verso il soffitto; era un omone alto quasi due metri con delle spalle possenti e un sorriso smagliante.
-   “Vedo che avete già fatto conoscenza, mi fa molto piacere”, disse Franck dalla cucina “Alex sta per arrivare, non tarderà, accomodatevi tutti!”; aveva in mano un vassoio con dei biscotti allo zenzero fatti da Chocolat e succo d’arancia fresco che servì ai suoi ospiti.
Violet era tutta eccitata, si trovava con il suo padrone all’appuntamento con Michelle ma, questa volta, non fu molto fortunata; il suo gruppo sanguigno scarseggiava e avrebbe dovuto centellinare quel poco che le restava.
Non mascherò per nulla il suo nervosismo, al contrario diede a Michelle dell’incompetente e le disse di cambiare mestiere; Alex la riprese in disparte e la obbligò a chiederle scusa in quanto non solo era stata molto sgarbata e disgustosamente maleducata, ma era una loro amica da tempi immemori e non ammetteva un simile comportamento nei suoi confronti.
Presero le sacche disponibili e rientrarono a casa.
Salutò i presenti, sistemò il cibo nel frigo e li raggiunse per il rito.
Chocolat chiese a Honey di sedersi tra lei e suo marito e di pensare intensamente al sogno.
Prese un antichissimo Grimorio dalla copertina di pelle rossa, le cui pagine erano dorate e recitò, per ben tre volte, l’incantesimo per evocare i suoi avi :“IÄ MASS SSARATU! IÄ MASS SSARATU! IÄ MASS SSARATU ZI KIA KANPA! BARRGOLOMOLONETH KIA! SHTAH!”
Yannick, nel frattempo, prese le mani di Honey, la fissò poi, alzando gli occhi si mise in contatto con la sua mente per chiamare Andrew e disse:
BONIS OMINIBUS PROSEQUOR INDIVIDUA RECTA ITEM FACIO RISANO CONIUNCTISSIME CUM INTU-IRE FLUXENNERGO”, e i suoi occhi divennero completamente bianchi, come fosse diventato cieco.
Julia vide come delle scosse elettriche che passavano dal corpo della sua amica verso lo stregone e rabbrividì.
Chocolat prese una mano del marito, una di Honey e si unì a loro e insieme gridarono:
INGENIUM MEJORA ANÍMI INTENTIONEM MELIOREM FACIO REPENTE FASCINATIONEM TOLLO”.
Quest’ultimo incantesimo rafforzava la concentrazione e dava l’opportunità di rintracciare il luogo in cui si trovavano le persone scomparse.
Terminato il rito, Honey svenne.
I suoi occhi erano vitrei, la bocca aperta come se stesse urlando e le guance rosse; era in trans.
Qualche istante più tardi, Yannick, la prese tra le sue braccia e la sistemò sul divano; Chocolat le mise una mano sulla fronte, sussurrò una frase e il suo petto si gonfiò come se l’ossigeno le fosse entrato con un’intensità tale da riportarla in vita.
Si risvegliò e si guardò attorno; il suo respiro era ancora ansante poi disse: “Ci siamo riusciti?”.
Chocolat sorrise e fece cenno al marito di parlare.
-   “Il soggetto è molto debole e provato. Si trova nella cantina di una casa abbandonata nell’Eastern Queens ed è il cibo di licantropi e vampiri. Ragazzi la situazione è delicata, molto delicata.
Otis e Pearl, la sua fidanzata vampira, sono alla radice di tutto. I suoi seguaci ne bevono il sangue ogni giorno e lui, come ibrido, lo cura a causa dei due morsi che, altrimenti, sarebbero fatali.
Il motivo? Il suo sangue è perfetto, pulito e puro al 100%”.
-   “Yannick, scusa se ti interrompo … cosa possiamo fare?”.
-   “Mia cara Julia, loro sono forti, Otis è un ibrido e per di più si serve di Rick, il che rende le cose ancora più complicate”.
-   “Rick? Chi … sarebbe ‘sto Rick?”.
-   “Il suo ex migliore amico. Uno stregone molto potente e scaltro”, rispose Franck accarezzandole una spalla.
-   “Spietato, aggiungerei”, disse Chocolat con una punta d’angoscia.
-   “Ma anche voi siete potenti e scaltri … dobbiamo fare qualcosa … vi prego … non potete rendermi invisibile o rendere invisibile un mantello con il quale coprirmi, così potrei entrare nella cantina e liberarlo?”.
-   “La casa è sorvegliata 24h su 24. Durante il giorno c’è Leyla, la licantropa fidanzata di Red, e la notte ci sono Earl e Red. Otis si fa vivo solo quando Andrew è in punto di morte e lo rianima dandogli il suo sangue. Per ciò che riguarda Rick, lui controlla tutti i movimenti dei suoi adepti e riferisce a Otis se qualcuno sgarra o lo tradisce”, concluse Yannick.
-   “E voi non potete fare nulla? Se si agisse di mattina, sarebbe tutto più semplice considerando che vi è solo Leyla. Immaginate se io fossi invisibile e voi …”.
Honey la interruppe.
-   “Julia, scusa se mi inserisco nella discussione, ma credo che sarebbe più semplice se scegliessimo qualcuno con un potere, come un vampiro o una fata come me!”.
-   “Amica mia, Andrew non vi conosce. E’ un mio amico e appare a Romy … ma anche lei non ha poteri e rispetto a me è più fragile. Sarei felice di poterlo aiutare personalmente … sempre che Franck sia d’accordo”.
Le sorrise e annuì.
Chocolat e suo marito si consultarono, poi convennero a una soluzione.
-   “Okay Julia, possiamo renderti invisibile e immortale per un giorno. Mia moglie ti darà la possibilità di passare attraverso le mura della casa e, una volta con il tuo amico, potrete uscire inosservati. Noi ci preoccuperemo di sorvegliare Otis e Rick e i loro movimenti e Franck ci avvertirà dei vostri”.
Julia era entusiasta; li ringraziò infinite volte e poi abbracciò forte Franck baciandolo e ringraziandolo per tutto.
Pensò subito a Romy e la chiamò per comunicarle i risvolti.
-   “Stasera, a mezzanotte mi occuperò del tuo incantesimo, così domattina potrai recarti nel Queens e terminare la missione. Noi saremo in contatto mentale con te, non preoccuparti”, le disse Chocolat rassicurandola.
-   “Dovrò dormire da qualcuno, non posso rientrare a casa e rischiare che i miei mi vedano e poi, puff sparita!”, disse sorridendo.
Franck le propose di restare da lui e, ovviamente, accettò senza indugio alcuno; chiamò i suoi e li avvertì.
Yannick prese sua moglie per mano e, dopo aver salutato tutti, se ne andarono; Alex si preoccupò di accompagnare Honey a casa, scortati da Violet e nel frattempo Daniel rientrò con Sandy tra le braccia che ronfava distrutta dal lavoro.
Franck e Julia si diressero in camera per preparare il letto e, dopo una lunga chiacchierata, si addormentarono.
  
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