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Autore: Cinziart_96    07/02/2015    1 recensioni
Immaginate.
Immaginate di poter cambiare l'Universo. Di Tempo, Spazio e Materia avrete bisogno.
Immaginate che questi tre poteri fossero nelle vostre mani. Scorressero nella vostra mente.
Immaginate cosa potreste cambiare in meglio... tutto.
Però non tutti sono di buon cuore come voi, no.
C'è chi vuole rifare tutto a sua immagine.
C'è chi vuole il potere sopra ogni altra cosa.
C'è chi, non riuscendo a controllare i tre poteri, perde se stesso.
Ma immaginate qualcosa di ancora peggiore. Creare un intero Universo solo per porgli fine.
* * *
--->Seguito della FF: "Dottore, abbiamo un problema."
NON è strettamente necessario averla letta per la comprensione dell'attuale storia.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio, TARDIS
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rescues
 
Un sacco di studenti preferirebbero di gran lunga fare qualsiasi altra cosa, non importa, piuttosto che rimanere seduti per cinque ore o più su una sedia, uno squallido banco pasticciato di fronte e la voce di un adulto a riempirti le orecchie. Tutt'al più, alcuni troverebbero anche occupazioni costruttive. Magari nel settore di beneficenza o di aiuto pubblico.
In pratica, tutti si ritrovano rinchiusi a forza entro le quattro pareti della propria scuola, chini sui libri a imparare nozioni di matematica che nessuno mai gli chiederà nella vita. E in questa difficile situazione si trovavano anche Lara, Alexandra e Iris, impegnate in una lunga discussione telepatica su quanto fosse utile sapere che f (x) era l'immagine di x e x la contro immagine di f (x).
“Giuro che se mi trovate un venditore di frutta e verdura che mi chiede una cosa del genere per dirmi il prezzo di un chilo di mele, mi impegnerò per diventare un fisico.” pensò Iris sbuffando.
“Sai una cosa” Io farò lo stesso.” concordò Lara fissando la lavagna piena di parabole dall'aspetto monto inquietante.
Ricominciare a studiare dopo le vacanze di Natale era abbastanza traumatico ma a quanto pare non per Alex, che trovava tutti quei grafici molto interessanti.
“Ma ragazze!” E' ovvio che nessun fruttivendolo vi chiederà mai una cosa del genere! Però è comunque bello fare esercizi su grafici di parabole.”.
Le sue due amiche la guardarono sconvolte.
-No.- disse Lara. -Non c'è niente di divertente negli esercizi di matematica.-
-E' come paragonare l'attraversata a nuoto di un oceano con mangiarsi una bella fetta di torta. Magari al cioccolato.-
-Ragazze!- esclamò il prof per intimare loro il silenzio. -Non è il momento di pensare a certe cose!-
Alex ridacchiò, appuntandosi l'ennesima funzione di x sul quaderno. E per evitare di ridere ancora, chiuse il collegamento telepatico con Lara e Iris concentrandosi per seguire la lezione.
Lezione che si interruppe per la seconda volta qualche parabola dopo.
-Avanti!- disse il professore, leggermente scocciato per quei tre colpetti alla porta che avevano interrotto il suo complesso discorso.
La soglia venne varcata dal bidello del piano che, con qualche foglio tra le mani, spiegò la causa della sua visita.
-Buongiorno prof. Mi scusi il disturbo, ma è una questione un po' particolare.-
-Certo. Cosa succede? Un nuovo avviso da leggere alla classe?-
-No, no. Si tratta di un'uscita anticipata per tre studentesse.- disse grattandosi la testa.
Il professore non rispose. Il che era piuttosto strano perché quel prof. aveva sempre qualcosa da dire. Il suo mutismo attirò l'attenzione di Lara e Iris che, per far passare il tempo, avevano deciso di giocare a Tris. Alzarono lo sguardo sul bidello e videro una cosa particolarmente strana. Cioè, più strana del solito. Dietro all'uomo, vestito di un lungo camice azzurro, si intravedeva l'alta figura del Dottore fare capolino dalla soglia della porta. Sorrideva nella loro direzione e appena si accorse di essere stato individuato da tutte e tre le ragazze, agitò una mano in segno di saluto.
Loro si guardarono un momento, cercando di capire se non stavano avendo un'allucinazione. Constatando che era decisamente impossibile avere un'allucinazione di quel genere, si decisero a rispondere al saluto sorridendo e agitando piano le mani per non essere viste dal prof., che intanto aveva ripreso a parlare.
-Devono essere ritirate dai loro genitori! Cosa vuol dire che questo è una strappo alla regola?-
-Professore, la questione è già stata discussa in segreteria. Hanno detto che per una visita medica improvvisa possono venir anche ritirate da altri.- spiegò il bidello cercando di convincere il professore su una cosa che nemmeno a lui sembrava regolare.
-E chi sarebbe venuto a ritirarle?- chiese il prof. aprendo il registro per segnare l'uscita di Alexandra, Lara e Iris, che già avevano iniziato a sistemare le loro cose per lasciare, molto dispiaciute s’intende, la lezione di matematica.
-Dice di essere un dottore. E sembrava aver fretta di portarle via.- rispose il bidello lasciando uscire le ragazze dalla porta. -Grazie professore. E scusi ancora per il disturbo.-
Le tre studentesse salutarono i compagni e l'insegnante, che rispose loro con un 'arrivederci' molto particolare, quasi scocciato.
Appena la porta dell'aula si chiuse e il bidello si dileguò tra i milioni di svincoli e corridoi della scuola, Lara si lanciò tra le braccia del Dottore, affondando la sua testa nel suo petto.
-Grazie... grazie, grazie, grazie!-
-Ciao ragazze!- disse lui ricambiando l'abbraccio. -E... grazie per cosa?-
-Ci hai letteralmente salvato da un'ora di matematica che ci stava lentamente uccidendo.- spiegò Iris sorridendo felice del salvataggio.
-A me non sembrava così male... però era pur sempre un'ora di scuola.- disse Alex sistemandosi gli occhiali sul naso mentre Lara lasciava il Signore del Tempo.
-Prego allora! Allons-y!- esclamò incamminandosi.
-Allons-y?- chiese Iris alzando un sopracciglio. -Che cosa vuol dire?--
-Oh, è solo un modo per dire 'Andiamo'.-
-Dove?- disse Lara seguendolo fino all'uscita dell'edificio scolastico.
-Devo dirvi una cosa nel Tardis.- disse lui enigmatico.
Allungò il passo per attraversare il cancello d'ingresso e la via sulla quale si affacciava la scuola, poi svoltò a sinistra e il Tardis comparve proprio di fronte a loro nel piccolo parcheggio.
-Scusa ma... come hai fatto a spacciarti per un vero dottore? E poi non sei nemmeno un nostro parente!- chiese Alexandra varcando la soglia della cabina blu.
-Ehi! Io sono un vero dottore!- sbottò lui togliendosi il cappotto e appoggiandolo distrattamente su uno dei 'coralli' decorativi della sala consolle. -Sono dottore in tutto, io.-
-Se lo dici tu...- commentò Iris scettica. -Però come hai fatto a superare la segreteria? Quella donna è una serpe.-
Il Dottore ridacchiò, osservando le ragazze togliersi le giacche e le cartelle per poi lasciarle in un angolino dell'ampia stanza.
-Per lei ho usato la carta psichica. Mi permette di essere tutto ciò che voglio. E le mie conoscenze, ovvio.-
-...ma tu non sei mai stato nel nostro liceo.- disse Lara guardandolo.
-No, in effetti in questo no.- spiegò brevemente. -Forza allora. Venite tutte qua a guardare.-
Quando furono tutte vicino allo schermo, il Signore del Tempo non poté non pensare alla scena simile successa nel parallelo. Una stretta al cuore lo colse impreparato facendolo rabbrividire mentre inforcava il suo classico paio di occhiali neri.
-Non ci vedi da vicino?- chiese Alex notando il gesto.
-Uh? No, no. E' solo che...- il Dottore valutò l'ipotesi di dirlo. In fondo le ragazze dell'altro Universo lo sapevano...
-Solo cosa?-
-Beh... li metto per sembrare più intelligente.- disse d'un fiato schiarendosi la voce e cominciando a premere dei tasti sullo schermo.
-...ah. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere, lo sai?- disse Iris che in risposta ricevette una simpatica strizzata d'occhio.
-Allora. Stavamo dicendo. Qualche ora fa stavo facendo una scansione per cercare delle richieste d'aiuto.-
-E non sei venuto a prenderci?!- esclamò Lara, forse un po' troppo forte.
Lui alzò un sopracciglio, sorpreso sia dalla richiesta sia dal tono. Quasi non fosse un rimprovero scherzoso.
-Scusate, ma fuggire da un'ora di matematica non vi sembra già abbastanza? Dunque... ho trovato questa particolare situazione.- disse mostrando una decina di pianeti con alcuni punti rossi sulla loro superficie. -Questi pianeti si trovano tutti abbastanza vicini, lontani da questa galassia.- spiegò mostrando l'immagine della Via Lattea. -Già da un po' avevo notato alcune richieste di intervento, ma le avevo accantonate per dare la priorità a cose più gravi. Oggi avevo in programma di andare a vedere.-
-Ma...?- chiese con ovvietà Alex.
-Ma... quando ho provato ad atterrare, per poco non sono caduto dello spazio.-
-Cosa?!-
Il Dottore guardò le ragazze un po' preoccupato. -Non è successo! ...Siete sicure che vada tutto bene?- chiese soffermandosi su ognuna. -Mi sembrate un po' tese.-
-Sì... è tutto okay.- rispose Alex passandosi una mano sulla fronte. -Stavi dicendo?-
-Dicevo...- riprese lui non molto convinto. -Dicevo che non sono nemmeno riuscito ad atterrare. Ho controllato anche le coordinate, era tutto a posto. L'unica cosa che mancava era proprio il pianeta.-
-Ma i pianeti non possono scomparire.- analizzò Iris. -...vero?-
-Teoricamente no.-
-Teoricamente.- puntualizzò Alex. -Di fatto ne è appena scomparso uno.-
-Già.- disse il Dottore ritornando alla schermata con i pianeti. -Ho controllato. Nessuno di questi pianeti esiste più. Sono semplicemente scomparsi nel nulla. Non hanno lasciato nemmeno una traccia. Nessuna energia residua di una possibile esplosione, nessuna radiazione di sottofondo, niente di niente.-
-Scusa, ma noi cosa c'entriamo in tutto questo?- chiese Lara, un po' preoccupata.
-Ecco la cosa strana.- riprese il Signore del Tempo. -Vi faccio vedere.- disse girando un paio di manopole e premendo alcuni dei pulsanti distanti tra loro; poi abbasso una leva e il TARDIS, con il suo solito dolce suono e metallico, si alzò in volo.
Gli scossoni smisero proprio nel momento in cui le ragazze trovarono qualcosa a cui attaccarsi per non cadere.
-Forza, venite.- le incoraggiò il Dottore mentre si avvicinava alla porticina.
Sbuffando leggermente per tutto il trambusto che le aveva solo spaventate, le tre lo affiancarono sulla soglia.
-Attente a non cadere.- le avvisò prima di aprire con un simpatico cigolio.
Non erano atterrati da nessuna parte. Se si cadeva, si sarebbe caduti nel vuoto. Un'immensità nera e opprimente che le schiacciava all'interno della debole luce proveniente dalla nave spaziale. Non si vedeva niente. Nulla sopra, sotto, davanti e di lato. Un buio angosciante che succhiava via il respiro.
Lara arretrò barcollando. -No... non... non può essere...-
Il Signore del Tempo si affrettò a chiudere e allontanare dalla porta le altre due amiche.
-Lara! Cosa c'è?- chiese avvicinandosi a lei preoccupato.
La ragazza arretrò ancora; sembrava terrorizzata anche da lui, che al contrario cercava di tranquillizzarla.
-Quel.. nero. Io l'ho già visto.- mormorò lei sedendosi a terra, gli occhi fissi sulla porta.
-Quando?-
-Non lo so. Mesi fa.- rispose insicura. -Quando stavamo provando a viaggiare tutte assieme.-
Il Dottore si passò una mano sul viso. -Grandioso.- disse tra sé, avvicinandosi ai comandi. -Questo non va bene. Non va per niente bene.-
Gli ci vollero appena qualche secondo per reimpostare le coordinate e ripartire. Quando si voltò verso le amiche le vide sedute accanto a Lara, mentre la abbracciavano in silenzio.
-Scusa Lara.- disse guardandola.
Lei sobbalzò per lo spavento, poi annuì, prese un respiro profondo e sorrise leggermente.
-Scusami tu. Non volevo parlarti in quel modo, prima. Non so che mi è preso.- disse abbassando lo sguardo.
Lui non disse niente. L'atmosfera era tesa. Qualcosa non stava andando per il verso giusto.
-C'è... un'altra cosa.- iniziò, attirando su di sé lo sguardo delle amiche. -Ho controllato la direzione, la frequenza e la posizione delle richieste. E...-
-Aspetta. Non dirlo.- lo interruppe Alex alzandosi in piedi. -C'è uno schema. Una logica.-
-Appassionata di enigmi?-
-Ho completato tutti i giochi del 'Professor Layton' e adoro i gialli. Sherlock Holmes incluso.- rispose lei prontamente.
-Vedrai l'ultimo... è qualcosa di...-
-Ma la volete piantare?-
Iris interruppe il dialogo bruscamente, ricevendo uno sguardo smarrito da entrambe come se avesse appena portato via un sacchetto di caramelle a due ragazzini. Il Dottore si riprese quasi subito mentre Lara sorrideva divertita.
-Giusto, giusto! Stavo dicendo... c'è uno schema. Ho fatto un paio di calcoli e c'è solo un posto abbastanza vicino dall'ultima segnalazione d'aiuto che potrebbe causare problemi.- disse impostando sulla consolle una nuova rotta.
-Se si accettano scommesse... io direi Londra.- disse Lara, alzandosi a sua volta per attaccarsi a qualcosa.
Il Dottore alzò un sopracciglio. -Londra? Perché Londra?-
-Boh, non lo so. Di solito succede tutto o in Inghilterra o in America.- rispose semplicemente lei con un'alzata di spalle.
-In effetti hai ragione.- concordò lui annuendo. –Ma… non questa volta.- 
Con un gesto deciso abbassò la leva di avviamento, cogliendo ancora una volta di sorpresa le tre amiche che lanciarono un urlo mentre il TARDIS partiva con la sua serie di scossoni e rumori poco rassicuranti.

*         *         *

-Aaah! Eccoci arrivati!- esclamò il Dottore appena un vento freddo gli scompigliò i capelli.-Tsimlyansk!-
-Cosa? Dove siamo?- chiese Lara subito dietro di lui. -Che pianeta sarebbe Tsi... quello che è.-
-Non è un pianeta. E' una città.- rispose lui abbottonandosi il giaccone. -Avete freddo?- chiese rivolto alle amiche ben imbacuccate tra sciarpe e cappelli.
-No!- risposero in coro guardandosi intorno.
Tutto sommato era anche una bella giornata. Non nevicava, nonostante l'aria umida e fresca e il terreno brinato.
-Siamo in Russia!- esclamò il Signore del Tempo. -Poco fuori la città di Tsimlyansk. Quello laggiù è il Don.- spiegò indicando una linea azzurrina alla loro sinistra. -E, se quello è il fiume... dietro di noi dovrebbe esserci il Bacino di Tsimlyansk. -A-Ah! Eccolo lì!-
Il Signore del Tempo aggirò il TARDIS che occupava una parte della visuale prima di affondare le mani nelle tasche, soddisfatto. Era riuscito ad atterrare proprio dove voleva, una volta tanto.
-Sono… in Russia.- disse Alex spalancando gli occhi per lo stupore. -In Russia!-
-Ooh sì!- esclamò lui avvicinandosi al gruppo.
-Quando?- chiese Iris sorridendo al cielo.
-Questo me lo dovresti dire tu, non credi?-
Lei ci pensò un momento poi annuì, dicendo che non si erano spostati nel Tempo. Solo nello Spazio.
-Ma come fai?- chiese Lara ammirata.
-Lo... sento. E' come se lo sapessi.- rispose lei tranquillamente. -Tu non riesci a capire dove sei?-
-No.. lo riconosco se l'ho già visto.-
-Forse dovresti chiedere al Dottore di farti guardare nell'Occhio dell'Armonia. Io ho capito il Tempo in quel modo.-
-Già. Poi magari glielo chiedo.- meditò Lara assorta.
-TROVATO!- urlò Alex all'improvviso, facendo sobbalzare le amiche.
-Ma sei impazzita?! A gridare così?-
-No.- disse lei. -Ho solo trovato quello che stavamo cercando.-
La ragazza alzò un braccio verso il lago, quasi completamente coperto da una foschia grigia. Solo a un occhio attento si poteva scorgere una figura più scura, proprio sulla riva.
-Benissimo. Dobbiamo andare là.- annunciò il Dottore, incamminandosi.
-E cosa sarebbe questo 'là'?- chiese Iris.
-Un orfanotrofio.-
Il gruppo iniziò a incamminarsi nella foschia, gli occhi fissi sulla siluette dell'edificio che a ogni passo si ingrandiva sempre di più. Aveva un'aria spettrale, avvolto dalla nebbia come un castello infestato.
-Dottore?- chiamo Lara spostandosi al suo fianco.
-Mh?-
-Non ci hai detto qual è il problema. A cosa riguardano queste segnalazioni d'aiuto?-
-Ah, non lo so.- rispose lui senza distogliere lo sguardo dalla meta. -Come ho detto, il pianeta è scomparso.-
-N... Non vorrai dire che scomparirà anche la Terra!- esclamò Alex.
-No, se riusciamo a evitarlo. Per questo siamo qua.-
-E se non ci riusciamo?- chiese automaticamente Iris, continuando a camminare.
-Ci riusciremo.- ribatté sicuro lui.
-Sì, ma...-
-Niente 'ma'.- disse il Dottore fermandosi. -State tranquille. Non sappiamo nemmeno a cosa andremo in contro!-
-Appunto.- mormorò Lara.
Il Signore del Tempo osservò le ragazze un momento prima di ricominciare a camminare. Ormai l'orfanotrofio era ben visibile nella foschia.
-Non capisco cosa avete. Sembrate tese come le corde di un violino.-
-A noi non sembra.- disse Iris lanciando uno sguardo alle amiche. -Siamo tranquille.-
-No. Non è vero.- ribatté lui schioccando le dita vicino al suo viso.
La ragazza sobbalzò, facendo alcuni passi indietro. -Ma che fai?!-
-Vi faccio vedere che c'è qualcosa che non va.- rispose lui, fingendo una tranquillità che stava via via scomparendo.
Qualche metro dopo e la staccionata d'ingresso dell'edificio si apriva scricchiolando per lasciar passare il gruppetto di persone. La nebbia riusciva addirittura d assorbire il dolce rumore del via vai delle piccole onde del bacino, isolando l'orfanotrofio in una dimensione abbandonata e sola.
-Questo posto mette i brividi.- sussurrò Alex mentre saliva i pochi gradini che annunciavano l'ingresso vero e proprio. -Chi lascerebbe dei bambini in un posto del genere?-
-Già.- disse il Dottore serio, premendo il campanello. -Probabilmente chi non si aspetta nulla da loro.-
-Tutto ad un tratto voglio solo tornare a casa.- mormorò Lara, un attimo prima che una donna dall'aspetto trasandato rispondesse alla chiamata aprendo di uno spiraglio, quel tanto che bastava per squadrare i nuovi arrivati dall'alto in basso.
-Salve!- salutò il Dottore con un gran sorriso, seguito dalle ragazze. -Siamo della compagnia “Controllo e Prevenzione per la Salute del Bambino”.- si annunciò mostrando la carta psichica. -Vorremmo fare un breve controllo. Possiamo entrare?-
La signora alzò un sopracciglio. -No.- disse sbattendogli la porta in faccia.
Dopo aver visto l'espressione delusa del Signore del Tempo, Iris incollò il proprio dito al campanello, ben decisa a non toglierlo finché la 'simpatica' signora non si fosse ripresentata dallo spiraglio della porta. Purtroppo però, quella tattica non sembrò funzionare, a parte per stordire i presenti con quel suo suono gracchiante e persistente. Dopo quasi un minuto la ragazza si fermò e fu Alex a ritentare l'impresa con un tono molto più deciso e autoritario.
-Mi scusi, eh!- iniziò appoggiandosi le mani sui fianchi. -Ma le devo ricordare che noi siamo della compagnia “Controllo e Prevenzione per la Salute del Bambino”?! Lei ora ha l'OBBLIGO di farci entrare!!-
Lara guardò l'amica, allarmata dal suo comportamento. Fosse stata nei panni della donna avrebbe chiuso la porta a doppia mandata dopo un discorso così. Invece, lei riaprì squadrando con più attenzione il gruppo.
-Siete... siete della polizia?- chiese in un sussurro preoccupato.
-Ma allora non ascolta!- esclamò nuovamente Alex, arrabbiata. -Le ho appena finito di dire che siamo della compagnia “Controllo e Prevenzione per la Salute del Bambino”!! NON siamo della polizia!- urlò alla donna che, terrorizzata, si nascose dietro la porta per proteggersi.
-Va bene, va bene. Calma adesso!- disse il Dottore facendo arretrare la ragazza con un sguardo un tantino preoccupato. -Stiamo calmi.-
Alexandra prese un respiro profondo per calmarsi, aiutata dallo sguardo tranquillo del Signore del Tempo incatenato al suo.
-Tutto okay?-
-Sì... sì, credo di sì.- rispose lei piano, rivolgendo una breve scusa anche alla donna, miracolosamente ancora sulla soglia.
Fu a lei che il Dottore si rivolse con un tono gentile, volto a riparare il diverbio causato dalla ragazza.
-Deve scusarla, signora.- iniziò sorridendo. -Siamo qui per aiutare.-
La donna annuì una paio di volte e aprì completamente la porta . -Benvenuti all'Orfanotrofio St. Lagunov.-
Il gruppo entrò nell'edificio guardandosi intorno. Sembrava uno di quei classici posti diroccati, sperduti nell'angolo più buio del mondo, lasciato lì a invecchiare. Solo uno strato di polvere proteggeva gli angoli e gli oggetti usati di rado mentre l'umidità occupava un ruolo predominante su quasi tutte le pareti. Non si sentiva alcun rumore provenire dalle altre stanze, solo lo scricchiolio delle assi di legno che si piegavano doloranti sotto il peso dei nuovi arrivati.
-Questo posto mi piace sempre meno...- sussurrò Lara affiancandosi a Iris per afferrarle una mano; l'altra venne presa un secondo dopo da Alex.
-State tranquille!- disse invece il Dottore. -Un po' di umidità non ha mai ucciso nessuno.-
La vecchia signora fece strada al gruppo fino a una stanza abbastanza ampia, contrassegnata dalla scritta 'Hall'. Al centro c'era un grosso tavolo in legno massiccio con due sedie di fronte per gli ospiti. Il Dottore, sotto invito della donna, prese posto insieme a Iris mentre Alex e Lara curiosavano sugli scaffali e sulle mensole varie, come gli oggetti inutili e fotografie ingiallite dal tempo.
-Scusi ma... questo è un orfanotrofio abbandonato?- chiese il Dottore passando un dito sul tavolo.
Subito scrollò via la polvere che si era appiccicata, un'espressione di disgusto sul volto. Sembrava che tutto si reggesse per miracolo.
-No. Non è abbandonato. Io altrimenti chi sarei?- disse la signora con un tono torvo.
-Mi scusi. Non intendevo in quel senso.- si scusò lui. -Però dove sono i bambini?-
La donna spostò lo sguardo su una finestra che dava sul lago. Un po' la nebbia si era diradata ma l'atmosfera rimaneva comunque grigia e tetra. Sospirò leggermente e a Iris, che la stava osservando, sembrò più vecchia che mai.
-Da un sacco di tempo ormai, nessun bambino viene più lasciato qui. Anni sono passati. E io ho sempre vissuto qui.- mormorò più a se stessa. -Generazioni intere di capo orfanotrofio.-
Alexandra prese in mano una cornice ricoperta quasi interamente di polvere che pulì con un soffio deciso.
“Generazioni. Non vorrà mica parlarci di quando il primo discendente fondò questo edificio...!”
Fu Lara ad accostarsi a lei con un strano giocattolo tra le mani mentre rispondeva al messaggio telepatico.
“Potrebbe essere divertente. Magari il primo discendente era una scimmia!”
Le due amiche sorrisero, rimettendo a posto gli oggetti che avevano preso in mano.
-... la verità è che non riesco a fare tutto da sola.- continuò la signora fissando il cielo plumbeo. -I bambini sono pochi, è vero, ma l'orfanotrofio è grande. Ieri sera per di più mi è sembrato che una parte della cantina fosse crollata.-
-Non era vero?- chiese il Dottore mentre giocherellava con un oggettino piramidale preso dal tavolo.
-No. No, non era così. Ho controllato. Nessun segno di crolli.-
Il Signore del Tempo alzò un sopracciglio. Non era molto su cui indagare. E per di più c'era anche la possibilità che avessero fatto male i loro conti e che i problemi non fossero qui ma altrove.
-Va bene.- esclamò alzandosi in piedi.
Le ragazze sussultarono per l'improvviso cambio di tono, voltandosi verso di lui.
-Direi che occorre un'indagine. Non vorrei che alcune assi cedessero per davvero durante i giochi dei ragazzi.- spiegò brevemente. -Mi indicherebbe la cantina, signora... ehm... non ho afferrato il nome.-
-Adelaida. Adelaida Lagunov.- rispose lei incamminandosi dondolante verso l'uscita.
Il Dottore infilò le mani nelle tasche, facendo un segno alle ragazze di seguirlo nelle 'misteriose' indagini.
Il gruppo scese tre rampe di scale prima di ritrovarsi di fronte una porta in ferro arrugginita che si aprì cigolando appena una chiave della donna girò nella serratura.
-Ecco a voi.- annunciò piano accendendo la luce. Un lungo corridoio spoglio, su cui si affacciavano alcune porte, conduceva alla cantina dell'orfanotrofio. -Ormai è in disuso. E' tutto marcito là dentro. Le cose di cui ho bisogno per cucinare le tengo direttamente in cucina.-
-Grazie.- disse Iris prima di seguire il Dottore e le sue amiche nel corridoio.
La signora annuì. -Fate attenzione.- concluse chiudendo la porta.
Le luci traballarono, minacciando più volte di spegnersi. Non era esattamente il posto migliore per un'indagine, soprattutto considerando che solo una delle quattro persone era tranquilla.
-Non toccate niente.-
-Non ci penso nemmeno!- esclamò Alex stando attenta a non uscire dal cono di luce delle lampade.
-Scusa, Dottore... ma cosa stiamo cercando?- chiese Lara guardando il Signore del Tempo scandagliare l'aria circostante con il suo cacciavite sonico.
-Stiamo indagando. Ogni cosa potrebbe essere un indizio.-
-Ma un indizio per cosa?- riprovò Iris osservando un ragno camminare veloce sulla sua ragnatela, probabilmente disturbato dal loro arrivo.
-Ssh... lo sentite?- chiese lui senza rispondere alla ragazza.
-Cosa?-
Il Dottore si guardò intorno. -C'è silenzio.-
-Siamo in un orfanotrofio che cade a pezzi!-
-Aspetta... lo sento anche io...- mormorò Lara chiudendo gli occhi. -Non è solo silenzio... è silenzio di morte.-
-Silenzio di paura.- aggiunse Alex tremante.
Iris non notava nulla di particolare ma doveva ammettere che quella sensazione di tristezza e abbandono non era per niente piacevole.
-Va bene... andiamo.- sussurrò il Dottore appoggiando una mano sulla maniglia in ferro.
La abbassò lentamente poi spinse. Solo quando la luce si accese il gruppo ebbe la possibilità di vedere le decine di scaffali che la stanza conteneva. Non erano soli.
-Attente...- mormorò piano il Signore del Tempo, avanzando tra gli scaffali vuoti.
Solo qualche volta si potevano incontrare scatolette di carne in scatola o pesce affumicato. Per il resto regnava una sporcizia generale e umidità ovunque. Alexandra procedeva appena dietro l'uomo; aveva una strana sensazione di unità che sembrava renderla parte del tutto in modo leggermente spiacevole. Quel posto iniziava a terrorizzarla davvero troppo per i suoi gusti.
Qualcosa si mosse. Veloce, nero, improvviso.
Il Dottore guardò le ragazze, cercando di capire se andava tutto bene. Ovviamente no. Cosa avrebbe potuto muoversi in una cantina in disuso da anni? Un topo, magari. Ma quella cosa era sicuramente più grande. Fece dietrofront, camminando tra le amiche e appena ne ebbe l'occasione girò a sinistra. Ancora file di ripiani e mensole in quel metallo grigio tutto ammaccato e sporco.
Un sospiro. Da sinistra.
Lara si sarebbe smaterializzata all'istante se solo avesse potuto. O meglio, se solo poi si sarebbe riuscita a convincere per tornare dov'era prima. C'era qualcosa di strano nell'aria. Come se guardasse lo spazio da tantissime prospettive diverse contemporaneamente. Non le era mai capitata una cosa del genere. E intanto continuava a camminare, seguendo il Dottore, a qualche passo da lei.
Svoltarono ancora e poi dritti di nuovo.
-Cosa...?-
-Che disastro...-
Il gruppo aveva raggiunto uno spiazzo, creato da quattro o cinque file di scaffali buttati a terra. Era successo da poco. La polvere non ricopriva il ferro come negli altri corridoi.
Ancora quel sospiro profondo.
Ora lo potevano vedere. C'era qualcosa nell'angolo di fronte a loro, appoggiato alla parete con la schiena, il capo ricoperto da un ampio cappuccio nero. Nero come il suo mantello sporco di polvere e i suoi stivali in pelle consumati.
-Chi sei?- chiese il Dottore all'essere che, al posto di rispondere, alzò la testa.
-N... non...- sussurrò Lara tirando una manica della giacca del Signore de Tempo. -Non ci parlare... torniamo indietro...-
Lui non si mosse, tentando di analizzare cosa fosse quella figura che lo fissava.
-Per favore...- disse Alex debolmente. -Andiamo...-
-Sentite... devo vedere cos'ha. Potrebbe aver bisogno d'aiuto.- spiegò piano.
Iris scosse la testa, tremante. -Non avvicinarti... torniamo indietro.- 
Appena il Signore del Tempo tornò a guardare quell'essere lo trovò in piedi. Lara si smaterializzò istantaneamente un passo indietro. Fu rapidissima, nemmeno lei capì come . Probabilmente non lo fu abbastanza però perché quell'essere potenzialmente umano spostò il suo sguardo su di lei. Non si vedeva il volto. Niente bocca, niente naso, niente occhi, eppure la fissava. Valutava. Come un predatore che cerca di capire se ciò che ha di fronte è commestibile oppure no.
-Da dove vieni?- chiese nuovamente il Dottore frapponendosi tra i due. -Hai bisogno d'aiuto?-
L'altro inclinò la testa, concentrando la sua attenzione anche sulle altre due ragazze, prima di sollevarsi da terra e superare il soffitto di pietra come se nemmeno ci fosse.
-No!- urlò il Dottore correndo fino al punto in cui era scomparso l'essere.
Le amiche lo seguirono e, tenendosi per mano, svanirono proprio davanti ai suoi occhi.
-Ma cosa...? Tornate qui!!- gridò al nulla.
Ma nemmeno fece in tempo a passarsi una mano tra i capelli che qualcuno urlò, proprio sopra di lui.
Senza pensarci troppo iniziò a correre, facendo tutto il percorso di prima a ritroso. Veloce. Il più velocemente possibile.

*          *         *  

Non erano al piano terra. E sfortunatamente nemmeno al primo. Il Dottore dovette arrivare fino al secondo piano prima di riuscire a trovarle. Fece le scale e il corridoio di corsa, sbattendo la porta da cui provenivano grida e pianti di bambini. Purtroppo, proprio come si aspettava, ciò che si ritrovò a guardare non fu piacevole.
Proprio davanti alla finestra, l'uomo vestito di nero fissava le tre ragazze, immobile. Loro, al contrario sembravano completamente diverse da prima. Seppur con il respiro affannoso, fronteggiavano l'essere con un cipiglio sicuro e non si voltarono, né accennarono a un movimento, quando il Dottore fece irruzione nella stanza.
-Lasciali andare.- disse Lara, alludendo ai sei bambini rannicchiati ai piedi dell'uomo nerovestito.
Piangevano tutti, terrorizzati, ma non si muovevano da lì. Nemmeno ci provavano.
-Cosa siete... voi...?- chiese l'essere scuro, trascinando le parole in un sibilo malvagio.
I bimbi gemettero, premendosi le manine sulle orecchie. Le ragazze avvertirono qualcosa. Come se stesse per succedere un disastro. 
-Beh, sai... è una bella domanda.- disse Iris valutando effettivamente la richiesta.
Il Dottore ebbe quasi la sensazione che quell'uomo fosse indeciso. E forse questa era l'unica cosa che avrebbe potuto fermarlo.
-Ehi!- urlò rivolto all'essere. -Non so per quale strano motivo tu stia prendendo quei bambini, ma non puoi farlo!-
-E tu... saresti capace di impedirmelo?- disse in tono di scherno.
-Beh...-
Il Signore del Tempo vide l'uomo appoggiare una mano guantata sulla testa  di una bambina e questa scomparve, teletrasportata chissà dove.
-NO!-
I cinque bambini rimasti sbarrarono gli occhi, fissando terrorizzati lo spazio occupato, solo qualche secondo prima, dalla loro amica. Automaticamente si allontanarono da quelle lunghe dita guantate, come scottati da quel gesto così improvviso e anormale. I prossimi erano loro. Sarebbero morti tutti quanti. Senza sapere...
Qualcosa brillò dietro di loro. Debole ma minaccioso, uno scudo contenitivo riluceva di un nero-violaceo ogni qualvolta un loro piede o mano lo toccava inavvertitamente, per poi tornare invisibile come prima. Erano bloccati lì. Con quel mostro nero.
-Per la seconda volta.- ricominciò Lara imprimendosi nella memoria la grandezza di quella barriera o campo di forza che fosse. -Lascia andare i bambini.- concluse risoluta.
Le sue amiche, poco dietro di lei, non si perdevano nemmeno un movimento di quell'uomo incappucciato che le osservava sottecchi.
“Alex...!” chiamò Iris telepaticamente mentre il suo bracciale emetteva un debole bagliore azzurro. “Quello scudo... prova a romperlo.”
 Lei annuì, tremante. Doveva riuscirci. Non poteva permettersi di perdere un altro bambino. Non era nemmeno lontanamente ammissibile. Iris si spostò al suo fianco mentre chiudeva gli occhi, concentrandosi su quello strano campo di forza. Istantaneamente percepì tutto ciò che la circondava in modo completamente diverso. I letti non erano semplicemente letti. Era no oggetti composti dal materasso in comune gommapiuma e ferro, del più scadente. I comodini in legno, ognuno con due cassetti, contenevano i piccoli segreti dei sei bambini. Ma quella barriera era diversa. Completamente diversa.
Non era aria solida e nemmeno una qualche sorta di muro invisibile. Era più simile a energia. Un'energia nera e cattiva che bloccava i ragazzini. Con estrema cautela, Alexandra si concentrò su quello scudo cercando di capirne la composizione e distruggerlo. Purtroppo però si accorse in ritardo che pizzicando quella pellicola così resistente aveva attirato l'attenzione del mostro su di sé.
L'alieno si voltò a guardarla e lei bloccò istantaneamente il contatto. Una mano prese la sua e si ritrovò a terra, le mani premute sul pavimento gelato per attutire la caduta improvvisa.
Iris era al suo fianco e guardava lo spazio prima occupato dalla sua amica venir affettato da una mano nera, guarnita di lunghi artigli lucidi.
L'uomo incappucciato rimase colpito dalla velocità di quel gesto, quasi fosse stato previsto appena pochi secondi prima che accadesse. Il colpo mancò il bersaglio, che ora era disteso a terra, indenne.
-Stai bene, Alex?- chiese Iris preoccupata, aiutando l'amica a mettersi seduta. -Non ti sei fatta male, vero?-
Lei annuì piano, aggiustandosi gli occhiali sul naso con un gesto veloce. Quell'essere ancora le teneva sotto tiro, l'artiglio lucente ora disteso lungo il fianco ben in vista. Sembrava tuttavia confuso. -Come... ci sei riuscita?- chiese a suo malgrado, trascinando le lettere.
-TU.- rispose invece Iris puntandogli un dito addosso. -Prova di nuovo anche solo a pensare a quello che stavi per fare e finirai malissimo!- disse con un tono che non ammetteva repliche.
Stava per avvicinarsi ancora ma saggiamente una mano sulla spalla la trattenne.
-Calma...- le disse il Dottore in un bisbiglio dopo essersi assicurato che Alex stesse effettivamente bene.
Si ritrovò a fronteggiare il nemico, cercando le risposte che da solo non riusciva a trovare.
-Chi sei? Perché vuoi questi bambini?-
Ma le sue alienate risposte non arrivarono. Quell'essere ancora fissava le ragazze, ben deciso ad avere le sue di risposte.
-Cosa sono?- chiese impassibile.
-Dove hai portato quella bambina? Lo so che non è morta. Quello era un teletrasporto.- ritentò il Dottore adocchiando una striscia metallica sulla mano guantata. 
Era essenziale mantenere la calma. Ma ragionare con un alieno evidentemente pericoloso stava diventando abbastanza impossibile, considerando anche il fatto che si stava interessando decisamente troppo alle ragazze.
-Non sono umane.- continuò imperterrito. -Non possono esserlo.- disse scrutandole con maniacale attenzione.
Lara lo guardò offesa. -Ehi! Vai a dare del non-umano a qualcun' altro!-
Il Dottore la zittì subito alzando un dito, senza distogliere lo sguardo dall'alieno. Era essenziale non allarmarlo per nessuna ragione: doveva capire chi fosse e cosa ci facesse lì.
-Se non vuoi rispondermi... allora ascolta. Chiunque tu sia, posso aiutarti.- spiegò mostrandogli i palmi delle mani. Non c'è bisogno di prendere dei bambini. Di qualunque cosa tu abbia bisogno, posso provare a procurartela.- ritentò nuovamente, catalizzando su di sé l'attenzione dell'essere che aveva di fronte.
-Non ho bisogno di aiuto!- annunciò con fermezza. -E anche volendo, tu saresti l'ultima persona a cui mi rivolgerei.- concluse sprezzante.
-Il Dottore lo osservò perplesso, spostandosi leggermente su un lato. -Cosa... Cosa dovrebbe significare?-
L'alieno lo seguì con lo sguardo mentre si spostava. -Quello che ho detto. Ho bisogno solo dei bambini.-
Il Signore del Tempo sorrise a quelle parole, spostando il peso del corpo da un piede all'altro, affondando le mani nelle tasche con evidente tranquillità.
-A mio parere, che faresti sinceramente meglio a seguire, ma che puntualmente non fa mai nessuno, forse per la mia faccia, i bambini sono sicuramente utili per passare il tempo a guardarli giocare, a chiacchierare e chissà cos'altro. Ma di certo non aiutano ad avere un terzo occhio. E sicuramente non dietro alla testa.-
L'alieno gli rivolse uno sguardo interrogativo: fece appena in tempo a mormorare un 'Cosa?' confuso, che un dolore lancinante lo colse impreparato sulla nuca. Alcuni frammenti della bottiglia in vetro caddero a terra con un tintinnio acuto, accompagnando al sua caduta in avanti con un gemito.
Lara, alle sue spalle, lasciò cadere a terra l'impugnatura della sua arma improvvisata, liberando le mani per la seconda parte del piano: prendere i bambini. La cupola di energia scura si era infranta e i piccoli si erano velocemente dati alla fuga, nascondendosi sotto i letti.
Il Signore del Tempo scattò immediatamente verso di loro, convincendone un paio a seguirlo, subito imitato da Lara e Iris; Alex, invece, si inginocchiò a toccò terra con entrambe le mani. Si concentrò a fondo sul pavimento sotto l'uomo in nero, che in pochi secondi cambio stato, diventando abbastanza viscoso da farlo scivolare in esso. Quindi invertì il processo, intrappolando mani e gambe del nemico che già era tornato cosciente.
-Spicciatevi!- biascicò in direzione de tre, ansimando mentre lottava con il potere sempre più prepotente e forte dell'uomo per guadagnare tempo.
Iris acchiappò l'ultima bambina da sotto un letto, e lanciato uno sguardo a Lara e il Dottore, si avviò fuori dalla stanza, seguita a ruota dagli altri due e, per ultima, da Alexandra.
Insieme, corsero giù per le scale, raggiungendo il primo piano in tempi record. A quel punto Lara rallentò il passo, ma Alex le appoggiò le mani sulla schiena e la spinse avanti.
-Vai! Vai!- esclamò. -Si sta liberando, non fermarti!-
Continuarono a scendere le scale, diretti l piano terra. La ragazza con gli occhiali sollevò lo sguardo, ansimando, e si fermò a metà della rampa. Stava per arrivare. Lo poteva sentire benissimo lottare con il suo potere. Già aveva mal di testa, ma non poteva assolutamente fermarsi. Non a quel punto!
Prese un profondo respiro, sfregandosi le mani. Per la seconda volta si chinò, posando le dita sullo scalino davanti a lei, e con un sospiro di concentrazione, le sollevò di scatto. La pietra dello scalino si tese e si collegò al soffitto, creando una barriera anomala che, sperava, li avrebbe protetti per un po'. La ragazza appoggiò una mano alla parete e riprese la corsa senza interrompere quel contatto per poter mantenere il meglio possibile quello che aveva creato. Raggiunse il termine della rampa, sbucando nell'atrio dove gli altri la stavano aspettando.
Prima che potessero dire alcunché, boccheggiando tese una mano verso di loro, e con uno stanco gesto delle dita fece allargare il pavimento sotto di loro, creando uno scivolo che li avrebbe condotti al seminterrato senza farsi male. Li sentì gridare, sorpresi dall'improvviso cambio e non appena li sentì atterrare, con tanto di lamentele, corse anche lei nel buco e scivolò giù chiudendo l'apertura subito sopra di lei.

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Note Autrici:
Tempo: Salve, gentilissimi lettori. Come potete vedere guardando fuori da una qualsivoglia finestra di una qualsivoglia comune casa collocata nel nord d'Italia... NEVICA! *W*
Luogo: Terra, Europa, Italia, nord-Italia, Lombardia, Varese.

Yuki: ...ebbene sì, cari lettori. Vi abbiamo finalmente rivelato qual è il nostro luogo d'origine. *^* Ma ancora non sapete quali sono i nostri veri nomi! *risata malvagia*
Dottore: Yuki! Non traumatizzare i nostri ospiti! è_é
Yuki: ...ma! Io sono una brava persona...! D:
Dottore: Adesso. Continua così e non lo sarai più. U_U
Yuki: ç_ç
Dottore: Mi dispiace, ma è la verità. Rassegnati.
Yuki: Uffa... però una cosa buona l'ho fatta, dai! Ho salvato Alex da un artiglio di quell'essere orribile! V_V Non è una cosa da poco.
Dottore: ò__O
Yuki: ...che c'è? Che ho detto?
Dottore: Non sei stata tu a salvare Alex. E' stata Iris.
Yuki: Ma Iris è me, in un Universo parallelo!
Dottore: Appunto. In un altro Universo. Non in questo. In questo tu hai pensato a che cosa doveva fare Iris per salvare la sua amica Alex.
Yuki: ...sì, ma detto così sembra che io non abbia fatto nulla... ;^;
Dottore: Eh, già- *la vide con gli occhioni lucidi lucidi* Ma comunque hai pensato a cosa far succedere! Siete state tutte e tre molto brave!! *la abbraccia*
Yuki: Wow grazie! *si prende tutta contenta il suo abbraccio, per poi tornare nel retroscena, perché sì. Anche a Varese c'è un teatro-*
Dottore: *la guarda andarsene, poi finalmente rivolge la sua attenzione verso il pubblico* Salve gente! Allora, visto che capitolo lungo? Non potete certo dire che non si sono impegnante. Se però vedete degli errori, delle incongruenze che ci sono sfuggite, fatecelo notare! Nel frattempo grazie per essere passati a leggere e, se avete tempo e voglia, a recensire. Sapete che alle autrici fa moolto piacere. :D

Un abbraccio forte forte
le Aurici e il Signore del Tempo



La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per nostro puro diletto.
  
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