Fanfic su artisti musicali > Mika
Segui la storia  |       
Autore: elybetta    07/02/2015    11 recensioni
Immaginate che Mika non sia la superstar che è ora, ma solo Michael, un ragazzo normale, con tutta un'altra storia alle spalle, altre esperienze e tutt'altre ambizioni.
E poi immaginate Daphne, una ragazza di venticinque anni che si trasferisce a Milano per inseguire il suo sogno di diventare giornalista.
Cosa accadrà quando i due s'incontreranno?
Una storia ricca di emozioni e sfaccettature, una storia che insegna che non si giudica mai un libro dalla copertina.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

La sto ad osservare mentre si guarda intorno meravigliandosi di ogni cosa, i suoi occhi brillano mentre guarda le vetrine addobbate, le luci colorate e le persone che schizzano in giro piene di pacchetti natalizi ricchi di regali. Arriviamo in piazza Duomo e quasi fa un urlo nel vedere il grande albero di natale.
"Guarda Michael!" mi fa lei prendendomi per la mano e trascinandomi
"Si, l'ho visto mile volte!" dico un po' scorbutico. Il natale mi fa venire in mente solo brutti ricordi. Mio padre ubriaco che mi costringe a cantare davanti ad un plotone di parenti a cui non fregava nulla di me, i natali passati da solo con la bambina piccola, senza nessuno a cui far gli auguri, ogni anno mi sforzo soltanto per Abbie, non voglio che la bambina cresca come me, voglio che sia serena e allegra, com'è giusto che sia una bambina di cinque anni a natale. Lei mi guarda imbronciata.
"Mi scusi, Mr. Grinch!" mi dice poi mollando la mia mano. Dopo qualche secondo si sente una musichetta e delle persone che cantano.
"Un coro!" urla per poi mettersi a correre verso le persone che si accalcano intorno al piccolo coretto. Mi fa sorridere il suo essere così allegra e solare, ha l'entusiasmo di un bambino. E poi quanto è carina, con quel cappello con le orecchie ed i pom pom che sballonzolano a destra e sinistra. I suoi capelli rossi spiccano luminosi nel grigiore della città. La raggiungo e la circondo con le mie braccia, poi le lascio un bacio sulla guancia fredda. Lei si gira sorridente, le labbra rosse, si alza sulle punte e mi bacia.
"Scusa per prima, è che il natale, mi fa triste a volte" le dico sincero. Lei mi guarda un po' preoccupata, poi sorride di nuovo.
"Allora d'ora in poi farò in modo che tu non sia triste!" mi dice prendendomi la mano e continuando a camminare. Mentre vengo trascinato da questa specie di fatina del natale, il cuore mi si scioglie nel petto. Penso che davvero con lei potrei essere felice anche durante quella rottura di palle del natale. Ora riesco anche a guardare le vetrine con più allegria.
"Guarda Michael!" quasi urla ad un tratto, schiacciandosi contro il vetro.
"Quell'orsacchiotto, è bellissimo!" continua poi puntando un dito sulla superficie trasparente. Non mi dà nemmeno il tempo di guardare che è già entrata nel negozio come una scheggia. La seguo e la scopro ammirare il giocattolo con gli occhi sognanti. É un grande orso di peluche, marrone con un grosso fiocco rosso sul davanti, fermato da un campanellino tintinnante. Ha il muso molto tenero e gli occhi dolci, sembra quasi abbia un'espressione reale.
"Ho trovato il regalo per Abbie!" fa contenta quando le sono accanto. Mi sorride euforica e poi guarda il prezzo. Guardo con lei l'etichetta.
"Sesanta euro?" faccio io scioccato. Anche lei c'è rimasta un po' male ma, dopo qualche secondo sorride facendo suonare quel campanello con le dita.
"Non m'importa! È suo!" dice poi stringendo la palla di pelo fra le braccia.
"Sei pazza? È tropo! Prendi qualcosa che costa meno" dico contrariato, ancora non l'hanno assunta al giornale e non voglio che spenda troppo. Prendo l'orso e lo rimetto sullo scaffale. Lei mi guarda storta.
"Senti fatti gli affaracci tuoi! Io voglio regalarglielo!" dice mentre lo riprende e se lo porta dietro la schiena.
"Daphne, non è importante quelo che le dai, conta il pensiero, non voglio che tu spenda tropo" dico cercando di convincerla.
"Non è troppo! Voglio che l'abbia lei, sarebbe felicissima" dice euforica e con aria sognante. Il mio cuore perde un battito. Vederla parlare così di mia figlia, metterci tutto questo amore anche solo per uno stupido regalo mi fa sentire strano, è come se avessi un formicolio allo stomaco, è una sensazione bella ma, mi sento come indebolito e mi sembra di volerle ancora più bene, non so se sia una cosa sensata ma è così. Non riesco nemmeno a ribattere, la lascio vincere e basta. Va alla cassa e paga facendolo incartare per bene. Prende la mia mano e mi trascina fuori guardando il pacchetto rosso tutta orgogliosa.
"Ti piace così tanto spendere soldi?" le dico scherzoso. Scuote la testa.
"Io amo fare i regali, a casa ho già il tuo bello impacchettato!" dice allegra. Cazzo, io non ho nemmeno pensato a farle un regalo. Non so perchè ma io odio fare i regali, sono negato per queste cose. Non appena mi capita di pensare di fare un regalo ad una persona il cervello va in pappa. Forse il problema è che non so scegliere, prendo in considerazione più opzioni e poi divento pazzo, non riesco a scartarne nessuna! Ogni volta che ho fatto un regalo a qualcuno ho fatto sempre una grande figura di merda. Con lei non voglio fare una brutta figura, vorrei farla felice. Nella mia famiglia babbo natale non portava i regali, ma gli zii erano i veri benefattori, ero sempre pieno di giocattoli, i più costosi, ne ero sommerso ma non li apprezzavo veramente, avrei preferito di gran lunga un abbraccio caloroso dai miei, per questo non sono uno che ama questo tipo di cose. Ci sediamo su una panchina, tutti intorno sono allegri, o almeno così sembrano, ed è questo che odio di più, forse fingono solamente.
"Che hai Michael?" mi chiede lei spostandomi una ciocca di capelli che esce dal cappello. Non rispondo, mi limito ad accendere una sigaretta ed aspirarne il fumo.
"Mi vuoi dire perchè sei così triste? È natale!" fa sbattendo i piedi.
"Io odio il natale lo vuoi capire?" sbotto aggressivo, un po' stanco di tutto! Non vedo l'ora che passi, così almeno riesco a non pensare a certe cose.
"Sc-scusami" mi dice lei con una vocina triste. Ecco, sono uno stronzo! Lei non c'entra nulla, non faccio altro che allontanare le persone. La tiro fra le mie braccia e la stringo forte.
"No, ti prego scusami tu, sono uno stronzo" le dico disseminando di baci il suo viso.
"È tutto il giorno che sei nervoso, mi spieghi che cosa ti prende?" mi chiede un po' imbronciata. Sbuffo, non amo parlare troppo di me, anche se con lei mi viene più semplice.
"Ti ho deto, non ho dei bei ricordi di natale" rispondo gettando la sigaretta in un tombino centrando perfettamente il buco.
"Ricordi del passato?" mi chiede ancora. Faccio sì con la testa.
"Cerca di pensare al presente allora, non è detto che se per te il natale sia sempre stato un incubo debba restare così per sempre!" mi dice seria. Forse ha ragione, adesso ho una nuova vita e devo crearmi dei ricordi nuovi tutti miei. Non ci avevo mai pensato, ci voleva lei ad aprirmi gli occhi? La guardo, è talmente bella che mi toglie il fiato. Prendo una ciocca rossa fra le dita giocherellandoci un po'.
"Hai ragione" dico portando quella ciocca dietro il suo orecchio coperto dal cappellino di lana. Metto la mano dietro la sua nuca e la spingo verso di me per poi baciare le sue labbra fredde e carnose. Quando riapro gli occhi noto che un signore anziano si è seduto di fianco a lei. Mi sfugge una piccola risata, lei mi guarda con aria interrogativa, poi si gira ed il vecchietto le fa un sorriso un po' ambiguo. Si stringe più a me ed io rido ancora più forte.
"Almeno adesso sorridi!" mi dice guardandomi un po' storto. Faccio spallucce.
"Stavo meglio tre giorni fa" dico pensando a quando eravamo al mare io e lei soltanto. Sorride, so che lo pensa anche lei.
"Ma anche adesso è bello" dice lei appoggiandosi al mio petto.
"Si bè... ora siamo a Milano, fa fredo e siamo su una panchina con un vechio guardone, la eravamo al mare a fare l'amore, non è proprio la stesa cosa!" faccio schietto. Lei mi guarda con una faccia imbarazzata.
"Sei scemo? Non urlare!" mi dice dandomi uno sberlone sul braccio. L'adoro quando s'imbarazza per queste piccole cose.
"Ho detto solo che abiamo fatto l'amore che c'è di male?" dico alzando la voce. Il vecchietto affianco a lei ora la guarda malizioso e le persone che passano si girano a guardarci.
"Basta Michael, ci guardano tutti!" dice quasi arrabbiata, e quando ha quell'espressione non so perchè ma mi fa impazzire. Rido di gusto poi l'abbraccio mentre si agita contro di me.
"Tornerei volentieri indietro a quel momento" le dico in un orecchio. E davvero lo farei, è stato così speciale.
"Anche io" dice piano mordendosi il labbro inferiore. Forse non doveva dire questa cosa. La stringo per i fianchi e la bacio, fregandomene se qualcuno ci guarda. Giuro che se potessi la porterei a casa e sarebbe mia di nuovo, sul mio letto.
"È bello essere giovani! Anche io avevo sempre delle belle ragazze!" fa ad un tratto quel vecchietto rompiballe. Guarda Daphne e le fa l'occhiolino, lei si alza e si siede sulle mie gambe, che sciocca! Anche se a me fa soltanto piacere averla addosso.
"Questo mi fa paura" mi dice con la faccia preoccupata.
"Daphne, ha otanta anni! Poverino!" le dico ridendo della sua reazione.
"Si ma, il suo sguardo mi turba!" dice mentre quello le fa un altro sorriso, al che lei affonda la testa nel mio collo. La sua tenerezza mi fa sciogliere, sempre. La bacio ancora, non potrei più farne a meno ormai, non so che mi succede e sono anche spaventato, ma non voglio pensare adesso, voglio solo pensare alle sue dolci labbra sulle mie.
                                                                                        ***
"Papà, voglio mettere questo!" mi dice la piccola mostrandomi il suo costume da fatina.
"Amore, ti ho comprato questo vestito aposta per oggi, guarda com'è bello!" dico cercando di convincerla. Lei lo guarda, sembra indecisa, forse ce l'ho fatta.
"Ma quello non ha le ali!" dice poi incrociando le braccia. Mmhh... ottimo motivo, penso mentre rido. Alla fine troviamo un giusto compromesso e riesco a vestirmi anche io. Il campanello suona, corro ad aprire e Carlo entra augurando buon natale come un pazzo. Ha in mano non so quante buste di plastica con dentro del cibo, sì perchè io non so cucinare e quindi cucina sempre lui in queste occasioni.
"Michael metti questi in cucina così prepariamo la tavola" mi ordina lui dopo nemmeno due secondi. Io obbedisco mentre Abbie corre in contro a suo nonno.
"Sei bellissima!" le dice, e lei subito si atteggia muovendo la gonna. È così vanitosa, non oso immaginare fra qualche anno, ci sarà davvero da ridere con lei. Mentre la bambina gioca con tutti i regali scartati questa mattina presto io e Carlo prepariamo la tavola. Prendo delle belle candele rosse comprate per l'occasione e le sistemo sul tavolo, poi metto il centrotavola di fiori preso questa mattina. Mentre accendo le candele sento Carlo ridere.
"Cosa c'è?" gli chiedo mentre osservo che la tavola sia venuta bene.
"Non ti ho mai visto così... ti deve proprio piacere quella ragazza" mi dice e per poco non mi ustiono un dito. Mantengo la calma e alzo le spalle.
"Si, non mi dispiace" rispondo riavviandomi i capelli. Lui in risposta ride come un pazzo. Mi sta prendendo in giro?
"Cosa ridi adesso?" faccio scocciato. Lui mi guarda scuotendo la testa.
"Quando una cosa "non ti dispiace" vuol dire che ne vai pazzo!" fa lui dandomi una pacca sulla spalla. Ma che sta dicendo? Penso mentre lo guardo giocare con Abbie. In effetti sto facendo tutto questo solo per lei. Lo stomaco si stringe. Il regalo, alla fine non le ho preso nulla. Ho girato per giorni in tutta Milano, ma non sono riuscito a trovare nulla, nulla che secondo me poteva andare bene, così ci ho rinunciato, le spiegherò e sono sicuro che capirà. Il campanello suona, è lei. Corro alla porta ansioso di abbracciarla, anche se l'ho vista ieri.
"Ciao!" fa un po' imbarazzata, sa che c'è Carlo e si vergogna tantissimo.
"Daphneeeeeee!" urla Abbie che subito le salta addosso facendole cadere la borsa con dentro il pacchetto che ha portato per lei.
"Ciao! Wow ma sei stupenda!" le dice quando la guarda.
"Che belle le tue ali, le vorrei anche io!" dice accarezzandole i capelli. La bambina ride e saltella.
"No queste sono mie!" dice poi ridacchiando. Finalmente rivolge le sue attenzioni a me, la prendo per i fianchi e mi abbasso su di lei per salutarla come si deve. Appoggio le mie labbra sulle sue e le muovo lente, lei afferra le mie spalle alzandosi un poco con la punta dei piedi.
"Si baciano sempre!" fa Abbie. Ci separiamo e noto che Carlo ci sta guardando sorridente. Daphne sorride grattandosi la testa attraverso il cappello.
"Ciao Daphne buon natale" le dice Carlo per poi stringerle la mano. Lei risponde allo stesso modo, è imbarazzatissima.
"Daphne togliti la giacca, vado a meterla di là" le dico cercando di tirarla fuori dalla situazione. Si toglie cappello, sciarpa e giubbotto ed io rimango senza fiato. Indossa un maglioncino che le fa da vestito, rosso con dei disegni tipici natalizi sul fondo. Ha dei calzettoni di lana che le arrivano fin sopra il ginocchio, il resto delle gambe sono scoperte e, cazzo questo vestito è bello corto. M'incanto a guardarla come un'imbecille, i capelli ondulati e le sue labbra carnose colorate di rosso, dio quanto è bella!
"Michael! Svegliati!" mi dice Carlo, sfottendomi allegramente. Merda che figura, corro in camera e butto sul letto la sua roba. Ritorno di là e di nuovo i miei occhi cadono sulle sue forme, ma doveva per forza vestirsi in quel modo?
Ci sediamo a tavola e mangiamo, devo dire che se la sta cavando benissimo, finalmente l'imbarazzo è svanito e riusciamo a parlare tranquillamente tutti e tre, anzi, quattro con la bambina.
"Abbie, stai seduta" le dico più severo. Fa i capricci per mangiare, ora come ora pensa solo ai giocattoli nuovi e mi sta facendo disperare.
"Ma io mi sono rotta!" grida sbattendo le mani sul tavolo.
"Non parlare così!" la sgrido prendendola per il braccio quando si alza e riportandola sulla sedia.
"Cattivo!" mi dice imbronciata.
"Abbie, se mangi tutto poi ti do una bella cosa lo sai?" le dice Daphne attirando subito la sua attenzione.
"Che cosa?" chiede la bambina curiosa.
"Se farai la brava e chiederai scusa al papà lo scoprirai" le dice seria. Abbie mi guarda storto, poi mi sorride, si alza e si butta fra le mie braccia.
"Scusa papà, adesso faccio la brava" dice mordendosi un ditino. Sono scioccato, non so che strano potere ha Daphne su mia figlia, ma quando c'è lei Abbie sembra più serena.
"Guarda Daphne sto mangiando" le dice poco dopo mettendosi in bocca un bel pezzo di carne.
"Bravissima!" le risponde dolcemente lei per poi guardarmi e regalarmi un sorriso che mi fa venire un vuoto allo stomaco.
"Grazie" le dico, poi prendo la sua mano sotto il tavolo e stringo le sue dita con le mie.
Finiamo di mangiare e Daphne corre in camera a prendere la sua borsa.
"Abbie, questo è per te" porge il pacchetto rosso alla piccola che lo guarda con gli occhi scintillanti. Lo scarta aiutata da lei e quando vede il peluche fa una faccia che avrei dovuto fotografare. Non dice niente, è la prima volta che vedo la mia bambina senza parole.
"Ti piace?" le chiede la rossa, e dopo due secondi la piccola le salta addosso.
"È bellissimo!" urla per poi saltar giù e abbracciare l'orso che è grosso quasi quanto lei. Come faceva a sapere, a sentire che quello era il regalo giusto per lei? La invidio. Ed io non le ho preso nulla, sono un coglione, ora rimpiango di non averle comprato quella collana col ciondolo a cuore che avevo visto pochi giorni fa in un negozio. Tira fuori un altro pacchetto e lo dà a Carlo.
"Per me?" fa sorpreso per poi iniziare a scartarlo.
"Si, è solo un pensiero" fa scostandosi il ciuffo dalla fronte.
"Non dovevi" dice lui scoprendo la scatola di un profumo, le dà un bacio sulla guancia che lei ricambia contenta. Ora viene verso di me ed io mi sento male, malissimo. Non me lo merito, sono un disastro.
"Per te Michael" è così dolce. Prendo il pacchetto e me lo rigiro fra le mani per qualche secondo.
"Gr-grazie" dico, non ho nemmeno il coraggio di scartarlo. Mi decido, strappo la carta verde e la accartoccio nella mia mano. Il respiro mi si mozza in gola. È una cornice, dentro c'è una foto mia e di Abbie quando era più piccola.
"Do-dove l'hai trovata?" le chiedo, non mi ricordavo più di questa foto.
"L'ho trovata tutta spiegazzata nel tuo portafoglio... È così bella e dolce... almeno così ti rimarrà sempre invece di rovinarsi nel taschino del portafoglio" spiega gesticolando. Credo sia il regalo più bello e significativo che mi abbiano mai fatto. Mi ricordo il momento esatto in cui è stata scattata questa foto. Era il terzo compleanno di Abbie, il giorno in cui Carlo è venuto qua da Londra, la mamma di Abbie era morta da poco. Il giorno in cui non mi sono sentito più solo.
"Papà fa vedere" la bambina mi ruba la foto di mano e quando la guarda sorride contenta.
"Siamo io e te!" dice indicandomi col ditino, poi corre a farla vedere a Carlo. Il suo sguardo dice tutto. Sicuramente starà pensando a quel giorno, quando ha bussato alla mia porta ed ha trovato un ragazzino spaventato ricoperto da pannolini, pappe e tanti problemi. Mi ricordo che mi aveva trascinato al supermercato a comprare una torta per la piccola, tre candeline e avevamo festeggiato, io non avevo nemmeno la voglia, da quel giorno non se n'è più andato. Mi guarda e fa un sorriso. Gli occhi mi bruciano ed il magone sale sempre più veloce finché le lacrime non affiorano dagli occhi.
"Michael!" fa Daphne poi prende il mio viso fra le mani e mi guarda preoccupata.
"Ho-ho fatto qualcosa di male?" mi domanda agitata. Carlo mi raggiunge e mi scompiglia i capelli, poi mi abbraccia dandomi delle pacche sulle spalle. Gli voglio così bene, è il padre che non ho mai avuto, perchè il mio vero padre non è degno di chiamarsi tale. Daphne prende la mia mano ed io la stringo per poi asciugarmi gli occhi in fretta.
"Papà" Abbie mi guarda preoccupata. La prendo in braccio e la tranquillizzo facendole un sorriso.
"Perchè piangi?" mi chiede passando la manina sulle mie guance bagnate, come per togliere i segni del mio pianto.
"Papà si è commosso, non sono triste" le dico riempiendola di baci. Poi guardo Daphne, è spaesata e mi guarda con un grosso punto interrogativo stampato in faccia.
"Michael io, io non capisco, pensavo fosse carino..."
"È il regalo più bello che mi abiano mai fatto" le dico non lasciandola nemmeno finire, l'attiro a me e l'abbraccio passando le mani sulla sua schiena per poi infilarne una nella sua chioma rossa. Le lascio un leggero bacio sulle labbra e penso a quanto io sia uno stronzo, ed ora lo saprà anche lei.
"I-io, io non ti ho preso nula" dico tormentandomi le mani. Non mi sono mai sentito più stupido di così. Lei non risponde, fa spallucce e sorride.
"Non sono riuscito a trovare niente che..."
"Michael, non importa... va bene così" fa interrompendo le mie stupide scuse. Sorride e prendendo il mio viso fra le mani schiocca un piccolo bacio sulla mia bocca. Si vede che in fondo c'è rimasta male, ma ovviamente non me lo dirà mai.
"Daphne giochiamo?" Abbie la prende per mano e la trascina con se sommergendola di giocattoli. Prendo la cornice e la metto sul caminetto accarezzandone la superficie. Una mano tocca la mia spalla, è Carlo.
"Come va?" mi chiede a bassa voce.
"Sto bene, è solo che... sai..." dico un po' sconclusionato. Accarezza i miei capelli facendomi sorridere.
"Quella ragazza è davvero speciale" mi dice dopo qualche secondo. Forse so dove vuole arrivare.
"Lo so" rispondo continuando a guardare quella foto.
"Mi spieghi per quale motivo non le hai comprato un regalo brutto idiota?" mi dice dandomi un pugno sul braccio.
"Ahi!" faccio colpevole. Non rispondo nemmeno, ha talmente ragione.
"Ora pensa a come rimediare, e subito" mi sgrida come se fossi un ragazzino. Ha ragione, ma ormai cosa posso fare? È natale! Mi siedo e la guardo giocare con la mia bambina, devo trovare un modo per farmi perdonare.
 
…CONTINUA…
 
 
 






Ciao! :)
Io vi chiedo umilmente perdono!!! Lo so che è passata un’infinità dall’ultima volta che ho aggiornato ma non avevo la testa per continuare.
Oltretutto avrete notato che sto scrivendo due long: questa e la Mikorgan (Contro me stesso) a cui tengo tantissimo! e non è facile da gestire la cosa, ma comunque vi prometto che mi rimetterò in carreggiata.
La seconda parte la sto già scrivendo e la Mikorgan ormai è giunta quasi alla fine, così potrò dedicarmi interamente a questa. Scusate scusate scusate!!!
Comunque spero sarete contente di questo capitolo natalizio! ^_^ mi stava venendo un po’ lunghino così ho deciso di dividerlo :)
Ho fatto il pov di Michael, giusto per far conoscere un po’ di più il suo personaggio che, come avete letto è alquanto complesso e dal passato non facile :( Sarà l’unica volta con il suo pov, a parte un’altra scena che non sto qui a dirvi e spoilerare… XD
Ringrazio tutte e vi adoro…anche se voi mi odierete ma, mi farò perdonare! XD
Al prossimo capitolo che sarà presto! ^_^
Bacioni <3
ely
  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Mika / Vai alla pagina dell'autore: elybetta