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Autore: Ross_S    07/02/2015    4 recensioni
Mi dispiace, mamma. Mi dispiace. Dovevo farlo. Dovevo vivere anch'io una vita migliore. Al contrario di quel che mi auguravi sempre.
Genere: Drammatico, Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi dispiace, mamma. Mi dispiace. Sappi che, nonostante tutto, in fondo ti ho voluto bene. Non aspettarti di più da me, sei tu che hai rovinato tutto, nonostante non sia del tutto colpa tua. È difficile amarti, mamma. Molto difficile. Mi sarebbe piaciuto avere un buon rapporto con te, ma è stato impossibile persino provarci. Non mi conosci, mamma. Non mi hai ma conosciuto. Strano, vero? Una madre che non conosce la propria figlia, eppure è così. Non ho ereditato solo l’aspetto da te, te lo scrivo dato che non riesco a dirtelo. Ho ereditato anche il gene cattivo. Il gene della pazzia. Ho un disturbo illusorio, mamma. Diverso dal tuo, ma sempre pazzia è. Vedo e sento cose irreali. Mi sarebbe piaciuto dirtelo, mi sarebbe piaciuto parlarti di me. Peccato. Mi sarebbe piaciuto almeno dirti il mio colore preferito. Neanche quello sai, e non me l’hai mai neppure chiesto. Mi sarebbe piaciuto dirti che ti voglio bene, e mi sarebbe piaciuto abbracciarti. Neanche me lo ricordo il nostro ultimo abbraccio, tanto tempo fa è stato. Mi dispiace, mamma. Solo questo sappi, che mi dispiace. Sto facendo una cosa sbagliata, ma che mi renderà finalmente felice. Mi dispiace complicarti ancora di più la vita. Mi hai maledetto spesso. Ora finalmente è arrivato il momento in cui e tue maledizioni si avvereranno. Mi dispiace, mamma.
 
Passo. 
Un solo passo.
Qualcosa di così insignificante che divide qualcosa di così importante.
Passo.
Solo un passo.
Quel qualcosa che farà la differenza nella mia vita. Mi renderà libera. 
Un passo.
E tutto cade.
Pure io.

Finalmente la libertà. Quanto ho dovuto combattere per questo momento. Pace. Tranquillità. Il suono degli uccelli che cantano. Le risate dei bambini che giocano. Il rumore delle foglie che frusciano. Quanta bellezza per una morte. Stranamente mi sento felice. L'aria che mi colpisce il viso, mi passa tra i capelli e tra le dita, che mi sferza le braccia. Mi sembra di volare. Nessun pensiero avvolge la mia mente. Mi sento completamente libera. Libera da tutto e da tutti. Neanche un solo ostacolo potrà intralciarmi ormai. Sono libera. Finalmente. Allargo le braccia come fossero ali e la sensazione di volo è più realistica. Mi è mancata la felicità. Mi è mancata tanto. Momenti che sembrano eterni. Momenti che durano solo degli istanti. Istanti che sono solo pochi secondi. Secondi destinati a finire. E poi arriva. Arriva lo scontro col cemento. Incredibile la pace intorno a te mentre dentro ti scoppia il caos. Per primo tocca il cranio, poi il resto del corpo. Ossa che si sbriciolano al primo impatto, e poi si sbriciolano ancora di più quando il corpo rimbalza sulla superfice dura. Dolore. Solo dolore. Un dolore allucinante, assordante. Un dolore da accecarti, da spaccarti i timpani. Un dolore da farti quasi pentirti di quel che hai fatto. Quasi. Costole e ossa rotte, lussazioni e cranio spaccato. La vista che si annebbia, le orecchie che fischiano, il sangue che sgorga interminabile bagnando i capelli e immergendo la testa in una pozza di sangue. Sento solo urla intorno a me, ma non le mie. Mi dispiace aver rovinato il gioco a quei bambini. Mi dispiace aver lasciato sola la mamma, ma almeno una volta voglio cercare di essere meno altruista. Anch’io voglio la pace. I sensi mi si affievoliscono e pure le urla cessano. Non sento più niente, neanche il dolore. Solo il vuoto. La morte, per quanto veloce sia, è sempre lenta e interminabile.
THE END


 



NOTA: per favore, per favore, per favore potete recensire o al limite dirmi solo due parole su come vi sembra questa "storia"? Vi prego, è importante. Meglio critiche costruttive che continuare a scrivere schifezze.
   
 
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