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Autore: Tony Stark    07/02/2015    5 recensioni
Solo tre anni sono passati da quand Chris Redfield è stato fermato, ma una società che sembra apparsa dal nulla lo risveglia dal suo sonno. La battaglia ricomincia...
[[Attenzione!! Per capire questo racconto dovrete aver già letto You are Infected 2: Il ritorno dell'Incubo]]
Genere: Angst, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chris Redfield, Claire Redfield, Nuovo Personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You are Infected Series'
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              You are Infected 3: La fine di un Incubo

  Capitolo 1: Τεκνα Δραγοντοσ (I figli del drago) (introduzione)

I Τεκνα Δραγοντοσ, i figli del drago, erano nati un anno dopo la caduta dei due giganti farmaceutici. Erano nati dopo la caduta della Umbrella e della Nikadori. Loro erano la fusione dei fedeli delle due società, ed erano così tanti, così tante persone che credevano negli ideali della Nikadori e della Umbrella, loro avrebbero dominato il mondo, ma potevano farlo solo se il Drago era con loro.

Victor Donovan stava seduto sulla comoda poltrona di pelle nera del suo ufficio, che senza sarebbe stato completamente bianco e privo di un qualunque cosa che vi portasse colore, mentre controllava con attenzione, se pur pigramente, ognuno dei file che gli erano stati inviati sul portatile anch’esso bianco posto su una scrivania fatta di un materiale non identificabile anch’essa bianca, l’intera stanza era di un bianco accecante che la faceva sembrare un punto in cui la creazione non era arrivata, come una zona non perfezionata dal produttore di un videogame poiché pensava che nessuno vi sarebbe mai arrivato.

Greg Mackenzie, ricercatore e catalogatore dei Figli del Drago camminava lungo il corridoio bianco in cui si trovavano le celle delle B.O.W. che avevano catturato, teneva una cartella in mano e con un elegante penna nera e lucida segnava qualcosa su di essa, centinaia di B.O.W, si trovavano nella struttura sotterranea sotto i suoi piedi, dalle dimensioni più disparate da B.O.W grandi quanto una mano a creature immense che avevano bisogno di più celle solo per loro.

Appuntava i comportamenti delle B.O.W, se mostravano segni di intelligenza dopo le somministrazioni di Chris Virus, dopo aver terminato il controllo del corridoio superiore si diresse verso l’ascensore, pigiando il tasto U -1 (Underground -1), l’ascensore cominciò a scendere velocemente e dopo qualche momento le porte d’acciaio si aprirono su un piano dalla forma concentrica, con corti corridoi che si diramavano come raggi dal piano iniziale, che conteneva numerose celle ognuna col suo abitante, uno Strelats volante risalì il pozzo intorno al cui si erano sviluppati i livelli, la creatura lanciò un acuto ruggito, ma Greg non si agitò attese che la creatura atterrasse, per poi rivolgerle un calmo sorriso carezzandole la testa squamosa, la creatura si era col tempo abituata alla sua presenza tanto da creare un legame emotivo per lui non era più il soggetto 349 ma Lessie. Seguito col suo zampettare da Lessie, Greg proseguì il suo solito giro di controllo.

Andrej Soklov, soldato addestrato dai Figli del Drago, aveva il compito più importante fra i suoi compagni lui doveva recuperare il Drago, lui era stato addestrato nel corpo e nella mente per recuperare il loro signore indiscusso, l’immortale demonio dagli occhi di fuoco. Tutto in quella struttura era bianco e senza alcuna distinzione, la divisa degli stessi soldati era bianca a confondersi con lo sfondo se non fosse per il piccolo drago nero impresso sulla spalla destra, tranne la sua che lo differenziava dagli altri mostrando la sua superiorità rispetto a tutti loro tranne che a Victor e ai due gemelli.

La sua divisa nera lo faceva risaltare su quello sfondo monocromatico e accecante, lui era “l’Eroe del Drago” così lo aveva chiamato Victor otto anni fa. Sentiva che oggi era il gran giorno, il giorno in cui avrebbe compiuto il suo destino, il coltello sferzava l’aria, fendendola fino a giungere al suo obiettivo trapassandolo senza problemi, Andrej si muoveva con la grazia di un ballerino che portava il suo nemico in una danza letale da cui sarebbe uscito solo lui vincitore, la lama elegante e leggermente curvata come fosse un stiletto persiano, sull’acciaio della lama era impresso il drago simbolo dei Figli del Drago, imprimeva tagli precisi e netti nel manichino utilizzato per gli addestramenti.

Il “Quartier Generale” dei Τεκνα Δραγοντοσ era un edificio in piena vista ma che nessuno notava mai, ma anche perché chi avrebbe sospettato di un vecchio e decadente, solo all’apparenza, canile abbandonato da quando si aveva memoria, nessuno vi entrava mai e anche se lo avessero fatto non avrebbero visto l’edificio operativo dei Figli del Drago, tutto per una semplice questione di specchi e gas allucinogeno, anche se qualcuno fosse passato accanto ai laboratori superiori dell’organizzazione non li avrebbe visti, poiché erano nascosti letteralmente da specchi mobili e poi il gas allucinogeno disperso nell’aria avrebbe fatto il resto. Spesso se qualcuno riusciva anche solo a vedere uno dei ricercatori lo scambiava per uno spettro, sia per il completo in Total White che indossavano sia per l’effetto del gas allucinogeno. Per questo quel canile abbandonato, non così tanto, si era guadagnato la fama del canile stregato, si erano persino create teorie sul perché gli “spettri” somigliassero tanto ai ricercatori della Umbrella.

 Victor, capo dei Figli del Drago, ma anche comune membro della società di New York le conosceva tutte alcune gli erano state raccontate dai suoi colleghi d’ufficio nella sua normale attività di agente di viaggi. Lui spesso si trovava inconsapevolmente a sorridere quando le sentiva semplicemente perché lui sapeva cosa si trovava in quel canile al contrario di tutti di loro.

Victor Donovan era una di quelle persone di cui ti fidavi per istinto, senza una reale ragione forse perché si mostrava spesso disponibile ad ascoltare le chiacchere dei clienti o perché era un tipo tranquillo che pareva incapace di far male ad una mosca, gli occhi color onice sempre tranquilli e luminosi e un calmo sorriso sul viso, e tutte queste caratteristiche lo rendevano la persona più amichevole che si potesse incontrare, peccato che fosse tutto una facciata e che lui fosse invece una persona infida, un abile manipolatore esattamente come lo era l’essere che tanto idolatrava. Presto l’avrebbe incontrato, presto il Drago li avrebbe aiutati a dominare il mondo, presto avrebbe smesso di fingere di essere la persona affabile che tutti conoscevano.
Aveva appena finito il suo solito allenamento, Andrej, ripose lo stiletto nel fodero dopo averne lucidato con cura la lama. Gli occhi verdi freddi come ghiaccio, inespressivi eppure determinati. La nera divisa lo faceva spiccare come nera cenere fra la candida neve, si dirigeva verso l’hangar sotterraneo Victor l’aveva convocato questo significava solo che il momento era arrivato, finalmente avrebbe compiuto il suo scopo…o sarebbe morto provandoci, lui non aveva paura della morte, perché lui stava andando proprio a risvegliarla.

-Racoon City, qualche ora più tardi

Era appena giunto nei pressi dei boschi degli Arklay, l’aria della montagna era adesso riscaldata dalla lieve calura estiva. Era strano che nessuno si trovasse nei pressi del bosco, ma questo lo avrebbe aiutato a passare inosservato, ghignò Andrej Ivanovich Soklov, sapendo che quello era il suo ultimo giorno sulla Terra l’ultimo giorno in cui il suo cuore avrebbe pulsato, era quello il suo destino e il prezzo che doveva pagare era la sua vita, in modo che il Drago riprendesse la sua forza. Proseguiva a testa alta mentre i suoi occhi smeraldini scandagliavano l’ambiente circostante nessuno doveva notarlo e nessuno lo avrebbe fatto, gli alti pini nascondevano la luce del sole con le loro fronde intrecciate.

L’ingresso della villa era stato sigillato, quindi per raggiungere l’UM-01 avrebbe dovuto prendere l’altra strada. La casupola che fungeva da ingresso dell’UM-01 si era deteriorato ulteriormente ma ancora si reggeva in piedi, la piattaforma-ascensore era ancora attiva e funzionante. “Strano, pensavo sarebbe stato più complicato” pensò Andrej “La G.A.A.B. sta sottovalutando il Drago”, i corridoi polverosi erano liberi o almeno quelli più esterni, più si ci avvicinava al cuore del laboratorio più l’attività di agenti G.A.A.B. aumentava.
Ma dopo aver contato i cadaveri degli agenti che aveva ucciso si rese conto che gli agenti mandati nel laboratorio erano a stento due squadre, si sentiva quasi offeso dal poco timore che la G.A.A.B riservava al Drago. La porta automatica che dava sulla sala centrale del laboratorio era stata praticamente saldata, Victor lo aveva previsto e fra l’equipaggiamento per quella missione aveva portato del C-4 dopo aver applicato l’esplosivo sulla giuntura saldata della porta, si mise a riparo prima che esplodesse. Il cupo fragore dell’esplosione rimbombò fra i corridoi vuoti, successivamente a quel cupo rimbombo si aggiunse il clangore metallico della porta che, ormai sganciata dai cardini, cadeva a terra.
Andrej si diresse verso la sala centrale, scavalcando la porta caduta con agilità e trovandosi davanti quello per cui Victor lo aveva salvato da sé stesso otto anni prima, il baccello verde chiaro era cresciuto in modo enorme rispetto a come sarebbe dovuto essere in principio, le sue radici ramificate avevano catturato l’intera stanza in un fitto groviglio nerastro, le pareti e le apparecchiature erano coperte e stritolate dalle radici e il baccello si innalzava brillante come uno smeraldo al centro di tutto quel nero, anche il secondo baccello quello della Lady of Flame era stretto e aggrovigliato in quelle forti radici affamate.

Ma era solo una pianta, per liberare il Drago avrebbe solo dovuto tagliarla via dalle radici, peccato che non appena si avvicinò capì quanto in realtà quella non era una semplice pianta dei tentacoli verdi come la pianta ma con la punta violacea si mossero ai lati del baccello, mentre le radici nere si contraevano come se fossero vive, come se fossero altri tentacoli o ancora le vene di quella pianta. I tentacoli verdi della pianta si protesero provando a colpirlo, ma lui riuscì a schivarli appena in tempo a quanto pare il baccello non avrebbe lasciato andare tanto facilmente il suo contenuto, i tentacoli non si arrendevano lo seguivano sempre vogliosi di ucciderlo, ma presto tutto quel moto li avrebbe stancati lasciando la pianta centrale senza energie o almeno così Andrej sperava, dopo qualche minuto i movimenti dei tentacoli si fecero più fiacchi, fu allora che le radici cominciarono a crescere e ad allungarsi spingendo contro il cemento delle pareti “I cadaveri” pensò, se la pianta li avesse presi avrebbe riacquistato forza, e liberare il Drago sarebbe diventato un sogno lontano.
Senza riflettere oltre si lanciò verso la pianta evitando gli ancora lenti movimenti dei tentacoli botanici, il punto color miele che avrebbe dovuto recidere per far collassare la pianta era ad un paio di centimetri presto avrebbe liberato il Drago, ma…un tentacolo che Andrej non aveva nemmeno visto gli si avvolse attorno al braccio destro sollevandolo, mentre un altro gli si avvolse attorno al collo, “No! Non può finire così, il mio destino è quello di salvare il Drago!” pensò, non riusciva quasi più a respirare, la vista cominciava a sfocarsi e i polmoni a bruciare per la mancanza d’ossigeno, aveva una sola possibilità per salvarsi e salvare il Drago. Lasciò cadere lo stiletto ancora stretto nella mano destra e repentinamente per quando poteva lo prese con la mano sinistra, tenendolo stretto per la lama anche se questa gli stava aprendo un profondo taglio sul palmo, nonostante la lama dello stiletto fosse diventata scivolosa a causa del sangue riuscì a correggerne la posizione e lo lanciò verso il punto color miele sperando che alcun tentacolo ne deviasse la traiettoria.
I secondi che lo stiletto impiegò a colpire l’obiettivo sembrarono ore al povero ragazzo stretto nella soffocante morsa del tentacolo, ci fu un suono lieve come quello di una bolla di sapone che esplode, i tentacoli si ritrassero agitandosi e seccando fino a trasformarsi in fine polvere, le forti radici nere cominciarono a ritirarsi e a rimpicciolirsi, il verde del baccello cominciò a scurirsi. Andrej sapeva di dover agire in fretta, doveva separare la pianta dal Drago o lui sarebbe morto assieme alla pianta simbiontica, tentando di ignorare il disagio che gli provocava il fatto di muoversi senza aver adeguatamente ripreso fiato e il bruciore causato dal taglio sul palmo sinistro, si mosse verso il baccello e raccogliendo lo stiletto, tagliò la parte posteriore del baccello per giungere immediatamente al tentacolo e con rapidità tranciò di netto il tentacolo dalla punta a stella che avvizzì, perdendo la connessione che aveva col sistema nervoso del Tyrant.

Solo ora che il Drago era salvo Andrej si permise di riprendere fiato e di analizzare meglio la pianta simbiontica, la parte interna del baccello pareva essere coperta di una sostanza dalla consistenza mucosa, trasparente, forse era un veicolo per trasportare una qualche sostanza al Tyrant. Si diresse difronte al grande baccello e attese che il Drago si svegliasse, mandando un segnale alla base, li, o meglio lo, avrebbero raggiunto presto in modo che il Drago venisse portato dai suoi credenti.

La prima cosa del Drago, Chris si corresse poi, che vide erano i suoi artigli mentre fendevano e laceravano la parete della pianta che lo separava dall’esterno, dopo un orrido rumore di lacerazione il Drago si mostrò in tutta la sua perfezione, la pelle nivea scintillante ricoperta da un sottile strato di quella sostanza, che si trovava all’interno del baccello, i capelli castano pallido erano anch’essi ricoperti da quella sostanza, indossava la battlesuit che aveva in dosso durante la sua ultima battaglia, gli occhi rossi brillavano quieti eppure famelici.
Era stupendo, Andrej lasciò andare lo stiletto che ticchettò metallico contro il cemento, sapeva che era il suo momento la sua morte avrebbe aiutato il Drago a riprendersi.

Chris era affamato, non sapeva da quanto tempo non si nutriva non aveva alcun ricordo di cosa gli fosse successo dopo lo scontro, niente di niente, ma al momento non importava. Aveva fame e l’odore del sangue non faceva altro che stuzzicarlo ulteriormente, quel ragazzo sarebbe stato abbastanza, almeno finché non avesse trovato altro. Lo atterrò, senza che però egli reagisse come se volesse essere divorato, gli occhi smeraldini della sua preda erano tranquilli, troppo tranquilli, Chris voleva che ci fosse panico e terrore in quello sguardo non quella cheta tranquillità che non gli piaceva per niente, avrebbe trovato il modo di trasformare quell’accettazione della morte in tremendo terrore.

Cominciò in modo lento come aveva sempre fatto, più che altro era per fargli capire che non gli sarebbe sfuggito. Un ghigno segnò il bel viso di Chris, aveva trovato il modo di mutare quella tranquillità in terrore, mosse lentamente la mano artigliata lungo il braccio sinistro del ragazzo, affondando poi gli artigli nel braccio del ragazzo all’altezza dell’incavo del gomito, Andrej si lasciò sfuggire un grido, tirò indietro la mano, tracciando un profondo squarcio cremisi lungo il braccio fermandosi poco prima del polso, Chris sollevò lo sguardo fissandolo in quello del ragazzo, ecco la tranquillità stava sfumando e il terrore prendeva possesso della sua anima, il lento divenne sempre più un crescendo di urla, così come per un musicista lo erano le note, adesso che il terrore invadeva quelle lucide iridi smeraldine Chris lo trovava invitante, quell’odore pungente e metallico che saturava l’aria e quel denso liquido cremisi che gli colava dalle mani e gli macchiava le labbra, la lingua serpentina che ritracciava ogni taglio e ogni squarcio praticato con gli artigli, i denti seghettati che laceravano i muscoli facilmente e il ragazzo che urlava e si contorceva, pentendosi di aver creduto ciecamente a quell’uomo, Victor che lo aveva ingannato.

 Il Drago non era misericordioso, non era compassionevole, era un mostro affamato e lui come uno stupido gli si era consegnato.

-Corridoi esterni del laboratorio, UM-01

Sei agenti dei Figli del Drago marciavano per i corridoi, le divise bianche spiccavano sul polveroso sfondo. Dei cadaveri erano sparsi lungo i corridoi interni, le armi ad impulso ultrasonico (programmate per stordire un Tyrant) cariche e pronte a far fuoco. Man mano che si avvicinavano gli agenti si facevano più timorosi sentendo le urla del loro comandante Andrej Ivanovich Soklov, Josh Lennox fu il primo a raggiungere la porta che dava sul cuore del laboratorio.

 Il Drago era chino sul corpo del loro comandante, stava ancora strappando pezzi di carne dal suo corpo mentre con i suoi artigli strappava via dalla sua sede naturale uno dei bulbi oculari, il Drago si voltò lento e flessuoso come un gatto guardandoli con uno sguardo calmo, mentre la lunga lingua serpentina s’avvolgeva attorno all’occhio, permettendogli poi d’inghiottirlo in un sol attimo. Chris s’alzò dalla sua posizione lasciando perdere il corpo mutilato di Andrej, i sei agenti erano sconvolti, ma reagirono in fretta, dovevano rendere inoffensivo il Drago portarlo sul chopper e poi nel quartier generale.

In una frazione di secondo il Drago attaccò i sei agenti, loro erano armati e quindi erano un pericolo, d’improvviso Josh Lennox, per difendere il suo collega Ricky Simmons, sparò un colpo non direzionato dell’arma ad impulso ultrasonico Chris Redfield venne stordito dal colpo. La sua presa su Ricky s’allentò e l’uomo ne approfittò per puntare l’arma ultrasonica contro il Tyrant e sparare, il secondo colpo così vicino al primo fece svenire il Drago che finì addosso a Simmons.
<< Un colpo così ravvicinato, può essere letale, Simmons! >> gli gridò uno dei sei agenti
<< E’ sopravvissuto a cose più letali, Jonas >> rispose calmo Ricky. Trasportarono il Tyrant svenuto fino alla capsula che si trovava sull’elicottero dei Figli del Drago, con uno sbuffo di vapore ghiacciato la capsula si aprì. Sheila Goldman con l’aiuto dei suoi compagni vi pose il Drago e poi richiuse la capsula, ricalibrando alcuni valori.
<< Ma se dovevamo tenere il Drago in stato dormiente, per quale ragione il comandante Andrej è stato mandato lì per essere macellato da lui? >> chiese, quasi senza rendersene conto, Jonas Lurklay. Non che volesse criticare il piano di Victor, che Dio glielo scampi, ma non ne capiva il senso.

<< Victor sa cosa sta facendo, quindi non fare domande Jonas >> gli rispose Ricky Simmons, gli occhi castani fissi sulla capsula che conteneva il Tyrant. Il cielo cominciava ad imbrunirsi, il celeste sfumava nel rosa e nel dorato, mentre il sole cominciava a calare e la vasta foresta sotto di loro si tingeva di un cupo nero e la città poco distante cominciava lentamente a brillare di mille luci, splendenti.

E l’elicottero passava inosservato, volando nel cielo e dirigendosi in un punto a qualche chilometro dalla base vera e propria. Non sapeva quanto ci volesse esattamente per arrivare in quel punto da Racoon City pensò Jonas puntando anch’egli il suo sguardo sulla capsula in cui avevano “messo a dormire” il Drago.

Cominciava a nutrire dei dubbi sul grande piano di Victor ma era meglio non fare domande, a meno che non volesse finire come Andrej (anche se motivi ben diversi) e poi Ricky aveva ragione Victor sapeva cosa stava facendo, o almeno Jonas sperava che lo sapesse.

-Appartamento di Leon e Claire, Fisson Street, Racoon City, notte.

Claire Redfield dormiva tranquilla stretta fra le braccia di suo marito, era stata una giornata pesante, fra l’occuparsi della ricostruzione della città e calmare i cittadini che adesso non si sentivano più protetti adeguatamente. I lunghi capelli ramati che le scendevano dolcemente fino alle spalle.

Era seduta su una bella poltrona di velluto rosso con un gatto accoccolato sulle ginocchia che le faceva le fusa, la pelliccia morbida e bionda, gli occhi che parevano dorati. Lo carezzava tranquilla mentre un piccolo fuoco scoppiettava nel camino, pareva che fosse finita in una casa nobiliare dell’ottocento o qualcosa del genere ma si sentiva stranamente “a casa”.

Sopra il camino vi erano una coppia di piccole statuette una raffigurante una donna con una brocca in mano da cui versava un qualcosa anch’essa scolpita nel gesso e un'altra che raffigurava un giovane ragazzo simile a Peter Pan, che pareva star suonando il flauto di Pan, i piccoli occhi della figura avevano incastonati nell’iride due minuscole gemme d’acquamarina e a separare le due statuette vi era un corno d’avorio finemente lavorato.

Claire era certa che qualcosa di strano aleggiava nell’aria ma preferiva ignorarlo, godendosi quella tranquillità e accarezzando quel micio così affettuoso.

Mentre la rossa guardava intenerita il micio una figura d’ombra si delineò dallo sfondo, una figura dai contorni liquidi e mal delineati che pareva starsi squagliando mentre si separava dal buio che lo circondava, la figura avanzava barcollante mentre il buio colava via da questa come inchiostro denso. Un braccio proteso in avanti, mentre l’altro rimaneva inerte steso lungo il fianco, la pelle grigiasgtra strisciata di nero di quell’inchiostro d’ombra che colava via.

Gli occhi vacui e bianchi, l’iride e la pupilla coperte da una cataratta dalla consistenza albuminosa, l’espressione vuota. Assieme alla creatura dal buio se ne liberarono altre, tutte dirette verso Claire, che si rese conto della loro presenza troppo tardi, il più vicino le si gettò addosso e quando la morse…


Claire si svegliò urlando, Leon si svegliò immediatamente e con una buona dose di pazienza e calma riuscì a tranquillizzare la moglie. Che però si sentiva ancora inquieta, come se sentisse che qualcosa non andava.

-Quartier Generale dei Τεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, Pressi di New York City

La capsula contenente il Drago era stata trasportata fino ai laboratori del livello U-4, Victor e i due gemelli attendevano con trepidazione l’arrivo del Tyrant. Greg Mackenzie era presente, lui si sarebbe occupato del drago prima del suo risveglio e dopo. Preparò i soppressori emozionali sottocutanei che avrebbe impiantato al Drago (lui doveva essere, sì, crudele ma controllato e compassionevole con i suoi credenti, ovvero loro). La capsula venne aperta, il Tyrant non si era ancora ripreso, dopo aver fatto uscire i componenti della squadra di recupero, Victor, Greg e i due gemelli immobilizzarono il Tyrant sul tavolo operatorio.

Non potevano permettersi che si liberasse prima che i soppressori fossero stati attivati.

L’aiuto dei due gemelli era stato fondamentale per posizionare correttamente i soppressori emozionali, i due gemelli avevano detto più di una volta a Greg che era un “inetto” ed un “incapace” che poi le due parole fossero sinonimi non sembrava essere importato ai due, Victor aveva assistito all’intera operazione, mentre un sorriso che aveva un che viscido e spaventoso si era formato sul suo viso.

Qualche piano più in alto, Howard Grimes, preparava la divisa per il Drago, nera e adattata alle sue caratteristiche peculiari: i tentacoli. Howard era certo che la divisa che aveva preparato per il Drago sarebbe stata perfetta, Howard Grimes poteva non avere il compito più importante fra tutti i Figli del Drago ma almeno era pur sempre una figura che risaltava fra i suoi compagni.

Jonas Lurklay era tornato nella zona adibita ad alloggi degli agenti, l’unica cosa fortuita era, che erano così pochi che ognuno poteva avere il proprio alloggio personale. Aveva nascosto qualcosa ai suoi compagni, aveva raccolto lo stiletto di Andrej, non riusciva a tenerlo perfettamente in mano ma il perché non era un mistero era stato fatto su misura solo Andrej avrebbe potuto usarlo. La lama aveva un profilo liscio e curvo sulla parte affilata della lama, mentre la parte superiore della lama pareva come se tre lingue di fuoco la componessero mentre l’impugnatura era composta dal corpo di un drago la cui coda era anch’essa una lama ricurva d’acciaio imbrunito, il muso affusolato del drago era sollevato dal resto dell’arma e due occhi infuocati di bixibite, una gemma così rara che era ovvio che solo l’Eroe del Drago ne possedesse dei campioni, Victor teneva all’eleganza e alla perfezione dei suoi soldati.

Nonostante per i tempi moderni era consigliabile utilizzare le armi da fuoco, tutti loro avevano un arma bianca personalizzata. Erano diciotto agenti e tutti e diciotto avevano un arma creata appositamente per loro.

-Laboratori del livello U-4

I soppressori emozionali erano stati attivati poco prima che Chris Redfield si risvegliasse e Victor era sicuro che adesso il Drago sarebbe stato docile come un agnello sotto i suoi ordini e non lo avrebbe combattuto come normalmente avrebbe fatto. Gli occhi rossi e meravigliosi di Chris che si aprivano lentamente, ovvio che non avesse fretta, lui non aveva motivo di agitarsi, lui non aveva paura del nuovo luogo in cui si trovava. Victor pareva guardarlo con adorazione, un adorazione ossessiva,
<< Dove sono? E chi siete voi? >> chiese Chris in un ringhio pericoloso, ma di cui Victor non si preoccupava sapendo che non poteva attaccarlo.

<< Alla prima domanda non posso risponderti, mio caro- disse arrogante Victor- ma alla seconda rispondo con piacere, noi siamo i Τεκνα Δραγοντοσ, i Figli del Drago. E con il tuo aiuto, mio caro Drago, noi domineremo il mondo >> completò, gli occhi d’onice scintillavano di una convinzione che aveva dell’impossibile, lo smeraldo dell’anello che l’uomo indossava brillava riflettendo la luce del neon bianco che illuminava la stanza bianchissima. Chris cominciò a ridacchiare, Victor lo guardò perplesso
<< Cosa c’è di così divertente? >> chiese Chris tentò di calmarsi per rispondere alla domanda
<< Semplicemente, mi chiedevo come puoi credere che io aiuti te e quegli altri che ti seguono. Perché io non prendo ordini da nessuno mi dispiace >>
<< Greg fa vedere al nostro caro Drago il motivo del perché eseguirà i nostri ordini >> disse l’uomo. Anche se Greg non approvava le torture sulle B.O.W, doveva eseguire quel ordine se voleva che il Tyrant si piegasse al loro volere.

Il ricercatore dei Figli del Drago si avvicinò a un qualcosa che sembrava lontanamente uno di quei computer degli anni ’60, una volta azionato Chris Redfield lanciò un urlo così forte che pareva impossibile che fosse stato prodotto da un essere, almeno simile, umano.

<< Questo mio caro Drago è il motivo del perché eseguirai i nostri ordini >> disse Victor
Chris ringhiò in modo più quieto di prima,
<< Bene, ho ben compreso le vostre motivazioni >> disse con un cenno sarcastico alla fine. Stranamente il Tyrant mantenne la promessa e non tentò minimamente di attaccarli dopo essere stato liberato.

-Quartier Generale della G.A.A.B., laboratori della G.A.A.B., Washington D.C.

Non sapeva esattamente da quanto non lasciava il laboratorio. Non gli sembrava di aver mai smesso di lavorare per la Umbrella, quelli della G.A.A.B. volevano sempre che facesse di più. Come se non facesse già abbastanza!

<< Ha scoperto qualcosa, Dottor Birkin? >> chiese Raymond Vester << Qualcosa di nuovo intendo >>
Odiava la sua voce, gli faceva aumentare il nervoso in modo incredibile. Più di quanto facesse quel viscido idiota di Barton, si trattenne per quanto possibile per non rispondergli in malo modo.

<< Niente di nuovo, Vester. Ma credo che te lo aspettassi. Il Chris-Virus è del tutto morto, inattivo. >> gli rispose << Non muterà mai >> completò tornando a fare nuovamente quello che oramai faceva quasi automaticamente, ovvero controllare il Chris-Virus e trascrivere in una nuova cartella gli stessi identici dati degli ultimi anni, senza Chris Redfield, quel virus era morto, non sarebbe mutato ma a quanto pare la sua esperienza non contava per quegli idioti.

Era assurdo pensare che prima dell’Incidente G1” lui potesse stare in laboratorio per giorni interi senza nemmeno notarlo tanto era immerso nella ricerca ma adesso, non ci riusciva, si sentiva soffocare. E quelli della G.A.A.B. non volevano che uscisse di lì fin quando non gli avesse dato un resoconto di tutte le caratteristiche del Chris-Virus.

“Se questo dannato virus decidesse di mutare!” o solo di fare qualcosa. Da quando il Tyrant da cui proveniva era “morto”, il virus era entrato in una fase di completa staticità biologica, in pratica aveva smesso persino di riprodursi o di innescare i normali processi biologici di un virus, era la cosa più inerme e inoffensiva che avesse mai osservato. Tornò ad osservare il virus, aspettandosi di vedere il virus inattivo come al solito, ma ciò che vide invece erano le particelle virali muoversi e duplicarsi nel terreno di cultura, la sfericità perfetta del virus che si allungava man mano prima di separarsi in due virus identici.

Il G-Virus in confronto a questo non era nient’altro che un semplice batterio, il Chris Virus era il futuro delle armi bio-organiche. Era perfetto, era insuperabile, andava…andava distrutto immediatamente. Doveva informare Vester e mandare un unità della G.A.A.B. a controllare se il Supreme Tyrant fosse stato risvegliato. Sarebbe stato un disastro se Christopher Redfield fosse stato risvegliato, perché non avrebbero potuto neutralizzarlo nuovamente come avevano già fatto non ci sarebbe cascato due volte nello stesso trucco.

- Quartier Generale dei Τεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, Pressi di New York City

La battlesuit di spandex nero si adattava perfettamente al corpo del Tyrant, nonostante fosse attillatissima non gli impediva di muoversi.

Howard portò al Tyrant, l’arma che Victor che aveva fatto forgiare appositamente per il Tyrant, una spada ad una mano, la lama protetta da un fodero di cuoio nero rinforzato.

<< Una spada? Perché avrei bisogno di una spada, Victor? >> chiese il Tyrant sinceramente confuso e curioso

<< Non sia mai che quei miscredenti si avvicinino troppo, o riescano a lasciarti disarmato, anche delle tue armi naturali >> rispose Victor. Spinto dalla curiosità Chris sfilò la spada dal suo fodero, la lunga lama liscia color argento splendeva alla luce dei neon, ambo i lati della lama erano affilati. Un delicato disegno scolpito nel metallo, un drago delineato con linee sottili delicate quasi invisibili. L’elsa aveva la forma di un drago dalle ali spalancate in acciaio imbrunito, gli occhi del drago erano composti uno, quello da lato sinistro, di una piccola gemma di bixibite mentre l’altro, quello dal lato destro, di una piccola gemma di benitoite, una splendida gemma blu con sfumature indaco e lillà.

Quell’arma pareva essere fatta per lui, era la prima volta che teneva una spada in mano eppure con quella pareva che ci fosse nato. Ripose la spada nel suo fodero.

-Laboratorio UM-01, Racoon City

Leon, Claire, Piers e Jensen erano stati mandati nel laboratorio, per sincerarsi se le deduzioni del Dr. Birkin fossero corrette. La calma piatta che li accolse gli mise addosso una strana ansia, non un suono nemmeno quello statico ronzare dei neon.

E poi li trovarono, i cadaveri dei dodici agenti mandati a sorvegliare l’UM-01 tutti con la gola tagliata, nessuno aveva ulteriori ferite, solo quella letale. Nessun “gioco”, nessuna tortura. Non era opera di Chris, ma di qualcun altro. Uno di quei fanatici del “Grande Tyrant” che si era spinto troppo oltre.

Rapidi si diressero verso la sala centrale, la porta era stata saldata ma non potevano mai dire cosa uno di quei fanatici avrebbe potuto fare. La porta era saltata, la stanza del baccello era vuota, il baccello morto e oramai secco del tutto vuoto. E proprio di fronte ad esso, un cadavere dalla sagoma vagamente umana, dopo il “trattamento” di Chris, era adagiato scompostamente sul pavimento, l’unica cosa che si salvava di esso era il viso, completamente intatto se non per gli occhi del tutto mancanti.

Claire si avvicinò per cercare qualche indizio sul cadavere, non appena fu abbastanza vicina da coprire la luce del neon una scolopendra sgusciò fuori dall’orbita vuota ed insanguinata, le zampette arancioni coperte di sangue coagulato, l’esoscheletro nero lucido. L’artropode concluse la sua corsa, sparendo fra le labbra dischiuse del cadavere.

La rossa rabbrividì leggermente, ma sperando che l’insetto non ricomparisse cominciò a controllare il cadavere, era già freddo, ma il processo di putrefazione non era ancora cominciato anche se questo non diceva molto poiché l’ambiente sotterraneo naturalmente refrigerato, dalle acque del Circular River che vi scorrevano qualche chilometro più sotto, rallentava la putrefazione.

<< Ecco il nostro fanatico, non deve essergli piaciuto incontrare il suo “idolo” >> disse ironica la Redfield, quasi senza rendersene conto. Jensen nel mentre aveva controllato il baccello, il Supreme Tyrant non era al suo interno, quindi era ancora vivo.

In definitiva dopo una pausa durata tre anni, la battaglia di Claire Redfield stava per ricominciare, ma stavolta avrebbe messo la parola fine a questa storia.
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’Autore

Salve ragazzi! Sono tornato, scusatemi il ritardo ma la scuola non mi permette di scrivere quanto vorrei (e Internet sembrava volermi impedire di pubblicare -.-)
Ho modificato l’impaginazione spero che così sia visivamente più gradevole.
Piccole note:
  1.  = “Incidente G”, mi riferisco a quello nominato dallo stesso Birkin in You are Infected 1, in cui Sherry è stata infettata dal G-Virus al posto del padre.
Alle vostre recensioni
-Anthony Edward Stark
   
 
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