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Autore: Bab1974    08/02/2015    1 recensioni
Seth, ex dio del Caos, è diventato un boss della malavita per guadagnare abbastanza per riempire il vuoto allo stomaco che è il compagno della sua vita immortale. Inoltre vorrebbe completare un'opera che non gli è riuscita quando era una divinità: eliminare Horus. Deve però superare un'ostacolo, l'attenta custodia della madre Isis.
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Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'New Okland Times (NOT)'
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La via del male

La via del male



“Allora, ti sei divertita con Isis?” l'apostrofò Claude una volta giunta alla festa “Hai una pessima cera, sembra che tu abbia visto un fantasma.”
Cynthia fulminò il gemello con lo sguardo: certe volte anche lui sembrava avere una sensibilità simile alla sua. In realtà funzionava solo con lei, sua sorella, era il classico legame speciale che avevano le persone come loro.
“In effetti ho visto una persona che credevo fosse morta da tempo e non era neppure troppo invecchiata.”
“E non hai intenzione di dirmi di chi si tratta, vero?” la stuzzicò, conoscendola bene.
“Chissà... un giorno... forse...” dichiarò vaga.
Claude sapeva che non era il caso di insistere, mentre la ragazza cercava di metabolizzare ciò che aveva appena scoperto:
-il suo bisnonno era Ares, il Dio della Guerra, ed era diventato una specie di angelo difensore degli dei sopravvissuti senza poteri (forse quest'ultima notizia era la più stupefacente);
-la sua trisnonna era un'appartenente della cerchia delle Amazzoni, sopravvissute nei secoli, alla ricerca della sua ava per le sue doti (e non conoscevano ancora la nipote geneticamente modificata);
-Seth, Dio del Caos, era diventato, nei millenni, un boss della malavita ed essendo immortale era pericoloso.
Quell'ultima notizia era quella che le era più congeniale. Combattere il male in tutte le sue forme era il suo passatempo preferito. Pur non riuscendo, nonostante le sue possibilità, a sradicarlo fino in fondo, si accontentava di creare piccole aree di benessere. Un criminale immortale, ma eliminabile fisicamente all'occorrenza, era una possibilità che non poteva perdere. Magari non sarebbe stato necessario eliminarlo fisicamente, non era una divinità nata malvagia, ma l'omicidio di Osiris e quello tentato di Horus avevano alterato la sua fama, da Dio del Caos a entità negativa.
-Devo avere la possibilità di incontrarlo. Mi farò aiutare da Isis. Potrei usare come scusa che la sorella mi ha dato la facoltà di decidere se Horus può andare a vivere con lui. Uhm, non male come idea.-
Per tutta la serata rimuginò su quella storia e su altre che aveva in ballo: come al solito era implicata in miriade di piccole e grandi faccende.



“Capo, cosa ne pensate della richiesta che vi ha fatto vostra sorella?” chiese un collaboratore al proprio datore di lavoro.
L'ex Dio del Caos, che aveva avviato una redditizia attività criminale in Sudamerica, ci pensò prima di rispondere. La signorina Cynthia Carter doveva avere delle qualità che piacevano a Isis, se si era convinta a proporla come mediatrice per la sua adozione di Horus.
“Hai già fatto delle ricerche sulla ragazza?”
“Certo, capo, è la prima cosa che ho fatto.” annunciò orgogliosamente l'uomo “Il quadro che me esce è abbastanza preoccupante. La Carter è una ragazza strana. Da una parte è un mezzo genio: ha poco meno di venticinque anni, sette lauree e una marea di specializzazioni. Ha usato il suo ingegno per aiutare il patrigno, il secondo marito della madre, a vincere in borsa e a mantenere la sua azienda di produzione cinematografica senza intrallazzi con la malavita. Si tratta della più pulita e senza macchia del mercato. Collabora con la polizia di tutto il mondo, inoltre è una cacciatrice di teste. In più è anche una benefattrice, aiuta persone in tutto il mondo, soprattutto bambini. Ha creato varie onlus, sparse ovunque, che si occupato di minori orfani, malati, maltrattati, abusati. Non si può sapere con certezza quale dei suoi interessi l'abbia spinta ad accettare, o a proporsi a Isis. In realtà potrebbe essere semplicemente un interesse spassionato per aiutare una madre disperata. Da quello che mi ha detto Isis per telefono, ha capito da sola la vostra natura di dei decaduti."
Seth si mise ancora in atteggiamento di riflessione, poi scosse la testa.
"Secondo me si tratta un'abile manipolatrice. Non esiste nessuno al mondo in grado di capire con una sola occhiata le persone. Probabilmente Isis si è rammollita nei secoli, succede sempre a quelli che vogliono seguire le regole, e, senza volerlo, le avrà raccontato cose della sua vita che avrebbe dovuto tacere. Le daremo un appuntamento e andrai tu al mio posto. Io seguirò tutto da una macchina, con una microspia. Alla fine scopriremo che è solo interessata ai miei soldi, come del resto tutti quelli che si avvicinano a me. Chiamerò personalmente Isis e tramite lei mi farò dare un appuntamento al Calios Cafè. Tu preparati, a breve dovrai interpretarmi al meglio."
Paulo, il ragazzo, sorrise: era disposto a tutto per compiacere il suo datore di lavoro e ora aveva la possibilità di dimostrare la sua fedeltà.



Due settimane dopo, Paulo, vestito di bianco e con una gardenia all'occhiello della giacca, attendeva di essere avvicinato. Da una macchina posteggiata a qualche isolato di distanza, dentro la sua auto con tutti i comfort, Seth osservava le immagini del bar. Alla fine aveva deciso che delle telecamere erano molto meglio di una semplice microspia, così avrebbe potuto seguire la faccenda come se fosse stato lì con lui.
La vide subito appena la ragazza mise piede nel locale, aveva studiato troppo bene la sua scheda per confonderla con chiunque altra, in più non sembrava che lei si nascondesse. Cynthia era vestita di nero, cosa piuttosto inusuale per un luogo caldo come quello. Da quello che sapeva di lei era una che si muoveva spesso, non una novellina al primo viaggio, quindi dedusse che il caldo non la infastidisse. La vide osservarsi in giro come se cercasse qualcuno e lo trovò, quando depositò il suo sguardo su di lui. Il vestito, la gardenia e il cocktail che stava bevendo, erano i segnali che lo dovevano riconoscere. Non erano inusuali in un luogo come quello, ma il mix era molto raro. Cynthia sorrise, si avvicinò e gli parlò.
"Credo che lei stia aspettando me." annunciò, dopo un breve saluto "Mi chiamo Cynthia Carter e vengo a lei da parte di Isis. Anche se suppongo che lei già lo sappia, non si farebbe mai avvicinare da qualcuno di cui non sappia vita, morte e miracoli."
La sicurezza che ostentava era tutta scena, Paulo lo sapeva, ma dovette ammettere che quella ragazza senza peli sulla lingua, lo metteva in soggezione. Cercò di controllarsi e stava per aprire bocca quando il suono del cellulare di Cynthia lo bloccò.
"Lei è molto maleducata, signorina. Come minimo avrebbe dovuto metterlo in silenzioso." sbottò, riprendendo sicurezza di sé. Voleva dare l'impressione di essere lui a comandare la discussione, eppure non aveva neppure cominciato.
"Di solito lo faccio, ma aspettavo una telefonata importante." Spinse l'ok e rispose. Paulo non sentiva ciò che veniva detto dall'altra parte, sentiva solo le rispose di Cynthia e lo preoccuparono.
"Allora, è lui, secondo te?" chiese Isis al telefono.
"No, vieni a controllare di persona."
"Credi che Seth sia in zona?"
"
Ne sono certa."
Chiuse, poi, la chiamata e osservò il ragazzo che aveva di fronte.
"Mi spiega che sta succedendo?" chiese Paulo, che si sentiva sulle spine.
"Stiamo attendendo un'altra ospite, una donna che lei non vede di persona da parecchio tempo... sempre che la conosca, se non di fama, e ne dubito fortemente."
Il flebile suono del campanello, colpito con veemenza a causa della forza usata per aprire la porta, attirò l'attenzione di entrambi e di quasi tutti i commensali del bar.
Una donna di colore, bella come una pantera e arrabbiata al suo pari, apparve sulla soglia.
-Cazzo, Isis!- Pensò Paulo, mentre la suddetta si osservava in giro. Il locale, come a solito, era pieno ci volle qualche istante per intercettare il tavolo giusto. Quando lo fece e il suo sguardo su depositò sulla coppietta seduta al tavolino, Paulo capì di essere nei guai. Se avesse potuto fulminarlo lo avrebbe fatto. Per fortuna che i loro poteri era praticamente nulli, altrimenti la sua vita sarebbe stata in pericolo.
"E tu chi cazzo sei?" sbottò Isis, penetrandolo da una parte all'altra con lo sguardo.
La vibrazione del cellulare che teneva in tasca lo tolse da una situazione sgradevole.
"Pronto."
"Falle venire qui alla macchina. Questa Cynthia è più tosta di quello che pensavamo e non voglio che mia sorella si irriti più di quanto non sia già."
"Ok." concluse la chiamata, poi proseguì parlando alle donne "Seth vi aspetta in una macchina a pochi isolati da qui."
Isis storse il naso, mentre il suo volto tornava a rilassarsi.
"Mah, suppongo che questa fosse una specie di prova, o sbaglio?" domanda diretta più a Cynthia che a Paulo.
"In realtà credo che volessero dimostrarti che sono una specie di truffatrice che non sa distinguere un uomo che vive sulla terra da qualche millennio da uno che ha semplicemente trent'anni. Che dici, andiamo subito?"
"Va bene." accordò la dea decaduta "Portaci da lui subito!" ordinò secca.
Il ragazzo, che già da un po' aveva perso la sua aria baldanzosa, anzi sentiva un sudore freddo che gli raggelava la fronte, scattò in piedi e le precedette fuori dal locale. Le due donne lo seguirono, senza perderlo di vista.


"Come credi che abbia fatto Seth a sapere che ero arrivata io?" chiese Isis alla sua accompagnatrice, in un sussurro "Pensavo che la sua macchina fosse appostata più vicino e che mi avesse vista, ma da qui mi sembra alquanto improbabile. Forse aveva qualche spia."
"No, non credo. Un uomo come lui, con il potere che ha, potrebbe essere riuscito a piazzare una o più telecamere dentro il locale. Sarebbe morto per un infarto, al vederti, se non fosse immortale."
Isis non disse più nulla: voleva solo sapere se Seth era idoneo a occuparsi di Horus, essendo il suo più prossimo parente maschio in vita, ma più il tempo passava, meno ne era certa e non solo per il fatto che lui fosse dalla parte sbagliata della barricata. Quell'appuntamento le sembrava una specie di trappola e cominciò a osservarsi attorno inquieta, temendo che ci fosse qualche cecchino pronto a farli fuori.
"Non ti preoccupare, non è partito con l'idea di uccidere qualcuno. Probabilmente pensava che sarebbe stato più facile con me, che magari sarebbe stato sufficiente un compenso in denaro per convincermi a stare dalla sua. La cosa non mi stupisce, un uomo nella sua posizione difficilmente viene allo scoperto, preferisce mandare degli scagnozzi, per la propria incolumità."
La spiegazione tranquillizzò un attimo Isis, che aveva i nervi a fior di pelle.
La macchina di Seth non passava di certo inosservata. Era un'enorme limousine bianca, con vetri oscurati e senza dubbio antiproiettile. Isis sapeva come poteva essersi guadagnato tanti soldi, quando la maggioranza degli altri dei faticavano a guadagnare a sufficienza per chiudersi il maledetto, infinito buco allo stomaco. Era stata anche mesi senza toccare un pezzo di pane, pur di non andare contro i propri principi. Un brontolare continuo e sordo che avrebbero fatto impazzire chiunque, come era impazzito Osiris. Lei no, aveva resistito e si era battuta per se stessa e per Horus, per rendere quella loro eternità meno dolorosa di quanto già non fosse.
Seth voleva Horus, forse per dimostrarle che alla fine aveva vinto lui, che solo la via del male è la giusta da seguire per chi, come loro, vive in eterno.
-Sono disposta anche cederglielo, ma devo essere sicura e solo Cynthia mi può aiutare. Non ho più abbastanza potere per riuscire a gestire tutto da sola.-
Paulo si fermò davanti al finestrino dell'auto che venne fatto scendere. Ci fu un breve scambio di parole, poi la portiera si aprì e il ragazzo fece cenno a Isis e Cynthia di avvicinarsi. Le due donne, per motivi diversi, non avevano paura per la propria incolumità. Isis sapeva che Seth non le avrebbe mai fatto male intenzionalmente, Cynthia era consapevole di averli presi contropiede e ora erano cauti.
L'interno dell'auto era enorme e poteva contenere comodamente una decina di persone. Si sedettero fra due enormi marcantoni, di sicuro guardie del corpo di Seth, il quale, seduto di fronte a loro, le osservava con aria di sfida.
"Isis, è un piacere rivederti, dopo tutti questi anni. Da quanto tempo non ci sentiamo che per telefono?"
"Da quando il telefono esiste. Non abbiamo più ritenuto necessario spostarci per le rimpatriate. Oltretutto credo che per te non sia facile muoverti a causa della tua attività." la donna aveva cercato di mettere quanto più sarcasmo poteva in quell'ultima parola. Voleva che lui sapesse che non le piaceva quello che faceva sulla terra che se gli lasciava Horus era solo per il suo bene. Sempre che Cynthia le avesse dato il suo benestare. Aveva più potere lei come mortale, che loro due messi assieme.
Seth lasciò correre, fingendo di non accorgersi del tono polemico. Non c'era nulla da fare con quei perfettini che credevano di abrogarsi il diritto di giudicare gli altri. Il tempo aveva dimostrato che lui, con tutti i suoi difetti, era l'unico che era in grado di sopravvivere nei secoli senza problemi di depressione.
"Allora, signorina Carter, ho sentito parlare molto di lei. Non si stupirà, spero, che abbia preso informazioni?"
Cynthia scosse la testa, il volto livido, senza proferire parola. Solo in quel momento Isis si accorse dell'espressione della ragazza. Aveva la sensazione che avesse cambiato colore, come se avesse visto qualcosa che l'aveva sconvolta.
-Ha la stessa espressione di quando ha conosciuto Ares. Forse, ogni volta che vede qualcosa, lo deve immagazzinare, prima di poterlo digerire. Chissà che ha visto? Ho quasi paura a saperlo.-
"Mi sembrava che fosse una valanga di parole, prima, con il mio sosia. Ha paura di me, forse?" Sentiva un gran potere dentro di sé, Seth. Non s'immaginava quale fosse il motivo del silenzio della ragazza, in realtà non era neppure curioso di saperlo, ma adorava spaventare la gente in qualunque maniera.
Cynthia sospirò profondamente: le era stata sufficiente un'occhiata per scoprire perché l'ex Dio voleva il nipote e Isis non ne sarebbe stata contenta. Doveva sbloccarsi e aprire bocca se voleva che tutto andasse al meglio.
"Mi fa sempre paura il male puro, quando lo vedo." commentò, fissandolo senza un sorriso. La battuta raggelò il sangue a Seth e anche lui divenne serio.
"Non le sembra di essere piuttosto banale? Seth, Dio del Caos, uccisore di Osiris, la fonte di tutti i mali?"
"Le ricordo che ha anche tentato di uccidere Horus." puntualizzò Cynthia "Quindi il suo scopo è di rimediare a questa mancanza, suppongo?"
Seth sobbalzò sul sedile dell'auto: non era possibile che lei avesse capito per davvero il suo fine! Si morse un labbro, sperando che fosse solo una sua illusione e che non lo ripetesse. Purtroppo, anche Isis aveva capito.
"Cynthia dice che tu vuoi Horus qui per ucciderlo. Sei ancora così geloso dopo tutto questo tempo? Speravo che nei secoli ti fosse passata, ma forse vivere fra gli umani, con le loro passioni, con la fame che ti tormenta, ti ha reso ancora più astioso."
La smorfia di sdegno di Seth sembrò reale, almeno a Isis.
"Come si permette, signorina Carter, di venire qui, osservarmi un attimo in viso, e dire queste baggianate come se fossero la verità assoluta? Non esiste nessuno al mondo in grado di capire con un solo sguardo. Lei è solo una truffatrice, come in quel telefilm di cui ora mi sfugge il nome. Una finta medium, insomma, che usa le sue conoscenze per fregare la gente." Seth era davvero irritato "Io non mi faccio prendere in giro dalle sue previsione del cavolo."
"Allora continuerà a pensarlo se rivelo a tutti che si è pentito di avermi preso sottogamba e che mentre venivamo qui ha fatto piazzare alcuni cecchini che non aspettano altro che io esca da questa macchina per farmi fuori." Lo vide mordersi un labbro, nel tentativo di trattenere la rabbia, ma era difficile: Cynthia sapeva essere veramente irritante, se lo desiderava. "Spero che non si aspetterà di eliminarmi così facilmente. Checché lei ne pensi, il male non vince sempre. E ora glielo dimostro."
Fece per aprire la portiera ma Isis la trattenne per un braccio.
"Appena esci, ti uccideranno!" esclamò.
"Non preoccuparti per la mia salute, ma per la loro." La serratura era chiusa, perciò la spinse con forza finché non cedette e uscì di scatto.



Seth non aveva fatto in tempo a recriminare, ma osservò con attenzione la serratura della macchina.
"L'ha divelta con la forza, Isis." le disse nella loro lingua natale "Dove hai trovato quell'energumena?"
"Suo fratello gemello e il compagno partecipano ai miei corsi di cucina." Non aggiunse altro, non voleva mettere nei guai Cynthia raccontando la parte che riguardava Ares e le Amazzoni. "Non ha molta importanza però, ora ho la certezza che non ti posso cedere la custodia di Horus, non mi sentirò più in colpa."
"Le credi, allora?"
Con un sorriso mormorò la battuta che l'aveva tradita.
"Da allora prendo per oro colato ogni cosa mi dica."
Da fuori si sentivano grida e spari, ma non ci fecero caso e continuarono a fissarsi in cagnesco, poiché nessuno dei due che volesse cedere, almeno finché la portiera dell'auto non si aprì di nuovo e si ritrovarono sommersi da quattro uomini.
"Disturbo?" chiese la ragazza, spuntando dal nulla.
"Mi... fai.... davvero... paura." sillabò Seth con il cuore in gola.
"Non hai ancora visto nulla, caro." ghignò, cogliendo al volo il tu che le era stato lanciato.
"Potresti essere grande se facessi parte del regno del male." le suggerì.
"Sarebbe troppo facile, mi annoierei. Comunque, giusto per mettere i puntini su le i, grazie all'interessamento di Isis sei entrato nella mia zona d'interesse e d'ora in poi ti terrò d'occhio. Se non comincerai a rigare dritto, ti uccido. Isis, io me ne vado, tu che fai?"
"Vengo con te. Addio Seth, spero che nei prossimi secoli ti stuferai di questa vita."
Seth rimase solo con Paulo, che lo fissava stordito quanto lui.
"Capo, cosa devo fare? Vuoi che la faccia seguire ed eliminare?" osò chiedere alla fine.
Lo sguardo di rimando era serio e riflessivo.
"Ci abbiamo appena provato e abbiamo fallito. Tu credi che quella facesse sul serio? Non mi piace l'idea di interrompere la mia eternità, anche se a qualcuno può apparire noioso vivere per sempre. Mi è sembrata molto convincente. Bisognerebbe sapere fino a che punto è disposta ad arrivare. Ha delle capacità che possono interferire con i miei affari. I soldi non le interessano, questo l'ho capito, ed ha un potere di capire gli altri fuori del normale. Dalla mia, però, ho che sono immortale e posso pazientare qualche decina d'anni, prima di rimettermi in affari. Ho la sensazione che la ragazzina non mi lascerà andare facilmente. Tu che ne pensi Paulo?"
Il ragazzo lo fissò serio.
"Quella ragazza mi fa paura, davvero. Non sono sicuro che evitare di metterti in affari per qualche tempo, possa essere sufficiente a salvarti la vita. Lei sarebbe in grado, con le sue qualità, a sapere se tu lo fai in buona fede, o no. Comunque, per quello che mi riguarda, temo di dovermi trovare un'altra occupazione. Sarò troppo vecchio, per essere il tuo sosia, quando vorrai rimetterti in affari e nel frattempo devo pur campare."
Seth ci pensò e ammise con se stesso che non poteva mantenere degli sconosciuti, se non poteva rimettersi in gioco. Il suo scopo nell'eternità era stato sempre quello di campare senza dover fare della fatica fisica, come faceva quando era un Dio adorato e aveva intenzione di continuare così. Aveva molte proprietà, che poteva vendere, ma i soldi non sarebbero durati per sempre, se non e guadagnava altri.
"Hai ragione, ance se mi hai reso un buon servizio. Come buona uscita ti lascio l'appartamento in cui vivi con tua madre, almeno non dovrai pagare l'affitto."
Paulo, che non si aspettava nulla, sobbalzò dalla sorpresa, cercando, però, di non darlo a vedere.
"La ringrazio, è davvero molto generoso da parte sua. L'unica cosa che non capisco, è come farà a liberarsi di tutti i vari soci del suo cartello, senza mettersi nei guai?"
"Sono sicuro che la signorina Carter mi ragguarderà presto a tal proposito. Ho la netta sensazione che questa non sia l'ultima volta che ho avuto l'onore della sua compagnia." commentò Seth.


A qualche chilometro di distanza, sorridendo soddisfatta, Cynthia Carter ascoltava la conversazione fra i due uomini.
-Puoi esserne certo, caro Seth, non ti libererai facilmente di me. Farò di te un uomo diverso, a suon di calci in culo, se dovesse servire.-
Isis, parzialmente contenta di come erano andate le cose, la osservava inquieta: quella ragazza, a volte, spaventava anche lei. L'unica fortuna era che, nonostante i metodi non proprio ortodossi, seguisse la via del bene a tutti i costi.
  
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