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Autore: Queila    08/02/2015    4 recensioni
Margaret e Rose hanno solamente tre cose in comune: hanno un nome associato a quello di un fiore, sono nella stessa classe ed entrambe provano un uguale, smisurato odio l’una per l’altra.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Introduzione
La storia nasce sul forum di EFP, dall’idea di una ragazza (Onigiri e sul forum niobe88) che ha sviluppato le due protagoniste… io mi sono messa a scrivere partendo dalla sua idea e questo è il risultato. La ringrazio di cuore perché è stata disponibile e gentil issa per suggerimenti e tempo che mi dedica ^^.
Vi lascio… ci ritroveremo nelle note finali!
 
 
 
Prologo – Due fiori nello stesso vaso
 
 
Fin da quando il mondo ha memoria la Rosa e la Margherita convivono disprezzandosi.
Una spinosa, tenace, e riservata che sboccia al momento opportuno, l’altra vanitosa e perfetta che si mostra a tutti quelli che la vogliono ammirare. Da sempre la Rosa e la Margherita si conoscono e da sempre devono accettare di essere rivali, imparando a tollerarsi per capire che senza l’una l’altra non esisterebbe.
 
 
                                                                                                                                      6.30 a.m.
 
La sveglia aveva squillato in perfetto orario e gli occhi chiari di Margaret si erano aperti a quel suono, puntuali come sempre. Si sfilò la benda dagli occhi, i tappi dagli orecchi e si avviò con calma in bagno, pronta a prepararsi per rendersi desiderabile e priva di difetti anche quel giorno.
Scese in cucina con un vestito rosa a stampe floreali che le arrivava sopra le ginocchia, aveva stivaletti bianchi e un copri spalle dello stesso colore: avrebbe portato l’aria primaverile anche in quel giorno di settembre. Bevve il suo succo biologico e si avviò in macchina, ancheggiando leggermente: sarebbe stata una giornata perfetta.
 
 
                                                                                                                                     7.30 a.m.
 
Rose aprì gli occhi di scatto, cavolo!
Si scoprì di fretta, rabbrividendo per il cambio di temperatura, e corse in bagno a piedi nudi: avrebbe fatto tardi anche quell’anno, non riusciva proprio ad arrivare in orario il primo giorno.
Una volta vestita con le prime cose che le erano capitate sotto mano: una gonna nera, calze bordeaux e maglioncino dello stesso colore, si precipitò, inciampando varie volte, in cucina.  Afferrò un muffin al volo e corse a prendere l’autobus.
Appena in tempo: la vettura gialla si era fermata quando Rose aveva ingurgitato l’ultimo morso del dolce. Sarebbe stata una giornata orribile
 
 
 
Margaret aveva sempre amato il primo giorno di scuola, fin da quando aveva poco più di tre anni e vedeva gli altri bambini piangere disperati sulla soglia dell’asilo, mentre genitori commossi li salutavano con fare triste. Aveva capito che il successo nasce fin da piccoli, aveva capito che la scuola, come il lavoro, poteva portare a ottime soddisfazioni e aveva cominciato fin da piccola a percorrere la strada verso la popolarità e ora era in vetta: ne era la regina incontrastata.
La ragazza a scuola, come a casa, dimostrava il suo controllo assoluto e tutti le davano retta: chi per il suo aspetto, chi per la sua innaturale leadership, tutti, ma proprio tutti, le andavano dietro, pregando che anche lei ricambiasse l’interesse, cosa che non accadeva nella maggior parte dei casi.
Prima di scendere dalla sua Audi si specchiò e volumizzò i lunghi capelli biondi che le ricadevano oltre il seno prosperoso, messo in mostra da una scollatura generosa; diede un’ultima passata di lucidalabbra e scese dalla vettura per affrontare il primo giorno del suo ultimo anno da liceale.
 
Rose aveva sempre odiato il primo giorno di scuola, fin da piccola, quando vedeva sua madre piangere sulla soglia dell’asilo, mentre lei la salutava con fare triste. Quell’incubo, però, stava per terminare: quello che avrebbe intrapreso sarebbe stato il suo ultimo anno del Liceo. In quella scuola di snob era stata anche troppo, purtroppo per il suo futuro, però, doveva resistere e respirare profondamente: ce l’avrebbe fatta, si sarebbe diplomata e sarebbe andata a Yale e per poi diventare un’ottima giornalista, avrebbe vinto una nuova borsa di studio, e questo era tutto. Doveva solo scendere dall’autobus e pregare di non incontrare la sola persona sulla faccia della terra che le provocava acidità di stomaco di prima mattina.
Guardò dritto, poi a destra ed infine a sinistra, nulla: della strega senza cervello non c’era traccia, Rose fece un profondo sospiro di sollievo, e scese dalla vettura, inciampando nelle sue stesse scarpe. Si ritrovò a terra con le calze nuove di zecca smagliate; sbuffò portando gli occhi al cielo, poi una mano la afferrò. Gli occhi marroni di Rose si scontrarono con quelli azzurri di un perfetto sconosciuto, il viso della ragazza andò in fiamme.
“Tutto bene?” le sorrise quello, affabile.
Era una sua impressione o il ragazzo era contornato da una strana luce bianca?
La moretta annuì, portandosi la mano dietro la nuca, imbarazzata.
“Oh, la racchia amorfa è caduta”.
Margaret era apparsa dal nulla e Rose, senza neanche degnarla di uno sguardo, si alzò e si precipitò in classe, cercano di non vomitare la colazione al ricordo della voce stridula della bionda, dimenticandosi completamente delle calze strappate e del bel ragazzo che le aveva porto una mano in aiuto.
 
 
Note Autrice:
 
Grazie mille a tutti per essere arrivati fino alla fine ^^. Era da tempo che volevo scrivere una long originale, spero sia decente xD. Dai prossimi capitoli in poi il nome del capitolo avrà a che vedere con fiori, piante e giardinaggio (tanto per rimanere in tema), e a inizio capitolo ci sarà una citazione ^^.
Spero continuiate a seguirci!
 
:*
 
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