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Autore: genesis    08/02/2015    0 recensioni
Ambientata prima dell'inizio della guerra sacra che si svolse nel 1500 quando i sigilli posti sugli spectre si stavano indebolendo e questi cercavano dei corpi mortali per tornare a camminare sulla terra. Una ragazza compie la sua scelta e questa e la sua storia
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Il soldato non si era ancora arreso e con le ultime forze avventò un manrovescio alla ragazza, che in gesto automatico alzò le braccia per ripararsi ed anche stavolta la mano del porco ferì la guancia di Jane, e pure questa volta la ragazza non diede segno di curarsene più di tanto. La guancia arrossata e dolorante non rasentava che una minima parte del dolore che poche ore prima gli aveva inferto. Violentata e picchiata fino a privarla di coscienza... no, uno schiaffo non la impensieriva.
Gorgarr di spalle a Jane aveva messo fine alla sofferenza del soldato, Jane non sapeva se per rabbia o per pietà, per evitare a quell'essere una fine lenta e dolorosa, ucciso dal veleno di una piccola pianta, oppure per sfogare la sua rabbia, non glielo avrebbe chiesto, non gli importava più di tanto. Sorrise dentro di se, la situazione era abbastanza ironica, loro che si credevano forti e se la prendevano con donne e deboli ora venivano uccisi da una ragazza di cui avevano abusato e da una piccola pianta che passava inosservata, i forti uccisi dai deboli, coloro che vogliono ergersi sopra tutti uccisi da una ragazzina che agisce di notte e da un veleno che gli avrebbe fermato il cuore. Quelle
furono le prime parole che Gorgarr Van Drannor rivolse alla ragazza da dopo che questa aveva cominciato a combattere, gli lasciava la sua preda, colui che per primo sarebbe andato a ricercare nell'Ade per far sì che la sua sofferenza non fosse solo fisica.
Sorrise, un sorriso di ghiaccio, e si avvicinò felina all'uomo, che ancora era rimasto affascinato dalle movenze di lei. Vide il desiderio insinuarsi negli occhi annebbiati dal sangue, quel porco aveva ancora voglia di lei, il disgusto apparì momentaneamente sul suo volto la lussuria di quell'essere non aveva mai fine.
Jane continuò ad avvicinarsi lenta, una predatrice silenziosa, ipnotizzava con la sua andatura sicura, faceva assaporare ogni attimo al suo spettatore. Le mani del soldato fremevano voleva nuovamente toccare quel corpo, anche se il dolore gli stava ottenebrando la mente, anche se aveva paura di morire, anche se lo sguardo di lei di lo schiacciava per terra. Ormai era giunta vicino a quell'inutile essere che nulla faceva per nascondere il suo desiderio, ma nessuna emozione tradì il volto della ragazza. Fece un respiro profondo, rilassando i tratti del volto , chiuse gli occhi un attimo e sorrise, ma l'uomo non capì mai che tipo di sorriso era...un calcio lo colpì deciso ricordandogli che la ragazza non era lì per compiacerlo ma per ucciderlo.
Adesso Jane era più "tranquilla" anche se tranquilla non era la parola adatta, rilassata forse, neanche quello, semplicemente aveva accettato quello che era diventata; in quella serata tutta la sua vita era stata stravolta, ma le vecchie abitudini erano dure a morire e lei cantò. Cantò per se stessa, perchè in quel boschetto lei era morta e ora stava rinascendo; aveva abbandonato il suo cognome, ma non il sapere che gli era stato tramandato; aveva abbandonato i sogni di fanciulla, sostituiti da altri più cupi, ma rimaneva sempre una sognatrice.

 

Il Porco era in ginocchio, e dentro di sé faceva fatica a tenere a bada il groviglio di emozioni contrastanti che quel momento gli stava trasmettendo. Un momento ferale, si, ma a modo suo anche sublime, aveva mosso l'ultimo assalto disordinato verso quella nemesi che ormai lo stava perseguitando, ma proprio come una succube infernale ella ormai esercitava su di lui una malìa che egli percepiva come perversa, ma tuttavia non sapeva liberarsene. In quell'attimo, dinanzi a lei, egli la desiderava come non mai, sapeva che non avrebbe avuto mai più alcun piacere da lei, solo sofferenza, morte ed ancora sofferenza, tuttavia, anche quella sofferenza ormai era per lui desiderabile, in quanto dispensata da lei. Non sapeva descrivere quel genere di sentimento, ma quando ella si avvicinò a lui per colpirlo in quello che sarebbe stato l'ultimo frangente della sua miserabile vita, a malapena egli fece per ripararsi. Da preda, Jane si era mutata in magnifica predatrice. Ed ora esigeva il suo premio. Ed ora, eccolo lì riverso al suolo, gli occhi sbarrati, eternamente fotografati in un'espressione di terrore primordiale frammisto ad estasi sopraffina. Una fine pietosa, per un uomo pietoso. Gorgarr sorrise ferocemente, sapeva che le sofferenze di quel miserabile erano appena iniziate. Jane lo fissava, intonando il suo canto di morte con un cipiglio di misurata ferocia, in quel momento, era una splendida immagine di ira oltremondana, e colui che di tale ira era il latore non ne sarebbe potuto essere più fiero. Egli dunque mosse un passo in avanti, mentre un fulmine squarciava il cielo rombando impetuoso, e pose una mano sulla di lei spalla, con la mancina, indicò un punto a pochi passi dalla loro posizione, fra i cespugli...
Ben fatto, ragazza. Ben fatto. Lord Ade si compiace con te...un diamante grezzo tagliato in una splendida pietra dai riflessi lucenti quanto sinistri...ora osserva...egli viene a te, con la tua ricompensa. Quello che vedi è il tuo destino....e sappi che il tuo viaggio è appena iniziato.

Nel cespuglio indicato da Gorgarr, qualcosa si agitava...d'improvviso, alla luce del lampo, una creatura appartenente ai tempi del mito ne balzò fuori...la sua immagine era traslucida e lattescente, come se essa non appartenesse pienamente a questo mondo, né in qualche modo vi fosse del tutto presente...era una driade dei boschi, dalle movenze spettrali ed inquietanti. Il suo sguardo vitreo era fisso nel volto di Jane...dopo aver indugiato un attimo, quasi a volerla soppesare, essa protese un braccio nella di lei direzione, e mormorò una parola...

...sorella!

Era palese, la driade attendeva. E nel cespuglio alle sue spalle qualcosa riluceva di metallo eburneo alle folgori della notte, emettendo anche una possente aura oscura.
Una driade! Jane era stupita e felice, l'aveva riconosciuta perchè suo padre le cantava spesso di loro, erano ninfe degli alberi schive che non apparivano facilmente agli uomini, e questa invece le stava venendo incontro chiamandola sorella, Jane sorrise radiosa, come mai lo era stata nella sua vita precedente, una driade l'aveva accettata e non solo, le stava svelando il segreto che l'antico boschetto nascondeva. Gli antichi druidi volevano destare il potere del bosco, ma non il potere della vita, quello cupo, quella forza che fa sì che un albero riesca a distruggere una montagna e lei lo avrebbe accettato, perchè la driade era lì che aspettava una sua risposta.

Risposta che non si fece attendere molto, girando lo sguardo verso il suo maestro e verso la driade alternativamente, come una bambina che non crede al regalo che gli è stato fatto, si incamminò verso quell'apparizione. Le tendeva la mano e lei si avvicinò, la ninfa arretrò fino ai cespugli alle sue spalle, spostandosi di lato, dove i lampi illuminavano qualcosa di sinistro
Ho capito...
Jane mormorò più a se stessa che alla ninfa la quale la guardava...e si avvicinò all'armatura, stava per toccarla, ma si volse un'ultima volta verso la Driade che la osservava, voleva la sua approvazione, e la ninfa sorrise dolcemente e abbassò il capo delicatamente. Jane la ringrazio, e posò la mano su quella che sarebbe stata la sua nuova vita. Una luce oscura l'avvolse e dove prima c'era una ragazza scarmigliata e con gli abiti laceri ora si ergeva una guerriera fiera. Si girò prima verso la ninfa che le sorrise scomparendo
-Vostro era il potere che mi ha sorretto quando dovevo riprendermi dalla violenza e ve ne sono grata-
e poi verso il suo maestro, lo sguardo meravigliato di poco prima era sparito, adesso c'era solo due gemme verdi fredde che guardavano l'uomo grazie a cui era iniziato tutto
-Sono pronta, conducimi negli inferi che il mio lavoro per quelle anime non è ancora finito-disse indicando i resti dei soldati al suolo.

   
 
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