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Autore: _Emy_    08/02/2015    3 recensioni
Kensi torna a lavoro dopo una lunga missione. Ma questa missione l'ha cambiata molto. Se un agente della CIA non avesse detto che Kensi era un agente, per salvarsi, la missione sarebbe andata meglio. Forse. Kensi pensa di essere pronta per tornare a lavoro, ma lo sarà davvero? Ha evidente bisogno di aiuto. Deeks le offre il suo aiuto ma alla fine Kensi cederà e si farà aiutare da Deeks?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: G Callen, Kensi Blye, Marty Deeks, Sam Hanna, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kensi:
 
Quando mi svegliai la mattina seguente ero nel mio letto, sicuramente mi aveva portato in camera, appena si era accorto che mi ero addormentata tra le sue braccia; mi alzai e andai in cucina e li trovai lì tutti e tre a preparare la colazione, senza fare rumore per non svegliarmi e cosa più importante e sconvolgente senza litigare. Era un miracolo un sogno o cosa?!
-Voi tre che fate qualcosa insieme senza minacciarvi a vicenda?!? Wow!!- dissi sbalordita, non credevo a quello che i miei stessi occhi stavano vedendo. -Hey dormito bene?- mi chiese premuroso Deeks  -Si abbastanza- risposi abbozzando un sorriso per tranquillizzarli. -Kensi io e Sam adesso dobbiamo andare, rimarrà Deeks qui con te e degli agenti qui fuori. Tu hai idea di cosa starà facendo e dove potrebbe nascondersi Alvarez?- mi informò Callen
-Prima cosa: no Deeks viene con voi, bastano gli agenti fuori casa. Io so difendermi e questo non si discute. Seconda cosa: adesso starà trovando un modo per prendermi e finire il lavoro lasciato in sospeso qualche mese fa. Dove si trovi non lo so neanche io- risposi decisa -Kens io rimango qui con te- insistette Deeks -No tu vai con loro- gli ordinai -Voglio aiutarti- cercò di giustificarsi. -Vuoi aiutarmi?!! Allora porta le tue chiappe fuori da casa mia, aiuta Sam e Callen a trovare quel bastardo, prima che lui trovi me, e sbattilo nella cella più piccola ed inospitale che ti viene in mente- risposi io quasi infuriata… il perché non lo so. -Ok. Ma se ti serve qualcosa chiamami- rispose rassegnato.
-D’accordo ma adesso sparite tutti e tre- dissi mentre li incitavo a portare i loro bei sederi fuori da casa mia. Sam, Callen e Deeks se ne andarono e io ero da sola a casa, non sapevo cosa fare, accensi la televisione sperando che stessero facendo qualcosa di decente. Sinceramente non capivo come le donne e in generale gli esseri umani, potevano rimanere in casa a guardare certi programmi palesemente stupidi. Dopo un’ oretta suonò il campanello.
“Chi diavolo può essere? I ragazzi non credo proprio. Forse gli agenti che sono qui fuori vogliono assicurarsi che stia bene. O forse… No, saranno sicuramente gli agenti qui fuori… Posso continuare a pensare chi sia per quanto voglio, ma non lo saprò fino a quando non aprirò quella porta.
Mi avvicinai alla porta un po’ spaventata, poggiai una mano sulla maniglia e con l’altra mano tirai fuori la pistola, e prima di aprire feci un lungo respiro. Aprì  ed era un agente che voleva assicurarsi che stessi bene. Quando l’agente uscì, dopo essersi assicurato che fosse realmente tutto apposto, mi misi nuovamente sul divano. Tornai a  guardare la televisione. “ma qualcosa di decente no è ?!” pensai. Sentì un rumore e poi vidi le ombre di due uomini avvicinarsi alla porta.
All’ inizio pensai che fossero agenti, che magari stessero dando il cambio agli altri,  ma me lo avrebbe detto, insomma era venuto a controllare neanche 10 secondi prima… Vidi qualcuno passare ed andare sul retro. Perché mai un agente che doveva proteggermi doveva andare sul retro della mia casa. Semplice. Non erano agenti.
“Come cazzo ha fatto a trovarmi?! E gli agenti qui fuori? Ma se Hetty sta guardando le telecamere qui fuori, perché tanto lo starà facendo, allora gli ha visti e ha mandato qualcuno” Sentì un rumore, e vidi che avevano sfondato la porta ed erano entrati. Io lottai con tutte le mie forze, ma loro erano troppi e mi avevano anche colpito alla testa. La vista iniziò ad annebbiarsi, cercai di resistere, di restare lucida. Non potevo dargliela vinta così facilmente, ma fu tutto inutile, la vista si annebbiava sempre più velocemente, complici il dolore alla testa e i dolori delle vecchie ferite che tornavano a farsi sentire, dopo poco persi i sensi.
Quando mi risvegliai  ero legata, anzi ero letteralmente appesa al soffitto, come fossi un lampadario, proprio come quando aveva scoperto che ero un agente, proprio come quando tortura qualcuno, proprio come quando mi aveva torturato qualche mese prima. -Ci rivediamo dolcezza! Sai non è stato per niente facile trovarti- mi disse lui con un tono malizioso misto ad ira e chissà cos’altro, mentre si aggiustava la giacca, rigorosamente bianca, come i pantaloni. Non risposi, e la cosa iniziò a farlo irritare ancora di più, anche se non lo dava a vedere.
Iniziò a girarmi intorno e alzò di poco la canotta. -Dolcezza a quanto vedo stai guarendo, ma noi abbiamo un discorso in sospeso e direi che adesso possiamo riprenderlo- disse con lo stesso tono di voce. -Fa quello che vuoi, non ti dirò nulla- risposi io quasi sfidandolo. -Per quale agenzia lavori?- mi chiese abbandonando il tono malizioso e lasciando spazio all’ira. -Te l’ho detto mesi fa, te l’ho detto prima e te lo ripeto ora. Io non ti dirò nulla- dissi usando quel tono di voce che … come dire… usano nei film polizieschi quando un agente viene catturato e il suo sequestratore gli pone domande ma lui quasi lo prende in giro. -Cosa vuoi?- Stava perdendo la pazienza e non so perché, ma quella cosa mi rendeva felice. -Voglio ficcarti una pallottola in testa- gli risposi prima di ridere. Mi aveva chiesto cosa volevo. Io lo volevo morto e lo volevo uccidere io.
Mi diede un pugno allo stomaco, un altro sul labbro, poi si allontanò da me e si avvicinò ad un tavolino di metallo con diversi oggetti sopra e continuò a parlarmi -Dolcezza dimmi quello che voglio sapere e non ti farò male. Mi dispiace molto, perché sei una bellissima donna, ma se mi dai ciò che voglio ti farò morire senza soffrire. O magari se ti unirai a  me potrei anche risparmiarti ... Ma se non fai nessuna delle due ... avrai una morte lenta e dolorosa- Di nuovo il tono malizioso. Risi a quell’affermazione e gli risposi cercando di fargli capire che ero calma e che non avevo paura di lui. Anche se in realtà avevo paura. -Sei tu quello che avrà una morte lenta e dolorosa-


 
Nel frattempo a casa di Kensi: (POV DEEKS)


 
-Mi spiegate come diavolo avete fatto?! Dovevate proteggerla!!- Urlò Sam isterico agli agenti che dovevano proteggere Kensi, mentre i paramedici medicavano le loro ferite. -Sam calmati la ritroveremo- cercò di tranquillizzarlo Callen. –No!  Sam ha ragione. Dovevano proteggerla. Come io dovevo restare qui- risposi con un tono misto tra rabbia, rimorso e non so cos’altro -Quel bastardo l’ha presa, l’ha portata solo Dio sà dove e noi non abbiamo niente in mano!- continuai sfogandomi, continuando a dare calci e pugni all’ auto. “Se faccio un solo graffio all’auto me la farà pagare cara. Sempre se la ritroveremo in tempo. Quel bastardo ha un vantaggio enorme su di noi. E non abbiamo molto tempo”.
Andammo alla base operativa. Eric e Nell ci avvisarono che Kaleydoscope aveva avvistato l’auto su cui avevano portato via Kensi, ma la bruta notizia era che quell’auto era sparita e le telecamere non la trovavano. “Se quel figlio di puttana le fa del male giuro che lo ammazzo con le mie mani”  Continuammo ad esaminare la vita del marine e di Alvarez in cerca di un qualche piccolissimo indizio. Ma Niente. -Ragazzi è arrivato un video all’FBI, lo hanno inviato a noi perché riguarda Kensi- disse Eric correndo giù dalle scale e ci fece segno di raggiungerlo di sopra. -Mettilo sullo schermo- disse Callen impaziente. Almeno potevamo vedere come stesse .
-Eric non è una registrazione- esordì spaventata Nell per quello che stavano vedendo i suoi occhi -Hai ragione Nell …È in tempo reale- Volevo morire. Era lì, legata ai polsi, piena di sangue e i vestiti strappati, e quel tizio giocava con coltelli, lame ed altro. “Appena ti trovo ti ammazzo”. Continuavo a pensare solo questo.


(-Te lo chiedo di nuovo: per chi lavori?- le chiese. -Non te lo dirò mai- stava giocando con lui e lui si irritava di più, perché continuava ad infastidirlo. -Allora dimmi qualcosa che vuoi- gli disse spazientito. -Te lo ripeto per l’ennesima volta…Voglio una pistola per ficcarti un proiettile in testa-)
Silenzio totale. Lo aveva detto realmente, o erano il mio udito si stava prendendo gioco di me , nonostante il m omento delicato? –Ragazzi... glielo ha detto veramente?- chiese Eric incredulo. Sam annuì e continuò a fissare lo schermo.  “Appena ti trovo te la do io la pistola !!” . Prima le diede un pugno sul suo bel viso, ormai pieno di sangue e svariati tagli, poi prese un pezzo di ferro caldo e glielo mise sul fianco destro.
Cosa diavolo era quel … coso di ferro… qualsiasi cosa fosse, aveva una forma strana. L’unica cosa certa era che fosse molto caldo e stava facendo soffrire la mia Kensi. Si perché lei è la MIA Kensi. Potevamo vederla e sentire tutto, anche le sue urla di dolore. Non ce la facevo più, non potevo solo distogliere lo sguardo perché sentivo le sue grida, e mi sentivo inutile.
Io Sam e Callen ci sentivamo inutili. Loro in quanto suoi colleghi ed amici da molto più tempo di me, sentivano il dovere di proteggerla. Io in quanto suo partner avrei dovuto proteggerla. E cosa più naturale, perché... chiamatelo istinto protettivo maschile o come diavolo volete. Ma lei è una donna e noi siamo tre uomini… e gli uomini hanno il DOVERE di proteggere una donna. E invece noi non sapevamo dove l’aveva portata, non avevamo uno straccio di prova, neanche una pista su cui indagare. L’unica cosa che potevamo fare era guardare come quel bastardo la torturasse, così uscì fuori. Ma prima mi rivolsi ai ragazzi. -Troviamo quel figlio di puttana prima che le faccia ancora più male-
Tornammo tutti alla ricerca di questo bastardo mentre Hetty e Granger continuavano a guardare cosa quel mostro faceva a Kensi, e mentre Eric e Nell cercavano indizi nel video, magari da dove stavano trasmettendo e mentre cercavano di rintracciare il segnale del video.


 
KENSI:


 
-Possibile che uno come te non sa fare altro?- gli chiesi. Stavo giocando con il suo orgoglio, con la sua mascolinità, tutto quello lo faceva infuriare e mi picchiava, ma non mi avrebbe mai ucciso, non prima di avergli detto quello che voleva sapere. -Stà zitta puttanella!!!!- Mi diede l’ennesimo pugno allo stomaco -Cosa sanno di me?- mi chiese poco dopo. Io non risposi, in fondo mi aveva detto che dovevo stare zitta. –Rispondi- mi disse irritato. -Ma non dovevo stare zitta?!- gli feci notare con un sorriso sulle labbra.
Ciò suscitò un suo sorriso, e poi sempre con quel tono da schifoso pervertito mi rispose -A questa domanda devi rispondere tesoro- -Tutto... Niente... Qualcosa- continuai a giocare con lui. -Non ti è ancora passata la voglia di giocare?! Te la faccio passare io. Karlos stringi le catene- Il suo scagnozzo si stava avvicinando e io ne approfittai per toccargli di nuovo l’orgoglio e il suo essere uomo. -E tu non lo puoi fare? Deve sempre fare lui il lavoro sporco per te?!?- Ennesimo pugno, ennesimo calcio, ennesimo ferro sul mio corpo. Urlai di nuovo per il dolore. “Speriamo che mi trovino subito. Non credo di riuscire a resistere ancora molto”


 
 
Salve a tutti !!! Chiedo immensamente perdono per aver pubblicato il secondo capitolo quasi dopo un anno !!! *mentre parla è in ginocchio che chiede perdono*
Ho avuto un bel po’ di problemi, e poi ogni volta che provavo a scrivere qualcosa, puntualmente lo cancellavo perché non mi convinceva mai… a dire il vero neanche questo mi convince al 100%...
Allora prima di tutto parliamo del capitolo.
Alvarez ha trovato la nostra cara Kensi, e la sta torturando nuovamente (chiedo scusa anche per il pezzo di ferro non identificato, ma non mi veniva in mente nessun dannatissimo oggetto, che poteva usare. Quindi ho cercato di giocare, cosa che non mi è riuscita molto bene, sul fatto che Kensi non sapesse cosa fosse perché impegnata a tenere duro, e Deeks e tutti gli altri, perché erano più impegnati a darsi da fare per salvarla). Kensi, ha paura, e sfiderei chiunque a non averne, ok che è un agente addestrato, ma chiunque in una situazione del genere, soprattutto se è già successo e da poco, proverebbe terrore. Ad ogni modo, Kensi è messa  male… Pensate che i ragazzi riusciranno ad arrivare in tempo? Secondo voi Eric e Nell impiegheranno poco o più tempo per una delle loro magie informatiche?
Ora vi lascio in pace. Prima però volevo ringraziare tantissimo tutti quelli che hanno recensito, messo la storia tra le seguite o tra le preferite. Vi ringrazio tantissimo, non credevo potesse piacere la storia, infatti l’enorme ritardo nel postare il secondo capitolo è dovuto anche al fatto che non credevo che a qualcuno potesse essere piaciuta la storia.
Adesso sparisco seriamente. Spero di riuscire a scrivere il terzo capitolo il prima possibile. Un bacione a presto
_Emy_
  
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