Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Seiraluna    08/02/2015    1 recensioni
La ragazza fece come gli aveva detto il cavaliere dei pesci. Scese qualche scalino e poi rimase a fissare il cavaliere d’oro che afferrava il mantello e se lo metteva sulle spalle.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Pisces Albafica, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Agasha e Albafica erano ancora seduti sul prato nel parco fuori il villaggio. Era scesa la sera e loro non accennavano a muoversi. Poi la ragazza sentì un brivido di freddo e il cavaliere se ne accorse.
-Inizia a fare freddo e sono già le otto. Presto dovrò lasciarti.
-No, restiamo ancora. Non mi importa se prendo un raffreddore o la febbre, voglio stare con te ancora un pochino.
Albafica sorrise per quelle parole, Agasha era così dolce, desiderava passare più tempo possibile con lui e era quello che voleva anche lui.
-Voglio passare la serata con te ma non ti farò prendere freddo.
Albafica prese Agasha in braccio e la portò al Grande tempio.
I cavalieri li seguirono senza farsi vedere. Volevano vedere cosa aveva in mente Albafica.
Arrivato davanti la scalinata del tempio, Albafica si diede dello stupido. Dove la voleva portare, non poteva di certo farla entrare nella sua casa, era piena di rose velenose. Neanche lui poteva entrarci fino alla mezzanotte.
-Non dovevo portarti qui, non puoi entrare nella mia casa e io l’avevo dimenticato. La normalità mi fa un effetto strano. Stare con te mi fa un effetto strano. Credo che quando non potrò più toccarti, mi sentirò molto triste. Penserò a te continuamente e quando ti vedrò al villaggio, mi verrà voglia di stringerti.
-Permettimi di venire al tempio a trovarti, resterò lontana dalla tua casa. Voglio solo vederti.
-Non puoi, dovresti salire le scale del tempio e attraversare le case. Rischi di incontrare cavalieri d’oro molto burberi, sono miei amici ma a volte sono invadenti. Alcuni di loro sono anche molto severi.
-Mi dispiace se ti ho fatto una richiesta tanto egoista, non succederà più.
-Agasha non è da egoisti chiedere di potermi vedere, ma io non voglio farti correre rischi. Se mi avvicino e tu svieni, vorrà dire che ho rischiato di avvelenarti. Se respiri un po’ del mio veleno potresti anche delirare per giorni e poi …
Agasha mise una mano sulla bocca di Albafica in modo che non finisse la frase.
-Non mi avvicinerò alla vostra casa e mi limiterò a guardarvi da lontano.
Albafica strinse la mano che lei gli aveva messo sulla bocca e ne baciò il dorso.
-Sei davvero carina, non vuoi che io dica cose tristi. Sei troppo per me. Ricordati di darmi del tu, hai ripreso a  parlarmi in modo formale.
-Strano, avendoci visti insieme le persone avranno detto il contrario. Sicuramente penseranno che un cavaliere come te deve passare del tempo con persone del suo rango.
-Io sto bene con te. Ora il problema è che non so dove portarti per tenerti al caldo. Io vivo sempre nella mia casa, non conosco altri posti dove andare.
 
Intanto gli altri cavalieri seguivano la coppia di nascosto.
-Scusate non dovremmo aiutare Albafica a trovare un posto dove riposare, lui non può tornare alla dodicesima casa.
-Regulus non possiamo uscire fuori dal nascondiglio e dire a Albafica dove andare, scoprirebbe che lo abbiamo spiato tutto il tempo.
-Manigoldo non possiamo lasciarlo al freddo con quella ragazza, hanno bisogno di un posto caldo e confortevole per dirsi addio- disse Regulus con la faccia più dolce che sapeva fare.
-Sisifo ha ragione, quando vuoi ottenere qualcosa sei tremendo- disse Cardia.
 
All’improvviso dietro Agasha e Albafica comparve il cavaliere del Toro che li strinse fra le sue braccia.
-Guarda che carini, che coppietta dolce.
-Ci stai stritolando.
-Oh scusate.
Il cavaliere mise a terra i due ragazzi e sorrise.
-Ho saputo che oggi hai passato una giornata da ragazzo normale, ti sei divertito?
-Sì, grazie. Come mai sei qui?
-Ho saputo che cerchi un luogo caldo. Non puoi usare una casa degli altri cavalieri, ma puoi portare la tua amica alla casetta che i cavalieri di bronzo usano quando restano ad allenarsi fino a tardi e sono troppo stanchi. Vi ci porto.
I due ragazzi seguirono il cavaliere.
-Il tuo amico è molto gentile.
-Lui è fatto così. Pensa che passa ore e ore a giocare con i bambini del villaggio. Ha anche finanziato la costruzione di un bellissimo teatro per i bambini. Ogni giorno lì si esibiscono i migliori artisti della nazione, tutti spettacoli per i più giovani.
-Ne avevo sentito parlare.
-Eccoci qua. Dentro ci dovrebbe essere una scorta di cibo e di acqua, se i cavalieri di bronzo non hanno finito tutto.  La legna per il fuoco è in quel ripostiglio di fianco la casetta.
-Guarda che c’è qualcuno dentro, non possiamo stare qui.
-Ci penso io.
Il cavaliere del toro si avvicinò alla porta della casetta e bussò forte.
-Chi è che disturba di sera, abbiamo appena finito gli allenamenti. Siete voi, cosa cercate?
Il cavaliere del Toro entrò nella casetta rimise in ordine in cinque minuti, lucidò tutto in modo perfetto e accese il fuoco. Poi prese Tenma e Yato di peso e li portò fuori.
-Cosa combina? Siamo stanchissimi, Doko ci ha riempiti di esercizi oggi e poi è sparito nel nulla, dicendo che aveva delle cose urgenti da sbrigare.
-Dovete fare un allenamento di resistenza di notte. Ora vi porto al luogo dell’allenamento.
-Siete un despota, non è giusto- urlò Yato.
 
Agasha e Albafica rimasero sconcertati per la scena.
-Per colpa nostra, porterà quei ragazzi ad allenarsi?
-No, aveva già deciso di portarli a fare un allenamento extra, deve averlo chiesto anche a Doko. Non è da lui fare cose impulsive, era tutto programmato.
Albafica e Agasha entrarono nella casetta e trovarono il fuoco acceso e delle cose da mangiare sul tavolo. Era tutto pulito e il letto era sistemato con del coperte pulite.
Cardia e Manigoldo si affacciarono alla finestra e videro Albafica che accendeva delle candele sul tavolo.
-Non lo trovi romantico? Deve aver preso l’idea delle candele dalla nostra ultima missione.
-Manigoldo avete mangiato a lume di candela durante la missione?
-Certo che no Cardia, cosa vai a pensare. Siamo entrati in una villa di ricconi e c’erano delle coppie che cenavano a lume di candela, deve aver pensato che piace a tutte le ragazze.
-Voi fate cose strane durante le missioni, ecco perché il grande sacerdote ti punisce sempre.
-Il vecchio esagera sempre.
 
Albafica aveva affettato del formaggio e dei pomodorini e li aveva dati a Agasha.
-Non è molto ma con il pane dovrebbe andare bene.
-Va bene così. Questo formaggio è ottimo.
-Shion e Degel hanno gusti abbastanza raffinati e quando vanno al mercato comprano le cose migliori.
-Non sapevo che i cavalieri facessero la spesa?
-No, solo Shion, Degel e il cavaliere del Toro. Mai mandare Cardia e Manigoldo al mercato, comprerebbero solo dolci.
Agasha rise, non riusciva a non pensare all’idea di quei due con le buste in mano. Albafica si sedette davanti il caminetto dopo aver steso una coperta per terra e poi invitò Agasha a sedersi accanto a lui. La ragazza lo seguì volentieri e poggiò la testa sulla spalla del cavaliere.
-Ora non prenderai freddo.
-Se stare con te voleva dire stare al gelo, sarei restata fuori. Non mi importa dove sei, ti resterò accanto fino all’ultimo secondo.
-Devi andare via prima della mezzanotte.
-Lo so.
-Mi aspetterai fuori e io ti riporterò a casa stando a qualche metro da te.
-Grazie.
Agasha era triste, presto avrebbe dovuto separarsi dal suo amore, non vi voleva pensare ma era più forte di lei.
 
Fuori
-Ragazzi state esagerando con la storia delle spie, è ora di tornare alle vostre case- disse il cavaliere del toro.
-Così non ci fai vedere il finale- disse Cardia.
-Meglio non vedere il finale. Sarebbe straziante vedere una ragazza allontanarsi dalla persona che ama. Ricordate il viso sorridente di Albafica, non il momento in cui dovrà dire addio alla ragazza che ama.
Il cavaliere del Toro si caricò tutti gli spioni sulle spalle, inclusi Doko e Degel, e li riportò alle loro case.
 
Dentro la casetta
Albafica stava baciando Agasha sulle labbra e era felice. Stare con lei lo faceva sentire vivo, voleva tenerla al suo fianco ma era troppo rischioso.  L’avrebbe osservata da lontano e protetta da ogni pericolo.
-Albafica penserai a questo giorno?
-Sempre, è stato il giorno più bello della mi vita. Passarlo con te è stato meraviglioso. Se non ti avessi trovata, avrei passato la giornata a passeggiare per il villaggio senza nulla da fare.
-Mi hai trovata per fortuna.
Albafica sollevò Agasha e la fece sedere sulle sue gambe con la faccia rivolta verso di lui.
-Agasha metti le braccia intorno al mio collo.
-Ve bene.
-Non ti muovere da questa posizione, ti tengo stretta.
Albafica chiuse gli occhi a Agasha e preparò uno spettacolo per lei. Quando la ragazza riaprì gli occhi vide che la stanza era piena di stelle.
-Posso mostrarti ogni costellazione e ogni pianeta. È come se fossimo nel cielo stellato.
-Qui è meraviglioso.
Agasha baciò Albafica sulle labbra per ringraziarlo, ma non fu il solito bacio. La ragazza dovette stringersi forte alle spalle del ragazzo per non scivolare, il bacio era più passionale dei precedenti e le annebbiava ogni senso.
-Piaciuta la sorpresa?
-Tanto. Poter guardare le stelle con te è bellissimo, pensavo che non avrei mai potuto fare queste cose con te. Invece, tu hai realizzato il mio sogno.
Albafica rimase sorpreso, lei sognava di passare le ore con lui. Nessuno poteva desiderare una cosa del genere, sapendo che aveva il sangue velenoso. Eppure lei voleva restargli accanto, gli aveva anche detto che era disposta a rischiare la vita se lui gli avesse permesso di andare a trovarlo. A maggior ragione l’avrebbe tenuta lontana. Era la persona alla quale teneva di più e non avrebbe permesso al suo veleno di ucciderla. Nessuno l’avrebbe ferita, nessuno l’avrebbe toccata, nessuno l’avrebbe fatta piangere. Proteggerla era diventato per lui fondamentale, per questo era pronto a sacrificarsi contro qualunque specter gli sarebbe apparso davanti.
-Se io non fossi un cavaliere ti avrei sposata.
-Me?
-Sì, perché quella faccia sorpresa?
-Perché sembri un aristocratico e sei molto bello, non pensi alle voci che si sarebbero sparse per il villaggio sposando me.
-Non mi sarebbe importato niente. Non sono un tipo che ascolta le voci, visto quante me ne dicono visto che sono alquanto letale.
-Sei la persona più gentile che io abbia mai incontrato, non ti ho mai ritenuto letale. Mi hai riparata dalla pioggia con il tuo mantello e mi hai regalato due rose rosse, come potrei non pensare che sei dolcissimo.
-Agasha se fossimo sposati potremmo vivere felici e fare le cose che fanno gli innamorati.
-Lo so, ma sono felice anche in questo modo, so che non si possono fare certe cose. Bisogna seguire le regole.
Albafica strinse i denti, non poteva farla sua perché non era giusto. Lei aveva tutta una vita davanti e in futuro sarebbe stata felice sposando un ragazzo che l’amava. La cosa non gli piaceva perché lei sarebbe stata fra le braccia di un altro, ma voleva vederla felice. Non poteva certo restare sola per sempre, non voleva che passasse quello che aveva vissuto lui. Stare soli non era per niente bello.
Alle nove qualcuno bussò alla porta della casetta.
Albafica coprì Agasha con il suo mantello per farla stare al caldo e si alzò per andare ad aprire. La ragazza sentiva il profumo e il calore del cavaliere attraverso quel mantello. Stava provando delle sensazioni indiscrevibili.
-Sisifo cosa ci fai qui?
-Il grande sacerdote vuole parlarti subito.
-Arrivo subito, il tempo di salutare Agasha.
Per Albafica era tempo di dire addio alla sua amata. Quando Agasha lo vide andare verso di lei, capì che era arrivato il momento di separarsi, eppure mancavano ancora tre ore. Sapeva di non poterlo avere tutto per sé per l’intera giornata, non era cortese.
-No, aspetta Albafica. Il grande sacerdote ha detto che deve venire anche lei.
-Vieni Agasha, dobbiamo salire al Grande tempio.
-Va bene.
Si avviarono verso il grande tempio passando di casa in casa. Quando arrivarono alla casa dei gemelli, Agasha fu pervasa da brividi freddi. Quella casa le faceva paura.
-Cosa succede Agasha?
-Questa casa mi fa paura. C’è una strana atmosfera qui dentro.
Agasha si portò le mani sulla bocca, aveva parlato a sproposito, lì ci viveva un amico di Albafica.
-Non devi preoccuparti, a volte i più giovani hanno dei sensi sviluppati e vedono ciò che neanche i cavalieri d’oro vedono- disse Sisifo.
Lei guardò Albafica che gli sorrise, confermando quello che diceva Sisifo. L’avvicinò a sé e continuarono la salita al tempio. Albafica non si staccava mai da lei, non voleva che sentisse ancora quelle sensazioni negative.
Arrivati alla casa della vergine, il cavaliere d’oro bloccò il loro cammino.
-Sisifo portare una civile al grande tempio di sera può essere pericoloso.
-Questo è un ordine del grande sacerdote e ci ha detto di passare per le case. Perché ci blocchi?
-Volevo scoprire se il cuore di questa fanciulla è sincero con Albafica, non vorrei che facesse soffrire il nostro amico.
Albafica stava per tirare un pugno al cavaliere della vergine, ma Agasha lo trattenne per il braccio. La guardò e si calmò subito.
Andarono oltre e salirono fino alla casa del capricorno. Lì el Cid si allenava.
-Altre seccature Sisifo?
-No, il grande sacerdote vuole solo vedere Albafica e questa ragazza.
-Capisco. Il tuo tempo sta per scadere amico, spero tu abbia capito quali sono i tuoi veri doveri.
-Non preoccuparti Cid, so cosa devo fare, non tradirò il tempio o tutti voi.
-Sei sempre affidabile Albafica, forse è per questo che non mi sei antipatico.
Arrivati all’ultima casa Albafica prese Agasha in braccio e le coprì il viso con un fazzoletto.
-L’aria qui intorno è irrespirabile, passeremo da quel sentiero di fianco alla casa per arrivare al tempio. È accidentato quindi attento a non farla cadere.
-Non permetterei mai una cosa del genere.
Arrivati al tempio, Albafica tolse il fazzoletto dal viso della ragazza e la portò al cospetto del grande sacerdote.
-Siamo qui.
-Bene Albafica. Buonasera Agasha.
-Buonasera grande sacerdote.
-Albafica se vuoi restare ancora con lei puoi farlo ma ricorda di non oltrepassare certi limiti.
-So cosa non posso fare. Ma voi non mi avete convocato per ricordarmi queste cose.
-Sempre molto arguto mio caro cavaliere dei Pesci. Se vuoi puoi celebrare la cerimonia con lei?
-Quale cerimonia?
-Albafica sei fortissimo, sveglio ma a volte sei anche ingenuo. Volevo dire che puoi sposare Agasha e stringere un legame più forte con lei.
-Mai. Sarebbe costretta a una vita piena di sofferenze.
-Ragazzo mio se ti ama veramente, sarà pronta a sacrificarsi per te e a soffrire quanto hai fatto tu. Non credi?
-Non permetterò mai che sia vincolata a me.
-Sai bene che il vincolo si spezzerà presto.
Albafica sapeva che il grande sacerdote aveva ragione, presto sarebbe morto e Agasha sarebbe stata libera da ogni promessa matrimoniale, ma non poteva farlo. Lei non poteva legarsi a lui, un uomo più velenoso di un serpente, letale quanto un colpo di spada al cuore.
-Tu cosa ne pensi Agasha?
-Io vorrei sposare Lord Albafica, ma non lo farò perché lui non vuole.
-In realtà lui vuole ma ha paura di farti soffrire.
-Non le dica tutto, non voglio che pianga ancora.
Albafica prese in disparte Agasha e parlarono per cinque minuti. Poi il cavaliere dei pesci si avvicinò al grande sacerdote e accettò la sua proposta.
Due ancelle trascinarono via Agasha e la vestirono con un abito bianco e lungo. Mentre Albafica dovette indossare la sua armatura.
-Ho saputo che ti sposi e ti ho portato un regalo.
-Manigoldo come hai saputo di questo fatto?
-Cardia ha spiato la conversazione fra Sisifo e il vecchio e mi ha raccontato tutto. Sisifo era preoccupato per la tua reazione.
I due andarono davanti al grande sacerdote che aveva un libro in mano.
-Manigoldo visto che sei qui farai da testimone a Albafica.
-Vecchio sapevi che ero qui e hai programmato questo ruolo per me. Per questa volta non faccio storie, sono felice per Albafica.
-Esci fuori anche tu Cardia.
-Mi avete scoperto subito. Non vi sembra che ci sia un problema, la ragazza non ha un testimone.
-La presenza di Atena basterà per lei.
Dietro di loro comparve Atena che indossava un abito scuro. Cardia le si avvicinò e notò il suo vestito diverso dal solito.
-Sembro tanto strana vestita così?
-No, è che di solito vestite di bianco.
-Oggi la protagonista è Agasha, non posso indossare il bianco. Sono felice per te Albafica.
-Grazie lady Atena.
Agasha uscì da dietro le tende e Albafica sorrise, era bellissima con quel vestito bianco e lungo. In mano aveva un bouquet di rose rosse molto semplice e bello come lei. Manigoldo e Cardia restarono a bocca aperta alla vista della ragazza. Albafica allungò le braccia e gli serrò le mascelle.
-Chiudete la bocca o ci entreranno le mosche dentro- disse il cavaliere dei Pesci.
Agasha si avvicinò al cavaliere e il grande sacerdote iniziò a parlare. Fu una cerimonia molto breve ma furono dei momenti magici per i due sposi. Tutti i cavalieri d’oro erano presenti e tutti erano felici per Albafica.
-Puoi baciare la sposa Albafica.
Il ragazzo baciò la sposa e partì un applauso che si sentì fino a valle. I cavalieri di bronzo furono svegliati dalle strilla che provenivano dal tempio, non credevano alle loro orecchie. I cavalieri d’oro non avevano mai fatto tanto baccano in vita loro.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Seiraluna