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Autore: the maze tribute    08/02/2015    6 recensioni
Come tutto è iniziato.
Dal testo:
-E così tu sei il nuovo pive...Benvenuto. Io mi chiamo Newt-
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzino moro entrò nella stanza.

Era piccola, e arredata solo con un paio di poltrone, tra le quali era sistemato un tavolino di vetro.

Le pareti erano completamente bianche, senza nessun quadro appeso.

Si sedette su una delle due poltrone, sistemandosi un po' per stare più comodo.

Era stato accompagnato lì da una ragazza alta, dei bellissimi occhi azzurri, avrà avuto vent'anni.

Indossava una strana divisa bianca, con delle lettere scritte sopra.

W.I.C.K.E.D.

Aveva detto di chiamarsi Alena, o qualcosa del genere. Era un nome abbastanza strano, pensò il ragazzino.

Lui, ne era sicuro, non aveva mai conosciuto nessuno che si chiamasse così.

Anche se in realtà non poteva esserne del tutto certo.

Era abbastanza confuso. Non ricordava bene ciò che era successo.

Era una cosa molto strana: ricordava solo le cose essenziali, le più importanti, ma nulla nei particolari.

Sapeva di avere 11 anni, e ricordava che suo padre era morto: se ne era andato di casa qualche mese prima, ed era stato comunicato a sua madre solo qualche giorno dopo la sua fuga che era morto.

A lui non lo avevano detto, ma lo sapeva. Lo aveva sentito dire dalla guardia, mentre si era nascosto per origliare la conversazione.

Anche la madre era morta, solo due giorni prima. Davanti ai suoi occhi.

Subito dopo erano arrivate queste strane persone con la scritta W.I.C.K.E.D che lo avevano preso e portato via dicendogli che era per il suo bene, e che lo avrebbero portato in un posto sicuro.

E poi c'era il suo nome. Thomas.

Quel nome gli dava un senso di estraneità.

Come se fosse stato un'etichetta appiccicata ad un barattolo completamente vuoto dopo che è stato privato della sua etichetta originale.

I suoi pensieri furono interrotti da un rumore improvviso.

Thomas si voltò verso la porta e vide una donna, decisamente più vecchia della ragazza che lo aveva accompagnato nella stanza, che si richiudeva la porta alle spalle.

Era bionda, un'aria severa, e le stesse lettere sulla divisa bianca.

Thomas continuò a guardarla impaurito, mentre raggiungeva l'altra poltrona senza degnarlo di uno sguardo.

Si sedette con calma di fronte al ragazzino, e in quel momento lo guardò per la prima volta.

-Ti chiami Thomas, vero?- chiese la donna tranquillamente.

C'era una leggera eco visto che la stanza era praticamente vuota.

Lui si limitò ad annuire, senza dire niente riguardo alla sua incertezza sul suo vero nome.

-Io mi chiamo Ava, Thomas. E non devi preoccuparti. Qui sei al sicuro- gli disse notando quanto spaventato fosse.

Lui non pensava di poter stare tranquillo però. Non aveva idea di dove fosse finito, del perchè era lì.

-Cos'è questo posto? Perchè mi avete portato qui?- chiese alla donna cercando di mettere da parte la paura che sentiva in quel momento.

Lei, inspiegabilmente, sorrise.

-Come già saprai, questo è un periodo di notevole difficoltà in tutto il mondo. Ci sono state numerose e terribili eruzioni solari che hanno raso al suolo gran parte della Terra. In seguito a queste eruzioni solari, è nata un'epidemia. Ha iniziato a diffondersi un virus terribile, e letale. Lo abbiamo chiamato l'Eruzione. I sopravvissuti alle eruzioni solari hanno iniziato a morire a causa di questo virus, che purtroppo è molto contagioso. Si diffonde attraverso l'aria. La nostra associazione, W.I.C.K.E.D., sta cercando di trovare una cura. Da quando abbiamo iniziato le nostre ricerche, abbiamo scoperto che non tutti gli esseri umani contraggono il virus. Ci sono persone immuni, che pur essendo entrati in contatto con l'Eruzione non ne mostrano i sintomi. Tu sei uno di loro Thomas. E ti vogliamo qui con noi perchè pensiamo che potresti aiutarci a trovare la tanto desiderata cura che potrebbe salvare ciò che resta dell'umanità- concluse la donna.

Thomas non ricordava niente di tutto quello che gli aveva appena detto.

-Come potrei aiutarvi io? Non so nulla. Non so niente che potrebbe essere in grado di aiutarvi a trovare la cura- rispose lui.

-Questo è vero, Thomas. Ma tu devi fidarti di noi- rispose lei.

Thomas non disse niente. Si limitò a continuare a osservarla, così lei riprese a parlare.

-Devi aiutarci. Sei sotto la nostra ala protettrice adesso, e abbiamo bisogno del tuo aiuto per trovare la cura. Tu sei importante Thomas, molto più di quanto tu possa immaginare-

-Davvero sono così importante?-

Ava annuì, sorridendogli.

-Quella per cui combattiamo noi è una buona causa. Tante persone cercano di metterci in difficoltà, ma non capiscono che quello che tentiamo di fare può salvare moltissime vite-

Thomas stava iniziando a convincersi del fatto che aiutarli era effettivamente la cosa giusta da fare.

-Adesso- continuò-ti condurremo al tuo dormitorio. Domani inizierai il tuo lavoro-

Si alzò dalla poltrona, e guardò Thomas.

-Vieni con me. Ti accompagno io- gli disse facendogli un cenno con la mano, prima di incamminarsi verso la porta.

Thomas la raggiunse, e la seguì lungo i corridoi.

Continuavano a girare, una volta a sinistra, una a destra, poi di nuovo a sinistra.

Sembrava un Labirinto.

Tutte le pareti erano completamente vuote, come quelle della stanza di prima.

Intanto pensava a quello che gli era stato appena detto da Ava.

Il mondo era stato distrutto. Prima dalle eruzioni solari e poi dal virus.

Com'era possibile che non si ricordasse di niente di tutto ciò?

Pensava di ricordarsi grosso modo tutte le cose importanti, ma pareva che non fosse così.

La Terra quasi completamente rasa al suolo era un dettaglio abbastanza importante che a quanto pare gli era “sfuggito”.

Più ci pensava e più si rendeva conto che nella sua testa regnava la più totale confusione.

Per quanto poco ne sapeva, però, aveva il presentimento che far parte di quest'associazione, di W.I.C.K.E.D., non lo avrebbe portato a niente di buono.

Dopo diversi minuti passati a percorrere i lunghissimi corridoi dell'edificio, arrivarono in una stanza.

Anche questa era completamente bianca, ma era più piena.

Dentro c'erano due letti, due comodini, uno per ogni letto, e due armadi.

C'era anche un ragazzo. Era seduto su uno dei due letti.

Anche lui aveva la divisa bianca.

Probabilmente aveva più o meno l'età di Thomas, forse un anno in più.

Stava leggendo un libro, ma appena vide i due arrivare nella stanza si alzò in piedi.

-Quindi lui è il nuovo compagno di dormitorio?- chiese il ragazzo.

Aveva uno strano accento.

-Sì signor Newton. Lo tratti bene- rispose Ava voltandosi a guardare Thomas.

Lo guardò un paio di secondi, prima di spostare lo sguardo sull'altro ragazzo.

-Domani inizia il suo lavoro- gli disse- Aiutalo, tu sei qui da un po'-

Lui si limitò ad annuire, osservandola con fare abbastanza scocciato uscire dal dormitorio.

Poi si concentrò su Thomas.

-E così tu sei il nuovo pive...Benvenuto. Io mi chiamo Newt-
 

ANGOLO AUTRICE :3
Ciao a tutti! Allora.. ho avuto quest'idea.
Inizierei col dire che adoro il legame che c'è tra Newt e Thomas, e mi piace pensare che i due ragazzi si conoscesserò da prima di entrare nella Radura. Questa storia parlerà di come tutto è iniziato, di come siamo arrivati al Labirinto e alle seguenti prove, mettendo un po' al centro del tutto l'amicizia tra i nostri due Radurai :)
Spero tanto che vi piaccia, e spero che qualcuno mi lasci qualche recensione, per farmi sapere cosa ne pensa :)
*torna a nascondersi nel suo angolino*

 

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