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Autore: fedetojen    08/02/2015    4 recensioni
Lui: sexy, provocante, temuto, ma sotto sotto sa il fatto suo.
Lei: tranquilla, quasi trasparente, ma quando vuole sa farsi sentire. Cosa potrà succedere se loro due si scontrano più volte a scuola e scaldandosi per poco?
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Angolo scrittrice: ciao a tutti/e spero che questa storia vi prenda :) vi avverto a fine storia ci sarà la foto del nostro protagonista spero vi piaccia! Aspetto vostre recensioni! P.S: se non recensite e leggete soltanto è inutile che continui a scrivere. Grazie dell'attenzione!


La paura è solo qualcosa che creiamo dentro.
 

Capitolo 1
 
Come ogni mattina vado a scuola, e cerco di evitare i nerd, le barbie e più di tutti LUI. Lui, alto, sguardo accattivante e labbra perfette.
I suoi occhi color cioccolata, stregano e impauriscono ogni persona sana di mente, se quella venisse a conoscenza, di che tipo sia lui.

È il più conosciuto nel liceo e anche il più temuto.
Temuto da persone come me, che cercano di vivere in tranquillità e di non creare problemi.
Ma il suo nome può essere uguale a seccatura.

“Ehi stai più attento marmocchio!” la sua voce si riconosce anche tra mille altre.

Apro l’armadietto cercando di far finta di non averlo notato, mentre viene proprio verso di me.
Lo guardo che passa dietro di me dallo specchietto del mio armadietto, ma si ferma e fa retromarcia.
Guai in vista. Lo guardo dallo specchio: sguardo possente, forte, agghiacciante rivolto verso di me.

“Non si saluta più?” ma chi ti caga! Non rispondo, cercando di fare l’indifferente. Sento le sue mani fare pressione sui miei fianchi e voltandomi verso di lui, mi sbatte contro gli armadietti avvicinandosi al mio volto.

“Sai questo tuo comportamento, mi stuzzica” mi dice.
Non è americano, perché sembra avere tratti asiatici, ma sinceramente non mi interessa.
Denti bianchi, viso da teppista e fisico da sballo.

“E come mai?” dico cercando di rimanere il più calma possibile. Sorride malizioso.

“Ti verrò a cercare” dice staccandosi da me e andandosene. Sospiro ritornando così al mio armadietto.

“Ei bella” e ora chi è mai? Mi volto e lo guardo: biondino, occhi verdi e sorriso a 32 denti.

“Tu saresti?” dico chiudendo l’armadietto e mettendo i libri sotto il braccio.

“Un ‘servo’ di quel tipo” dice indicando il ragazzo che poco prima mi ha sbattuto contro gli armadietti.

“Di bene in meglio” dico mentre mi avvio in classe.

“Devi scusarlo”

“Sei il suo avvocato per caso?”

“No ma-”

“Allora puoi anche sparire” detestavo i tipi come lui.
Quelli che cercano di andare dietro ad ogni persona che abbia la così detta ‘patata’ e che non abbia un cervello, se non quello di una gallina. Non rispose e si dileguò. Mi sedetti alla mia sedia e con la coda dell’occhio lo vidi prendere la sedia del banco accanto, e ruotarla per sedersi, come uno al bar.

“Ho visto che hai conosciuto il mio nuovo servetto”

“Leandro, se quello vuol dire conoscere, allora conosco tutta la scuola” dico voltandomi verso di lui e guardandolo con aria di sfida.

“Mmh, in poche mi fanno quello sguardo. Mi fa eccitare sai” dice mordendosi un labbro.

“Come no, vai a giocare con una delle tue barbie” dico alzandomi. Si alza di scatto mettendosi davanti a me.

“Ma tu sei la mia barbie preferita” dice con voce provocatoria.

“Che razza di nome ti hanno dato i tuoi? Tsk” dico alzando gli occhi al cielo.

“Mia madre è di origine greca e mio padre asiatica, qualche problema?” dice irritato.

“Sei tu il mio problema” dico a denti stretti.

“Piccola marmocchia….insolente e maleducata! Lo sai con chi stai parlando?” dice guardandomi con occhi ardenti di rabbia.

“Sì e vorrei tanto che non fossi capitata nella tua stessa classe, razza di deficiente!” dico quasi urlandogli contro.

Di colpo mi afferra per il braccio trascinandomi con forza, fuori dalla classe.
Siamo nel corridoio e ormai sono tutti nelle classi ad aspettare che i prof arrivino.
Continua a camminare stringendo la presa sul mio braccio e inizia a farmi male.
Mi sbatte contro il muro e si avvinghia a me come se fossi di sua proprietà.
Corpo contro corpo, respiro contro respiro, sguardo contro sguardo.

“Possibile che con solo la tua rabbia, tu mi faccia eccitare così tanto?” dice avvicinandosi al mio orecchio e passando le sue labbra su di esso.

“Diana…perfino il tuo nome mi eccita da morire” dice in un sussurro.

Devo ammettere che è davvero eccitante tutto questo, ma se non fosse per lui, sarei andata avanti già da molto tempo.
Mi faccio forza e con le mani lo spingo via.

Appena alza il volto, si passa la mano nei capelli e mordendosi il labbro inferiore mi guarda: mi osserva da capo a piedi con quel suo sguardo così sexy e provocante. Il suo petto si muove così velocemente che capisco che realmente era eccitato.

“Gattina, devi smetterla di giocare sporco” dice prima di andarsene in classe.

Lui è Leandro :D


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