La prima volta che la vide era una giornata invernale, mancavano poche settimane a Natale e stava passeggiando per le vie del centro.
La prima cosa che notò di lei fu il suo sorriso, luminoso, che catturò la sua attenzione e un po' della sua stima. La seguì con lo sguardo, ormai curioso; camminava reggendo diverse buste colorate tra le mani, e ogni qualvolta si fermava, si chinava, prendeva dalla busta un pacchettino e lo porgeva a un senzatetto che sedeva a terra, elemosinando. Il suo sorriso si allargava e un Buon Natale le usciva dalle labbra. Poi si alzava e continuava la sua strada.
Ad Harry, seppur lontano, quel sorriso rimase impresso.
La rivide due giorni dopo.
Era seduta in un bar, sorseggiando dalla sua tazza. Fuori faceva freddo ed Harry aveva optato per un caffè prima di partire.
Quando la vide ne rimase colpito, ancora una volta. Aveva ai piedi solo dei calzini neri, e leggeva un libro in tutta tranquillità.
Harry prese il suo caffè e si sedette cinque tavoli piú lontano, aveva proprio voglia di lei. E non capiva il perché.
Quel giorno rimase nel bar oltre l'orario di partenza del suo aereo.
Troppo preso ad osservare quella ragazza. Dimenticò persino di avvisare sua madre del ritardo, dell'aereo perso e di comprare il regalo per sua sorella.
Notò per la prima volta i suoi capelli, di un colore indefinito tra il biondo e il rossiccio, crespi e poco pettinati; notò le mani, un po' tozze e dalle dita corte; notò il naso, la bocca, il suo stile casuale nel vestirsi e la pelle priva di trucco.
Al suo caffè ne seguirono altri tre e due biscotti al cioccolato.
Finché in quel bar non rimasero solo loro due, e le cassiere un po' troppo esuberanti.
Quando la ragazza girò l'ultima pagina del suo libro, alzò gli occhi e i loro sguardi si intrecciarono.
Harry provò quella strana sensazione che non era solito provare con una ragazza, quella sorta di brividi mischiati a desiderio.
E quando lei si alzò e gli si sedette di fronte, non seppe cosa fare.
Non seppe cosa dire.
Si limitò a fissarla.
E la ragazza estrasse dalla borsa una scatolina colorata, con un Babbo Natale stilizzato disegnato su un lato. La porse ad Harry, sorridendo, e gli augurò Buon Natale.
Poi se ne andò; scalza, lasciando il suo libro sul tavolino del bar.
Harry rimase a guardare i suoi movimenti stringendo la scatolina tra le dita, chiedendosi che cosa gli stava succedendo.
Quando finalmente decise di tornare a casa, portò il libro con sé.
Quella notte si maledisse in tutte le lingue che aveva imparato a conoscere dai suoi viaggi per non averle detto nulla, per non aver neanche notato il colore dei suoi occhi. Si maledisse per non averle chiesto il nome.
Stringendo la scatolina ancora sigillata tra le mani, si addormentò.
Tornò in quel bar il giorno dopo e il giorno dopo ancora. E così per una settimana. Finché non si ricordò del volo che avrebbe dovuto prendere e si maledisse ancora.
Era per questo che non gli erano mai piaciute le ragazze, probabilmente.
Sempre così imprevedibili.
Amelia