Come sarebbe bello dire "per
caso"? Tu credi che ci sia davvero qualcosa che succede "per
caso"?
Alessandro Baricco – Castelli di rabbia
Prefazione
Questa non è una storia
qualunque. Potrebbe sembrarlo, in fin dei conti, quale vita non è qualunque?
Anzi, mi stupirei si pensasse il contrario. All’inizio.
Mi stupisce ancor di più che,
riprendendo le fila di quello che poteva succedermi nel primo dei miei tanti
trasferimenti e traslochi, non mi fossi accorta di come il destino mi stesse
inesorabilmente traghettando verso una vita che non presupponevo nemmeno. Buffo
ripensarci ora, quando gli eventi oramai si sono svolti e nulla è più come
prima.
I sogni che facevo in quel
periodo, mentre abitavo ad Atlanta, erano tutt’ altro che normali. Sembrava che
improvvisamente tutte le mie fantasie adolescenziali prendessero vita attorno a
me senza che io avessi modo di intervenire in nessun modo. E quando il mio
sogno più pauroso divenne ricorrente, tremai di consapevolezza.
Ero ad un bivio. Due strade completamente
differenti mi attendevano davanti a me, ovunque, il silenzio. Ad un tratto un
sonoro cicalare di grilli mi faceva voltare a destra. La strada che vedevo era
un piccolo acciottolato di ghiaia, sembrava una piccola stradina di campagna.
Ai lati, le sterpaglie la rendevano difficilmente percorribile, ma non così
impervia da impedirmi di tentare.
Io tento sempre quello che è
impervio. Fa parte del mio modo di essere. Mi incaponisco sempre con quello che
non è normalmente ritenuto adeguato ai miei standard dagli altri.
Procedendo oltre tuttavia, mi
rendevo presto conto che la stradina spariva sotto i miei piedi, sommersa dal
buio della notte e da piante di cui ignoravo perfino l’esistenza. Animali
feroci rimanevano acquattati ai bordi del mio percorso, in trepida attesa di
qualcosa. Sembrava che il mio odore li avesse attirati e che ora si
aspettassero da me una qualsiasi mossa. Gli occhi dorati di un puma piazzato
tra delle grandi felci mi fecero rabbrividire. Il suo ringhio era un
avvertimento ben studiato, voleva farmi tornare indietro. La mia mente
cominciava sempre, a questo punto, a raggranellare impavida piccoli cocci di
informazioni di quello che avevo visto fino a quel momento, come se vedere mi
avesse potuto aiutare a scegliere. Difficile scelta, comunque. La luce sicura
alle mie spalle era ancora una salva certezza, quasi attrattiva. Ma un rumore
davanti a me mi distraeva nuovamente e mi accorgevo ben presto che il buio mi
circondava e mi rendeva impossibile sapere esattamente dove stessi dirigendo i
miei passi.
Respiravo con affanno, difficile
sapere se fosse per la fatica o per la paura.
E prendevo la mia decisione,
sempre la stessa, avrei proseguito fino a perdermi dentro il buio.