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Autore: mary_jolie_pitt    09/02/2015    5 recensioni
“Ed ero ubriaco è vero.
Ho gridato di odiarti per le strade della città,
sono arrivato fin sotto casa tua e
ho suonato il campanello ripetutamente.
Volevo dirtelo in faccia che ti odiavo,
poi hai aperto e cazzo, io ero ubriaco
ma tu sei ugualmente bellissima e ti amavo.
E così quando mi hai chiesto cosa ci facessi li
al posto di un “Vaffanculo Ti odio”
mi è uscito “Vaffanculo Ti amo”
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OVERDOSE

Non è vero che gli amori vanno e vengono.
Sono le storie che vanno e vengono.
I capricci, le infatuazioni.
Ma gli amori, quelli veri, restano.
Cazzo se restano!

L'ho odiata. L'ho odiata per tanto tempo. Ho odiato tutto ciò che mi ricordava lei: i messaggi delle due di notte, le foto insieme, i miei ritratti che la ritraevano. Per un periodo ho odiato tutto di lei: i suoi occhi azzurri che facevano invidia al cielo, le sue labbra quando si incarnavano in un sorriso, la sua risata, la sua voce. Ho odiato ciò che eravamo. Ho odiato il nostro amore. Tutto questo odio a causa sua. Ha preferito andarsene che rimanere qui. Ha preferito un dannatissimo college a me. Ha preferito studiare che all'amore, il mio amore. Ma si, forse dovevo aspettarmelo. Io non ero abbastanza, non potevo darle la vita che sognava e meritava. Ero solo un orfano di provincia che si procurava il pane lavorando duramente e che aveva la passione per il disegno. Lei invece no, lei era tutto il contrario di me. Ci siamo conosciuti per caso, una mattina di primavera tre anni fa. Lei passeggiava con un libro in mano, mentre io, come tutte le mattine, andavo a correre. Mi ero distratto un attimo, solo un attimo e le ero finito addosso. Non scorderò mai la sua espressione mentre io me la ridevo. Iniziammo a litigare, non mi ricordo neanche per quale motivo; la gente ci guardava ma non ci importava. Alla fine le strappai un appuntamento. Non so neanche io perché la invitai ad uscire con me. Forse mi aveva catturalo il suo sguardo furbo, o le sue curve, oppure i lunghi capelli castani che contornavano il suo bellissimo viso pallido. Quella sera, la portai in discoteca. In auto incominciammo a litigare, come due bambini piccoli; il motivo? La musica alla radio. Lei voleva ascoltare una canzone di Demi Lovato, mentre io volevo ascoltare Ed Sheeran. Una volta arrivati, si capiva da lontano che non era un posto adatto a lei, si sentiva fuori luogo. Non so per quale strano motivo ma la portai via di li e ci rifugiammo in una pizzeria non molto lontano. Era isolata e non ci ero mai stato prima. Ordinammo e iniziammo a parlare per la prima volta come due persone normali che cercano di conoscersi. Quella sera la baciai, mi venne spontaneo. Le sue labbra erano ancora salate e sapevano di patatine ma questo non mi fermò. Erano troppo invitanti, e bramavano le mie labbra. Quella sera era iniziato l'inizio della fine. Era diventata una mia dipendenza. Non c'era momento in cui non pensassi a lei. Era più piccola di me di due anni, quindi andava ancora a scuola. Io puntualmente l'andavo a prendere e ad accompagnarla; l'aspettavo fuori scuola anche con la pioggia. I suoi genitori non si erano mai intromessi, probabilmente si fidavano di lei, e facevano bene. Era una di quelle ragazze responsabili, con la testa a posto, studiose. Amava scrivere, avrebbe voluto studiare giornalismo. Pensava di non essere capace, di non riuscirci. Ma si sbagliava, la incoraggiai a partecipare ad un concorso. E me ne pento amaramente. Era il suo sogno si, ma il mio sogno era quello di stare con lei. Quando mi comunicò che era stata presa, che aveva passato l'esame, ero davvero la persona più felice del mondo, ero fiero di lei. Ma subito dopo l'egoismo si impossesò di me. Doveva stare via un anno, a New York. Le dissi che non ero d'accordo. Un anno è tanto ed anche New York. Si arrabbiò tantissimo, ed aveva ragione. Di litigate ce ne sono state tante in quasi due anni insieme, ma come quella mai. Era delusa dal mio comportamento e anche io. Una settimana dopo partì, non andai all'aeroporto e non la salutai. Non l'ho sentita da quella maledetta litigata. Le ultime parole che ci siamo rivolti erano di odio e rabbia. La odio per essersene andata e odio me per averglielo permesso. Eravamo tutto insieme. Avrei fatto di tutto per lei. Le avrei dato il mio amore, aveva in mano il mio cuore. E pensavo potesse bastare.
Ora è passato un anno, esattamente un anno da quando è partita. Ho saputo che è tornata, da alcuni amici. Non ho provato a telefonarla, a scriverle, a sapere come sta. E neanche lei si è fatta sentire. Ho tentato di cancellarla completamente dalla mia vita.
Esco di casa. Il suo pensiero mi ha tormentato tutto il tempo; essendo domenica non ho lavorato e sono rimasto sdraiato sul letto mentre pensavo a lei. Decido di andare ad un bar, a pochi metri da casa mia. Da quando lei se ne andata le cose sono cambiate anche per me. Quando c'era lei lavoravo come meccanico, ora invece, da alcuni mesi, sono stato assunto in un negozio di tatuaggi molto famoso qui a Londra; realizzo io i disegni. Questo lavoro mi fa guadagnare bene e ho potuto prendere un appartamento nel centro della città. Arrivo nel bar che frequento spesso

“Ciao Zayn”

Mi fa un cenno di mano il barista dietro al bancone mentre pulisce i bicchieri

“Ciao Liam”

Mi siedi di fronte a lui. Poggio i gomiti sul bancone e con un cenno faccio capire a Liam di portarmi dell'alcol

“Qualcosa di forte”
 


“Ora basta”

Mi toglie l'ennesimo bicchiere di mano

“Lasciami stare”

Sbuffo scocciato dal suo fare protettivo

“Io ho quasi finito il mio turno, aspettami qui seduto. Ti riporto a casa”

esclama Liam e mi sembra tanto un'ordine

Anche lei mi diceva cosa dovevo fare: mi diceva di non fumare troppo, di non andare veloce con l'auto o con la moto, di stare attento sul lavoro. Si preoccupava sempre di me. Io dal mio canto le ripetevo di non dare confidenza ai ragazzi, di non percorrere strade buie quando la sera tornava a casa sua, le ripetevo di non lasciare le sue cose in giro come era suo solito fare. Ho bevuto troppo, se fosse entrata in questo momento mi avrebbe gridato contro e si sarebbe arrabbiata molto. Ma lei non c'è. Non mi appartiene più. Chissà com'è cambiata la sua vita, com'è cambiata lei. Inizia a farmi male la testa a causa del troppo caos che c'è qui dentro; saranno passate un paio di ore da quando sono entrato qui, e si è riempito parecchio. Esco e ringrazio il fatto di riuscire a reggermi in piedi. Mi sento strano, come se l'odio che provo e la voglia rivederla mi stiano divorando dentro. Sono ubriaco, è vero. Però trovo in me la forza di correre. Sento una scarica di adrenalina, non so a cosa sia dovuta; forse dall'alcol, oppure da lei.
Inizio a gridare che la odio per le strade della città. Corro velocemente, senza fermarmi neanche per riprendere fiato, corro fin quando non arrivo sotto casa sua, e suono il campanello ripetutamente. Sono consapevole dell'enorme cazzata che sto per fare; ma devo gridarle in faccia che la odio. Altrimenti mi odierei io per tutta la vita. Apre la porta con un'aria sconvolta sul viso; cazzo, sono ubriaco ma è ugualmente bellissima. Ha tagliato un po i capelli ma alla fine è sempre lei. Lei con le sue curve, con i suoi occhi curiosi, con le sue piccole e delicate mani. Mi guarda bene negli occhi, poi passa ad osservare tutta la mia figura. I miei capelli corvino che lei amava stringere, noterà sicuramente che non ho più il ciuffo e che sono decisamente più lunghi. Fissa i miei occhi ed io fisso i suoi

“Cosa ci fai qui?”

Riesce a dire

Bella domanda. Per un momento mi scordo tutto, a quella domanda avrei voluto risponderti 'vaffanculo ti odio' ma invece mi esce

“Vaffanculo ti amo”

Trattiene per un attimo il fiato. Io non la odio, non so neanche perché lo pensavo. Con uno scatto avanzo verso di lei per premere le mie labbra sulle sue. In quel momento non me ne frega di niente. Non m'interessa se si è fatta una nuova vita. Non m'interessa se ha un nuovo ragazzo. Non m'interessa se domani dovesse ripartire. Non m'interessa nemmeno se c'è qualcuno in casa. Non m'interessa di niente, non più. Io la amo. La amo, cazzo. Me la sono fatta sfuggire una volta, commettendo il più grande errore della mia vita, e posso giurare su tutto quello che ho di non rifare lo stesso errore. Approfondisco il bacio e lei ricambia, sorrido assaporando dopo tanto tempo le sue labbra perfette. Sta ricambiando il bacio, e non c'è sensazione migliore. Prendo il suo viso tra le mani, ho paura che si possa allontanare. Ho paura che questo sia solo un bellissimo sogno. Se prima c'era traccia di alcol nel mio corpo ora è tutto sparito. Ci allontaniamo per riprendere aria. Non sto così bene da un fottuto anno

“Zayn”

Sussurra

“Shh”

Con il pollice accarezzo la sua guancia

“Sono un coglione. Mi sono ripetuto per un anno che ti odiavo ma io realtà odiavo me per averti persa. È stato l'anno più brutto della mia vita. Senza te, senza un noi, non sono nulla. Ti amo troppo per starti lontano. Ti prego perdonami. Se devi tornare a NewYork ti seguirò, farò di tutto per te. Perdonami anche se ho sbagliato, se ti ho gridato contro...”

“Zayn”

Mi blocca lei questa volta. Avevo iniziato a parlare a raffica, ma la paura di perderla ancora una volta è tanta

“Sono tornata per restare. Sono tornata perché stavo morendo senza di te, perché ti amo e posso giurare che se non saresti venuto tu a cercarmi sarei venuta io. Non hai niente da farti perdonare. Se lo vuoi io sarò ancora tua”

“Non aspettavo altro”

Torno a baciarla. Lentamente entriamo in casa e chiudo la porta alle mie spalle

“Mi sei mancato tanto”

La stringo in un abbraccio mentre inspiro il profumo dei suoi capelli

“Anche tu, tantissimo”

Le lascio un bacio sulla fronte

“Ti amo”

La guardo negli occhi, quei occhi che mi hanno fatto innamorare e perdere la testa

“Ti amo anch'io”

Sorrido. Il tempo che abbiamo passato lontani non ha fatto altro che rafforzare il nostro amore e farci capire che neanche la distanza l'o può distruggere. Avvicino le mie labbra alle sue

“Questa volta è per sempre”

“Per sempre”


 

*Note Autrice*

Non so da dove sia uscita questa piccola OS... ma avevo bisogno di scriverla, tutto qui. Ringrazio innanzitutto la mia amica Eluisa che mi ha aiutato a trovare il titolo della storia, cosa che non riuscivo a fare. Quindi, grazie mille amica mia!
Come penso avrete notato non c'è il nome della “ragazza” in questione, non la nomino neanche una volta. C'è un motivo: in questo modo tutte voi potrete un po identificarvi in quel personaggio. Tutte voi potreste essere la ragazza in questione. Spero che sia stata di vostro gradimento questa piccola storia, e spero di ricevere delle recensioni.
A presto, Mary

  
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