Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Tilo    02/12/2008    3 recensioni
James Potter aveva un dono.
Ok. Forse aveva più di un dono. Anche due, tre, quattro.
Certo, era un abile giocatore di Quidditch e non c'era nessuno ad Hogwarts che non conoscesse la sua fama di grande Cercatore di Grifondoro.
Sapeva anche farci con le donne: nessuno infatti aveva mai obiettato che fosse un indiscusso Don Giovanni, proprio come il suo più grande amico, Sirius Black.
Ma il dono di cui sto parlando non poteva nemmeno competere con tutte le altre capacità che lui stesso possedeva.
James Potter sapeva sorprendere.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Everythings gonna be alright.



James Potter aveva un dono.
Ok. Forse aveva più di un dono. Anche due, tre, quattro.
Certo, era un abile giocatore di Quidditch e non c'era nessuno ad Hogwarts che non conoscesse la sua fama di grande Cercatore di Grifondoro.
Sapeva anche farci con le donne: nessuno infatti aveva mai obiettato che fosse un indiscusso Don Giovanni, proprio come il suo più grande amico, Sirius Black.
Ma il dono di cui sto parlando non poteva nemmeno competere con tutte le altre capacità che lui stesso possedeva.

James Potter sapeva sorprendere.

Tutti erano consapevoli del fatto che il bel Grifondoro fosse un autentico pozzo di idee.
Idee molto singolari è vero, ma pur sempre efficaci per i suoi interminabili scherzi. Lui era la mente del gruppo - i Malandrini.
D'altro canto, però, questo dono non lo aveva mai usato...per altri scopi, diciamo.
Non fino a quel giorno.




<< Dove vai, Jam? >>
James Potter si era appena svegliato. La sveglia segnava le 7 e 30 del mattino. Di sabato.
Non c'erano lezioni quel giorno, eppure il Grifondoro si era ridestato da quelle calde coperte la mattina presto. Il motivo?
Oh beh, lui sì che aveva un valido motivo, eccome.
Salutò con un cenno della mano Sirius che aveva accidentalmente svegliato, anche se ormai quest'ultimo aveva già ripreso a russare alla grande. Remus e Peter invece non accennavano un solo movimento, quindi, senza esitazione, il moro uscì dalla stanza, diretto in Guferia.




Ti aspetto alla Torre di Astronomia, alle 10. In orario, mi raccomando.

Rilesse quel bigliettino più e più volte. Aveva deciso di non firmarlo e sinceramente pensò fosse meglio così.
La Evans era una ragazza curiosa, sotto ogni aspetto. E sapeva che, anche se titubante, si sarebbe presentata al luogo dell'incontro. Ne era certo.
L'importante però era che non scoprisse chi fosse il mandante di tale messaggio. Se l'avesse scoperto, beh...addio James Potter.
Piegò il foglietto in quattro parti indi lo legò alla zampetta destra di un gufo lì vicino, probabilmente della scuola.
Rimase in Guferia fino a quando fu certo che l'animaletto avesse preso il volo.
Sorrise raggiante. Bene, era andata.




L'orologio della Sala Comune di Grifondoro segnava appena le 8. Era ancora presto.
La sala era deserta. C'era solo lui, semi-disteso sul divano, gli occhi chiusi, le mani dietro la testa. E pensava.
Pensava a lei. Pensava al suo profumo, così buono e delicato. Pensava al suo viso, semplice ed ingenuo. Ai suoi occhi smeraldini e alle sue labbra di pesco.
E non desiderava altro.

Quando le lancette segnarono le 9, il Grifondoro si alzò quasi subito.
La stanza ancora vuota, non accennava a riempirsi. Tutti in letargo quel sabato.
Si stiracchiò qualche secondo, un'ombra di sonno era stampata ancora sul volto del bel giovane. Gli andava proprio una bella tazza di caffè fumante, ma non poteva scendere in Sala Grande in quel momento. Aveva da fare ed era veramente di fretta.




Lily Evans era una ragazza orgogliosa.
Diligente sì, molti dichiaravano anche che non avesse alcun difetto. Ma un difetto ce l'aveva: era davvero troppo orgogliosa. Non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, se qualcuno la infastidiva era capace di rispondere subito a tono e solo questo bastava per renderla popolare all'interno di Hogwarts. C'era anche chi diceva in giro che la Grifondoro fosse una bella ragazza, ed era soprattutto uno, tra i molti studenti, che coglieva sempre l'occasione per farlo ricordare alla giovane strega. Questo era James Potter.
Lei non odiava James Potter, sia chiaro. Il suo nome le procurava solo un enorme fastidio. Ma non era odio, no.
Era abituata ormai al suo strano modo di conquistarla, urlando a destra e a manca di uscire con lui. Le sue compagne dicevano per fino che il Grifondoro stesse facendo sul serio, che il fatto che si comportasse così era perchè a lui lei piaceva davvero.
Lei, sinceramente, non aveva mai creduto a queste dicerie.
E avrebbe continuato a non crederci.

Quella mattina la rossa si era svegliata presto, forse poco dopo l'alba.
Non aveva molto sonno. Non che avesse strani pensieri per la testa, no, semplicemente non riusciva a riaddormentarsi. E questo era sì un grande problema, visto che era sabato e di sabato non c'erano lezioni. E lei si stava annoiando a morte.
<< Cosa fare per ammazzare la noia? Leggere un buon libro, ovvio. >>
E detto questo si era immersa completamente tra le pagine di un libro, babbano per lo più.

Presa com'era a leggere non si era nemmeno accorta che l'orologio segnava le 7 e 40 e qualcosa di non definibile fuori dalla finestra picchiettava insistentemente sul vetro, un pò appannato dalla leggera nebbiolina mattutina.
Si avvicinò piano e presto quel ' qualcosa di non definibile ' prese forma: era un piccolo gufo infreddolito, appollaiato sul davanzale della finestra e teneva legato alla zampina un piccolo foglietto umidiccio.
Subito la Grifondoro, dopo averlo fatto entrare, gli prese delicatamente quel bigliettino, aprendolo curiosa.
Fu questione di secondi.
Restò basita da quella minuscola calligrafia, disordinata e quasi indecifrabile.
Chi mai poteva essere stato?
<< Non è nemmeno firmato, miseriaccia. >>
Sbuffò spazientita. Se era uno scherzo...




James Potter se ne stava lì, ora, a pensare in che modo avrebbe potuto prepararle la sorpresa.
Aveva organizzato tutto, per filo e per segno, ma ora i suoi pensieri passavano da un " Cosa faccio? " a un " Perchè l'ho fatto? ".
Possibile che proprio adesso James Potter era a corto di idee?
Sì, appunto. Era impossibile. Doveva stare tranquillo. Doveva calmarsi.
Un bel respiro, e tutto sarebbe andato per il meglio.

Era quasi mezz’ora che il Grifondoro trafficava su e giù per la stanza, svuotando bauli, per poi rimetterli a posto.
Aveva anche svegliato tutti i suoi amici, Peter compreso, e ora il casino in quella stanza era qualcosa di indefinibile. La rossa non avrebbe mai dimenticato la sorpresa che il moro gli aveva preparato, ne era più che sicuro.
Infatti alla fine, come sempre d’altronde, si era tranqullizzato, aveva ordinato tutte le sue idee, ed ora se ne stava lì ad aspettare il momento giusto per attuare il suo piano.
Si era fatto anche piuttosto tardi. L’orologio segnava meno quindici minuti all’ora X. Forse era davvero il caso di muoversi.
Con un gesto veloce il mago prese una piccola scatola appoggiata sul comodino e velocemente uscì dalla stanza, cercando di non far rumore.




Continuava a tormentarsi le mani, andando avanti e indietro per la stanza. E non solo le mani: si tormentava mentalmente.
Si era vestita in fretta e non aveva avuto nemmeno il tempo di guardarsi allo specchio. Era impresentabile, come minimo. Indossava un maglioncino di lana nero sopra la maglia del pigiama e i primi jeans che aveva trovato vicino al letto. I lunghi e rossi capelli erano trattenuti in una semplice coda di cavallo. Solo quando era arrivata a destinazione si accorse di avere ancora le pantofole viola ai piedi.
Alzò gli occhi al cielo, lievemente irritata, mentre lentamente apriva la porta, entrando così nella stanza fissata per lo strano appuntamento.
Non si sorprese di venire avvolta da un dolce profumo d'incenso. Anche la stanza ne era completamente avvolta, come se fosse stato tutto pianificato da tempo.
Si chiedeva perchè era finita lì e quale assurdo motivo l'aveva convinta a recarsi in quel posto. Chissà, poteva succederle qualsiasi cosa: una parte di lei però era assurdamente convinta che niente e nessuno le avrebbe fatto del male, lì in quel momento.
Comunque si maledì mentalmente per la sua stupida ingenuità. E adesso?
<< Stupida stupida Lily Evans. >>
Cominciò a prendersi a schiaffi in fronte, per questo non notò subito una piccola scatola rossa, posta al centro di un tavolino ornato da una lunga tovaglia blu piena di pizzi e fantasie varie, in mezzo alla stanza.
Sopra la scatolina spuntava un biglietto, ripiegato più volte.

Attenta sai, non fartela scappare.
Non preoccuparti di niente, perchè ogni piccola cosa andrà bene.

Si accigliò strabuzzando gli occhi. Arricciò il naso, rimanendo completamente ferma davanti al tavolino, il piccolo pezzo di carta ancora tra le dita.
Era davvero il più strano e illogico biglietto che avesse mai letto nei suoi diciassette anni di vita.
Lo rilesse due, tre, quattro volte di seguito, come a tentare di cavarne fuori qualcosa. Il significato, per lo meno. Ma niente. Niente la conduceva a quelle parole. Sembravano buttate lì a caso, da qualcuno che evidentemente era in vena di scherzi.
Sbuffò, incrociando le braccia al petto. Tsk. Non era per niente divertente.
<< Ma stare attenta a cosa, poi? Chiunque sia deve aver ricevuto una qualche fattura irrimediabile. Dovrebbe essere ricoverato all'istante al San Mungo, diamine. >>
Continuava ad imprecare sottovoce, il biglietto ormai ridotto in piccoli pezzi di carta. Crisi di nervi? uhm, forse.
Solo dopo qualche minuto si accorse che quell'oggetto color cremisi era ancora lì, ferma, chiusa. Doveva aprirla? non ne era tanto sicura. L'osservò per un interminabile secondo. La curiosità era troppa.
Si spostò una ciocca di capelli rossi dal viso e poi, titubante, appoggiò la mancina sul coperchio della scatola. Solo avvicinatasi di più riuscì a notare dieci piccoli buchi al centro del cofanetto. La situazione si presentava sempre più strana.
<< Vabbeh, ormai il danno è fatto. >>
Un movimento veloce e il coperchio ora si trovava tra le mani della Grifondoro.
In un primo momento non riuscì a capire cosa stesse succedendo. Poi, però, qualcosa di molto piccolo si mosse all'interno della scatola. Fu un movimento celere, perchè in pochi secondi quel qualcosa si appoggiò al naso della rossa, facendola sobbalzare. Gli occhi verdi spalancati per la sorpresa, l'espressione basita.
Era un qualcosa di leggero e invisibile, non lo sentiva nemmeno appoggiato sulla punta del naso e le risultava quasi impossibile riuscire a vederlo. Solo poco dopo capì di cosa si trattava: era una piccola farfalla dai colori straordinari. Le due ali colorate partivano da una lieve sfumatura di un viola chiaro, per passare dal blu, al verde, al giallo fino ad arrivare al rosso. Una piccola farfalla color dell'arcobaleno.
Alzò piano la mancina, stando attenta a non fare movimenti troppo bruschi. Non voleva che scappasse. Quella bellissima farfalla sembrava un qualcosa di magico, uscito da una favola. Oh beh. Si trovava ad Hogwarts, d'altronde.
Con la punta delle dita toccò lievemente una delle ali colorate, sperando però che non si muovesse.
Un altro movimento veloce e la farfalla sparì. La rossa alzò gli occhi al cielo, muovendo la testa di qua e di là, in cerca della magica creaturina. Subito si ritrovò ad osservarla accanto a una piccola finestra posta un pò più in alto di lei. La fissò per qualche - e interminabile - minuto. Non voleva che se ne andasse.
Alzò la mancina lentamente, come per salutarla. Mosse impercettibilmente la mano e, come se non fosse mai esistita, la farfalla sparì di nuovo. Questa volta per sempre.
Nell'osservare quella piccola cosa volante la strega non si era nemmeno accorta che all'interno della scatola rossa c'era ancora qualcosa. Un altro piccolo biglietto. Lo afferrò subito. Questa volta non era piegato.

Questo è il minimo che mi posso permettere, dovresti saperlo.
Hai capito finalmente chi sono?
Buon Natale Lily,

L'inimitabile, James Potter.

Arricciò il naso, rilassando poi le spalle. Sospirò.
Mi ha fregato un'altra volta, dovevo immaginarlo.
Increspò le rosee labbra, poi però un sorriso le comparve sul candido volto.
<< Oh beh, per questa volta magari lascio correre - alzò gli occhi al cielo, indi riprese, sorridendo - Poi si vedrà. >>



  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Tilo