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Autore: itachina    02/12/2008    10 recensioni
Sasuke Uchiha è un ragazzo di diciotto anni che vive solo in una bellissima villa. In una fredda mattinata di Dicembre incontrerà lo sguardo di colui che stravolgerà completamente la sua monotona esistenza. Se volete vedere un Naruto bambino e un Sasuke diciotenne questa è la fanfiction giusta (non vi preoccupate Sasuke non l'ho trasformato in un pedofilo). Il raiting per ora è giallo ma diventerà rosso. Spero di avervi incuriosito,ringrazio in anticipo chi leggerà!
Genere: Romantico, Triste, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi alla riscossa con una nuova fanfiction!! Lo so che devo finire "Konoha beach hotel" però l'altro giorno ho fatto un disegno che mi ha ispirato per questa fanfiction e così eccomi qui!! Che dire?? è un AU ambientata a Tokyo!! Spero vi piaccia!! Vi auguro una buona lettura!!

 

 

 

Il rumore martellante della sveglia riecheggiò nella spoglia camera.

Dalle pesanti coperte uscì un pallido braccio che raggiunse l'infernale marchingegno e con delicatezza lo spense.

Pochi secondi dopo un bellissimo ragazzo con capelli e occhi di pece completamente in contrasto con la pelle diafana si alzò dal futon e si diresse verso il bagno.

Si spogliò del leggero Kimono e con accuratezza lo piegò riponendolo poi nel cesto dei panni da lavare.

Aprì il rubinetto dell'acqua e dopo aver atteso che fosse alla temperatura giusta,entrò in doccia e si lasciò cullare a occhi chiusi dal getto tiepido.

Finita la doccia si asciugò,si mise la divisa scolastica e si diresse verso la cucina per consumare la solita leggerissima colazione.

Si infilò le scarpe e appena aprì la porta una fredda folata di vento di Dicembre lo investì facendolo rabbrividire e come se congelasse il presente lo riportò al passato.

 

 

Sasuke Uchiha,infatti,era un ragazzo di diciotto anni come tanti,l'unica cosa che lo contraddistingueva dagli altri suoi coetanei era il fatto di essere rimasto orfano all'età di otto anni.

I suoi genitori,insieme al resto dei suoi parenti,gli erano stati portati via in una fredda notte di Dicembre durante un party di famiglia tenuto a casa dei nonni.

Gli unici sopravvissuti di quella terribile notte erano stati Sasuke e suo fratello maggiore Itachi.

Sasuke,infatti,quella sera aveva la febbre e il più grende era rimasto a casa per curarlo visto che non si fidava delle,secondo lui troppo poco accurate,cure delle tante domestiche di Villa Uchiha.

Dopo la morte dei genitori lui e Itachi avevano ereditato l'azienda di famiglia e la casa in cui vivevano,o meglio in cui lui viveva visto che il fratello era sempre via per lavoro e tornava solo per le festività che voleva ad ogni costo passare con il suo piccolo otouto.

L'impresa degli Uchiha infatti aveva due sedi principali una a New York gestita dal fratello e una a Tokyo gestita da un vecchio amico di famiglia,Hatake Kakashi,che dalla morte dei genitori li aveva sempre aiutati tantissimo.

 

 

Perso nei suoi pensieri non si accorse nemmeno di essere arrivato al grande parco che lo divideva dalla scuola.

L’intenso odore di terra e erba bagnata lo riportò alla realtà.

Camminava lungo la via principale di quel luogo deserto,intorno a lui c’erano soltanto alberi e qualche panchina intervallata da statuette di Buddha dove ogni tanto,in giornate diversa da quella,qualcuno si fermava a pregare.

Tutto era incredibilmente calmo e normale ma improvvisamente fu proprio qualcosa più avanti,su una di quelle insignificanti panchine,ad attirare la sua attenzione.

In mezzo a tutta quella solitudine,in una mattinata gelida,una piccola figura sedeva rannicchiata.

Era troppo lontano per riuscire a capire chi o,nell’eventualità,cosa fosse e la nebbia certo non lo aiutava;così continuò a camminare e man mano che si avvicinava la visuale diveniva sempre più nitida.

Camminava e ogni tanto distoglieva lo sguardo da quella panchina e lo portava alla vegetazione che lo circondava:di sicuro non si sarebbe mai messo a fissare un punto preciso,non era certo nel suo carattere provare tanta curiosità verso qualcosa.

Quando finalmente fu a qualche metro si accorse che era un bambino,un piccolino di circa otto anni con degli insoliti capelli dorati tutti arruffati e ribelli.

Stringeva le scarne ginocchia al petto probabilmente per compensare quello che gli abiti succinti e leggeri non facevano e rivolgeva il suo sguardo a terra guardandosi di tanto in tanto i piedini;uno sguardo carico di tristezza e solitudine così brutto da vedere sul viso di un bambino che dovrebbe essere sempre allegro,spensierato e non dovrebbe nemmeno conoscere il significato della parola "tristezza".

Quando si accorse del passaggio del moro alzò gli occhi da terra e immediatamente quello sguardo mutò da triste a truce.

I suoi occhi si caricarono di odio ma Sasuke era troppo sorpreso per dare peso a ciò:non appena il bimbo aveva alzato la testa l’Uchiha era stato colpito anzi praticamente folgorato da quei due pezzi di cielo d’estate.

Se già i capelli del colore dell’oro erano insoliti per un Giapponese quegli occhioni azzurri erano un qualcosa di praticamente impossibile.

Talmente belli da farti perdere completamente nell’immensità e nella magnificenza delle loro iridi e nonostante fossero di un colore così freddo come l’azzurro emanavano un calore fuori dal comune;calore celato da tutto quell’odio,calore che solo una persona esperta avrebbe potuto percepire.

Si smarrì ancora per qualche attimo in quelle due pietre Acquamarina fino a quando non ebbe superato la panchina e il piccino seduto su di essa.

Continuò a camminare e più si allontanava più si chiedeva che cosa ci facesse un bambino così piccolo da solo in un posto e in una giornata del genere.

In poco tempo si ritrovò all’uscita del grande parco,ormai era arrivato a scuola,attraversò la strada e superò l’ampia cancellata.

Mentre attraversava il vasto cortile per arrivare all’edificio diede un’occhiata all’orologio che troneggiava al centro della costruzione:segnava un quarto alle otto,come al solito era in anticipo.

Infatti il ragazzo arrivava ogni mattina a quell’ora,lui odiava fare le cose di fretta ed essere in ritardo così arrivava sempre un po’ in anticipo per essere sicuro di riuscire a fare tutto quello che doveva fare prima di entrare in classe (naturalmente in quell’arco di tempo erano calcolati anche i vari imprevisti).

Salì le scale ed entrò nell’edificio,raggiunse il suo armadietto e si cambiò le scarpe mettendosi quelle per stare a scuola e riponendo con grazia le altre nel piccolo quadrato.

Non fece nemmeno in tempo a girarsi che sentì una voce familiare salutarlo.

-Ohayoooooo Sasukeeee-

Il moro si voltò verso il proprietario di quel tono squillante:era un insolito ragazzo dagli strani capelli azzurri,teneva ancora una mano alzata in segno di saluto e aveva un sorrisino strafottente sul volto.

Da parte a lui un ragazzo altissimo che appariva come il suo esatto opposto:capelli di un caldo arancione in completo contrasto con il freddo azzurro dell’altro e un fare calmo e pacato.

-Ohayo Suigetsu,Juugo-rispose atono l’Uchiha.

Juugo lo salutò educatamente mentre l’altro gli saltò letteralmente addosso cingendogli il collo con un braccio.

-Insomma Sasuke-chaaan! Potresti anche essere più felice di vederci! Siamo i tuoi amici!-esclamò Sui.

L’unica cosa che ottenne come risposta fu un grugnito.

*Amici?* pensò l’Uchiha.

 

 

Fin da piccolo Sasuke non era mai stato un bambino molto socievole;l’unica cosa che gli interessava,infatti,era eccellere in tutto quello che faceva propri come colui che aveva sempre visto come il suo modello da seguire:il fratello maggiore.

E per raggiungere il suo scopo era diventato la sua piccola ombra imitandolo o cercando di imitarlo in tutto quello che faceva.

Per questo motivo non si era mai posto il problema di farsi degli amici.

Nonostante ciò era sempre stato circondato da bambine urlanti e bambini che lo ammiravano e gli facevano complimenti per ogni cosa facesse.

Non li aveva mai considerati,però,suoi amici o per meglio dire non li aveva proprio mai considerati:per lui erano solo un gruppo di coetanei attratti dall’importante nome e dalla tragica storia della sua famiglia o dalle sue capacità che in nessun modo avrebbero contribuito al raggiungimento del suo obbiettivo.

Quando poi aveva cominciato le scuole superiori aveva conosciuto Juugo e Suigetsu,e doveva ammettere che quei due si erano avvicinati a lui in modo completamente diverso da come avevano fatto gli altri studenti.

La prima volta che aveva visto Sui quest’ultimo,fregandosene altamente di quello che dicevano gli altri,l’aveva sfidato in un incontro di Karate:sport in cui l’Uchiha eccelleva particolarmente.

Il moro,dopo le molte insistenze dell’altro,aveva accettato.

Durante l’incontro Suigetsu continuava a finire al tappeto sottomesso completamente ai forti ed esperti colpi dell’Uchiha ma nonostante questo non si arrendeva e continuava a rialzarsi.

Dopo un quarto d’ora d’incontro il ragazzo era talmente malconcio che Sasuke si sorprendeva riuscisse ancora a reggersi in piedi.

Certo il moro cercava di trattenere l’intensità dei colpi,non era nella sua natura essere violento verso l’avversario, ma le numerose cadute sul Tatami avevano causato al ragazzo dai capelli azzurri molte abrasioni,in particolare su gomiti e ginocchia,che ormai sanguinavano copiosamente sporcando il bel Kimono bianco.

L’Uchiha gli diede l’ennesima percossa e Sui finì di nuovo al tappeto.

Tutte le persone accorse a vedere gli urlavano di arrendersi ma lui per l’ennesima volta puntò le braccia a terra e tentò di rialzarsi.

In quel momento la porta della palestra si spalancò e in tutta la sua imponenza entrò Juugo.

Senza dire una parola il gigante si caricò sulle spalle Suigetsu e se lo portò via sotto gli sguardi attoniti di tutti i presenti.

Pochi giorni dopo l’incontro Sui si era presentato davanti a lui,le fasciature dei gomiti ben visibili visto che faceva caldo e portava una divisa a maniche corte e con il suo solito sorrisetto strafottente aveva esclamato:"Certo Uchiha che sei piuttosto fortino!".

Pochi secondi dopo l’aveva raggiunto Juugo che con fare calmo gli aveva spiegato che quel Kamikaze dell’amico non gli aveva detto niente dell’incontro altrimenti non glielo avrebbe permesso.

Da quel giorno per lui erano diventati qualcosa che si poteva definire come amici.

Tutto sommato si era affezionato a quei ragazzi così diversi eppure inseparabili.

 

 

-Sacchan ma mi stai ascoltando??-chiese Sui.

Sasuke fu bruscamente risvegliato dai suoi pensieri.

-Sinceramente no,Suigetsu e ti ho detto mille volte di non chiamarmi in quel modo-rispose calmo l’Uchiha.

-Uffa Sacchan! Stamattina sei stranamente sulle nuvole! Va bene che è normale che tu sia inespressivo e apatico ma stamattina non fai nemmeno finta di ascoltarmi! Insomma!-

-Su Suigetsu smettila-lo ammonì con il solito tono profondo e tranquillo Juugo.

-Uffa Juugo! Pure tu!-

Camminavano per raggiungere l’aula e se non si fosse guardato alla bellezza dei tre elementi sarebbero apparsi come un trio piuttosto buffo:due ragazzi,uno altissimo e uno più basso,il primo con un andatura fiera e aggraziata e il secondo con un passo pesante ma,nonostante questo,molto elegante.

A condire il tutto il più minuto dei tre correva sguaiatamente un po’ da uno,un po’ dall’altro nell’inutile tentativo di stuzzicarli creando una contrapposizione che avrebbe fatto sorridere chiunque.

Arrivarono all’aula e aprirono la porta.

In quell’esatto momento un’orda di ragazze urlanti spintonandosi si portarono intorno a loro.

Le capeggiavano una ragazza dai capelli rossi e gli occhiali,una con dei tanto strani quanto orribili capelli rosa e una con lunghi capelli biondi raccolti in una coda e occhi azzurri.

Sasuke si ritrovò a pensare che anche Ino aveva capelli biondi e occhi azzurri ma non erano minimamente comparabili con quelli di quel bambino.

-Ohayo mio futuro marito!-esclamarono in coro le tre.

Subito dopo questa frase si fulminarono con gli occhi.

-è il mio futuro marito!-esclamò Sakura.

-Il mio-ribattè Ino.

-Ma che dite voi due?? È il MIO futuro marito!-le ammonì Karin.

-State parlando di me vero ragazze?-chiese sicuro di sé Suigetsu.

-CERTO CHE NO! PARLIAMO DI SASUKE-KUN!-risposero all’unisono.

Sui depresso si girò verso l’amico.

-Juugo mi dai una bottiglia d’acqua? Quando mi deprimo mi disidrato-

Il più grande prontamente la tirò fuori dalla cartella e,dopo averla aperta,la diede in mano al compagno che cominciò a tracannarla.

-Comunque Sasuke-kun sarà il MIO di marito!-esclamò la rosa.

-Ma stai zitta fronte spaziosa,è mio!-ribattè Ino.

-Ammutolisciti Ino-pig!-rispose Sakura.

-Zitte vecchie arpie,Sasuke-kun è mio-

-Ma chiudi quel forno quattrocchi!-ringhiarono in coro.

Cominciarono a volare insulti e il litigio fra le tre galline si fece sempre più animato fino a quando al Bon Bon rosa non venne la brillante idea.

-Bene! Perché non lo chiediamo a Sasuke-kun chi è la sua sposa??-

-Ci sto!-risposero in coro le altre due.

Il trio si girò verso Sasuke.

-Allora Sasuke-kun chi di noi è la tua futura sposa?-chiesero all’unisono con un sorriso a trentasei denti.

Non sentendo alcuna risposta riaprirono gli occhietti,chiusi apposta per far apparire la loro espressione ancora più carina e si resero conto che il loro amato "Sasuke-kun" era già tranquillamente seduto al suo posto.

Prima che potessero fiondarsi sul suo banco chiedendo imploranti al loro preziosissimo tesoro quale delle tre fosse la sua "futura moglie" entrò in aula il professore.

-Ragazze,sedetevi al posto-

-Oh,ci perdoni professor Akasuna!-si scusarono in coro le tre per poi correre ai loro posti.

In aula entrò con passo elegante quello che sembrava un ragazzino,ma che in realtà era un uomo di quasi trent’anni con corti capelli rosso sangue e un viso inespressivo come quello di una bambola.

Arrivato alla cattedra vi ripose sopra con grazia la sua valigetta e,dopo aver estratto il registro,cominciò a fare l’appello.

Quando ebbe constatato che erano tutti presenti cominciò la sua lezione.

-Bene,oggi parleremo delle sculture Greche…-

Sasuke non aveva molta voglia di ascoltare la lezione:storia dell’arte non era esattamente la sua materia preferita.

Tutto sommato però era felice di avere il professor Akasuna al posto di quel pazzo dell’altro docente di arte della sua scuola.

Infatti il suo istituto aveva due insegnanti di arte:il primo era il professor Sasori Akasuna un bell’uomo sulla trentina,serio,che odiava aspettare e far aspettare,non sopportava di essere contraddetto e proclamava l’eternità dell’arte;concetto che,secondo Sasuke,era piuttosto sensato.

Il secondo,il professor Deidara,era un uomo scostante che appariva più come un pazzo artista di strada che come un professore,egocentrico pure nel vestire diceva che l’arte era un effimero istante insomma che l’arte era esplosione e per questa ragione spesso faceva diventare le sue lezioni davvero esplosive e si intendeva nel senso letterale del termine.

A causa di queste idee così nettamente diverse i due professori discutevano molto spesso e pareva non andassero molto d’accordo anche se quest’ultima cosa era stata smentita visto che ormai per la scuola giravano voci che i due stessero insieme.

Questa diceria aveva molto rattristato le tre gallinelle che oltre ad essere delle fan di Sasuke erano anche delle grandi fan del professore dai capelli rossi.

-Un esempio ne è il Discobolo di Mirone…-

Mentre il professore continuava a spiegare Sasuke si voltò a guardare un po’ le condizioni della classe:il trio di cicche prendeva spasmodicamente appunti attente ad ogni singola parola e ad ogni singola virgola,poi c’era chi ascoltava solo e chi fingeva di ascoltare perso invece in chissà quali pensieri.

Stufo di quella visuale l’Uchiha si voltò verso l’ampia finestra e cominciò a guardare fuori:il cielo era grigio e plumbeo e gli alberi spogli si piegavano sotto la forza del vento che prepotente soffiava fra le loro fronde.

Inevitabilmente il suo pensiero volò verso quel bambino,quel piccolino dallo sguardo triste.

 

 

Lui,Sasuke Uchiha,indifferente a tutto,ridotto a pensare dopo un semplice incontro a un moccioso che l’aveva pure guardato male.

Forse quel piccino lo aveva colpito così tanto perché capiva fin troppo bene il significato di quello sguardo.

Quegli occhi colmi di tristezza mostrati esclusivamente in solitudine e quella maschera di odio esibita davanti agli altri come scudo per non permettere loro di fargli di nuovo del male,erano fin troppo facili per lui da comprendere…erano facili da comprendere per chiunque avesse sofferto enormemente in passato.

Sapeva con estrema certezza che quella era solo una maschera,quel bambino non era cattivo come voleva far credere,nessun bambino lo è,usava semplicemente quello stratagemma per dire agli altri "Non vi avvicinate!" quando in realtà aspettava soltanto che qualcuno gli si sedesse accanto.

 

 

La voce del professor Akasuna che dettava un compito da fare per la volta successiva lo riportò alla realtà della lezione.

Si accorse di essere stato distratto per l’intera lezione,forse aveva ragione Suigetsu:stamattina si perdeva un po’ troppo nei suoi pensieri e non era per niente una cosa nel suo carattere.

-Per la prossima volta voglio che facciate una ricerca su una statua Greca a vostra scelta. Mettetevi in gruppi da tre,scegliete voi i vostri compagni. Arrivederci-

Preciso come sempre il professore uscì di classe all’esatto suono della campana.

Mentre l’Uchiha metteva in cartella il libro di arte gli si avvicinarono Juugo e Suigetsu.

-Sacchan naturalmente ci mettiamo noi tre per la ricerca,vero?-

Come risposta ottenne un grugnito dell’Uchiha che ormai il ragazzo dai capelli azzurri aveva imparato ad interpretare come un sì.

-Bene allora! Juugo dopo chi abbiamo?-chiese nuovamente Sui.

-Matematica-

-Ah,con la professoressa Ten Ten! Quella donna riesce perfino a farmela piacere la matematica!-

 

*** *** *** *** ***

 

Il resto delle ore a scuola passarono più o meno veloci e finalmente,alle quattro del pomeriggio,la campanella che segnava la fine delle ore a scuola suonò.

Sasuke,Juugo e Suigetsu si diressero verso l’uscita dell’istituto.

-Sacchan! Io e Juugo andiamo per di qua! Ciao!-

-Ciao Sasuke-salutò educatamente il ragazzo dai capelli arancioni seguendo poi l’amico che aveva svoltato a destra.

L’Uchiha,dopo essersi congedato,attraversò la strada e si diresse verso il parco.

Superate le basse costruzioni in metallo che delimitano le entrate dei giardini pubblici si ritrovò di nuovo sulla stessa strada che aveva percorso la mattina stessa.

Il tempo non era molto migliorato,faceva ancora parecchio freddo anche se meno rispetto ad inizio giornata.

Mentre camminava l’Uchiha si mise a guardare quelle stesse panchine intervallate da statuette che ogni giorno vedeva e che anche la stessa mattina aveva osservato.

La differenza era che,mentre stamattina non vi era seduto nessuno oltre a quel bambino,questo pomeriggio erano occupate da alcune persone:coppiette,anziani,signori che leggevano quotidiani o signore che pazientemente aspettavano che i loro figli sfogassero la loro voglia di giocare.

Continuando a camminare arrivò all’unica panchina su cui,durante quel gelido inizio giornata,aveva visto seduto qualcuno e paradossalmente la trovò vuota.

Quel piccolino dagli occhi azzurri non c’era più,non che si aspettasse in qualche modo di vederlo ma di certo ritrovare proprio quell’unica panchina senza nessuno ad occuparla era qualcosa di suggestivo.

Scacciando via quegli inutili pensieri continuò a camminare e in breve raggiunse l’uscita di quel giardino pubblico,percorse l’ultimo pezzo di strada e in poco tempo si ritrovò di fronte a villa Uchiha.

Infilò le chiavi nella toppa e si accorse che la porta era aperta.

Entrò in casa e seduto su una delle sedie della cucina trovò un uomo.

-Kakashi-san quante volte le devo dire di non approfittare del fatto che ha le chiavi di casa mia per fare incursioni senza senso?-sbuffò il giovane.

L’uomo dalla buffa zazzera argentea si voltò mostrando un viso indubbiamente affascinante deturpato soltanto da quella candida benda che gli copriva l’occhio sinistro.

-Oh Sasuke-chan! Kon-nichiwa!-disse in tono piuttosto allegro per poi aggiungere tristemente ma con una punta di ironia –Sei proprio cattivo! Non dovresti definire le mie visite "visite inutili"! Io mi preoccupo per te razza di ragazzo degenere!-

E dopo questa affermazione si lasciò andare in un,naturalmente tanto finto quanto teatrale,pianto.

-Kakashi-san la smetta per favore e mi dica come mai è qui-

L’uomo dai capelli d’argento cambiò totalmente espressione diventando serio.

-Sono venuto qui perché voglio che ti renda conto che tra poco sarai tu,al mio posto,a gestire la sede dell’azienda qui a Tokyo-

-Sa benissimo che non lo farò,ne abbiamo già parlato-tagliò corto Sasuke.

-Ma Sasuke! Lo sai fin troppo bene che tuo fratello si è trasferito a New York per permettere a te di gestire l’azienda a Tokyo e ora tu vuoi mandare tutto in fumo trasferendoti pure tu a New York?-

-Questa è la mia decisione Kakashi-san,non c’è nulla che mi trattenga qui a Tokyo perciò lascerò la gestione di questa sede a lei e io andrò a vivere con mio fratello a New York che a lui piaccia o no-

-Ma Sasuke! Sai benissimo che Itachi sarebbe felice di averti a New York ma a lui sta a cuore il tuo futuro ancora prima dei suoi desideri!-

-Kakashi-san questa è la mia decisione e ora se vuole scusarmi avrei da fare-

-Ma Sasuke!-

-Arrivederci-disse in tono piatto l’Uchiha accompagnando verso la porta l’interlocutore.

Rassegnato l’uomo dai capelli argentei fu costretto ad andarsene lasciando il più giovane a casa da solo.

L’Uchiha più piccolo voleva molto bene a Kakashi anche se non lo dava a vedere ma,nonostante questo,non voleva assolutamente fare ciò che quell’uomo gli diceva.

Non aveva alcun senso per lui rimanere a Tokyo,quella città era legata a ricordi orribili per lui,tanto valeva trasferirsi,con l’unico parente rimastogli,a New York.

Questa era la sua decisione e nulla gliel’avrebbe fatta cambiare o almeno così credeva.

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera belle ragazze! Eccomi ritornata con una nuova serie lunga!

Due parole su questa fanfiction:

1-tranquille Sasuke non diventerà un pedofilo! Quel tipo di scene arriveranno quando il nostro caro Naru-chan se lo potrà permettere!

2-Scusate se magari Sasuke vi è sembrato un po’ OOC visto che si perdeva continuamente in pensieri riguardanti un bambino ma se pensate (come ho fatto io) alle circostanze vi sembrerà naturale anche per un pezzetino di ghiaccio come l’Uchiha! E poi si sta parlando di due bellissimi occhioni azzurri!

Con queste due raccomandazioni vi lascio sperando che vi affezionerete a questa fanfiction come mi ci sto affezionando io visto che adoro le storie in cui Sacchan è molto più grande di Naru-chan! Se volete vedere il disegno (fatto da me) che me l’ha ispirata magari cercherò di scannerizzarlo anche se non posso garantirvi niente!

3-il raiting per ora è giallo ma si alzerà al rosso.

4-scusate per chiunque l’abbia già letta ho fatto una correzione togliendo la storia della morte dei genitori di Sasuke,non mi piaceva affatto! Scusate se ve l’ho spoilerata,quella era la mia idea: Ne parlerò nei prossimi capitoli ^^

Vi lascio e vi ringrazio per aver letto! Un bacione!

 

 

  
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