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Autore: softkitty    10/02/2015    2 recensioni
La protagonista di questa storia è Nicky, neolaureata in lettere e barista per necessità.
Accanto a lei vedremo Noah, il suo fidanzato dalla famiglia ingombrante, Diane, la sua amica di una vita e Oneweek, metodico giovane incontrato in metro.
Attorno a loro ruoteranno vari personaggi, dalla ex fidanzata decisamente poco "ex" alla suocera molto "suocera", passando per genitori amorevoli e amici privi di tatto.
SOSPESA.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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In metro con amore

 

Capitolo 15

 

«Wow». Nicky non riuscì ad aggiungere altro quando si trovò di fronte Daniel con un paio di jeans scuri ed una semplicissima camicia azzurra con le maniche risvoltate fino al gomito. «Ciao»

«Ciao Dom. Sei bellissima». Le posò una mano sul fianco e si sporse in modo da poterla baciare. «Mh». Si separò quando Nicky gli posò una mano sul collo per avvicinarlo. «Meglio se saliamo in auto, non vorrei fare tardi».

Mentre si dirigevano verso il ristorante, Nicky si schiarì la voce. «Grazie»

«Ma se non hai ancora visto il ristorante? Magari ti sto portando in una bettola».

Nicky gli tirò un orecchio. «Stupido. Per il lavoro. So che se non mi avessi suggerita tu, non mi avrebbero mai contattata». Chinò il capo. «Chissà a chi ho soffiato il lavoro»

«A nessuno. Se non fossi piaciuta alla preside, non ti avrebbe mai accettata».

La giovane capì che quello era un vicolo cieco, continuare a parlarne non avrebbe giovato alla serata. «Tua madre è molto... gentile».

Le orecchie di Daniel si drizzarono, in allarme. «Gentile?» chiese incerto.

«Sì, ha detto che non vede l'ora di conoscermi, ma che rispetterà i nostri tempi».

Daniel sospirò con sollievo. «Oh, pensavo si fosse lanciata in qualche strano racconto imbarazzante della mia infanzia!»

«Ce ne sono? Di racconti imbarazzanti della tua infanzia, intendo»

«Assolutamente no!».

Nicky si finse pensierosa. «Potrei sempre chiamare tua madre e chiederglielo»

«Non ti direbbe nulla, è mia madre!»

«Scommettiamo?».

Daniel scosse il capo, inorridito. «Non ci penso proprio!». Assottigliò lo sguardo. «Certo che sei perfida!»

«Io?». Nicky sbatté le ciglia, con fintissima innocenza. «Non è vero»

«Eccoci arrivati, ruffiana». I due scesero dall'auto e Nicky si guardò attorno, curiosa.

«Questo posto c'è ancora?».

Daniel la guardò con stupore. «Lo conosci?»

«Una volta questo posto era gestito da un amico di mio padre. Avevano svolto la leva militare insieme. Io e i miei genitori venivamo sempre qui a festeggiare i loro compleanni».

L'avvocato si gelò sul posto. «Cambiamo ristorante, se vuoi! Non c'è nessun problema. Avrei dovuto chiederti se...».

Ma Nicky gli posò una mano sulla bocca. «Respira. Non è successo niente. Ceniamo qui, sono curiosa di scoprire se c'è ancora l'amico di mio padre». Gli prese la mano ed insieme varcarono la soglia. Il locale era quasi come lo ricordava. L'arredamento era lo stesso, così come la disposizione dei tavoli. Le tovaglie invece erano inevitabilmente cambiate, come il colore delle pareti che da giallo delicato era diventato di un tenue color pesca sfumato.

«Daniel, benvenuto! Ti ho tenuto libero un tavolo in fondo alla sala, così siete più tranquilli».

A parlare era stato un signore di mezza età, sorridente e cordiale. Nicky lo squadrò per un istante. Era decisamente meno capellone e più panzuto di quanto ricordasse, ma era sicuramente...

«Jeremy? Si ricorda di me?». L'uomo si voltò a guardarla, inclinando il capo. «Sono passati parecchi anni, sono...»

«...La figlia di Alan!». La abbracciò calorosamente. «Come stai? Come sei cresciuta! Eri una nanerottola l'ultima volta che ti ho vista!». Si voltò verso la cucina. «Clara, vieni a vedere chi c'è!».

Dopo qualche secondo, dalla cucina comparve una donna con il viso arrossato dal caldo, i capelli perfettamente raccolti ed un sorriso dolce. «Daniel, ciao caro! Come stanno Miranda e Grayson? E Nelson e Terry? Quando sono stati qui ho visto il tuo nipotino! È davvero adorabile!». Continuava a parlare imperterrita, tempestando il povero Daniel di domande, fino a quando Jeremy non le fece voltare il capo. «Dominique! Sei proprio tu? Ma certo che sei tu!». La abbracciò di slancio, asciugandosi gli occhi, sperando inutilmente di non essere vista.

Nicky infatti si apprestò ad aprire la borsa. «Clara, le serve un fazzoletto?»

«No no! Non ti preoccupare, è solo che vederti qui mi ha riportato indietro nel tempo».

Fortunatamente, prima che potesse avviarsi sul viale dei ricordi, Jeremy alleggerì l'atmosfera. «Ma non hai una cucina da dirigere, tu?».

La donna sbuffò leggermente. «Sempre il solito orso! Vado, vado!». Si voltò verso i ragazzi. «Buona cena! E passate a salutarmi quando andate!».

La coppia si diresse al tavolo che Jeremy aveva loro riservato. «Tutto bene?».

Prima di rispondere, Nicky sospirò per riprendere il controllo di sé e delle sue emozioni. «Sì, questo posto è quasi uguale a come me lo ricordavo. Jeremy e Clara sono cambiati solo esteriormente, sono due persone simpaticissime».

Mentre i due attendevano le loro ordinazioni, Dom tempestò Daniel di domande sulla preside della scuola dove avrebbe dovuto lavorare. Voleva conoscerla al meglio, per evitare gaffe di qualsiasi tipo ed essere impeccabile.

Così scoprì che Bettie Fowler era una ex docente di matematica, che era sposata, aveva due figlie e 3 nipotini che adorava. Era intollerante al lattosio e amava le peonie.

«Ok, credo di averti detto tutto quello che so!».

Nicky sorseggiò la sua acqua e sorrise. «Bene, grazie! Mi sono appuntata tutto mentalmente, lunedì saprò come affrontare il mio nemico».

Il giovane scoppiò a ridere. «Nemico? Addirittura? È una persona molto gentile»

«Finché non sarò ufficialmente assunta, non sarà un'amica»

«Sei molto agguerrita, Dom»

«Non voglio sprecare questa occasione». Si strinse nelle spalle. «E poi non voglio far fare brutta figura a tua madre. Dopotutto ci ha messo la faccia».

Daniel le afferrò la mano che aveva appena poggiato il bicchiere sulla tavola. «Hey, calmati! Non devi mica operare il presidente degli Stati Uniti al cuore in diretta mondiale!». Fece una piccola e comica smorfia. «Credo».

Nicky si sciolse in una risata. «In effetti, non credo! Dovrei insegnare inglese, non scienze!». Si schiarì la voce. «Dovrei andare in bagno». Daniel si limitò ad annuire e le lasciò la mano. La osservò allontanarsi e notò, con un certo disappunto, che la gonna di quel vestito era un po' troppo larga e non gli permetteva di intravedere il suo splendido fondoschiena.

Nicky sospirò sollevata, mentre tirava lo sciacquone. Tutta quell'acqua e quelle risate avevano messo a dura prova la sua vescica. Si lavò le mani e le asciugò con cura, poi si guardò allo specchio e tornò in sala. Quando raggiunse il tavolo, vide Daniel alzarsi ed attenderla. Appena gli fu vicina, le passò una mano sulla guancia e la baciò. «Mi sei mancata».

Ridacchiò per stemperare l'imbarazzo. «Sono stata via pochi minuti»

«E sei tornata raggiante!». Le lanciò uno sguardo giocosamente sospettoso. «Cos'è successo in quel bagno?».

Nicky si sedette e si sporse verso di lui, bisbigliando con tono cospiratorio: «Vuoi davvero saperlo?»

«Sì!»

«C'è il dispenser della carta per asciugarsi le mani!».

Daniel rimase interdetto per un istante. «Dom, non vorrei essere... indelicato, ma... ci sono dappertutto, cosa c'è di straordinario?».

Nicky scosse il capo, sconsolata. «Nella maggior parte dei ristoranti e bar e pub e ovunque ti venga in mente, ci sono quegli aggeggi infernali che sparano fuori – la sua espressione divenne totalmente schifata – aria calda». Lo sguardo che il giovane le dedicò le fece capire che ancora non la seguiva. «Aria calda! Asciuga le mani, ma fa seccare la pelle, che poi si screpola!».

Le sopracciglia di Daniel si sollevarono talmente tanto da rischiare di essere inghiottite dai capelli. «Tutta questa gioia per un dispenser di carta?».

Gli occhi della ragazza si ridussero a due fessure. «Precisamente, avvocato. Qualcosa da dire?»

«Assolutamente no! Oh – voltò il capo, espirando comicamente – arrivano le nostre ordinazioni!».

I due cenarono, alternando bocconi e risate, sguardi complici e aneddoti imbarazzanti sui loro amici.

«Fino a quando lavorerai da Missy?».

Nicky deglutì la forchettata di carne e bevve un piccolo sorso d'acqua. «Non lo so ancora, però credo fino a domenica».

Daniel scosse il capo. «Ma non puoi lavorare fino a domenica, se lunedì inizi con il corso!».

Nicky si strinse nelle spalle. «Lo so, ma non voglio mollare Missy nella merda. Se trova una sostituta, sarò libera, se no, almeno per questo weekend, sarò da lei a lavorare. Per me non è un problema». Sospirò. «Mi ha dato un lavoro da quando mi sono laureata, le devo tanto, non potrei mai deluderla così. Non lo merita».

Daniel si trovò, suo malgrado ad annuire. Con il tempo aveva capito quanto Missy avesse aiutato Dom e quanto quest'ultima le fosse grata. Non disse nulla consapevole che, se si fosse trovato nella medesima situazione, avrebbe agito allo stesso modo. La fissò a lungo, meditando su ciò che doveva dirle. Non poteva tacere ancora. «Dom...»

«Dan...». I due parlarono contemporaneamente. «Parla prima tu»

«Non c'è fretta. Dimmi».

Nicky tentennò un istante, prima di parlare. «Mi ha scritto Noah».

Lo sguardo di Daniel si accese di rabbia, ma si trattenne. «Che cosa... voleva?»

«Non ne ho idea. Mi ha scritto che gli manco. E non gli ho risposto». Lo guardò di sottecchi, per cercare di capire cosa stesse pensando. «E non ho intenzione di rispondergli. Ho solo preferito dirtelo perché...»

«Perché?»

«Perché volevo lo sapessi. Per me è totalmente irrilevante, ma non voglio che tu lo venga a sapere nel modo sbagliato. Non mi fido più di Noah e vorrei evitare scene madri da telefilm adolescenziale o inutili fraintendimenti».

Dan ingoiò un boccone pesante come un macigno. Lei era stata... onesta e sincera. E lui?

«Mi fa piacere che tu me lo abbia detto, vuol dire che ti fidi di me»

«E tu?». Nicky lo fissò intensamente. «Tu ti fidi di me?»

«Certamente! Come potrei non farlo?»

«Allora il problema non esiste. Per me Noah non merita nulla».

Daniel si sporse per baciarla, accarezzandole il viso. Stava per aprire bocca per rivelarle ciò che sta per dirle poc'anzi, quando furono interrotti da Jeremy. «Allora, ragazzi! Come vi è sembrata la cena?»

«Ottima, Jeremy!». Nicky gli sorrise con calore. «Ma ora... Clara prepara ancora il tiramisù? Dimmi di sì, ti prego! Lo adoravo da piccola!»

«Certo che sì! Ve ne porto due porzioni?»

«Anche di più!». Jeremy scoppiò a ridere e si allontanò di nuovo.

Daniel si voltò verso Nicky, ma ormai il coraggio per dirle ciò che doveva era sfumato insieme all'atmosfera.

Mangiarono il dolce parlando di calcio e poi uscirono dal ristorante, dopo mille abbracci e baci da parte dei due proprietari. Nicky gli strinse la mano, rilassata e serena come non era da parecchio. Stare con Daniel la rendeva felice: riusciva a ridere e scherzare e fidarsi di lui, voleva baciarlo e accarezzargli i capelli e prenderlo in giro. Era meraviglioso essere così in sintonia con lui.

«Grazie per la bella serata». Daniel si sporse per baciarla e Nicky sorrise, mettendogli una mano sulla guancia. Sapeva che quello era il momento dei saluti, ma all'idea di separarsi da lui, qualcosa dentro di lei protestava animatamente.

Sentì la mano di Daniel posarlesi sulla coscia, accarezzandola con delicatezza e Nicky prese la parola. «Dan, ti va di... rimanere a dormire?»

«Nicky». Daniel prese un respiro profondo ed espirò lentamente, chiudendo gli occhi. «Se rimango... non credo di riuscire a... dormire». Aprì gli occhi e la guardò. «Voglio... non resisterei».

La giovane fece un brevissimo sorriso. «Nemmeno io»

«Davvero?». Daniel le lanciò uno sguardo piacevolmente stupito. «Me ne vado»

«Perché?»

«Perché non...». Lasciò la frase in sospeso, senza sapere come concluderla.

«Non...? Non vuoi?»

«Non so se è il momento giusto».

Nicky allontanò un poco il viso da quello dell'avvocato. «Io non ho ricevuto segni divini, non ho sentito campane suonare a festa e nessun angelo è venuto a farmi visita, però so che voglio andare avanti». Sorrise appena. «Con te».

Daniel si aprì in un sorriso spettacolare e le dedicò un bacio lentissimo e carico di significati. Quando si separarono, la prese per mano. «Andiamo».

 

 

Il mio angolo.

Ed eccoci alla prima uscita seria tra i nostri protagonisti XD

Ho dovuto tagliare qui il capitolo perché altrimenti sarebbe stato troooppo lungo.

Non ho note da aggiungere, se non che anche io, come Nicky, adoro i dispenser di carta nei bagni! XD

Vi ringrazio tantissimo! Grazie a tutti i coraggiosi che continuano a leggere la storia, a tutti coloro che la inseririscono tra le preferite/ricordate/seguite e tutte le sante persone che hanno lasciato o vorranno lasciare un commento ai capitoli presenti, passati e futuri!

Bisous,

Softkitty

  
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