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Autore: kamony    10/02/2015    11 recensioni
Com’era il giovane ed acerbo Harlock prima di diventare il cupo e ramingo pirata, silenzioso e devastato dal rimorso, che solca lo spazio a bordo dell’Arcadia?
Questa è la storia dei suoi albori, di come sia diventato il Capitano di una delle 4 navi Death Shadows con motori a dark matter. Di come si sia guadagnato questo ruolo, della sua bella amicizia con Tochiro Oyama, come ha conosciuto e conquistato il suo primo grande amore... e molto altro ancora!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Nuovo personaggio, Tochiro
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ACROSS THE UNIVERSE'
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Salve! Riporto nomi e cognomi dei 4 Space Cowboys per agevolarvi nella lettura dato che saranno, appunto, nominati per cognome, in un momento particolare della narrazione e per non confondervi ecco qua il promemoria in rigoroso ordine alfabetico del cognome:
Marcus Date, nome in codice Vipera
Phantom Franklin Harlock Terzo, nome in codice Occhio di Falco
Alfred Kook, nome in codice il Freddo
Joseph Takeda, detto Joe, nome in codice Devasto

 

-16-

NOVITÀ E… NOVITÀ!

 

Quella mattina, durante le loro nomali attività di test attitudinali e fisici, che ormai svolgevano da mesi, finalmente arrivò la tanto sospirata notizia.
Il sergente Lee arrivò a sorpresa ed interruppe i quattro Space Cowboys invitandoli ad ascoltarlo, così che potesse comunicargli che cosa c’era scritto nel dispaccio elettronico, appena arrivatogli sul minicomputer da polso che aveva sempre con sé.
Detto ciò attivò lo schermo a visualizzazione olografica per leggere meglio, inforcò gli occhiali e cominciò.
“Allora ragazzi ci siamo. Nelle prossime due settimane ripeterete tutte le analisi mediche per certificare al cento per cento il vostro stato di salute e di sana e robusta costituzione. Come sapete dovete essere in perfette condizioni fisiche, perché dopo l’addestramento finale su Woomera, una volta che vi sarà definitivamente assegnato il comando di una delle quattro navi, starete per sei mesi in missione a protezione della Terra. Durante quel periodo non farete mai rientro alla base e vi sarà concesso solo qualche occasionale scalo intergalattico per i rifornimenti”. Cominciò a spiegare loro mentre lo seguivano attenti, ma anche elettrizzati, finalmente erano giunti al momento tanto agognato e per cui tanto avevano faticato.
“Come sapete prima di partire dovrete fare la profilassi cosmovalente
*1 multipla, il vaccino a rilascio controllato che vi preserverà contro tutte quelle cosucce che vi potrebbero dar fastidio durante la vostra permanenza continuativa nello Spazio, a contato con la dark matter aliena di Yura*2. Ovvero tipo: nausea spaziale, perdita di massa ossea e muscolare, problemi cardiaci, cecità spaziale, diabete. In pratica tutto quello che potrebbe essere causato dai quei dannati effluvi alieni, radiazioni, momenti di assenza di gravità e polvere tossica*3 con cui dovrete fare i conti, quando sarete in missione sulle vostre Death Shadows!”.
Devasto istintivamente allargò le gambe e si toccò i gioielli di famiglia.
“Che sta facendo tenente!” lo redarguì Lee fulminandolo con un’occhiata gelida.
“Nulla, è solo il mio vaccino personale aggiuntivo”.
“Tenete lei è un ottimo elemento ma ha grossi problemi comportamentali. Questa è l’ultima volta che sopporto una delle sue intemperanze. Sono stato chiaro?” lo guardò sempre più torvo il sergente.

“Sissignore!” rispose compito Devasto domandosi se Lee non avesse per caso scoperto che se la intendeva con sua nipote Hisa. Che aveva fatto di male? Solo un innocuo gesto scaramantico!
“Dunque riprendiamo da prima che venissi interrotto. Dicevo… ah ecco! Vi sarà anche prescritta una dieta personale, per potenziare il vostro fisico alla quale saranno aggiunti integratori vitamici e vari minerali naturali e sintetici. Dovete anche immunizzare il vostro fisico perché la vita spaziale è molto dura e deteriorante”.

“Ancora?” disse Devasto sottovoce roteando gli occhi.
“Smetti!” lo fulminò Vipera “Vuoi farti buttare fuori?”.

“ALLORA LA FINIAMO?” tuonò Lee.
“Scusi signore, continui, la prego” lo esortò Harlock cercando di mediare.
“Dicevo…” riprese Lee “Che il vostro corpo dovrà abituarsi alla dark matter e conseguentemente  alla microgravità artificiale, che è del trentotto per cento in meno rispetto alla nostra
*4, muscoli e ossa saranno sottoposti ad un forte stress. Adattarsi alla vita continuativa in una nave spaziale non sarà semplice, soprattutto finché non avrete in circolo il vaccino cosmovalente che sarà ovviamente a rilascio graduale. Stando tanto tempo continuativamente nello spazio, in un ambiente saturo di dark matter, corpo e cervello avranno bisogno di qualche giorno per abituarsi alle nuove condizioni ambientali, potreste soffrire della sindrome da adattamento detta anche Sas. Tra le sue conseguenze più spiacevoli c’è quella che viene chiamata nausea spaziale, simile al mal di mare qui sulla Terra. I sintomi sono stati classificati scherzosamente nella così detta scala Garn, così denominata in onore di uno tra più antichi pionieri spaziali, che allora venivano chiamati astronauti, di nome Jake Garn, che nel lontanissimo 1985, durante un viaggio su una navetta rudimentale chiamata Space Shuttle, sembra abbia patito il caso più grave di nausea spaziale della storia fino ad allora conosciuta! *5  
Ora voi siete avvezzi alla navigazione spaziale, ma non a quella a motori dark matter, quindi s
e non volete rubargli il primato, non dovete mai dimenticare di iniettarvi i vostri integratori nelle dosi e agli orari che vi verranno prescritti”.
I quattro lo ascoltavano seri. Era la procedura standard la conoscevano da tempo, ma sentirsi ripetere tutte quelle cose faceva comunque un certo effetto.

Lee riprese a parlare “Inoltre è stato riscontrato che potreste patire un certo stress ossidativo a carico dei bulbi oculari, i vostri occhi potrebbero essere investiti da radiazioni violente, emesse sempre dalla dark matter che potrebbero causarvi: ipotermia, ipossia e danno tissutale. Il vostro cuore potrebbe diventare più sferico*6. Potreste avere problemi…”

“E allora basta!” disse Devasto toccandosi nuovamente. Harlock fu veloce e gli si parò davanti per impedire a Lee di vedere nuovamente il gestaccio.
“Tenete che fa?” chiese Lee al Falco.
“Io? Niente…”.
“Perché si è messo davanti a
Takeda?” chiese chiamando in gergo militare Joe per cognome.
“Non mi ero reso conto, era per sent…”
“Harlock! Ci si mette anche lei?” chiese Lee torvo. “Takeda l’avevo avvisata, nel prossimo week end resterà consegnato in caserma”.

“Nooo! Perché che ho fatto?”.
Lee si tirò giù gli occhiali fino alla punta del naso e lo fissò di sotto in su, accigliato “Mi prende in giro?”.
“No, ma guardi ho una fastidiosa allergia alle parti basse che mi procura un terribile prurito e…”.
Il Freddò alzò gli occhi al cielo, Devasto era proprio incorreggibile a volte, sembrava un quindicenne a scuola!
Harlock lo fulminò con una delle sue più severe occhiatacce e intanto Vipera si godeva serpentino la scena sghignazzando tutto soddisfatto sotto i baffi.
“Takeda se vuole rimanere consegnato per una settimana sappia che ha preso la giusta direzione, ancora UNA sola parola e scatta il provvedimento disciplinare!”.
“Signorsì signore, messaggio ricevuto” disse finalmente serio Devasto che non si voleva giocare gli ultimi giorni sulla Terra da consegnato.
“Sergente se posso dire la mia è indecoroso che due ufficiali, due graduati, che oltre tutto sono due validi ingegneri selezionati per un progetto così delicato, si comportino come due ragazzini indisciplinati. Uno che fa lo stupido e l’altro che tenta maldestramente di coprirlo. E se…”
“Signor Date non ci interessano le sue opinioni personali. Non sta a lei decidere CHI e PERCHÉ è stato scelto. Le ricordo che fa parte di una squadra, forse avrebbe dovuto aiutare anche lei Takeda. Di certo non le avrei detto bravo come non lo dirò ad Harlock, ma è appunto COSÌ che ci si comporta in una squadra” rimarcò torvo Lee a Vipera. Poi si rivolse di nuovo a tutti “Sinceramente dopo tutti questi mesi e tutto il lavoro svolto assieme mi aspettavo un po’ più di serietà da parte vostra. Tirate fuori gli attributi e fatemi vedere che siete degni di questo progetto perdiana!”.
L’ennesimo tentativo di Vipera di sminuire Harlock era andato ancora una volta in fumo.
Lee concluse informandolo anche avrebbero fatto un ciclo in una camera a gravità artificiale anche per vedere se i loro fisici la ben tolleravano.

 

*

 

Intanto Maya ed Hisa erano ancora confinate in casa e alla fine avevano finito per fare anche una bella chiacchierata chiarificatrice.
Hisa aveva spiegato all’amica che cosa ci fosse stato tra lei ed Harlock. Cioè che aveva ingigantito la cosa, che non era vero che erano stati una coppia, e che avevano avuto solo un flirt fugace, ma soprattutto che non avevano mai fatto sesso proprio fino in fondo.

Era quel proprio fino in fondo che aveva assai incupito Maya, ma aveva deciso che non voleva conoscere i particolari, del resto ora Hisa sembrava molto presa da Devasto. Per quanto la riguardava si convinse che poteva stare tranquilla perché il Falco si era praticamente dichiarato con lei. Il passato era appunto passato e doveva essere archiviato.
Attualmente però non poteva uscire di casa perché era in punizione e non poteva neppure usare il telefono, perché le era stato confiscato. Suo padre era fatto così, usava i vecchi metodi educativi dei suoi trisavoli. Non aveva mandato giù il fatto che in piena notte lei ed Hisa si aggirassero tra le camerate degli ufficiali e aveva biasimato Maya perché complice dell’amica, secondo lui non avrebbe mai dovuto tenerle di mano.
Hisa non era sua figlia e non aveva potuto confiscarle il telefono, ma solo costringerla, con l’appoggio di Lee, a fare compagnia a Maya che era confinata tra le mura domestiche.
Maya così pensò che avrebbe potuto parlare con Harlock tramite l'apparecchio dell'amica, solo che il Falco era assai impegnato con tutti i test medici da ultimare prima delle partenza per Woomera. Non solo, era anche alle prese con le prime prove di resistenza nella camera a gravità artificiale, così che lei non riusciva mai a rintracciarlo. La cosa la faceva innervosire. A sera poi Hisa e Devasto stavano ore e ore al telefono e Maya, non volendo mai interromperli rimaneva a bocca asciutta. Ormai erano quasi cinque giorni che non lo vedeva e che non ci parlava, si sentiva persa come se fossero stati cinque mesi!

Sapeva che di lì a pochi giorni sarebbe partito per la missione e si domandava se l’avrebbe più rivisto, se avessero avuto l’occasione di chiarire la loro posizione. Era molto dispiaciuta e molto sulle spine, ma non poteva forzare la mano a suo padre rischiando di peggiorare le cose, o di farsi scoprire. Non poteva neppure dirgli che si era innamorata di Harlock perché avrebbe  compromesso lui e la sua carriera. Con queste cosa non si scherzava e Maya sapeva che non sarebbe stato affatto saggio rivelare pubblicamente di stare insieme, prima che fosse deciso chi doveva essere il comandante dell’ammiraglia. La cosa che la turbava profondamente era che Harlock non si facesse sentire, come se volesse mettere distanza tra loro. In fondo sarebbe potuto tornare cercarla di notte, come era accaduto, invece niente, sembrava sparito nel nulla.

 

Quella mattina a sorpresa Maya ricevette la visita di Esmeralda. L’amica la invitava formalmente a passare la domenica, ormai prossima, assieme a lei.
“Maya è in punizione” disse subito severo Ishida di fronte a quella richiesta.
“La prego sarò qui solo nel week end e sono sola, nella casa di mio nonno” spiegò Esmeralda.
Ishida sospirò. Quella ragazza era la nipote acquisita di un decano che aveva sposato in seconde nozze la madre di suo padre. Non gli dispiaceva che frequentasse Maya, ma era ancora molto arrabbiato con sua figlia. Era certo che gli nascondesse qualcosa, e non era del tutto sicuro che non avesse una tresca con quell'Harlock. Non era uno sciocco e aveva notato, fin dalla prima volta che era stato a cena a casa sua, come quel tenente guardasse sua figlia, ma soprattutto si era reso conto di come sua figlia guardasse lui, con malcelata adorazione. Si rese conto di aver favorito lui stesso questa cosa, perché ingenuamente aveva pensato che, vista la sua posizione, non si sarebbe azzardato a circuire sua figlia, ma quello che era accaduto qualche giorno prima lo aveva insospettito. Per come la vedeva lui, Hisa era in camera di chissà chi, ma sua figlia, era certo che fosse con quello lì, e la cosa lo incupiva non poco, tanto da fargli quasi riconsiderare la sua candidatura a capitano dell’ammiraglia.

“Mi spiace signorina Esmeralda, ma Maya resterà confinata qui!”.

“Ma papà, perché? La casa di Esmeralda è vicina alla nostra. Pranzeremo insieme e faremo quattro chiacchiere…”.
“Che venga lei a pranzo da noi!”.

“Volentieri, ma devo aprire la casa del nonno è un suo preciso ordine. Sa, è anziano e non viene  spesso sulla Terra, quindi se non ci penso io ogni tanto a farle prendere aria e ad usarla un po’, quella villetta andrebbe in malora, ma non importa, capisco le sue ragioni. Con Maya ci vedremo in un’altra occasione” disse remissiva Esmeralda.
Ishida sbuffò “Mi spiace. Mia figlia resta in punizione. Se vuole unirsi a noi è la benvenuta, ma diversamente, Maya non si muoverà di qui”.

“Capisco signore, non si preoccupi. Le farò sapere se sarò dei vostri” concluse la rossa e con un sorriso salutò l’amica.

Inaspettatamente però il giorno dopo, il generale Ishida fu improvvisamente convocato su Marte e partì, non avrebbe fatto rientro a casa prima di una settimana, esattamente alla vigilia della partenza per Woomera. Maya si ritrovò così libera di agire. Di certo sua zia non le avrebbe impedito di andare a pranzo da Esmeralda che, se era scesa sulla Terra per incontrarla, doveva avere davvero qualcosa di importante da dirle.
Per quanto riguardava Harlock invece si era piccata. Era un’intera settimana che non si faceva vedere né sentire neppure attraverso Devasto e quindi, nonostante fosse tornata in possesso del suo share-phone aveva deciso di fare altrettanto e non chiamarlo. Se lui non voleva sentirla, neanche lei voleva dargli la soddisfazione di fare il primo passo. Del resto le aveva chiesto di riflettere e quindi non voleva mostrarsi così ansiosa di vederlo come in realtà era. Anzi era molto molto contrariata dal fatto che presto se ne sarebbe andato via e che non tenesse affatto a passare del tempo con lei.

 

*

 

Quello stesso giorno al quartier generale della Gea Free, Joshua era riuscito a mettere le mani sul famoso documento che avrebbe dovuto trafugare Maya, che invece era stata fuorviata dalla trappola di Ben. Il ragazzo ce l’aveva fatta grazie al prezioso ausilio di Esmeralda, che suo malgrado, alla fine si era ritrovato a dover coinvolgere, omettendo ovviamente con lei la parte riguardante Maya.
Joshua lo aveva studiato tutto nei minimi dettagli. Ora era pronto a coinvolgere la figlia di Ishida e  Bakin lo doveva aiutare. Tramite lui avrebbe fatto leva sul senso di colpa della ragazza per spingerla a compire quell’azione di forza pericolosa che sperava finisse male, di modo da creare un grave punto di rottura con i vertici della Gaia Sanction. Tutto ciò secondo i suoi piani avrebbe dovuto facilitare un’azione di forza da parte della Gea Free, che così sarebbe finalmente passata alle maniere forti.

Aveva pensato che se fosse accaduto qualcosa di grave a Maya, o se anche semplicemente l’avessero scoperta e smascherata, questo avrebbe portato un grave scompiglio tra le fila della Gaia Fleet, di cui suo padre era uno stimatissimo generale. Non solo, dato che era anche colui che si era occupato dell’intero progetto Space Cowboys, il coinvolgimento della figlia poteva far credere che fosse un traditore. La confusione avrebbe favorito un’azione di forza che lui anelava da tempo, per creare un vero e proprio conflitto tra attivisti e potere, e magari, se avesse avuto fortuna, addirittura favorire anche una sorta di colpo di stato per destituire i decani dal potere.
I suoi intenti non erano del tutto sbagliati, ma la sua sfrenata ambizione lo portava a concepire piani scorretti e pericolosi, che in realtà, alla fine, sarebbero potuti risultare molto dannosi per l’organizzazione.

 

Toccò a Bakin raggirare Maya. La contattò per telefono e le richiese un incontro notturno nel luogo sicuro in cui si incontravano sempre per comunicare a voce tra loro i dissidenti ad Oceania tredici.
La ragazza arrivò puntuale e non essendo a conoscenza del fatto che la situazione fosse già risolta, era molto agitata perché sapeva di aver fallito con la chiave di codice.
Il ragazzo, imbeccato da Joshua, fece leva sul senso di colpa e di cameratismo. Le mentì dicendo che sua madre stava molto male e che lui non poteva assentarsi per compiere la missione più importante che gli era stata affidata da quando militava nella Gea Free. Le disse che si era rivolto a lei perché era l’unica che poteva aiutarlo e sostituirlo, visto che era l’unica a possedere le capacità tecniche richieste per quella speciale missione di cui pochissimi erano a conoscenza. Le disse anche, che se avesse accettato, non avrebbe potuto farne parola con nessuno, tanto meno con Esmeralda, che si sarebbe certamente opposta per via del fatto che erano amiche e che lei era una donna. Avrebbe solo dovuto prendere il suo posto, portare a compimento l’azione di disturbo e rientrare, senza farsi scoprire da nessuno della Gea Free. Grazie al suo generoso aiuto avrebbe dato a lui la possibilità di entrare in graduatoria e salire nella gerarchia. Questo gli avrebbe permesso di partecipare agli addestramenti speciali per poi andare ad agire su campo, quando ci sarebbero stati gli scontri veri e propri. Era ciò a cui più anelava per vendicare la memoria di suo padre, ma non ci sarebbe riuscito se non fosse stato in grado di portare a compimento la sua vera prima missione in solitaria, che era impossibilitato a portare a termine e per cui chiedeva aiuto a lei.
Ovviamente erano tutte balle e scuse, ma Maya non lo sapeva ed in buona fede gli credette. Era una ragazza coraggiosa ed estremamente generosa. Si fidava dei suoi compagni e mai e poi mai avrebbe neppure pensato che potesse essere una trappola. Gli chiese ventiquattro ore di tempo per rifletterci e si congedò. In realtà aveva già deciso che fare, ma volle comunque prendersi un momento di riflessione per essere davvero certa di farlo.

 

*

 


Esmeralda aveva invitato Tochiro a casa di suo nonno. Dovevano parlare di tante cose e poi era un modo per passare del tempo insieme, da soli, cosa che capitava loro sempre più raramente.
“Devi conoscere Harlock” gli stava dicendo Oyama “Devi parlarci e devi aiutarmi a risolvere le cose tra lui e Maya. È chiaro che ne sia innamorato, ma se questo rapporto non si stabilizza, temo che non riuscirà a concentrarsi a dovere sulla missione e se il comando va a qualcun altro sarà un disastro! Come sai io vorrei che si unisse alla nostra causa, ma ancora più voglio che diventi il comandante dell’Arcadia, perché è troppo importante per una serie di cose. Mi aiuterai?”.
Esmeralda gli sorrise appena e annuì, quindi cercò le sue labbra e lo baciò. Avevano così poco tempo per loro che voleva sempre sfruttarlo al meglio. Tra un bacio e l’altro finirono in camera da letto e si ritrovarono a fare l’amore in modo tenero ed appassionato, con grande slancio.
Finito il momento della passione si rinvennero sdraiati l’uno accanto all’altra. Tochiro la carezzava con lo sguardo trovandola bellissima, ancor di più quando era accaldata dall’estasi appena provata. Spesso non si capacitava di come una ragazza bella e forte come lei si fosse innamorata di lui. Ma questi pensieri duravano solo un attimo, perché poi si perdevano, sciogliendosi in quegli occhi verdi così belli e così innamorati che gli toglievano ogni dubbio, oltre che il respiro.
Notò però che erano velati da una sorta di preoccupazione che la facevano sembrare un po’ lontana, come se vagasse raminga tra i suoi pensieri. La cosa lo turbò.
Tochiro le sfiorò la schiena con la punta delle dita regalandole una lieve carezza “Che c’è che non va mia adorata?” le chiese preoccupato. Non era da Esmeralda essere così distante, non quando erano insieme e non dopo aver fatto l’amore.
Lei sembrò come risvegliarsi da un sogno “Cosa?” gli chiese come se non lo avesse neppure udito.
“Che hai Esmeralda?” le chiese decisamente impensierito.
La ragazza sospirò, lo guardò e chiuse gli occhi per un secondo, poi li riaprì. Tochiro notò che scintillavano di una luce strana, come se davvero qualcosa la tormentasse.

“Tu mi ami vero?” gli chiese spiazzandolo.

“Ma certo! Che domande sono?” le chiese sempre più confuso. Cominciava davvero a pensare che ci fosse qualcosa che non andasse e si stava seriamente angosciando. Perché mai gli stava facendo una simile domanda?
“Quindi non penseresti mai che io potrei ingannarti, che potrei metterti di mezzo?”.

“Ma assolutamente no!” rispose subito sicuro poi le carezzò un guancia e la guardò serio “Se si tratta di Maya ed Harolck se…”.

“No. Loro non c’entrano niente, anzi concordo con te per quanto li riguarda. Ciò che mi preoccupa è tutt’altro…” s’interruppe e sospirò di nuovo portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

“Qualcosa che riguarda la Gea Free?” gli chiese sollecito.
“No… ci sono vari problemi, ma non si tratta dell’organizzazione…”  e volse nuovamente lo sguardo altrove”.

“Ho capito…” disse Tochiro mogio. Del resto avrebbe dovuto aspettarselo “Vuoi lasciarmi…”.
Questa volta fu il turno di Esmeralda di girarsi di scatto e di guardarlo sconcertata “Ma che dici? Ora sei tu che metti in dubbio il mio amore? A tutto penso, meno che a lasciarti!” gli disse carezzandogli una guancia mentre lui fece un’espressione simile ai gatti quando fanno le fusa.

“E allora che cosa ti angustia così tanto amore mio?” le chiese prendo una mano tra le sue.
Fu in quel momento che lei sparò lapidaria un…
“Credo di essere incinta” .
A quelle parole Tochiro perse l’equilibrio e dal ciglio del letto, dove si trovava, finì rovinosamente a terra facendo un bel capitombolo e battendo anche una sonora capocciata sul pavimento.
La sua testa però riemerse di scatto, quasi subito, facendo capolino oltre il materasso
“Ho capito bene? Hai detto proprio: incinta?” le chiese con gli occhiali traverso sul naso e gli occhi spalancati di sincero stupore.

“Ti sei fatto male? gli chiese subito lei preoccupata avvicinandosi, incurante della sua domanda.
“No…” rispose Oyama arrampicandosi nuovamente sul letto.
Esmeralda istintivamente si coprì con il lenzuolo era molto agitata. Quella probabile gravidanza aveva colto di sorpresa anche lei. Si era dimenticata una sola volta il principio attivo anticoncezionale e tanto era le bastato per rimanere incinta. Una vera sfortuna, anche perché non era certo il momento migliore per loro per affrontare una cosa del genere.
Tochiro le si avvicinò e le baciò teneramente le labbra “Beh… devo dire che sei riuscita a sorprendermi” le confessò con un sorriso rassicurante.
“Vista la nostra posizione e la tua missione potrei anche capire se la cosa non ti andasse a genio…”.

Ma lui la interruppe “Davvero hai una così bassa opinione di me? Ti ho amata dal primo momento  che ti ho vista. Sei la creatura più bella e perfetta, sia d’animo che d’aspetto, che mai avrei potuto anche solo sognare di avere accanto. Sai quanto ti adoro, non puoi mettere in dubbio i miei sentimenti. Davvero credi che mi dispiaccia che una parte di me stia crescendo dentro di te? È il regalo più bello e straordinario che potessi farmi: rendermi indissolubilmente legato a te” le disse fissandola in un modo che le fece salire le lacrime agli occhi. Lei così battagliera e così indomita era così fragile nei sentimenti. Per questo lo amava così tanto, perché con lui si sentiva al sicuro, amata, protetta e considerata al di là del suo aspetto fisico, che troppo spesso faceva agli uomini un effetto che a lei non piaceva.
“In realtà non ne ho ancora la certezza matematica…” gli disse quasi incredula della sua reazione.
“Non importa. Qualunque sia l’esito di questa faccenda è il momento adatto per una cosa che comunque avevo intenzione di dirti appena avessi concluso la mia missione su Woomera”.
Tochiro aveva le idee chiare già da tempo.

“Che cosa?” gli chiese sgranando appena quegli occhi di giada.
Lui si tirò su e la guardò dritta negli occhi “Vuoi sposarmi Esmeralda?” le disse senza troppi giri di parole e senza anello. Era fatto così. La sua formazione scientifica lo portava ad essere diretto e concreto, sempre. Quella dichiarazione non era prevista, non per il momento, quindi non aveva di certo ancora comprato un anello, ma allungò una mano e afferrò i pantaloni quindi ne estrasse un piccolo pugnale antico, tipo stiletto e glielo porse.
“Non era stato acquistato per questo scopo, ma prendilo come un anticipo. È uno stiletto antico che ho modificato. Dentro c’è un trasmettitore che si collega ad una linea a noi dedicata, in poche parole potrai contattarmi sempre in qualsiasi momento e in qualsiasi parte dell’Universo ti troverai. Nessuno ci potrà ascoltare, perché la linea a cui l’ho agganciato è schermata e rimbalza ogni secondo da un satellite all’altro, quindi è impossibile tracciarla. Potrai usarlo per chiedermi aiuto, per fare quattro chiacchiere e magari…” ridacchiò “…anche come linea erotica personale tra noi, quando saremo lontani!”.

Esmeralda lo guardò incredula. Come nel suo stile Tochiro le aveva fatto una dichiarazione importantissima senza colpo ferire: semplice e diretta, ma piena dell’entusiasmo e del calore che l’aveva fatta perdutamente innamorare di lui. Le aveva chiesto di sposarlo e poi aveva stemprato il tutto, con quel regalo insolito e particolare che univa la sua passione per le cose antiche e la tecnologia, che tanto amava fondere tra loro. Era turbata, ma anche felice.

“Allora?” le chiese fissandola impaziente.
“Mi piace è… davvero molto bello!” gli rispose fissando lo stiletto ammirata.
“No, io intendevo: allora? Vuoi sposarmi o no?”.
Lei gli gettò le braccia al collo “Sì e mille volte sì, mio piccolo, adorabile, fantastico genio!”.
La bellissima novità fu suggellata da un lungo ed appassionato bacio che, seguito da molti altri, li condusse ad una nuova languida e tenera danza d’amore, che si concessero, nuovamente, dimenticando problemi, amici e per il momento, anche la probabile futura prole!

 

 

1 PROFILASSI COSMOVALENTE MULTIPLA: Vaccino inventato da me.

2 DARK MATTER ALIENA DI YURA: Già usata in Wonderwall. Nel film si parla di semplice dark matter (materia oscura) io mi sono inventata questa che ha delle proprietà particolari rispetto alla dark matter normale. Tipo rallentare l’invecchiamento come appunto già spiegato in Wonderwall ;)

I punti: 3 - 4 - 5 - 6 Sono assolutamente autentici, cioè, ciò che viene descritto, sono conseguenze REALI a cui vanno incontro i VERI astronauti nello spazio che io ho riadattato alla navigazione con dark matter mischiando così realtà e fantasia. Tutte le “malattie” e le problematiche fisiche sono vere, compresa la percentuale della gravità artificiale e la sindrome da adattamento detta anche Sas con la scala Garn. Purtroppo sono stata somara e non mi sono segnata i link, chiedo venia, ma ogni cosa che avete letto, che potrebbe accadere agli Space Cowboys è ripresa dalla realtà, solo essendo che loro navigano nello spazio da tempo, sebbene con navette molto più piccole delle corazzate, mi sono appunto presa la licenza fanfictionistica di rendere colpevole di tutto ciò la famigerata materia oscura Yurana, anche per ricollegarmi al fatto che comunque è pericolosa, e come avevo spiegato in Wonderwall che, venendo contaminati da essa, non a tutti poteva sortire i soliti effetti.





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GRAZIE davvero con tutto il cuore a chi c’è, a chi c’è stato, e a chi c’è di rimpiattato! xD
GRAZIE quindi a tutti VOI miei cari ed affezionati lettori che seguite sempre questa mia ficciarina.
GRAZIE a chi  ha tempo e voglia e commenta sia in pubblico che privatamente i miei deliri!
GRAZIE a chi mi aggiunge a preferiti e ricordati, sappiate che ogni vostra manifestazione di attenzione a ciò che scrivo è per me un regalo grande e bellissimo e io vi lovvo un monte!


Per fortuna c’è ancora chi crede ai sogni. Chi a l’amicizia. Chi alle persone. C’è ancora chi vuole comunque vedere il bene sempre e comunque, il lato buono delle cose. Chi è ingenuo, chi è un entusiasta, chi ama la vita anche se a volte è veramente difficile. Chi crede nel rispetto. A chiunque si sia riconosciuto in queste parole io dico: vai avanti e non mollare, il mondo ha bisogno di animi puri. Lo so, questo non c’entra nulla con la ficcia ma forse c’entra in qualche passo citato, (almeno per me) con il messaggio che ho recepito (io) dalla visione giovanile dell’anime di Harlock, soprattutto per quanto riguarda l’amicizia, il rispetto e l’amore per la vita anche se è dura, quindi perché non farne tesoro e magari cercare di metterlo in pratica? {Vabbè basta, mi vaporizzo e scusate la filosofia da 4 soldi… ogni tanto me piglia così!}

 

Comunicazione di servizio Spero di aggiornare nuovamente tra domenica e lunedì prossimo. Male che vada salterò un turno (vale a dire una settimana) ma spero di no! ;) Grazie per la comprensione, sono tempi ostici ed incasinati ed il free time con opzione ludica è sempre più risicato! (Passerà eh!!!)

 

GRAZIE Capitano semplicemente di esistere! ♥♥♥

  
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