Salve! Riporto
nomi e cognomi dei 4 Space Cowboys per agevolarvi nella lettura dato che saranno,
appunto, nominati per cognome, in un momento particolare della narrazione e per
non confondervi ecco qua il promemoria in rigoroso ordine alfabetico del
cognome:
Marcus Date,
nome in codice Vipera
Phantom Franklin Harlock Terzo,
nome in codice Occhio di Falco
Alfred Kook, nome in codice il Freddo
Joseph Takeda, detto Joe, nome
in codice Devasto
-16-
NOVITÀ E… NOVITÀ!
Quella mattina, durante le loro nomali attività di test
attitudinali e fisici, che ormai svolgevano da mesi, finalmente arrivò la tanto
sospirata notizia.
Il sergente Lee arrivò a sorpresa ed interruppe i quattro Space Cowboys invitandoli
ad ascoltarlo, così che potesse comunicargli che cosa c’era scritto nel
dispaccio elettronico, appena arrivatogli sul minicomputer da polso che aveva
sempre con sé.
Detto ciò attivò lo schermo a visualizzazione olografica per leggere meglio,
inforcò gli occhiali e cominciò.
“Allora ragazzi ci siamo. Nelle prossime due settimane ripeterete tutte le
analisi mediche per certificare al cento per cento il vostro stato di salute e di
sana e robusta costituzione. Come sapete dovete essere in perfette condizioni
fisiche, perché dopo l’addestramento finale su Woomera, una volta che vi sarà definitivamente
assegnato il comando di una delle quattro navi, starete per sei mesi in
missione a protezione della Terra. Durante quel periodo non farete mai rientro
alla base e vi sarà concesso solo qualche occasionale scalo intergalattico per
i rifornimenti”. Cominciò a spiegare loro mentre lo seguivano attenti, ma anche
elettrizzati, finalmente erano giunti al momento tanto agognato e per cui tanto
avevano faticato.
“Come sapete prima di partire dovrete fare la profilassi cosmovalente*1 multipla, il vaccino a
rilascio controllato che vi preserverà contro
tutte quelle cosucce che vi potrebbero dar fastidio durante la vostra permanenza
continuativa nello Spazio, a contato con la dark matter aliena di Yura*2. Ovvero tipo: nausea
spaziale, perdita di massa ossea e muscolare, problemi cardiaci, cecità
spaziale, diabete. In pratica tutto quello che potrebbe essere causato dai quei
dannati effluvi alieni, radiazioni, momenti di assenza di gravità e polvere
tossica*3 con cui dovrete fare i conti, quando sarete in missione sulle vostre
Death Shadows!”.
Devasto istintivamente allargò le gambe e si toccò i gioielli di famiglia.
“Che sta facendo tenente!” lo redarguì Lee fulminandolo con un’occhiata gelida.
“Nulla, è solo il mio vaccino personale aggiuntivo”.
“Tenete lei è un ottimo elemento ma ha grossi problemi comportamentali. Questa
è l’ultima volta che sopporto una delle sue intemperanze. Sono stato chiaro?”
lo guardò sempre più torvo il sergente.
“Sissignore!” rispose compito
Devasto domandosi se Lee non avesse per caso scoperto che se la intendeva con
sua nipote Hisa. Che aveva fatto di male? Solo un innocuo gesto scaramantico!
“Dunque riprendiamo da prima che venissi interrotto. Dicevo… ah ecco! Vi sarà
anche prescritta una dieta personale, per potenziare il vostro fisico alla
quale saranno aggiunti integratori vitamici e vari minerali naturali e
sintetici. Dovete anche immunizzare il vostro fisico perché la vita spaziale è
molto dura e deteriorante”.
“Ancora?” disse Devasto sottovoce roteando
gli occhi.
“Smetti!” lo fulminò Vipera “Vuoi farti buttare fuori?”.
“ALLORA LA FINIAMO?” tuonò Lee.
“Scusi signore, continui, la prego” lo esortò Harlock cercando di mediare.
“Dicevo…” riprese Lee “Che il vostro corpo dovrà abituarsi alla dark matter e
conseguentemente alla microgravità
artificiale, che è del trentotto per cento in meno rispetto alla nostra*4, muscoli e ossa saranno sottoposti ad
un forte stress. Adattarsi alla vita continuativa in una nave spaziale non sarà
semplice, soprattutto finché non avrete in circolo il vaccino cosmovalente che sarà ovviamente a rilascio graduale. Stando tanto tempo continuativamente nello
spazio, in un ambiente saturo di dark matter, corpo e cervello avranno bisogno
di qualche giorno per abituarsi alle nuove condizioni ambientali, potreste
soffrire della sindrome da adattamento detta
anche Sas. Tra le sue conseguenze più spiacevoli c’è quella che viene chiamata
nausea spaziale, simile al mal di mare qui sulla Terra. I sintomi sono stati
classificati scherzosamente nella così detta scala Garn, così denominata in
onore di uno tra più antichi pionieri spaziali, che allora venivano chiamati
astronauti, di nome Jake Garn, che nel lontanissimo 1985, durante un viaggio su
una navetta rudimentale chiamata Space Shuttle, sembra abbia patito il caso più
grave di nausea spaziale della storia fino ad allora conosciuta! *5
Ora voi siete avvezzi alla navigazione spaziale, ma non a quella a motori dark
matter, quindi se non volete
rubargli il primato, non dovete mai dimenticare di iniettarvi i vostri
integratori nelle dosi e agli orari che vi verranno prescritti”.
I quattro lo ascoltavano seri. Era la procedura standard la conoscevano da
tempo, ma sentirsi ripetere tutte quelle cose faceva comunque un certo effetto.
Lee riprese a parlare “Inoltre è stato riscontrato che potreste patire un certo stress ossidativo a carico dei bulbi oculari, i vostri occhi potrebbero essere investiti da radiazioni violente, emesse sempre dalla dark matter che potrebbero causarvi: ipotermia, ipossia e danno tissutale. Il vostro cuore potrebbe diventare più sferico*6. Potreste avere problemi…”
“E allora basta!” disse Devasto
toccandosi nuovamente. Harlock fu veloce e gli si parò davanti per impedire a
Lee di vedere nuovamente il gestaccio.
“Tenete che fa?” chiese Lee al Falco.
“Io? Niente…”.
“Perché si è messo davanti a Takeda?” chiese chiamando
in gergo militare Joe per cognome.
“Non mi ero reso conto, era per sent…”
“Harlock! Ci si mette anche lei?” chiese Lee torvo. “Takeda l’avevo avvisata, nel
prossimo week end resterà consegnato in caserma”.
“Nooo! Perché che ho fatto?”.
Lee si tirò giù gli occhiali fino alla punta del naso e lo fissò di sotto in su,
accigliato “Mi prende in giro?”.
“No, ma guardi ho una fastidiosa allergia alle parti basse che mi procura un
terribile prurito e…”.
Il Freddò alzò gli occhi al cielo, Devasto era proprio incorreggibile a volte,
sembrava un quindicenne a scuola!
Harlock lo fulminò con una delle sue più severe occhiatacce e intanto Vipera si
godeva serpentino la scena sghignazzando tutto soddisfatto sotto i baffi.
“Takeda se vuole rimanere consegnato per una settimana sappia che ha preso la
giusta direzione, ancora UNA sola parola e scatta il provvedimento
disciplinare!”.
“Signorsì signore, messaggio ricevuto” disse finalmente serio Devasto che non
si voleva giocare gli ultimi giorni sulla Terra da consegnato.
“Sergente se posso dire la mia è indecoroso che due ufficiali, due graduati,
che oltre tutto sono due validi ingegneri selezionati per un progetto così
delicato, si comportino come due ragazzini indisciplinati. Uno che fa lo stupido
e l’altro che tenta maldestramente di coprirlo. E se…”
“Signor Date non ci interessano le sue opinioni personali. Non sta a lei
decidere CHI e PERCHÉ è stato scelto. Le ricordo che fa parte di una squadra,
forse avrebbe dovuto aiutare anche
lei Takeda. Di certo non le avrei detto bravo
come non lo dirò ad Harlock, ma è appunto COSÌ che ci si comporta in una
squadra” rimarcò torvo Lee a Vipera. Poi si rivolse di nuovo a tutti
“Sinceramente dopo tutti questi mesi e tutto il lavoro svolto assieme mi
aspettavo un po’ più di serietà da parte vostra. Tirate fuori gli attributi e
fatemi vedere che siete degni di questo progetto perdiana!”.
L’ennesimo tentativo di
Vipera di sminuire Harlock era andato ancora una volta in fumo.
Lee concluse informandolo anche avrebbero fatto un ciclo in una camera a
gravità artificiale anche per vedere se i loro fisici la ben tolleravano.
*
Intanto Maya ed Hisa erano ancora
confinate in casa e alla fine avevano finito per fare anche una bella
chiacchierata chiarificatrice.
Hisa aveva spiegato all’amica che cosa ci fosse stato tra lei ed Harlock. Cioè
che aveva ingigantito la cosa, che non era vero che erano stati una coppia, e che
avevano avuto solo un flirt fugace, ma soprattutto che non avevano mai fatto sesso proprio fino
in fondo.
Era quel proprio fino in fondo che aveva assai incupito Maya, ma aveva
deciso che non voleva conoscere i particolari, del resto ora Hisa sembrava molto
presa da Devasto. Per quanto la riguardava si convinse che poteva stare tranquilla
perché il Falco si era praticamente dichiarato con lei. Il passato era appunto passato e doveva essere archiviato.
Attualmente però non poteva uscire di casa perché era in punizione e non poteva
neppure usare il telefono, perché le era stato confiscato. Suo padre era fatto
così, usava i vecchi metodi educativi dei suoi trisavoli. Non aveva mandato giù
il fatto che in piena notte lei ed Hisa si aggirassero tra le camerate degli
ufficiali e aveva biasimato Maya perché complice dell’amica, secondo lui non
avrebbe mai dovuto tenerle di mano.
Hisa non era sua figlia e non aveva potuto confiscarle il telefono, ma solo
costringerla, con l’appoggio di Lee, a fare compagnia a Maya che era confinata
tra le mura domestiche.
Maya così pensò che avrebbe potuto parlare con Harlock tramite l'apparecchio dell'amica, solo che
il Falco era assai impegnato con tutti i test medici da ultimare prima delle
partenza per Woomera. Non solo, era anche alle prese con le prime prove di resistenza
nella camera a gravità artificiale, così che lei non riusciva mai a rintracciarlo.
La cosa la faceva innervosire. A sera poi Hisa e Devasto stavano ore e ore al
telefono e Maya, non volendo mai interromperli rimaneva a bocca asciutta. Ormai
erano quasi cinque giorni che non lo vedeva e che non ci parlava, si sentiva
persa come se fossero stati cinque mesi!
Sapeva che di lì a pochi giorni sarebbe partito per la missione e si domandava se l’avrebbe più rivisto, se avessero avuto l’occasione di chiarire la loro posizione. Era molto dispiaciuta e molto sulle spine, ma non poteva forzare la mano a suo padre rischiando di peggiorare le cose, o di farsi scoprire. Non poteva neppure dirgli che si era innamorata di Harlock perché avrebbe compromesso lui e la sua carriera. Con queste cosa non si scherzava e Maya sapeva che non sarebbe stato affatto saggio rivelare pubblicamente di stare insieme, prima che fosse deciso chi doveva essere il comandante dell’ammiraglia. La cosa che la turbava profondamente era che Harlock non si facesse sentire, come se volesse mettere distanza tra loro. In fondo sarebbe potuto tornare cercarla di notte, come era accaduto, invece niente, sembrava sparito nel nulla.
Quella mattina a sorpresa Maya ricevette la visita di
Esmeralda. L’amica la invitava formalmente a passare la domenica, ormai
prossima, assieme a lei.
“Maya è in punizione” disse subito severo Ishida di fronte a quella richiesta.
“La prego sarò qui solo nel week end e sono sola, nella casa di mio nonno” spiegò
Esmeralda.
Ishida sospirò. Quella ragazza era la nipote acquisita di un decano che aveva
sposato in seconde nozze la madre di suo padre. Non gli dispiaceva che
frequentasse Maya, ma era ancora molto arrabbiato con sua figlia. Era certo che
gli nascondesse qualcosa, e non era del tutto sicuro che non avesse una tresca
con quell'Harlock. Non era uno sciocco e aveva notato, fin dalla prima volta che
era stato a cena a casa sua, come quel tenente guardasse sua figlia, ma
soprattutto si era reso conto di come sua figlia guardasse lui, con malcelata adorazione.
Si rese conto di aver favorito lui stesso questa cosa, perché ingenuamente aveva
pensato che, vista la sua posizione, non si sarebbe azzardato a circuire sua
figlia, ma quello che era accaduto qualche giorno prima lo aveva insospettito.
Per come la vedeva lui, Hisa era in camera di chissà chi, ma sua figlia, era
certo che fosse con quello lì, e la cosa lo incupiva non poco, tanto da fargli quasi
riconsiderare la sua candidatura a capitano dell’ammiraglia.
“Mi spiace signorina Esmeralda, ma Maya resterà confinata qui!”.
“Ma papà, perché? La casa di Esmeralda è vicina alla
nostra. Pranzeremo insieme e faremo quattro chiacchiere…”.
“Che venga lei a pranzo da noi!”.
“Volentieri, ma devo aprire la casa del nonno è un suo preciso
ordine. Sa, è anziano e non viene spesso
sulla Terra, quindi se non ci penso io ogni tanto a farle prendere aria e ad
usarla un po’, quella villetta andrebbe in malora, ma non importa, capisco le
sue ragioni. Con Maya ci vedremo in un’altra occasione” disse remissiva Esmeralda.
Ishida sbuffò “Mi spiace. Mia figlia resta in punizione. Se vuole unirsi a noi è
la benvenuta, ma diversamente, Maya non si muoverà di qui”.
“Capisco signore, non si preoccupi. Le farò sapere se sarò
dei vostri” concluse la rossa e con un sorriso salutò l’amica.
Inaspettatamente però il giorno dopo, il generale Ishida fu improvvisamente
convocato su Marte e partì, non avrebbe fatto rientro a casa prima di una
settimana, esattamente alla vigilia della partenza per Woomera. Maya si ritrovò
così libera di agire. Di certo sua zia non le avrebbe impedito di andare a
pranzo da Esmeralda che, se era scesa sulla Terra per incontrarla, doveva avere
davvero qualcosa di importante da dirle.
Per quanto riguardava Harlock invece si era piccata. Era un’intera settimana
che non si faceva vedere né sentire neppure attraverso Devasto e quindi,
nonostante fosse tornata in possesso del suo share-phone aveva deciso di fare
altrettanto e non chiamarlo. Se lui non voleva sentirla, neanche lei voleva
dargli la soddisfazione di fare il primo passo. Del resto le aveva chiesto di
riflettere e quindi non voleva mostrarsi così ansiosa di vederlo come in realtà
era. Anzi era molto molto contrariata dal fatto che presto se ne sarebbe andato
via e che non tenesse affatto a passare del tempo con lei.
*
Quello stesso giorno al quartier generale della Gea Free, Joshua
era riuscito a mettere le mani sul famoso documento che avrebbe dovuto
trafugare Maya, che invece era stata fuorviata dalla trappola di Ben. Il
ragazzo ce l’aveva fatta grazie al prezioso ausilio di Esmeralda, che suo
malgrado, alla fine si era ritrovato a dover coinvolgere, omettendo ovviamente
con lei la parte riguardante Maya.
Joshua lo aveva studiato tutto nei minimi dettagli. Ora era pronto a
coinvolgere la figlia di Ishida e Bakin
lo doveva aiutare. Tramite lui avrebbe fatto leva sul senso di colpa della
ragazza per spingerla a compire quell’azione di forza pericolosa che sperava
finisse male, di modo da creare un grave punto di rottura con i vertici della
Gaia Sanction. Tutto ciò secondo i suoi piani avrebbe dovuto facilitare un’azione
di forza da parte della Gea Free, che così sarebbe finalmente passata alle
maniere forti.
Aveva pensato che se fosse accaduto qualcosa di grave a Maya,
o se anche semplicemente l’avessero scoperta e smascherata, questo avrebbe
portato un grave scompiglio tra le fila della Gaia Fleet, di cui suo padre era
uno stimatissimo generale. Non solo, dato che era anche colui che si era
occupato dell’intero progetto Space Cowboys, il coinvolgimento della figlia
poteva far credere che fosse un traditore. La confusione avrebbe favorito
un’azione di forza che lui anelava da tempo, per creare un vero e proprio
conflitto tra attivisti e potere, e magari, se avesse avuto fortuna, addirittura
favorire anche una sorta di colpo di stato per destituire i decani dal potere.
I suoi intenti non erano del tutto sbagliati, ma la sua sfrenata ambizione lo
portava a concepire piani scorretti e pericolosi, che in realtà, alla fine,
sarebbero potuti risultare molto dannosi per l’organizzazione.
Toccò a Bakin raggirare Maya. La contattò per telefono e
le richiese un incontro notturno nel luogo sicuro in cui si incontravano sempre
per comunicare a voce tra loro i dissidenti ad Oceania tredici.
La ragazza arrivò puntuale e non essendo a conoscenza del fatto che la
situazione fosse già risolta, era molto agitata perché sapeva di aver fallito
con la chiave di codice.
Il ragazzo, imbeccato da Joshua, fece leva sul senso di colpa e di cameratismo.
Le mentì dicendo che sua madre stava molto male e che lui non poteva assentarsi
per compiere la missione più importante che gli era stata affidata da quando
militava nella Gea Free. Le disse che si era rivolto a lei perché era l’unica
che poteva aiutarlo e sostituirlo, visto che era l’unica a possedere le capacità
tecniche richieste per quella speciale missione di cui pochissimi erano a
conoscenza. Le disse anche, che se avesse accettato, non avrebbe potuto farne
parola con nessuno, tanto meno con Esmeralda, che si sarebbe certamente opposta
per via del fatto che erano amiche e che lei era una donna. Avrebbe solo dovuto
prendere il suo posto, portare a compimento l’azione di disturbo e rientrare,
senza farsi scoprire da nessuno della Gea Free. Grazie al suo generoso aiuto
avrebbe dato a lui la possibilità di entrare in graduatoria e salire nella
gerarchia. Questo gli avrebbe permesso di partecipare agli addestramenti
speciali per poi andare ad agire su campo, quando ci sarebbero stati gli
scontri veri e propri. Era ciò a cui più anelava per vendicare la memoria di
suo padre, ma non ci sarebbe riuscito se non fosse stato in grado di portare a
compimento la sua vera prima missione in solitaria, che era impossibilitato a portare
a termine e per cui chiedeva aiuto a lei.
Ovviamente erano tutte balle e scuse, ma Maya non lo sapeva ed in buona fede
gli credette. Era una ragazza coraggiosa ed estremamente generosa. Si fidava
dei suoi compagni e mai e poi mai avrebbe neppure pensato che potesse essere
una trappola. Gli chiese ventiquattro ore di tempo per rifletterci e si
congedò. In realtà aveva già deciso che fare, ma volle comunque prendersi un
momento di riflessione per essere davvero certa di farlo.
*
Esmeralda aveva invitato Tochiro a casa di suo nonno. Dovevano parlare di tante
cose e poi era un modo per passare del tempo insieme, da soli, cosa che
capitava loro sempre più raramente.
“Devi conoscere Harlock” gli stava dicendo Oyama “Devi parlarci e devi aiutarmi
a risolvere le cose tra lui e Maya. È chiaro che ne sia innamorato, ma se questo
rapporto non si stabilizza, temo che non riuscirà a concentrarsi a dovere sulla
missione e se il comando va a qualcun altro sarà un disastro! Come sai io
vorrei che si unisse alla nostra causa, ma ancora più voglio che diventi il
comandante dell’Arcadia, perché è troppo importante per una serie di cose. Mi
aiuterai?”.
Esmeralda gli sorrise appena e annuì, quindi cercò le sue labbra e lo baciò.
Avevano così poco tempo per loro che voleva sempre sfruttarlo al meglio. Tra un
bacio e l’altro finirono in camera da letto e si ritrovarono a
fare l’amore in modo tenero ed appassionato, con grande slancio.
Finito il momento della passione si rinvennero sdraiati l’uno accanto all’altra.
Tochiro la carezzava con lo sguardo trovandola bellissima, ancor di più
quando era accaldata dall’estasi appena provata. Spesso non si capacitava di come una
ragazza bella e forte come lei si fosse innamorata di lui. Ma questi pensieri
duravano solo un attimo, perché poi si perdevano, sciogliendosi in quegli occhi
verdi così belli e così innamorati che gli toglievano ogni dubbio, oltre che il
respiro.
Notò però che erano velati da una sorta di preoccupazione che la facevano
sembrare un po’ lontana, come se vagasse raminga tra i suoi pensieri. La cosa
lo turbò.
Tochiro le sfiorò la schiena con la punta delle dita regalandole una lieve
carezza “Che c’è che non va mia adorata?” le chiese preoccupato. Non era da
Esmeralda essere così distante, non quando erano insieme e non dopo aver fatto
l’amore.
Lei sembrò come risvegliarsi da un sogno “Cosa?” gli chiese come se non lo
avesse neppure udito.
“Che hai Esmeralda?” le chiese decisamente impensierito.
La ragazza sospirò, lo guardò e chiuse gli occhi per un secondo, poi li riaprì.
Tochiro notò che scintillavano di una luce strana, come se davvero qualcosa la
tormentasse.
“Tu mi ami vero?” gli chiese spiazzandolo.
“Ma certo! Che domande sono?” le chiese sempre più
confuso. Cominciava davvero a pensare che ci fosse qualcosa che non andasse e
si stava seriamente angosciando. Perché mai gli stava facendo una simile
domanda?
“Quindi non penseresti mai che io potrei ingannarti, che potrei metterti di
mezzo?”.
“Ma assolutamente no!” rispose subito sicuro poi le carezzò un guancia e la guardò serio “Se si tratta di Maya ed Harolck se…”.
“No. Loro non c’entrano niente, anzi concordo con te per quanto li riguarda. Ciò che mi preoccupa è tutt’altro…” s’interruppe e sospirò di nuovo portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Qualcosa che riguarda la Gea Free?” gli chiese sollecito.
“No… ci sono vari problemi, ma non si tratta dell’organizzazione…” e volse nuovamente lo sguardo altrove”.
“Ho capito…” disse Tochiro mogio. Del resto avrebbe dovuto
aspettarselo “Vuoi lasciarmi…”.
Questa volta fu il turno di Esmeralda di girarsi di scatto e di guardarlo sconcertata
“Ma che dici? Ora sei tu che metti in dubbio il mio amore? A tutto penso, meno
che a lasciarti!” gli disse carezzandogli una guancia mentre lui fece
un’espressione simile ai gatti quando fanno le fusa.
“E allora che cosa ti angustia così tanto amore mio?” le
chiese prendo una mano tra le sue.
Fu in quel momento che lei sparò lapidaria un…
“Credo di essere incinta” .
A quelle parole Tochiro perse l’equilibrio e dal ciglio del letto, dove si
trovava, finì rovinosamente a terra facendo un bel capitombolo e battendo anche
una sonora capocciata sul pavimento.
La sua testa però riemerse di scatto, quasi subito, facendo capolino oltre il
materasso
“Ho capito bene? Hai detto proprio: incinta?” le chiese con gli occhiali
traverso sul naso e gli occhi spalancati di sincero stupore.
“Ti sei fatto male? gli chiese subito lei preoccupata avvicinandosi,
incurante della sua domanda.
“No…” rispose Oyama arrampicandosi nuovamente sul letto.
Esmeralda istintivamente si coprì con il lenzuolo era molto agitata. Quella probabile
gravidanza aveva colto di sorpresa anche lei. Si era dimenticata una sola volta
il principio attivo anticoncezionale e tanto era le bastato per rimanere
incinta. Una vera sfortuna, anche perché non era certo il momento migliore per loro
per affrontare una cosa del genere.
Tochiro le si avvicinò e le baciò teneramente le labbra “Beh… devo dire che sei
riuscita a sorprendermi” le confessò con un sorriso rassicurante.
“Vista la nostra posizione e la tua missione potrei anche capire se la cosa non
ti andasse a genio…”.
Ma lui la interruppe “Davvero hai una così bassa opinione
di me? Ti ho amata dal primo momento che
ti ho vista. Sei la creatura più bella e perfetta, sia d’animo che d’aspetto,
che mai avrei potuto anche solo sognare di avere accanto. Sai quanto ti adoro,
non puoi mettere in dubbio i miei sentimenti. Davvero credi che mi dispiaccia
che una parte di me stia crescendo dentro di te? È il regalo più bello e straordinario
che potessi farmi: rendermi indissolubilmente legato a te” le disse fissandola
in un modo che le fece salire le lacrime agli occhi. Lei così battagliera e
così indomita era così fragile nei sentimenti. Per questo lo amava così tanto,
perché con lui si sentiva al sicuro, amata, protetta e considerata al di là del
suo aspetto fisico, che troppo spesso faceva agli uomini un effetto che a lei
non piaceva.
“In realtà non ne ho ancora la certezza matematica…” gli disse quasi incredula
della sua reazione.
“Non importa. Qualunque sia l’esito di questa faccenda è il momento adatto per
una cosa che comunque avevo intenzione di dirti appena avessi concluso la
mia missione su Woomera”.
Tochiro aveva le idee chiare già da tempo.
“Che cosa?” gli chiese sgranando appena quegli occhi di
giada.
Lui si tirò su e la guardò dritta negli occhi “Vuoi sposarmi Esmeralda?” le
disse senza troppi giri di parole e senza anello. Era fatto così. La sua
formazione scientifica lo portava ad essere diretto e concreto, sempre. Quella
dichiarazione non era prevista, non per il momento, quindi non aveva di certo
ancora comprato un anello, ma allungò una mano e afferrò i pantaloni quindi ne
estrasse un piccolo pugnale antico, tipo stiletto e glielo porse.
“Non era stato acquistato per questo scopo, ma prendilo come un anticipo. È uno stiletto antico che ho
modificato. Dentro c’è un trasmettitore che si collega ad una linea a noi
dedicata, in poche parole potrai contattarmi sempre in qualsiasi momento e in
qualsiasi parte dell’Universo ti troverai. Nessuno ci potrà ascoltare, perché
la linea a cui l’ho agganciato è schermata e rimbalza ogni secondo da un
satellite all’altro, quindi è impossibile tracciarla. Potrai usarlo per
chiedermi aiuto, per fare quattro chiacchiere e magari…” ridacchiò “…anche come
linea erotica personale tra noi, quando saremo lontani!”.
Esmeralda lo guardò incredula. Come nel suo stile Tochiro le aveva fatto una dichiarazione importantissima senza colpo ferire: semplice e diretta, ma piena dell’entusiasmo e del calore che l’aveva fatta perdutamente innamorare di lui. Le aveva chiesto di sposarlo e poi aveva stemprato il tutto, con quel regalo insolito e particolare che univa la sua passione per le cose antiche e la tecnologia, che tanto amava fondere tra loro. Era turbata, ma anche felice.
“Allora?” le chiese fissandola impaziente.
“Mi piace è… davvero molto bello!” gli rispose fissando lo stiletto ammirata.
“No, io intendevo: allora? Vuoi sposarmi o no?”.
Lei gli gettò le braccia al collo “Sì e mille volte sì, mio piccolo, adorabile,
fantastico genio!”.
La bellissima novità fu suggellata da un lungo ed appassionato bacio che, seguito da
molti altri, li condusse ad una nuova languida e tenera danza d’amore, che si concessero, nuovamente,
dimenticando problemi, amici e per il momento, anche la probabile futura prole!
1 PROFILASSI COSMOVALENTE MULTIPLA: Vaccino inventato da me.
2 DARK MATTER ALIENA DI YURA: Già usata in Wonderwall. Nel film si parla di semplice dark matter (materia oscura) io mi sono inventata questa che ha delle proprietà particolari rispetto alla dark matter normale. Tipo rallentare l’invecchiamento come appunto già spiegato in Wonderwall ;)
I punti: 3 - 4 - 5 - 6 Sono assolutamente autentici, cioè, ciò che viene descritto, sono conseguenze REALI a cui vanno incontro i VERI astronauti nello spazio che io ho riadattato alla navigazione con dark matter mischiando così realtà e fantasia. Tutte le “malattie” e le problematiche fisiche sono vere, compresa la percentuale della gravità artificiale e la sindrome da adattamento detta anche Sas con la scala Garn. Purtroppo sono stata somara e non mi sono segnata i link, chiedo venia, ma ogni cosa che avete letto, che potrebbe accadere agli Space Cowboys è ripresa dalla realtà, solo essendo che loro navigano nello spazio da tempo, sebbene con navette molto più piccole delle corazzate, mi sono appunto presa la licenza fanfictionistica di rendere colpevole di tutto ciò la famigerata materia oscura Yurana, anche per ricollegarmi al fatto che comunque è pericolosa, e come avevo spiegato in Wonderwall che, venendo contaminati da essa, non a tutti poteva sortire i soliti effetti.
→ GRAZIE
davvero con tutto il cuore a chi c’è, a chi c’è stato, e a chi c’è di rimpiattato!
xD
GRAZIE quindi a tutti VOI miei cari ed affezionati lettori che seguite sempre questa
mia ficciarina.
GRAZIE a chi ha tempo e voglia e commenta
sia in pubblico che privatamente i miei deliri!
GRAZIE a chi mi aggiunge a preferiti e ricordati, sappiate che ogni vostra
manifestazione di attenzione a ciò che scrivo è per me un regalo grande e
bellissimo e io vi lovvo un monte! ♥
→ Per fortuna c’è ancora chi crede ai sogni. Chi a l’amicizia. Chi alle persone. C’è ancora chi vuole comunque vedere il bene sempre e comunque, il lato buono delle cose. Chi è ingenuo, chi è un entusiasta, chi ama la vita anche se a volte è veramente difficile. Chi crede nel rispetto. A chiunque si sia riconosciuto in queste parole io dico: vai avanti e non mollare, il mondo ha bisogno di animi puri. Lo so, questo non c’entra nulla con la ficcia ma forse c’entra in qualche passo citato, (almeno per me) con il messaggio che ho recepito (io) dalla visione giovanile dell’anime di Harlock, soprattutto per quanto riguarda l’amicizia, il rispetto e l’amore per la vita anche se è dura, quindi perché non farne tesoro e magari cercare di metterlo in pratica? {Vabbè basta, mi vaporizzo e scusate la filosofia da 4 soldi… ogni tanto me piglia così!}
→ Comunicazione di servizio Spero di aggiornare nuovamente tra domenica e lunedì prossimo. Male che vada salterò un turno (vale a dire una settimana) ma spero di no! ;) Grazie per la comprensione, sono tempi ostici ed incasinati ed il free time con opzione ludica è sempre più risicato! (Passerà eh!!!)
→ GRAZIE Capitano semplicemente di esistere! ♥♥♥