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Autore: ChevyDestiel67    10/02/2015    5 recensioni
Dean per sbaglio manda un messaggio ad un numero sconosciuto, ma invece di lasciare perdere, diventa amico con chi si trova dall'altra parte del telefono, ed inizia un intenso scambio di messaggi. Nel frattempo Sam, fratello di Dean, stringe amicizia con Gabriel; i due, insieme, progettano di far conoscere i loro rispettivi fratelli.
(Destiel; Dean & Castiel)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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[Grazie a tutte voi per il sostegno che mi avete dato durante la realizzazione di questa storia! Siamo giunti al penultimo capitolo, in cui finalmente sapremo le reazioni dei nostri cari Dean e Cas dopo che sono venuti a conoscenza della verità. Spero vi piaccia... buona lettura!]

8/9

CAPITOLO 8

Dean osservò il telefono come se fosse una bomba sul procinto di esplodere. Voleva guardare Castiel, ma si obbligò a non farlo; aveva paura della propria espressione e di quello che avrebbe potuto vedere sul viso dell'altro.

Sam trattenne il fiato. Gli altri fissavano Dean. Nessuno osava dire nulla.

“Grazie Gabriel, lo abbiamo capito tutti,” fu Castiel a parlare per primo, con tono sarcastico. Il fratello premette il simbolo della cornetta rossa ed i Led Zeppelin smisero di suonare.

“Veramente io non ci ho capito un accidenti,” intervenne Chuck, ricevendo una lieve gomitata da Jo.

Castiel finalmente riuscì a strappare via il suo telefono dalle mani del fratello, e lo infilò in tasca. “Sam, grazie per la cena. Bobby, hai una casa meravigliosa, grazie per l'ospitalità. Chuck, Balthie, Jo... scusatemi,” concluse, uscendo di casa.

La prima cosa che gli passò per la testa era prendere quel maledetto telefono e lanciarlo contro l'asfalto, vederlo rompere in mille pezzi e dimenticare tutto. Sarebbe dovuto rimanere a casa e anzi, non avrebbe mai dovuto continuare a scrivere a quel numero. Si sentiva umiliato e ferito, e prima di fare qualcosa di cui pentirsi si incamminò verso il fondo della strada chiamando un taxi.

Non si voltò indietro, perché se avesse visto qualcuno degli altri uscire fuori per fermarlo si sarebbe infuriato di più, e se non avesse visto nessuno, sarebbe diventato ancora più triste. La voce al telefono gli disse che entro un paio di minuti sarebbe arrivato un taxi.

* * *

Chuck, Balthazar e Jo andarono via appena dopo Castiel. La ragazza aveva finalmente capito di che cosa si trattava. Secondo lei, era stato terribile per Dean e Cas scoprire le loro identità in quel modo, ma non era quello il momento per mettere il dito nella piaga. In fondo sapeva che Gabriel aveva agito in buona fede.

“Volete dirmi che cazzo avete combinato voi due?”, chiese Dean a Gabriel e Sam.

Fu quest'ultimo a raccontargli la verità, di come Cas si era sfogato con Gabriel del timore di aver scoperto che Carver fosse Dean, e di come Gabriel pensando di fargli un favore ha cercato il suo aiuto per stendere un piano.

“Avevamo capito che in effetti Jimmy e Carver eravate proprio voi. Non avevamo cattive intenzioni, Dean. Volevamo soltanto... aiutarvi. Accelerare i tempi, per così dire,” continua Sam, sotto lo sguardo infuriato del fratello, “conoscendovi nessuno dei due avrebbe fatto qualcosa per venire allo scoperto. Nemmeno Castiel con tutti gli indizi che gli erano capitati davanti.”

“Già, di cui l'ultimo nemmeno un quarto d'ora fa.”

“Di cosa parli?”

“Gli ho mostrato la stanza e ha visto la saga di Supernatural. Pensavo di essere l'unico in tutto il fottuto Kansas a conoscere quei libri. Indovinate come si chiama lo scrittore? Carver fottuto Edlund,” sottolineò Dean, sedendosi sul divano, “Cas deve aver unito l'ultimo pezzo al puzzle. E la sceneggiata che hai fatto dopo, Gabe, non gli è stata affatto d'aiuto.”

“Dean, ma tu...?”

“Io niente. Sono sospeso tra l'essere scioccato di aver avuto ragione, perché anche io avevo capito che potesse essere Jimmy, e l'essere felice perché in effetti lo è.”

“Che intendi?” gli chiese Sam.

“Intendo dire che finalmente riesco a dare un volto alla persona che mi piace, Sammy, ok? Ed è il volto della persona che mi ha tramortito sin dal primo istante che l'ho notato, va bene?” esclamò il maggiore dei Winchester, alzando le braccia come in segno di resa.

“Ma allora è fatta!”

“No Gabe, perché credo che Jimmy... che Castiel pensi che io abbia architettato tutto alle sue spalle per umiliarlo!”

“Allora vai, magari sei ancora in tempo. Raggiungilo!”

“Non credo abbia voglia di vedermi al momento,” ammise Dean, “non mi ha nemmeno degnato di uno sguardo o di un saluto. Penso che l'ultima cosa di cui abbia bisogno sia Carver, figuriamoci Dean!”

“Non ti stanchi mai ad aver sempre torto?” si fece sentire Bobby, facendo trasalire gli altri, “non credi che non ti abbia nemmeno guardato perché altrimenti sarebbe crollato? Se Castiel è preso da questo Carver come tu sei preso da Jimmy, è te che vuole. E mi chiedo come abbia fatto a farsi piacere un idiota come te. Fatti crescere un paio di palle e prenditi ciò a cui hai girato intorno per settimane. Lo giuro su dio, se devo ancora sentire queste chiacchiere da femminucce o vedere il tuo sorriso ebete mentre fissi un cazzo di telefono, ti sbatto fuori casa!”

“Uh Bobby, non tenerti nulla dentro, mi raccomando!”, intervenne Gabriel

“E tu, a proposito,” continuò Bobby girandosi verso il ragazzo con il dito puntato contro, “vai a chiedere scusa a Castiel di come ti sei comportato. Sam Winchester, non pensare di passarla liscia. Hai qualcosa da dire a tuo fratello?”

Sam portò a fatica lo sguardo su Dean.

“Dean, mi dispiace, sul serio. Non avevo previsto che finisse così la serata.”

“Beh, avresti... avreste dovuto farvi entrambi gli affari vostri,” concluse Dean, alzandosi e recandosi verso la sua stanza, sbattendo la porta dietro di sé.

* * *

Appena tornato a casa, Castiel si infilò sotto la coperta, con la speranza di addormentarsi subito. Dopo circa una mezzora sentì dei passi in casa e pensò che suo fratello fosse tornato a casa. Si sentì un colpetto alla porta, che Castiel aveva provveduto a chiudere a chiave.

“Cassie...?”

Castiel era indeciso se fare finta che fosse già addormentato, ma realizzò che difficilmente Gabriel ci avrebbe creduto: non dormiva praticamente mai dopo avvenimenti che lo rendevano scosso.

“Vattene via, Gabe,” gli rispose.

“Scusami, fratellino. Non avrei dovuto farlo, ma... ero in buona fede. L'ho fatto per te, capisci?”

“Hai rovinato tutto,” continuò Castiel, cominciando a sentire le lacrime affacciarsi sugli occhi.

“Cassie, ti prego...”

“Lasciami in pace! E non chiamarmi Cassie!” gli gridò infine il fratello, con la voce spezzata dal pianto.

Gabriel rimase seduto fuori, con la schiena appoggiata alla porta e la testa tra le mani, incapace di ignorare i singhiozzi di Castiel.

* * *

Dean si rigirò nel letto per un paio di ore con il telefono in mano. Voleva chiamare Jimmy, no, Castiel, ma sapeva che l'altro era arrabbiato con lui. Alla fine puntò su 'adesso o mai più', e premette il simbolo della cornetta verde.

* * *

Castiel non si era ancora addormentato, e credeva che quella che gli si presentava davanti era un'altra notte in bianco. Aveva il telefono sulla pancia, pensando se fosse il caso di cancellare i centinaia di messaggi scambiati dal primo giorno con Dean, se chiedere scusa agli altri e ritornare quindi alla vita di tutti i giorni: college, libri, ripetizioni, serie tv. Niente più Dean, niente più Jimmy. Il vuoto assoluto.

Trasalì quando sentì il telefono vibrare. Allungò la mano sapendo già che nome avrebbe letto, e non si sbagliò.

Rifiutò la chiamata e compose un messaggio.

Non voglio sentirti, Carver. O meglio... Dean.

Un attimo dopo gli arrivò una risposta.

Cas, ti prego...

Mi sento umiliato, Dean. Mi hai perfino portato nella tua stanza per farmi vedere i libri.

Cas, possiamo sentirci a voce?

No.

E sia... Cas, io non sapevo che cosa stessero architettando i nostri fratelli. Te lo giuro

Avevi capito che Jimmy ero io...

No Cas, non lo avevo capito. Avevo dei dubbi, sì, ma non ne avevo la certezza

Cosa te l'ha fatto pensare?

Cas era incuriosito, e contemporaneamente arrabbiato con sé stesso, perché avrebbe dovuto ignorare questa conversazione e Dean una volta per tutte.

Una frase che mi hai detto durante la grigliata: che pulire ti rilassa. Me lo scrivesti già prima, via messaggio. E solo di recente ho pensato che non poteva essere una coincidenza il fatto che ti abbia conosciuto la sera in cui scrissi al nuovo numero di Sam. Che nel frattempo, guarda caso, stava diventando amico di tuo fratello. Non l'ho detto a nessuno questo, Cas... credimi.

Dean premette invia, con le dita che si lamentavano di tutto il papiro che aveva scritto. Voleva sentire Castiel, ma per ora decise che l'importante era spiegarsi, seppure via messaggi.

Castiel rilesse il messaggio cento volte. Gli stava dicendo la verità? Decise di dargli una possibilità: Carver gli piaceva tantissimo e scoprire che era Dean era stato un miracolo, nonostante tutto. Fece un respiro forte, e premette il simbolo della chiamata.

* * *

Dean non poteva credere che Castiel lo stesse chiamando; in un secondo pensò a tutte le possibilità: se lo stesse chiamando per dirgli di lasciarlo stare per sempre? O per dirgli che voleva chiarire? Chiude gli occhi, e rispose.

“Cas...?”

“Ciao, Dean.”

“Hey...”

“E' vero quello che mi hai scritto?”

“Sì Cas, ogni parola. Non sapevo niente e... avevo paura. Non ti ho mai chiesto nulla... cioè, non ho mai chiesto a nulla a Jimmy dei suoi programmi quando sapevo che ti avrei visto perché... temevo di scoprire la verità. E anche se volevo conoscere Jimmy... allo stesso tempo avevo paura.”

Castiel rimase in silenzio.

“Cas? Ci sei?”

“Sì, ci sono,” disse piano, “Dean... anche io avevo molti dubbi sul fatto che tu potessi essere Carver.”

“Sul serio?”

“Sì... il giorno della grigliata quando mandai un messaggio a te, cioè, a Carver, vidi il tuo telefono illuminarsi e vibrare. Pensai che potesse essere una coincidenza, ma più tardi in cucina mi dicesti che lavoravi alla Roadhouse. E Carver mi aveva detto che lavorava in un pub. In più aveva un fratello... e quando ho visto la saga di Supernatural stasera...”

“Siamo una coppia di idioti.”

“Lo siamo.”

“Mi piace la tua voce, Cas...”

Il minore dei Novak arrossì. “Anche la tua voce è bellissima, Dean. Sono felice tu sia Carver,” ammise.

Ci fu un attimo di silenzio, e fu Dean a riprendere la conversazione.

“Cas, io vorrei... vorrei rivederti. Io e te, da soli. Senza fratelli ficcanaso o amici vari.”

“Mh, mi stai chiedendo di uscire?” sorrise Castiel, acquisendo un po' di coraggio e controllo.

Dean ridacchiò lievemente. “Sì, Cas. Ti sto chiedendo di uscire.”

“Sì, Dean, voglio uscire con te,” gli rispose allegro, le lacrime ormai un lontano ricordo.

“Quindi... quindi alla fine Jimmy e Carver...”

“Alla fine Jimmy e Carver si incontrano,” lo aiutò Castiel, con un sorriso enorme sulle labbra.

* * *

“Sììì! Lo sapevo!” gridò Gabriel, dal corridoio.


 

  
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