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Autore: Saretta_12    10/02/2015    1 recensioni
Phite e Draco.
Lei la luce, lui il buio...ma anche il buio può essere rischiarato se incontra una ragazza determinata a tutto per salvarlo...
Dal testo:
"Mi stringe in un abbraccio disperato e singhiozza. Non pensavo di poterlo vedere piangere un'altra volta, la prima mi era bastata. Ma è umano, io lo so, e ha bisogno di me. “Ti prego Phite, aiutami!” mi sussurra all'orecchio, e io lo stringo ancora di più a me. “Sono qui per te Draco!” gli dico, sicura."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Il messaggio del Professor Silente era chiaro, “Corri alla Torre di Astronomia, solo tu puoi salvarlo!”. Era arrivato come uno schiaffo nella mia mente mentre aiutavo Ginny e Neville a combattere i Mangiamorte. Non potevo aspettare oltre, dovevo andare, subito. Lui aveva bisogno di me. D'istinto comincio a correre verso la Torre senza guardarmi indietro. Il momento è arrivato, io e Silente prepariamo questa cosa da mesi, da quando il professore è stato sicuro al cento per cento che il compito fosse stato assegnato a lui. Corro a per di fiato verso la Torre, devo sbrigarmi, sono la sua unica possibilità. Non posso permettergli di fare questo enorme sbaglio, non posso perderlo così. Arrivo di corsa all'ultimo scalino della Torre e mi nascondo dietro una colonna, in modo che solo Silente si accorga della mia presenza. So che devo aspettare un suo cenno, una sua parola per intervenire, anche se vorrei uscire allo scoperto e fermare tutto prima che accada l'irreparabile. Perché Silente è certo che lui non lo farà, ma io ho paura di quello che è diventato negli ultimi mesi. Arrivo in tempo per sentire parte della loro conversazione e mi sconvolge. “Resta poco tempo, a ogni modo” dice Silente. “Quindi consideriamo le tue alternative, Draco” a sentirlo pronunciare il suo nome mi viene un nodo allo stomaco. “Le mie alternative” grida lui. “Sono qui con una bacchetta...sto per ucciderla...” gli risponde. Gli trema la voce, lo sento. È terrorizzato. Lui non è un assassino, io lo so. Non lo farà. “Mio caro ragazzo, smettiamo di prenderci in giro. Se fossi in grado di uccidermi, l'avresti fatto subito dopo avermi Disarmato, non ti saresti fermato a fare questa piacevole chiacchierata” gli dice Silente, e so che ha pienamente ragione. Continuo a rimanere nascosta dietro la colonna, Silente sa che sono qui, mi ha fatto un gesto impercettibile con gli occhi quando mi ha vista, ma Draco no. Aspetto un segno da Silente, perché so che devo andarci con calma o sarà tutto inutile. “Io non ho alternative!” sento esclamare Malfoy, all'improvviso è bianco quanto Silente e mi spaventa. “Devo farlo! Lui mi ucciderà! Ucciderà tutta la mia famiglia!”. Lo sapevo, era quello che più temevo. È spaventato e lo capisco. “Mi rendo conto della gravità della tua posizione” continua Silente. “Perché credi che non ti abbia affrontato prima d'ora se no? Perché sapevo che saresti stato ucciso se Lord Voldemort avesse compreso che sospettavo di te”. Malfoy sussulta sentendo pronunciare quel nome. “Sapevo della tua missione, ma non ho osato parlartene nel caso usasse la Legilimanzia contro di te...” continua Silente, e io so che sta dicendo la verità. Ne abbiamo parlato spesso, se solo si fosse fatto avanti dicendo che sapeva tutto, Draco sarebbe morto, e entrambi non volevamo questo. “Ma ora possiamo parlare chiaro...non è stato fatto alcun male, non hai ferito nessuno, anche se devi solo alla fortuna che le tue vittime sono sopravvissute... Io posso aiutarti, Draco...” prova a dirgli Silente e mi si stringe il cuore per quanto erano cariche di amore le sue parole. Lui è l'unico, oltre a me, che crede ci fosse ancora una possibilità per Malfoy. “Non può invece” ribatte lui. Ormai la sua bacchetta trema incontrollabilmente. “Nessuno può aiutarmi. Mi ha detto che se non lo faccio mi ucciderà. Non ho scelta!”. Non è vero, mi ritrovo a pensare, aspettando ancora un cenno di Silente per intervenire, ha una scelta, e quella scelta posso dargliela io. “Passa dalla parte giusta, Draco. Possiamo nasconderti meglio di quanto tu possa immaginare. E, cosa più importante, manderò dei membri dell'Ordine da tua madre stanotte, per nascondere anche lei. Tuo padre per ora è al sicuro ad Azkaban... Quando verrà il momento potremo proteggere anche lui... Passa dalla parte giusta, Draco... Tu non sei un assassino! Non è vero che nessuno può aiutarti...” cerca di convincerlo Silente, e forse in qualche modo si avvicina all'intenzione, perché vedo Draco abbassare di poco la bacchetta. Ci siamo quasi. “Sì invece!” sento sussurrare lui, disperato. Mi trattengo dall'uscire dal mio nascondiglio, manca poco, lo so, ma devo avere pazienza se voglio davvero farcela. “Ho allontanato tutti!” lo sento aggiungere, mentre abbassa ancora la bacchetta. Silente lo guarda, e poi rivolge un impercettibile segno nella mia direzione. È arrivato il mio momento, devo salvarlo. “Non è vero Draco!” gli dice il preside, mentre io avanzo piano di qualche passo. Lui è di spalle e non si accorge ancora di me. “C'è qualcuno in questo castello a cui tu tieni più della tua stessa vita...lo so bene...qualcuno che hai sempre cercato di proteggere! Quel qualcuno non ti ha mai perso di vista...sapeva tutto fin dall'inizio anche se tu non hai voluto parlargliene...e mi ha supplicato di aiutarti...di lasciare che ti aiutasse...se non vuoi che ti aiuti io...lascia che ti aiuti lei...” termina Silente e con lo sguardo mi fa capire che ora spetta a me cambiare le cose. Quando Draco sente queste parole sussulta visibilmente, sembra quasi che stia cercando di trattenere i singhiozzi. “Ho allontanato anche lei...per il suo bene...ha già troppo per cui combattere...non le servo anche io...sono una causa persa...ormai il mio destino è segnato...uccidere o morire...non ho alternative...non posso darle niente...lei merita di meglio di uno sporco Mangiamorte come me...le ho solo fatto un favore allontanandola...lei è la Prescelta...” lo sento dire, mentre tiene lo sguardo fisso a terra. Devo intervenire, non può svilirsi così, lui non è così, io so la verità. “Draco...” sussurro a pochi passi da lui. Lui sussulta quando sente la mia voce e si gira di scatto sgranando gli occhi, che fissa inevitabilmente nei miei, “Phite...” mi dice, quasi in un singhiozzo. “Draco non farlo, lascia che ti aiuti...lascia fare a me ti prego...” “Non puoi aiutarmi Phite...non posso metterti anche questo sulle spalle...” mi dice, e lo vedo stringere le mani a pugno lungo i fianchi. “Lascia che sia io a decidere cosa mettermi sulle spalle e cosa no...” gli dico, tendendogli la mano, “Vieni via con me...” aggiungo, facendo un passo avanti. “Lo vedi Draco...non sei solo...” gli dice il preside, sorridendomi. “No...non lo sei...non ti lascerò mai solo...” gli dico, avvicinandomi piano di un altro passo. Lui mi fissa negli occhi e io non stacco nemmeno un secondo i miei, voglio che capisca quanto tenga a lui, anche se non l'ho mai ammesso voglio che sappia che farei di tutto per proteggerlo e per cambiare il suo destino. “Ti prego Draco...tu non sei un assassino, io lo so...non mi interessa cosa ti hanno inculcato, io so che non lo sei...tu sei meglio di così...” gli dico, sperando di convincerlo. Quando vedo una scintilla di consapevolezza nei suoi occhi madre perla capisco di aver colto il segno. Lui mi crede, sa che sto dicendo tutto questo a cuore aperto e sa che lo penso davvero. Mi avvicino ancora di un passo e lui mi afferra la mano, tirandomi al suo petto. Mi stringe in un abbraccio disperato e singhiozza. Non pensavo di poterlo vedere piangere un'altra volta, la prima mi era bastata. Ma è umano, io lo so, e ha bisogno di me. “Ti prego Phite, aiutami!” mi sussurra all'orecchio, e io lo stringo ancora di più a me. “Sono qui per te Draco!” gli dico, sicura. All'improvviso dei passi rimbombano per le scale. Ci stacchiamo l'uno dall'altra, ma tengo ancora la mano ancorata alla sua per paura di perderlo. Silente ci guarda e annuisce, “Dovete andarvene, subito!” ci dice e poi mi guarda fisso negli occhi, “Signorina Halliwell mi raccomando, porti il Signor Malfoy nel posto che abbiamo concordato, rimanga con lui finché non vi raggiungeranno alcuni membri dell'Ordine insieme a sua madre fra qualche giorno, poi deve ritornare dal Signor Potter, lei ne sa il motivo!” mi dice, imperioso, e so che è un ordine. Io e Harry abbiamo un compito da svolgere e dobbiamo farlo insieme. Io non ho la forza di rispondere, non riesco a lasciarlo lì da solo in quelle condizioni, ma lui mi guarda autoritario, “Signorina Halliwell deve assolutamente andare, e mi raccomando non si guardi indietro, qualsiasi cosa succeda!” “D'accordo Professore, ma mi raccomando, stia attento!” gli dico, e lui mi sorride amorevolmente. “Sono molto orgoglioso di te Phite...prenditi cura di Draco...solo tu puoi farlo!” mi dice, prima di farmi un cenno sbrigativo con la mano. “Sempre professore!” gli rispondo, e trascino Draco dietro di me in un cunicolo che porta giù dalla Torre. Corriamo per i corridoi secondari del castello, dove so per certo che nessuno si accorgerà di noi. Devo fare in modo che non lo vedano, che non capiscano che li ha traditi. Devo proteggerlo. Draco si ferma di colpo in un corridoio buio e blocca anche me che lo tengo ancora per mano. “Dobbiamo andarcene Draco! Se ti vedono e capiscono cos'hai fatto è la fine! Per favore!” gli dico, supplicandolo. Non posso permettere che gli succeda qualcosa, non me lo perdonerei mai. “Non possiamo abbandonarlo...lo uccideranno!” si sta preoccupando per Silente, ed è ammirevole. E so che sta dicendo la verità, lo uccideranno. Ma so che ha chiesto del Professor Piton, lui lo salverà, ne sono certa. “Draco...il mio compito al momento è proteggere te...il professor Silente saprà cavarsela...ne sono sicura...noi dobbiamo andare!” gli dico, cercando di trascinarlo via. “Perché...perché lo stai facendo?” mi chiede, e nei suoi occhi vedo una scintilla di consapevolezza che mi spaventa. Lui ha capito perché ma non ci crede e vuole una conferma da me. “Perché tengo a te stupida serpe...e non voglio che tu rovini la tua vita perché tuo padre ha deciso così...so che sei meglio di così Draco...non sei un assassino, non sei un Mangiamorte...non sei niente di tutto ciò...sei davvero meglio di così...” gli dico, cercando di convincerlo. Non sono ancora pronta ad ammettere quello che provo, non con la guerra che mi aspetta e niente di sicuro sul mio cammino. Ma voglio davvero aiutarlo perché a lui ci tengo seriamente. “Dobbiamo andare Draco...adesso!” gli dico, sperando che finalmente mi dia retta. Lo vedo sorridere titubante alla luce della luna che filtra dalla finestra nel corridoio, gli colpisce i capelli biondi in un modo incredibilmente incantevole. E devo ammettere che è la cosa più bella che io abbia mai visto. Credo di essere entrata in fissa perché lo vedo guardarmi strano. “Non dovevamo sbrigarci?” mi chiede, con un sorriso furbo sulle labbra. “Sì...hai ragione...dobbiamo muoverci!” gli rispondo, balbettante. Ma perché sono così imbarazzata quando sono con lui? “Phite...” mi dice lui, prendendomi per mano, “Grazie!” mi sussurra, stringendomi a se. Ok...a questo punto penso di essere paonazza ma devo svegliarmi o non ne usciremo vivi. “Ringraziami quando saremo usciti vivi da qui!” gli sussurro io, prima di prendere l'iniziativa e stampargli un bacio veloce sulle sue labbra fresche, prendendolo alla sprovvista. “Andiamo serpe!” gli dico, trascinandolo per il corridoio deserto fino al portone d'entrata. È lì che accade il peggio e non l'avevo previsto. Bellatrix Lestrange compare sul nostro cammino bloccandoci la strada. “Bene bene...guarda chi abbiamo qui!” dice ridendo. È una pazza, non c'è dubbio e devo stare assolutamente attenta. “Levati di mezzo!” le dico, fregandomene di chi è e del fatto che non potrebbe farsi problemi ad uccidermi seduta stante. Ma un attimo...quasi dimentico che non può toccarmi o il Signore Oscuro la ucciderà. È un bel vantaggio. Ma questo non toglie che possa torturarmi o peggio...niente le impedisce di colpire Draco, questo sì che farebbe del male a me, e temo che lei lo sappia bene perché sta sorridendo in modo decisamente inquietante. “Halliwell non credo che tu sia nella posizione di dare ordini!” mi dice, avanzando di un passo. Mi paro istintivamente davanti a Draco, lui potrebbe morire in questo momento, io no, devo ricordarmelo. “Ma che carina, stai proteggendo il caro Malfoy perché credi che io non possa toccarti!” mi dice, deridendomi. “Non lo credo...so che è così...non puoi toccarmi...Voldemort vuole avermi per se...o vorresti disubbidire agli ordini del tuo Signore?” la sfido, impugnando saldamente la bacchetta. Lei sussulta alle mie parole, sa che è la verità. “Bhe...questo può essere vero...ma niente mi impedirebbe di farti del male senza ucciderti...il mio Signore ne sarebbe fiero!” mi dice, sempre con il sorriso inquietante sulle labbra, mentre sfodera la bacchetta. Draco fa un passo davanti a me e mi nasconde dietro il suo corpo, “Non provare a toccarla!” le dice, alzando la bacchetta. È bello che voglia proteggermi, davvero, ma è lui quello che rischia la vita in questo momento, non io. “Draco...” gli sussurro, cercando di attirare la sua attenzione, ma è troppo concentrato su Bellatrix per darmi retta. “Ma che carino Dracuccio...cerchi di proteggere la ragazza per cui ci hai tradito...ammirevole davvero!”. Vedo la sua bacchetta tremare e non è un buon segno, non è ancora del tutto in se, è sconvolto da quello che è successo pochi minuti fa, non può combattere. D'istinto gli metto una mano sul braccio e lo guardo negli occhi, “Lascia fare a me!” gli sussurro alzando la bacchetta. “Lasciaci passare Bellatrix!” gli dico, autoritaria, senza mai staccare lo sguardo da lei. Non è una persona di cui ci si può fidare, è pazza. Lei alza la bacchetta e la punta direttamente contro di me, ma poi sembra quasi che ragioni e sposta la punta della bacchetta verso Draco. D'istinto faccio un passo davanti a lui e stringo ulteriormente la bacchetta. “Brava la mia streghetta combattiva! Credi di riuscire a proteggerlo?” mi dice, e poi avviene l'irreparabile, sento un urlo provenire dalle mie spalle. Mi giro e vedo Draco che si accascia a terra sotto la Maledizione Cruciatus di un Mangiamorte. “No!” urlo, e mi fiondo sul Mangiamorte. Lo colpisco con un Schiantesimo ma lui lo evita prontamente. Vedo Draco rialzarsi a fatica, prima che Bellatrix lo colpisca di nuovo con la Maledizione. Le urla di Draco sono ancora più orribili alle mie orecchie. Devo fermare quella pazza. Troppo concentrata su Bellatrix non mi sono accorta che l'altro Mangiamorte si è rialzato. Mi si butta addosso con tutta la forza che ha facendomi cadere rovinosamente a terra. Nell'impatto con il pavimento perdo inevitabilmente la mia bacchetta. Dannazione. Sono schiacciata al suolo dal peso del Mangiamorte mentre Bellatrix continua a torturare Draco. Se non la fermo lo ucciderà. Di colpo alzo la testa e colpisco in pieno naso il Mangiamorte sopra di me facendolo urlare di dolore. Si sposta per un secondo da me portandosi le mani al viso. Il sangue mi cola dalla fronte ma non ho assolutamente il tempo di ragionare. Con un calcio lo scaravento lontano da me e mi rimetto in piedi barcollando, mi gira terribilmente la testa ma devo resistere. Non ho il tempo di cercare la mia bacchetta, non ho la minima idea di dove diavolo sia finita. Così decido di provarci, sento una rabbia immensa scorrermi nelle vene. Urlo l'incantesimo più forte che posso, i miei poteri mentali dovrebbero funzionare, mi sono allenata, ce la posso fare. Un fascio di luce azzurra potentissima colpisce in pieno petto sia Bellatrix che il Mangiamorte che ho ferito. Entrambi si accasciano al suolo privi di sensi. Ce l'ho fatta. Ma questo costa davvero tanta fatica. Crollo anche io sul pavimento, il tempo di vedere Draco correre verso di me con gli occhi terrorizzati. Ma sta bene, la cosa più importante è questa. Poi tutto comincia a diventare nero e inevitabilmente perdo i sensi.

Mi risveglio e sento di essere sdraiata su qualcosa di morbido e davvero comodo. Probabilmente non è più il pavimento dell'ingresso della scuola. Mi gira terribilmente la testa ma faccio uno sforzo enorme e apro gli occhi, facendoli abituare gradualmente alla luce. Cerco di mettermi a sedere ma non riesco a muovere nessun muscolo e un gemito mi scappa dalle labbra. Mi guardo intorno e cerco di capire dove mi trovo, perlustro la stanza con lo sguardo e il mio cuore salta un battito. Faccio tutto il possibile per riuscire a mettermi a sedere, ho già gli occhi lucidi perché so esattamente dove mi trovo, “Sono a casa!” sussurro cercando di trattenere le lacrime. “Me l'hai chiesto tu!” dice una voce poco lontano da me. Mi volto di colpo, dimenticandomi completamente del mal di testa e lo trovo seduto su una poltrona poco distante dal mio letto. “Come...” gli chiedo, fissandolo negli occhi madre perla. Lui si alza in silenzio e si avvicina, si siede piano sul letto davanti a me e mi guarda. “Prima di perdere i sensi, mi hai chiesto di portarti a casa, a Godric's Hollow!” mi spiega, con un ombra di tristezza nello sguardo. Lo vedo alzare la mano e avvicinarla al mio viso, ma all'ultimo si blocca, lasciando cadere la mano sul lenzuolo. Di colpo si alza e si avvicina alla porta, “Devi riposare!” mi dice senza guardarmi. Tiene gli occhi fissi sul pavimento, sembra combattuto, Dio solo sa per cosa. “Draco aspetta...” gli dico, prima che possa uscire dalla stanza. Ho paura che se non lo fermo, se non lo tengo con me, sparirà da un momento all'altro. La cosa mi terrorizza. “Rimani con me!” gli dico, in un sussurro, e sento già le guance diventare calde per l'imbarazzo. Ma non abbasso lo sguardo, e gli sorrido incoraggiante. “Io...” mi dice, titubante. Vedo nei suoi occhi il desiderio di rimanermi accanto, lo scorgo nelle sfumature madre perla delle sue iridi, ma nel frattempo è combattuto, non crede di esserne all'altezza, non crede di essere alla mia altezza. “Per favore!” lo supplico. Sono ridotta uno straccio, la testa mi gira terribilmente e faccio fatica a rimanere seduta per i dolori che sento nei muscoli. Ho bisogno di riposare, ma non voglio davvero che lui se ne vada. Tengo ancora lo sguardo fisso su di lui, implorandolo, e dopo qualche minuto di tentennamenti lo vedo avvicinarsi al letto. Si stende di fianco a me, sopra il lenzuolo che mi copre, mi accoccolo a lui ed è la sensazione più bella che abbia mai provato in tutti questi sei anni. Lui mi passa un braccio dietro le spalle e mi stringe al suo petto con fare protettivo. È davvero dolce se non contiamo il fatto che sono io ad averlo protetto davvero. Lo sento sospirare e finalmente rilassarsi. Siamo al sicuro qui. Dobbiamo solo aspettare che arrivi sua madre con i membri dell'ordine. Questo era il posto prescelto da Silente fin dall'inizio. Nessuno ci verrebbe a cercare qui. “Da quanto non torni in questa casa?” mi chiede ad un tratto, curioso. “Un anno o poco più!” gli rispondo, chiudendo gli occhi e ascoltando il battito del suo cuore che si sta leggermente calmando. “Mi ci ha portato Silente alla fine dell'anno scorso, voleva che vedessi finalmente la casa dove sono nata!” gli spiego, e sento gli occhi inumidirsi di lacrime. Lui mi passa una mano sul viso per asciugarle e indugia con le dita sulla mia guancia. “Mi dispiace Phite...non credo di avertelo mai detto!” “Non c'era bisogno di dirlo...lo so!” gli dico, alzando il viso verso il suo. Nei suoi occhi leggo un sacco di emozioni contrastanti e credo che la stessa cosa lui legga nei miei. Siamo soli in questa casa, per la prima volta dopo troppo tempo, posso stare con lui senza dovermi nascondere per proteggerlo. D'istinto mi avvicino alle sue labbra e le sfioro piano, senza fretta, assaporando il sapore di menta del suo respiro. Lui all'inizio si irrigidisce ma dopo qualche secondo si rilassa. Mi passa due dita sotto il mento e mi avvicina ulteriormente a lui, approfondendo il bacio. Mi mancava tutto questo. Non che per noi due ci siano mai state molte possibilità, ma dopo l'ultima volta nella Stanza delle Necessità qualche mese prima non avevamo più avuto un momento tranquillo per noi. Qualche pomeriggio fugace sulla Torre di Astronomia, mentre tutti erano a lezione, ma poi più niente. Lui era diventato sfuggente e nervoso, il compito che lo aspettava era troppo grande, e con l'idea di proteggermi mi aveva allontanata da lui. “Hai rischiato troppo per me stasera!” mi dice ad un tratto, senza allontanarsi. Sento il suo respiro sulle labbra e un brivido corrermi lungo la schiena. “Se ti avessero presa...non me lo sarei mai perdonato!” “Non devi proteggermi...so cavarmela da sola...e poi stasera quello in pericolo tra i due eri tu, non io!” gli dico, sorridendogli. “Sei tu quella che vuole il Signore Oscuro, non io...la mia morte non avrebbe fatto differenza...la tua sì!” mi dice, spostando lo sguardo in un punto indefinito della stanza. “Che tu ci creda o no per me avrebbe fatto differenza!” gli dico, costringendolo di nuovo a guardarmi. Deve davvero smetterla di sminuirsi così, non lo riconosco più. Quest'anno lo ha davvero cambiato molto. Quando lo guardo non vedo più il ragazzino spocchioso e viziato che ho conosciuto sei anni fa, quello che mi aveva presa di mira perché mi ero rifiutata, insieme ad Harry, di stringere amicizia con lui. Ora vedo solo un ragazzo provato dal dolore e dalla sofferenza, un ragazzo che non ha potuto fare le scelte che voleva, dovendo seguire per forza le orme di famiglia. Un ragazzo che ha bisogno di essere salvato, e sento davvero il desiderio di essere io a farlo. “La tua morte per me farebbe moltissima differenza Draco!” sottolineo, per marcare meglio il concetto. Voglio che lui sappia quanto tengo davvero a lui. “Avresti avuto molti meno problemi in questi anni se non mi avessi frequentato!” mi dice lui, abbassando lo sguardo. “Non lo dire neanche per scherzo! Avrei passato degli anni estremamente noiosi se tu non avessi deciso di prendermi di mira il primo anno!” “Ero un bambino fastidioso lo ammetto!” “Fastidioso? Fastidioso è dire poco...devo elencare tutti i problemi che mi hai dato i primi anni? Prima ovviamente di capire quanto io ti piacessi!” gli dico con un sorriso enorme. Lui ride, e il suono della sua risata mi scalda il cuore. “Ah è così? Prima ovviamente di capire quanto tu mi piacessi eh?!” mi dice, abbassandosi su di me con un sorriso malizioso sulle labbra. “Ehi...che intenzioni hai Malfoy?” gli dico, spostandomi di poco da lui. “L'intenzione di fartela pagare!” mi dice, prima di iniziare a farmi il solletico. “No Draco per favore!” gli dico io, soffocando dalle risate. Non riesco a resistere, io non sopporto il solletico, non riesco a stare ferma. “Basta Draco ti prego!” lo supplico, anche se vorrei continuare a sentirlo ridere all'infinito, è proprio un bellissimo suono. Ad un tratto smette di colpo di farmi il solletico e comincia a fissarmi intensamente negli occhi. Non mi sono accorta della posizione in cui siamo ed è decisamente imbarazzante. Lui è steso sopra di me e sta facendo peso sulle braccia per non schiacciarmi. Lo guardo negli occhi e arrossisco di colpo sotto il suo sguardo così intenso. “Scusami!” mi sussurra, ha notato il mio sguardo e si lascia scappare un sospiro. Di colpo tenta di spostarsi da me ma lo trattengo. “No...” gli sussurro con un sorriso. Afferro il colletto del suo maglione e lo avvicino a me. “Non osare spostarti Malfoy!” gli dico, allargando ancora di più il sorriso. Lui mi guarda e sorride a sua volta un po' titubante. “Rivoglio il mio fastidioso Malfoy!” gli dico, tirandolo ancora più vicino. “D'accordo Halliwell...se è questo che vuoi!” mi dice lui, sempre con il sorriso sulle labbra. Di colpo si abbassa ancora di più su di me finchè le sue labbra non sono a contatto con la mia guancia. Ne sfiora prima una e poi l'altra, passando davvero vicinissimo alla mie labbra, ma senza toccarle. Di colpo mi scappa un gemito che arriva direttamente dalla mia gola. Mi stupisco dei suoni che riesce a strapparmi dalla gola. “Draco...” sussurro il suo nome, chiudendo gli occhi. “E' così bello sentire il mio nome pronunciato dalle tue labbra!” mi dice lui, prima di baciarmi.

   
 
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