10/02/2015
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Salve a tutti! Grazie per esservi sofi su questa piccola storialla - che è veramente piccola - perciò vedrò di non farla tropppo per le lunghe.
Spero sia di vostro gradimento e scusatemi se è veramente corta, ma ho così tanteose da fare, tra cui scrivere altre fiction, che ho preferito presentarvela così come l'ho scritta di prima mano. Quando ho letto il capitolo 216, ATTENZIONE! se qualcuno non ha letto che la fiction contiene spoiler - è solo spoiler - sietancora in tempo per fuggire!, ho avuto l'istinto di scrivere e ne è uscita fuori un racconto dei sentimenti di Raku, ila a confusione che sono trapelati nel capitolo. Spero che quando ripubblicherò in questa sezione possa farlo con una fanfiction pkiù lunga - avevo in mente una a capitoli - perciò per ora posso solo ringraziarvi e vi auguro buona lettura :)
Finalmente era finita, non dovevamo più mentire, quei tre anni si erano ridotti drasticamente a uno e mezzo e la nostra prigionia sarebbe terminata a breve. Aspettavo da così tanto questo momento, la possibilità di vivere una vera relazione. Ero felice no?
Eppure perché mi sentivo così strano? così vuoto e triste? Non riuscivo a capire ciò che sentivo, non trovavo la giusta definizione per quello che provavo.
<< Lei é mia amica, é più che normale che io sia triste per la sua partenza. >>
Ma era veramente tutto lì? Allora perché rifiutavo l'idea che lei fosse mia amica? Perché mi dava fastidio?
Qualcosa mi sfuggiva.
Strinsi la mano sul petto che, come colpito da una coltellata, sembrava dilaniato dal dolore. Nella mia mente il suo viso solare e allegro tamburellava facendomi impazzire.
<< Chitoge... >>
Perché? Perché provo tutte queste emozioni per te?
Mi presi il volto tra le mani riparando gli occhi dai raggi solari che filtravano dalla finestra. Svuotato di ogni mia forza ripensai a quel giorno fatidico, a quel giorno maledetto dove il padre di Chitoge la chiamò per dirle che era tutto finito, che eravamo liberi da quella relazione senza fondo. Chitoge aveva gli occhi pieni di lacrime e mi guardava sconvolta. Io, beh non lo so nemmeno di preciso, ero stordito, spaventato da quella notizia che mi lasciò, inaspettatamente, un vuoto devastante nel cuore che non faceva altro che aumentare man a mano che i giorni, i minuti, i secondi passavano.
<< Perché sono così triste? >>
E mente gli occhi si chiudevano nel buio infinito, stringevo tra le mani il lucchetto che ha regalato tante emozioni sconvolgenti in quest'anno e mezzo.
Eppure perché mi sentivo così strano? così vuoto e triste? Non riuscivo a capire ciò che sentivo, non trovavo la giusta definizione per quello che provavo.
<< Lei é mia amica, é più che normale che io sia triste per la sua partenza. >>
Ma era veramente tutto lì? Allora perché rifiutavo l'idea che lei fosse mia amica? Perché mi dava fastidio?
Qualcosa mi sfuggiva.
Strinsi la mano sul petto che, come colpito da una coltellata, sembrava dilaniato dal dolore. Nella mia mente il suo viso solare e allegro tamburellava facendomi impazzire.
<< Chitoge... >>
Perché? Perché provo tutte queste emozioni per te?
Mi presi il volto tra le mani riparando gli occhi dai raggi solari che filtravano dalla finestra. Svuotato di ogni mia forza ripensai a quel giorno fatidico, a quel giorno maledetto dove il padre di Chitoge la chiamò per dirle che era tutto finito, che eravamo liberi da quella relazione senza fondo. Chitoge aveva gli occhi pieni di lacrime e mi guardava sconvolta. Io, beh non lo so nemmeno di preciso, ero stordito, spaventato da quella notizia che mi lasciò, inaspettatamente, un vuoto devastante nel cuore che non faceva altro che aumentare man a mano che i giorni, i minuti, i secondi passavano.
<< Perché sono così triste? >>
E mente gli occhi si chiudevano nel buio infinito, stringevo tra le mani il lucchetto che ha regalato tante emozioni sconvolgenti in quest'anno e mezzo.