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Autore: EmilyHerondale    10/02/2015    5 recensioni
Jace e Clary si conoscono sin da piccoli, sono innamorati l'uno dell'altra dalla prima volta che si sono visti, ma non sospettano minimamente che il loro sentimento sia ricambiato, ma un giorno una domanda arriva inaspettata.
Dal primo capitolo:
– Verrò con te solo se mi prometterai che quando saremo più grandi ti allenerai con me- lui sorrise –Va bene Morgenstern, mi allenerò con te- -Promettimelo- lui rise –Va bene, va bene te lo giuro sull’angelo- cosi ridendo, uscirono insieme da casa.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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15- NUOVI ORIZZONTI

 
 
 
 
 
 
 
 
-Clary ti devo parlare…- -Papà, saluto Jace e poi vengo da te- si girò verso il suo ragazzo –Allora ci vediamo domani- Jace sorrise, le lasciò un veloce bacio a fior di labbra dopo essersi guardato attorno probabilmente per assicurarsi che Valentine non li guardasse.
-A domani, ti passo a prendere così andiamo insieme alla guardia- -Si, così arriveremo in ritardo entrambi questa volta- risero, il ragazzo le baciò la guancia e senza darle il tempo di replicare andò via, uscendo silenziosamente dalla porta.
Clary si girò e si diresse verso il salone, li suo padre la aspettava.
-Clarissa, sto apprezzando molto quello che stai facendo per tua madre, ma ti pregherei di non partire, lui cerca te, è te che vuole, trattine tua madre perché sa che tu la stai cercando, è un ricatto- -Papà le ricerche promettono bene, lasciami partire- -Clary hai quindi anni, quindici, ci sono tantissimi altri Shadowhunters più esperti di te che potrebbero benissimo sostituirti, tu non partirai, dovessi passare sul mio cadavere non uscirai da Alicante, non posso rischiare di perdere anche te dopo Jonathan e Jocelyn- -Papà, io non posso e non voglio far andare qualcun altro, non posso far sbrigare ai Lightwood, agli Herondale ai Penhallow o quasiasi altra famiglia qualcosa che riguarda i Morgenstern, tu in prima persona non dovresti permetterlo, dovresti capirmi visto che tu hai creato questo pasticcio, quindi io partirò con o senza il tuo permesso- Valentine era senza parole –Clary, ti capisco eccome, pensi che io non abbia l’istinto di uscire lì fuori a combattere per ritrovare mia moglie? Il fatto è che, tu sei la mia bambina, ieri ti tenevo in braccio per la prima volta e domani partirai per una missione. La mia bambina sta diventando grande così presto, tra poco magari ti sposerai, avrai dei figli tuoi- Clary arrossì ripensando alla conversazione avuta poco prima con Jace -…E ti dimenticherai di avere una casa, una famiglia da cui tornare, vai Clarissa ma ricordati che io aspetterò sempre il tuo ritorno- Clary abbracciò di slancio suo padre –Papà qualsiasi cosa succeda io tornerò sempre vincitrice, te lo prometto- Valentine sorrise –Su adesso vi a dormire, se domani si avranno nuovi risvolti dovrai partire- Clary si diresse verso camera sua, non vide l’espressione del padre che esprimeva fierezza verso la figlia.
 
 
 
 
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Jace stava tornando a casa, pensava a Clary, a quello che si erano detti, al fatto che non avesse voluto scambiare la runa di unione con lui, si erano giovani, ma lui era talmente sicuro che se gli avessero detto di sposarla il giorno della cerimonia parabatai lo avrebbe fatto, era convinto che Clary sarebbe stata la donna della sua vita, quella con cui vivere ed avere dei figli, come avrebbe voluto dei figli con i suoi capelli rossi ed i suoi occhi verdi, sarebbero stati bellissimi, proprio come lei.
Aveva deciso che appena tornato da quel casino di missione le avrebbe chiesto di sposarlo dinanzi a tutta la comunità dei Nephilim, doveva averla accanto per sempre, doveva essere solo sua, come lo era stata sin dal giorno in cui si erano conosciuti.
Jace non si accorse di essere arrivato dinanzi a casa sua, si diresse su per il vialetto, infilò le chiavi nella toppa e senza troppe cerimonie entrò, la casa era vuota, probabilmente Stephen e Celine erano usciti, almeno jace avrebbe potuto riposare in santa pace, salì in camera sua e si fece una doccia.
Uscì dal bagno, un asciugamano avvolto in vita, tutto si sarebbe aspettato tranne che la sua Clary fosse nella stanza.
-Clary, cosa ci fai qui? – Clary gli si avvicinò con fare sensuale aveva addosso la sua divisa da cacciatrice, le sue curve evidenziate dal sottile tessuto nero, Jace deglutì –Come, non si vede? Sono qui per allenarmi- gli passò un dito sul petto, poi iniziò a lasciargli dei baci partendo dalla base del petto fino ad arrivare a metà del petto, Jace ansimava –Clary non dovresti essere qui, non a quest’ora, con Jonathan lì fuori che ti cerca e noi domani dovremmo partire per la missione- aveva parlato con voce sommessa di desiderio, si stava trattenendo a fatica, aveva un bisogno quasi esasperato di averla solo per sé –Non ho voglia di andare via- lo baciò fu un baciò pieni di fuoco, Jace spinse Clary fino a che non andarono a sbattere vicino al muro, lì lui non ce la fece più, le sue mani iniziarono a slacciare la divisa, passando da una curva all’altra della sua ragazza, mentre le mani di lei salivano dalle sue scapole ai suoi capelli, tirandoli un po’, facendolo gemere. Jace ormai aveva tolto la divisa alla rossa, sotto aveva una maglia lunga che la copriva fino al sedere, le sue mani si insinuarono al di sotto della maglietta, accarezzarono la pelle di Clary fino ad arrivare al gancetto del suo reggiseno, Jace sentì un rumore ed una voce che lo chiamava… Si svegliò era nel suo letto, si era sognato tutto, ed era visibilmente eccitato da quel sogno, suo padre bussava alla porta impaziente, lo chiamava.
-Jace, sei sveglio, muoviti che devi andare alla Guardia- -Papà grazie per avermi svegliato, stavo facendo un sogno stupendo- Stephen lo squadrò –Guardandoti saprei dire anche io cosa stavi sognando- disse sogghignando –Dai muoviti che sennò farai tardi come al solito-.
 
 
 
 
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Cinque minuti dopo Jace era in strada, si stava dirigendo verso casa di Clary, non vedeva l’ora di vederla.
Eccola, anche lei come lui era in divisa da combattimento, in divisa come nel suo sogno, non doveva lasciarsi distrarre.
-Buongiorno Clary, come hai dormito? – Clary lo baciò –Bene, tu? – Jace, ripensò a quella notte, aveva dormito meravigliosamente –Bene- disse solo –Andiamo? - -Si- -Dobbiamo muoverci- -La runa secondo te funzionerà? - -Credo proprio di si, in fondo ho o non ho un potere fantastico? - -Tu sei fantastica, non solo il tuo potere- tra un po’ di imbarazzo e discorsi strani arrivarono alla Guardia.
Izzy era già li insieme ad Alec e Magnus –Ecco qui i due piccioncini, siete sempre in ritardo- -E’ colpa di Jace- -Lo avevo immaginato- Magnus si intromise –Se vogliamo entrare dentro avrei qualcosa da mostrarvi- entrarono e si sedettero ad un tavolo, era rotondo e pieno di glitter…Stile Magnus.
-Allora ci sono novità, sotto consiglio di Alexander, ho deciso di cercare le zone con più alta attività demoniaca in maniera tale da poter trovare Jonathan, tra le prime città che sono popolate maggiormente da demoni ci sono New York, Los Angeles e San Francisco- Izzy intervenne –Beh anche noi abbiamo trovato il modo di rintracciare Jocelyn, Clary ha creato una nuova runa, dovremmo provarla- tutti si girarono a guardare Clary – Si in effetti avrei creato una nuova runa, ho portato una delle sciarpe di mia madre, tracceremo sopra la runa e scopriremo dov’è- -Bene, iniziamo- Clary mise la mano in tasca e ne tirò fuori una sciarpa rossa, di poco più chiara dei suoi capelli, prese lo stilo e prese a disegnare la runa, tesa, gli sguardi di tutti puntati addosso, quando finì di disegnare un’immagine comparve poco sopra la sciarpa, Magnus parve riconoscere la città
 -Ma questa è New York, Jonathan è a New York, la mia città, insomma io sono il sommo stregone di Brooklyn e non mi sono mai reso conto della presenza del signore del male- -Mag, non iniziare a blaterare che la colpa è tua perché in questo momento non è quello che più conta- Alec guardava il suo ragazzo con gli occhi azzurri pieni di un misto indefinibile di emozioni, Jace prese la parola
 -Tenetevi pronti domani mattina si parte-.
 
 
 
 
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Jia Penhallow e Imogen Herondale erano appena uscite dall’ufficio del Console della Guardia –Va bene, quanto prima parlerò con Valentine Morgenstern-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

ANGOLINO DELL’AUTRICE:

Mi dovrei bastonare da sola per questi ritardi, purtroppo lo studio mi porta via parecchio tempo e non trovo un secondo per ricopiare i miei appunti al computer, e quindi di aggiornare.
Ringrazio come sempre tutte le anime che mi seguono, preferiscono la mia storia, la ricordano, recensiscono oppure semplicemente leggono e sopportano in silenzio i miei capitoli ;).
Grazie a best_alex e Vane Herondale_Jackson che mi hanno inserito tra i loro autori preferiti.
Un bacino, alla prossima Nephilim, EmilyHerondale.
   
 
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