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[Jason]Nel cielo, eterea, passa una sottile traccia di qualche fumo, è giallognolo ma si perde anche nel grigiastro del cielo, si divide nei banchi di nebbia, gioca e indugia un po’ con quelle nuvolone grigiastre, fa zigzag per evitare casuali accumuli più consistenti ma si ricompone sempre, ritornando a essere quell’unico e lunghissimo raggio che pare minuscolo, al confronto con la grandezza del cielo. Ma sarà mai possibile che una striscia di fumo –che sia davvero fumo, non si sa- possa davvero ricomporsi? Ma dovremmo vedere il quadro nella sua interezza, per capirci qualcosa: il lungo raggio giallo non pare avere fine, parte da un punto imprecisato dell’oceano, si inoltra nel cielo e poi si inarca puntando una direzione ben precisa, finendo in un arco da fare invidia alla schiena di un gatto. Questo raggio oramai arriva a una sua terza parte: dopo il lento giocherellare, ora si fa spazio ritrovando forza e acquistando velocità, buttandosi in picchiata verso la terra, come farebbe un meteorite in rotta di collisione, scende e scende; alla fine la barriera di fitte nuvole si frantuma per lasciare il posto ad una famosa nebbiolina, dove si può osservare il paesaggio urbano di Manhattan, dove un ragazzo americano dormiente stava per entrare...
Nella storia.