11/02/2015
1 recensioniCi becchiamo a fine pagina. *
Alex fu risvegliato dal suo profondo sonno da una, non molto, gentile gomitata alle costole.
Si guardò intorno e notò, fuori dal finestrino, una graziosa casa affacciata sul lago.
Scesero dal veicolo e presero le valigie, per poi entrare in casa.
Alexander lasciò le sue valigie sulla soglia e si precipitò al piano superiore, per fare un giro.
Andò dritto verso una porta in fondo al corridoio e la aprì.
"Ma che ca..." entrò e notò subito che il muro alla sua sinistra era ridotto molto male.
Sentì qualcuno salire le scale.
< Grazie a quel muro, il prezzo si è abbassato di molto e ho colto l'occasione. > si spiegò Luke.
< E quando pensi di rimediare? > sopraggiunse Emilie.
I due si voltarono a guardarla, Luke a bocca aperta.
< Presto. >
< Hai detto la stessa cosa quando mi sono lamentata degli ammortizzatori. >
< Riparerò anche quelli. Prima o poi... >
"Più poi che prima."
< La camera grande è mia! > esclamò Alex improvvisamente.
< Mi dispiace, ma ci ho già portato le mie valigie. > lo informò Emilie sorridendo soddisfatta.
< Tsk. > rassegnato Alexander tornò al piano inferiore per prendere le sue valigie e sistemarle nella sua stanza.
* * *
I gemelli, dopo aver passato un'intera ora a sistemare le rispettive stanze, scesero al piano di sotto. Luke e Erika erano seduti sul divano abbracciati intenti a scambiarsi piccoli e dolci baci a stampo.
< Ew. > Disse il ragazzo osservando la scena.
Luke sospirò.
< Ragazzi che ne dite di andare a fare un giro? > propose Erika guardandoli.
< Va bene, però io su quel divano vorrei anche guardarci la TV. > Alex sorrise.
< Ma che ne vuoi sapere tu! > Il padre gli sorrise scompigliandogli i capelli, prese due caschi, due mazzi di chiavi e li portò in garage.
< Cos'è quella roba? > Chiese Emilie indicando il lenzuolo.
Luke tirò via il lenzuolo scoprendo due moto color nero lucido.
I gemelli spalancarono la bocca all'unisono e strinsero forte il padre ringraziandolo.
< P-Piano! > Sorrise.
Dopo aver rassicurato il padre che sarebbero stati di ritorno per cena, i due, montarono le moto e si diressero verso il centro di Beacon Hills.
Si fermarono ad un semaforo ed Emilie, notò in fondo alla strada uno Starbucks. Lo indicò al fratello che annuì, così, una volta scattato il verde, si diressero lì.
Parcheggiarono le moto e Alex diede subito una veloce occhiata oltre il vetro. Richiamò alla sua attenzione la sorella con una debole gomitata e indicò col mento un ragazzo in particolare, che era seduto al tavolo con un gruppo di amici.
"Mica male..."
< Che ne dici di quello? > le chiese.
< Oddio, già pensi a conquistare? >
Alex alzò le spalle.
< Cosa c'è di male? >
Emilie alzò gli occhi al cielo e sospirò.
< Niente, dai entra che ho voglia di caffè. >
Entrarono, subito uno strano odore pizzicò i loro nasi e sapevano di cosa si trattava.
Altri licantropi.
Fecero finta di niente e ordinarono: lui un "Cappuccino" e un "Caramel Macchiato" lei. Appena presi i bicchieri fumanti, Alex vide il gruppo di ragazzi uscire e sospirò.
< Si sono scordati un giacchettino. > lo informò Emilie.
Il ragazzo si apprestò a prendere il giacchetto e si affrettò ad uscire. Emilie provò a fermarlo, ma fu troppo tardi.
Alex gemette di dolore quando il liquido bollente si riversò sul suo petto e alzò il viso, per insultare la persona che gli aveva fatto rovinare la sua camicia preferita, ma si morse la lingua quando vide un paio di occhi color nocciola guardarlo dispiaciuto.
< Oddio, scusa, non volevo. Ero tornato per prendere la mia-... Oh, ma ce l'hai tu!! Oh, me la stavi per-... Mi dispiace per la tua camicia e-... > mentre quel fiume di parole usciva dalla sua bocca, si grattava nervosamente la nuca.
Emilie si sedette, sapendo che la cosa sarebbe andata per le lunghe.
< Tranquillo... > lo interruppe Alex sorridendo e porgendogli la giacca.
< Mi dispiace per la camicia... >
< Non ti preoccupare, ne ho a dozzine. > cercò di sdrammatizzare il moro.
< Comunque io mi chiamo Stiles... > disse porgendogli la mano, che Alex strinse poco dopo.
< Alex. > sorrise, per poi sentire la sorella sussurrare un "E io sono Emilie, come la mettiamo?".
< Vivi quì? No, perchè non ti ho mai visto quì in giro e, insomma, mi ricorderei del tuo viso... cioè non in quel senso, è che io... Ti piace il Lacrosse? No, perchè hai il fisico di uno che gioca a lacrosse! E insomma, frequenti la Beacon Hills High? C'è una squadra di lacrosse e se sei bravo sono sicuro che il coach ti accetterà e... > Alex lo interruppe
< Mi sono trasferito oggi... > sorrise. < Lo prendo come un complimento, amo il lacrosse. Si, frequenterò quella scuola e cercherò di far colpo sul coach! >
Ad Emilie arrivò un messaggio dal padre, che le chiedeva di tornare a casa. Così si alzò dalla sedia e si avvicinò ai due.
< Alex, dobbiamo andare... > il diretto interessato si voltò verso la sorella, fulminandola con lo sguardo e sospirando.
< Comunque io sono Emilie, sua sorella. > disse alla fine la ragazza porgendo la mano a Stiles.
< Stiles... > il ragazzo le strinse la mano, poi guardò un'altra volta Alex.
< Dopodomani sera una mia amica da una festa a casa sua... Se non avete nulla da fare, apparte finire di disfare gli scatoloni, siete i benvenuti. > detto ciò afferrò il telefono dalle mani della ragazza e vi scrisse il suo numero.
Alex spalancò la bocca.
< Fatemi sapere se venite eh! >
Emilie fissò un momento il numero sul suo cellulare, tentata di cancellarlo, ma non fece in tempo a muovere un dito che il gemello le prese il telefono e copiò il numero sul suo.
< No, fai con comodo eh! >
< Sono tuo fratello, ne ho il diritto. >
Giocosamente la ragazza gli diede un pugno sul braccio e uscì fuori, seguita da Alex.
* * *
Emilie prese una fetta di pizza dal cartone e le diede un morso.
< Quanti licantropi ci sono quì? > chiese poi al padre.
< Oggi siamo andati da Starbucks e ne abbiamo sentito l'odore. > rispose Alex facendo volteggiare la pizza.
< Saranno stati un paio.. > continuò.
< Non ci dite niente? Com'è Beacon? >
Emilie alzò le spalle alla domanda del padre.
< Normale, fin ora abbiamo visto solamente Starbucks. >
Alex annuì e quasi si strozzò con la pizza per la foga con cui voleva parlare.
< Fafá, dofodofani ci farà una festa... E, infomma, ci hanno infitato... > Dopo aver finito di parlare, mandò giù il boccone.
Luke si limitò ad annuire e si guadagnò un'occhiataccia dalla moglie.
< Cosa? Si dovranno fare degli amici prima della scuola no? >
La donna si limitò ad annuire sospirando.
Alex si aprì in un sorriso che andava da parte a parte del suo volto.
Strinse forte il padre e lo ringraziò correndo al piano di sopra con il telefono in mano ed iniziò a srivere un messaggio.
"Ehy bello! Per la festa ci sto!! Quindi tutto okke!! "
"E' troppo da idiota..." Cancellò e provò a scriverne un altro.
"Ciao. Per la festa è okay."
"Troppo serio..." Cancellò di nuovo.
"Ehy! Sono Alex, quello di Starbucks, questo è il mio numero, comunque i miei hanno detto di sì per la festa dobbiamo portare qualcosa?"
Si fece andare bene quest'ultimo tentativo, lasciò il telefono buttato sul letto e si diresse in bagno per farsi una doccia rilassante.
Quando tornò vide il display del telefono acceso e si tuffò letteralmente sul letto.
"Tranquillo, è tutto apposto ;)"
Si addormentò facendosi molte domande su quel messaggio, ma comunque sorridendo.
Angolo Autrici :3
Ed ecco il primo e vero capitolo Guys ;)
Sarah mi ha lasciata da sola a scrive questo angolino,
e non so cosa metterci D:
Anyway hahah Speriamo che vi sia piaciuto e gradiremmo qualche recensione *hinthint*
Byee
-Sarah&Kate-