Bip - bip – bip
Quel suono.
Quel ticchettio mi penetra nelle orecchie, perforandomele.
Ma nonostante tutto prego che continui.
Invece è sempre più debole, più lento.
Tremo, ho paura, ma so che devo essere lucido per riuscire nel mio compito.
Le lacrime mi invadono gli occhi, e vorrei urlare, gridare, sfogarmi, ma alla fine riesco a trattenermi.
Ed il ticchettio è sempre più fioco.
Quasi non riesco a percepirlo, anche se sto tendendo più che posso le orecchie.
Dannazione, è solo una bambina!
< Libera! >, ordino al mio collega.
Il corpo della piccola sobbalza, poi giace di nuovo immobile contro il freddo tavolo operatorio.
Rimango fermo anche io, con il respiro affannoso ed una tempesta che mi impazza dentro.
I miei occhi sono fissi sul macchinario.
Prego, spero.
Non succede nulla.
< Non ce l’abbiamo fatta >, mormoro, più a me stesso che agli altri.
Sto per andarmene, chinando la testa per non far vedere la disperazione che mi ha invaso completamente, quando lo sento.
Mi penetra nelle orecchie, perforandomele per la seconda volta.
Eppure è il suono più bello che io abbia mai udito in tutta la mia vita. Bip - bip – bip
Il ticchettio è forte e chiaro, ora.
Il cuore della bambina ha ripreso a battere.
La sua vita è ricominciata.
Ed anche la mia.