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Autore: Zomi    11/02/2015    3 recensioni
Sorridendo intenerita, la rossa, accarezzò l’animaletto, osservandolo curiosa per le sue dimensioni, notevolmente maggiori rispetto a tutte le altre rane presenti nel parco, e per una strana fascia di stoffa che gli cingeva la vita.
Aggrottò al fonte, fissando l’indumento, sorpresa da quella novità.
-Una rana con la pancera…- l’osservò meglio, storcendo subito il naso disgustata, nel studiare meglio la fascia verdastra che circondare l’addome dell’animale -… un’orrida pancera fuori moda!!!-
-Tsk, sarai alla moda tu con quel sacco di patate addosso!!!- sbottò la rana, ruotando il capo a fulminarla con gli occhi a palla...
** Fanfiction partecipante al concorso Doujinfiction indetto dal Midori Mikan **
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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1° GIRONE DOUNJINFICTION:

Numero immagini: 3 scelte daTzunami
Giudice: Rolochna105
Classificata: ultima (su tre)
Giudizio:
La storia era molto carina ma mi ha lasciato un po' perplessa il finale.
Ho compreso che era un sogno, ma il fatto che Nami arrivasse e lo baciasse così di punto in bianco parlando di rospi e quant'altro non mi ha convinto.
Tsu ti ha già mostrato l'errore di Kitsune e se sei in dubbio su una parola, controllarla o scrivila in italiano. Penso che troppe parole in giapponese ( anche geta) non tutte possono capirle.
Meglio andare in po' sul classico italiano per certe cose.
I personaggi sono stati un po' occ, Nami che urla spaventata ok, ma conoscendola, si sarebbe già immaginata di vendere Zoro al primo offerente per ricavarci un sacco di soldi.
Zoro che la chiama mocciosa, proprio no. Capisco che è una cosa che fai solitamente come soprannome per entrambi, ma più che mocciosa, in questo caso l'aereo fatta chiamare viziata o strozzina o anche spacca timpani. Insomma, lo stereotipo di Zoro e Nami che si insultano ha un po' compromesso la loro interazione.
Il verso della rana mi è parso strano, il Cra è comune, il groow non l'ho mai sentito. Magari è il suono che si usa in Giappone o in qualche altra lingua? Lo chiedo perché come sappiamo il gatto in Giappone non fa miao ma fa nyan.
Per il resto, avrei preferito un altro finale molto più legato all'inizio della storia quindi sempre in maniera Au. È stato un po' come saltare da un pezzo ad un altro, molto brusco.
Se magari avresti continuato con la storia fino alla scena del bacio della rana e poi Zoro si risveglia e si trova Nami incollata alla sua bocca ad esplorargli le carie, allora si, sarebbe stato più sensato.
Qualche errorino di poco conto, qualche frase che stona un po' ma per il resto è una fic semplice e senza pretese che tutti possono leggere tranquillamente ( sono io quella critica che non gli va mai bene niente)
 





 
FROGGY KISS

 
L’imbrunire aveva orami del tutto spodestato il sole e i suoi caldi raggi, avvolgendo tutto il giardino imperiale nella sua ombra blu.
Nami, la principessa dello Shogunato Mikan, passeggiava come suo solito nel maestoso giardino, osservando le camelie in fiore e le campanule pronte a sbocciare.
Le piaceva passeggiare nel parco costruito da suo padre, lo Shogun Genzo, in memoria della madre ormai scomparsa, e il fiorire dei mandarini le riportava alla mente mille ricordi dei giorni trascorsi con l’adorata madre.
Elegante nel suo kimono serale, di un azzurro tenue e scuro come il cielo notturno, la principessa dai capelli ramati si diresse al piccolo ponte che univa due parti del giardino, continuando ad osservare la natura notturna e la sua dormiveglia.
Stava per posare il suo primo e sacro passo sulle assi del ponte, quando un verso gutturale e profondo, echeggiò da sotto il centro del ponte, facendole trattenere il respiro.
-Grooow… growww… GROOOOOW!!!- si ripetè più volte il verso, facendo sbiancare la povera principessa.
C’era qualcuno, o qualcosa sotto il pontincello, e Nami si pentì di non essere scortata dalle guardie imperiale, ritrovandosi ad affrontare l’orrida creatura che emetteva quell’agghiacciante verso.
Si portò una mano al cuore, riflettendo velocemente.
Poteva fare dietro front, e tornarsene al palazzo, al sicuro e lontana da quel mostro, o poteva attraversare il ponte, scoprendo cosa fosse.
Tese l’orecchio, cercando di captare qualche nuovo verso, ma nessun eco si ripeté.
Che avesse immaginato tutto?
Che il frusciare del canneto l’avesse ingannata?
Tirando un respiro di sollievo, la principessa riprese il suo cammino, apprestandosi ad attraversare il ponte.
Era sulla sua cima, sull’arco della passerella quando il verso si fece sentire di nuovo.
-Grooow!!!-
Sobbalzò, spalancando gli occhi fissando le assi di legno sotto i suoi piedi, da cui il verso era provenuto, esattamente vicino alla ringhiera decorata, iniziando a sudare freddo.
Non era stata la sua immaginazione, né il canneto: c’era veramente qualcosa sotto il ponte!!!
Il respiro le si accelerò nel petto, tremate di paura.
Che fosse un Kitsune, arrivato fin lì per raggirarla con uno dei suoi incantesimi?
Un elfo delle acque, venuto a rapirla, o un'altra orrida bestia, nascostasi sotto il ponte per tenderle un agguato?!?
-C-chiunque t-tu sia, fatti vedere!!!- strillò, stringendosi le mani al petto.
-G-grooowwww!!!-
Il cuore le batteva in gola, le mani tremavano ma i piedi, seppur scossi dalla pelle d’oca, si mossero verso la balconata, costringendo la principessa a guardare cosa si fosse nascosto sotto le assi di legno.
Trattenne il respiro, allungando lo sguardo tra l’oscurità notturna, cercando di identificare ogni movimento.
Una strana figura, rigonfia sul petto e con dei piccoli arti, penzolava sotto le assi, oscillando nonostante l’assenza di vento.
Si muoveva, agitandosi pigramente quasi fosse mezza addormentata, gonfiando e rumoreggiando con l’addome, unico vero segno di vita del piccolo essere.
Riluttante, Nami deglutì, allungando un braccio ad afferrare quel strano oggetto, socchiudendo gli occhi.
Nonostante una parte di sé le urlasse di scappare e rifugiarsi nelle stanze del palazzo, un’altra, più forte e spavalda, la spronava a scoprire chi emettesse quel verso.
Arricciò le mani attorno a un arto dell’oggetto penzolante, sollevandolo sopra la ringhiera e avvicinandoselo al petto, mantenendo testardamente gli occhi chiusi per non guardarlo e sbiancare di paura.
Deglutì, palpeggiandolo con entrambe le mani: al tatto era viscido e liscio, gorgogliava strani versi e, doveva ammetterlo, emanava una gran puzza di fogna.
Respirando a tratti, lo afferrò con maggior forza, portandoselo vicino al viso, e, trovato il coraggio per scoprire cosa tenesse tra le sue candide mani, aprì gli occhi, sbattendo le palpebre basita, posando gli occhi sulla bestiola che gracidava dinanzi a lei.
-Ma… ma sei una rana!?!- fissò stranita l’anfibio che reggeva tra le mani.
-Grooow- gracidò l’animaletto, dondolando il capo abbandonato all’indietro.
Ridacchiò, scuotendo il capo.
Si era spaventata per una raganella, una gonfia raganella che di certo, saltando da ninfea a ninfea, si era ingarbugliata sulle assi sconnesse della balconata, rimanendovi intrappolata.
Povera bestiola: chissà da quanto tempo era imprigionata con la sua zampina sotto il ponte.
Sorridendo intenerita, la rossa, accarezzò l’animaletto, osservandolo curiosa per le sue dimensioni, notevolmente maggiori rispetto a tutte le altre rane presenti nel parco, e per una strana fascia di stoffa che gli cingeva la vita.
Aggrottò al fonte, fissando l’indumento, sorpresa da quella novità.
-Una rana con la pancera…- l’osservò meglio, storcendo subito il naso disgustata, nel studiare meglio la fascia verdastra che circondare l’addome dell’animale -… un’orrida pancera fuori moda!!!-
-Tsk, sarai alla moda tu con quel sacco di patate addosso!!!- sbottò la rana, ruotando il capo a fulminarla con gli occhi a palla.
La principessa sbiancò, ricominciando a tremare, facendo oscillare anche il rospo che reggeva.
Quella rana, con la pancera, aveva per caso parlato?
Le aveva risposto saccente e boriosa, fulminandola con lo sguardo?
No, non poteva essere vero: le rane non parlano, e non rispondono a tono… eppure quel rospo le aveva o no sbottato contro, abbozzando un ghigno e denigrando il suo bel kimono?
Il respiro continuava a singhiozzarle nel petto, finché il panico non ebbe la meglio sullo choc, facendo scattare le corde vocali della principessa, che strizzati gli occhi per il batticuore, iniziò ad urlare a squarcia gola sul ponticello.
-AAAHHHHH!!! UNA RANA CHE PARLA!!!!!- strillò, agitandosi e dimenando a destra e a manca l’animale che reggeva tra le mani, allontanandoselo dal petto.
-AHHHH!!!! UNA RANA CHE PARLA, UNA RANA CHE PARLA!!!- la gettò a terra, ripulendosi le mani sulla gonna del kimono.
-Ehi mocciosa!! Sta un po’ attenta!!!- ringhiò la rana, storcendo le labbra, saltellando malamente sulle assi di legno, rimbalzando per il gesto della rossa.
Improvvisamente il silenzio calò nel parco, ammutolendo le urla della principessa che, ora immobile sull’arco del ponte, ruotò il dolce viso sulla bestiola, celando con la frangia ramata gli occhi venati di rosso.
Come l’aveva chiamata quella rana da fosso?
“Mocciosa”?!?
Un orribile rospo parlante l’aveva apostrofata con un sgraziato e irritante “mocciosa”?!?!?
-Come mi hai chiamata?!?- digrignò i denti, incenerendo con lo sguardo il rospo.
La raganella sostenne il suo sguardo, sfoggiando un ghigno strafottente e borioso.
-Umpf, mocciosa…- ripeté sghignazzante e superbo -…perché? Non sapevi di esserlo?-
Un fine e potente geta si schiantò sul ponte, a pochi millimetri da dove era rannicchiata la rana, costringendola a saltare a pochi metri di distanza, per salvarsi dal colpo.
-Ma che ti prende?!?- sbottò, presa alla sprovvista.
-Non osare chiamarmi mocciosa, vile animale!!!- strillò la rossa, iniziando a pestare le assi del ponte, cercando di colpire il rospo, che saltava agitato, scappando dalla furia della principessa.
-Dannazione!! Smettila!!!- spiccò un salto, cercando di arrivare sulla balconata del ponte, ma non riuscì a posarvi una sola zampa, che la diafana manina della principessa lo afferrò per la pancera, facendolo subito dondolare impotente sopra il ruscello che scorreva sotto di loro.
-Ti meriti di annegare, bestiaccia!!!- digrignò i denti squalini Nami, fissandolo sudare, appeso tra le sue dita.
-Io sono una principessa!!!-lo informò, prima di gettarlo nel fiumiciattolo –E non una mocciosa, ficcatelo in testa rima di schiantarti al suol…-
-Che hai detto che sei?- la interruppe il rospo, improvvisamente serio.
Nami lo scrutò, studiandolo con occhi critico, prima di rispondergli.
-Sono la principessa Nami dello Shogunato di Mikan- dichiarò, assottigliando le labbra, sorridente ed esibendo la sua bellezza, famosa in tutto il regno e quelli vicini.
-Una principessa- ghignò la rana, battendo una zampa, stretta pungo, sul palmo dell’opposta –Proprio quello che cercavo!!!-
-Che farnetichi bestiaccia?- sbottò la rossa, spazientita.
-Modera i toni, mocciosa- ringhiò quello, dondolando impacciato nella sua pancera –Punto primo non sono una bestiaccia, ma un rospo, punto secondo io sono Roronoa Zoro, futuro miglior spadaccino del Mondo!!!-
Nami fissò muta il rospo, soppesando le sue parole, per poi allungare il braccio oltre la balconata del ponte, allentando la presa delle dita sulla pancera dell’anfibio.
-CHE DIAMINE FAI, MOCCIOSA?!?!?- si aggrappò alla manica del kimono, fissando i massi sporgenti del ruscello sotto di sé.
-Ti getto nel ruscello, il tuo Habitat, bestiaccia- sbuffò, storcendo il naso –Ora capisco perché puzzi così tanto: stare sempre a mollo nell’acqua…-
-Non provare ad allenate la presa!!!- la minacciò digrignando le labbra carnose e additandola con un dito palmato.
-E tu non darmi ordini!!!- lo fece oscillare con forza, dimenandolo furiosa –Ti ricordo che io sono la principessa, e tu la rana malata di mente che si crede un samurai!!!-
-Io non credo di esserlo, lo sono!!!- ringhiò, agitandosi –Solo che una strega mi ha fatto un incantesimo, e mi sono ritrovato appeso per questo stupido ponte!!!-
Nami aggrottò la fronte, fissando Zoro.
-Che incantesimo?- inclinò il capo curiosa.
-Una stupida strega di nome Perona, che non sa accettare le critiche e si crede una principessa, mi ha fatto un incantesimo- spiegò, storcendo le labbra –Finché non riceverò un bacio da una vera principessa, non potrò realizzare il mio sogno…-
Ruotò gli occhi sulla principessa, che lo ascoltava in silenzio, il palmo aperto della mano libera dal reggerlo per la pancera, a sostenere il capo, mentre si piegava sulle gambe e faceva penzolare il giovane samurai-rana sul ponte, e non più sopra il fiumiciattolo..
I suoi grandi occhi nocciola lo studiavano, mentre un soffio di vento le faceva dondolare i ricci rossi, liberi sulla schiena.
-Uhm…- mugugnò, riflettendo -… quindi sei una rana con cattivo giusto nel fatto di vestiti e pure maleducata?!?-
-Ma mi hai ascoltato almeno?!?- gracidò, tornando a dimenarsi e digrignando una fila di denti squalini.
-Si, si…- sbuffò la rossa, posandolo a terra, e ruotando gli occhi al celo notturno, incamminandosi giù per la passerella del ponte.
-Una strega ti ha fatto un incantesimo, e tu non potrai diventare lo spadaccino più forte del mondo finché una principessa non ti bacia…- mosse la mano verso la rana, che la seguiva saltellando -… non è una storia tanto originale…-
-Non è una favoletta, mocciosa!!!- le saltò dinanzi, bloccandole il passo –Ho realmente bisogno di quel bacio!!!-
-E dovrei dartelo io?!?- posò i pugni sui fianchi, fulminandolo –Credi che sia una dispensatrice di baci?!?-
-Oh e andiamo, mocciosa!!!- gracidò –Che ti costa?!?-
Nami fissò per un attimo il rospo, persa nei suoi pensieri, arrossendo poi sulle guance, posando una mano sul viso.
-Quindi se ti bacio, tu diventi un samurai e andrai per il mondo a realizzare il tuo sogno, tornando poi a sposarmi…?- riassunse con voce flebile, abbassando gli occhi e celando il rossore delle guance.
Aveva letto un sacco di favole, in cui la bella principessa, dando un bacio a una rana, liberava il principe ridotto in quella forma da un incantesimo di una malvagia strega, e immancabilmente tra i due nasceva l’amore, coronato da un sontuoso matrimonio.
Zoro gracidò piano, pensieroso, gonfiando il petto e la panciera.
-No- infranse i sogni della principessa –Sono nato rana e non mi trasformerò mai in un uomo: semplicemente la strega dai capelli rosa mi ha fatto uno stupido incantesimo che ha a che fare con il mio destino…- storse le labbra, sollevando un angolo della bocca -… e ora basta fantasticare, e baciami!!!-
Lo sguardo di Nami lo incenerì nuovamente, provocandogli una lunga scia di freddo lungo la schiena maculata.
Gli si avvicinò e, incrociate le braccia sotto i seni, sguainò la sua stridula voce.
-E SECONDO TE BACIO UNO STUPIDO ROSPO BUZZURRO E CON LA PANCERA PER SFIZIO, SENZA RICAVARNE NEMMENO MEZZO MARITO?!?!?-  calcò un piede sulla fronte del rospo, premendolo a terra.
-DANNAZIONE MOCCIOSA, MI VUOI MORTO?!?- ringhiò, saltando e scappando dalla sua ira.
-SI BESTIACCIA!!! E NON OSARE SOPRAVVIVERE!!!- sbottò, accelerando il passo verso il palazzo.
-Oh andiamo: è solo un bacio…- la seguì, sbuffando, saltellando al suo fianco.
-Mai-
-Sei proprio una mocciosa!!!-
-Non bacio i rospi a gratis-
-Sarebbe solo un bacetto,: prometto di usare poca lingua…-
-Pure con la lingua?!?!? Ma che razza di rospo sei?!? Maniaco!!!-
-Andiamo!!! Mocciosa!!! Devo diventare il miglior spadaccino al mondo: baciami!!!!!-
 
 
 
Sollevò pigramente le palpebre, senza un perchè.
Il ricordo del sogno le ronzava in testa, impedendole di richiudere gli occhi e tornare a dormire.
Sollevò il capo, alzandolo dalla panca imbottita della vedetta, posando lo sguardo sulla schiena di Zoro, seduto a gambe incrociate e in meditazione dinanzi a lei.
Era stoico nella sua posa, e l’ombra che proiettava su di lei, sotto la luce lunare, le dava una strana sensazione di protezione.
Inclinò il capo, lasciando che i ricci rossi si perdessero sul suo petto, come i suoi pensieri, prima di alzarsi e avvicinarsi a lui.
Lo spadaccino ruotò il capo sulla cartografa, aggrottando la fronte nel vederla sveglia, certo di non aver fatto alcun rumore per destarla dal suo sonno così profondo.
-Mocciosa?- la fissò piegarsi con il busto verso di lui, sorridente –Qualcosa non v…?!?!?-
Si ammutolì, ritrovandosi le labbra della rossa sulle sue, e la sua tagliente e arguta lingua a leccargli il palato, baciandolo con una passione focosa e al sapor di mandarino.
Con uno schiocco di labbra, Nami separò la bocca dalla sua, scrutandolo con attenzione.
-Uhm…- piegò il capo, arricciando le sue dolci labbra -… non sei diventato né un rospo, né un principe…-
Sospirò, alzandosi e dando le spalle al verde, schioccato e senza parole, mentre la fissava avviarsi alla botola della vedetta.
-Vorrà dire che diventerai il miglior spadaccino al Mondo…- piegò il capo all’indietro, tirandogli una linguaccia, prima di scomparire giù per la scala di corda, riempiendo la notte con una sua risata cristallina.
Zoro boccheggiò, incapace di capire cosa fosse successo.
Riuscì solo a ghignare, per poi scuotere il capo e incrociare le braccia al petto.
-… buona notte principessa delle mocciose…-
 

 
 
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Avete mai desiderato poter modificare il corso della storia? Purtroppo nella realtà non è possibile, ma noi del Midori Mikan abbiamo trovato un modo divertente per farlo, con le doujinfiction!
Attraverso le pagine di un doujinshi esistente proposto, i partecipanti dovranno reiventare la storia mantenendo solo gli elementi base che si vedono raffigurati. Questa iniziativa è nata anni fa per poi venire pian piano dimenticata, ma ora le utenti e lo staff vogliono riportare in auge questo evento, sperando di regalarvi delle piacevoli e ingegnose storie!
 
Per saperne di più anche a proposito del prossimo girone di questo evento, tieniti aggiornato sul forum! (copyright Placebogirl&Tzunami)


 
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