Sei soltanto
mio…
"Io non colpirò
mai una donna…anche se questo dovesse costarmi la vita…"
Un seguito
ideale alla fine dell'avventura ad Enies Lobby! Una NamixSanji,
ovviamente!
Hola,
questa è la mia prima ff su "One Piece", un anime che
adoro!
Il
mio personaggio preferito? Ovviamente il cuoco playboy di questa ciurma di
folli! ^_^ E chi può stare con lui se non la bella
navigatrice?
Non
ci sono molte ff su questa coppia che a me piace tantissimo e quando ho visto
quest'episodio la storia è nata praticamente da sola.
Lasciate
un commento e siate clementi!!
*****
Enies Lobby si stagliava alle spalle del treno marino come un cumulo di macerie su cui il sole non sarebbe mai tramontato. Era questo che rimaneva della gloriosa sede del governo mondiale dopo il passaggio di Rubber e la sua ciurma, che ora festeggiavano la vittoria con i carpentieri e la Franky Family. Il caos che proveniva dal vagone si spandeva a tutte le carrozze. E avevano buoni motivi per festeggiare: avevano liberato Nico Robin e sgominato la CP9, la terribile squadra di assassini guidata da Spandam.
Ora, probabilmente,
avrebbero avuto alle costole tutte le navi della Marina militare che solcavano
le rotte del Grande Blu, ma non era un gran problema: per i pirati era
assolutamente normale. La prima questione che avrebbero dovuto affrontare una
volta giunti a Water7 era trovare un'imbarcazione, dato che la Going Merry era
andata distrutta…
Eppure, guardando il mare
dal finestrino, Nami non pensava affatto a tutto ciò: sapeva bene di doversene
occupare lei, perché i suoi compagni erano del tutto inaffidabili, ma in quel
momento le sue riflessioni vagavano altrove. Aveva lasciato la festa da un paio
d'ore, insieme a Nico Robin e Chopper, dopo che Rubber aveva interpretato per la
ventesima volta la sua battaglia con Lucci, ed Usopp aveva raccontato talmente
tante frottole da bastare per un anno intero.
-Ehi, Nami…stai
bene?
La
domanda del dottore la fece tornare con i piedi per terra. si voltò nella sua
direzione, sorridendogli con una dolcezza che raramente compariva sul suo viso.
La navigatrice aveva un carattere deciso e schietto, poche volte si era
abbandonata alla debolezza: cresciuta come una ladra, non aveva perso quella
luce furba nello sguardo che corrompeva anche la sua espressione più
sincera.
-Sì, non preoccuparti. Le
tue cure sono miracolose.
-Oh…non dire così…non è
vero…- gongolò la renna, arrossendo.
Nami si sfiorò le braccia
fasciate: la sfida con Califa era stata dura e ci sarebbero voluti diversi
giorni perché le ferite si rimarginassero. Era stata pazza a gettarsi così a
capofitto nello scontro…non era da lei essere così istintiva…avrebbe potuto
morire…
Io voglio vivere…ma sono stato
educato così… Mi è stato insegnato…che è meschino colpire una donna…e quindi…
non colpirò mai una donna…anche se questo dovesse costarmi la
vita…
-Scommetto che hai voglia di
un buon caffè come lo prepara il nostro cuoco…- intervenne Nico Robin, senza
alzare gli occhi dal suo libro.
La
rossa la fissò sorpresa: come aveva capito che era Sanji l'oggetto dei suoi
pensieri? Quella ragazza era incredibile… pareva distante da tutto e da tutti:
in realtà li conosceva e comprendeva meglio di chiunque
altro.
-Hai ragione: vado in cucina
a vedere se ne è rimasto un po'.
-Se
incontri Sanji, ricordagli che dovrebbe riposare: non guarirà mai finché
continua a muoversi tra i fornelli- aggiunse Chopper.
-Tenterò, ma dubito di
ottenere un risultato: sai anche tu com'è fatto…- ribatté la navigatrice,
chiudendosi la porta alle spalle e fissando il vagone che la attendeva:
immergersi in quel casino non le andava particolarmente…Rubber l'avrebbe certo
fermata per altre versioni della sua recita… Così salì la scaletta e percorse il
tetto della carrozza: per fortuna Cocoro non stava viaggiando ad altissima
velocità come avevano fatto all'andata… Poteva cadere da un momento all'altro, e
tutto perché non voleva dare spiegazioni. Doveva essere diventata del tutto
pazza a forza di stare con quella ciurma.
Oppure…oppure non voleva
affrontare la realtà…
Non colpirò mai una
donna…
Le
sue parole le rimbombavano ancora nella mente…l'avevano costretta a rivalutare
quel biondino un po' farfallone…
La
verità era che aveva voluto distruggere Califa per rendere onore al gesto di
Sanji…
Aprì la porta del vagone che
ospitava la cucina, accolta da un:
-Rubber, ti ho detto che
arrivo.- Sanji era ai fornelli, come sempre, e le dava la schiena. Nami dovette
ammettere che era bello quando si dedicava alla sua passione, quando faceva la
persona seria e non il cascamorto. Peccato non accadesse spesso: nel momento in
cui si fosse accorto che alle sue spalle non c'era il capitano, avrebbe
ricominciato a comportarsi da idiota.
-Sono
io.
-Nami…
Contrariamente a quanto
credeva la giovane, il cuoco distolse immediatamente lo sguardo da lei. Da
quando avevano lasciato la Torre della Giustizia, l'amico la evitava, schivava i
suoi occhi…
-Hai bisogno di qualcosa?-
domandò, tornando ad occuparsi delle padelle.
-Chopper dice che dovresti
riposare…
-Lo
farò, appena il terzo pranzo di Rubber sarà pronto-
ribatté.
Nami si strinse nelle
braccia, quasi a disagio in quel silenzio così insolito: non c'era mai silenzio
nel loro gruppo. Non c'era mai silenzio tra loro. C'erano montagne di cuoricini
da parte di lui e pugni da parte di lei, ma mai il silenzio. E la ragazza si
rese improvvisamente conto di rivolere il suo romantico damerino di prima…quello
a cui voleva bene…
Quello di
cui…
…si
era innamorata.
Era
inutile continuare a nasconderlo…continuare a negarlo… Ogni volta che il cuoco
aveva rischiato la vita era stato per lei: a Drum…a Skypiea…aveva affrontato
nemici terribili e le condizioni climatiche più estreme per salvarla. E Nami non
l'aveva mai nemmeno ringraziato…
O
lo aveva fatto, vendicandolo?
Coprì in pochi passi la
distanza che li separava e lo abbracciò, posando la testa sulla sua schiena: lo
avvertì sussultare e irrigidirsi, sorpreso da quel gesto.
-Nami…cosa…?-
iniziò.
-Ho
avuto paura…- confessò lei, ascoltando il battito rapido del cuore del giovane.
–Quando…quando ho capito che eri tu…e non un manichino ad essere precipitato…ho
creduto…di averti perso per sempre…
Il
biondo non parlò, abbassando lo sguardo sulle braccia che lo cingevano in
vita.
-Poi…ho visto Califa e ho
pensato che…che non avessi nemmeno combattuto…perché le avevi fatto la corte
come tuo solito… E allora…allora mi sono sentita una stupida ad…- La frase le si
troncò in gola, bloccata da un singhiozzo. Stava piangendo come una bambina, ma
non provava alcuna vergogna: per una volta stava dando sfogo ai suoi veri
sentimenti, non li stava soffocando dietro stupide scuse. -…ad amare un simile
babbeo…
A
quelle parole il cuore di Sanji si fermò per un lungo attimo: Nami…Nami lo
amava?!
-Invece…ti avevo
sottovalutato…
Il
cuoco fissò ancora le braccia fasciate di lei: era colpevole di ognuna di quelle
ferite. Per non venir meno ai principi che gli erano stati insegnati, aveva
messo in pericolo la vita della sua amica…della ragazza che amava davvero. come
poteva guardarla in faccia senza considerarsi un verme, un vile? Nami si era
battuta come una leonessa, decisa a cambiare i connotati al faccino perfetto di
Califa…aveva messo in pericolo la sua vita…e tutto perché lui si era lasciato
sconfiggere.
-Perché hai combattuto
contro quella donna?
-Perché non si era fatta
scrupoli ad approfittare del tuo riguardo nei suoi confronti… Ti aveva ridotto
ad uno straccio…senza alcun senso di colpa… Dovevo fargliela
pagare…
-È
stata solo colpa mia…
-Tu…sei stato un
gentiluomo…e quella serpe doveva ricevere il trattamento che aveva riservato a
te…
-Nami…- sussurrò, posando le
sue mani su quelle di lei. –Se non fossi stato così…tu
non…
-Io
non mi sarei innamorata di te… Soltanto questo- terminò per
lui.
Sanji si voltò, asciugandole
con le dita le lacrime che le rigavano le guance: faceva il cascamorto con
tutte, ma solo per lei provava un sentimento sincero e profondo. Lei possedeva
la chiave del suo cuore.
La
attirò a sé, chinandosi sulle sue labbra, quando si accorse di avere degli
spettatori, affacciati alla porta.
-Che cosa romantica…-
esclamò Franky, piangendo come una fontana. –Fate come se non ci fossi…e
comunque non sto piangendo…
-Sanji, è pronto il mio
pranzo? Ahia! Usopp perché mi hai dato un pugno?!
-Ti
sembra il momento di pensare al cibo, Rubber?!- gridò il cecchino, dandogli un
altro pugno in testa.
Una
vena iniziò a pulsare minacciosa sulla fronte dei due ragazzi che urlarono
infuriati:
-VOLETE ANDARVENE?! Questo è un momento privato!!- e chiusero
l'uscio in faccia ai tre impiccioni.
-Che maniere- si lamentò
Rubber, massaggiandosi il naso. –Ho solo chiesto se era
pronto…
Nella cucina, intanto, Sanji
aveva ripreso Nami tra le braccia, baciandola finalmente come desiderava fare da
sempre. E lei, come solo nei suoi sogni aveva osato fare, gli cinse il collo,
rispondendo al suo bacio con lo stesso trasporto.
-Basta fare le moine alle
altre…- gli fece promettere, separandosi. –Ora sei soltanto
mio.
-Sono sempre stato
tuo…
-E…un'altra cosa…- aggiunse
con il suo classico sorriso strafottente. –Temo che tu abbia bruciato il pranzo
di Rubber…
Il
biondo si volse, osservando il fumo nero che si alzava dalle padelle e
commentandolo con un'alzata di spalle.
-Non se ne accorgerà
nemmeno- concluse, tornando a concentrarsi su di lei. –Il suo pranzo è l'ultimo
dei miei pensieri…
FINE