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Autore: leila91    12/02/2015    14 recensioni
Dal testo:
“Ѐ davvero tutta per me, zio?” domandò incredulo, continuando a guardarsi intorno: quella stanza doveva essere almeno il doppio rispetto a quella che gli era stata assegnata a Villa Brandy.
Bilbo non riusciva a smettere di sorridere: con quei giganteschi occhi azzurri, il suo piccolo cugino sembrava veramente un cucciolo smarrito, e faceva una tenerezza infinita.
“Ma certo ragazzo mio”, rispose, “Te lo avevo detto, no? Da me c’è un sacco di spazio libero…”
“Lo vedo…” mormorò Frodo, e la sua espressione era quella di chi ancora faticava a credere che la situazione fosse davvero reale.
“Il gatto ti ha mangiato la lingua?” lo prese in giro Bilbo.

-L'arrivo di uno Hobbit curioso a Casa Baggins, la prima 'lezione' di Bilbo, e l'inizio di una nuova straordinaria avventura.
Si svolge tra lo Hobbit e il Signore degli Anelli.-
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bilbo, Frodo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Shire Folk'
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Un nuovo inizio 
 

 
 
una nuova avventura.



Bilbo ridacchiò tra sé, mentre osservava il giovane Hobbit sondare con gli occhi la sua nuova camera da letto.
Frodo aveva un’espressione leggermente sospettosa, ma allo stesso tempo era pieno di curiosità.
“Ѐ davvero tutta per me, zio?” domandò incredulo, continuando a guardarsi intorno: quella stanza doveva essere almeno il doppio rispetto a quella che gli era stata assegnata a Villa Brandy.
Bilbo non riusciva a smettere di sorridere: con quei giganteschi occhi azzurri, il suo piccolo cugino sembrava veramente un cucciolo smarrito, e faceva una tenerezza infinita.
“Ma certo ragazzo mio”, rispose, “Te lo avevo detto, no? Da me c’è un sacco di spazio libero…”
“Lo vedo…” mormorò Frodo, e la sua espressione era quella di chi ancora faticava a credere che la situazione fosse davvero reale.
 
“Il gatto ti ha mangiato la lingua?” lo prese in giro Bilbo.
Generalmente infatti, Frodo Baggins era un ragazzino parecchio loquace!
Oltre a detenere la fama di peggior monello della Terra di Buck*: con le sue marachelle, nonché i numerosi piccoli furti - il cui oggetto erano principalmente i funghi del vecchio fattore Maggot! -, aveva procurato non pochi grattacapi al fratello di sua madre, Rory Brandibuck, col quale aveva vissuto fino al giorno prima.
Il piccolo era infatti rimasto orfano alla tenerissima età di dodici anni: i suoi genitori erano morti per annegamento durante una gita in barca.
Le vere cause di quel tragico incidente rimanevano tutt’ora ignote.
Da allora Frodo era stato generosamente accolto a Villa Brandy, sotto la severa tutela del vecchio Rory, ed era cresciuto assieme ai suoi cugini materni.
 
Il lato ‘strano’ della famiglia, amavano borbottare gli Hobbit più pettegoli : i Brandibuck infatti, avevano da sempre la nomea di gente… Beh, i più gentili dicevano ‘stravagante’, ma a Bilbo era capitato di sentire anche l’aggettivo assai meno lusinghiero ‘bislacca’.
Non che gli importasse qualcosa del parere di quegli sciocchi: era da moltissimo tempo ormai, che non aveva più alcun interesse nel cercare di apparire ‘rispettabile’.
Da quasi cinquant’anni a ben vedere.
 
Ad ogni modo, era proprio in mezzo a quella gente, appunto strana, che Bilbo aveva trovato il piccolo orfano.
I suoi defunti genitori erano stati entrambi suoi cugini, in vita: l’uno di primo e l’altra di secondo grado.
Quando il signor Baggins decise quindi di adottare il giovane Hobbit, a tutti sembrò la cosa più giusta e naturale del mondo.
Quasi nessuno ne restò sorpreso.
 
Ma infastidito sì.
E questo era uno dei motivi principali del sorriso soddisfatto di Bilbo Baggins: gliel’aveva fatta a quei due, anche questa volta…
Uno sgradevole pensiero, che aveva iniziato a tormentarlo quella mattina, tornò improvvisamente a rodergli la mente, come un tarlo: quello che stava facendo, era davvero il bene di Frodo? O si stava comportando così solo per autocompiacimento, per impedire una volta per tutte ai Sackville Baggins di mettere le mani su Bag End? Che diritto aveva di strappare quel ragazzo da quella che ormai egli considerava casa sua, ancora una volta? Non sarebbe stato più giusto lasciarlo con la famiglia con cui era cresciuto?
 
E invece no Bilbo Baggins, hai dovuto fare di testa tua come al solito, non è vero? Portarlo a vivere con te, nominarlo tuo erede, costringerlo a ricominciare da capo… davvero lo stai facendo per lui e non per te stesso?

Drogo e Prim** avrebbero voluto così, rispose una seconda voce, più dolce e meno petulante, loro avrebbero approvato…
E anche sua madre avrebbe approvato: Bilbo aveva questa curiosa convinzione.
Una delle cose più importanti che Belladonna Tuc gli aveva insegnato era a prendersi cura degli altri nei momenti di difficoltà.
E che la famiglia veniva prima di tutto.
“Ricordati piccolo mio,” era solita dirgli, “Che questa non è una strada facile. Potrebbe portarti a fare sacrifici e rinunce, spesso senza ottenere in cambio alcun riconoscimento, se non additamenti ed accuse da parte di gente non meritevole, o addirittura da coloro che stavi cercando di aiutare. Ma se riuscirai a percorrerla con serietà e pazienza guadagnerai un giorno più di quanto tu abbia mai immaginato.”
E Bilbo aveva avuto la conferma della saggezza di sua madre,durante l’avventura più grande della sua vita.
 
La verità, si disse, è che non stava adottando Frodo perché sentiva pena per lui, o perché i suoi genitori avrebbero voluto così; o ancora, per fare un dispetto a Otto e Lobelia.
La verità era che ne aveva bisogno lui stesso.
Frodo era un po’ come una seconda possibilità che la vita gli stava offrendo.
La possibilità di riconquistare quel calore, quella passione bruciante, che aveva scoperto essere in grado di saper ospitare nel suo cuore mezzo secolo prima, e della quale sentiva una nostalgia dolce e straziante.
 
Il suo giovane cugino parve intuire che dietro la sua facciata di apparente tranquillità, si nascondeva un profondo tumulto interiore, con una facilità tale da fargli sgranare gli occhi.
“Zio…” iniziò infatti Frodo, “Ma sei sicuro di volermi qui con te?”
“Ma certo sciocco ragazzo!” rispose il vecchio Hobbit, battendogli affettuosamente la mano sulla spalla; “Perché mai non dovrei?” chiese con sincero stupore: non si aspettava minimamente una domanda del genere.
“Beh non vorrei crearti disagi… Un giorno ho sentito padron Rory dire che qui ad Hobbiville reputano strani i Bucklandiani…”
Bilbo non riuscì a trattenere una sonora risata: “In primo luogo tu sei anzitutto un Baggins. Inoltre devi sapere che la mia rispettabilità da queste parti, è considerata almeno dieci volte più bassa di quanto non sarà mai quella della famiglia di tua madre. Ma a me non importa… Vuoi sentire che cosa ho imparato tanti anni fa?”
Frodo annuì, pieno d’impazienza e curiosità.
“Molto bene,” rispose Bilbo, “Considerala la mia prima… ‘lezione di vita’” disse facendogli l’occhiolino.
“Ho imparato, Frodo, ragazzo mio, che l’onore è assai più prezioso e desiderabile della rispettabilità. La persona rispettabile infatti, non si preoccupa che di sé stessa, e di come la propria immagine apparirà agli occhi degli altri. Colui che possiede l’onore invece, beh… è capace di mettere gli altri, e i loro bisogni, al primo posto. Ѐ colui che non si preoccupa di che cosa potrà accadergli, o di cosa penserà la gente, ma è pronto a sacrificare tutto sé stesso per il bene di coloro che ama.”
Bilbo non si era accorto di essersi così infervorato: quando riaprì gli occhi il giovane Frodo lo stava guardando con la bocca socchiusa e gli occhi pieni di ammirazione.
“Urca…” fu tutto ciò che fuggì dalle labbra del giovane, come in un soffio.
Bilbo si schiarì la gola, imbarazzato, strofinandosi poi il naso.
“E a te chi lo ha insegnato zio?” domandò Frodo, con genuino interesse.
“L’ho imparato durante il viaggio più pazzo, e allo stesso tempo più bello, della mia intera esistenza,” rispose Bilbo dolcemente, “E grazie agli amici più veri e sinceri che io abbia mai avuto la fortuna d’incontrare.”
 
I miei fratelli.
 
“Mi racconterai un giorno, di questo tuo viaggio?” chiese Frodo, e nei suoi occhi che brillavano si poteva leggere una supplica.
Nel suo tono invece, c’era una tale smania che Bilbo si ritrovò a pensare: “Se fosse un cane a quest’ora starebbe probabilmente scodinzolando.”
 
“Ma certo ragazzo mio, anche oggi stesso!” rispose entusiasta, circondandogli le spalle con un braccio “Ebbe tutto inizio in questa casa sai? Io me ne stavo lì fuori, su quella panchina, a fumare tranquillamente la pipa, quando si presentò sulla mia soglia un vecchio Stregone…”
 
Sarebbe andato tutto bene, pensò il vecchio Hobbit, ormai ne era sicuro.
E accomodatosi sulla sua cara poltrona, iniziò a raccontare alla sua nuova famiglia, l’avventura che gli aveva cambiato la vita.

 
 
 




 

Note:
*Frase ispirata al titolo della fiction Xingchan
** Drogo e Primula sono i nomi dei genitori di Frodo.
 
Ciao a tutti ^0^!
Questa fic è nata dall’amore che nutro per gli Hobbit e in particolare per Bilbo: ho sempre trovata splendida (sia nel libro che nei film) la descrizione del suo rapporto con Frodo.
Mi commuove vedere quanto siano legati, e il gran bene che si vogliono, che alla fine vince su tutto.
In ogni cosa che fa, Frodo è sempre mosso dal desiderio di poter un giorno restare per sempre con suo cugino, o di poterlo rivedere quando è lontano…
Ho voluto dedicare un paio di righe a come sia nato tutto ciò (secondo la mia interpretazione ovviamente!).. E così ecco il nostro futuro zio alle prese con l’arrivo a Casa Baggins del piccolo cugino/nipote.
E poiché non potevo non unire Lotr e Lo Hobbit xD, eccolo raccontare la storia della sua meravigliosa avventura, per spiegare a Frodo quali siano le cose importanti =)
Mi sono permessa di chiamarlo ‘vecchio’ in alcuni punti, solo perché all’epoca di questa storia ha 99 anni.
Se siete arrivati fin qui grazie mille di averl letto, e spero vi sia piaciuta ^^!

 
 @ I crediti per la fanart vanno al legittimo proprietario, l'ho trovata googlando.
 
 
 
   
 
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