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Autore: Switch    12/02/2015    8 recensioni
Terza storia della serie Heart's mutation, dopo SITR e JTWYA. TMNT 2003
Isabel e Raphael vivono il loro idillio, circondati dall'affetto della famiglia, ma non tutto va sempre liscio.
Tra tornei, battaglie, misteri che si infittiscono e si accumulano, la relazione crescerà o si romperà. E poi, un mistero potrebbe portare a nuove conoscenze, a capirsi meglio.
E un sacrificio non è sempre solo dolore.
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heart's mutation'
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Gli allenamenti continuarono senza sosta, sin dal giorno seguente la notizia. Dal mattino alla sera i quattro si allenavano e combattevano, con solo pause per mangiare, usare il bagno e una breve ronda notturna. Il resto era sonno, solo sonno per riprendere le forze.

In vista del torneo ogni altra cosa era sacrificata.
Il tempo di Don per le invenzioni e gli studi. Quello di Mikey per i videogiochi e i fumetti. Quello di Raph per Isabel.
Lei non doveva solo sacrificare il prezioso tempo con lui, che non era mai comunque abbastanza, ma anche gli insegnamenti del sensei durante gli allenamenti; perciò aveva iniziato ad assentarsi alle lezioni mattutine, un po' svogliata. In questo modo aveva del tempo in più al mattino e poteva rimanere sdraiata nel letto di Raph fino a che non doveva alzarsi per andare a lezione; ma lui si svegliava prestissimo per allenarsi, perciò non riuscivano comunque a vedersi.

Alla sera lei si sedeva nel fondo del dojo con i suoi libri e gli appunti, sollevando di tanto in tanto lo sguardo per occhieggiare i loro allenamenti con apprensione, senza una parola; era l'unico modo che aveva per stare con loro, anche se per poco. Erano gli unici istanti in cui poteva vedere Raphael a parte i pasti; la notte lui tornava così tardi dalla ronda che era già addormentata, abbracciata al suo cuscino con possessività e malumore, visto che non poteva abbracciare lui.
E in un clima strano e teso, passarono in fretta i primi giorni.
Isabel era così inquieta, che non si accorse dei frequenti sguardi che Splinter le rivolgeva, né che sembrava volerle parlare per riprendere il discorso mancato di quella sera. O forse se n'era accorta ed evitava apposta di farsi trovare.


Sono tornata!” urlò Isabel appena entrata nel rifugio a sera tarda.
Gli occhi si sollevarono al cielo. Con chi stava parlando? Non c'era nessuno ad aspettarla.
Erano tutti nel dojo a sudare e faticare come dei dannati come sempre, come i tre giorni precedenti, come tutti quelli che sarebbero seguiti.

Lasciò andare la borsa con malagrazia e quella cadde a terra con un tonfo cupo per via di tutti i libri, poi fletté il collo a destra e sinistra per stiracchiare i muscoli tesi dalla fatica.
Era incredibilmente stanca. Stava dormendo molto poco e molto male, con quella sensazione di panico sempre più frequente nel petto, con quell'angoscia che continuava a crescere. Sapeva che avrebbe dovuto parlare con Raphael, ma sapeva di non potere, non ancora. Non sapeva come iniziare il discorso. Era una vigliacca. Si stava trincerando dietro l'ansia e il tempo, aspettando cosa? Che le cose si risolvessero? Che una bontà divina le indicasse la strada e le sollevasse i dubbi e le domande che si stava ponendo?

Si incamminò mesta verso il dojo, a passetti lenti. Il rumore delle lotte all'interno si amplificava via via che si avvicinava e stranamente sembrava armonizzarsi al battito del suo cuore; aprì la porta con tocco leggero, per non disturbare.
Non che loro se ne potessero comunque accorgere, erano così assorti e concentrati che non avrebbero notato nemmeno una carica di rinoceronti, se una fosse entrata e li avesse calpestati nella sua furia.

Si incamminò raso muro senza perdere un secondo con lo sguardo: quello di Mikey incontrò per caso il suo e il mutante le sorrise velocemente mentre si chinava per evitare la Katana di Leo, prima di essere riassorbito dalla lotta.
Le mancavano anche gli abbracci di Mikey, era sempre o troppo concentrato o troppo sfinito anche per darle i suoi fratelleschi abbracci.

Si sedette non appena fu sicura di essere a distanza di sicurezza, anche se con due combattimenti in simultanea non c'era davvero un'area sicura in tutto il dojo: quei quattro erano capaci di coprire tutto il perimetro nella loro irruenza, arrivando perfino a saltare contro i muri se la strategia lo richiedeva.
Per sicurezza, nel caso si fossero avvicinati troppo, si sarebbe chiusa in una bolla protettiva.

Il sensei seguiva i due combattimenti simultaneamente, andando avanti e indietro sotto allo stendardo del clan, e di tanto in tanto urlava un suggerimento se vedeva che uno dei suoi figli era in difficoltà, ma senza mai fare preferenze: se prima decideva di correggere Mikey per una schivata troppo lenta e incerta, subito dopo avvisava Leo dell'apertura che lasciava nell'attacco dall'alto, riequilibrando immediatamente il loro scontro.

Le coppie per quel giorno erano Leonardo contro Michelangelo e Donatello contro Raphael, ma variavano di volta in volta, per permettere lotte sempre diverse e istruttive contro armi e stili diversi: Mikey era veloce e se si concentrava riusciva a tenere testa al leader senza eccessivo sforzo, Leo faticava invece un po' a stare dietro allo stile senza regole del fratello, anche se a mano a mano che le parate e gli affondi si susseguivano senza sosta, sembrava migliorare sempre più; Donatello faceva arrabbiare Raph, con il suo stile flessibile e che sfruttava il divario creato dal bastone, tutto il contrario del suo irruente e praticamente a breve distanza: il genio si divertiva molto, si leggeva sul suo volto, a tenerlo alla larga con stoccate decise, infliggendogli danni senza farlo mai avvicinare, frustrandolo oltre ogni dire.

Era molto utile osservarli, si imparava moltissimo già solo nello studiare la loro adattabilità alle differenti sfide e tecniche che di primo acchito sembravano penalizzarli, ma che poi riuscivano in un modo o nell'altro ad aggirare, con le loro forze e l'ingegno.
Osservò attenta Raphael che, scocciato oltre modo, aspettò che il bastone lo colpisse per poi afferrarlo velocemente con la mano, uno dei Sai gettato al suolo per potersi muovere agevolmente: sorrise al genio con cattiveria, già pregustandosi la prossima mossa.

Lei era così attenta, che non si accorse della presenza al suo fianco finché non sentì la sua voce.
Possiamo parlare, Isabel?” disse Splinter in un sussurro, che pure la fece trasalire.
Era immobile, con lo sguardo ancora concentrato sull'allenamento dei suoi figli, eppure la sua aura era avvolgente, era attorno a lei.
Inghiottì a vuoto un magone che lei stessa non avrebbe saputo a cosa attribuire per certo.

Certo, sensei.”

Splinter le tese una mano cortese per aiutarla ad alzarsi, poi le fece strada verso la stanzetta da meditazione, camminando raso muro in silenzio e con attenzione, per non disturbare in alcun modo l'esercitazione. Con la sua solita galanteria la fece entrare per prima, poi chiuse la porta con garbo alle sue spalle.
Siedi pure, figliola” suggerì quietamente, mentre si dirigeva verso le poche candele accese per poterne aggiungere delle altre e rischiarare meglio la penombra.

Isabel si inginocchiò sul cuscino di raso rosso vicino al tavolino, poi trasse un profondo respiro. Amava quella stanza: il piccolo bonsai di ginkgo biloba al centro era rigoglioso, alcune delle sue piccole foglie dai tenui colori che già vertevano verso il giallo autunnale; il riverbero delle fiamme creava strani giochi di luci ed ombre con i suoi rami e le foglie, facendolo quasi apparire vivo, palpitante.
Tutto in quella stanza era fatto per rilassarsi, molte volte si era seduta col sensei per meditare e allenarsi spiritualmente, ma forse questa volta quello che portava dentro non poteva semplicemente farlo sparire con un profondo respiro e lo svuotamento della mente.
E perché, poi, il sensei l'aveva chiamata lì? Cosa poteva mai avere di così importante da dirle, da assentarsi perfino dall'allenamento dei suoi figli?

Splinter si era spostato in un angolo e trafficava con un termos di acqua calda e due tazze, versando il liquido bollente sulla polvere di tè verde, mescolando poi con vigore e attenzione; le porse una tazza e prese posto dall'altra parte del tavolo, tenendo la sua tra le mani. Si inchinarono rispettosamente uno all'altro, prima di prendere il primo sorso. Isabel assaporò con calma la bevanda dal retrogusto amarognolo, mentre una miriade di pensieri le affollavano la mente.

Ho notato che non frequenti più gli allenamenti mattutini” disse Splinter osservandola dal di sopra del bordo della tazza dopo averne sorbito un po'.
Lei quasi si lasciò scappare un sospiro sollevato. Possibile che fosse tutto lì quello che lui voleva dirle?

Sì, sensei. Ho pensato che con gli allenamenti per il torneo avrei solo preso tempo e spazio e creato fastidio” rispose, anche se era vero solo a metà.
Sarebbe meglio che tu ti allenassi almeno una volta ogni due giorni o molti dei progressi fatti andrebbero persi. E non daresti nessun fastidio, il dojo è grande abbastanza da poter essere usato da tutti... anche se posso capire che qualcuno potrebbe trovare la tua presenza una distrazione.”

Si era solo immaginata quell'occhiata penetrante? O in effetti Splinter forse voleva parlarle per questioni inerenti alla sua relazione con Raphael, di qualcosa che non poteva dire davanti agli altri?
I dubbi si stavano accumulando e sentiva di star per scoppiare trincerata nell'ignoranza: se Splinter non fosse stato più chiaro, da un secondo all'altro avrebbe dato di matto.

Se non è un problema allora sì, ritornerò ad allenarmi, sensei. Non volevo impensierirti, mi dispiace” disse, sperando che fosse tutto lì e che quello chiudesse definitivamente la questione.
Lui sorrise soddisfatto, annuendo appena col capo, come a volerle dire che non c'era niente di cui dovesse scusarsi. Entrambi sorbirono in silenzio il tè, con gesti lenti; gli occhi di Isabel saettavano di qua e di là, poi nella tazza e di nuovo in giro, nella confusione e un pizzico di sollievo.

Ma non ti ho chiamato solo per questo, figliola. C'è un fatto molto importante di cui volevo parlarti da giorni, ma sembrava quasi mi stessi evitando” spezzò il silenzio la voce del sensei, catturando di nuovo la sua attenzione con un violento batticuore.
Ogni sprazzo di sollievo si era dissipato in un istante e adesso sentiva solo il battito furioso del cuore nelle orecchie, mentre mille e più teorie le passavano davanti agli occhi. Cosa sapeva il maestro?

Lei alzò lo sguardo dal fondo torbido della bevanda e lo piantò su di lui, così vicino eppure così assorto da sembrare distante, mentre poggiava la tazza garbatamente.
Il mutante frugò poi nella manica del kimono, tirando fuori un involto di tessuto nero.

Questo è arrivato insieme a quelli degli altri” disse con voce cauta, poggiandolo sul tavolo con un suono sordo e spingendolo verso la ragazza.
Isabel allungò una mano, titubante; le dita afferrarono tremanti la stoffa e la svolsero con angosciosa lentezza, svelando il gelido lucore dell'acciaio. Guardò il Kunai con sorpresa e cercò lo sguardo del maestro per farsi spiegare.

Il Battle Nexus è un prestigioso torneo al quale sono chiamati i migliori combattenti di ogni dimensione, mondo e pianeta. È una vera esibizione di ogni stile di combattimento presente, che permette ad ogni maestro di misurarsi con i più forti e preparati guerrieri. È un onore essere scelti per parteciparvi. E tu sei stata scelta, Isabel.”
Gli occhi si spalancarono di sorpresa. E tutto quello che fino a quel momento le aveva attanagliato la mente, i dubbi e le paure di quel discorso vennero relegati in un angolo, soffocati dallo sbalordimento di quella affermazione. Era l'ultima cosa al mondo che pensava potesse accadere.
Era stata scelta per un torneo di lotta multidimensionale? Insieme a Leo, Donnie, Mikey, Raph...

Io? Ci deve essere... ci deve essere un errore, sensei. Non posso essere stata scelta! C'è... qualcuno avrà sbagliato, probabilmente è per te e...”
Ho controllato, figliola. La convocazione è per te, nessun errore. Ammetto che anche io sono rimasto sorpreso, -non perché non ti reputi capace, ma perché mi era sembrato un po' presto,- ma poi ci ho ragionato sopra: credo che nello sceglierti potrebbero aver tenuto conto del tuo potere magico nell'amplificare la tua forza. Il tuo livello è degno di essere messo alla prova contro altri avversari, in quel caso” spiegò con sussiego lui, che si dimostrava davvero troppo calmo in confronto al volto paonazzo e allo sbigottimento negli occhi di lei.
Ma sarebbe barare! Non potrei usarlo per combattere in un torneo, non sarebbe giusto!” protestò con veemenza Isabel, sollevandosi un po' sul cuscino nella foga.

Lui sorrise della sua reazione, che di certo si era aspettato.
No, nel Battle Nexus non sarebbe barare. Devi immaginare un torneo dove creature di altre dimensioni e mondi e pianeti si riuniscono per mettere alla prova la loro forza e la loro tecnica, usando ciò che la natura offre loro. Non è strano che qualcuno riesca a cambiare stazza o la propria massa muscolare o la propria agilità con caratteristiche che sono proprie della sua specie. La magia fa parte di te, non è qualcosa che hai acquisito o cercato solo per poter sconfiggere i tuoi avversari, perciò non c'è niente di male nell'usarla. Non è barare” spiegò l'anziano semplicemente.1

Sembrava così giusto e sensato detto da lui, spiegato con così tanta pacatezza, ma una piccola parte di sé continuava a pensare che usare i poteri non fosse proprio pulito.
E non voleva davvero partecipare. Non era una combattente, non era davvero una guerriera. Era stata scelta dalla vita della lotta dalla sua necessità di difendersi, ma non vedeva di buon occhio dover combattere contro qualcuno che non le aveva fatto niente per dimostrare il suo valore o vincere un premio. Lottava solo per difendere e difendersi.
E se avesse accettato, poi, avrebbe corso il rischio di doversi misurare contro Raphael e i suoi fratelli, e non voleva che loro dovessero scegliere tra farle male o perdere; o essere costretta ad usare la magia per superarli.
Senza contare che sarebbe rimasta indietro con le lezioni, che avrebbe dovuto allenarsi costantemente come loro, che aveva ben altro per la testa...

Prese un grande respiro, risoluta.
Sensei, se è possibile rifiutare senza offendere coloro che mi hanno fatto un così grande onore, preferirei non partecipare” rispose con rispetto, allontanando con una mano il panno nero con il Kunai, come per scacciare via una tentazione.
Splinter non mostrò nessuna emozione su cosa stesse pensando in quel momento, ci fu solo un fugace scintillio nel suo sguardo che poteva dire tutto come nulla. Eppure emanava la sua solita aura tranquilla.

Capisco tutte le motivazioni che ti spingono a rispondere in questo modo. Ma vorrei che tu ci pensassi ancora un po' su. Non devi rispondere subito. Parlane con Raphael e gli altri, chiedi il loro parere” replicò il maestro, risospingendo il tessuto verso lei.

Parlarne con Raffaello. Non voleva parlare con lui, se avesse iniziato di sicuro avrebbe finito per rivelargli più di quanto avrebbe dovuto, mossa dalle paure. C'erano così tante cose che si celavano nel suo cuore nell'ultimo periodo, in attesa del momento giusto in cui parlarne.
Una smorfia piegò il suo viso e non fu abbastanza veloce da nasconderla al saggio ratto.

C'è qualcosa che ti turba, Isabel? Qualcosa che non hai detto nemmeno a Raphael?” le chiese infatti lui, osservandola con interesse.
No, sensei. È tutto a posto” mentì dopo un secondo, col cuore mortalmente colpevole.
Non che non volesse parlare, anzi, desiderava da morire confidarsi con lui, con tutti loro, ma prima doveva provare a risolvere da sola, senza impensierire la sua nuova famiglia, senza scatenare in loro dubbi e paure.

Ti prometto che ci penserò un po'” finì, alzandosi dal cuscino, nonostante dentro si sentisse inchiodata dallo sguardo penetrante dell'uomo, che leggeva dentro gli animi con chiarezza.
Non voleva rimanere ancora, ogni secondo era un'opportunità in più che lui potesse capire.
Raccolse il Kunai e il panno, poi si diresse verso la porta e la aprì con sicurezza, congedandosi.

Si scontrò con le quattro tartarughe mutanti, che non avevano fatto in tempo a scostarsi da dietro la porta dove avevano cercato di origliare: li osservò con lo sguardo di disapprovazione e loro gliene rimandarono uno colpevole e curioso.
Evidentemente la convocazione del sensei non era passata inosservata come credeva e sempre evidentemente l'allenamento era stato messo da parte per la loro insaziabile attitudine a ficcare il naso.

Come mai il sensei ti ha...” iniziò a domandare Don, prima di essere spintonato via da Mikey, che le si fece incontro con gli occhioni spalancati.
Hai... hai ricevuto l'invito!” strillò fuori di sé, puntando col dito il Kunai che lei stringeva nel pugno. L'attenzione di tutti fu sulla scintillante arma e sui significati che racchiudeva.
Sei stata convocata al Battle Nexus?” domandò Raph sconvolto, eppure visibilmente fiero.

Lei sorrise alle loro facce sorprese e alzò le mani per bloccare le loro reazioni.
Non ho intenzione di partecipare!” rivelò, svicolando dal muro che le avevano creato attorno, muovendosi verso l'uscita del dojo. Mikey le corse dietro e si tuffò per bloccare la sua fuga, ma con un gesto fluido all'ultimo secondo si spostò, mandandolo al tappetto.
Non lotterò al torneo!” ripeté più forte, accelerando il passo. Forse stava usando la magia per scappare, di certo era molto veloce.

Leo le apparve davanti, a qualche metro, con le braccia aperte per fermarla: Isabel saltò e poggiò una mano sulla sua spalla per darsi la spinta, sorpassandolo in volo, atterrando come una ginnasta dall'altra parte.
Non parteciperò al Battle Nexus!” ribadì ancora una volta, praticamente vicina all'uscita. Stava correndo, ormai. Finì dritta tra le braccia di Raph con un gridolino sorpreso, che la strinse fermamente.
Presa! Allora, dimmi tutto: perché non dovresti partecipare al torneo, dato che ti hanno mandato l'invito?”

Isabel provò a divincolarsi con vigore, ma Raphael la teneva con tutta la forza concessa senza farle male. Dopo qualche infruttuoso tentativo lasciò perdere, lasciandosi andare mollemente.
Non mi va. Non sono pronta, va bene?” replicò sconfitta, sperando che la sua risposta fosse sufficiente a saziare la loro curiosità.
Ma se ti hanno scelta! Significa che sei all'altezza!” si intromise Mikey, entusiasta, con un tono fiducioso.

La ragazza abbassò il capo, poggiandolo contro la spalla di Raphael.
Si sono di certo sbagliati” mormorò debolmente, di colpo molto stanca. Lui fissò la sua nuca, pensieroso, poi con un gesto secco sollevò il suo corpo, poggiandolo sulla spalla. Si voltò, uscendo dal dojo.
Raffaello, cosa stai...”

Il mutante camminò velocemente, ignorando le sue proteste e le domande dei suoi fratelli e saltò invece fino al primo piano, dirigendosi verso la sua stanza. Spalancò la porta con urgenza e dopo averla richiusa alle loro spalle la poggiò con garbo sul letto, sedendosi al suo fianco.
Isabel lo osservò in silenzio, senza sapere cosa avesse in mente. Stringeva ancora il Kunai nella mano, ma si sporse per poggiarlo sul comodino accanto al letto.

Allora, cosa succede?” domandò Raphael, che invece non aveva staccato lo sguardo da lei.
Niente. Non succede nulla” mentì di nuovo, questa volta totalmente colpevole. Non le piaceva nascondergli le cose, quando la loro relazione era iniziata aveva promesso che non se ne sarebbe più andata e che sarebbe stata sincera e ci credeva davvero in ciò che aveva giurato.
Eppure quello che le stava succedendo, le verità che non poteva ancora rivelare, non le teneva per sé per sfiducia o cattiveria, ma per proteggere Raphael. Quando avesse avuto delle certezze, quello sarebbe stato il momento in cui tutto sarebbe stato confessato e spiegato, ma non era ancora arrivato.

Perché non vuoi partecipare al torneo? Una motivazione vera” continuò lui tranquillamente, come se lei non avesse detto niente.
Io non sono pronta, non sono all'altezza!” ripeté imperterrita, molto stanca sotto il peso di anche quella nuova situazione.
Non poteva capire, come era logico, e lei non poteva proprio spiegargli che non aveva il tempo anche per quello.

Ma se sei stata scelta!” fu la pronta risposta di lui, come si era aspettata.
Per via della mia magia. Perché posso modificare la mia forza e velocità con la magia. Ma è come barare! Ricordi, me lo hai detto anche tu una volta?”
Io parlavo di non fare solo affidamento sulla magia, ma non c'è nulla di male ad usarla se te lo concedono. Non è un motivo per non partecipare, ma se proprio ti dà fastidio, non farne uso. Testa la tua forza normale” asserì fiducioso Raph, con un mezzo sorriso incoraggiante.

È questo che pensi? Che dovrei provarci sul serio?”
Aveva alzato la voce nell'incredulità della sua affermazione e si era sporta verso di lui, nervosa. Ma Raphael le sorrideva con determinazione: allungò le mani e le poggiò sulle sue esili spalle, stringendo con rassicurante dolcezza.

Sono dannatamente orgoglioso e fiero di te, che ti abbiano convocata. Sarebbe fantastico vederti lottare con tutta la tua forza. So che faresti una splendida figura... ti ho allenato io o no?”

Isabel continuò a guardare inebetita la sua espressione splendente, chiedendosi per un istante se non fosse impazzito. Sembrava un padre che passava in eredita al figlio il proprio cimelio più prezioso, con le aspettative al massimo e una fierezza sconfinata.
E se accettassi e ci trovassimo uno contro l'altra, tu saresti capace di lottare sul serio contro di me?” gli chiese, per riportarlo alla ragione.
Forse non si era aspettato la domanda, perché rimase senza parole, la bocca che si apriva e chiudeva a ripetizione, come un pesce fuori dall'acqua, la luce emozionata che un po' svaniva al capire le implicazioni e nell'immaginare la situazione.

La risposta più esaustiva che potessi darmi!” lo canzonò lei con un mezzo sorriso, andandogli incontro.
No, io...”
Senti, ho promesso al sensei che ci avrei pensato su, ma penso che non cambierò idea. Io non sono una guerriera, tu lo sei e mi va bene così. Verrò a vederti e a fare il tifo, è tutto quello che voglio.”
Raphael mise su un mezzo broncio, al vedere la possibilità di vederla lottare che si allontanava; aveva davvero sperato di poter assistere alla meravigliosa visione di lei che prendeva a calci nel fondoschiena i suoi avversari da ogni dimensione: se poi qualcuno avesse osato farle del male, lo avrebbe semplicemente distrutto.

È un peccato, saresti stata grande. Ma immagino che non lasceresti mai gli studi per allenarti, in fin dei conti, cara la mia secchiona” esalò canzonatorio, attirandola a sé. Si sedette a gambe incrociate e se la strinse contro.
Assolutamente. E faccio già una gran fatica a seguire senza metterci gli allenamenti di mezzo” concordò lei, contenta che avesse capito, premuta contro il suo petto con gli occhi chiusi e un mezzo sorriso estasiato per quel momento di intimità rubato al tempo tiranno.
Sì, lo so. Mi sembri così stanca” mormorò assorto Raph, anche lui con gli occhi chiusi e la guancia premuta contro la sua fronte, così in pace e felice come non era stato negli ultimi giorni.

Isabel trattenne appena il fiato, un piccolo picco di batticuore la colse, che cercò di scacciare in fretta: lui pensava che lei fosse stanca solo per gli studi, non poteva sapere tutto il resto, non era possibile.
Io? Guarda che occhiaie che hai. Cerca di non esaurirti con questi allenamenti” cambiò discorso, sollevando il viso e la sua maschera, svelando i segni scuri sotto i suoi occhi per la fatica e l'addestramento.
Ci prenderemo qualche giorno di pausa a metà del mese circa. Il sensei sa bilanciare bene gli sforzi per ottenere il meglio, e allora potremo passare un po' di tempo assieme e io mi riposerò” la informò lui con espressione colpevole.
Mi dispiace di non dedicarti abbastanza tempo. Ma finirà presto e staremo finalmente assieme” aggiunse infatti, scoccandole un bacio sulla fronte.

Sorrise, conquistata dalla sua dolcezza, che non mostrava mai a nessuno se non a lei.
D'accordo, è una promessa, caro il mio guerriero. Ma adesso dovresti ritornare all'allenamento, stai perdendo tempo con me e non vorrei poi tu mi possa dare la colpa nel caso in cui perdessi.”
Tu sei più importante dell'allenamento e del torneo, stupida.”
Isabel richiuse gli occhi e gli si accoccolò contro, vinta ancora una volta, ma colpevole, tanto, troppo colpevole.
Le braccia di Raphael erano un rifugio sicuro che sapevano di fiducia e amore, mentre le sue trasmettevano solo menzogne, nascondevano troppe verità.



1: Nel Battle Nexus ci sono davvero razze che possono cambiare fisico o altro per agevolarsi nella lotta. Mikey in finale si era ritrovato a combattere contro un alieno che cambiava forma fisica diventando da piccolo e mingherlino in un colosso muscoloso.



Note:

Salve a tutti.

Chiedo formalmente scusa per l'enorme e mostruoso ritardo. Purtroppo la mia salute non brilla e ultimamente alcune cose si sono acuite, costringendomi a mille visite e molte cose per la testa; niente di grave, ma comunque abbastanza per tenermi forzatamente lontana da internet e dal fandom. Adesso sono sotto regime per rimettermi in forma, sarà un anno lungo, ma si può fare! Sono ottimista.

So che forse non vi interessa, ma volevo davvero spiegare perché mi sono assentata così tanto. Non è da me e per tutto questo tempo mi sentivo in difetto per avervi lasciato così.
Grazie per la pazienza e per leggere la storia.

Pubblicherò con la solita puntualità (per ora una volta a settimana, ma spero di velocizzare nel futuro) e vi prometto davvero di tutto e di più in questa storia. Certificato!
Grazie per i seguiti, i preferiti!

Vi abbraccio fortissimo, mi siete mancati.


  
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