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Autore: LilyanneFlower    03/12/2008    1 recensioni
[Emmett&Rosalie] Rosalie era semplicemente disgustata. Come potevano non capire? Come potevano essere così felici? Nemmeno Edward lo era, senza alcun dubbio, avrebbe preferito essere umano, ma sembrava accettare di buon grado quella situazione. Carlisle ed Esme erano semplicemente felici. Sembrava che la loro situazione di dannati per l’eternità, vampiri, pensò Rosalie con ribrezzo, non li toccasse in alcun modo. Erano strani quei due, strani forte! __diceva mia nonna: "Non tutto ciò che luccica è oro". Rosalie è bella, ma altrettanto dannata. La sua alterigia, la sua superbia, non è tutto negativo come sembra, forse è solo difficile. Kisses, Lilyanne*
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emmett Cullen, Rosalie Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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First chapter:  Bella e dannata

Rosalie scese a piedi nudi nel giardino di casa Cullen.
-Buongiorno Rosalie, dormito bene?- scherzò allegro Edward.
Rosalie in risposta grugnì. –Non posso dormire, Edward-
Edward rise. –Ah giusto-
-La smetteresti di prendermi in giro, Edward Cullen? Grazie-
-Ti ci abituerai- sussurrò Edward ghignando.
Rosalie gli scoccò un’occhiata truce. –Che cosa leggi a fare il giornale? Che te ne può importare delle epidemie o degli omicidi? Tu non puoi essere colpito!-
Edward alzò lo sguardo dalla sua lettura. –Non siamo umani è vero, Rosalie. Ma a volte è bello fingere di esserlo, almeno per mantenere l’apparenza. Ovunque andiamo, per la nostra bellezza e i nostri atteggiamenti, veniamo spesso fraintesi. È giusto che le persone non sospettino troppo-
Rosalie sbuffò annoiata.
-Sarebbe bene se anche tu, decidessi di adattarti-
-Ho sete, Edward- annunciò Rosalie cambiando discorso.
-Vuoi che ti accompagni a cacciare?- domandò Edward chiudendo il giornale.
-No- rispose Rosalie fredda. “Sì” pensò con aria rassegnata. “Ho paura di uccidere qualcuno e so che Carlisle rimarrebbe ferito”.
-Bene ti accompagno. Non è prudente, almeno non per ora lasciarti cacciare da sola ed Esme oggi è più allegra del solito. Non voglio che con una megera come te, rovini la sua giornata- disse Edward alzandosi fulmineo.
Rosalie arricciò le labbra assumendo un atteggiamento presuntuoso.
-Prendiamo la macchina fino al bosco e poi proseguiamo a piedi. Non è saggio correre per le strade più visibili- concluse Edward salendo in macchina. Rosalie lo imitò.
-Non comprendo questo salvare le apparenze! Siamo diversi Edward. Siamo intelligenti, siamo pallidi e soprattutto siamo bellissimi! Tutti capiscono che siamo differenti- mormorò Rosalie seguendo Edward.
-Rosalie, le persone già ci credono strani, non credo sia giusto dare adito a certi pensieri correndo fulminei per le vie delle città- spiegò Edward. –Noi non possiamo rivelare la nostra identità. Pensa come ci guarderebbero le persone se lo sapessero!-
-Già sono intimoriti da noi- borbottò scontrosamente Rosalie.
-Rosalie, noi siamo diversi, ma ti assicuro, leggo nella mente delle persone. Non ci temono, ci rispettano. Ci giudicano stupendi e troppo raffinati per loro-
-Sfido chiunque a credersi superiore a me! Sono la più bella che esista- sorrise Rosalie addolcita dal tono calmo di Edward.
-Hai qualcosa da chiedermi, vero Rose?-
Rosalie annuì esitante.
-Ti ci abituerai all’odore del sangue umano. Ci vorrà del tempo, ma dopo una decina d’anni inizierai a moderare ogni tuo atteggiamento in una maniera sorprendente-
-Non odi il profumo degli uomini? E’ così delizioso!- bisbigliò Rosalie lasciando trasparire una nota di disappunto nella sua voce.
Edward sorrise. –Cerco di sopportarlo. Mi impongo distanze con gli uomini, vorrei essere come Carlisle. Lui tollera il sangue umano meglio di qualunque vampiro io abbia mai conosciuto-
Rosalie annuì. –Diventeremo mai come lui?-
-Forse no, lui è davvero irraggiungibile, ma ti assicuro che Rosalie con un po’ di impegno comprenderai cosa vuol dire sopportare- rispose Edward accostando la macchina al ciglio della strada.
-Bene, da qui continuiamo a piedi- disse pacatamente scendendo dalla macchina. Rosalie lo seguì e prima a passi lenti poi con la loro tipica andatura di caccia avanzarono nella foresta.
-Cosa preferisci cacciare?- domandò Edward.
-Uomini- sussurrò Rosalie. –No, qualunque cosa mi sazi va bene-
Edward le scoccò un’occhiata risentita. –Quale essere animale e non umano desideri per colazione, Rosalie?-
-Ieri io ed Esme abbiamo cacciato orsi, sembrano decenti- disse Rosalie in un soffio.
Edward si fermò ed inspirò. –Sono da quella parte, andiamo Rosalie-
Rosalie lo seguì con la sua leggiadria.
I capelli biondi ricadevano sul suo viso coprendo ogni tanto i suoi occhi ambrati. Piegò le labbra in un sorriso appagato non appena sentì il profumo del sangue degli orsi.
Ve n’erano due che sdraiati sull’erba verde quasi sonnecchiavano.
-Rosalie sono prede facili ora, perché sono poco attenti. Un consiglio, prendili alle spalle. Poco onesto, ma almeno così sarà meno doloroso per loro e meno faticoso per te-
-Non e’ faticoso per me!-
-Almeno ci metteremo meno tempo- spiegò Edward balzando all’attacco. Rosalie lo imitò e si ritrovò sulla schiena dell’orso più grande. Cacciò i canini ed infilò i suoi lunghi denti aguzzi nel collo dell’animale.
Un gemito ed un urlo immediatamente dopo provocarono quasi un senso di ribrezzo in Rosalie che però non si scostò ma ne bevve il sangue con piacere.
Dopo la caccia, Edward e Rosalie ritornarono nella casa, dove Carlisle ed Esme stavano piacevolmente discutendo su un libro letto da poco.
Edward entrò e salutò i due, seguito a ruota da Rosalie.
-Rose, come stai?- domandò gentilmente Esme.
-Sto bene, Esme- rispose atona Rosalie.
-Avete cacciato?- chiese Carlisle.
-Sì, orsi, Carlisle. Prede semplici, erano quasi dormienti- rispose Edward.
-Oh, Edward, suoneresti qualcosa per me?- sorrise Esme rivolgendogli un sorriso.
-Certamente Esme- disse Edward ricambiando il sorriso e sedendosi al pianoforte. -Cosa preferisci, Esme?-
-Claire de Lune, Debussy-
Carlisle sorrise affiancando la sua compagnia e stringendola a sé.
Rosalie era semplicemente disgustata. Come potevano non capire? Come potevano essere così felici? Nemmeno Edward lo era, senza alcun dubbio, avrebbe preferito essere umano, ma sembrava accettare di buon grado quella situazione. Carlisle ed Esme erano semplicemente felici. Sembrava che la loro situazione di dannati per l’eternità, vampiri, pensò Rosalie con ribrezzo, non li toccasse in alcun modo. Erano strani quei due, strani forte!
Con infinita grazia Carlisle ed Esme iniziarono a volteggiare e Rosalie giurò di poter vedere Esme felice, i suoi occhi brillare.
Forse era gelosa, forse capiva semplicemente che l’unico compagno che potesse stare con lei era un vampiro. Al di fuori di Carlisle, conosceva solo Edward appartenente a quella razza così assurda. Edward era simpatico, intelligente ma non le piaceva affatto. Sbuffò uscendo dalla porta.
-Devo raggiungerla, Carlisle?- domandò Edward.
-No, dalle del tempo. Saprà controllarsi e poi non ha sete- rispose Carlisle facendo volteggiare Esme.
Edward annuì e continuò a suonare. Il suo sguardo imperturbabile però, vagava alla ricerca di Rosalie. Era seriamente preoccupato per lei, aveva sentito i suoi pensieri. Aveva capito la sua tristezza e la sua infinita rabbia, non contro Carlisle, non contro Esme, non contro Edward, ma peggio ancora contro sé stessa.
Rosalie dal canto suo camminava per le strade della città dove risiedevano. Anche questa permanenza sarebbe durata poco, al massimo un altro anno.
Erano nomadi purtroppo, o forse per fortuna. Decise di entrare in un negozio, badando a non respirare. Per fortuna l’odore degli umani, seppur delizioso, si confondeva con quello dei tessuti dei vestiti.
-Buongiorno signorina Cullen, desidera qualcosa?- domandò gentilmente ma con un po’ di timore la commessa.
Rosalie non rispose e prese un abito verde da una stampella. –Provo questo, grazie-
Entro nel camerino e provò il nuovo abito. Indubbiamente le stava d’incanto. A dir la verità qualunque cosa le stava di incanto. Era un abito da giorno, decisamente carino. Decise di tenerlo addosso. Cacciò dei soldi che aveva nella piccola borsa e pagò il vestito. Più che un bisogno era un capriccio. Quando era umana, comperare le dava soddisfazione e appagamento, ora non più.
Uscita dal negozio continuò a camminare sempre badando a non respirare l’odore del sangue umano.
-Buongiorno signorina Cullen- sorrise un uomo.
Lei quasi lo ignorò. –‘Giorno-
Era Emmett, il loro vicino. Rosalie non lo tollerava, non perché fosse antipatico o stupido, era intelligente e molto bello, ma principalmente era il suo odore che non tollerava,  squisito. Ma maggiormente non tollerava il suo essere mortale, la fragilità del suo corpo, nonostante fosse possente. Invidiava il poter arrossire ed il poter piangere. Invidiava semplicemente tutto di lui.
Se avesse potuto sarebbe rinata, anche brutta non importava ma quantomeno sarebbe stata normale.
Si strinse nelle spalle. La sua passeggiata non aveva affatto giovato al suo stato d’animo e perciò tornò alla sua casa.


Confesso che amo Rosalie Hale, il suo personaggio è così bello*_*
Il pairing è Emmett/Rosalie ma la storia è per lo più incentrata su di lei, i suoi primi anni e la sua situazione.
Spero vi piaccia.
Recensite tanto^^...e consigliatemi:)
Kisses*
Lilyanne
  
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