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Autore: PrincesMonica    03/12/2008    1 recensioni
Come erano Jared e Shannon ai tempi della scuola? E se oltre alla musica si fossero interessati di ragazze?
Quando iniziai la FF non conoscevo ancora bene i due personaggi, quindi perdonatemi eventuali errori
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Avviso fin da subito che questo primo capitolo extra è molto molto molto hot. E' stato scritto appositamente per la mia amica Stefania. Al di la della sua scena intima, ci sono due scenette che riguardano Monica e di traverso Jared.

Spero vi piaccia comunque.

A Beautiful Lie- capitolo extra
 
“Mamma, io non voglio stare con la Zia Monica, è antipatica!” urlò una bambina di sei anni. Aveva i capelli scuri e lunghi, gli occhi quasi a mandorla e incredibilmente arrabbiati. Il vestitino giallo le stava d’incanto.
“Dai, non dire così. Ti piaceva stare con lei, adoravi truccarla.”
“Ma adesso no.”
Stefy alzò gli occhi al cielo e lasciò alla sua amica la borsa con tutti i ricambi della bambina.
“Monica, sei sicura di volerla tenere qui per questa notte? Io e Shannon potremmo cambiare programma.”
“Certo, come se lo volessi davvero. Non ti preoccupare, ci troveremo benissimo.” E lanciò un’occhiata carica di significato alla bambina che faceva il broncio.
“Samantha, mi dai un bacio?”
“No!”
“Va bene, restatene così.” Stefy lasciò la stanza.
Zia e nipote si guardarono in silenzio soppesandosi come due nemici al fronte.
“Quando arriva lo zio?”
“Tra un po’.” La bimba incrociò le braccia davanti al petto e si sedette sul divano: Monica sospirò e si mise di fianco a lei.
“Samantha, perché ti sto così antipatica?” lei non rispose e Monica non insistette: non aveva un gran feeling con i bambini, ma con Sammy era decisamente troppo. Le faceva la linguaccia, le dava calci appena poteva e non sopportava di averla vicina. Ok, che se la gestisse Jared che era meglio.
Per un po’ Samantha continuò a fissare il muro davanti a sé. Si stava annoiando, ma non voleva dare soddisfazione a sua zia di vederla contenta.
“Posso guardare la TV?” domandò a voce bassa.
“Fai pure.” Rispose Monica dalla cucina. Stava preparando la cena per tutti, mica per colpa di quella peste potevano morire di fame tutti quanti.
Sospirò di sollievo quando sentì girare la chiave nella toppa.
“ZIOOOOOOOOO!” Urlò Samantha correndo a braccia aperte verso l’uomo che sorrideva felice.
“Ehy, la mia nipotina preferita.” La prese in braccio facendola girare per tutta la stanza. Lei se lo sbaciucchiava tutto. Jared la ripose per terra ed andò in cucina. “E qui c’è anche la mia mogliettina preferita.” Monica sorrise.
“Perché, ne hai altre?” Jared fece per pensarci.
“Uhm…che io sappia direi di no!” la prese per la vita e la baciò appassionatamente: nessuno di loro capiva come, dopo quasi quindici anni, provassero la stessa passione del primo giorno. Ah, l’amore.
Monica sentì una fitta lancinante allo stinco: Samantha le aveva mollato un calcio.
“Piccola peste che non sei altro.” Ma Jared ridendo se la riportò in soggiorno, mentre lei faceva la linguaccia alla zia.
Per Monica fu una liberazione quando la misero a letto.
“Guardala, questa è calma solo quando dorme.”
“Ma dai che non è vero. È un amore di bambina.” Monica lo guardò male. “In realtà mi domando perché ce l’abbia tanto con te.” Lei non rispose, anche se una vaga idea l’aveva eccome. “Ah, giusto per sapere, perché stanotte è con noi? Stefy e Shannon vanno da qualche parte?”
“No, sono a casa.”
“E quindi.” Monica gli lanciò un’occhiata carica di sottointesi.
“Cosa…? Ahhhhh ho capito, è la notte del sesso acrobatico per tutta la casa!”
 
E, infatti, così doveva essere. Stefania aveva pulito da cima a fondo tutta la casa, in modo che fosse perfetta. Aveva chiuso a chiave la stanza della bambina, ancora che a quel pazzo animale del marito non venisse la voglia di farlo anche lì. Poi si era fatta un lungo bagno profumato per ammorbidire la pelle, per poi farsi la ceretta e truccarsi come una vera vamp. Per il ritorno di Shan aveva indossato solo una leggera sottoveste color avorio con le spalline molto sottili che le cadevano in continuazione. Per terminare, aveva comprato un paio di scarpe con il tacco vertiginoso che la allungavano di parecchio. Si guardò allo specchio…non era per niente male. Un rapido tocco di rossetto ed era perfetta!
Guardò fuori dalla finestra e poco dopo vide arrivare in lontananza la macchina scura di Shannon. Cominciò ad avere l’acquolina in bocca e tra la gambe già sentiva un piacevole formicolio.
Corse ad appoggiarsi allo schienale del divano, le gambe incrociate: aveva preparato tutto quello alla sua insaputa ed era veramente curiosa di vedere come lui avrebbe reagito.
La maniglia si abbassò e la figura dell’uomo apparve. Gli anni lo avevano decisamente migliorato: sembrava che veleggiasse sulla ventina, piuttosto che sui trenta passati. Era diventato ancora più muscoloso alle braccia, grazie al continuo suonare sulla batteria come un forsennato. Le gambe sode e snelle e la perenne espressione da animale notturno: il tutto gli dava l’aspetto di uno veramente tosto.
“Buongiorno piccolo puzzone mio.”
Shannon si fermò di botto e guardo la moglie: si leccò le labbra quando si accorse dei tacchi alti che lo facevano andare completamente fuori di testa.
“La bimba?” chiese mentre si avvicinava al divano.
“Da Monica.”
“Casa libera, quindi.” La prese per la vita stringendola a sé.
“Tutta per noi.” Gli sussurrò piano all’orecchio. Non finì neppure la frase che Shannon si era già fiondato famelico sulle sue labbra mangiando, di fatto, tutto il rossetto. Stefy si arrese all’assalto, almeno a quel primo. Sentiva la patta dei pantaloni scoppiare, quindi con le sue dolci manine gli aprì la zip e gli tolse le mutande, in modo che il suo membro uscisse prontamente eretto.
“Lo vuoi dolce?” domandò Shannon mentre infilava una mano sotto la gonna a Stefy, rimanendo piacevolmente sorpreso per la mancanza di intimo. “O preferisci qualcosa di più animalesco?” Stefy represse un brivido di piacere e di aspettativa.
“Sii animale.” Senza accorgersi di nulla, si ritrovò Shannon che la portava verso il muro. Stefy circondò il bacino del marito con le gambe, sentendo l’erezione premere furiosa su di lei: no, non sarebbe durato a lungo, ma chi se ne fregava, era talmente bagnata ed eccitata da tutti i pensieri che si era fatta!
Il muro riusciva a sorreggerli perfettamente e lui adorava prenderla in maniera così selvaggia: da quando c’era la piccola l’aveva potuto fare troppe poche volte, dato i rumori forti che facevano insieme, ma quella sera si sarebbe sfogato alla grande.  Prese a baciarle il collo frenetico, per scendere verso il petto: con i denti fece scivolare una delle spalline della sottoveste, per far scoprire la soffice carne del seno.
“Oh sì…mordimi.” Lui non se lo fece ripetere e prese tra le labbra il capezzolo duro come un sassolino. Stefy iniziò immediatamente a mugolare: adorava sentire la sua bocca su di lei, con la barba che le pungeva il petto.
“Voglio mettertelo dentro.”
“Sì, fallo!”
Senza farselo ripetere due volte, prese in mano il suo membro e, con movimenti collaudati da anni di sesso assieme, lo infilò con forza nel canale ben umido di Ste, che si morsicò il labbro per l’intensità della spinta. Dio, quanto adorava sentirlo dentro. Shannon spostò una mano dietro al sedere di Stefy, mentre con l’altra la teneva per la schiena per sorreggerla meglio e così facendo, prese a darle poderose spinte che la fecero urlare di insano piacere. Shan lo faceva uscire e rientrare veloce, sentiva che stava per scoppiare e voleva venire dentro di lei mentre la faceva gemere. Riprese a baciarla sulle labbra che sapevano di fragola e spinse ancora più veloce. Stefy sbatteva di continuo sul muro, sapeva che il giorno dopo le sarebbero venuti dei lividi violacei sul sedere, ma era un bel prezzo da pagare per sentire un orgasmo svilupparsi in lei.
“Amore, sto per venirti dentro.”
“Uhm….” Quelle rivelazioni le erano sempre piaciute e ogni volta ringraziava il cielo che Shannon non fosse avido di parole. Cominciò a mugolare e muoversi per sentirlo meglio, fino a quando Shan non venne con un gemito prolungato: Stefy lo raggiunse sentendo gli schizzi caldi dentro di lei.
Rimasero per qualche secondo fermi, per riprendersi, ansimanti. Stefy sentiva colare tra le cosce i suoi umori e quelli del marito, le gambe leggermente indolenzite per la posizione non troppo comoda. Shannon stava respirando a pieni polmoni il dolce profumo della moglie: lo adorava e ne voleva ancora, però voleva sedersi.
Sempre tenendola in braccio, la portò sul divano.
“Sei unica.” Le disse senza troppi preamboli.
“Lo so!” lui sorrise e finì di spogliarsi: nudo e sudato, la fissava intensamente negli occhi, mentre Stefy si passava la lingua sulle labbra languidamente per invitarlo su di lei.
“Questa notte voglio farti impazzire, gattina.”
“Miaooo, bauuu, Frrrr.” Rispose lei mentre si passava una mano sulla coscia per tirare verso l’alto il lembo della sottoveste. Shan si inginocchiò davanti a lei e senza troppe parole, le spalancò le gambe: perse qualche secondo a rimirare il sesso di Stefy. Gli piaceva da matti quel piccolo bocciolo rosa, completamente inondato di secrezioni e così invitante. Stefy gli accarezzò la testa e lui le baciò l’interno coscia. Si rese conto che lei stava rabbrividendo. Lentamente, ma inesorabilmente, si avvicinò al suo piccolo monticello, baciando anche lì, così che Ste si aprisse ancora di più. Le passò un dito tra l’inforcatura e lei mugolò qualcosa di incomprensibile, mentre lentamente si prendeva i seni tra le mani.
Shannon iniziò un leggero movimento con la lingua, lappando lentamente ogni millimetro di carne morbida. Adorava il gusto di loro due assieme, qualcosa di unico ed inimitabile e non si faceva nessun tipo di problemi a leccarne ogni singola goccia.
Prese tra le labbra il piccolo clitoride ed iniziò a succhiarlo, facendo sussultare Stefy. Lo picchiettò con la lingua ed accarezzò le gambe sensibili. Stefy sentì partirle i brividi da tutte le parti, stava veramente iniziando a non capire più nulla. Shannon prese ad insinuare il dito nella sua apertura, mentre con un sogghigno guardava la moglie che si contorceva dal piacere.
“Gattina, vuoi che smetto?”
“No…oddio, no…ti prego fammi venire.”
“Sei sicura?”
“Sì… Gesù, Giuseppe, Maria, sei fantastico…”
Senza ulteriori indugi, Shannon inserì un secondo ed un terzo dito nel canale facendo inarcare Stefy che urlò dal piacere. Adorava vederla così, sudata, ansimante e quasi nuda mentre veniva grazie a lui: era come ribadire che lei era sua e sua soltanto. Nessuno poteva vederla in quella maniera. Sentì l’erezione pulsare di voglia, ma decise che per quella sessione si sarebbe dedicato solo a lei e basta.
Scese di nuovo con le labbra sulla vagina, in modo da poterle di nuovo succhiare il clitoride che richiedeva attenzioni continue.
Stefy si abbandonò completamente: le mani vagavano sul suo corpo e tra i capelli di Shannon, il piacere era ormai quasi al culmine, e si sentiva svenire.
“Oddio…. Proprio lì…sì…uhmm…”
Venne urlando il nome del marito senza pudore alcuno, con le gambe che si muovevano e i muscoli potenti del proprio sesso che stritolavano le dita di Shan.
Quando quest’ultimo lappò ogni singola goccia proveniente da lei, si rialzò e guardò in faccia la sua donna: il volto arrossato e gli occhi lucidi le davano l’aria quasi da ragazzina pudica. Prese una ciocca di capelli scivolati sul viso e la portò dietro all’orecchio.
“Sai sempre di buono.” Le mormorò dolce. Stefy gli si avvicinò e lo baciò lentamente, assaporandosi ogni sapore che lui aveva in bocca, proprio incluso.
“Animaletto mio, adesso è il mio turno di prendere le redini del gioco, vero?” Shan rise.
“Non sei ancora  stanca?”
“Di te mai, amore. E poi mi sembra che ci sia una parte di te che non vuole riposare per nulla.” E così dicendo passò leggera un’unghia sull’asta già pronta.
“Sei un diavolo di donna.”
Stefy e Shannon si avviarono in camera da letto. La donna si tolse del tutto la sottoveste e rimase solo con i tacchi, dato che sapeva che lui li adorava.
“Questa sera facciamo un gioco.” Iniziò lei. Andò nel cassetto e prese alcuni foulard.
“Ste, che intenzioni hai?”
“Di comandare!” Shannon fece un cenno con il sopracciglio, ma non si ribellò. Stefy prese due fazzoletti e legò entrambe le mani alla testata del letto.
“Uhm…adoro il bondage.” Fece Shan passandosi la lingua sulle labbra. Il terzo fazzoletto finì a bendare gli occhi. Quando finalmente lo reputò pronto, si mise sopra di lui, in modo da poterlo cavalcare. Strofinò la vagina ancora bagnata sul suo pene per farlo gemere, poi, delicata, iniziò a leccare tutto il torace. Le piaceva soprattutto torcere i piccoli capezzoli.
“Micina, se non ti muovi ti violento.”
“E come che sei legato?”
“Non lo so, ma un modo lo trovo di sicuro.” Stefy rise forte e prese a stuzzicargli il membro con le piccole manine. Lentamente si ingrossava e diventava molto più appetitoso. Sentì un brivido sconvolgerle il sesso: un fiotto bollente le scese sulle cosce, anche vedendo il marito che si mordeva il labbro per non urlare. Sapeva che gli piaceva quel trattamento. Come era bello e sexy!
Prese il suo membro pronto e già con la cappella umida e iniziò a calarsi sopra: lentamente entrò in lei e si sentì, come al solito, piena fino all’orlo. Un singulto strozzato le fece capire che anche Shan stava decisamente andando fuori di testa per il piacere. Adorava quando lei stava sopra! Mosse i fianchi per sentirla meglio e Ste, presa di sorpresa, gemette intensamente.
Prese a dondolare lentamente: voleva che il suo piacere crescesse piano, in modo da goderselo al meglio. Un nucleo di lava fusa si stava formando alla base dell’utero e diventava sempre più grande ed incredibile. Il pene di Shannon la colpiva perfettamente nei punti che solo loro conoscevano. L’uomo cercava di strattonare i fazzoletti più forte che poteva, ma i nodi erano veramente stretti: voleva proprio poter stringere i seni della donna, ma non era possibile.
Stefy continuava ad andare su e giù sul corpo muscoloso di Shannon che non riusciva a smettere di muovere le mani.
“Almeno lasciami vederti mentre vieni.” Le pregò. Senza aspettare, gli tolse la benda e la gettò lontano. Si fissarono negli occhi senza parlare fino a quando le spinte di Stefania non furono più lunghe ed intense. I muscoli le si contrassero e sentì Shannon venirle dentro di nuovo. Non potè che seguirlo nell’orgasmo con un lungo gemito soddisfatto. Crollò su di lui lasciandosi baciare la testa.
“Miseria, quanto mi mancava una cosa del genere.” Sussurrò Shan.
“Già. Amo Samantha, ma a volte mi piace tirare fuori gli animali che sono in noi.” Stefy slegò le mani al marito e si tolse le scarpe, poi si accoccolò al fianco di Shannon. In fondo prima del secondo round dovevano riprendere le forze.
“Amore, domani vai tu da tuo fratello a prendere la bimba?”
“Ok, nessun problema.”
I due coniugi presero a coccolarsi dolcemente: quindici anni erano passati e loro si amavano come il primo giorno.
 
Monica stava tranquillamente preparando la colazione: aranciata per Jared, latte per Samantha e caffè per lei. Tutto perfetto. Dal fornetto uscirono le brioches fragranti. Sperò proprio che nessuno avesse da ridere.
Poi sentì dei piccoli passi arrivare fino da lei. Si girò e trovò Samantha, ancora con il pigiama di Winnie the Pooh, le mani sui fianchi e lo sguardo assassino. Monica pensò che doveva stare attenta: quella bambina sarebbe stata ben capace di allearsi alle fan più scatenate di Jared per farla fuori.
“È successo qualcosa, piccola?” chiese cauta.
“Quando io sarò grande sposerò lo zio Jared e tu non ci sarai.” Monica strabuzzò gli occhi. “Lui è mio!”
“Senti un po’, che ne dici di un patto?” iniziò Monica. Sammy incuriosita non disse nulla e Monica le si avvicinò inginocchiandosi davanti a lei, così da vederla negli occhi. “mi pare di capire che entrambe amiamo lo zio Jared. Perché non diventiamo amiche? Altrimenti lo zio non sarà felice se io e te litighiamo di continuo e noi non vogliamo che lo zio sia triste, no?” la bimba la guardava soppesando le parole che aveva sentito. Da dietro la porta, Jared sorrideva intenerito da quello che sua moglie tentava di fare.
“Ci devo pensare.” Fece infine Samantha. Monica sospirò: almeno una mini tregua era stata suggellata.
“Perfetto, intanto che ne dici di una buona colazione?”
Sammy sedette a tavola ed iniziò a bere il suo latte. La zia aveva ragione: se lo zio era triste, non le avrebbe voluto abbastanza bene.  Monica uscì a chiamare Jared, ma venne fermata dall’uomo che la abbracciò e la baciò appassionatamente. Lingue mani lottarono, incuranti che la bambina fosse lì vicino.
“Wow, a cosa devo questo splendido trattamento.”
“Un marito non può baciare la sua splendida moglie?”
“Oh certo che può, anzi, deve!” e lo baciò di nuovo.
“E poi, mi è piaciuto quello che hai detto alla nostra nipotina.” Monica fece spallucce.
“È l’unico modo per avere una tregua. Quella bambina è terrificante: ci rivedo la Ste e pure tuo fratello… un mostro.” Jared rise.
“Senti…” iniziò lui tentennante mentre entravano in cucina. “e se facessimo un figlio nostro?”
Monica e Samantha alzarono la testa, sgranarono gli occhi ed esclamarono:
“COSA?”
 
FINE
 
 
   
 
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