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Autore: hinayuki    03/12/2008    1 recensioni
L'ingenuità dei sedici anni. Giochi di luci in una discoteca. Giochi di conquiste che dutano un pomeriggio. Una sera. E poi si perdono. O forse no?
Possibile che un incontro in discoteca abbia delle ripercussioni anche dopo?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanfic

Salve gente! Questa è la prima volta che scrivo qualcosa di serio e che non abbia nulla a che fare con manga e fantasy... E nemmeno di così sdolcinato... effettivamente... Attenzione alle carie, perciò! Scherzi a parte... L'ho scritto quando avevo un brutto periodo e una forte confusione sentimentale... Spero comunque che vi piaccia...! E sappiate che risale a più di un anno fa quindi perdonate lo stile un po' infantile! Ciao Ciao!!!




Ho mal di testa, eppure il mio corpo si rifiuta di smettere di ballare. Si rifiuta categoricamente di farlo. La discoteca mi fa sempre questo effetto.
Ho mal di testa… le luci psichedeliche non migliorano certamente la situazione. E comunque, anche se non ci fossero quelle, l’alcool mi intorpidisce i sensi.
Inoltre sono ubriaca di gente. Non amo troppo i posti affollati…
Guardo le amiche con cui sono venuta in questo posto. Si divertono, ridono e scherzano con dei ragazzi che hanno conosciuto lì…
Anche io ho rimorchiato un paio di tipi, anche carini, magari, ma non mi interessano… li scaccio appena mi si avvicinano… li scaccio assieme a quel sorriso ebete che mi appare di tanto in tanto…
Seria sono più a mio agio.
Infondo mi sento ancora come la principessa che aspetta il principe azzurro con il suo bianco destriero. Al cavallo posso anche rinunciare… purché al suo posto ci sia una moto… anche alla calzamaglia posso rinunciare… preferisco i jeans, effettivamente.
Mi sento una deficiente a pensare a queste cose mentre ballo.
Comunque mi diverto.
Da un po’ non riesco proprio a smettere di fissare un ragazzo. Balla sui cubi con disinvoltura. E’ bravo. Riesce a catturare ogni battito che scandisce quella musica tutta uguale.
Mi sento ancora più imbranata.
L’avevo già notato in Pullman all’andata. Mi aveva colpito il colore dei suoi capelli: castani tendenti al rossiccio. Gli occhi erano scuri e profondi. Vivacissimi, come lui mentre ballava.
Mi volto un istante a guardare le mie amiche. Ballano con due tipi diversi da quelli di prima. In disco è una cosa naturale. I ragazzi vedono delle ragazze sole e ci provano subito… poi c’è chi ci sta perché ha voglia di divertirsi. E chi no perché ha la mente altrove… come me…
Una delle mie amiche si volta. Mi sorride. Io ricambio, poco convinta.
Un po’ invidio la loro disinvoltura. Io sono davvero troppo impacciata.
Sento la testa scoppiarmi e le orecchie sempre più tappate.
Mi volto nuovamente verso i cubi, ma il ragazzo si è dileguato. Ok, ora il mio umore è letteralmente precipitato sotto i tacchi.
Mi giro definitivamente verso le mie compagne di “bagordi”.
Qualcuno mi si avvicina e mi avvolge con un braccio la vita, portando la mano sempre più su. Mi voto e gli lancio un’occhiataccia molto più eloquente di mille parole. “Vola via, moscerino!” Penso e riferisco con lo sguardo.
Lui si allontana come un cane bastonato.
Torno nella direzione delle mie amiche, ma sono scomparse assieme ad i due partner.
“Porc…” Mi lascio sfuggire. Faccio per andarmene quando qualcuno mi batte alla spalla.
Riconosco che non è il tocco di una delle mie compari, perciò non guardo nemmeno chi è.
Mi avvio verso l’uscita dello spiazzo dove si balla.
La mano torna alla carica sulla mia spalla. Mi irritano terribilmente le persone insistenti. Capisco che è un uomo dalla forza del tocco e dalla grandezza della mano.
Questa volta mi giro. Carico con tutta la mia forza la mano, pronta a tirare un ceffone a quel ragazzo così invadente. Sono pronta a dirgliene più di quattro…
Quando vedo chi è la mano mi si blocca a mezz’aria e le parole mi muoiono in bocca. E’ il ragazzo che prime mi aveva incantato danzando sui cubi.
Lo guardo attonita.
Mi afferra la mano e me la bacia.
Penso subito che abbia alzato un po’ troppo il gomito o che abbia ingerito qualche strana sostanza... poi capisco che è semplicemente il suo modo di fare. In discoteca nessuno ti invita a danzare in modo tanto bizzarro e galante.
Sorrido a quello strano principe in jeans e maglietta bianca con degli strano disegni neri, che mi strega con lo sguardo.
Mi si piazza di fronte ed inizia a ballare. Scandisce il ritmo anche per me. Mi prende per mano, non chiede nulla di più. Non abbracci, né altro.
Ogni tanto mi si avvicina e mi pone qualche domanda. Ha una voce roca e sensuale. Le prime volte scostavo leggermente il viso perché temevo tentasse di baciarmi. Invece fu una cosa molto tranquilla.
Mi dice che si chiama Daniele e che ha due anni più di me. Non glieli avrei mai dati, vista la faccia ancora da bambino.
E’ dolce e mi fa divertire creando strane coreografie delle quali mi fa partecipe.
Un tipo “quadrato”, per passare, mi spinge da dietro e mi fa cadere contro il mio cavaliere che mi afferra prontamente. Lo scopro a lanciare uno sguardo assassino a quel tipo. Sorrido imbarazzata e contenta.
Sembra che il tempo si fermi mentre sono appoggiata al suo petto.
E’ alto. Più di un metro e novanta. Mi scruta con i suoi occhi color tenebra.
Qualcuno tira la maglietta dolcevita che indosso.
Mi volto subito e vedo Danila e Andrea, le mie amiche. E’ ora di andare.
Mi sento come Cenerentola al ballo con il principe. Lo guardo triste.
Il MIO principe mi prende la mano e mi si avvicina all’orecchio.
“Ti accompagno...”
Mi sussurra. Annuisco.
Mentre ci avviamo al guardaroba mi chiede dove abito. Gli rispondo in modo vago. Non voglio illudermi troppo sperando che, per caso, capiti nella cittadina in cui vivo.
Mi sento così vulnerabile fuori dall’oscurità della stanza in cui eravamo prima.
Riprendo le mie cose e comincio a rivestirmi sotto il suo sguardo che mi abbraccia.
Prima che chiuda il piumino si avvicina. Mi blocca la mano e abbassa il collo alto del dolcevita.
Mi imprime il suo marchio. Mi lascia un succhiotto.
Le mie amiche mi guardano allibite. Interpreto i loro sguardi.
“La glaciale Alessandra che si lascia fare un ciucciotto da uno sconosciuto???”
Ecco cosa dicono i loro occhi.
E io ci godo a vederle così.
“E poi, infondo, anche loro si baciano con degli sconosciuti... un succhiotto non è nulla..!”
Penso io in risposta.
Che c’è di male se quel ragazzo mi piace..?
Daniele mi sorride furbo e complice.
“Quanto scommetti che ci vedremo prima che scompaia del tutto?”
Mi chiede con l’espressine del gatto che ha catturato la preda.
Non sono in vena di fare una scommessa così grande.
Sospiro e mi lascio sfuggire un “Magari...” Poi gli sorrido rossa fino alla punta degli orecchi.
Andrea, Danila e io andiamo a prendere l’autobus scortate da Daniele.
Lui prenderà quello dopo. Mi ha spigato che deve finire di lavorare.
Salgo e mi manda un bacio con la mano. Mi sembra un bimbo... ricambio e i miei diciassette anni svaniscono per un istante, uno solo... poi il pullman accende.
Il telefonino mi suona prepotente nella tasca della giacca.
Il numero di telefono! Non ci avevo pensato proprio!!!
Apro il finestrino con impeto.
“Qual è il tuo numero di telefono?”
Gli urlo conscia del fatto che è una cosa assurda da chiedere ora che il mezzo è in movimento.
Lui sorride... non riesco ad interpretare il suo sguardo.
“Te lo do quando ci vediamo di nuovo... tanto ci vedremo presto!”
E io voglio dargli fiducia... ma la sensazione di essere stata fregata mi attanaglia poco dopo.
Durante il tragitto in bus le mie amiche mi sommergono di domande, a molte delle quali, mio mal grado, non so rispondere. Non riesco nemmeno a rispondere a quelle che mi ronzano in testa.
Una volta a casa, dopo un resoconto dettagliato ai miei, vado in bagno per una doccia.
Tolgo il lupetto e fisso la figura riflessa nello specchio. Vedo il ciucciotto. Si trova a metà tra il collo e la spalla... è piccolino.
“Se ne andrà via presto...”
Penso sconsolata.
Mi butto in doccia.

Sono passati due giorni... è martedì pomeriggio. Me ne sto sbracata sul divano.
Non ho compiti per il giorno dopo.
Il succhiotto è quasi scomparso del tutto. Ho lo sguardo vacuo e perso nel vuoto.
Ho addosso il mio adorato pigiama di “Snoopy” che mi coccola.
Qualcuno suona alla porta e penso che sia mia madre che ha dimenticato per l’ennesima volta le chiavi.
Apro, ma la donna che mi si presenta davanti non è mia madre.
Non la conosco, ma è molto bella. Capelli castani dai riflessi ramati e gli occhi verdi, vivaci.
“Ciao! Siamo i vicini del piano di sopra.”
Si presenta euforica. Annuisco spaesata.
“Siamo venuti a salutare.”
Continua con energia. Annuisco di nuovo. Ricordo che mia madre mi aveva detto che la casa all’ultimo piano del condominio era stata, finalmente, venduta.
“Piacere...”
Sussurro io.
“Mi presento: io sono Federica, mentre lui è mio marito, Lorenzo!”
Dice poi. Spostandosi leggermente, facendo in modo che nel mio campo visivo entrasse un uomo.
E’ alto quasi due metri e magro. Il che allunga ulteriormente la sua figura.
I capelli e gli occhi color pece. Ha un po’ di pizzetto, nerissimo anche quello.
Mi saluta allungando la mano.
“Piacere...?”
“...Alessandra...!”
Mi presento io ricambiando la stretta.
“I miei non sono a casa, ma posso offrirvi comunque un caffè!”
Affermo un po’ meno tesa.
“Come se fosse accettato, ma dobbiamo andare a sistemare la casa...!”
Dissero i due in perfetta sincronia.
Ammiro il loro affiatamento.
“Allora ci si rivede, Alessandra...”
Mo dice l’uomo sorridendo furbo.
Mi ricorda qualcuno.
Faccio di “si” con la testa.
“Dopo mandiamo anche nostro figlio a salutarti... adesso è dal meccanico per la moto!”
Mi spiega la donna prendendo due grosse borse per i manici. Sono enormi, ma non sono nulla a confronto di quelle che è costretto a portare l’uomo.
“Hanno una moto???”
Penso entusiasta come poche volte mi era capitato di esserlo.
“Chissà se mi ci faranno mai fare un giro?”
Mi chiedo. Scordandomi completamente di pensare a chi somigliasse il signor Lorenzo.

Adesso è sera... non si è più fatto vivo nessuno. I miei sono a casa, la tv è accesa e c’è un vociare che mi coccola.
Un po’ penso a Daniele...
Mi aveva detto che ci saremmo visti preso... ed invece non mi aveva lasciato nemmeno il numero di telefono...
Mi odiavo: non era da me essere così depressa per un ragazzo...
Eppure lo ero... e tanto...
Altro che principe azzurro... era come il mago cattivo che incanta la principessa e la sfrutta per ricattarne i genitori...
Ero avvilita.
Saluto i miei genitori, devo andare in palestra.
Apro la porta senza accendere la luce. Tanto, data la mancanza di mura che nascondono le scale, la luce della luna è sufficiente.
Sbatto contro qualcuno.
“Scusi...”
Sussurro cercando e tastoni l’interruttore della luce.
La accendo, per poi perdermi nell’oscurità dei suoi occhi.
Sgrano i miei e muovo leggermente le labbra per pronunciare il suo nome...
Quel nome che mi era ronzato in testa tutto il giorno...
Non esce nemmeno un suono.
E’ lui a parlare con la sue voce roca.
“Ciao Alessandra!
Dice, al contrario di me, per nulla sorpreso.
“Daniele...”
Riesco a dire. Mi sorride mentre mi scruta l’anima con i suoi profondissimi occhi neri.
Gli salto al collo ridendo e piangendo assieme.
Lui mi abbraccia.
Mi bacia sulla fronte.
“Ti avevo detto che ci saremmo rivisti presto...”
Mi sussurra asciugandomi una lacrima.
Non avevo mai provato una simile sensazione di pace e gioia.
Mando a quel paese i pensieri che mi avevano avvolta qualche ora prima...
Il mio era veramente un principe in jeans, venuto a salvarmi dal mago cattivo che ero io stessa... con le mie paure e la mia diffidenza...
Lo guardo negli occhi un po’ intimidita.
Ci baciamo.
Capiamo in un istante che le nostre anime sono state fatte per stare assieme...
Per me questo è l’inizio di una favola dolce e amara assieme...
La leggerò con calma.
La vivrò con tutta me stessa.
Piangerò quando dovrò farlo...
Quando il principe lascerà sola la principessa... o quando il mago cattivo ritornerà.
Riderò al momento opportuno...
Quando il principe tornerà dalla guerra... o quando salverà la sua amata.
Smetterò di leggere solo quando ci sarà il mio “happy ending”!






Spero sinceramente che vi sia piaciuta! A me sinceramente più di tutto piaciono le ultime frasi...=^/./^=
Volevo solo aggiungere che qualsiasi riferimento a fatti, cose o persone reali è assolutamente casuale.
Un grazie infinito per aver letto!
Commentate per favore!


Un grazie anche a SELENITE che ha avuto il buon cuore di segnalarmi uno strafalcione che stava sull'introduzione dopo due anni XD
Grazie mille :*

  
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