Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: mary_cyrus    13/02/2015    18 recensioni
“Sesso, droga e rock 'n' roll” questo è l'inno di ogni Spring Breakers che si rispetti. Probabilmente lo stesso a cui quattro amiche per la pelle si stanno recando per la loro settimana di vacanza. In parte sanno cosa le attenderà, ma sicuramente non sanno ancora chi le sta aspettando.
Tra alcool, colpi di scena, nuovi amori e anche qualche problema con la giustizia si muoveranno le quattro protagoniste che non potrete dimenticare tanto facilmente.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Capitolo 2

 

il pullman aveva imboccato l'autostrada da ormai una ventina di minuti. Il movimento delle ruote sul battistrada si era fatto regolare e l'autista masticava noncurante ed in maniera piuttosto sonora un chewing-gum, prestando comunque sufficiente attenzione alla carreggiata di fronte a sé.
Non vi era molto traffico, solitamente in quel periodo dell'anno erano ben pochi a partire, sia per mancanza di ferie, sia perchè si preferiva evitare proprio quelle settimane per pianificare un po' di tranquillità. Tutti, abitanti degli Stati Uniti e non, sapevano che durante il mese di Marzo si sarebbero tenute le cosiddette “vacanze di primavera”, lo “Spring Break” che ogni anno tutti i college offrivano ai loro studenti: una settimana a scelta tra la fine di Febbraio e l'inizio del mese di Aprile, ad attendere i ragazzi solo puro relax e nessun pensiero, la possibilità di visitare posti magnifici.

Ma “Spring Break” non era solo questo. No, significava molto di più. Per gli studenti era trasgressione, alcool, serate pazzesche e senza un coprifuoco, potersi vestire (e svestire) a loro piacimento, poter andare dove e con chi avrebbero voluto. “Spring Break” era sinonimo di libertà.
Non che tutto ciò fosse sconosciuto agli insegnanti ma, dopotutto, si pensava che crescere fosse anche questo, offrire loro la tanto agognata libertà ma fare anche in modo che i ragazzi stessi si assumessero le proprie responsabilità, nel bene e nel male.
Solamente una settimana, non un giorno di più non uno in meno. Dopo di che, tutti sarebbero tornati alla realtà, alcuni forse più maturi, altri con cicatrici ben diverse sulla loro pelle e nel loro cuore.
Una buca improvvisa e lo sbalzo causato dal pneumatico affondato in essa fece levare un boato dall'interno dell'abitacolo. Si poteva chiaramente udire qualche imprecazione, ma ben presto si trasformò in un coro che inneggiava una canzone famosa, tanto che tutti ne conoscevano le parole.
A far vacillare ancora di più il pullman contribuì un ballo improvvisato sulle note della musica creata dagli studenti. Il conducente non si scompose e, senza distogliere lo sguardo dal parabrezza, proseguì la sua corsa che dopo il dissesto precedente tornò regolare. Ci sarebbero volute ancora un paio d'ore per giungere a destinazione, in seguito avrebbe potuto rilassarsi anche lui su una di quelle meravigliose spiagge che si vedono sempre sui cataloghi delle agenzie di viaggio. Purtroppo, però, sarebbe dovuto tornare indietro la sera stessa e ripetere quanto fatto quel giorno anche in quello seguente. Il lavoro era pur sempre lavoro.
Con il braccio a reggere la testa, diventata ormai pesante dopo due ore di viaggio, Chloe era malamente sdraiata sul finestrino alla sua destra, le gambe abbandonate penzoloni sul sedile con una delle due rimasta addormentata sotto il suo sedere. Guardava distrattamente, ma allo stesso tempo con occhio vigile, fuori dal finestrino un po' sporco sul quale vi erano ancora visibili segni di quando aveva piovuto la settimana precedente. Tutto scorreva veloce, non sarebbe bastato un attimo a ritornare con lo sguardo su qualcosa di interessante appena visto che quello era già fuori dal suo raggio visivo. Si passò una mano tra i capelli scuri, tanto da essere spesso scambiati per neri quando invece erano semplicemente, banalmente come lei stessa li definiva, castani e si sistemò meglio l'auricolare che aveva nell'orecchio destro, così da sentire meglio la canzone che la riproduzione casuale aveva appena fatto partire. “Thinking out load” di Ed Sheeran perveniva dolce nella testa della ragazza che, poco dopo, si mise a canticchiare battendo a ritmo le dita sul piccolo davanzale sotto al finestrino. “People fall in love in mystherious ways” non aveva resistito e senza rendersene conto aveva cantato ad alta voce la sua parte preferita. Era particolarmente legata a quel pezzo perchè la faceva riflettere, si domandava se davvero le persone cadessero vittima di qualcuno con così tanta debolezza tanto da non rendersene conto, non si capacitava di come fosse possibile soffrire se davvero venivi amato tanto dal ragazzo o ragazza in questione. E poi era affascinata da quel “modo misterioso” in cui tutto ciò accadeva. Era curiosa di sapere se anche lei si sarebbe accorta in tempo di essere stregata da qualcuno perchè, in quel caso, avrebbe voluto avere pieno controllo di sé stessa. O almeno sperava.
Un altro dissesto stradale la fece sobbalzare e la ragazza seduta accanto a lei, complice anche la musica proveniente dalla cuffie di Chloe, si voltò nella sua direzione.
Le allungò una gomitata per richiamare la sua attenzione, dal momento che pronunciare solamente il suo nome non era bastato alla ragazza per farla voltare verso di lei.

“Allora, Chloe!” esordì raggiante la sua bionda amica, che nel frattempo stava sgranocchiando una barretta di Kit Kat. “Sei pronta a divertirti?” proseguì ammiccando uno sguardo malizioso, per poi scoppiare in una fragorosa risata, che rivelò due fossette appena visibili ai lati delle labbra.

Chloe tolse l'auricolare che, così facendo, la strappò brutalmente alle riflessioni di poco prima ed alla voce di Sheeran.

“Dopo che avrò fatto una bella dormita in albergo sì, Sam” rispose lei, ancora un po' frastornata sia per la musica che per il viaggio.

Chloe adorava visitare posti nuovi e sperimentare le culture locali, fin da bambina aveva sempre avuto questa passione, ma se c'era una cosa che davvero odiava era viaggiare. Non sopportava stare chiusa per tante ore in macchina o in pullman, era meno avversa ai treni ma sentiva pur sempre la nausea salirle dallo stomaco alla bocca.
Tutto il contrario delle sue amiche, che da quando avevano preso la patente passavano quasi più tempo a girare in auto che sulla terra ferma. E anche di sua cugina, che si era unita a loro in quel viaggio dal quale, ancora, non sapeva esattamente cosa aspettarsi.

Samantha, Sam per gli amici, alzò gli occhi al cielo e fece una linguaccia al vuoto. La teatralità era sempre stato il suo forte. Poi tornò a fissare l'amica.

“Sei la solita palla! Ehi, tu con quella faccia, vedi bene di non vomitarmi addosso!” schernì Chloe sapendo della sua avversione ai lunghi viaggi e in tutta risposta ebbe un bel dito medio dalla ragazza, che subito dopo si risistemò nella posizione di prima.

Samantha si avventò sulla sua barretta di cioccolato per torturarla con un altro morso e guardò il cellulare per controllare se fosse arrivato qualche messaggio, magari da sua madre.
Era una ragazza davvero bella, inseparabile amica di Chole e Harmony fin dall'asilo, portava i capelli sciolti lunghi appena fin sotto al seno, biondi platino, risultato di numerose tinte fatte dalla mano esperta di Harmony, erano mossi quasi a frisè e, a causa del gran caldo all'interno del pullman, erano stati fermati in parte in cima alla testa con una pinza. Aveva gli occhi azzurri ma tendenti al verde, ricordavano quasi quell'acqua cristallina delle isole caraibiche, quando sul fondale si depositano alcune alghe che combinate con l'acqua blu danno quell'effetto.

Le labbra non erano grandissime, infatti era solita volumizzarle con matita e rossetto, così da ridisegnarsi la bocca che tanto invidiava ad alcune modelle.
La sua carnagione era chiara ma, a dispetto di quanto si potesse pensare, diventava subito dorata dopo qualche ora di sole, fatto che mandava fuori di testa Chloe che, invece, si scottava sempre ogni volta decidessero di abbronzarsi un po'.

Un tratto particolare di Sam era sicuramente la sua passione per i tatuaggi, che tanto amava lei quanto mandavano fuori di testa sua madre, la quale dovette arrendersi all'idea di veder tornare a casa la sua “bambina” con una grossa rosa in bianco e nero che le prendeva tutta la spalla destra, avvolgendo parte del braccio fino al gomito con lo stelo e le spine. Non le aveva più parlato per una settimana, ma Samantha aveva messo via i soldi da anni aspettando il suo diciottesimo compleanno, caduto alcuni mesi prima. Si era tuttavia fatta promettere di non tornare sotto l'ago almeno per un paio d'anni, e la ragazza aveva dovuto cedere e dare la sua parola.
L'acceso scambio di battute tra le due ragazze aveva attirato l'attenzione di una testa rossa, ma che ormai sembrava più un rosa pesca sbiadito, colpa della ricrescita e del sale del mare che aveva fatto scolorire la tinta, che fece capolino dal sedile davanti a quello di Chloe. Una ciocca scivolò sul poggiatesta, accompagnata repentinamente da un paio di occhioni scuri dall'evidente taglio furbetto. Puntellando i gomiti su di esso si voltò nella direzione della mora e della bionda, rimanendo in ginocchio sulla sua postazione.
Si passò la lingua sul labbro, prima inferiore e poi superiore, per ingannare la lotta tra la secchezza del clima e l'afa all'interno dell'abitacolo.

“Cos'è? Miss Santarellina ha paura che qualcuno la sbatta al muro appena arrivata?” scherzò continuando a torturarsi le labbra, aveva un evidente tono divertito, era solita scherzare su Chloe, che ormai non se la prendeva più. O quasi.

Questa, infatti, saltò su dalla sua postazione e le urlò malamente in faccia, ma una punta di ironia nella voce tenendole testa

“Hai forse paura che me lo sbatta prima io qualcuno, togliendoti il divertimento? Sappi che solo perchè sono tranquilla non significa che io sia una sfigata!” Harmony, di fronte a lei, non ribattè, spiazzata dalla risposta della sua amica. Sam, dal canto suo, si intromise a calmare le acque ricorrendo al tono più calmo che avesse nel suo repertorio.

“Dai, ragazze! Chloe, è ovvio che non sei una sfigata, altrimenti non saresti nostra amica! Sai com'è fatta Hammy, è aggressiva fin da quando all'asilo minacciava i bambini e gli sottraeva la merenda”.

A Chloe scappò un sorriso, tornando con la mente a ricordare i tempi passati con le due amiche. Non riusciva a capacitarsi di quanto tempo avessero già trascorso insieme, adesso appena maggiorenni. In realtà lei avrebbe compiuto diciotto anni tra due mesi, ma questi li considerava solamente dettagli, se non per il fatto che Sam e Hammy le avessero già falsificato una carta d'identità da spacciare nei locali una volta giunte nel luogo di vacanza.
Loro tre erano sempre state molto legate, nonostante avessero caratteri abbastanza diversi: Chloe, appunto, era solita stare un po' sulle sue, ed insieme a sua cugina erano le più responsabili del gruppo, quest'ultima anche la più saggia dal momento che era un anno più grande di loro; Samantha e Harmony, crescendo, erano diventate quel tipo di ragazze che a scuola erano considerate “facili”, ma loro non si ritenevano tali: avevano solo voglia di divertirsi, andare a ballare e flirtare con i ragazzi carini che capitavano loro sotto mano. Sostenevano sempre che si è adolescenti una sola volta nella vita, e quell'occasione tanto preziosa non poteva di certo essere sprecata; ogni tappa, nella propria esistenza, esigeva di essere vissuta, e questo era il loro momento.

Dal canto suo, Chloe era più moderata delle amiche, ma questo non significava assolutamente che a lei non piacesse fare le loro stesse cose; infatti le seguiva sempre in tutto, solo era capace di fermarsi un attimo prima di essere additata come una “che la da a tutti” nel gergo del loro college. Più volte Sam e Hammy l'avevano spronata ad essere meno riflessiva ed a buttarsi un po di più, ad essere meno calcolatrice e più sciolta; ma la verità era che a Chloe non andava a genio l'idea di bruciarsi col fuoco: non voleva tanti ragazzi, sognava semplicemente che qualcuno la prendesse per mano e le dicesse che da quel momento in poi ci sarebbero stati solo loro, e per sempre.
Nonostante avesse appena cominciato l'università, Rehika, la cugina di Chloe, si era ben volentieri aggregata alle ragazze per lo Spring Break, che anche da lei era consentito ed incominciato.
Ray, come spesso tutti la chiamavano, era sicuramente simile alla cugina, pacata e tranquilla era decisamente una ragazza bellissima, dai tratti delicati e quasi celestiali; fino all'anno precedente aveva i capelli lunghissimi fino al sedere, ma una volta cominciata l'università aveva deciso di tagliarli corti fino alle spalle e, quindi, di non piastrarli più risparmiando tempo prezioso che proprio non poteva sprecare. Gli occhi non erano di un banale azzurro, bensì di un colore intenso, quasi magnetico, di quelli che non passano inosservati a nessuno; la bocca, carnosa e sensuale, ricordava la forma di un cuore e la sua pelle perfetta sembrava velluto al solo tocco.
Inutile dirlo, Rehika era una delle ragazze più ambite del suo corso, i ragazzi si inventavano impensabili strampalerie per attirare la sua attenzione ma, ovviamente, invano in quanto lei era dedita solamente allo studio e alla danza classica, che praticava fin dall'età di tre anni. Le piaceva uscire con le amiche della cugina, con loro si trovava bene e, dopotutto, era pur sempre una ragazza anche lei.

Rimasta in silenzio fino ad allora, intenta a divorare con gli occhi uno dei numerosi romanzi che si portava sempre appresso, Rehika prese la parola per annunciare alle compagne che erano appena giunte sul logo di destinazione.

“Ci siamo, finalmente” un sorriso radioso si dipinse sul suo volto di porcellana mentre, seduta accanto ad Harmony, si voltava per vedere in faccia le sue amiche. “Siamo arrivate!”

Un tripudio di shorts, gambe depilatissime ed addomi appena scolpiti sotto magliette più che aderenti fecero fragorosamente capolino dal pullman, in evidente fibrillazione per aver finalmente raggiunto la meta.
Non appena le quattro ragazze toccarono finalmente terra, per la grande gioia di Chloe, poterono godere di quell'aria tanto pura e fresca che si poteva respirare lì, nel paradiso frutto di tante fantasie ma che esisteva realmente. Ed aveva il nome di West Side Beach.

Prese da un moto di euforia, Harmony e Samantha si misero ad urlare, improvvisando una danza più simile ad un girotondo, ma alla velocità di una giostra del Luna Park.
In realtà, quella sarebbe stata davvero la loro avventura, l'occasione di divertirsi per un'intera settimana, senza regole e genitori, ma anche un modo per trovare loro stesse, capire chi fossero davvero e, per tre di loro, riflettere anche su cosa volessero dalla vita una volta terminato il college*.
Avrebbero presto dovuto fronteggiare situazioni nuove, imparare a cavarsela ed a ponderare bene le scelte da fare: ogni bivio, ogni risposta, qualsiasi loro gesto avrebbe significato una vittoria o una sconfitta, un singolo passo falso le avrebbe fatte cadere.
Probabilmente non erano a conoscenza nemmeno loro stesse di ciò che sarebbe accaduto a breve, di come questo “Spring Break” avrebbe cambiato le loto vite ed i loro cuori.
Per sempre.

 

*Dal momento che ho utilizzato questa parola per indicare la scuola sia delle tre più “piccole” sia di Rehika, vorrei anticiparvi che verrà spiegato più avanti tra qualche capitolo questo mistero. Per farvi capire, ho immaginato una struttura diversa e quindi completamente inventata da me, ma per essere chiari Chloe, Sam e Hammy frequentano l'ultimo anno di liceo, mentre Rehika il primo anno di università.






 


 






 

- My space -

Ciao a tutti!
Eccoci giunti al secondo capitolo!!! Spero vi sia piaciuto, soprattutto l'entrata in scena delle quattro protagoniste!

Che ne dite? Avete già una preferita? Ho cercato di approfondire abbastanza le loro vite in quanto sarà quasi fondamentale per il seguito della storia.
Se, comunque, ho tralasciato qualcosa, scrivetemelo in recensione e sarò ben felice di rispondervi! Nel caso, metterò le risposte anche nel prossimo my space.

A proposito di questo, visto che forse chi ha recensito la scorsa volta se lo è chiesto, tolgo ogni dubbio: leggo sempre e quasi subito le vostre recensioni, solo che per questa volta ho deciso che risponderò, sempre singolarmente, quando sto per postare anche il nuovo capitolo, così che in un unico messaggio ricevete l'aggiornamento e la risposta e si evita anche lo spam nella casella.
Inoltre, dal momento che i capitoli, per essere scritti bene e revisionati mi prendono un po' di tempo, vi avviso che aggiornerò più o meno ogni 2 settimane, massimo dieci giorni.
Ho visto che a molti di voi è piaciuto il banner, grazie mille aww! Siccome anche a me piace l'idea, ne creerò uno differente per ogni capitolo, che ve ne pare?
Terminate le comunicazioni di servizio, spero davvero che il capitolo vi abbia messo la voglia di continuare a seguire la storia, in questo caso mettete un pollice in su (ah no, non siamo su youtube, lol), allora lasciate una recensione e mi farete molto, molto felice!
A presto!

-Mary

  
Leggi le 18 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: mary_cyrus