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Autore: LePableu    13/02/2015    2 recensioni
Rieccomi tornato con un nuovo ciclo di Creepypasta, questa volta saranno 9 racconti da brivido..
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Creepypasta numero 5
Il giardino

Mettiamo le cose in chiaro dall'inizio, sono morto, ok? E come già avete capito non di morte felice, altrimenti leggeresti tutto ciò su qualche patetico fandom fluffy.
Hai già capito tutto no? Sei proprio una cima guarda...
Ebbene sì, io ero uno di quei burberi, soli, tristi e misantropi vecchietti che passano la vita a urlare ai bambini di star lontani dal loro prato. E lo stereotipo si estendeva anche a me. Negli anni '40 curavo un piccolo giardino nel retro di casa mia, era splendido: l'erba più curata, arbusti e fiori percorrevano il terreno, splendide volte create da rami di melograno creavano giochi di ombre e luci, i fitti cespugli di rose erano la siepe più bella e protettiva che conoscessi.
Nel mio piccolo Eden ci passavo intere giornate. Lo curavo d'estate, lo proteggevo d'inverno.
Nel 1956 l'inverno arrivò anche per me: ero vecchio, stanco, stanco di vivere e timoroso di morire. A quell'incapace del mio vicino di casa diedi un solo compito: seppellirmi, qualora mi avesse trovato senza vita, nel mio giardino. Quell'inetto non ne fu capace: mi trovò un pomeriggio di novembre sdraiato sull'amaca e dopo aver provato più volte a scuotermi, constatando che non gli rispondevo, ha preso il mio corpo e l'ha buttato in una piccola fossa del giardino, senza cassa né cerimonia.
Ennesima morte apparente, ma non mi dispiacque giacere per qualche ora sotto la terra che avevo curato, la terra che mi amava. Le ore divennero mesi e anni, la mia pelle si staccava dal corpo come il grasso da una costoletta ben cotta e in poco tempo di me non rimasero che piccole ossicine.
1987. Il comune decide di inglobare l'ammasso di sterpaglie che era stato il mio giardino in un parco pubblico eliminando gli alberi, le rose. Diventa tutta una distesa d'erba, brutta, scialba, banale. Sento tutto da là sotto, rivoglio il mio giardino, non avete il diritto di far questo. Voglio riposare in pace ora, mi spetta di diritto.
Niente, nessuno mi ascolta.
2015. Almeno tu, ascoltami: sono stato buono fino a adesso, di me non rimangono che le ossa eppure i miei sensi sono svegli, forse quella terra che un tempo ho curato ora mi ricambia. Non sa che quella che provo è una tortura.. tu sei la mia tortura, tu che spesso passi su questo prato, disturbi la mia quiete, cambia strada,
SMETTI DI PASSARE SOPRA DI ME.
Se passerai di qui ancora una volta non esiterò a trascinarti qui sotto a capire cosa ci prova.
Sei solo un essere molesto.
Stai alla larga dal mio prato.
   
 
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