Durante la domenica Kozi pranzava
sempre a casa di Mana. Ma da
quando avevano litigato, ciò non era più successo.
Per questo Mana non si preoccupò di non aver notizie
del chitarrista, men che meno dopo la telefonata di Yu-ki la sera precedente. Era una giornata di pioggia, che
certo non migliorò il suo umore.
Cominciò a preoccuparsi il lunedì seguente, quando il chitarrista non si presentò alle prove. Aveva mandato a Klaha un misero “Oggi non vengo” via SMS, e non si era fatto vedere.
Yu-ki osservò Mana con uno sguardo a metà fra il preoccupato e l’indagatore.
“io non sono preoccupato” si ripeteva Mana ogni volta che incrociava lo sguardo degli altri due, ostentando quello che sperava fosse uno sguardo indifferente.
-Forza, Yu-ki, mettici
un po’ più di volume in questo punto.-
Il bassista lo guardò, incerto:
-Mana, io sto facendo la mia parte, ma senza Kozi…-
L’altro si impettì subito:
-Ovviamente hai ragione, non preoccuparti…beh, senza il nostro chitarrista, qui
non si può fare molto…lasciamo perdere per oggi, ok?-
Nessuno ebbe il coraggio di contraddirlo, e ben presto si ritrovò sulla strada
di casa, pensieroso. Si fermò solo per fare un po’ di spesa, prima di dirigersi
a casa con il solo intento di riposare. Lo stress di quei giorni non gli faceva
bene, e aveva frequenti mal di testa.
Aveva già infilato la chiave nella serratura di casa sua, quando gli venne in mente Kozi.
Non era strano che saltasse le prove così? Certo c’era stato quel casino con Yu-ki, ma Kozi non era certo tipo da saltare le prove per problemi sentimentali…
“Non sono preoccupato per lui…voglio solo sapere se domani verrà o no…” tentò di autoconvincersi, sfilando la chiave e dirigendosi nuovamente verso la macchina.
-----
Mana non potè negare a se stesso di esser preoccupato, quando vide l’auto di Kozi con una vistosa ammaccatura sul cofano anteriore.
Raggiunse a passo svelto la porta d’ingresso, suonò un paio di volte, ma non ottenne risposta. Si decise infine a usare la sua copia delle chiavi per entrare.
Casa di Kozi, se solitamente era
in disordine, ora era in uno stato pietoso. C’erano vestiti sparsi per terra
nel corridoio, assieme a riviste di musica e giornali. Qua e là Mana
intravide qualche giornalino porno che lo fece non poco irritare.
La camera da letto aveva bisogno di una seria sistemata. Un grosso cumulo di
vestiti fungeva da letto ad uno dei due gatti di Kozi,
che dormiva tranquillo. Tutte le cianfrusaglie di Kozi
erano state rovesciate sul pavimento. La cucina era sommersa
di cartoni di pizza e lattine di birra riempivano il lavandino. Dentro
il frigo, lasciato aperto, l’altro gatto di kozi
stava tranquillamente finendo di mangiare una torta un poco
stantia.
Le tende del salotto erano state strappate, e la finestra, lasciata aperta, faceva entrare un freddo venticello serale. L’ultima volta che era stato lì, in quella stanza avevano litigato.
Effettivamente non c’era praticamente nulla di ancora integro. Oltre alle tende, erano stati strappati tutti i fiori finti che Mana aveva portato tempo addietro per “vivacizzare la stanza”, e i petali erano stati sparsi un po’ ovunque nella stanza. Il tappeto era stato bagnato con qualcosa di liquido ed era irrimediabilmente macchiato. I soprammobili erano stati lanciati contro il muro e mandati quasi tutti in frantumi. La lampada era stata buttata a terra, e fra i pezzi di vetro Mana scorse con orrore qualche macchia di un rosso scuro.
-Kozi…-
Kozi era steso sul divano in uno stato di dormiveglia, a torso nudo, una lattina di birra ancora in mano.
Mana era corso da lui,
inginocchiandosi al suo fianco, prima ancora di formulare un pensiero
razionale. Per un terribile momento, il petto dell’altro gli
era sembrato assolutamente immobile, portandolo sull’orlo del panico.
Ma poi l’aria gli aveva riempito lentamente i polmoni, in un respiro tremulo…ma pur sempre un respiro.
-Kozi, cosa…cosa diavolo ti è preso…- Gli aveva
posato esitante una mano sul petto, scuotendolo, ma il dormiente non aveva
accennato a svegliarsi.
Evidentemente era ubriaco fradicio…e Mana quasi se ne
sentì sollevato. Non sapeva come avrebbe potuto affrontare l’altro chitarrista,
se fosse stato cosciente…ora però rimaneva il problema
di cosa fare.
Intanto, le guance leggermente rosse, ispezionò con meticolosità la pelle
scoperta di Kozi, alla ricerca di possibili ferite
che avrebbero giustificato le macchie di sangue trovate poco prima.
Eccoli lì,
una decina di tagli poco profondi, sui suoi piedi affusolati. Mana realizzò che dovevano essere
accidentali, come se avesse camminato sui frammenti di vetro nell’impeto della
propria rabbia, e non inferti volontariamente.
Il sospiro di sollievo che gli uscì dalle labbra fu
così liberatorio che chinò il capo, fino a toccare con la fronte lo stomaco di Kozi.
Avvertì un inaspettato calore. Si tirò su di scatto, inarcando un sopracciglio.
Poggiò una mano sulla fronte di Kozi. Scottava.
-Oh mio Dio…Kozi…- si morse un labbro. Si alzò in piedi, levandosi il lungo cappotto nero che indossava, usandolo per coprire l’altro. Kozi si mosse appena accoccolandosi e lasciando cadere la lattina sul pavimento, rovesciando tutto ciò che ancora conteneva.
Mana non se ne curò. Corse a chiudere la finestra aperta, e andò in camera in cerca di una coperta.
Aprì l’armadio di Kozi e un cospicuo numero di vestiti ammucchiati li dentro gli cadde addosso. Mana quasi li ignorò (in una situazione normale, si sarebbe quantomeno espresso in un verso di disapprovazione), e trovò una coperta invernale in uno dei ripiani più alti.
Subito dopo, coperta sotto braccio, si mise a frugare nell’armadietto dei medicinali, in cerca di cotone e disinfettante.
Nel salotto, una piacevole sensazione di tepore aveva fatto svegliare il chitarrista. Kozi aprì lentamente gli occhi, stordito dall’alcool e dalla febbre. Ci mise parecchi secondi a realizzare cosa fosse l’oggetto che lo stava scaldando e, soprattutto, a chi appartenesse…
Riconobbe l’odore di Mana, quell’odore come di rose che sempre permaneva
fievole sui suoi indumenti, e ci si rannicchiò contento. Non aveva idea di come
il cappotto di Mana fosse finito
lì, ma non gli importava. L’idea che Mana potesse essere lì non lo aveva nemmeno sfiorato…perché
avrebbe dovuto, comunque? Mana lo odiava. Quindi forse era tutto un sogno, un’ennesima illusione. Ma stava bene lì al calduccio, e non voleva che finisse
tutto.
Quando l’altro tornò dalla camera con l’occorrente per
curarlo, Kozi quasi saltò sul divano dalla paura.
No, decisamente era troppo realistico per sembrare un
sogno…e poi se fosse stato un sogno, Mana sarebbe
stato contento di vederlo, non avrebbe avuto quell’espressione
terribilmente preoccupata sul bel viso.
-Sei sveglio?-
-Che ci fai qui?-
Le due domande si intrecciarono quasi contemporaneamente nell’aria, lasciandosi
dietro un silenzio teso.
-Che ci fai qui?- ripetè Kozi nuovamente, accasciandosi sul divano. Si sentiva terribilmente debole…perché? Non voleva farsi vedere da Mana in quello stato.
-Non sei venuto alle prove…volevo vedere se eri ancora vivo…- rispose l’altro, chinando il capo e poggiando sul tavolino del salotto le medicine.
-E meno male, perché credo che in questo stato saresti morto davvero…- continuò, mentre copriva l’altro con la coperta trovata nell’armadio. Kozi si strinse nel cappotto di Mana, affondando mezzo viso sotto la coperta.
-E che importava? Se anche fossi morto, avrei solo liberato tutti voi di un peso…-
-Non dire sciocchezze, Kozi. Yu-ki era preoccupatissimo.- rispose l’altro secco, imbevendo di disinfettante un po’ di cotone, e afferrando da sotto la coperta uno dei piedi di Kozi.
-Ma che fai…ahi! Brucia!- Si lamentò il chitarrista, quando Mana cominciò a tamponare i tagli dell’altro.
-Lo credo bene…guarda qua come ti sei ridotto…sei un caso impossibile, Kozi…-
-Tu sei impossibile. Se mi odi così tanto,
perché sei qui? Potevi mandare Yu-ki, se era tanto
preoccupato…- rispose a tono Kozi.
Mana alzò gli occhi all’improvviso, ferito nonostante
tutto da quelle parole.
L’altro si zittì, la bocca premuta inconsciamente nel cappotto di Mana.
-Posso sempre andarmene…- Mormorò Mana,
con voce stranamente neutra.
-No…scusami. Non dovevo…sei stato gentile a passare-
Mana strinse la mano a pugno, quella stessa mano che
lo aveva schiaffeggiato. Come aveva potuto farlo…colpire Kozi…
Ma quest’ultimo non aveva nemmeno in mente
quello che era successo fra loro. Vedeva il presente, vedeva
gli occhi di Mana, e improvvisamente tutta la rabbia
era svanita.
Senza pensare alle conseguenze, fece l’unica cosa che
davvero, davvero voleva fare da anni.
Fece scivolare una mano calda da sotto le coperte, la posò delicatamente sulla
guancia di Mana e lo baciò.
-continue……-
Ok questo capitolo doveva finire dove c’erano queste lineette ------
Ma non sono così sadica dai XDD
Quindi ho premiato la vostra pazienza postando un capitolo lungo e denso di avvenimenti!!!
Come ringraziamento mi aspetto tanti bei commentini *O* Ringrazio Angel_loki, Higasi e Ale_Shadows per i commenti dello scorso capitolo! *sbaciucchia* e se la mia compare torna ascrivere con amore, vedrete quante altre belle vicende!!! ^^
E ringrazio anche chi legge ma non commenta <___< (EBBENE SI, io VI VEDO ** *risata sadica*)
A prestuuuuuuum!! <3