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Autore: Laylath    14/02/2015    4 recensioni
(Legato alla serie Un anno per crescere, quindi è consigliabile aver letto l'opera principale e gli spin off).
Raccolta di one shot sui vari protagonisti di Un anno per crescere: prima, seconda e anche terza generazione che avete avuto modo di vedere solo nell'epilogo.
Saranno di vario tipo, ma fondamentalmente restano sul genere slice of life.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Team Mustang
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un anno per crescere'
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Protagonisti: Un po' tutti


Frammenti di San Valentino

 

Rosie McLane fissava la sua tazza con le lacrime agli occhi. Si sentiva una stupida ad essersi fatta delle illusioni, ma era stato più forte di lei. Sul tavolo del negozio oltre alle due tazze, di cui una desolatamente vuota, c’era anche un piattino con diversi biscotti a forma di cuore.
Ma lui non verrà, lo sapevi – si disse, asciugandosi col dorso della mano una singola lacrima – ti ha avvisato che sarebbe stato impegnato in una missione e…
La porta si aprì con un fracasso tale che lei fece un salto nella sedia, rischiando di rovesciare il caffè.
Un Vincent Falman incredibilmente con la divisa trasandata ed i capelli arruffati corse verso il tavolo.
“Scusa! Scusa! Scusa! – le disse prendendole le mani e baciandola sulle labbra – Sono in ritardo, lo so… e devo scappare entro i prossimi trenta secondi. E’ già una follia che io sia venuto qui e… oh, che diamine. Buon San Valentino, amore mio. Giuro che… giuro che festeggiamo appena risolvo questo caso, mi faro perdonare… però ora devo andare!”
E con un ultimo bacio frettoloso, l’uragano uscì dalla porta rapido come era arrivato.
Rosie fece appena in tempo a restituire il saluto che le fece dalla vetrina mentre correva via per le strade innevate ancora buie di prima mattina.
Come tutto finì sentì che la sala era incredibilmente silenziosa, però poi scoppiò a ridere e si sentì la donna più felice del mondo.
Uno strappo alla regola era il miglior regalo di San Valentino che potesse ricevere.
 
~
 
“Max Maffer – sbottò Daisy – tra tutte le cose che potevi… oh, meglio che mi stia zitta!”
“Ma dai, meravigliosa fatina! – le corse dietro il poliziotto – Anche se non vuoi ancora cedere non potevi certo pensare che per San Valentino non ti facessi un dono!”
“E ti pare un dono da farmi?!” la ragazza furente gli lanciò lo strofinaccio addosso.
“Ma perché? Sono andato sul tradizionale…”
“Cioccolatini!”
“Credevo ti piacessero…”
“Della pasticceria che ci fa concorrenza!”
“Beh… se li prendevo qui mi avresti scoperto.”
“Lasciamo stare che è meglio!”
 
~
 
“E dai, James, smettila e lascia fare a me…” Angela si sedette con rassegnazione su una sedia della cucina e osservò il marito che, in versione casalinga, si cimentava nella preparazione di un dolce.
“No, no! – le lanciò un occhiataccia lui – sei rimasta tutto il giorno a lamentarti che per San Valentino non facevo mai niente di speciale… che sono insensibile, che questo, che quest’altro… adesso ti faccio vedere io!”
“Mi fai vedere come devasti la cucina per una crema che stai palesemente massacrando? Dai, caro, scherzavo… lo sai che ti amo, non essere permaloso!”
“Ehi, sembri quasi sincera…” James la guardò con perplessità.
“Certo che lo sono – sorrise lei alzandosi in piedi – su, perché rovinarci la mattinata? I ragazzi sono a scuola, l’emporio è chiuso per l’inventario e…mh! James!”
Lui l’aveva già imprigionata tra le sue braccia e l’aveva spinta con la schiena contro il tavolo.
“Comunque San Valentino merita qualcosa di speciale, hai ragione – disse l’uomo, baciandola sul collo – fare l’amore in cucina è qualcosa che non abbiamo mai provato, vero scheggia?”
E nessuno dei due si accorse della crema che, priva di controllo usciva dal pentolino andando a sporcare tutti i fornelli.
 
~
 
“Hey, Hevans, è arrivato un pacco per te!”
Un commilitone gli lanciò un pacco avvolto nella carta marrone e subito questo scatenò le risate di tutti gli altri soldati presenti in sala ricreativa. Ricevere un pacco il giorno di San Valentino era sempre sinonimo di prese in giro: incredibile quanto valorosi soldati si potessero trasformare in ragazzini maliziosi.
Ma Henry Hevans liquidò la questione con una scrollata di spalle e uscì dalla sala per andare a rifugiarsi nel dormitorio vuoto. Con un sorriso aprì il pacchetto e non rimase per nulla sorpreso di trovarci, avvolti nella carta, i cioccolati imperfetti e dal sapore assai dubbio.
Prese la lettera che stava in fondo alla scatola e sistemandosi sdraiato nel letto sorrise nel leggere le prime righe
“Caro fratellone,
rassegnati, anche quest’anno sei destinato ad essere l’uomo della mia vita, o del mio San Valentino. Del resto qui in paese sono tutti così ordinari che uno speciale come te non potrei mai trovarlo…”
“Più che giusto, follettino – ridacchiò, addentando il primo cioccolatino – più che giusto…”
 
~
 
Ellie non riusciva a trattenere una risatina deliziata mentre si faceva guidare da Andrew.
Era tutto così eccitante, non le sembrava vero che suo marito, il giorno del loro primo San Valentino da sposati, la stesse portando verso una destinazione sconosciuta. Appena usciti di casa l’aveva bendata e l’aveva presa per mano, facendosi promettere di non sbirciare e non fare domande.
Sapere che il razionale Andrew Fury stava facendo una cosa simile era veramente incredibile.
“Attenta, c’è un piccolo dislivello – la avvisò la voce del marito mentre le sue mani la afferravano per la vita sottile e la sollevavano – siamo quasi arrivati.”
“Sono così eccitata! – ammise la donna – Quando posso togliermi la benda?”
“Adesso…” le disse lui, provvedendo personalmente a levargliela.
“Ma – la giovane rimase perplessa – è… è Corso… il cavallo che monti tu quando andiamo a cavalcare con papà.”
“Sì, lo so – sorrise lui mestamente rigirandosi la benda tra le mani e fissando il grosso baio legato ad un albero – è tutto meno che il cavallo bianco delle favole, quello sarebbe Blanco… Però, insomma, ho pensato che tutto sommato non abbiamo mai fatto una cavalcata assieme, con io che ti tenevo davanti a me, sai come nelle favole. E dato che a te piacciono un sacco queste cose…”
“Oh, Andrew! – commentò lei arrossendo – Questa è la cosa più romantica del mondo!”
“Però andiamo solo al passo, va bene?”
“Andrà benissimo!”
 
~
 
“Carissima Elisa,
con questo biglietto volevo farti i migliori auguri per un bellissimo San Valentino.
A dire il vero, è più corretto dire che questa festa venne istituita per andare a sostituire i lupercalia, ossia la festa in onore di Fauno Luperco, protettore degli ovini e dei caprini e…     -> o andiamo, vuoi fare una lezione anche nel biglietto di San Valentino! Bravo, complimenti!
Spero che apprezzerai anche le rose rosse ed i cioccolatini che accompagnano il biglietto. Ovviamente sono tutte cose tradizionali. Sai, mi sono documentato ed effettivamente è una pratica che risale ai tempi dell’amor cortese e al circolo di Geoffrey Chaucer
 ma non vorrei che tu pensassi che per questo ti ami di meno gli altri giorni dell’anno.
Insomma… sono la persona più fortunata del mondo ad avere te che mi sopporti in tutto e per tutto.
Per me sei più importante di qualsiasi cosa, darei tutti i miei libri per poter passare solo un minuto con te.
                                                                              Sei davvero sprecato come romantico, Vato Falman!!”
Elisa, arrossendo felice, si strinse al petto quella lettera tutta stropicciata e macchiata d’inchiostro.
Chissà che faccia avrebbe fatto Vato quando si sarebbe reso conto di aver messo nella busta la versione originale e non la bella copia.
 
~
 
“Dei fiori, capisci? Madama pretendeva dei fiori – Jean ancora teneva il broncio mentre fissava il sentiero che scorreva sotto i suoi piedi – E la prossima volta che vorrà? Un anello di fidanzamento? Col cavolo che mi frega!”
“Sì, sì – sbottò Heymans, tirandolo per la manica – continua pure. Ma fatti dire in tutta sincerità che se lei ti ha chiamato mostro insensibile ha anche ragione… Cazzo, Jean, a San Valentino si fa un regalo alla propria fidanzata!”
“Lei è la mia ragazza, è diverso… e poi ho sedici anni e lei quindici, insomma non mi pare ancora il caso.”
“Adesso tu entri in questo dannato negozio – Heymans lo spinse dentro la drogheria – compri dei dannati cioccolatini e poi vai da lei e le chiedi scusa.”
“Va bene! – sbottò il biondo – ma solo perché altrimenti non la finiresti di assillarmi.”
“Certo, certo! Come no! Io intanto vado a recuperare quell’altra scema… vi giuro che sto iniziando a stufarmi di dover fare da paciere per ogni vostro litigio.”
“Heymans…”
“Sì?”
“Se glieli compro a forma di cuore pensi che mi perdona?”
 
~
 
Riza stava seduta nella piccola radura intenta a leggere un vecchio libro di poesie.
Si sentiva estremamente serena quel pomeriggio: la sua nuova vita con i Fury era perfetta e finalmente si poteva definire in pace con il mondo. Persino la quiete che respirava tra quegli alberi era diversa da quella che provava prima che quell’anno sconvolgesse le vite di tutti loro.
Con un sospiro chiuse gli occhi e si appoggiò contro il tronco, avvolgendosi meglio nel cappotto pesante.
Non seppe se passarono pochi secondi o furono minuti, ma all’improvviso sentì delle labbra posarsi sopra la sua fronte.
Aprì gli occhi e vide Roy davanti a lei che le sorrideva.
“Ciao, colombina – la salutò – come stai?”
“Ciao – rispose lei al saluto, mentre il ragazzo le si sedeva accanto, più vicino di quanto fosse mai successo – tutto bene, e tu?”
“Splendidamente.”
Non dissero null’altro, il libro di poesie che restava aperto sul grembo della giovane con una vecchia foglia secca a tenere il segno.
Poi Riza reclinò il capo e si posò contro la spalla di Roy. Automaticamente la testa bruna si posò su quella bionda.
Non ci poteva essere San Valentino migliore.
 
~
 
Qualcosa picchiò contro la finestra ed alzando lo sguardo dal libro di elettronica Kain sgranò gli occhi nel vedere una sorridente Janet seduta sul ramo dell’albero.
“Janet! – esclamò, correndo ad aprire la finestra – Che fai lì? è pericoloso!”
“Pericoloso? – lo prese in giro la sedicenne sorridendo – Suvvia, non ti sei mai arrampicato sugli alberi? Questo poi ha così tanti rami che è un vero e proprio scherzo!”
“Dai, fai attenzione – il giovane tese la mano per farla salire sulla tettoia piatta – Non potevi direttamente bussare alla porta? Guarda che puoi venire qui quando vuoi.”
“Volevo farti una sorpresa – scosse il capo lei, mentre la lunga treccia bionda le scivolava dietro una spalla – sai che giorno è oggi?”
“Sabato quattordici, perché?” chiese Kain, afferrandole con sollievo il braccio e facendola sedere sul davanzale della sua finestra. Non l’avrebbe mai mollata, non voleva assolutamente che per un nonnulla cadesse e si facesse male.
Ma i suoi pensieri sulla sicurezza in generale vennero interrotti dal bacio che lei gli diede sulla guancia, seguito immediatamente da un forte abbraccio che lo imprigionava letteralmente.
“Buon San Valentino, esperto di elettronica – mormorò la giovane – ti amo con tutta me stessa.”
  
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