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Autore: Kieis_chan    14/02/2015    6 recensioni
Favola per San Valentino.
C'era una volta tempo fa un principe molto triste e solo a causa della perdita di tutto ciò che riteneva importante. Preso dalla disperazione lasciò in mare il suo cuore martoriato dalla sofferenza con la speranza di sentirsi nuovamente bene...
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il principe senza cuore

 


 
C’era una volta nella terra d’Inverno un giovane principe, che viveva in un enorme castello sull’appendice di una scogliera.

Il fanciullo di nome Law, aveva tutto ciò che si potesse desiderare: l’affetto dei suoi cari, amici buoni e fidati, servi gentili, tutto condito dal suo bellissimo aspetto austero. Law infatti aveva la pelle bronzea perennemente baciata dal sole, capelli corvini che ribelli ondeggiavano al forte vento del regno d’Inverno e occhi glaciali che si abbinavano ai paesaggi di quei luoghi.
Il principe viveva la sua vita serenamente, fra studi, giochi, marachelle e battibecchi ed il suo cuore era colmo di gioia e felicità.

Finché non arrivò la guerra.
Infatti il fanciullo a causa della guerra intrapresa dal buon padre per difendere le sue terre e i suoi sudditi, rimase solo. Pian piano perse ogni affetto più caro, per via delle malattie che avevano invaso il regno. Con strazio e sofferenza li vide scivolare inerme fra le sue mani, come il fumo.

In principio il giovane principe cercò di farsi forza e mostrare al suo popolo, che nonostante fosse solo un fanciullo poteva tener le redini del paese. Ma via via, la sua caparbietà lasciò spazio alla cruda realtà.
Era un ragazzino con il cuore pieno di tristezza, dolore ed odio.

Incapace com’era in quello stato di prendersi cura della sorte del duo regno, si rifugiò nella torre più alta del suo castello, cercando di far svanire con le urla e i pianti, il suo dolore.

Un giorno arrivato all’apice della sofferenza per la perdita dei suoi cari, Law, mise in una piccola scatola trasparente il suo cuore con l’aiuto di un incantesimo e sporgendosi dalla scogliera lo lasciò cadere in mare, con una preghiera:
-Fa che il mio cuore trovi la serenità.-

E con queste ultime parole sussurrate al vento e al vociare delle onde, rientrò impassibile nel suo castello. Niente avrebbe più potuto ferirlo, niente avrebbe più potuto renderlo addolorato, niente l’avrebbe più distratto dal suo compito più importante.

Ma il giovane Law, non aveva considerato che nessun sentimento felice lo avrebbe più accarezzato, e con la stesa velocità con cui le nuvole si muovono nel cielo trasportate dal vento, Law divenne freddo come il suo regno .
 
 


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Nonostante lui fosse l’erede al trono del regno dell’Estate, Kidd gironzolava per la spiaggia alla ricerca di tesori perduti. Lui non era assolutamente portato per la vita ristretta e severa della corte, lui era uno spirito libero e ribelle e si sentiva stranamente pacato solo guardando il mare.

Proprio mentre tentava di afferrare un polipo che gli stava dando non pochi problemi, vide incastrato fra due scogli poco distante da lui una piccola scatolina trasparente, che alla luce del sole pomeridiano brillava come un tesoro. Lasciò andare la povera bestia, saltellando agile da uno scoglio all’altro arrivando finalmente ad afferrare l’oggetto, ed un sorriso furbo e curioso gli tagliò il viso.
-Kira, Kira.- urlò esuberante il ragazzino dai capelli color del fuoco, mentre correva trepidante sulla sabbia dorata.
Il diretto interessato aprì un occhio osservando il fanciullo avvicinarsi a se –Cosa c’è maestà?- domandò svogliato, richiudendo nuovamente gli occhi godendosi il sole pomeridiano.

-Non chiamarmi così, idiota.- borbottò finalmente accanto a lui regalandogli un calcio, che lo fece immediatamente scattare in piedi –Guarda cos’ho trovato!- esclamò estasiato, porgendo leggermente le mani in avanti, mentre gli occhi color dell’ambra scrutavano l’oggetto.
Kira osservò la scatola contenete un cuore pulsante –Dov’è l’hai trovato Kidd?- domandò quello allungando una mano con l’intento di afferrare l’oggetto per ammirarlo meglio, ma il giovane principe indietreggiò stringendolo al petto.

Rabbuiò lo sguardo, assottigliando i vispi occhi –Non osare.- sussurrò fra i denti sprezzante –Questo è mio.- specificò  aumentando la presa sull’oggetto.
Il maggiore sbuffò roteando gli occhi al cielo, nonostante il giovane principe fosse suo amico e tutto aveva tranne l’aspetto e il comportamento di un reale, in una parte profonda di lui si celava quella regalità e quella superiorità che tutti i nobili possedevano –Non voglio quello stupido… cuore.- borbottò distogliendo lo sguardo –Ma sicuramente è di qualcuno che lo ha perso.- spiegò pacato, cercando di non innervosire l’amico.

La testa fulva fece per rispondere che nessuno potrebbe mai perdere il proprio cuore, ma che bensì era stato brutalmente abbandonato, ma la squillante voce della domestica lo richiamò, così un po’ sollevato nell’allontanarsi dall’amico, nascondendo sotto la maglietta il suo nuovo tesoro si recò verso l’enorme castello.
 



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Kidd aveva dovuto sorbirsi l’ennesima strigliata da parte della regina, sua madre, su come un nobile non dovrebbe indossare abiti così ‘usurati’ e ‘sciatti’, e sul come non si dovrebbe mischiare con la plebe.
Tutte stronzate a detta del principe, che aveva una visione alquanto stravolta del suo titolo.

Finalmente solo nel suo letto allungò una mano sotto al guanciale, afferrando il suo tesoro.
Rimuginò parecchio Kidd, su di chi potesse essere quel cuore che batteva così forte , in un modo così straziante da fare quasi male al solo udirlo, ma non arrivò a capo di nulla.

Lentamente la stanchezza mista all’euforia per la giornata trascorsa portò il principe ad addormentarsi, stringendo la scatola il più possibile al petto.

-Chissà se incontrerò mai il tuo padrone.- sbiascicò, schioccando sonoramente la lingua sul palato, per poi iniziare a russare flebile.

Il giovane principe non si rese conto che il cuore nella scatola cominciò a battere allo stesso ritmo del suo.



 
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Sbuffò rifugiandosi in una grotta poco distante dal castello.
Quella sera nel castello della terra d’Estate il re, aveva dato un ricevimento per far conoscere il suo giovane rampollo ai regnanti delle altre terre, ma Kidd sapeva che era solo l’ennesima festa per trovargli una stupida starnazzante moglie, che lo avrebbe letteralmente spennato vivo e decisamente lui non era d’accordo.

Grugnì incrociando spazientito le braccia al petto –Cazzo voglio essere io a decidere chi amare.- disse osservando le onde del mare infrangersi sulla sabbia.
Con un gesto meccanico afferrò da sotto la pelliccia la scatola portandola all’altezza dei suoi occhi, ed un sorriso gli incorniciò il viso.
-Ciao.- sussurrò radioso portandosela al petto chiudendo gli occhi, stringendola in un abbraccio –Mi sei mancato.- ammise lievemente in imbarazzo, udendo il calmo battito dei suoi cuori.

Erano ormai tre anni che aveva quel cuore con se e non passava giorno che non rimaneva incantato ad ammirarlo. Aveva scoperto casualmente che quando si allontanava da lui, quello iniziava a battere come un tamburo impazzito, mentre se lo aveva con se prendeva lo stesso ritmo calmo del suo cuore.
Si vergognava ad ammetterlo e non lo avrebbe mai fatto neanche in punto di morte, ma si era innamorato di quel cuore abbandonato.

-Quello è mio.- si sentì come un sussurro venuto dal più profondo delle tenebre.

Il principe spalancando gli occhi indietreggiando istintivamente, si ritrovò faccia a faccia con un ragazzo poco più grande di lui dall’aria glaciale e dalle profonde e nere occhiaie, che lo che lo fissava severo.

Kidd famoso per la sua poca fiducia nel prossimo l’osservò sospetto, assottigliando lo sguardo –Come puoi dirlo?- chiese aumentando la presa sulla scatola.
Il ragazzo di fonte scostò un lembo della camicia sbottonata, mostrandogli il vuoto che c’era lì, dove doveva essere il cuore.
-Perché l’hai abbandonato?- chiese il rosso risentito, serrando la mascella.

L’interlocutore davanti a se si sedette, inclinando il capo di lato –Il dolore non mi permetteva di governare il mio regno come si doveva.- ammise osservando il cuore nella scatola che batteva calmo.
-Dolore per cosa?- domandò impertinente l’altro, sporgendosi un po’ in avanti.
-La perdita dei mei cari.- dichiarò quello, puntando gli occhi di ghiaccio in quelli d’ambra.

Il principe del regno dell’Estate ragionò per qualche minuto sul da farsi. L’istinto infantile di tenersi per se ciò che aveva trovato tempo dietro era prominente, ma era anche curioso di vedere che espressioni potevano alternarsi sul viso di quel giovane di fronte a lui nel sentire ancora una volta il cuore pulsare.
-Come ti chiami?- chiese prima di porgergli la scatola.
-Law.- disse quello con voce piatta, priva di sentimento –Il re del regno d’Inverno.- spiegò impettendosi.
Kidd si morse il labbro, lanciando in malo modo quel cuore che era stato il suo tesoro più prezioso per tutto quel tempo –Che palle.- borbottò guardandolo di sottecchi.

Il re del regno d’inverno posizionò la scatola lì, all’altezza del cuore e dopo un attimo di titubanza la spinse lievemente. Ci fu solo un live ‘toc’ e poi in quella grotta calò il silenzio.
Non si poteva più udire quel tamburellare calmo che lo aveva sempre rasserenato. Se ne pentì Kidd, di averlo restituito a quel pezzo di ghiaccio del regno d’inverno.

Law si alzò lentamente da terra e dandogli la spalle uscì dalla grotta sparendo dalla vista del rosso, che rimase a fissare sbigottito il vuoto.
-Mi prendi per il culo?- grugnì, sentendo la rabbia salire –Cazzo, dopo che te l’ho costudito per anni almeno un grazie.- sbottò alzandosi in piedi ed uscendo a sua volta dalla grotta.

Non fece in tempo a richiamare l’altro che si scontrarono, ruzzolando entrambi a terra.
Law che si teneva una mano stretta sul petto, osservava il rosso leggermente irritato –Perché scalpita così tanto quando ti sono lontano?- chiese acido, dandogli una gomitata al fianco.
Kidd gemette ricambiando ‘l’affettuoso’ gesto –Perché è stato con me per anni.- disse inviperito, sedendosi –E tu dopo che te ne sei liberato, lo stai portando via da me. E’ mio.- sputò arrossendo al suono di quelle parole.

Il re del regno d’inverno sbuffò una risata divertita -Moccioso.- bofonchiò camuffandolo con un colpo di tosse –Non dirmi che ti sei innamorato del mio cuore.- canzonò sogghignando.
Il principe incrociò le braccia al petto, distogliendo lo sguardo da quell’arrogante e presuntuoso, che ci aveva colto in pieno –Come se fossi una femminuccia.- disse a mezza bocca, incassando la testa nelle spalle.
Law rise divertito per l’ennesima volta osservando quanto fosse infantile il principe di quel regno, ma la cosa che lo stava realmente rendendo felice era quella strana sensazione che provava a stargli a canto.

-Quindi se mi allontano da te, il mio cuore scalpiterà per seguirti.- chiese, osservandolo ancora steso sulla spiaggia.
Kidd annuì imitandolo –Perciò adesso che si fa? Me lo restituisci?- domandò allungando una mano, muovendo le dita per un paio di volte.
Il moro scosse il capo, alzando un sopracciglio con fare divertito –Adesso che il dolore se ne è andato e questa strana, ma piacevole sensazione mi sta invadendo?- chiese retorico, avvicinando una mano al viso del principe dandogli un sonoro schiaffo sulla fronte –Illuso.- spiegò sorridendo maligno.

Il giovane reale rimase scioccato, ma non tardò a ricambiare il gesto che sfociò in una vera e propria baruffa, senza un vero e proprio motivo che li alimentava.

-Perciò ti trasferirai alla corte?- domandò in fine Kidd, accasciato sull’altro privo di energie, non credeva che quel ragazzo tanto magro picchiasse così forte.
Law rise  di gusto, pizzicandogli per l’ennesima volta il braccio bianco ormai quasi livido –Come se fosse possibile.- affermò spintonandolo al suo fianco –Sarai tu a venire nel mio regno.- sentenziò issandosi in piedi e guardandolo con sufficienza.
-Eh?- ululò il principe imitandolo nei gesti –Neanche morto.- sentenziò guardandolo con fermezza.
Il re del regno d’Inverno sbuffò afferrandolo per un braccio –Non puoi opporti.- disse con una nota di ilarità nella sua voce –Io sono il re.- affermò trascinandolo verso il castello illuminato a festa, ignorando le imprecazioni e le lamentele del giovane principe.

Alla fine il suo cuore aveva effettivamente trovato la serenità.
 

Fine.         

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Note di me: Lo so, so cosa state per dirmi: ‘Manchi per mesi e te ne esci con una cosa del genere?’. Avete assolutamente ragione fanciulle, ma la cosa incredibile è che ci lavoro da giorni per scrivere questa cosa qui ò___ò. Insomma la mia idea iniziale era scrive qualcosa degno di San Valentino… ma alla fine ci ho rinunciato, non so come mai ma le scene rosse non riesco proprio a scriverle. Così ho dovuto optare per una bella storiella su l’amore a modo loro XD! Insomma un finale da ‘E vissero per sempre felici e contenti.’ Non ci stava u___u, o forse sbaglio O_O!? Comunque a parte queste ciancie cianciose senza senso, spero che almeno un pochettino questa storiella vi sia piaciuta. Un bacione enorme fragoline di bosco <3!


 
  
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