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Autore: Iamsparks    15/02/2015    2 recensioni
Cecilia Mill è una sedicenne inglese, ha una migliore amica e un potere soprannaturale: riesce a vedere il futuro tramite i sogni che fa di notte.
La sua vita prende una svolta quando in una mite sera d'autunno si sveglia all'improvviso nel sonno, cosa che non le capita quasi mai. Il motivo, ai suoi occhi, è terrificante: non ha sognato. Ma presto capirà che la ragione di questo anomalo avvenimento è la vicinanza di due ragazzi, Brad e Tristan che, seppure in modi differenti, la inviteranno a lasciare il mondo astratto dei sogni.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bradley Simpson, Nuovo personaggio, Tristan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vision

Dopo averci pensato un po', decisi di vestirmi con dei jeans e una maglietta bianca che coprii con una felpa arancione. Se a scuola sarebbe successo qualcosa dopo la mia decisione di tornare indietro e di dare le spalle ai miei compagni, almeno qualcuno mi avrebbe potuta vedere con quel colore sgargiante.
A colazione bevvi the e mangiai tre fette biscottate con marmellata di albicocche. Non era giornata per badare alla dieta; mi sarebbero servite maggiori energie possibili.
Salutati (anche se con commozione) i miei genitori, uscii di casa. Al solito incrocio aspettai Daisy per quindici minuti e per fortuna, come previsto, non si fece vedere.
Le lezioni iniziarono come gli altri giorni alle otto, ma io non prestai la dovuta attenzione agli insegnanti; preferivo guardarmi intorno e osservare i miei compagni, ignari dell'avvenire.
Conoscere il futuro richiedeva anche dei nervi saldi: non dovevo mostrarmi agitata o spaventata e non potevo nemmeno rivelare a nessuno cosa sarebbe successo.
L'unica era aspettare l'ora fatale di spagnolo ma mi sembrava che la lancetta dell'orologio non volesse andare avanti. I minuti (che passarono lenti) furono estenuanti.
Finalmente, verso la metà della lezione di spagnolo, il signore che avevo sognato irruppe nella stanza: aveva gli occhi sgranati, il fiatone e il viso sconvolto. Lo identificai come il segretario del preside. Ci informò di un principio d'incendio nella mensa: dovevamo uscire il prima possibile, poiché l'incendio era stato appiccato nelle cucine.
Il che voleva dire: il fuoco non ci metterà molto prima di raggiungere le bombole di gas e, se i vigili del fuoco non sarebbero giunti in tempo, a far saltare in aria una parte dell'edificio.
Il mio prof ci ordinò di alzarci e di metterci in fila due a due, ma nessuno lo stava più ascoltando. Ci richiamò con un urlo rabbioso e si mise davanti alla porta per bloccare alcuni degli studenti che, senza rispettare le regole, volevano scappare in disordine. I miei compagni si misero allineati e solo allora il professore decise di aprire la porta e accompagnare la mia classe verso il cortile esterno.
Io mi trovavo in fondo alla fila ed ero consapevole che da quel momento in poi anche per me il futuro era un mistero. Seguendo i miei amici fuori dalla porta della classe mi venne immediatamente da chiedermi perché niente o nessuno mi stesse fermando e mi stesse facendo cambiare direzione come avevo visto nella mia visione.
Non l'avessi pensato!
All'improvviso sentii un grido lontano chiamare il mio nome. Ciò che più mi spaventò fu la voce del soggetto in questione: era quella di Brad.
Mi bloccai all'istante ma per un secondo mi riappacificai l'animo perché ricordai che tutto questo l'avevo già calcolato. Ed ecco che mi girai verso la mia sinistra invece di proseguire a destra dietro i miei compagni, che già erano arrivati alla fine del corridoio.
Sentii ancora la voce di Brad. “Cecilia! Aiuto!”. Questo bastò a farmi scattare verso il punto in cui mi sembrava che giungesse quel suono. E mentre correvo disperatamente e pensavo a quanto grande era la mia scuola, particolare a cui non avevo mai fatto caso, non mi passò nella mente che in realtà Bradley non frequentava la mia scuola.
Arrivai con il fiato in gola davanti alla porta della mensa ed ero decisa ad aprirla; sarei anche riuscita nel mio intento se non mi fossi ustionata la mano toccando la maniglia: era bollente. Tutto in quel preciso posto era caldo, anche l'aria che mi circondava. Con la mano destra viola che mi stava pulsando dal dolore a causa del contatto con la superficie rovente del pomolo, mi avvicinai alla porta con circospezione: volevo vedere attraverso le finestrelle cosa stava succedendo là dentro e trovare Bradley. Appena accostai gli occhi al vetro, non volli credere alla mia vista.
L'intera mensa stava andando a fuoco: la cucina, i grandi tavoli rettangolari, le scomodissime sedie.
Brad. Quest'unico pensiero mi fece sbiancare nonostante l'elevata temperatura dell'ambiente circostante. Mi aveva chiamata. E ora lui era là dentro.
Con disperazione cercai di far pressione a colpi di spalla sulla porta: ovviamente non riuscii a smuoverla di un centimetro. Presi a batterla con i pugni chiusi e mi misi ad urlare.
Da quando ero uscita dalla mia classe avevo perso la cognizione del tempo.. quanti minuti erano passati dall'avvertimento del segretario? La risposta mi giunse immediata tramite il suono della campanella dall'allarme che si trovava proprio sopra la mia testa: due-tre minuti, il tempo che il signore aveva impiegato per raggiungere la bidelleria.
All'improvviso accaddero tre cose:
1) in lontananza, gli alunni delle altre classi uscirono dalle aule per dirigersi verso il cortile;
2) qualcosa scoppiò dentro la mensa;
3) un dolore sovrannaturale si impossessò della mia mente.
Era così forte che mi lascia cadere di peso sulle ginocchia, gli occhi e i denti talmente stretti da non sentirli più, la mia testa chiusa tra la morsa febbrile delle mani: il mio corpo cercava di contrastare la spinta che mi sentivo arrivare dal centro del cervello. Dentro di me, sentivo solo due suoni: uno, simile a quello prodotto dalle unghie che graffiano la lavagna, il secondo era un urlo straziante di una ragazza. Nello spavento e nella sofferenza non capii che si trattava della mia voce.
Poi, il nulla. Buio pesto.


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~


Quando rivenni fui accecata dalla luce di una torcia. Non riuscivo a sentire: nella mia testa era presente solo un rumore molto acuto e molto fastidioso, che non mi permetteva di pensare.
Eppure stavo così bene: era tutto così tranquillo, non sentivo male da nessuna parte. Richiusi gli occhi, per godermi appieno il momento. Ma la fortuna ha sempre un limite.
BAM! Fu come una bomba. Anzi, a pensarci bene aveva avuto in che di elettrico. Aspetta..cosa?
Sgranai gli occhi e presi un enorme respiro. L'ossigeno puro di una bombola di pronto soccorso che aspirai attivò tutte le mie capacità sensoriali in meno di un secondo. Davanti a me misi a fuoco quattro facce attente, oltre che ad un defibrillatore. Cosa?!
Realizzai diverse cose: ero sdraiata, all'aperto, con una mascherina per l'ossigeno sulla bocca e con quattro medici sopra di me che mi avevano rianimata con scariche elettriche.
Appena mi videro con gli occhi aperti e in stato cosciente (molto cosciente, dato che adesso stavo tentando con forza di alzami), i miei quattro angeli tirarono all'unisono un sospiro di sollievo; due di loro portarono via quello strumento minaccioso (il defibrillatore che mi aveva salvata) e tornarono con una barella. Mi caricarono di peso e solo dopo avermi assicurata per bene con diversi lenzuoli e svariate cinture, mi permisero di alzare lo schienale.
Volevo spiegazioni. Esigevo spiegazioni. Ma appena mi tolsero l'ossigeno, uno di loro mi tastò il polso mentre un altro mi ficcava una cannuccia in bocca: senza rendermene conto presi a bere come se fossi stata per un mese senza acqua.
Dopo altri accertamenti, ebbi la prima occasione di parlare.
«Cos'è successo?» domandai, un po' agitata.
«Questo lo dovresti sapere te. Ti abbiamo trovata in stato di incoscienza davanti alla mensa. Eri lì da sola, quando ti abbiamo vista. Sinceramente temevamo il peggio. Intossicazione da fumo.»
«Fumo? Ma se non ce n'era..».
«Come pensavo. Devi essere svenuta prima. E comunque si, il corridoio era pieno di fumo denso e nero. Sai, come in qualsiasi incendio». Mentre me lo disse, l'uomo mi passò una barretta energetica.
La presi volentieri.
Ero ancora confusa e in ansia.
«Non c'è stato nessun ferito? ». Non mi andava di collegare la parola “morto” con Brad.
L'uomo mi guardò con stupore. «Certo che no. All'arrivo dei vigili del fuoco la scuola era già stata evacuata del tutto». Poi ci pensò un istante guardandomi. «Beh, a parte un'eccezione».
Arrossii sconvolta. Eppure avevo sentito forte e chiara la voce di Bradley chiamarmi con urgenza.
Cosa mi era successo? Stavo diventando matta? Sentivo voci? Ci mancava solo questa, pensai con sarcasmo.
In ogni caso, dopo tre ore di controllo nell' infermeria della scuola mi lasciarono tornare a casa accompagnata da mia mamma. Lei era veramente sconcertata dall' accaduto, quasi più di me, la diretta interessata. Una volta entrate nel nostro appartamento mi fece il quarto grado; io le risposi raccontandole per filo e per segno cosa era successo. Tralasciai solamente il dettaglio di Bradley.
Ora ero stanchissima. Gli occhi mi si chiudevano da soli e la voce di Alice cominciava a rimbombarmi fastidiosamente nella testa: la paragonai al tono di Bradley, che era molto più basso rispetto a quel suo cinguettare e conclusi pensando a quella profonda di Tristan. Mi sentivo più sollevata.
Scusandomi con mia mamma, la informai che non mi andava di mangiare la cena e che sarei andata a dormire. Passai in bagno, dove mi feci velocemente una doccia fresca. I miei pensieri ritornavano costantemente a quella mattina, alla voce disperata del mio vicino di casa.
Mi asciugai in fretta il corpo e i capelli, poi mi diressi in camera mia dove infilai il pigiama. Controllai l'orologio: segnava le ventidue. Con un sospiro mi buttai nel letto.
Mi stavo per addormentare quando sentii picchiare sul muro a sinistra.






Ciao a tutti/e ! :)
Riassumendo il quinto capitolo: Una volta entrata a scuola e dopo aver rivissuto una scena che aveva già previsto nel sonno, Cecilia diventa vittima della sua mente. Rischia la morte. Ancora non è a conoscenza del fatto che presto le sue visioni si riveleranno più pericolose di ciò che ha sempre pensato.
Spero vivamente che apprezziate Daydream :) Io ci metto in ogni capitolo tutta me stessa.
Un grazie a luct99 e a Lovingthedrummers per le loro recensioni. Siete le migliori <3 !
Vi invito come sempre a lasciare una recensione per farmi sapere il vostro parere :D
Al prossimo capitolo,
A xx


 
  
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