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Autore: Norwegian Wood    15/02/2015    1 recensioni
un’oscurità così densa che ti toglie il fiato. Un nodo che ti stringe la gola, ti soffocre.
scrivo i miei pensiri e stati emotivi cercando di dare al lettore momento di introspezione. tratto da vennimenti autobiografici
Genere: Introspettivo, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 BUIO
Buio,
un’oscurità così densa che ti toglie il fiato. Un nodo che ti stringe la gola, ti soffoca.
 Il cuore batte all’impazzata. Le lacrime urlano, cercando di scaraventarsi oltre gli occhi. La diga regge, l’orgoglio la tiene intatta. Da l’impressione di crollare ma sa che non può, le persone ci guardano. Il buoi è troppo fitto per vederle. Senti i loro occhi puntati su di te. La diga è la nostra ultima difesa, l’ultimo bastione di un castello in rovina. Non cadrà nemmeno questa volta.
Mi fermo.
Mi rilasso, ormai mi sono abituato a questa oscurità. Ci convivo ormai da qualche mese e ho imparato che non serve contrastarla bisogna solo fermarsi e aspettare. Alcuni mi hanno pure detto che essa non esiste, che esiste solo la luce e la mancanza di luce. Poveri stolti. Persone che non hanno ancora imparato a vivere; sguazzano in superfice senza capire quanto sia profonda la vita. Non hanno il coraggio di guardare in basso, allora guardano in alto, verso il sole e alla fine ne rimangono accecati. Nella vita hanno visto solo la notte, essa rappresenta la mancanza di luce. Guardandola ci si accorge che la luce si è solo affievolita e che presto ritornerà ad illuminare il mondo. La notte non è l’oscurità. Vive troppo in profondità perché la luce possa raggiungerla. Nel suo mondo nessuna particella di luce è mai giunta. Per trovare un lume che ci rischiari la strada bisogna nuotare verso la superfice. L’avevo trovata, una luce cosi accecante da non farti distinguere il giorno dalla notte. Mi fusi con essa, diventammo una cosa sola. Un uomo che brilla di luce propria, un tripudio di bellezza e armonia. Non è facile mantenere un legame così speciale. Un giorno si ruppe, ed io sprofondai in un’oscurità ancora più profonda di quella che già conoscevo. Un’oscurità che ormai avevo dimenticato, con cui non sapevo più convivere. L’unica certezza è che essa è limitata, ha una fine. Bisogna solo avanzare cercando di risalire. Scegliere a tentoni un sentiero ed imboccarlo, sperando che da qualche parte si trovi un’altra luce, diversa, meno intensa.
Non importa, mi basta una piccola fiammella a cui aggrapparmi. Qualunque cosa pur di uscire da questa oscurità.
 Perché non sono rimasto in superfice a sguazzare nel mare della banalità insieme a tutti gli altri. Invece mi sono immerso, passando da una fiammella all’altra, sempre più in profondità, fino a trovare quella luce bellissima e indimenticabile che mai potrò scordare.
Apro gli occhi, la luce del mondo esterno mi investe, le macchine mi sfrecciano accanto. Sono tornato nel mondo esterno. Pensavo di aver superato questi momenti di debolezza, un misto di rimpianto e delusione. Ormai giungono sempre più di rado. Sto avanzando, un passo alla volta. Presto scompariranno del tutto, come il ricordo di quella luce. Verrà deportata nella prigione più buia della mia anima. Vivrà all’interno di me, nelle profondità delle mie viscere.
Non voglio più ricordare;
dimenticare, demolire per ricostruire.
Non mi resta che piangere
   
 
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