Addio, Edward

In questa scuola di danza ho passato alcuni anni della mia vita.

In questa scuola di danza lascierò per sempre la mia famiglia, i miei amici e … Lui.

Edward Cullen.

Oh Edward, perché non sei ancora arrivato?

Sono distesa a terra, il gomito sanguinante e James si sta avvicinando con la telecamera in mano. È un sadico, prova piacere nel vedermi soffrire.

Si inginocchia davanti a me, mi preme una mano sul ginocchio piegato.

La sua forza sovrumana fa si che io mi rompa la gamba. E intanto ride. Ride di me, della mia debolezza.

E intanto Edward non arriva.

Avranno sicuramente trovato problemi con Laurent e Victoria.

James avvicina il volto al mio:- La senti la morte che viene a prenderti? Il tuo principe azzurro non arriverà. Stavolta non ci sarà il tuo “e vissero per sempre felici e contenti”. Questa volta a vincere sono i cativi. E il principe azzurro morirà dal dolore, poverino.

Cerco di ribattere:-Le favole non finiscono mai in questo modo.

Ghigna, beffardo:-Ma questa non è una favola. È la realta.

Mi solleva senza sforzo e mi scaraventa dall’altro lato della stanza. E continua a ridere.

Mi guardò in giro. Edward non arriva.

Lo vedo che si avvicina: in altri momenti avrei notato la sua bellezza fuori dalla norma, il suo fisico scolpito, i suoi occhi neri… Ma in questo momento non riesco a cogliere nulla di tutta questa bellezza: mi terrorrizza il suo ghigno sadico.

Appoggia la telecamera a terra:- è arrivato il momento che smetta di giocare con il cibo.

Cerco di indietreggiare ma la gamba rotta non me lo permette.

James si avvicina, mi prende tra le braccia e avvicina le labbra fredde al mio collo.

-Buon appetito, James.-sento la sua voce.

Poi affonda i denti nel mio collo.

Sento dolore, mi brucia tutto il corpo. Provo a dimenarmi ma la sua presa è molto forte.

Poi più niente, solo nero.

Addio, Edward.