Ecco il nuovo capitolo della settimana! Ho scritto questo capiolo durante un noioso pomeriggio di pioggia ma credo che sia venuto lo stesso abbastanza divertente. Voglio lasciarvi anticipandovi una cosa: dopo l'inverno ci rimane la primavera ma poi ad un certo punto le stagioni cominceranno a scorrere più velocemente e tra un capitolo e l'altro ci sarà sempre almeno un salto di un paio d'anni. Tra non molto Natsu ed Erza cominceranno a crescere, godeteveli fino a che sono piccoli. Buona lettura!
Inizio
inverno
Dopo l’episodio del rajang il resto dell’autunno
trascorse senza incidenti. Natsu non perdeva occasione per ricordare a tutti
del suo duello con il mostro. Ogni volta che ne parlava la sua fantasia
aggiungeva qualcosa di nuovo ed il rajang diventava sempre più grande e
terribile ma allo stesso tempo la sua vittoria diventava ancora più eroica.
Erza lo lasciava fare ridacchiando quando esagerava troppo e nel frattempo si
impegnava giorno dopo giorno nei suoi allenamenti per non farsi trovare
impreparata la prossima volta che un mostro li avrebbe attaccati. Anche Igneel
ridacchiava dell’entusiasmo del figlio perché grazie al rajang aveva trovato un
ottimo modo per convincerlo ad ubbidire.
- Ma come? Hai battuto il rajang eppure hai paura di
mangiare le tue verdure? -
- Ma dai! Hai sconfitto il rajang e non riesci a
stare nemmeno mezz’ora in meditazione? -
Una volta capito il trucco, manipolare il piccolo
dragon slayer diventava facile come bere un bicchier d’acqua.
- È ora di andare a letto! Non lo sai che se non
dormi abbastanza non avrai le energie per battere il prossimo rajang? -
E così i giorni e le settimane passavano, l’aria si
faceva più fredda e la nebbia volteggiava più a lungo al mattino sulle chiome
degli alberi, prima che il sole riuscisse a dissolverla. Tutto prendeva sempre
di più un’aria invernale.
Per chi vive in città la vita scorre veloce, a volte
gli unici segni del tempo che passa sono rappresentati dalle pagine del calendario
che girano oppure da quelle dell’agenda che si riempiono di appuntamenti. Ma
nel cuore della foresta Erza e Natsu non avevano né calendari, né agende. Per
loro l’unico segno dello scorrere del tempo era rappresentato dall’alternarsi
delle stagioni e dal suo effetto sulle piante e sugli animali. Quell’anno il
passaggio tra autunno e inverno avvenne così rapidamente che nemmeno gli alberi
se lo aspettavano. La sera prima Erza se ne stava a guardare la forma delle
nuvole mentre si stagliavano gonfie, con un color a metà tra il piombo e il blu,
sullo sfondo arancione del sole al tramonto. Il giorno dopo il suo primo
inverno nella Foresta dell’Est era già arrivato ed anche se le nuvole erano
sparite, a terra rimaneva un manto candido e spesso.
Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che
Erza aveva visto la neve! Ogni inverno il suo villaggio si copriva di bianco ma
la schiavitù l’aveva portata lontano da lì, su un’isola in mezzo al mare dove
non c’era nient’altro che vento.
Che nostalgia!
Davanti a quello spettacolo Erza non riuscì a
trattenere l’entusiasmo e si precipitò fuori dalla caverna senza nemmeno
pensare. Bastò un po’ di ghiaccio, un piede in fallo e la bambina piombò in
mezzo alla neve più profonda. Era passato davvero troppo tempo dall’ultima
volta che Erza e la neve si erano incontrate! Per un attimo la piccola si era
scordata di quante insidie potesse nascondere!
- Che freddo! - Erza schizzò in piedi, tremando e
stringendosi le braccia attorno al corpo ma il respiro caldo di Grandeeney la
investì con un soffio, spazzando via tutta la neve che le era rimasta tra i
capelli. La dragonessa aveva messo il muso fuori dalla caverna e la stava
fissando con una punta di rimprovero. Erza arrossì all’istante.
- Avvertimi sempre prima di uscire con questo tempo
così posso mettere su di te un po’ di magia per proteggerti dal freddo. Sei
abbastanza calda adesso? -
Erza scollò le braccia dal corpo annuendo vigorosamente.
Grandeeney aveva ragione: non sentiva più freddo.
- Vuoi fare un giro per la foresta innevata? -
- Posso andare da Natsu e Igneel? Posso? -
La dragonessa lanciò un altro sospiro prima di fare
un cenno d’assenso - Ma sta attenta a dove metti i piedi. - Non aveva nemmeno
finito di parlare che Erza era già schizzata via, cercando di farsi largo in
mezzo alla neve alta. Grandeeney la seguì con lo sguardo, uscendo a sua volta
dalla caverna per sgranchire le grandi ali. L’incantesimo che aveva usato non
solo era l’ideale per proteggere Erza dal freddo ma anche per tenere lontani i
predatori: nessuno si sarebbe avvicinato, sentendo su di lei l’odore della dragonessa.
Poteva stare tranquilla, ma Grandeeney non era comunque il tipo da abbassare la
guardia.
La foresta dell’Est quel giorno era così coperta di
neve che sembrava quasi impossibile orientarsi ma Erza aveva imparato a memoria
la strada che portava dalla caverna alla radura e la fece tutta di corsa,
cercando di evitare i punti in cui il terreno si era gelato. Quando alla fine
arrivò a destinazione la bambina si fermò accanto agli alberi fissando senza
fiato lo spettacolo che le stava davanti: nella radura non c’era un singolo
fiocco di neve. Igneel stava sonnecchiando come al solito al centro del prato
con l’ala destra leggermente piegata di lato per coprire Natsu. Anche il
bambino stava dormendo profondamente, russando come un ghiro. Non si erano
accorti di nulla e per loro l’inverno non era ancora arrivato perché il calore
emanato dal corpo del drago rosso aveva già sciolto tutto, lasciando l’erba
umida e inzuppata come dopo una pioggerella autunnale. Era come se Igneel si
portasse eternamente dietro l’ombra dell’estate.
Doveva fare qualcosa per rimediare.
Erza raccolse quanta più neve poteva dagli angoli in
cui era rimasta. La compresse in una grossa palla, si lanciò di corsa sotto
l’ala di Igneel e poi la scagliò con tutta la forza che aveva dritta in faccia
all’amico che russava - SVEGLIA! -
Natsu sobbalzò, lanciando uno strillo disumano ed
anche Igneel si svegliò di colpo, ruggendo come se un mostro fosse appena
piombato in mezzo alla radura. Il drago saltò in piedi sulle zampe, guardandosi
tutt’attorno in cerca di pericoli, ma poi si accorse di Erza che correva via
ridendo e di suo figlio che la inseguiva con la faccia e la testa completamente
coperte di neve. Igneel si lasciò cadere di nuovo a terra esalando una nuvola
di vapore fuori dalle narici - Chi lo ha mai detto che per un uomo è
impossibile uccidere un drago? Un giorno o l’altro questi due mi faranno fuori
senza nemmeno usare la magia! - Ma Natsu ed Erza non potevano sentirlo: i due
erano già spariti in mezzo agli alberi rincorrendosi e ridendo come matti.
- Ti sembra questo il modo di darmi il buon giorno?
-
- Era tardi! - Erza evitò Natsu che la inseguiva
svoltando di colpo dietro un pino e mandandolo a sbattere contro il tronco. - Perché
stavi ancora dormendo? Non ti svegli sempre prestissimo? -
Natsu staccò la faccia dalla corteccia e allungò una
mano cercando di afferrare l’altra per i capelli ma Erza lo evitò ancora una
volta tirandosi indietro e ricominciando a correre.
- Igneel dice che d’inverno i dragon slayer devono
dormire di più! -
- Mica andare in letargo! -
- Guarda che se non la smetti mi arrabbio! -
- Fammi vedere! Sky Dragon’s Claw! -
Natsu non riuscì a spostarsi in tempo, ma per
fortuna l’incantesimo non era diretto contro di lui. Il turbine di Erza colpì l’abete
dietro di lui, scuotendolo da cima a fondo e la neve accumulata sui rami
precipitò sulla testa di Natsu seppellendolo completamente. La scena era così
comica che la bambina non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere così
forte da piegarsi in due, ma quell’attimo di distrazione segnò la sua
sconfitta.
- Quando hai imparato quel trucco? - Natsu schizzò
fuori dalla neve come un fulmine e la bloccò a terra, sedendosi sulla sua
schiena. - La prossima volta devo ricordarmi che conosci anche questa mossa. -
- Ehi! Lasciami! - Erza provò a divincolarsi ma
l’amico era troppo pesante per spostarlo. L’altro bambino se la rideva dei suoi
sforzi - Ti libero solo se ammetti prima che Natsu Dragneel è il più forte in
assoluto! -
- Mai! - Ma quando Erza provò a scagliare il suo
ruggito l’unica cosa che venne fuori fu una raffica così debole da scompigliare
a stento i capelli di Natsu. Il bambino scoppiò anche lui a ridere e così forte che finì
per rotolare giù da solo, andando a sbattere contro un altro albero. Al colpo,
dai rami, venne giù praticamente un’altra valanga, seppellendolo di nuovo. - Ah!
Odio questa roba! - Natsu si liberò agitando le braccia - Odio il ghiaccio e la
neve! -
- Perché? -
- Perché Igneel dice che il ghiaccio è nemico del
fuoco. È il suo opposto! - Le spiegò Natsu come se fosse la cosa più naturale
del mondo - Per questo il ghiaccio è mio nemico! -
- L’opposto del fuoco non è l’acqua? -
- Il ghiaccio! Ma l’inverno alla fine dei conti non
è così male, si possono fare un sacco di cose divertenti. - Natsu si alzò in
piedi cercando un punto in cui la neve era più profonda e quando lo trovò si
buttò con la schiena a terra, muovendo le braccia su e giù per appiattire il
manto bianco. - Guarda! - Quando si alzò la sagoma era perfettamente chiara.
- Che bello! Sembra un angelo! -
- È un drago! -
Erza aggrottò un sopracciglio.
- Ha le ali non vedi? Che cos’è poi un angelo? -
- Lascia stare ... - Erza lanciò un sospiro ma non
riuscì nemmeno a finire che Natsu l’aveva già afferrata, tirandola come al
solito per una mano - Andiamo! Ti voglio far vedere un’altra cosa! -
- Dove mi porti? -
- Al lago! Sbrigati! -
- Al lago? -
Natsu andava così di fretta da non avere nemmeno
tempo per risponderle. Un paio di volte sembrò che fosse sul punto di scivolare
trascinando Erza con sé.
- Che cosa c’è di tanto speciale al lago da vedere
oggi? -
Alla fine quando arrivarono a destinazione, Natsu
lasciò andare di colpo la presa ed Erza perse definitivamente l’equilibrio.
Sarebbe piombata in acqua se il freddo non avesse congelato la superficie.
- I pesci adesso sono tutti surgelati! - Annunciò
Natsu ma Erza ci mise un po’ a capire cosa intendeva. Le sponde del lago si
erano trasformate in un’unica massiccia, cornice di ghiaccio e numerosi pesci
erano rimasti intrappolati nella lastra. Sembrava quasi che l’inverno li avesse
colti di sorpresa, immobilizzandoli proprio nella posizione in cui si trovavano
mentre stavano nuotando. Erza non aveva mai visto una cosa del genere, anche se
la neve era una cosa che già conosceva. Nel villaggio dove era nata non c’erano
laghi ma solo un torrente che si riempiva in primavera e in autunno e svuotava
completamente d’estate.
- Wow ... -
- Forte, eh? È buono per fare colazione! -
Quando Erza si girò scoprì che Natsu, con un colpo
d’artigli, aveva già cavato un grosso pesce fuori dal ghiaccio e che lo stava
arrostendo con le sue fiamme. Pochi secondi sul fuoco ed il bambino si infilò
la colazione in bocca, completa di lische e squame.
- Che schifo ... -
- Non ti piace ... Mnf ... Pesce? -
Igneel apparve l’attimo dopo, atterrando vicino al
lago e sollevando un autentico turbine di neve con il battito delle sue ali -
Ah, ecco dove vi eravate cacciati! Che cosa fanno di bello questi due cuccioli
per divertirsi? Mnf! - Natsu non gli diede nemmeno il tempo di scansarsi,
tirandogli una palla di neve dritta in gola. Adesso che aveva fatto il pieno
d’energia non gli rimaneva altro da fare che consumarla.
- Alleniamoci! Facciamo quella cosa che facciamo
tutti gli inverni! -
- Oh, oh ... - Ripeté Igneel con un risolino
diabolico - Siete davvero sicuri di poter vincere una Dragon Snow War? -
- Dragon ... Snow? - Erza non ne aveva mai sentito
parlare.
- È un’altra cosa che si può fare solo d’inverno! -
Le spiegò Natsu - È facile! Devi tirare addosso all’avversario quante più palle
di neve puoi. Devi farlo arrendere! Dacci dentro! - Il bambino non aspettò
nemmeno il segnale d’avvio tirando una gragnola di palle di neve addosso a
Igneel: era un bersaglio così grande che era praticamente impossibile mancarlo.
- Forza! -
Non c’era bisogno di ripeterlo!
Anche Erza si unì ai lanci ed il vecchio drago si
buttò a terra fingendo di agonizzare ad ogni colpo che riceveva, anche se la
maggior parte delle palle di neve si scioglieva non appena toccava le sue
scaglie.
- Ah! Questi crudeli dragon slayer! -
Se Igneel avesse deciso di combattere sul serio gli
sarebbe bastato un colpo delle sue enormi zampe e della sua lunga coda per
causare un’autentica valanga. Ma che motivo c’era di rovinare il gioco? Il
drago si limitava a rotolare di qua e di là, sbattendo giusto un po’ le ali per
respingere qualcuno dei colpi diretti contro di lui.
- Incredibile. - Ad interrompere lo scontro e a
spingere tutti i concorrenti a girarsi verso l’alto, fu la voce di Grandeeney.
La dragonessa li aveva raggiunti per controllare cosa fosse accaduto alla sua
discepola ed adesso li stava fissando con aria perplessa. Il suo sguardo diceva
tutto. Dall’alto Igneel doveva esserle apparso come un passero zoppo che si
dimenava inutilmente per spiccare il volo. Se le sue scaglie non fossero state
già di un bel rubino brillante, il grosso rettile sarebbe arrossito dalla punta
del muso fino a quella della coda.
- Non sei stata anche tu una volta un piccolo drago?
- Igneel fece una specie di sorriso,
cercando di giustificarsi ma Grandeeney non lo ricambiò, atterrando accanto ad
Erza e lasciandosi dietro, come sempre, una scia di penne bianche - Per fortuna
sono uscita dall’uovo ... Si può sapere cosa state facendo? -
- Una Dragon Snow War! - Le rispose Natsu con tutto
l’entusiasmo che aveva.
- Devi tirare all’avversario quanta più neve puoi! -
Le spiegò Erza, ripetendo le regole - Perde il primo che si arrende! -
- Sembra interessante ... - E questa volta dalla
bocca di Grandeeney uscì finalmente qualcosa che somigliava ad un risolino - È
la sfida perfetta per un drago del cielo. -
Igneel riuscì a stento a coprire Natsu con un’ala
prima che una raffica gelida, sollevasse praticamente da terra tutta la neve
che c’era e li sotterrasse vivi. Per fortuna il ghiaccio non era un problema
per il drago di fuoco. Igneel lanciò una fiammata ed in un attimo tutta la neve
si sciolse, liberandolo dalla sua trappola.
- Natsu, questa è una dichiarazione di guerra!
Facciamo vedere a queste due chi è il migliore! -
- Contaci. - E Grandeeney lanciò un altro ruggito ricoprendo
di nuovo il campo con la neve. Anche lei, se avesse usato a pieno i suoi poteri,
non avrebbe fatto altro che causare devastazione, ma Natsu ed Erza non lo
sapevano ed accettarono volentieri la sfida. I due bambini ricominciarono a
tirarsi palle di neve, ridendo a più non posso mentre i loro draghi fingevano
di combattere una battaglia all’ultimo sangue.