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Autore: MarcoG    04/12/2008    3 recensioni
Altrimenti intitolato: "Al passato non si può voltar le spalle". Joey Jacquet era un onesto lavoratore sposato con una bellissima moglie, abitava in una bellissima casa ed avevano un bellissimo figlio. La sua vita era perfetta...fino a quando alcune ombre del suo passato non iniziarono a tornare a galla.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: Quasi tutti i personaggi di questa storia sono tratti da Lilium inter Spina, una bellissima Originale che si trova in questa stessa sezione. Consiglio a tutti di leggerla, io da parte mia ho impiegato tutti i miei sforzi per far sì che i personaggi si possano seguire anche da chi non conosce la long-fic di nydrali e credo di esserci riuscito...ma vi consiglio in ogni modo di leggerla, sicuramente non ve ne pentirete :)



Joey salutò con un cenno della mano gli ultimi amici rimasti nel bar, dopodichè uscì dal locale e guardò in alto verso il cielo.
Pioveva a dirotto e lui si era dimenticato l'ombrello, questo voleva dire che doveva farsi una bella corsa fino alla macchina per evitare di inzupparsi completamente.
Fece mente locale sulla posizione esatta in cui l'aveva lasciata, dopodichè si strinse il giubbotto addosso e iniziò la sua corsa. Aprì la porta velocemente, si buttò nel veicolo e poi si chiuse dentro. "Che freddo!" pensò fra sè e sè mentre metteva in moto.
Diede un'occhiata all'orologio presente nel cruscotto della macchina e vide che segnava le 23:50. "Avevo detto a Lily che sarei stato a casa al massimo per le 23" pensò. Uscì dal parcheggio del bar e una volta in strada schiacciò a fondo l'accelleratore; non poteva far aspettare oltre Lily, altrimenti una volta a casa chissà quanti rimproveri avrebbe ricevuto.
Sorrise al solo pensiero di sua moglie che lo sgridava. Era come se riuscisse già adesso a sentire le sue parole nelle orecchie: "Ma Joey, ti rendi conto che ore sono? Avevi detto che saresti stato a casa oltre un'ora fa! Cos'hai fatto per essere arrivato così tardi? E ad Alexander non ci pensi? Come possiamo dargli il buon esempio se ti comporti così?" e chissà quante altre domande del genere.
Sorrise nuovamente perchè si immaginò a supplicare il suo perdono, senza avere un reale scusa per giustificare il suo ritardo se non quello del piacere di stare con i suoi amici.
Sorrideva soprattutto perchè ormai, dopo tutti quegli anni, sentirsi urlare contro da Lily non faceva altro che intenerirlo ulteriormente.
Molti anni prima, invece, se solo qualcuno si fosse permesso di farlo lui gli avrebbe rotto il collo ancora prima che quella persona potesse terminare la propria domanda.
Perchè Joey non si chiamava veramente Joey e Jacquet non era certo il suo vero cognome.
Anche nella scelta del nome Lily l'aveva influenzato, lui le aveva sempre risposto che trovava Joey un nome idiota, ma lei continuava a insistere che come nome si legava molto bene al loro nuovo cognome Jacquet. "Pensa!" gli diceva, "così potrai abbreviare le tue iniziali con J.J.! Non ha forse un tono melodioso?" e lui guardandola ridere perdeva ogni forza per opporsi. Finì così per accettare di chiamarsi Joey, rimanendo Joey per venti lunghi anni.
Quanto era cambiata la sua vita, in tutto quel tempo. Solo vent'anni fa Joey Jacquet non esisteva, esisteva solamente James Hawk, quello che veniva apostrofato dai suoi nemici come "il peggio figlio di puttana esistente su questa terra" per via della lunga serie delle sue malefatte.
James era un assassino. Uno stupratore. Un ladro e un bestemmiatore, veniva soprannominato Dagger per via del fatto che aveva sempre un coltello con se, qualsiasi cosa stesse facendo in qualsiasi posto si trovasse riusciva a tirarne fuori uno, anche se solo un attimo prima ne sembrava sprovvisto. Anche se prima era stato perquisito dal più esperto dei controllori, un secondo dopo James Hawk aveva già un coltello in mano e se qualcuno gli aveva fatto un torto beh...quel qualcuno era morto.
Questa vita di peccati finì però nel momento in cui incontrò Lily.
Lei, così candida e innocente, gli aveva fatto perdere la testa.
Lily si era messa in un brutto pasticcio, di certo non per colpa sua, e l'unico modo per uscirne era quello di rivolgersi a una persona che solo James conosceva. Fu così che i due si incontrarono e James si rese conto, passando del tempo con lei, che Lily era solo in apparenza fragile e sprovveduta. Al contrario, era una ragazza estremamente perspicace e dal carattere forte, che sapeva tirare fuori solo quando le serviva veramente.
Ci provò a lungo, James, a non innamorarsi di lei, ma gli fu impossibile. Lui l'aveva protetta per lungo tempo, aiutandola a trovare la persona che voleva incontrare e quando tutto finì si rese conto che non avrebbe potuto vivere senza di lei. Durante tutto quel tempo anche Lily si era accorta che James nascondeva un lato buono e sincero alla vista di tutti e così decisero di andarsene dall'America dove era nato, gettarono via per sempre il nome James Hawk e si trasferirono in Provenza.
Qua James si mise alla ricerca di un cognome "utilizzabile" per i loro scopi, ovvero un cognome che risultasse valido per permettere di creare una nuova famiglia legalmente valida, e trovò Jacquet. Glielo chiese molte volte se era proprio sicura di volerlo fare, di abbandonare l'America per scappare via con lui in Francia, ma era convinta che James sarebbe potuto cambiare grazie al suo amore e rispose sempre in maniera affermativa. E così Lily, che all'anagrafe era Lily Munari per via delle suo origini italiane, divenne Lily Jacquet moglie a tutti gli effetti di Joey Jacquet, l'ormai ex James Hawk.
Non fu affatto facile per lui redimersi dal suo passato pieno di ogni tipo di violenza, ma Lily fu sempre paziente e James non potè che ricompensarla dimostrandole di voler diventare una persona migliore. Fu così che James, ormai diventato Joey a tutti gli effetti, smise di bestemmiare, di bere e di essere violento. Vivere con Lily gli cambiò completamente la vita e ben presto ebbero anche un figlio, Alexander.
Il bimbo per lui fu un grosso problema. Joey non aveva avuto un'infanzia facile, come Lily aveva ovviamente intuito. Joey veniva picchiato dal padre e ignorato dalla madre, nato e cresciuto con un'unica certezza: se fosse morto da un momento all'altro nessuno avrebbe pianto la sua scomparsa. Era spazzatura, esattamente come tutte le persone che vivevano in uno di quei paesini poverissimi ai confini dell'Alabama. Questo rendeva di fatto impossibile a Joey diventare un buon padre: non aveva mai ricevuto affetto come figlio, di conseguenza non sapeva neanche di che natura fosse quello paterno.
Fin quando nei primi anni si trattò solamente di cullarlo quando piangeva o di cambiargli il pannolino, fu tutto abbastanza facile. Lily non lo lasciava solo per un momento e Joey la ringraziò sempre silenziosamente per la sua presenza rassicurante. I problemi nacquero quando Alexander iniziò a crescere e ci fu bisogno di comportarsi da padre e questo Joey non lo sapeva fare.
Nel bene o nel male alla fine il rapporto con suo figlio non era poi così disastroso, sola che Alexander aveva preso molto più dalla madre e questo lo portò da sempre ad affezionarsi di più a Lily che a lui. Gli ultimi anni erano stati ancora più difficili poichè era diventato maggiorenne ed era alle prese con tutti i problemi legati a quell'età, problemi su cui ancora una volta James faceva fatica a dare consigli.
Un tuono illuminò la macchina a giorno e si rese conto solo in quel momento che stava ripercorrendo fra mille pensieri tutta la sua vita. Da quando si era trasferito in Provenza, anche se erano passati vent'anni, gli capitava spesso di ripensare all'Alabama, a com'era un tempo prima di conoscere Lily ed avere Alexander.
Percorse gli ultimi chilometri a grande velocità e arrivò a casa nel giro di pochi minuti. Scese dalla macchina per aprire il garage e prima ancora di riuscire a tirare su il portone basculante si ritrovò completamente fradicio. La pioggia si era intensificata e sembrava che il temporale fosse proprio sopra casa sua da tanto si sentiva  tuonare. Ritornò velocemente in macchina e la parcheggiò al sicuro, dopodichè richiuse il garage e fece di corsa la strada per entrare in casa. Oltre alla pioggia che scendeva sempre più copiosa si era alzato anche un fastidiosissimo vento gelido e stringersi nel capotto non gli fu più di aiuto per trovare un po' di calore.
Fece di corsa i tre gradini che lo separavano dalla porta di casa e si fermò. Davanti a sè trovò la porta aperta con la maniglia distrutta abbandonata a terra. Joey rimase a fissarla per qualche secondo, con il terrore negli occhi. Incurante della pioggia che iniziava a farsi strada al di sotto del suo giubbotto bagnandogli i vestiti, spalancò lentamente la porta.
All'interno della casa sembrava non muoversi nulla.
Fece un passo per entrare, schiacciò l'interruttore per accendere la luce ma non successe niente. Lo schiacciò di nuovo ma niente, doveva essere saltata la corrente.
- Lily? Lily amore dove sei?- la sua voce gli risuonò nelle orecchie incredibilmente spaventata. Aveva un brutto presentimento e il fatto che sua moglie non rispendesse non faceva nient'altro che  fargli crescere una certa ansia.
- Lily? Lily? Da quanto la luce non funziona?- le sue domande non ricevevano risposta.
Fece qualche passo dirigendosi verso la stanza successiva, ma un lampo illuminò per un attimo l'intero ingresso e Joey vide un braccio spuntare dalla scala che portava al piano superiore.
- LILY!- urlò fiondandosi sul primo gradino. Appena mise piede davanti alla scala si rese conto che qualcosa di appiccicaticcio lo stava trattenendo; guardò in basso e vide sangue. Molto sangue, l'intera scala ne era imbrattata. Facendo fatica a respirare, percorse velocemente tutti i gradini che lo speravano dal piano superiore e quando li terminò trovò il corpo di sua moglie disteso sugli ultimi gradini davanti a lui.
Sentì uscire dalla sua bocca un lievissimo rantolio, un rumore che gli permise per un attimo di ritornare a respirare. Si chinò velocemente accanto a lei e le alzò piano la testa.
- Lily...Lily cos'è successo?- le chiese controllando il suo stato di salute. Per quel poco che si poteva vedere nella penombra delle scale l'intero suo corpo sembrava imbrattato di sangue, i vestiti erano strappati e lei sembrava in fin di vita. Cercò di rispondere qualcosa ma le uscì dalla bocca solamente un gemito. Joey, che aveva iniziato a tremare, rendendosi conto del suo stato ritirò immeditamente la domanda.
- No non parlare amore..Dio santo...as...aspettami qui ok? Corro a prendere la macchina e ti porto subito in ospedale- riappoggiò delicamente la testa di Lily sulla moquette che ricopriva la scala e corse fuori a riprendere la macchina. "Dio santo...Dio santo..." continuava a ripetersi. "Che è successo Lily, che è successo?"
Da sempre, soprattutto nei primissimi anni in cui si erano trasferiti in Francia, aveva avuto paura che qualcuno lo avesse potuto seguire per vendicarsi sulla sua famiglia di qualche sua malefatta passata. Ma ormai erano passati vent'anni ed era convinto che niente del genere sarebbe più potuto succedere, cosa era accaduto allora?
Aprì velocemente il garage e portò la macchina vicino alla porta di casa, si precipitò nell'ingresso e prese in braccio il corpo quasi assente della moglie. Appena la sollevò sentì un rumore come di un oggetto che cade, non ci fece troppo caso e la portò rapidamente fuori da casa. La pioggia investì immediatamente anche lei e Joey fece di tutto per fare più in fretta possibile mettendola al posto del passeggero.
- Ora ti porto in ospedale ok? Così ti riprendi e mi spieghi cos'è successo- le disse mettendo in moto e recuperando il cellulare. Chiamò il pronto soccorso avvisandoli che in pochi minuti sarebbe stato lì con una donna in fin di vita e poi riattaccò immediatamente. Di tanto in tanto si voltava a guardarla ma il volto di Lily era irriconoscibile, segnato da profonde ferite e da una continua smorfia di dolore. Sembrava stesse combattendo fra la vita e la morte proprio in quei momenti.
Joey guidò alla velocità massima consentita dalla macchina e arrivò presto in ospedale. Lily aveva già smesso di lamentarsi poco prima del loro arrivo ma lui non volle accettarlo, la condusse ugualmente al pronto soccorso e la consegnò ai medici, che non poterono fare altro che constatare il decesso.
Lily non c'era più.

  
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