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Autore: cola23    15/02/2015    3 recensioni
E difficile stare a lungo lontano dalla persona che sia ama.Ace è dovuto partire per un viaggio e da molti mesi non vede il suo coinquilino-fidanzato. Ma riesce a tornare appena in tempo per festeggiare-a modo l'oro-San Valentino-più o meno-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! volevo pubblicare anch'io qualcosa su San Valentino ma propio ieri il mio computer mi ha dato problemi, spero che l'aprezziate, è da un pò che non scrivo su di loro anche se sono stati la primissima coppia che ho amato su questo fandom.
Anche se San valentino è ormai passato volevo pubblicare anche qualcosaltro su altre coppie, ditemi se l'idea vi piace.
Buon San Valentino a chi è fidanzato e buon 15 febbraio,la festa dei singol, a chi invece è ancora singol comè me ma è un inguaribile romantica.

 

Buon San Valentino mio Valentino
 

Erano ormai 10 minuti che Ace pestava ritmicamente il piede a terra con impazienza mentre fissava la luce del semaforo dal altra parte della strada a pochi metri da lui, aspettando che la luce diventasse verde in modo da poter attraversare finalmente la strada.
Mentre aspettava la neve aveva ripreso a cadere di nuovo, ma non era tanto quello o il freddo a dargli fastidio. Era appena tornato a casa dopo un lunghissimo viaggio in treno, si si sentiva ancora intontito per il fuso orario e lo sbalzo di temperatura,e aveva tutti i muscoli intorpiditi per le lunghe ore passate seduto su una scomodissima poltrona.

Era distrutto, aveva freddo, un cerchio alla testa per le ore di sonno perse e un vuoto allo stomaco, visto che non toccava cibo dall’ ora di pranzo.Aveva solo voglia di mangiare qualcosa, farsi una doccia, per togliersi di dosso l’odore di sudore e buttarsi su un letto.

Ma per farlo doveva raggiungere il suo appartamento, e anche si trovava a soli circa 3 metri di distanza dal edificio del suo appartamento al 3 piano, condiviso con una certa persona che aveva continuato a viverci rimanendo da solo durante la sua assenza,quindi lo separassero solo pochi metri,non poteva raggiungerlo perchè il traffico lo broccava,e dopo q0 minuti di attesa,dire che era stufo e irritato era un eufenismo .

Non avrebbe mai pensato che potessero esserci tante persone in giro di sera così tardi-era quasi mezzanotte –il giorno di San Valentino.

Il semaforo, finalmente scattò e Ace non perse tempo affrettarsi ad attraversare la strada.

Per l'impazienza quasi inciampò a ogni rischiando di cadere più volte a gambe all' aria prima di raggiungere l'altro lato della strada.Continuò a correre senza fermarsi, finchè non girò l'angolo,fermandosi un attimo ad ammirare l'edificio dove viveva, sorrise nel vedere finalmente la sua casa dopo quasi 3 mesi di lontanaza.  Se avesse detto di non aver atteso quel momento con impazienza per tutto il tempo sarebbe stata una bugia.

Sempre correndo percosse anche gli ultimi metri,incurante del ghiaccio sulla strada, praticamente volando,non rallentò nemmeno sulle scale,saltandole due a due ,a volte anche a 3, fermandosi solo una volta davanti alla porta del suo appartamento per riprendere fiato, piegandosi sulle ginocchie ansimando con il fiatone. Infilò una mano in tasca e tirò fuori la chiave. Scosse energicamente la testa,togliendosi di dosso gli ultimi fiocchi di neve rimasti impigliati nei capelli preparandosi mentalmente prima di infilare la chiave nella serratura, ruotare la maniglia , e aprire la porta,...solo per scoprire che lo era già.

-Non ci posso credere, dannazione,Rufy...-

borbottò sconsolato,dandosi una manata in faccia.

Avrebbe dovuto aspettarselo, Rufy, il suo coinquilino era perennemente distratto e sempre con la testa fra le nuvole,per quante volte lo rimproverasse continuava a dimenticarsi sempre di chiudere la porta di casa,lasciandola aperta anche di notte.

La cosa più sconvolgente era che a quanto ne sapeva lo aveva sempre fatto anche da bambino , come avesse fatto a non venire rapinato neanche una volta era un mistero.

Sospirò scuotendo la testa,ma con un sorriso indulgente a piegargli le labbra, Rufy non sarebbe mai cambiato.Girò di nuovo la maniglia ,riuscendo questa volta ,a entrare, venendo accolto dal suono di un forte russare,simile a una motosega impazzita,e a un oceano di vestiti sparpagliati ovunque,insieme a resti di cibo mezzi mangiucchiati,altri ammuffiti e cartacce varie sparsi sul pavimento,era un tale casino che qualcuno non abituato a quella vista avrebbe potuto seriamente scambiarlo per una discarica.

Fortuna che lui ci era abitato e si era preparato mentalmente.

Probabilmente ora che era tornato a casa invece di sparire quel disordine sarebbe aumentato-sempre che fosse possibile peggiorarlo più di così- Nemmeno lui era particolarmente ordinato,

se normalmente la casa non si riduceva in quello stato era solo grazie a una donna delle pulizie che veniva ogni settimana.Non era affatto sorpreso che Rufy si fosse dimenticato di chiamarla,

se non ricordava nemmeno di chiudere la porta...

Entrò cautamente,cercando di non inciampare in qualcosa, posò la borsa lo zaino su una sedia e, spogliatosi dei suoi vestiti, raggiunse il bagno e si infilò nella doccia, dove passò almeno quarantacinque minuti, immerso nei suoi pensieri. Quando uscì dopo essersi vestito con dei vestiti puliti,decise di cercare quella piccola peste del suo coinquilino dopo aver portato lo zaino in camera.

Dal russare di prima sapeva che stava dormendo,conoscendolo, era sicuro di trovarlo sul divano davanti alla tv accesa,dopo si addormentava quasi tutte le sere invece di usare il suo letto.

Di certo non si aspettava,ne era preparato a ciò che si trovò davanti agli occhi.
Rufy era lì,

Steso sul suo letto,su un fianco,con le ginocchia al petto,rannicchiato,i capelli neri  tutti scompigliati e in disordine,sparati in tutte le direzioni,la bocca spalancata, con un rivo di bava che gli colava a un angola della bocca, e una coperta buttata malamente addosso, tutta spiegazzata,e troppo leggera per il freddo della stagione,che non lo copriva nemmeno completamente.

ma la sua mano era serrata su un lembo di una maglietta di almeno 3 taglie più grandi,la teneva vicino al viso aggrappato, come un bambino col suo orsacchiotto -già, proprio il letto di Ace, nella sua camera, stringendo una sua maglietta – in quel momento il maggiore rischiò seriamente di avere un infarto a quella scena .
Il suo respiro si mozzò e il suo cuore prese a martellargli nel petto, se non fosse stato per la gabbia toracica probabilmente sarebbe schizzato fuori. Non aveva il coraggio di fare un singolo passo, né muovere un singolo muscolo. Di certo, però, non poteva restare lì come un idiota, così si avvicinò cautamente al ragazzo più piccolo e si accovacciò davanti al letto,ritrovandosi così al altezza del suo viso,ritrovandosi a osservarlo da vicino.

Quasi non riesce a distogliere gli occhi dal suo volto, totalmente rapito dalla sua bellezza innocente.
Lentamente fece scorrere il dorso della mano lungo la sua guancia, scostandogli una ciocca di capelli che gli copriva l'occhio. Da quanto tempo non toccava quella pelle bianca come la neve? Da quanto tempo non aveva avuto più modo di vedere il suo viso?Quanto gli era mancato strizzargli quella tenere guancciotte da criceto,morbide come marscmello?troppo.Decisamente troppo tempo.

Inconsciamente si fece più vicino al suo volto , come a volerne catturare ogni minimo dettaglio e forse qualcosa in più. Magari le sue labbra, schiuse e tremendamente invitanti.
E l'avrebbe fatto, l'avrebbe fatto davvero, ma quella piccola parte ancora razionale della sua mente gli ricordò che sarebbe stato da vigliacchi farlo mentre era così indifeso.
Deviò improvvisamente, posando le labbra sulla sua fronte e scoccandogli un bacio pieno di tutto l'amore che ormai l'aveva consumato sino al midollo.

Ricevendo una manata in faccia e un «altri cinque minuti nonno »

"Oi," lo chiamo scuotendolo leggermente.Visto che non aveva altre reazioni lo scosse con più forza chiamandolo di nuovo a voce più alta, "Ru, dai svegliati.Sono tornato " Dopo vari tentativi Rufy ancora non si decideva a svegliarsi,la sua unica reazione fù iniziare a muoversi scompostamente agitandosi nel sonno, mugugnando infastidito,borbottando parole confuse e sconnesse.

Finchè non finì per colpirlo con un calcio allo stomaco e un pugno sul naso Ace lanciò un urlo di dolore tenendosi la parte lesa buttandosi per terra , ma nemmeno le sue grida di dolore per quanto tutto il palazzo l'avesse udite svegliarono Rufy che tornò semplicemente a girarsi su un fianco dal altra parte, dandogli la schiena e riprendendo a russare come se nulla fosse. Quando Ace si tirò su imprecando fra i denti vedendolo così,per quanto amasse il suo fratellino adottivo lo guardò truce ,provando l'irrefrenabile voglia di svegliarlo a suon di pugni e di restituirgli i colpi con gli interessi.

La tentazione era forte ma si trattenne chiudendo gli occhi e facendo dei profondi respiri, nel tentativo di calmarsi,ricordando a se stesso che non era colpa di Rufy se aveva il sonno pesante e tendeva ad agitarsi così quando veniva toccato mentre dormiva.Dopo tanti anni che erano vissuti nella stessa casa come fratelli adottivi e poi sempre insieme come coinquilini in quel appartamento avrebbe dovuto ricordarselo. Quando si sentì abbastanzza tranquillo decide di riprovare nel unico modo che in tanti anni fosse riuscito a svegliarlo:

"Rufy sveglia è pronta la colazione, c'è la carne!"

"Uhmm....carne" come si aspettava. La risposta del altro fù immediata,dovo vari mugoli di adorazione per quella magica parola, cacciando un urlo “ E' TUTTA MIA!”scattò a sedere spalancando entrambi gli occhi ,prendendo a guardarsi freneticamente intorno alla ricerca del sua tanto agoniata carne.

Ci vollero alcuni minuti perchè Rufy si svegliasse completamente, quando finalmente mise a fuoco la stanza, la prima reazione fù una smorfia delusa perchè non c'era nessuna carne,quando però notò la presenza al suo fianco i suoi occhi si spalancarono. Si sporse di scatto in avanti, così tanto che per poco non provocò una collisione con la testa di Ace,broccandosi fortunatamente 2 centimetri prima. Per un momento nessuno dei due disse niente,rimasero semplicemente a fissarsi,Rufy con uno sguardo ,intenso concentrato,come se lo stesse studiando,Ace troppo spaesato da quella strana reazione per dire qualcosa.

"Ace!" appena fù certo che ciò che vedeva era reale, non un allucinazione,ne un sogno,il minore non perse tempo saltandogli addosso, avvolgendogli le braccia intorno al collo e la vita con le gambe come un koala attaccato a un albero, con tanta foga da buttarlo giù, trascinare entrambi sul pavimento.

Ace steso sulla schiena e lui a sopra di lui, che continuava a tenerlo stretto a se iniziando a schioccandogli baci su tutte le guance cosparse di quelle adorabili lentiggini che gli piacevano tanto ,mormorando un "mi sei mancato," fra un bacio e l'altro contro l'orecchio . Ace ridacchiò ricambiando senza esitazione la stretta,seppellendo il naso nei suoi capelli profumati.

"Anche tu, cretino che non sei altro"

Rufy si tirò su in ginocchi,guardandolo dal altro sorridendo, quel sorriso che non mancava mai di rimescolare lo stomaco di Ace dal emozione

"Buon San Valentino!"

esclamò Questa volta premendo un bacio sulle labbra di Ace, che ricambiò subito,lasciandogli approfondire il bacio ben volentieri .

Si staccarono solo parecchi minuti dopo solo mancanza di ossigeno, entrambi con le guance rosse e accaldate e le labbra lucide e gonfie e non per il freddo.

Per un po' si fissarono semplicemente sorridendo in modo probabilmente ebete.

"Ti ho preso un regalo." Sussurrò Ace, dopo un po' , alzandosi recuperando la sua borsa,iniziando a frugarci dentro

"Eh? davvero? Te ne ho preso uno anch'io!"

"Non sapevo benchè regalo farti, cosa scegliere ," continuò Ace rovistando nello zaino

"Così alla fine ti ho preso questo " esordì tirando fuori un enorme scatola di carne cruda davanti agli occhi increduli di Rufy che si sgranarono al inverosimile,a quella celestiale visione,per un attimo Ace giurò di avergli visto due cuoricino al posto degli occhi.

Ma invece di buttarglisi addosso-o meglio sulla carne- in preda alla gioia o emettere urla entusiaste, lo vide balzare di scatto in piedi e tuffarsi sotto il letto,rispuntando fuori prima che potesse aprire bocca, con una scatola praticamente identica a quella di Ace.

"Ti ho preso la stessa cosa anch'io!"

Ace scoppiò a ridere realizzando che avevano avuto la stessa idea,prese il regalo dalle mani di Rufy poggiandolo sul tavolino vicino insieme al suo.Con le mano di nuovo libere avvolse il viso di Rufy e lo baciò per l'ennesima volta sulle labbra. "Grazie, Ru, mi piace molto ."

Rufy rise infilando le dita tra i capelli di Ace.

“Ne, Ace”

“Uhm?”

“Stavo pensando...”

“Tu che pensi ? Mi devo preoccupare?”

“Sta zitto altrimenti non continuo!”

“Va bene va bene...”

“Dicevo,visto che per San Valentino sei un po' in ritardo...”continuò dopo aver lanciato un occhiata al orologio,notando che in effetti la mezzanotte era passata da un pezzo,ormai era il 15.

“Che ne dici se festeggiamo anche il tuo ritorno a casa con un bel regalo di ben tornato?”

Ace sgranò gli occhi ma l'espressione maliziosa,che raramente vedeva sul viso solitamente bambinesco di Rufy non gli lasciò spazio a dubbi.

Rispose con un ghigno identico.

“Dico che per una volta hai avuto un ottima idea” esordì rimettendosi in piedi,Rufy ancora in grembo,tenendolo saldamente per i fianchi

“E penso che questo regalo mi piacerà quasi più del altro...” mormorò sul collo prima di stendenderlo sul ltto.

"Ti amo."

"Ti amo anch'io."

”Buon San Valentino mio Valentino ”

 
  
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