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Autore: Lady Diamond    15/02/2015    1 recensioni
E se i nostri personaggi preferiti fossero dei semplici(o quasi normali) liceali dell'esclusivo Beyblade high school in California? All'interno di questa scuola vi è una lotta fra i ragazzi,campioni di pallacanestro a livello nazionale,e le ragazze,campionesse nazionali di cheearliding.
Il motivo di questa faida? semplice rivalità, ma non solo scolastica,perchè... . Fra amori,litigi,impegni extrascolastici e scuola riusciranno i nostri eroi a sapellire l'asse di guerra? o arriveranno all'esame di stato a pezzi? Cosa succederà se i protagonisti saranno messi davanti al loro passato e alle loro reali emozioni? E cosa succederà quando Queen distruggerà ogni singolo rapporto umano solo per il desiderio di vendetta?
Estratto dal primo capitolo:
La storia di quei nomi era nata durante il terzo anno,quando le ragazze divennero cheerleader. Per questo motivo molti ragazzi cercavano di avvicinarsi al gruppo,ma venivano continuamente snobbati, così , i neo campioni nazionali,a causa dei continui rifiuti delle ragazze,affibbiarono quel nome al gruppo femminile,che per ripicca denominarono quella squadra Scimmie,paragonando il loro livello intellettivo pari a quello dell’animale in considerazione"
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Mariam, Mister X, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Silent Tears '
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Mariam era  in ansia, si trovava da circa dieci minuti davanti alla porta della villetta ed era indecisa su cosa sarebbe successo quella sera.
In passato si era trovata diverse volte in quella casa ma con lei c’era sempre stata sua madre, non aveva paura ma avvertiva un senso di inquietudine, così prese un forte respiro e bussò e si trovò davanti una ragazza che non aveva mai visto e ciò la insospettì.
“Ciao, tu devi essere Mariam, entra” esordì la biondina con un tono gentile e sorridendo, il che fece incuriosire la ragazza.
“Esattamente” rispose la cinesina rispondendo al sorriso.
“Io sono Crystal, la sorellina di Ozuma” .
A quelle parole  la cheerleader non sapeva che rispondere, in fondo il suo ragazzo non le aveva mai parlato di lei e la cantante non l’aveva mai vista.
Mariam iniziò ad osservare la ragazza, aveva i capelli biondi lunghi fino alle spalle e grandi occhi verdi identici a quelli del fratello, ma i modi di fare le erano sembrati diversi, ma le ispirava un senso di simpatia.
Entrambe entrano in salotto, dove Mariam venne accolta dai genitori del suo ragazzo calorosamente, e ciò la fece calmare un po’, nonostante continuasse ad avvertire quel fastidioso senso d’inquietudine a cui non sapeva dare una spiegazione logica.
Appena tutti si furono accomodati Crystal cercò di aprire un qualche discorso. Era felice per suo fratello anche se avvertiva un senso di gelosia poiché per diversi anni lei era stata l’unica donna per il ragazzo, e sapeva che da qualche mese non era più così, anche perché lei aveva vissuto lontana da quella casa in un college privato, dove spesso si era sentita sola ma anche libera, in fondo aveva solo sedici anni.
“Allora Mariam, raccontaci qualcosa di te” esordì la ragazza allegramente, era curiosa di sapere di più sulla cantante.
La cheerleader guardò il suo ragazzo quasi in cerca di aiuto, non sapeva cosa rispondere, lui le accarezzò una mano e la mora immediatamente avvertì un po di calma, e così rispose:
“Sono una normale ragazza di diciotto anni, ho il mio gruppo musicale e faccio parte della squadra delle cheerleader”.
“Sei il capitano” la corresse il ragazzo facendole una linguaccia che fece ridere le due ragazze, riuscendo a creare un’ambiente di pace e tranquillità.
“E mio fratello? Come lo hai conosciuto?” chiese Crystal con un tono curioso e guardando i due ragazzi.
I due si sorrisero, mentre le loro menti vagavano sui loro ricordi preziosi ed insieme dissero “E’ una lunga storia”.
Dopo qualche minuti si recarono in sala da pranzo.
La stanza era grande e spaziosa, mentre la tavola era stata apparecchiata elegantemente da qualche cameriera, sotto la direzione di Sharon, la madre di Ozuma, che dava l’impressione di essere una donna austera ma anche molto dolce.
La cena passò velocemente e dopo qualche minuto il gruppo entrò nuovamente nel salotto, dove la donna chiese: “Allora Mariam, cos’hai intenzione di fare dopo il liceo?”
La ragazza rimase senza parole siccome non aveva pensato ancora al futuro, nonostante avesse inviato diverse domande ad alcune facoltà della Ivy League, fra cui  la Columbia e Yale.
In parte desiderava continuare la carriera da cantante, anche perché aveva da poco ricevuto un’offerta che poteva cambiarle la vita, ma in parte avrebbe potuto rovinarle rapporti, dall’altra avrebbe voluto continuare a studiare, nonostante il suo cuore le dicesse di continuare con la vita che stava conducendo e che lei amava.
“Sinceramente signora, non ne ho idea” rispose la cinesina con sincerità, e la donna la guardò con un’espressione strana, e prontamente disse:”
“Midori mi ha detto che hai mandato la tua domanda a Yale, sai mio figlio andrà là. Proprio oggi è arrivata la risposta! Potreste continuare insieme”.
Ozuma guardò Mariam con un’espressione trasognante, si sentiva estremamente felice per quelle notizie, soprattutto perché la sua ragazza probabilmente avrebbe studiato nel suo stesso college.
Nella sua mente immediatamente affiorarono le parole della canzone che avevano scritto insieme.
 
-I was thinking about you, thinking about me.
Thinking about us, what we gonna be?
Open my eyes; it was only just a dream-
 

Sorrise ed immediatamente si voltò verso la cheerleader e con un tono quasi commosso le chiese:
“Davvero verrai a Yale con me?”
Lei, che in quel momento stava maledendo mentalmente sua madre, non sapeva cosa dire, si sentiva confusa e aveva paura di dirgli la verità e soprattutto di scoprire quale sarebbe stata la sua reazione, e così decise di dire una mezza verità.
“E’ probabile che io venga a Yale, ma non so se sarò ammessa, e poi ci sono anche altre facoltà che mi interessano”.
“Ma vedrai che ce la farai, sei una delle migliori studentesse, ti occupi di attività extrascolastiche, hai un curriculum invidiabile, di cos’hai paura?” disse lui con un tono incoraggiante e stringendo la mano alla corvina che gli sorrise, nascondendo le sue paure.
“Si lo so, ma ci sono anche altre università a cui ho fatto domanda, devo ancora decidere” rispose lei, mentre gli occhi di lui si velarono di tristezza, e così la ragazza immediatamente disse :
” Vedrai che andrà tutto bene”.
Lui le accarezzò il viso, come se volesse farle capire che qualsiasi cosa lei avrebbe scelto avrebbe accettato, nonostante avesse paura di perderla.
Dopo un’ora lui la riaccompagnò a casa e immediatamente notò che la cantante era stranamente silenziosa e ciò lo preoccupò, mentre nel suo animo diversi pensieri negativi stavano vagando, aveva voglia di chiedere cosa fosse successo, e appena furono giunti alla villetta della casa, la ragazza cercò di sfuggire dentro , ma lui la trattenne per un polso, facendola rientrare dentro la vettura.
Non voleva che gli errori del passato vincessero ancora una volta, doveva parlarle e sapere cosa fosse successo.
“Mariam, sei strana” asserì il moro con una voce seria ed uno sguardo determinato, non voleva lasciarla andare via.
“Ozuma, sto bene, sono solo stanca, ok?” mentì la cheerleader, e ciò le provocò un piccolo senso di colpa.
Aveva voglia di dirgli cosa stava provando, ma non in quel modo, non dopo quella cena.
Immediatamente lui l’abbracciò e le posò un lieve bacio sulle labbra e dolcemente le sussurrò: “Ti amo”.
Quelle due semplici parole non erano mai state forti come in quel momento, i sentimenti battevano forti come non lo erano mai stati, non esistevano nient’altro che loro.
“Sai che puoi dirmi tutto” continuò il ragazzo soffiando all’orecchio della fidanzata
“Ti amo anche io” rispose lei dolcemente posando nuovamente le sue labbra sulle sue.
Lo amava davvero, ma sapeva che le sue scelte avrebbero potuto rovinare quel rapporto che avevano creato con tanta difficoltà, aveva paura di perderlo nuovamente.
Sentì le lacrime pungere gli occhi e con un grosso sforzo cercò di cacciarle e velocemente sfuggì dalla macchina, lasciando il giovane senza parole.
Appena fu dentro corse nella sua stanza e si buttò sul letto ed iniziò a svuotare tutto i suoi dubbi e le sue frustrazioni con le lacrime, e piangendo prese sonno.
 
La sera seguente Kei, Mathilda, Ozuma, Hilary, Julia, Yuri, Rei e Mao erano stati convocati per una missione da spie, si sentivano pieni di energia siccome non scendevano in campo da molto tempo.
Adoravano quel lavoro, soprattutto i due giovani russi e la spagnola, a cui era stato proposto di entrare nell’agenzia come addestratori per le nuove reclute e ovviamente per missioni più serie ed erano decisi ad accettare.
Ormai le loro agenzie collaboravano da mesi e quindi i ragazzi erano diventati colleghi, la loro grande squadra era una delle migliori della società.
Ozuma vagava vicino agli spogliatoi delle ragazze in attesa che una delle tre potesse rispondere alle sue domande sull’assenza di Mariam sia a scuola che in missione, poiché la ragazza non aveva risposto alle sue chiamate tutto il giorno e pensava che fosse successo qualcosa di grave.
Ad un tratto vide Hilary uscire dalla stanza e appena lo notò gli si avvicinò.
“Ozuma, che succede? Che ci fai da queste parti?” domandò la Tachibana con un tono preoccupato.
“Mariam sembra sparita” rispose il giovane con un tono sommesso.
La ragazza lo guardò spiazzata, ma capì immediatamente che c’era qualcosa che turbava la sua amica e sapeva anche cosa: il loro gruppo musicale forse si sarebbe sciolto, o meglio, avrebbero continuato a suonare insieme, ma probabilmente avrebbero anche intrapreso la carriera da soliste e quindi non frequentare l’università, siccome non avrebbero avuto molto tempo.
La castana sapeva cosa fare: lei avrebbe continuato con il loro gruppo e rinunciato a quella carriera siccome i suoi obbiettivi erano ben altri. La giovane immediatamente pensò a cosa dire all’amico:
“Stai tranquillo, vedrai che sta bene, forse è solo influenzata. Sono diversi giorni che dice di non sentirsi molto bene”.
Lui la guardò con un tono poco convinto, ma non riuscì a ribattere a causa delle presenza delle altre due ragazze che erano appena sopraggiunte.
Appena il gruppo si fu riunito entrarono in azione.
Quella sera avrebbero dovuto sventare un colpo alla banca.
Sistemarono tutta l’attrezzatura e si nascosero nei posti prestabiliti appena in tempo poiché i ladri entrarono immediatamente in azione riuscendo ad eludere i sistemi di sicurezza, che apparentemente erano ottimi.
I malviventi con poca difficoltà raggiunsero il cavò della banca e iniziarono a svuotare.
“Cosa cercate di fare” disse Mathilda a voce alta dal suo nascondiglio.
I ladri iniziarono a cercare la ragazza senza successo, quando uno dei tre prese in ostaggio una ragazza: Mao.
La cinesina aveva paura per la sua vita, ma sapeva che i suoi amici l’avrebbero aiutata in qualche modo.
Rei osservava la scena dall’alto stringendo i pugni convulsamente, voleva entrare in azione ma doveva mantenere la calma che in quel momento sembrava averlo  abbandonato.
“Avete sbagliato persona” sibilò ancora Mathida, cercando di distrarre i ladri che iniziarno a sparare colpi di pistola a vuoto, ma uno di questi colpì la tedesca ad una spalla che urlò di dolore. Kei prontamente le si avvicinò e senza dire nulla strappò un lembo di stoffa dalla tuta della ragazza per fermare il sangue.
Dolorante la ragazza osservò il suo salvatore, sentire le mani calde del ragazzo sulla ferita, nonostante il dolore, l’aveva aiutata a calmarsi.
“Grazie” disse lei con una smorfia di dolore, ma sapeva che in quel momento non poteva pensare ai suoi sentimenti.
“Pensiamo alla tua amica” ribattè il russo con un filo di voce e sgattaiolando nuovamente verso la sua posizione.
Improvvisamente Rei entrò in azione e riuscì ad atterrare alcuni dei rapinatori, ma non a salvare Mao che stava tremando per la paura avendo una pistola alla testa.
Il ragazzo la guardò e lei immediatamente capì e ricordando le mosse di karatè si liberò atterrando il quinto membro del gruppo.
I due si abbracciarono, mentre gli altri ragazzi riuscirono a catturare gli ultimi due rapinatori.
Entrambi avevano avuto paura per le loro vite, paura di non vedersi più, in quel momento non gli importava cosa stesse succedendo, quello che contava per loro era stare insieme, non gli importava se quello era il posto o il momento sbagliato poiché entrambi avevano bisogno di quel contatto che bramavano da mesi.
 
La mattina seguente, durante l’ora di  pranzo Mathilda uscì fuori dalla stanza per cercare Kei e poco dopo lo trovò sul tetto della scuola mentre fumava una sigaretta.
La tedesca gli si avvicinò con passo incerto, i sentimenti per lui non erano cambiati ma non sapeva come comportarsi, soprattutto dopo gli avvenimenti della sera precedente, e mentre il suo cuore sembrava volerle uscire dal petto lentamente gli si avvicinò.
“Hey” sibilò la ragazza con un tono sommesso, sperando di attirare l’attenzione del nippo-russo.
“Hey” rispose lui freddamente e ignorando completamente lo sguardo della cheerleader, che lo osservava da lontano.
Lei gli corse incontro, e gli si parò davanti perdendosi negli occhi ametista del ragazzo, improvvisamente si alzò sulle punte e stampò un bacio sulla guancia del giovane e subito corse via.
Lo studente rimase in silenzio mentre con una mano si accarezzò il punto appena sfiorato dalle labbra della ragazza.
Quel contatto non lo aveva infastidito, ma gli aveva provocato una strana, ma piacevole sensazione. Aveva sempre pensato che Mathilda fosse una ragazza fragile, ma non aveva mai avuto una reale occasione per conoscerla.
 
Era passata una settimana da quando Mariam non si presentava a scuola, non perché non si sentisse bene ma perché aveva deciso cosa voleva fare della sua vita e così aveva deciso di impiegare quella settimana scrivendo canzoni e raccogliendo quelle che aveva scritto in passato.
Si sentiva stanca, ma anche felice e triste.
La ragazza era nel piccola palestra-studio, che aveva fatto costruire nella sua villetta diversi anni prima, mentre suo padre la dirigeva.
Amava lavorare con suo padre, esattamente come amava cantare ma si sentiva anche inquieta.
Le mancava il suo ragazzo e desiderava poter parlare con lui  in qualche modo, mentre nella stanza si sentivano le parole della nuova canzone.
Boom!, Boom!, Boom!, Clap!
 
You're picture perfect blue
Subathing on the moon
Stars shining as your bones illuminate
First kiss just like a drug under your influence
 
Take me over you're the magic in my vains
This must be love

 
“Salve” disse Ozuma salutando il padre della sua ragazza.
Lui ci fece segno di fare silenzio e di osservare lo schermo e quando lo fece sorrise, prese un paio di cuffie e anche lui iniziò a sentire le parole della ragazza.
 
Boom!, Clap! the sound of my heart
the beat goes on, and on, and on, and on
Boom!, Clap! Ya make me feel good
come on to me, come on to me now
 
Boom!, Clap! the sound of my heart
the beat goes on, and on, and on, and on
Boom!, Clap! Ya make me feel good
come on to me, come on to me now

 
 
Gli piaceva vederla sorridere e ballare, gli era mancata quella settimana e quella parole gli arrivavano dritte al cuore, sembravano scritte per lui e tutte le paure avute fino a quel momento sembravano essere sparite.
 
No silver or no gold could dress me up so good
You're the glitter in the darkness of my world
Just tell me what to do, I'll fall right into you
Going under cast a spell just say the word
I feel your love.
 
Boom!, Clap! the sound of my heart
the beat goes on, and on, and on, and on
Boom!, Clap! Ya make me feel good
come on to me, come on to me now
 
You are the light and I will follow
You let me lose my shadow
You're the sun, a glowing halo
And you can keep burning up with your love, uh

 
 
“Va pure dentro” disse George, indicando la porta al ragazzo che immediatamente si precipitò dentro.
Lei gli sorrise mentre continuava a cantare, si sentiva felice poiché finalmente avrebbe raccontato la verità al ragazzo.
Appena la canzone finì lei gli corse incontro e lo abbracciò.
“Dobbiamo parlare” disse la moretta stringendo la mano del suo ragazzo e trascinandolo fuori da quella stanza e dalla sua casa.
 
 
 

Spazio autrice:
beh, chi non muore si rivede, sono tornata a quanto pare XD
comunque, non so se qualcuno leggerà ancora questa fanfiction ormai vecchietta e aggiornata raramente, ma ho  intenzione di riprendere a scrivere, intanto sto revisionando anche gli altri capitoli (per  ora i primi due) e rileggendo mi è venuta voglia di scrivere.
Non prometto che aggiornerò presto, ma lo farò: voglio finire questa storia.
Ringrazio chi mi ha lasciato una recensione, sia positiva che negativa e chi leggerà questo nuovo capitolo.
I capitoli d'ora in poi saranno postati ogni venerdí, ho ritrovato l'ispirazione e so come continuare la storia. Dal prossimo capitolo inizieremo a vedere diverse situazioni e relazioni rimaste in sospeso, quindi anche le altre coppie avranno il loro spazio. Un bacio a tutti.
Crystal/Sweetstar92 .

   
 
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