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Autore: FABRIZX    15/02/2015    1 recensioni
Due ragazzi e due sogni. Un solo viaggio. Tom vuole diventare un Capopalestra di Tipo Veleno. Fabrizio vuole diventare un Maestro di Pokémon per potersi confrontare col Pokémon Drago che ha visto da bambino. Uniranno le loro forze per affrontare le Palestre e la Lega di Kanto e Johto. Sembrerebbe non esserci niente di nuovo. Sembrerebbe una storia come tante altre nel mondo dei Pokémon... ma ogni Allenatore sa che ogni viaggio è diverso e l'avventura di Fabrizio e Tom sarà un viaggio alla scoperta di segreti incredibili ed emozioni mai provate prima. Sarà un viaggio come quelli di tanti altri... e un' avventura come nessun'altra! Perchè per diventare dei veri Maestri Pokémon, e conquistare un posto a fianco dei grandi, Fabrizio e Tom dovranno combattere al fianco dei propri Pokémon fino alla fine e contare non solo sulla loro abilità, ma anche e soprattutto sulle loro amicizie, i loro sentimenti e la guida del loro cuore!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Prof Oak, Red
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Puntata 8- “Che vinca il migliore!”

 

 

 

 

Lo Slowpoke dondolò la testa, sbattendo le palpebre, e sbadigliò nell'aria della mattina, fissando la ragazza seduta sulla panchina, che dondolava avanti e indietro con aria riflessiva nell'aria fresca del mattino. Marta ricambiò per un attimo lo sguardo del Pokèmon, con aria curiosa.
La presenza di svariati Slowpoke per le strade, rispettati e accuditi dagli abitanti, era una delle cose che rendeva famosa la cittadina di Azalina. Una leggenda raccontava che in passato proprio lo sbadiglio simultaneo di molti di quei Pokémon Psico avesse salvato la città da una tremenda siccità.
Per qualche secondo, la ragazza dai lunghi capelli castani cercò di figurarsi la scena.
Poi, forse contagiata dal Pokémon Ronfone, sbadigliò cercando di conservare un contegno e si voltò a guardarsi verso l'ingresso della Palestra.
Ripensando agli eventi di pochi minuti prima, sbuffò seccata.
Il custode della Palestra non aveva voluto lasciarla entrare, perchè l'incontro era già iniziato, e Marta aveva la netta impressione che provasse un malizioso piacere a negarle l'accesso. Se solo non si fosse messa a passeggiare per la città prima di dirigersi alla Palestra...
La sera prima, dopo essere stato sconfitto in battaglia e averle consegnato la Medaglia Alveare, Raffaello aveva detto che avrebbe portato la sua squadra al Centro Pokémon all'istante, per poi riaprire la Palestra alle 9:00 del mattino seguente.
A giudicare dal tempismo, Fabrizio doveva essere riuscito ad entrare praticamente appena si erano aperte le porte... e lei aveva perso poco più di 5 minuti ed era rimasta tagliata fuori.
Marta sbuffò di nuovo. Poter osservare la strategia di Fabrizio in una battaglia che presentasse qualche reale difficoltà (non la ridicola scaramuccia con le Reclute del Team Vuoto, o quel che erano...) sarebbe stato un notevole vantaggio per il loro scontro imminente.
E oltretutto, c'era un dettaglio che la lasciava perplessa: quando diavolo era arrivato in città? Non lo aveva visto per tutta la sera, e aveva dormito al Centro Pokémon. Quella mattina non l'aveva notato da nessuna parte, salvo poi scoprire che si era praticamente materializzato direttamente nella Palestra.
Marta guardò di nuovo lo Slowpoke, che non si era minimamente mosso da dove si trovava in precedenza, e che scelse quel momento per sbadigliare di nuovo.
Per un assurdo istante, la ragazza si chiese se il Pokémon la trovasse noiosa.
Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si prese la testa tra le mani, socchiudendo per qualche momento gli occhi grigioverdi. Avrebbe voluto far uscire i suoi Pokémon e passare un po' di tempo con loro... ma non aveva idea di quanto ci avrebbe messo ancora Fabrizio ad uscire dalla Palestra, e non se la sentiva di rischiare di rivelare l'unico membro della sua squadra che il ragazzo ancora non conosceva.
Non restava che aspettare... una cosa così semplice, e al contempo così insopportabile.
Assunse un'espressione sconsolata. Possibile che fosse così nervosa per una semplice lotta di Pokémon?
Beh, trattandosi di uno che dice di avere il mio stesso obbiettivo, forse dovrei.
Per qualche momento ancora, rimase persa nei suoi pensieri, a guardarsi intorno tra il sognante e il pensieroso, cambiando posizione sulla panchina, aspettando.
Poi, d'un tratto, il tuono secco di un'esplosione la fece sobbalzare, portandola quasi sul punto di cadere dalla panchina per la sorpresa. Cosa diavolo...?
Si voltò rapidamente verso la Palestra. Una delle finestre laterali si era infranta, sputando fuori schegge di vetro e sbuffi di fumo nero. La ragazza sbattè più volte le palpebre, piuttosto allibita.
Francamente eccessivo, credo. Cosa avrà mai fatto per ottenere un risultato del genere?
Mentre ancora se lo domandava, un rumore decisamente diverso cominciò ad emergere dalla finestra distrutta: senza ombra di dubbio, era il suono di un certo numero di applausi.
Wow... ha fatto in tempo ad entrare perfino il pubblico. Probabilmente quelli che hanno visto la mia lotta hanno passato parola appena hanno saputo dell'arrivo di un altro sfidante. Due lotte in Palestra in due giorni non è qualcosa che capita spesso.
Marta si alzò dalla panchina, con espressione di colpo fiera e determinata, pronta ad andare incontro al suo rivale. Si chiese come le fosse venuto naturale considerarlo in quei termini. Dopotutto, l'aveva conosciuto come uno dei tanti Allenatori che partono all'avventura, e durante il loro unico altro incontro avevano collaborato... perchè proprio quel ragazzo sarebbe dovuto essere l'avversario più importante nel suo viaggio?
Beh, era arrivato il momento di scoprirlo. Di mettere alle prova la sua sensazione e il talento di entrambi. Era arrivato il momento del loro scontro.

Raggiunse l'ingresso della Palestra proprio mentre le porte si spalancavano, e un drappello di persone fluì fuori dall'ingresso, dividendosi in gruppetti che conversavano animatamente.
“Non mi sarei aspettato che attaccasse in quel modo...”
“Ti sbagli, non è stata quella la sua mossa più originale, anzi...”
“Bah, secondo me oggi Raffaello era distratto.”
“Tu cosa ne pensi? Secondo me, quel ragazzo andrà lontano, però...”
“Sai, in fondo...”
“Un Combusken? Non ne avevo mai visto uno!”
“E un Deino, poi... dite che è di Borgo Foglianova?”
Ah, ecco da dove viene...
“Certo che questi due giorni sono stati interessanti...”
“Ma quella non è la ragazza di ieri...?”
“Che fine ha fatto quel ragazzo, poi?”
“Credo che sia ancora dentro a parlare con il Capopalestra.”
“Comunque, hai visto quando...”
Cogliendo stralci di conversazione, Marta si guardavo intorno perplessa, alla ricerca di un qualsiasi segno... una bandana nera, un cespuglio di capelli castano scuro... qualcosa, insomma.
Non vedendo nulla, concluse che evidentemente era ancora dentro, come aveva sentito dire poco prima, e puntò verso la porta con passo deciso...
“Cercavi qualcuno?” esordì una voce alle sue spalle.
Marta trasalì, e si voltò con una certa lentezza. Fabrizio era lì, con uno dei suoi sorrisetti beffardi, e si stava appuntando al risvolto interno della giacca la Medaglia Alveare.
Accanto a lui, con la sua solita canottiera nera e il cappello con visiera girato al contrario sopra i cortissimi capelli scuri, c'era Tom, a braccia conserte, con espresssione dura.
“Ehi... lo sai che mi hai fatto prendere un colpo, vero?” esordì la ragazza, alzando un sopracciglio.
Fabrizio sogghignò ancora di più: “Assolutamente.”
“Da dove saresti arrivato, scusa? Pensavo fossi dentro...”
“Infatti c'ero. Ciao, a proposito.” replicò lui con la stessa espressione.
Marta sbattè le palpebre, come presa in contropiede: “Sì, beh, ciao anche a te. Quand'è che sei arrivato in città? Non ti ho visto ieri sera.”
Ci fu una brevissima pausa di silenzio, durante la quale Marta si rese conto che molte delle persone intorno avevano rallentato, se non si erano proprio fermate ad ascoltare. La cosa la mise un pochino a disagio, e dall'espressione di Fabrizio sembrava fosse lo stesso anche per il ragazzo.
Poi, il giovane dalla chioma castana rispose: “Sono arrivato in città qualche minuto prima delle 9:00... Il tempo di finire la colazione e poi sono andato direttamente alla Palestra.”
Marta rimase ancora più perplessa: “E... dove avresti dormito, scusami?”
“In mezzo al bosco vicino al Percorso 33. Fammi indovinare... non sei il tipo che dorme spesso all'addiaccio, immagino.” replicò lui. Sembrava che la prendesse in giro.
“Non se posso evitarlo, no. Ma il mio sarà un viaggio lungo e difficile, per cui sì, dovrò sperimentare ogni sorta di cose.” ribattè piccata la ragazza.
Fabrizio ridacchiò: “Avevamo qualcosa in sospeso, giusto?”
Marta annuì con un sorriso, contenta di avere un modo per cambiare argomento e tagliare corto quella discussione in pubblico: “Per quanto mi riguarda, sono pronta. Tu, invece? Non dovresti far riposare la squadra dopo l'incontro?”
“Esattamente” confermò il ragazzo: “Però non dovrebbe volermici molto. Per quanto mi riguarda, ci vediamo al campo di lotta vicino al Centro Pokémon tra una ventina di minuti. Per te può andare?”
“Certamente! A tra poco, allora, io vado a prepararmi.” rispose Marta, e fu in quel momento che Tom intervenne: “Preparati bene, perchè anche dopo aver sconfitto il Capopalestra il mio amico non è per niente stanco. Tra venti minuti avrai una bella lezione di lotta...”
“Tom, per favore...” disse piano Fabrizio, che a Marta parve visibilmente irritato.
Tom, invece, evidentemente non colse il tono dell'amico: “Cosa c'è? Avevi detto che gliel'avresti fatta vedere, no? Sono sicuro che...”
Gli occhi di Fabrizio mandarono un lampo, e il ragazzo sibilò: “Io ho detto... che avrei fatto del mio meglio. Non posso far vedere altro che la verità. Sarà il migliore di noi a vincere.”
Tom lo fissò stupito: “Sì, ma...”
Fabrizio lo interruppe seccamente: “Io non ho detto nient'altro. Darò il massimo in questa sfida... il resto sono parole al vento. Parlerò pure troppo, ma non parlo a vuoto.”
Si rivolse a Marta: “Ci vediamo tra venti minuti al campo di lotta, ok?”
La ragazza annuì, decisamente perplessa dalla piega che aveva preso la conversazione.
Per un attimo, sembrò che Fabrizio stesse per aggiungere qualcosa, poi il ragazzo parve ripensarci, la salutò col suo curioso cenno, e si avviò verso il Centro Pokémon, seguito a ruota da Tom, che borbottava qualcosa.
Marta sospirò brevemente, mentre la gente se ne andava vociando. Tutto sommato, pareva che il tempo per una breve passeggiata con i suoi Pokémon ci sarebbe stato, prima della sfida più attesa.

 

 

Fabrizio sospirò, osservando il gruppetto di gente che si era radunato intorno al campo di lotta del Centro Pokémon. Sulle prime non se lo sarebbe aspettato. La vita ad Azalina doveva scorrere piuttosto monotona se la gente poteva e voleva seguire due incontri di Pokémon di fila nella stessa mattina.
Tuttavia, non poteva davvero dire che gli dispiacesse.
Sperò solo di dimostrarsi all'altezza del pubblico... certo, in Palestra l'aveva fatto. Ma questo aveva contribuito solo ad alzare le aspettative.
Accanto a lui, Tom scrutava un po' in tutte le direzioni, attendendo l'arrivo di Marta. Si sistemò il berretto sulla testa, e si rivolse all'amico: “Arriva o no? È scorretto farti aspettare così...”
Fabrizio alzò gli occhi al cielo: “Avrà i suoi tempi. Tanto non stiamo correndo. Ah, e scusami se sono stato un po' brusco, prima, ma non pensavo fosse il caso di darle addosso in quel modo. Come mai ti sta così antipatica?”
Tom sbattè le palpebre, colto di sopresa dalla domanda: “Io... Boh. Non lo so esattamente. Un po' non mi ci trovo con le ragazze. E lei mi sembra sentirsi chissà chi.”
Fabrizio ridacchiò: “Come se io fossi sempre modesto...”
Tom ribattè con decisione: “Sì, ma noi siamo amici. E poi lei è la tua rivale. È partita praticamente insieme a te e vuole arrivare prima. Se faccio il tifo per te, lei non può starmi simpatica.”
Ci fu una pausa di silenzio, prima che Fabrizio si voltasse verso Tom: “Grazie del sostegno... però a volte ci sono dei rivali che possiamo rispettare. E di cui si può essere amici, fuori dalla competizione. Ti dirò, lei mi ha colpito. Sto cercando di capire se e quanto ci somigliamo...”
“Secondo te ti somiglia?” fu perplesso Tom.
“Come ti dicevo... vorrei vedere quanto a fondo.” fu la risposta dell'amico. “Oh, eccola!” esclamò poi Fabrizio.
Marta incedeva con eleganza verso l'estremità opposta del campo di lotta, dove si fermò, con una mano appoggiata al fianco. Fabrizio la fronteggiava a gambe leggermente divaricate, reggendosi il mento col braccio sinistro, e sfoggiando l'abituale sorrisetto beffardo.
“Pare che faremo un debutto in grande stile.” cominciò il ragazzo, accennando al piccolo pubblico.
“Ci tocca, sì.” fu la risposta di Marta.
“Pronta?” la provocò Fabrizio.
“Ma dai? A questo punto... e tu?” civettò lei.
“E me lo chiedi anche...” sogghignò lui.
Quasi manovrato da un abile regista, un refolo di vento si fece sentire proprio in quel momento, increspando la tensione che vibrava in sottofondo.
Marta fissava l'avversario con un sopracciglio leggermente sollevato, e un'espressione intensa.
Fabrizio aveva lo sguardo acceso e puntato verso di lei come se stesse prendendo la mira.
Lasciarono montare l'anticipazione ancora per qualche istante, assaporando il momento...
Lo sguardo di Tom si fece attentissimo, e la piccola folla sembrò protendersi verso il campo.
Due voci, all'unisono, proruppero in un grido: “COMINCIAMO!!!”
I due ragazzi si prepararono a lanciare le Poké Ball, con gesti rapidi e decisi, quando...
“Ehi, ehi, ehi! ...eh... aspetta.” incespicò Fabrizio.
Marta si fermò nel bel mezzo del lancio, sbattendo le palpebre: “Ehm... cosa?”
Fabrizio sospirò: “Le regole della sfida. Andrebbero annunciate.”
Dal pubblico, si udirono frammenti di risatine e commenti sottovoce.
Lei sembrò sobbalzare, come se qualcuno le avesse schioccato le dita davanti al naso: “Ah... ehm... già. Lo avevo dato per scontato, in effetti. Battaglia totale, no? Tre contro tre , sostituzione libera, chi elimina la squadra avversaria vince. Ok?”
“Non chiedevo di meglio.” ridacchiò il ragazzo dai capelli castani: “Tom! Ci faresti da arbitro?”
“Sicuro, amico!” fu lesto a rispondere l'altro. Si piazzò a metà della linea di bordocampo, tendendo le braccia in orizzontale, una verso ciascuno sfidante, e annunciò con voce sonora: “Inizia la sfida tra Fabrizio, della città di Borgo Foglianova, e Marta, della città di...?”
Tom si interruppe, guardando interrogativamente la ragazza, che annuì prima di rispondere: “Solarosa.”
Tom ringraziò con un cenno, apparentemente sorpreso di aver avuto uno scambio verbale con Marta senza litigarci, e proseguì: “... Marta, della città di Solarosa!”
Fabrizio osservava la sua avversaria con accresciuto interesse.
La Regione di Hoenn, dunque... decisamente interessante.
Tom continuò con l'annuncio di rito: “Entrambi gli sfidanti utilizzeranno tre Pokémon, e potranno effettuare sostituzioni in qualsiasi momento. L'incontro finirà quando uno dei due sfidanti non avrà più Pokémon in grado di combattere.”
Ci fu un'ultima, interminabile pausa di alcuni secondi. Fabrizio si voltò in direzione di Tom e sorrise, facendo l'occhiolino all'amico.
Il ragazzo si sistemò il cappello, e abbassò di colpo le braccia, gridando: “CHE VINCA IL MIGLIORE!!”
E finalmente, l'incontro ebbe inizio.
Fabrizio non si fece attendere: “Ora cominciamo davvero! Vai, Geodude!!!”
Scagliò con foga la Cura Ball, che si spalancò portando in campo il Pokémon di Tipo Roccia.
Geodude lanciò un paio di pugni a vuoto, e poi un grido acuto di sfida.
Gli occhi di Marta lampeggiarono, mentre si faceva rimbalzare una Mega Ball in mano, per poi lanciarla con un incitamento: “Tocca a noi. Nidorina, scendi in campo!”
La Ball si aprì con un lampo, e il Pokémon Velenago si materializzò sul terreno della sfida, poggiata sulle quattro zampe. Annusò l'aria e si voltò verso la sua Allenatrice, annuendo decisa. Poi si rizzò sulle zampe posteriori e attese, con una posa che lasciava intendere come volesse essere un'avversaria difficile.
“Wow! Un Pokémon di Tipo Veleno niente male!” fu il commento istintivo di Tom. Inaspettatamente, Marta gli sorrise: “Ti ringrazio... ci conosciamo da poco, ma pare che ci sia una buona intesa tra me e lei.”
Fabrizio non commentò, mentre il suo sguardo si faceva più concentrato.
Un Pokémon di Tipo Veleno contro un Tipo Roccia/Terra...? Mossa interessante. E rischiosa. Possibile che sia solo uno sfoggio di abilità? O c'è una tattica dietro?
Il ragazzo dalla chioma tempestosa respirò profondamente, come tentando di dilatare i secondi preziosi che dovevano permettergli di ideare la sua strategia. Pensò al Nidoran di Tom, il Pokémon più simile a Nidorina che avesse visto in azione, e a quello che conosceva sul Pokémon della sua avversaria. Per quale motivo avrebbe dovuto usare un Pokémon con uno svantaggio di tipo evide...
Gli occhi di Fabrizio si spalancarono.
Ecco perchè! La tattica c'era eccome... Devo finirla in fretta, se voglio avere una possibilità.
E devo iniziare nel modo giusto.
Fabrizio sogghignò, rivolgendosi all'avversaria: “Bel tentativo, Marta. Ma non ti sottovaluterò come speravi che facessi! Geodude, Lucidatura, ed esci dalla sua traiettoria!”
Toccò a Marta spalancare gli occhi: “Co... cosa? Non credo di aver capito.”
E invece, la ragazza aveva capito benissimo. Si morse il labbro, frustrata. Addio effetto sorpresa, dunque. Serviva un contrattacco istantaneo: “Fermalo con Velenospina, ora!!”
Nidorina non se lo fece ripetere due volte, e chinandosi in avanti sparò una raffica di aculei violetti dal corno, in direzione di Geodude.
Il Pokémon Roccia completò l'attacco Lucidatura mentre gli aghi sfrecciavano verso di lui. Il suo corpo levigato scintillò un istante, e il Pokémon si lanciò di lato, appena un attimo troppo tardi.
L'attacco lo colpì di striscio, alzando una certa quantità di scintille. Geodude traballò, spinto all'indietro, ma il danno sembrava minimo. Un vocio eccitato si alzò dalla gente intorno.
Fabrizio osservò il suo Pokémon, con una certa apprensione. Gli attacchi di Tipo Veleno hanno effetto rapidamente, per cui dovrebbe essere riuscito ad evitare l'avvelenamento. Ottimo, ma anche così non abbiamo un vantaggio di velocità su Nidorina. Devo prendere un po' di tempo...
Sorrise lievemente. Forse sapeva come.
Anche Marta sorrideva: “ Un bell'inizio. Anche se abbiamo sferrato noi il primo colpo, te la sei cavata piuttosto bene. Spero che la lotta continui così.”
“Questo sta a entrambi.” fu la risposta di Fabrizio, che subito dopo ordinò: “Geodude, parti con Azione, e pronto al mio segnale!”
Il Pokémon Roccia/Terra annuì, e spingendosi con forza con le braccia caricò in avanti, levitando a pochi centimetri da terra, puntando a Nidorina.
“Un attacco diretto!!” constatò Marta, con tono compiaciuto: “L'hai voluto tu! Doppiocalcio, Nidorina!”
Gli occhi di Fabrizio lampeggiarono, mentre Nidorina scattava a sua volta verso Geodude, e un sorrisetto soddisfatto increspò le labbra del ragazzo.
Esattamente quello che avevo in mente. La combinazione tra la velocità di Nidorina e Doppiocalcio sarebbe letale per Geodude... SE mi avesse colto di sorpresa.
“Destra!!” ordinò seccamente Fabrizio, mentre Nidorina, vicinissima a Geodude, saltava girandosi a mezz'aria per colpire con le zampe posteriori.
Geodude eseguì all'istante, e con un braccio si spinse bruscamente di lato, schivando di misura l'attacco, e rotolando ad una certa distanza dall'avversaria. L'inerzia del colpo scagliato a vuoto spinse anche Nidorina a rotolare in avanti per qualche metro, leggermente disorientata.
“Geodude, ancora Lucidatura!” comandò rapidamente Fabrizio.
Con un verso grintoso, Geodude esegui, strofinandosi il corpo al massimo della velocità, rendendolo ancora più levigato e lucente, mentre Nidorina si rialzava di scatto, voltandosi verso l'avversario.
Marta sbattè le palpebre, colpita dalla piega presa dalla situazione. L'attacco diretto di Geodude le aveva lasciato un'apertura perfetta per un colpo superefficace, o alla peggio per avvelenare l'avversario con l'abilità Velenopunto se Nidorina fosse stata colpita...
Senonchè, in effetti, Fabrizio non aveva mai avuto intenzione di eseguire un attacco diretto, ma soltanto di portare Nidorina il più distante possibile in modo da eseguire ancora una volta Lucidatura. A questo punto, il vantaggio in velocità era passato dalla parte di Geodude.
Marta fece un respiro profondo, per poi esclamare decisa: “Bel colpo, farmi credere che volessi avvicinarti per poi allungare ancora di più le distanze. Mossa decisamente interessante, ma il tuo vantaggio in velocità non è ancora così netto, e il tuo punto debole non è cambiato! Nidorina, mettilo all'angolo e Doppiocalcio!”
Il Pokémon Velenago lanciò un acuto stridio e si lancio di corsa in avanti, percorrendo rapidamente la distanza che la separava da Geodude... ma il Pokémon di Tipo Roccia/Terra non si mosse. Guardava fisso il suo Allenatore, che teneva una mano sollevata all'altezza del viso come per trattenerlo.
La sicurezza negli occhi di Marta vacillò per una frazione di secondo. E adesso per quale motivo Fabrizio non stava reagendo all'attacco?
Dal lato opposto del campo, lo stesso dubbio passò nello sguardo del ragazzo. E se avesse agito nel momento sbagliato?
Ormai, conclusero entrambi, non aveva più molta importanza.
Nidorina era sempre più vicina, ed era sul punto di sferrare un Doppiocalcio che Geodude non avrebbe potuto schivare... Il Pokémon Velenago accelerò, preparandosi al salto...
“MAGNITUDO!” La voce di Fabrizio ruppe il silenzio in quel preciso istante.
Con un movimento fulmineo, Geodude gridò e abbattè con forza un pugno sul terreno, producendo uno schiocco rimbombante. Una frazione di secondo dopo, un'onda d'urto percorse il suolo partendo dal Pokémon, sollevando polvere, zolle e sassolini, e scavando crepe di medie dimensioni nella terra intorno a Geodude. Nel momento stesso in cui Nidorina si staccò dal suolo di qualche centimetro per attaccare, fu raggiunta dal notevole spostamento d'aria provocato dal colpo, e da svariati pezzetti di terreno scagliati contro di lei. L'impatto fu sufficiente a sbilanciarla e spedirla in volo all'indietro, rotolando per qualche metro sul campo. Si rialzò, visibilmente scossa dal colpo superefficace, ma dopo aver scosso rapidamente la testa un paio di volte parve di nuovo pronta a combattere.
Marta strinse i pugni, con una certa frustrazione, mentre Fabrizio tirava un sospiro di sollievo. Ancora una volta, il ragazzo aveva contrattaccato efficamente all'ultimo momento, ribaltando la posizione di vantaggio dell'avversaria.
Tuttavia, era preoccupato. Difficilmente il giochetto gli sarebbe riuscito una seconda volta allo stesso modo, e Nidorina si era dimostrata decisamente troppo veloce per stare tranquilli anche in questa situazione.
A giudicare dalla reazione di Nidorina, quella era una Magnitudo 6. Buono, ma tutt'altro che ottimo. Mi serve un altro modo per contrastare Doppiocalcio... e più respiro per farlo.
“Geodude, ancora Lucidatura!”
“È la terza volta!!” esclamarono all'unisono Marta e Tom, ugualmente perplessi... per poi scambiarsi uno sguardo sospettoso di un paio di secondi, entrambi con aria stranita.
Per la terza volta, Geodude levigò rapidamente il suo corpo, fno a riflettere la luce del sole mattutino con una certa brillantezza.
La mente di Marta lavorava frenetica. Adesso il vantaggio in velocità di Geodude era notevole, e doveva trovare un modo per aggirarlo, ed essere sicura di colpire l'avversario più volte che poteva... o almeno, di colpire con la potenza necessaria a chiudere in fretta.
“Ma certo!” esclamò, spalancando gli occhi grigioverdi: “Anche noi possiamo potenziarci: Nidorina, Focalenergia!!”
“CHE COSA??” trasalì Fabrizio. Lui e Tom sgranarono gli occhi, mentre Nidorina ruggiva beffarda, e respirava profondamente, avvolta da un'aura dorata che si disperse in uno sbuffo di luce, per poi cominciare a raspare agguerrita il terreno... con il doppio della possibilità di infliggere colpi critici.
Lo sguardo di Fabrizio si fece tagliente, e il ragazzo digrignò i denti con determinazione.
È piuttosto raro che Nidorina impari quella mossa... esattamente come l'attacco Insidia del Nidoran di Tom. Decisamente avvincente, ma se non sfrutto adesso la nostra velocità rischiò grosso.
“Geodude, accorcia le distanze e vai con Magnitudo!” gridò il ragazzo.
Geodude si lanciò alla carica, sfrecciando a una velocità decisamente imprevedibile per quel tipo di Pokémon, lo sguardo beffardo e grintoso.
Marta ribattè con un sorrisetto: “Vuoi evitare il contatto e avere la mira sicura, insomma. Scoprirai non funziona con le persone... e neanche in un'incontro di Pokémon! Tienilo a distanza, Nidorina!”
Il Pokémon Velenago annuì, e scartò di lato, costringendo Geodude a deviare per inseguirla e portarsi abbastanza vicino da andare a colpo sicuro.
Fabrizio replicò, abbastanza perplesso: “Quand'è che è diventata una seduta di psicologia? Geodude, marcala stretta!”
Per quanto Nidorina scartasse e sfuggisse, Geodude era sempre più vicino ed efficace nel chiuderle le vie di fuga. Il momento in cui avrebbe sferrato il suo attacco si avvicinava inesorabile.
“Allontanalo con Velenospina e riprendi terreno, forza!” gridò concitata Marta.
“Evita in salto e attacca!” comandò Fabrizio l'istante dopo.
Tom si voltò di scatto verso l'amico. In salto, aveva detto?
Fu esattamente quello che successe. Nidorina inchiodò di colpò e spianò il corno contro Geodude. L'organo si illuminò di violetto e sparò una raffica di aghi verso il Pokémon Roccia, che tuttavia si dette una forte spinta verso l'alto con le braccia e e volò sopra l'attacco, roteò a mezz'aria e abbattè il pugno al suolo, liberando Magnitudo proprio mentre l'avversaria scattava di nuovo in corsa.
Tuttavia, stavolta lo schiocco del colpo fu decisamente modesto, e l'onda d'urto si sprigionò molto più debole e contenuta, alzando persino meno polvere della precedente.
Nidorina venne comunque raggiunta dall'attacco, ma stavolta si limitò ad inciampare, e con un agile capriola fu in piedi, rivolta verso Geodude, e pronta al contrattacco.
Fabrizio si lasciò sfuggire un grugnito di frustrazione.
Maledizione... Magnitudo 4 proprio ORA?
Marta fu rapidissima a cogliere l'apertura: “Nidorina, concludi con Doppiocalcio, forza!”
Il Pokémon Velenago scattò. La distanza che la separava da Geodude era minore delle volte precedenti, per cui forse avrebbe prevenire la risposta di Geodude...
E invece Fabrizio fu fulmineo: “Scatta indietro e Magnitudo, Geodude! Mettici tutto te stesso!”
Marta sbattè le palpebre: di nuovo? Possibile che stesse usando lo stesso identico contrattacco ancora una volta?
Apparentemente, era proprio così. Geodude si catapultò all'indietro, mettendo di colpo parecchia distanza fra sè e l'avversaria, e poi, lanciando un grido selvaggio, calò entrambi i pugni sul campo di lotta.
Stavolta, la mossa fu seguita da un boato.
Sabbia, terra e sassi nelle immediate vicinanze del Pokémon Roccia saltarono in aria, e un tremore percorse il terreno fin sotto i piedi di Marta, Fabrizio, e degli spettatori stessi, poco prima che la piena potenza di Magnitudo 10 si sprigionasse dall'epicentro dell'attacco.
Marta sbiancò, e mentre il suo battito accelerava, il tempo sembrò rallentare. Sentì la determinazione sgorgare in lei, mentre con voce concitata gridava: “Nidorina, è il momento! Attraversa Magnitudo e sferra il colpo finale!!”
Fabrizio impallidì a sua volta, dal lato opposto del campo di lotta.
Che cosa diavolo...?
E poi accadde. L'onda d'urto del formidabile attacco di Tipo Terra esplose in tutte le direzioni, sollevando effetivamente il terreno e aprendo grosse crepe mentre alcune zolle sprofondavano e altre sembravano saltare fuori di colpo... il cerchiò dell'attacco si espanse rapidamente, e Fabrizio, Marta, Tom e gli spettatori stessi dovettero lottare per reggersi in piedi.
E, in mezzo al caos, Nidorina sfrecciava con un tempismo perfetto, lasciandosi spingere verso l'alto dalle zolle che salivano, e sfruttando la forza di quella spinta per saltare verso la prossima,o superare gli affossamenti, quasi sapesse dove sarebbe spuntata la prossima. Nel momentò in cui l'attacco cessò, Nidorina era vicinissima a Geodude, illesa.
Marta assaporò il momento del colpo vincente, mentre Tom tratteneva il fiato, gocce di sudore che gli imperlavano la fronte.
Ma Fabrizio non si arrese, e non perse un secondo: “Fermala con Sassata!!”
Marta stentò a credere alle sue orecchie: un'altra contromossa, con così poco spazio e dopo essere stato messo all'angolo in quel modo?
Ma neanche lei si sarebbe fatta fermare: “Nidorina, Doppiocalcio! Usa la forza del primo colpo per avvicinarti e sferrare il secondo!”
Nervoso quanto il suo Allenatore, ed altrettanto restio a cedere, Geodude lanciò un verso furioso, e scagliò verso Nidorina l'attacco di Tipo Roccia, come un proiettile.
Il Pokémon di Tipo Veleno saltò e si avvitò lateralmente su sè stessa, sferrando il primo poderoso calcio, che intercettò la pietra sparata da Geodude, disintegrandola in sabbia e sassolini. L'inerzia del colpo proiettò Nidorina in avanti in velocità, e il Pokémon rotolò a terra fulmineamente, si rialzò con un salto di fronte a Geodude... e lo colpì in pieno col secondo calciò, prima che potesse anche solo provare a reagire. Con uno schianto secco, Geodude fu catapultato via dall'attacco, impattando nella polvere ad un paio di metri dal suo Allenatore.
Per un paio di secondi rimase immobile a terra... poi, con un verso sofferente ed evidente fatica, a causa del colpo critico e superefficace, cominciò a rialzarsi.
Fabrizio e Marta furono ugualmente stupefatti dalla resistenza del Pokémon, ma la reazione della ragazza fu più rapida: “Finiscilo con Velenospina, ora!”
“Intercetta con Sassata!!” tentò disperatamente Fabrizio.
Nidorina balzò in aria mentre il corno si illuminava, e abbassò il capo in volo, sparando la raffica di aghi contro il Pokémon ancora bloccato a terra. Con ultimo sforzo, Geodude caricò e sferrò l'attacco Sassata, ma era decisamente troppo debole. La pietra fu deviata e sbriciolata da Velenospina, che investì il Pokémon Roccia/Terra in una pioggia di aghi e scintille, concludendosi in una piccola esplosione di fumo nero da cui Geodude cadde fuori rotolando a terra, esausto.
Dopo qualche istante, un Tom stupefatto e col fiatone proclamò sonoramente: “Geodude non è più in grado di combattere. Vince Nidorina. 1 a 0 per Marta, della città di Solarosa!”
Il silenzio avvolse per pochi secondi il campo di lotta, per poi cedere il posto ad un vociare serrato.
Marta fece l'occhiolino a Nidorina: “Brava, ragazza! Ottima prova!”
Fabrizio sospirò profondamente, richiamando Geodude nella sua Poké Ball: “Ottima lotta, amico. Peccato non sia bastato. Marta... complimenti. È stata una conclusione eccellente.”
Marta rispose con un sorriso: “Ti ringrazio... Ho catturato Nidoran che era prossima all'evoluzione, e si è evoluta lottando contro un Geodude selvatico. È in quell'occasione che ha imparato a superare Magnitudo in quel modo, e stavolta l'ha perfezionato. Non potevi saperlo, per cui naturale che ti abbia sorpreso.”
Il ragazzo dalla chioma castana sorrise: “È stata comunque una mossa affascinante... ed è il tipo di strategia che preferisco, onestamente.”
Per uno strano attimo, la ragazza parve arrossire: “Anche tu te la sei cavata benissimo. Un altro Allenatore sarebbe stato preso di sorpresa da Doppiocalcio, e comunque non avrebbe resistito così efficacemente e a lungo ad uno svantaggio netto di velocità. Se non avessi avuto sfortuna col secondo Magnitudo avrei seriamente rischiato di perdere. E Geodude ha un'ottima sintonia con te, o non avrebbe reagito con quel tempismo perfetto ai tuoi comandi. Spero che il resto della lotta sia come questo momento...”
Stavolta, era Fabrizio a sembrare lusingato. Tuttavia, il sorrisetto ricomparve presto sul suo volto, e ribattè: “Beh, io spero che ci sia giusto una leggera differenza nel finale. E ora... Deino, è il tuo momento!!”
Fabrizio fece un movimento fulmineo e deciso col braccio, e la Chic Ball di Deino volò sul campo, liberando il Pokémon Impeto.
Deino si voltò verso il suo Allenatore, emettendo un gridolino affettuoso. Poi, annusando l'aria intorno a sè, percepì subito l'odore di Nidorina e si fece guardinga, rizzando bellicosa il pelo.
Deino è potente, ma imprecisa... per andare a colpo sicuro devo usare un attacco ravvicinato e trovare il modo di evitare Velenopunto... come faccio a ridurre al minimo il rischio di avvelenamento?
Marta si fece di nuovo seria e concentrata. Deino era un Pokémon che non conosceva, ma sapeva che era almeno parzialmente di Tipo Buio dalla battaglia contro il Team Vuoto, e a giudicare dall'aspetto l'altro tipo sarebbe potuto essere Drago. Per un attimo, si chiese per quale motivo Fabrizio l'avesse mandato in campo... ma starci troppo a pensare avrebbe dato al ragazzo il tempo di organizzare una strategia decisa, per cui era assolutamente necessario concludere il più in fretta possibile.
“Nidorina, Doppiocalcio, a tutta velocità!!” gridò la ragazza.
“Focalenergia, e stai pronta!” ordinò Fabrizio.
Marta sgranò gli occhi, mentre Nidorina scattava verso Deino, avvolta per qualche secondo dall'aura dorata dell'attacco. E così anche Deino poteva usare Focalenergia? La cosa si faceva interessante.
Deino completò l'attacco, sotto lo sguardo di Fabrizio, talmente fisso su di lei da sembrare vitreo. Il Pokémon Buio/Drago annusava l'aria e stava all'erta, concentratissima, cogliendo il movimento dell'avversaria verso di lei, senza muoversi e in attesa della voce di Fabrizio.
Il ragazzo non si fece attendere: “ORA! Salta, rotola, e poi Bottintesta!”
Sia Marta che Tom fecero una smorfia perplessa. Che cosa?
Fabrizio si aggiustò un ciuffo, compiaciuto della sorpresa nel volto della rivale, e seppe che la sua intuizione era stata giusta.
Nidorina non ha aculei sulla parte inferiore del corpo... colpiremo dal basso!
Nidorina era quasi addosso a Deino, quando il Pokémon Impeto annuì con un ringhio di sfida e scattò in avanti a sua volta, per poi balzare verso l'avversaria. Nidorina intuì il movimento, e saltò girandosi a mezz'aria per anticiparla con Doppiocalcio. Tuttavia, Deino era partita con uno slancio molto minore e atterrò praticamente subito, per poi rotolare in avanti.
Si capovolse, ritrovandosi sulle zampe posteriori proprio mentre Nidorina le passava sopra in volo...
E fu in quell'istante che si dette la spinta e balzò verso l'alto colpendo in pieno il Pokémon Velenago con una violenta testata. Nidorina volò in aria stordita e ricadde all'indietro sul campo di lotta, visibilmente priva di sensi.
Dopo alcuni secondi, Tom proclamò: “Nidorina non è più in grado di combattere! Vince Deino! Il punteggio è di 1 a 1!”
Fabrizio serrò il pugno sinistro davanti agli occhi in segno di vittoria: “Ottimo. Situazione appianata. Grandissima, Deino!”
Marta sbattè un paio di volte le palpebre, come se fosse stata colpita: “La miseria... Ok, non mi aspettavo questo finale. Deino è veramente forte, complimenti. Nidorina, sei stata fantastica, ritorna.”
commentò, ritirando il suo Pokémon. Chiuse gli occhi per un momento, poi si rivolse a Fabrizio: “Anche stavolta hai eseguito un gran contrattacco... tra la forza di Deino, Focalenergia e i colpi già subiti da Nidorina, è logico che tu abbia pareggiato con un colpo solo, ma la tua sintonia con i tuoi Pokémon continua a colpirmi. È davvero interessante lottare con te...”
Fabrizio ridacchiò, ma pareva che fosse leggermente rosso in faccia, mentre il pubblico commentava la lotta e il loro scambio di battute: “Anche tu e Nidorina siete invidiabili, visto che vi conoscete da così poco. Comunque, il piacere è reciproco.”
Non ha contato l'abilità Tuttafretta, che aumenta la potenza dei colpi fisici di Deino... è evidente che non conosce il Pokémon troppo bene. Ottimo... però non posso sperare di ripetere ancora una volta il trucchetto di correre verso un attacco diretto e contrattaccare. Che mi sia riuscito due volte è già qualcosa. Ora dovrò improvvisare.
“Allora, Marta? Adesso a chi tocca?” chiese Fabrizio, con ironia e curiosità nella voce.
Marta sorrise: “Se sei proprio così ansioso... è ora di colpire ancora più duro. Vai, Larvitar, e fatti valere!!”
La ragazza lanciò la Poké Ball con un movimento elegante e il Pokémon Peldisasso comparve sul terreno della sfida. Si guardò intorno, e alla vista di Deino incrociò le braccine e cominciò a ringhiare piano, rivolgendogli uno sguardo sprezzante.
Deino rispose assumendo anch'essa un'aria altezzosa, e sbuffando stizzita.
“Temo che ricordi ancora la capocciata della volta scorsa” rise Marta, osservando la reazione dei due Pokémon.
Fabrizio sospirò: “Deino non aveva sicuramente intenzione di offendere... e comunque, credo che ora vi daremo qualcos'altro a cui pensare... cominciamo!”
“Puoi contarci! Larvitar, parti con Frana!” fu pronta Marta.
Il Pokémon Roccia/Terra pestò un piede sul terreno già martoriato da Magnitudo. Immediatamente, crepe luminose arancioni si diffusero intorno a lui, e varie rocce si sollevarono da terra, spiccando il volo contro Deino.
“Deino, schiva quelle che puoi e intercetta le altre con Morso e Bottintesta!!” ordinò Fabrizio.
Per l'ennesima volta in quella lotta, Marta non fu proprio sicura di quello che aveva sentito... sul serio?
Come a risponderle, Deino corse in avanti mentre la gragnuola di rocce si abbatteva su di lei. Grazie al suo potente olfatto, e qualunque altro misterioso senso che le permettesse di percepire i suoi dintorni, schivò un paio di macigni con agilità, per quanto di poco, mentre altri si abbattevano intorno senza colpirla. Una grossa roccia precipitò proprio sulla sua testa, e Deino non tentò neanche di schivarla, dandosi slancio con le zampe e spezzandola in due con una testata. Schivò un altro colpo rotolando, e rimase un ultimo pietrone in caduta libera verso di lei. Il Pokémon Impeto spiccò un balzo gridando e uno strano lampo brillò per un secondo nelle sue fauci, mentre le serrava intorno alla roccia, bloccandola. Deino si avvitò su sè stessa a mezz'aria, stritolando la pietra con i piccoli denti, e infine la scagliò a terra, dove si infranse in tre pezzi, per poi atterrare con uno sbuffo seccato, lanciando un ruggito di sfida all'indirizzo di Larvitar.
Il Pokémon Peldisasso rispose con uno sguardo minaccioso, assumendo una posa d'attacco.
Marta mise le mani sui fianchi e alzò un sopracciglio, prima di commentare: “Un contrattacco normale ogni tanto no? Comunque, ottimo modo per difendersi avendo solo attacchi ravvicinati, ma non puoi sperare di colpirci se non ti avvicini, e a questo provvederemo ora! Larvitar, vai con Terrempesta!”
Fabrizio si fece attento, mentre Larvitar si concentrava intensamente per poi lanciare un grido acuto, e sollevando un turbine di sabbia che si ingrandiva rapidamente, inglobando il campo di lotta.
Avendo solo attacchi ravvicinati”... Esatto, proprio quello che volevo che pensassi.
La piccola tempesta di sabbia infuriava sul terreno di lotta, rendendo impossibile vedere con chiarezza dove fossero i due Pokémon. Tuttavia, Larvitar era perfettamente a suo agio in quella situazione, ed essendo cieca Deino non aveva problemi di visibilità. Semmai era il danno provocato dalla tempesta di sabbia a metterla a rischio, e il rumore del vortice ad essere un problema per la comunicazione con Fabrizio. Il ragazzo era preoccupato, ma deciso.
Se perdo tempo a pensare la tempesta di sabbia manderà Deino KO. Devo fare in fretta... e a voce più alta che posso.
“Vai con Bottintesta, Deino! So che puoi percepirlo!” gridò sopra il turbine.
“Rispondi con Insidia appena si avvicina!” controbattè Marta.
Dentro la tempesta, Deino scattò verso Larvitar. Il Pokémon di tipo Terra, concentratissimo, rimase
pronto finchè l'avversaria non fu vicina, poi fu avvolto per un istante da un alone bianco e si lanciò in avanti a testa bassa. I due attacchi si scontrarono con un botto che risuonò al di fuori del vortice e i due Pokémon furono respinti entrambi all'indietro dalla potenza del colpo avversario. Larvitar finì sul bordo della nube di sabbia, e Marta riuscì ad intravederne la sagoma. Era completamente immobile, tranne per la testa, che ogni tanto si voltava confusamente. Evidentemente stava tentennando a causa di Bottintesta. Marta digrignò i denti. Questa non ci voleva...

Dal lato opposto del campo, Fabrizio gridò: “Deino, tutto ok?”
Un grido acuto rispose da dentro il vortice, non molto udibile ma rassicurante.
A Fabrizio bastò: “Perfetto. Adesso vai con Morso!!”
Deino si fece sentire di nuovo, per dar segno di aver capito, e poi si lanciò alla ricerca dell'avversario.
Marta, nel frattempo, osservava Larvitar con crescente preoccupazione, aspettandosi da un momento all'altro che la sagoma di Deino spuntasse nella sabbia, colpendo il suo Pokémon.
Tuttavia, colpita dalla tempesta di sabbia che la circondava e faticando a ritrovare l'odore di Larvitar, Deino ci mise un po' a rintracciare l'avversario, e quando lo fece, il Pokémon Peldisasso si era appena ripreso dal tentennamento.
Accorgendosene, Marta spalancò gli occhi. Aveva una possibilità. Non sapeva dove fosse Deino, o quanto fosse vicina, per cui doveva difendersi efficacemente e più in fretta possibile. E aveva la mossa giusta per farlo...
“Larvitar, aspetta tre secondi e poi Protezione!” gridò con tutto il fiato che aveva.
Dal lato opposto del campo, Fabrizio sbatteva le palpebre, decisamente stupito.
Tre secondi di attesa? Per quale ragione?
Deino raggiunse rapidamente Larvitar, e balzò in avanti, con la bocca spalancata e pronta a mordere l'avversario indifeso... proprio mentre Larvitar rilasciava finalmente Protezione.
L'infrangibile cupola verde si formò di colpo, respingendo con forza la sabbia circostante... e Deino, che impattò non contro una barriera statica, ma contro uno scudo che veniva verso di lei, venendo quindi respinta con violenza all'indietro e rotolando a terra, fino a una certa distanza.
Il boato dello scontro e il grido di Deino comunicarono l'efficacia della difesa di Marta e il fallimento dell'attacco di Fabrizio.
Il ragazzo dalla chioma castana strinse i pugni. Il vociare della gente si era fatto più forte, ma in effetti non lo sentiva granchè.
Geniale, maledizione... la mossa difensiva per eccellenza usata per attaccare. Se non mantengo la concentrazione questa lotta potrebbe diventare un grosso problema.
“Bel colpo, Marta. Ma non credere che basterà.” commentò con decisione.
“Non sei l'unico che sa contrattaccare all'ultimo secondo, parrebbe. E ora chiudiamo la questione. Larvitar, vai con Frana!” rispose lei.
Fabriziò ordinò: “Deino, come prima! Schiva e contrattacca!”
Larvitar attaccò allo stesso modo di poco prima. Alcune delle rocce scagliate dall'attacco volarono addirittura fuori dalla nube per poi ricadervi, come strani pesci in un oceano di sabbia. Deino si preparò ad evitare i macigni... ma stavolta non andò affatto come la precedente. Tra la sabbia che la feriva e le entrava nelle narici, e la quantità di aria e polvere spostata dai massi che le impediva di discernere la loro massa e traiettoria precisa, Deino evitò agilmente alcuni colpi, ma fu raggiunta prima di striscio e poi in pieno dalla maggior parte dell'attacco. Dei tonfi sordi seguiti dai lamenti del Pokémon furono la prova che la mossa era andata a segno.
“Bel colpo, Larvitar!” si complimentò la ragazza.
Fabrizio digrignò i denti. Decisamente lo era stato. La tempesta di sabbia era micidiale perchè non confondeva solo la vista, e Marta l'aveva sfruttata alla perfezione. Tuttavia, stava cominciando a calmarsi, e Deino avrebbe presto potuto individuare più facilmente l'avversario. Serviva solo l'occasione giusta...
“Deino, concentrati e localizza Larvitar, ok?” gridò Fabrizio.
Il verso affermativo di risposta però non venne. Al suo posto, si udì una sorta di ringhio confuso e sofferente, come se Deino non fosse pienamente sicura di dove si trovava. Poichè la tempesta era diventata leggermente meno intensa se ne accorse anche Marta, e colse l'occasione, esclamando soddisfatta: “Perfetto! Sta tentennando ed è bloccata a distanza! Larvitar, finiscila con Frana... alla massima potenza!!”
Dalla sua postazione di arbitro, Tom si morse il labbro, sicuro che il momento di dichiarare un altro KO per Fabrizio fosse arrivato. Nel farlo, non vide il lampo che brillò negli occhi dell'amico, nè il sogghigno che gli attraversò il viso.
Perfetto.
Fabrizio protese di scatto il braccio sinistro in avanti, in una posa decisa, e gridò a squarciagola:
“ORA, DEINO!! DRAGOSPIRO DALL'ALTO VERSO IL BASSO!!!”
“CHE... COSA???” gridò Marta, impallidendo dal lato opposto del campo.
L'attacco di Larvitar venne caricato per alcuni secondi, sollevando macigni ancora più grandi e pesanti dei due precedenti, che vennero praticamente sparati contro il Pokémon Buio/Drago. Il grido di Fabrizio raggiunse Deino, riscuotendola come una secchiata d'acqua, e il Pokémon rivolse la testa in alto, lanciò un ruggito lacerante... e sputò un raggio verde di fiamme verdi, compiendo un movimento ad arco verso il basso con il capo. Dragospiro eruppe con un boato, aprendo la nube di sabbia, e incontrò le rocce di Frana a metà della loro parabola discendente. L'attacco fu disintegrato dal raggio, che lo attraversò come una spada allungandosi mentre scendeva. Quando la testa di Deino fu completamente rivolta in avanti, Dragospiro parve strotolarsi come un colpo di frusta, spazzò via la sabbia davanti a sè, e centrò in pieno Larvitar, deflagrando in un'esplosione di fumo. L'onda d'urto finì il lavoro del resto dell'attacco, spazzando via del tutto la sabbia dal campo di lotta. Tom, Fabrizio, Marta e diverse persone nel pubblico tossirono un paio di volte. Quando anche il fumo si fu diradato, Larvitar era in ginocchio in mezzo a un piccolo cratere, un po' ammaccato e sporco di cenere, ma non ancora sconfitto.
Fabrizio spalancò gli occhi, con ammirazione per la resistenza del Pokémon, che aveva sopportato quello che probabilmente era stato un colpo critico.
Anche Marta, che aveva trattenuto il fiato fino a quel momento, riacquistò un po' di colore e tirò un sospiro di sollievo, incitando il suo Pokémon: “Complimenti, amico! Forza, possiamo ancora farcela!”
Annuendo, Larvitar fece per rialzarsi... ma d'un tratto gemette, come se qualcosa lo trattenesse, e rimase bloccato in quella posizione, mentre piccole scariche elettriche sembravano percorrere il suo corpo.
Lo sguardo di Marta tremò. No... non la paralisi ADESSO! E poi come accidenti è riuscita a riprendersi dal tentennamento in quel modo? Possibile che sia bastata la voce del suo Allenatore?
Il sorriso beffardo ricomparve sul volto di Fabrizio, mentre il ragazzo si rivolgeva a Deino: “Sei stata grandiosa, piccola! E ora... questo round è durato fin troppo. Finiscila con Dragospiro, Deino!”
“Larvitar, Protezione!!” tentò Marta, la fronte sudata.
Con uno sforzo notevole, il Pokémon Peldisasso riuscì a rialzarsi, e si preparò ad usare Protezione... ma ancora una volta rimase bloccato dalla paralisi causata da Dragospiro, e non potè difendersi.
Deino scagliò il getto di luce verde fiammeggiante, stavolta un po' più debole del precedente, e per la seconda volta Larvitar fu centrato in pieno. L'esplosione che seguì lo scaglio a terra ai piedi di Marta, dove gemette debolmente e poi perse i sensi.
Il vociare del pubblico montò ancora, e Tom lo interruppe, annunciando: “Larvitar non è più in grado di combattere. Vince Deino! 2 a 1 per Fabrizio, della città di Borgo Foglianova.”
Marta fece un respiro profondo, ad occhi chiusi: “Complimenti, Larvitar. Ritorna, ora!”
Mentre il Pokémon rientrava nella sua Ball, la ragazza si rivolse a Fabrizio: “Contavi sul farmi credere che Deino non avesse attacchi a distanza, vero? È per quello che hai usato un contrattacco così complesso... perchè io pensassi che non ne avevi uno migliore.”
Il ragazzo sorrise: “Diciamo che mi sono riservato la possibilità di sorprenderti. Per fortuna non hai visto la mia lotta in Palestra... visto che l'ha imparata stamattina. È esattamente così che Deino ha sconfitto il Scyther di Raffaello. Non sei l'unica che ha riciclato una tattica in questa lotta.”
“Ecco cos'era l'esplosione di prima!! Comunque, tu e Deino avete già stabilito un legame profondo... probabilmente è per quello che è riuscita a riprendersi così presto dal tentennamento.” constatò lei.
“Forse...” fu il commento del ragazzo: “Dopotutto, sono il terzo essere vivente che ha incontrato dopo essere nata, oltre al Professor Elm e a Torchic. Ed è stata una dei miei due primi Pokémon, per cui è naturale che ci siamo affezionati in fretta l'uno all'altra.”
“Aspetta... una dei due?” domandò Marta, perplessa.
“Fabrizio ha cominciato il viaggio con due Pokémon. È una storia un po' strana, ma uno come lui non poteva iniziare come tutti gli altri, no?” intervenne Tom da bordo campo.
Marta sospirò... evidentemente no, a quanto pareva: “Beh, poche chiacchere: è arrivato il momento di misurare il mio primo Pokémon contro... ehm... i tuoi primi Pokémon. Non credere che solo perchè è l'ultimo che mi rimane tu mi abbia messo alle strette. Gastly, è il tuo momento!!”
Così dicendo, estrasse di tasca la Ball di Gastly, e la lanciò con grazia, mostrando il Pokémon di Tipo Spettro/Veleno. Gastly svolazzò verso l'alto e roteò intorno alla sua Allenatrice, rivolgendo una linguaccia a Deino.
Il Pokémon Buio/Drago si limitò a sbuffare seccata, ancora ansimando leggermente per la fatica della lotta precedente.
“Deino, sei stata grande, ma ti serve riposo. Per adesso ritorna!” fu pacato Fabrizio, ritirando il Pokémon nella sua Chic Ball.
Deino ha un netto vantaggio di tipo su Gastly, ma ha subito troppi danni.. e di sicuro Marta non è impreparata. Tuttavia, se anche sconfiggese il mio prossimo Pokémon, dovrebbe indebolirsi abbastanza da tornare in parità per concludere.
Fissò Marta e commentò: “Gastly è decisamente un Pokémon interessante con cui iniziare il proprio viaggio. Come vi siete conosciuti, se posso chiederlo?”
Marta sospirò, e il suo sguardo vagò per un attimo verso il basso e alla sua sinistra: “Forse un giorno te lo racconterò. Per ora, mi concentrerei sullo scopo del nostro incontro.”
Fabrizio la squadrò, lievemente deluso, ma alla fine sorrise: “Con piacere, allora. Combusken, dentro per il gran finale!!” esclamò, lanciando la Poké Ball. Combusken si materializzò con grido bellicoso e annuì rivolta a Fabrizio, che le sorrise.
“Non è un po' presuntuoso da parte tua pensare che questo sarà l'ultimo scontro?” provocò Marta.
“Faremo in modo che non lo sia.” sogghignò Fabrizio. “E ora... Cominciamo!”
“Gastly, vai con Ripicca!!” fu rapida Marta.
Il Pokémon Gas brillò di luce violacea, e si lanciò contro Combusken a tutta velocità.
“Anche se Gastly è di tipo Spettro, quello resta un attacco fisico. Combusken, intercetta con Doppiocalcio!” ordinò seccamente Fabrizio.
Con una mossa fulminea, il Pokémon Rampollo sferrò un calcio rotante contro l'avversario, producendo uno schiocco secco all'impatto con l'energia dell'attacco Ripicca, neutralizzandolo. Ovviamente, il secondo colpo passò attraverso Gastly, che si trovò alle spalle dell'avversaria, e provò a colpire ancora con la stessa mossa. Combusken però fu altrettanto rapida, e sferrò il primo calcio a vuoto, fermando Ripicca col secondo e allontanando il Pokémon avversario con la forza dell'urto.
Fabrizio decise di sfruttare l'apertura: “Vai con Beccata, Combusken!”
Il Pokémon Fuoco/Lotta eseguì, balzando contro Gastly, il becco che si allungava e affilava, brillando di luce azzurrina.
Marta fu lesta a rispondere: “Non sei l'unico che ha mosse superefficaci per bloccare un attacco... Gastly, Tuonopugno!!”
“COME, SCUSA??” esclamò Tom sbigottito, e con lui svariate persone intorno al campo di lotta.
“Hai detto Tuonopugno???” sbiancò Fabrizio, convinto di aver sentito male.
Stavolta fu la ragazza dai lunghi capelli castani a sogghignare: “Hai sentito benissimo. Quello che stai affrontando non è proprio un Gastly come tutti gli altri!”
Di fronte allo sguardo allibito di tutti gli astanti, una piccola massa di gas condensato si staccò dal corpo di Gastly, accumulandosi e condensandosi nella forma di una mano chiusa a pugno, che fu istantaneamente avvolta da una ronzante aura elettrica. Gastly piantò lo sguardo verso Combusken, e stridette beffardamente. A quel segnale, il pugno etereo venne scagliato contro Combusken, roteando con la rapidità di una saetta e cozzando contro il becco del Pokémon Rampollo.
Ci fu un esplosione di fumo e scintille e Combusken fu respinta con violenza all'indietro, ma inchiodò con fermezza e mantenne la posizione, nonostante la scossa inaspettata.
L'aria si fece tesa, mentre i due ragazzi e i due Pokémon si studiavano agguerriti.
“Sai...” cominciò Marta: “Anche per me è stata una sorpresa scoprire che Gastly poteva apprendere i pugni elementali, per cui posso capirti... ma sta di fatto che è così.”
“Sai...” replicò Fabrizio, ironico: “Avrai pure delle mosse inaspettate, ma neanche tu stai affrontando un comune Combusken...”
Poi, il ragazzo si sistemò i ciuffi ribelli con espressione beffarda, e aggiunse in un sibilo: “E neanche un comune Allenatore, se è per questo.”
Il viso di Marta si fece duro e concentrato, segno che era di nuovo pronta ad attaccare. Fabrizio sogghignò... lui non sarebbe stato da meno.
Gridarono i loro comandi contemporaneamente:
“Gastly, ancora Tuonopugno!!”
“Combusken, Turbofuoco all'istante!!”
Gli attacchi si scontrarono a mezz'aria in un tripudio di fiamme e saette. La mano gassosa creata da Gastly cozzò contro il nastro di fiamme spiraleggiante di Combusken, ma nessuno dei due colpi ebbe la meglio sull'altro, ed entrambi esplosero in una nube nera, separando per qualche momento gli avversari.
Fu per questa ragione che Marta non vide il gesto di Fabrizio, che schioccò le dita per richiamare l'attenzione di Combusken e poi le segnalò qualcosa non appena si fu voltata.
La ragazza, come Gastly, percorreva con lo sguardo la nube di fumo, cercando di capire come si stesse muovendo il Pokémon Fuoco/Lotta di Fabrizio, quando Combusken eruppe dalla barriera di cenere con un salto mortale, per poi atterrare a poca distanza da Gastly, accovacciata e con le braccia artigliate incrociate di fronte alla testa. Le aprì di colpo, generando una sorta di scoppio nell'aria di fronte a sè, e catapultando un getto di sabbia direttamente negli occhi di Gastly. Il Pokémon ululò, semiaccecato dall'attacco.
Marta si fece rossa in viso per la frustrazione ed esclamò: “Dannazione... adesso usa Turbosabbia. Gastly, presto, Tuonopugno dritto davanti a te!!”
Fabrizio rispose gridando a sua volta: “Blocca con Doppiocalcio!”
Per la terza volta, Gastly lanciò il Tuonopugno, e Combusken, inizialmente lanciatosi con Beccata per sfruttare il disorientamento dell'avversario, cambiò mossa nell'esecuzione, e bloccò l'attacco con due calci rapidissimi, venendo tuttavia respinta all'indietro.
Marta reagì all'istante: “Gastly, neutralizzala con Ipnosi! Fai tutto quello che puoi per colpirla”
“Combusken, schivata e Turbosabbia, a oltranza! Non guardarlo mai direttamente” gridò di rimando Fabrizio.
Gli occhi di Gastly lampeggiarono di rosso mentre prendeva la mira su Combusken, lanciando le sue onde ipnotiche, ma la precisione già bassa della mossa, combinata con Turbosabbia e l'agilità di Combusken, fecero sì che il Pokémon Rampollo danzasse in mezzo all'attacco senza problemi, riuscendo a mandare Turbosabbia a segno altre due volte.
Marta e Gastly passarono allora a Tuonopugno, ma ormai era comunque troppo tardi. Gli attacchi di Gastly erano così palesemente fuori bersaglio che o non si avvicinavano neanche a Combusken o le davano tutto il tempo di schivarli in tranquillità. Il nervosismo di Marta era palpabile, e la ragazza sembrava sul punto di scoppiare quando, d'un tratto, semplicemente chiuse gli occhi e cominciò a rallentare il respiro. Fabrizio la osservò, d'un tratto preoccupato da quella pausa. Riconobbe la posa riflessiva, la sua stessa intensa concentrazione, e seppe che in quel momento Marta era più pericolosa che mai. Con uno schiocco di dita, segnalò a Combusken di fermarsi. Poco dopo, ad un cenno silenzioso di Marta, Gastly fece lo stesso.
La voce della ragazza era calma, quando finalmente parlò: “A quanto pare, questa battaglia si gioca sulla capacità di eludere gli attacchi... Ma io ho qualcosa da cui non puoi scappare. Gastly, vai con Maledizione!”
Fabrizio impallidì, mentre il pubblico cominciava a vociare concitato.
Oh, cavolo...
Gastly guardò in cagnesco Combusken, poi chiuse gli occhi e lanciò un grido stridente. Il gas che fluttuava intorno al nucleo del suo corpo brillò di un rosso scurissimo, mentre una sagoma oscura a forma di chiodo si addensava sulla fronte di Gastly. Il chiodo d'ombra roteò... e trafisse il Pokémon Gas, che stridette in modo inquietante.
Poi, semplicemente, scomparve, e sulla fronte di Combusken si materializzò tremolando uno strano segno nero. Fabrizio strinse i pugni, impotente, mentre Combusken cercava di capire cosa fosse successo. Poi, il segno tremò ancora, e sembrò farsi più scuro e stretto, come se stringesse la presa sul Pokémon Rampollo, mentre l'aria intorno alla sua fronte si increspava per pochi istanti. Combusken emise un verso sofferente, e cadde in ginocchio.
Tom non potè trattenersi: “Ma che diavolo sta succedendo?”
Fabrizio rispose nervosamente: “Maledizione... chi la usa sacrifica metà della sua salute massima per infliggere una maledizione che danneggia periodicamente l'avversario. Se avrà effetto ancora tre volte, Combusken sarà esausta... a meno che nel frattempo non sia Gastly ad essere sconfitto.”
“Ed è proprio per questo che ora giocherò al vostro stesso gioco...” intervenne Marta: “Non abbiamo più bisogno di attaccare. Colpiscici, se ci riesci!”
Il ragazzo di Borgo Foglianova strinse furiosamente i pugni e digrignò i denti. Poi sbuffò, e dopo qualche secondo di silenzio, semplicemente sorrise.
“E sia! Combusken, ci servirà la massima velocità. Al mio ordine, attacca in quel preciso istante, non importa cosa tu stia facendo. Se grido a tutta voce, massima potenza possibile. Hai capito, Combusken?”
Il Pokémon di Tipo Fuoco/Lotta fece per annui...
“Turbofuoco!” sputò praticamente Fabrizio.
Combusken scagliò il nastro di fiamme prima ancora che il ragazzo completasse l'ordine.
Marta sobbalzò, presa di sorpresa, ma ebbe comunque abbastanza prontezza: “Tuonopugno in avanti! A tutta forza!!”
Nonostante non ci vedesse granchè a causa di Turbosabbia, Gastly eseguì, e il gassoso maglio elettrico fu lanciato nella giusta direzione, intercettando il vortice di Turbofuoco. Dopo alcuni secondi di scontro senza risultati i due attacchi si annullarono in un'esplosione.
Il simbolo di Maledizione sembrò di nuovo “stringersi” su Combusken, che lanciò un grido.
Fabrizio si morse il labbro.
Ancora due...
“Vai con Beccata!” gridò.
Il becco di Combusken si allungò illuminandosi d'azzurro, e il Pokémon saettò in avanti.
Marta contrattaccò: “Segui le mie indicazioni, Gastly! Destra!”
Il Pokémon Spettro schivò magistralmente l'attacco.
“Combusken, ancora Beccata!”
“Sinistra e in alto!”
“Turbofuoco!”
“Passagli sotto e allontanati!!”
Gastly mise parecchi metri tra sè e Combusken, ancora illeso. La tensione del pubblico si sarebbe potuta tagliare col coltello, e quella di Fabrizio e Marta era ancora più densa. Per la terza volta, Maledizione ebbe effetto. Fabrizio chiuse gli occhi.
È la nostra ultima speranza... e la situazione è critica. Marta chiuderà l'incontro col prossimo colpo, e ormai conosce il mio modo di attaccare. Per cui... aspetta!! Marta chiuderà l'incontro perchè sa come attacco?
Gli occhi del ragazzo si spalancarono di scatto.
Sai cosa? Spero proprio che lo faccia!
“Beccata alla massima velocità! Non lasciare che scappi!” ordinò a Combusken, che scattò prontamente in avanti, divorando il terreno fra lei e Gastly.
Un lampo passò negli occhi di Marta: “E così vuoi finirla con un attacco diretto? Come vuoi. Non puoi più sorprendermi, ora! Tuonopugno, Gastly, finiscila!”
Ancora una volta, il pugno di Fabrizio si serrò di scatto. Ma stavolta non era per frustrazione.
Vittoria!
Gastly scagliò il Tuonopugno che avrebbe annullato Beccata, mandando KO Combusken o respingendola a terra... dove Maledizione l'avrebbe stesa appena rialzata.
“Doppiocalcio! Respingi l'attacco e poi Beccata!”
Marta si morse il labbro. Tuonopugno avrebbe annullato Beccata, di Tipo Volante, ma non una mossa del tipo di Combusken contro cui non aveva vantaggio. Se ci fosse riuscita, avrebbe chiuso le distanze e l'incontro con la prossima mossa. La sua contromisura fu istantanea: “Scatta in avanti, e passa attraverso Doppiocalcio a tutta velocità!”
Gastly eseguì. Smise di controllare il Tuonopugno, che si indebolì e fu respinto in un attimo dal primo calcio di Combusken. Quando il Pokémon sferrò il secondo, Gastly l'aveva già raggiunto e l'attacco di Combusken lo attraversò senza urtarlo. Grazie alla velocità di entrambi Gastly passò del tutto attraverso Combusken e sfrecciò in avanti, ormai alle spalle del Pokémon Rampollo, che ancora volava in avanti per l'inerzia del potentissimo Doppiocalcio...
“TURBOFUOCOOOOOO!!!!”
Il grido di Fabrizio esplose come una bomba... e mezzo secondo dopo averlo udito, ma un secondo prima di toccare terra, Combusken sparò il più potente Turbofuoco che avesse mai usato, dritto davanti a sè.
Il che, ovviamente, finì per catapultarla all'indietro come un razzo, spinta dalla forza della spirale di fiamme.
Marta si gettò di lato, evitando il getto rovente, e impallidì osservando la scena che le si parava davantì come al rallentatore.
“AVVITATI SU TE STESSA, FORZA!!” gridò Fabrizio, rosso in faccia, col fiato che gli restava. E Combusken lo fece. Mentre sfrecciava all'indietro, con un'incredibile colpo di reni si mise in orizzontale e si diede una spinta laterala... la rotazione del Turbofuoco fece il resto, stringendole intorno la spirale di fiamme e trasformandola in un missile incadescente che vorticava come un tornado.
Percependo il rombo del fuoco Gastly si voltò e sgranò gli occhi... giusto un secondo prima di essere investito dal colpo devastante, che divampò all'impatto, trascinandolo con sè per ancora parecchi metri. Anche Fabrizio si buttò a terra per evitare la scia rovente,che si schiantò poco più in là con una serie di esplosioni arancione acceso, sparando nell'aria fumo e scintille.
Il ragazzo e Marta si rialzarono col fiatone, leggermente intontiti, e rivolsero lo sguardo al piccolo cratere fumante oltre il campo di lotta, sbattendo le palpebre.
In pochi istanti, il fumo si diradò... rivelando Combusken in ginocchio, sfinita, ammaccata, piena di polvere, ma con gli occhi aperti e senza più il simbolo della maledizione sulla fronte, mentre accanto a lei giaceva Gastly, immobile ad occhi chiusi, con il fumo violaceo che vorticava piano attorno al nucleo, come se dormisse.
La voce di Tom ruppe il silenzio stupefatto: “Gastly non è più in grado di combattere! Vince Combusken! Il vincitore, per 3 a 1, è Fabrizio della città di Borgo Foglianova!”
Marta fissò stupefatta il ragazzo, scuotendo piano la testa, ma anche lui sembrava non aver realizzato... fino a quando, pochi secondi dopo, dalla piccola folla esplose l'applauso.

 

 

 

 

“Ecco fatto, ora i vostri Pokémon sono di nuovo in perfetta forma. Mi raccomando, fate attenzione” si inchinò sorridente l'infermiera Joy, consegnando due vassoi con tre Poké Ball ciascuno ai due ragazzi.
I due ringraziarono e presero i vassoi con un sorriso. Fabrizio in particolare sospirò, lieto che qualcosa avesse interrotto per un secondo l'esaltazione di Tom, che non aveva fatto altro che complimentarsi o descrivere ogni singola mossa dell'incontro come se fosse stata chissà quale leggenda. Certo, Fabrizio si sentiva lusingato, ma dopo un po' la cosa cominciava a dare davvero il mal di testa. Si assicurò le Poké Ball alla cintura, quando Marta gli rivolse la parola: “Guarda, ormai perfino l'infermiera Joy non vuole più vederci per un pezzo... visto che le abbiamo praticamente distrutto il campo di lotta, oltre a tutto il lavoro.” scherzò.
Fabrizio rise: “Intanto le abbiamo entrambi lasciato qualcosina per ripagarsi la manutenzione. Spero le vada bene. E comunque ne è valsa la pena.”
“Questo è vero...” ammise lei: “Una lotta così non la fai tutti i giorni.”
Rimase un secondo in silenzio, poi tornò alla carica: “Come te ne sei uscito con l'idea del proiettile di fuoco?” chiese, squadrandolo con aria inquisitoria.
Tom, inaspettatamente, le diede manforte: “Sì, esatto... Come cavolo fai a pensare una cosa simile?”
Fabrizio li guardò entrambi e sospirò: “Onestamente, ho tirato a indovinare.”
Marta si fece ancora più sospettosa: “Sarebbe?”
“Ho immaginato che non ti sarebbe piaciuto concludere l'incontro schivando e stando a guardare mentre Maledizione finiva Combusken... e che ti sarebbe piaciuto chiedere con un colpo di grazia. Per cui ho attaccato in maniera imprudente, provocandoti a reagire. E siccome tu conoscevi tutte le mie mosse, io conoscevo i tuoi contrattacchi. A Beccata avresti risposto con Tuonopugno, e a Doppiocalcio passando attraverso Combusken... e così Gastly le avrebbe dato le spalle. Dovevo solo riuscire ad attaccare all'indietro con precisione e abbastanza rapidamente da impedire a Gastly di girarsi, riflettere e schivare.”
“Ossia sparare Combusken all'indietro col suo attacco più potente.” concluse Marta. Poi aggiunse: “E hai costruito tutto questo casino per fare in modo che i nostri Pokémon fossero nella posizione giusta? Come potevi essere sicuro di riuscirci?”
“Non lo ero per niente.” sorrise lui, e il suo sorriso si fece ancora più largo di fronte alla faccia stralunata di Marta: “Ho solo pregato che funzionasse.”
Marta si prese il viso fra le mani e sospirò: “Ragazzo, tu stai un po' male.”
Tom la guardò storto: “Ehi, vacci piano! Intanto ha vinto, e poi...”
“Tranquillo, Tom...” intervenne pacato Fabrizio: “Come dicevi, intanto ho vinto. E poi, sì, magari non sono proprio normale... ma in fondo che gusto ci sarebbe?”
Marta lo fissò pensosa per qualche istante, poi sorrise: “Ma sì... per me va bene.”
“E ora, Fabrizio? La Medaglia Alveare ce l'hai, e hai vinto la sfida. E ora?” chiese Tom.
“E ora...” riflettè lui: “La prossima Palestra dovrebbe essere a Fiordoropoli, quindi...”
“Temo che dovrai fare una deviazione.” si intromise una voce.
Stupiti, i tre ragazzi si voltarono verso l'ingresso del Centro Pokémon, dove un giovane con un caschetto di capelli viola li osservava a braccia conserte.
“Raffaello!!” esclamarono i tre.
Il Capopalestra di Azalina sorrise, per poi rivolgersi a Fabrizio: “Una certa signorina in kimono si è presentata nella mia Palestra, chiedendomi se tu fossi ancora in città... e poi mi ha chiesto di riferirti un messaggio che ti avrebbe interessato di certo.”
Fabrizio si fece decisamente interessato: “Di cosa si tratta?”
Raffaello lo fissò intensamente: “Domani, al Parco Nazionale di Johto, poco oltre Violapoli, ci sarà una Gara Pigliamosche speciale. Di norma non si tengono di Venerdì, ma per qualche motivo c'è stata un'eccezione. Quella ragazza mi ha detto di dirti queste esatte parole:
Per un Drago da trovare,
hai un insetto da cacciare.
Sulla via c'è un peso grave
e con lui la prima chiave.
A parte il riferimento alla Gara Pigliamosche, che è la mia materia... non ho capito. Tu?”
Fabrizio annuì meccanicamente, mentre la sua mente lavorava frenetica.
La prima chiave... non sono sicuro del resto, ma la parte importante del messaggio mi sembra di sicuro l'ultima. E il concetto è chiaro...se la ragazza è la stessa che ha contattato Mr. Pokémon... allora per trovare la prima chiave del libro dovrò andare a vedere cos'ha di speciale questa Gara Pigliamosche. E qual'è il peso che mi attende sulla via...
“Ti ringrazio davvero, Raffaello. Ora so quale sarà la mia prossima mossa.” rispose il ragazzo.
Il Capopalestra sorrise: “Se lo sai tu, perfetto. Mi piacerebbe assistere alla Gara, ma ho una Palestra a cui badare, e se gli sfidanti arrivano al vostro ritmo, sto fresco. Arrivederci, e buona fortuna a tutti e tre!”
Fece per voltarsi, quando Tom lo chiamò: “Aspetta! Io sto cercando il prossimo Sensei per superare le prove da aspirante Capopalestra... per caso...?”
Raffaello si voltò con aria sinceramente dispiaciuta: “No, Tom, scusami. Non ne ho idea. Ma forse Chiara di Fiordoropoli lo sa... Di certo non è da queste parti.”
Tom sembrava un po' abbattuto, ma ringraziò ugualmente il Capopalestra, che salutò tutti ed uscì.
Fabrizio si rivolse agli altri due: “Usciamo anche noi, ragazzi?”
Marta e Tom approvarono.

 

 

 

“Tu che farai ora, quindi?” domandò Fabrizio alla ragazza.
“Continuo dritta... allenamento nel Bosco di Lecci e poi alla Palestra di Fiordoropoli. Non ho strani indovinelli da risolvere... ma forse avrò anche io qualcosa di urgente da fare presto.” rispose lei.
“E immagino che tu non te la senta di dirci cosa...” commentò Fabrizio.
Il mezzo sorriso di lei fu eloquente.
Fabrizio lasciò perdere: “Anche io ho i miei segreti. Allora alla prossima! É stato un piacere oggi, e spero di rivederci presto!” disse, tendendole la mano.
Lei gliela strinse, pensosa: “Presto? Sei già certo che ci rivedremo?”
Fabrizio rise, come se la cosa fosse del tutto ovvia, esattamente come con Gabriele. Marta non aggiunse altro, e con un ultimo cenno salutò i due. Poi, tanto per cambiare, corse via.
Stavolta, anche Tom ricambiò il saluto, seppure senza convinzione.
Subito dopo si rivolse all'amico: “La rivedremo di sicuro. E la batterai anche la prossima volta, contaci.”
Fabrizio si fece serio, prima di rispondere: “Quando mi ha dato del matto, un po' aveva ragione... subito dopo aver vinto la lotta, ho realizzato che avrei potuto risolvere tutto molto più facilmente.”
“Che intendi?” chiese Tom, incuriosito.
“Sarebbe bastato mandare in campo Deino, curando Combusken da Maledizione. A quel punto, se avesse voluto usarla ancora Gastly si sarebbe mandato KO da solo. Per cui, avrei potuto semplicemente rimandare in campo Combusken, o chiudere con Morso di Deino, con la sicurezza di aver eliminato la sua mossa più pericolosa. E invece, d'istinto, ho scelto una tattica molto più complicata e rischiosa... forse proprio per quello. E non è esattamente la strategia migliore.” considerò Fabrizio, con tono cupo.
Tom ribattè: “Però scusa, un sacco di lotte finora le hai vinte proprio così... non era la strategia più efficace, ma era talmente assurda che l'avversario non se l'aspettava e non sapeva come rispondere. Io dico che può funzionare. E dico anche che è proprio così che diventerai un Maestro di Pokémon!”
La convinzione scintillava negli occhi di Tom, e Fabrizio rimase decisamente colpito dalle parole dell'amico. Con un sorriso, replicò: “E allora si tratta di trovare la giusta misura tra efficacia e imprevedibilità... ti ringrazio, Tom. Per quanto riguarda te... se ti specializzi in questo tipo di sermoni, sarai un Capopalestra perfetto!”.
I due ragazzi risero, poi Tom chiese: “Insomma, ora che facciamo?”
“Se per te va bene...” rispose Fabrizio: “Partiamo questo pomeriggio per Violapoli, e da lì andiamo al Parco Nazionale. Parteciperò alla Gara Pigliamosche per vedere cosa c'è di speciale...e scoprire se ha a che fare con il libro misterioso. E magari potremmo anche vedere lo stadio del Pokéathlon. Poi, da lì, a Fiordoropoli, a battere la terza Palestra e scoprire dov'è il secondo Sensei. Che ne dici?”
Tom sogghignò: “Dico che è un ottimo piano. Andiamo al Parco Nazionale e facciamogli vedere chi siamo, allora!!”
Fabrizio annuì: “Però prima...”
“Cosa?” fu curioso Tom.
“Però prima si pranza!” rise il ragazzo dalla chioma ribelle.
Di nuovo, i due amici risero. Era stata una giornata fantastica, e chissà, con la giusta dose di coraggio e fortuna, tantissime altre li attendevano ancora.

 

 

 

FABRIZX

 

 

 

Alla prossima puntata, “Doppia emergenza- Parte 1”
Dedicato a coloro che sognano il loro viaggio personale.

 

 

 

Scusate il ritarderrimo nell'aggiornare, spero di accelerare da qui in avanti. E un enorme grazie a chi ha comunque la pazienza di seguirmi ancora!
Ciao!!

 

   
 
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