Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: KyraPottered22years    15/02/2015    8 recensioni
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
(SECONDA STAGIONE DI TWO BODIES, ONE SOUL)
Artemis ritorna ad Asgard, la sua terra natia, dopo circa venti lunghi anni. Il desiderio di conoscere Persefone e Klaus, i suoi fratelli, si realizza, essi sono gli ultimi membri della sua famiglia, il motivo per cui lei è veramente ritornata ad Asgard. E' diventata una guerriera e dopo due anni dalla partenza, proprio quando ha raggiunto l'apice della felicità, ella si accorge di non avere in realtà nulla. Loki è il suo tutto e senza di lui la maledizione dell'Alao Obscuro si è risvegliata.
Il folle richiamo di lui porta Artemis a far riaccendere dentro di lei una passione che aveva attenuato, ma Persefone mette in guardia la sorella prima che sia troppo tardi...
Trailer della storia: https://www.youtube.com/watch?v=h8aTonsSA1A
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Two bodies, one soul.



"Facciamo la guerra per poter vivere in pace."


        cit. Aristotele






 

 
 


   °  °



Ero pronta.
Ma che dico? Non ero pronta per niente.
Il mio pugno sfiorava il portone delle stanze di Loki, ma non aveva intenzione di bussare. Sospirai, abbassando la mano. Le due guardie che si occupavano di sorvegliare la stanza giorno e notte mi guardarono stranite. 
Certo, mica capita ogni giorno di vedere una stupida che non riusce a bussare.
Scossi la testa.
Basta, io busso.
Appoggiai le nocche sul legno e bussai tre volte. Con la mano tremante e il cuore che batteva disumano contro il petto, aprii il portone, entrai velocemente e me lo chiusi alle spalle.
Spalancare gli occhi non era abbastanza per ammirare la lussuosa stanza in cui mi trovavo: il pavimento in marmo, le tende color panna, oro e verde, il grande balcone, l'enorme letto matrimoniale a baldacchino dalle lenzuole degli stessi colori delle tende, l'armadio e la scrivania in mogano, i quadri sulle pareti, tutto in quella stanza era perfetto. 
Ammiravo la stanza avanzando di qualche passo, ma solo dopo un po' mi domandai dove potesse essere Loki. Alzando gli occhi in alto mi accorsi della presenza di una nuvola di vapore, e, cercando di capire da dove provenisse, la seguii.
Mi portò davanti ad una tenda che conduceva a quello che doveva essere il bagno. Fiotti di sangue salirono alle guance colorandole di un rosso intenso. 
Che devo fare?, mi domandai indecisa sul da farsi. Controllai il lungo vestito di seta grigio e mi sistemai i capelli sulle spalle, in modo tale da coprire le spille che tenevano l'abito. Feci un lungo respiro e mi schiarii rumorosamente la voce. Aspettai. Nessuna risposta, solo altro vapore che fuoriusciva. Ritentai, schiarendomi nuovamente la voce. 
Nessuna risposta.
Sbuffai, immaginando che, se Loki si trovasse davvero lì dentro, lo stava facendo apposta a non rispondermi. Mi morsi il labbro e ritentai per una terza volta, ma questa volta accompagnato dalla mia voce.
"Principe Loki, sono Lady Artemide, mi è permesso entrare?" Nel dubbio, io usavo un tono formale. 
"Potete entrare, Lady Artemide." Loki pronunciò il mio nome con una certa enfasi che non fece altro che peggiorare la mia ansia. Mi mancò la sua voce leggera, soave, affilata
Mi feci forza, respirai profondamente e, senza pensarci troppo, scostai le tende, entrando nel lussuoso bagno. Il vapore era così fitto che per un momento non riuscii a vedere nulla, ma quando i miei occhi iniziarono ad abituarsi individuai la figura di Loki, completamente nudo.
Sgranai gli occhi, coprendomeli subito con il palmo della mano.
"Dio!" Imprecai imbarazzata. Sentii la sua profonda risata gorgogliare nella gola. 
"Cosa vi turba, Lady Artemide?" Domandò sarcastico, continuando a darmi del voi.
"D-davvero me lo chiedete?!" Chiesi in un mix di imbarazzo, frustrazione e rabbia. "Mi pare abbastanza ovvio cosa mi turbi!" Loki era nudo, a pochi metri da me, ed io come una ragazzina mi coprivo gli occhi con la mano. 
La situazione non era imbarazzante, ma ridicola, o almeno, io ero ridicola.
"Oh, perdonatemi, ma non riesco proprio a comprendervi." Sentii la sua voce più vicina. Bene, si stava pure avvicinando. 
Lui sì che era l'unica persona nei Nove Regni in grado di mettermi così tanto a disagio. 
Sentii le sue dita circondarmi il polso, togliendo via la mia mano davanti agli occhi, che comunque tenni chiusi. Due cose erano altrettanto ovvie: 1) lui era davanti a me, nudo, e 2) stavo morendo di infarto.
"La cosa che mi turba è il suo... aspetto attuale." Strizzavo le palpebre fra di loro, mantenedo il mento all'insù. Non guardare giù, non guardare... lì, mi ripetevo continuamente. Non che per me fosse una tentazione così forte da non poter sostenere, ma il trucco era sempre: non guardare giù.
"E perché mai?" Domandò a bassa voce, sensuale. 
Mantieni la calma, mantieni la calma. 
Mantieni. 
La. 
Calma.

"Perché siete nudo, Principe." Aprii di scatto gli occhi, incotrando quelli suoi dannatamente vicini ai miei. Era abbastanza evidente quanto stessi tremando come una foglia e dovevo assolutamente smetterla, o Loki avrebbe continuato così fino all'indomani mattina. Lui amava provocarmi, lui aveva sempre amato provocarmi.
"E perché questo dovrebbe essere un problema?" Domandò ancora, solo che, in quel momento, maledii di aver aperto gli occhi, poiché quelli suoi mi facevano troppo effetto: brillavano di malizia, e sapevo cosa stesse desiderando in quel momento. Mi promisi di non cedere alla sua trappola, anche se sarebbe stato molto difficile.
"Il coso fra le tue gambe è il problema!" Risposi con una sincerità fin troppo spontanea. Quando mi resi conto di cosa avevo appena detto spalancai gli occhi, e lui rise di gusto.
"Come siete maleducata, Lady Artemide." Sussurrò il mio nome all'orecchio e riuscii a sentire il suo respiro sul mio collo. "E come può portarvi disagio qualcosa che avete già visto?"
Lo ha detto sul serio?
LO HA DETTO SUL SERIO?!

Socchiudevo le labbra in un'espressione scioccata. Dovevo assolutamente rispondere senza fare la figura del sasso.
"Beh... hem...mh..." Che figura di... Mi morsi l'interno delle guance, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi, che mi fissavano con bramosia e desiderio.
"Non rispondete?" Piegò la testa di lato. Gli lanciai un'occhiataccia dritta negli occhi, percependo quanto si stesse divertendo a provocarmi. Rimasi, poi, a guardarlo intensamente negli occhi, senza spostare lo sguardo o rispondere. "E così sia." Alzò le sopracciglia e sospirò, si voltò e si incamminò verso la vasca da bagno scolpita nel marmo. Il mio sguardo non poté non cadere proprio lì sotto. Arrossii violentemente, sorrisi imbarazzata e anche un po' maliziosa.
Carino, commentai dentro di me. Scossi la testa, spostando lo sguardo da qualche altra parte mentre lui si immergeva nell'acqua calda.
"Vi interessano le pareti?" Domandò con quel suo solito sarcasmo pungente, riferendosi al mio sguardo fisso sul muro. Guardai Loki e notando che, una volta immerso in acqua, non c'era pericolo di genitali esposti alla luce del sole, decisi di rivolgergli completamente le mie attenzioni, anche se la visione dei suoi pettorali rendeva tutto molto più difficile.
"Allora, Lady Artemide, a cosa devo l'onore della vostra visita?" Gesticolò con la mano.
"Odino mi ha dato l'incarico di venirvi a controllare personalmente, ogni giorno." Deglutii rumorosamente mentre Loki sorrideva di una felicità (per i miei gusti) abbastanza sadica.
"Oh, ne sono davvero felice." Concluse, guardandomi come un cane affamato guardava un muffin al cioccolato dopo giorni di digiuno. Loki iniziò a lavarsi, ignorando del tutto la mia presenza.
Era troppo tardi, non potevo distogliere lo sguardo dalla scena che avevo davanti agli occhi. Tutto dentro di me urlava di non fissarlo in quel modo, o...
"Avete intenzione di ammirarmi per tutta la durata del mio bagno?" Domandò dopo vari minuti, beccandomi a fissarlo.
"N-no." Risposi impacciata, abbassando lo sguardo.
"Allora vi dispiace darmi una mano?" Rischiai seriamente di svenire. "Sempre se non vi dispiace." Alzai lo sguardo, incontrando il suo: sapeva benissimo che non mi dispiaceva, ma la mia ansia, l'insicurezza e la ragione, di cui ancora ero in possesso, mi ordinavano di rifiutare e di starmene ferma lì dov'ero.
Inaspettatamente i miei piedi avanzarono verso la vasca da bagno. Mi ero già pentita di ciò che stavo per fare, ma non potevo più tirarmi indietro: mi ero abbastanza ridicolizzata e ritirarsi non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose.
"Come posso esservi utile?" Domandai con voce ferma e sicura, mentre dentro bruciavo di vergogna, e le mie guance ne erano un giusto esempio.
"Non riesco ad arrivare alla schiena, se potreste gentilmente aiutarmi, ve ne sarei davvero grato." Ad ogni parola, la sua voce si faceva sempre più intensa, sensuale. Le mie unghie affondarono nella carne, chinai il capo in segno di conferma. Mi posizionai dietro di lui e mi sedetti sul bordo della vasca da bagno. Presi in mano una spugna, la immersi nell'acqua calda e indugiando un attimo, la poggiai sulla spalla di Loki.
La strofinai contro la sua pelle, lentamente, avevo paura di fargli male. Immersi nuovamente la spugna nell'acqua e gliela strofinai cautamente sulla pelle diafana. Sentivo Loki rilassarsi sotto il mio tocco e ne fui soddisfatta. Soprendendo me stessa e anche lui, iniziai a lavargli pure i lunghi capelli corvini, massaggiandogli la testa con dei movimenti circolari delle dita.
"Sono abbastanza brava, Principe Loki?" Gli angoli della mia bocca si alzarono all'insù in un sorriso ammiccante: stavo al suo gioco.
"Se non lo foste davvero, vi avrei chiesto di aiutarmi?" Domandò con un evidente tono di voce rilassato.
"Penso proprio di no." Sciaquai un'ultima volta i suoi capelli e mi issai in piedi, mettendomi davanti a lui, pericolosamente vicina ai bordi della vasca. "C'è altro che potrei fare per voi?" Lo guardai intensamente negli occhi, con aria provocatoria, proprio come lui stava facendo.
"No." Rispose semplicemente. Chinai il capo. Stavo per voltarmi, uscendo così dal bagno, ma la suola della scarpa calpestò un lembo del vestito: cercai di recuperare l'equilibrio, ma mi fu impossibile dato che il marmo era troppo scivoloso. Finii dentro la vasca da bagno. Optai per non risalire in superfice, ma la risata divertita di Loki mi fece cambiare idea. Salii in superfice, espirando profonodamente. Tossii un paio di volte e quando mi voltai, Loki stava ancora ridendo con un sorriso a trentadue denti e gli occhi semichiusi.
"Vaffanculo." Gli dissi acida tra i denti, cercando di alzarmi. Finii, vergnognosamente, una seconda volta in acqua, ma questa volta fin troppo vicina a Loki, che con entrambe le braccia mi trascinò verso di lui dalla vita. Cercai di dibattermi, con il risultato di finire sopra di lui, a gambe aperte, faccia a faccia. Le sue mani stringevano i miei polsi, bloccandomeli sul suo petto. Rimanemmo a fissarci negli occhi, intensamente, a pochi centrimetri di distanza.
Fu la prima volta, dopo mesi, che i nostri sguardi si fusero in quel modo.
"Sei diventata più impacciata in questi sei mesi." Commentò con un ghigno divertito. "Un giorno, potrai anche diventare la guerriera più audace di tutti i Nove Regni, ma tu rimarrai sempre la mia Artemis." Sorrise dolcemente.
Quel sorriso.
Non vedevo quel sorriso da quella notte.
La notte più bella della mia vita.
Rimasi impietrita da quelle parole. Loki allentò la presa sui miei polsi e io abbassai il mio sguardo, mentre percorrevo lentamente il suo petto con le mie mani, fino a raggiungere le sue spalle.
"Sono a conoscenza del fatto che in questi mesi hai cercato di dimenticarmi. E che non ci sei riuscita." Quella situazione era troppo per me, e lo deducevo dal mio cuore che era letteralmente impazzito. "E vuoi sapere il perché?" Loki prese il mio mento fra l'indice e il pollice, costringendomi così a guardarlo dritto negli occhi. "Perché tu mi appartieni, Artemis." Io gli appartenevo, sapevo che era così, sapevo che non c'era via d'uscita, ma sentirmelo dire da lui rendeva le cose un po' più semplice. Distolsi lo sguardo da un'altra parte, non volevo guardarlo negli occhi mentre una lacrima scivolava sulla mia guancia. "Guardami." Mi ordinò. E così feci, mentre lui mi asciugava quella lacrima. "Guardami." Ripeté ancora, ma quella volta con un tono  più serio.
"Ti sto guardando." Dissi con voce fievole, confusa.
"No, non mi stai guardando. Perché se tu mi guardassi davvero, ti renderesti conto che non c'è bisogno di avere paura di amarmi." Trattenni il fiato, incredula. Lo ha detto... sul serio?
"Io non ho paura." Mentii, per chissà quale ragione, sperando che non leggesse la mia mente. 
"Shh." Sussurrò lui, mettendomi a tacere. Poggiò le sue mani sulle mie guance, le nostre fronti si toccarono e sentimmo i respiri l'uno dell'altro sui nostri visi, respiri affannosi, urgenti. "Resta qui con me stanotte." Fu più un'esigenza che una proposta.
"No." Scossi la testa e altre lacrime scesero sulle mie guance, silenziosamente.
"Rimani." Sussurrò vicino alle mie labbra, sfiorandole.
Quel contatto mi fece impazzire e in un attimo, feci plasmare le nostre labbra in dolci movimenti. Loki mi circondò la vita con le sue braccia e io, con le mie, gli circondavo il collo. La sua lingua saettava frenetica sul mio labbro inferiore, trasformano così quel bacio da dolce a passionale; le nostre lingue si scontravano e arrivato ad un certo punto fu più un mangiarsi, che un baciarsi. Eravamo stati così distanti per mesi e quel bacio era un ritorno al passato, un ritorno a quel dolce e passionale momento. 
Appunto: passato.
"Il passato è passato, devo guardare in faccia il presente", mi dissi sei mesi fa. E in quel momento stavo ritornando indietro nel tempo, "non posso permettermi di vivere in un ricordo". Eppure volevo rimanere lì, con lui, per tutta la notte.
D'impulso, attraversata da tutti quei pensieri: morsi la sua lingua e lo feci allontanare da me. Mi alzai in piedi ed uscii dalla vasca in fretta e furia. Sentii la sua voce chiamarmi per nome, ma avevo già lasciato il bagno, quando Loki mi richiamò una seconda volta, ero già fuori dalle sue stanze. Ignorai gli sguardi interrogativi delle guardie e il freddo pungente sul mio corpo bagnato. 


                                                                                         
                                       °   °




A Persefone parve che quel busso violeto facesse parte dei suoi sogni, ma quando si svegliò sussultando, capì che era reale.
Si sentivano due voci da dietro, quella del maggiordomo e di... Thor?
Persefone rimase pietrificata davanti alla porta, con la mano che sfiorava la maniglia d'oro. 
Che cosa ci faceva Thor in casa sua? Non restava che scoprirlo.
Persefone si fece coraggio ed aprì la porta, richiamando l'attenzione del maggiordomo e del Principe di Asgard. Persefone si sentì il corpo prendere in fiamme quando gli occhi azzurri di Thor lo percorsero con imbarazzo, notando che era in camicia da notte e il tessuto di seta bianco metteva in risalto le sue forme femminili.
La giovane si inchinò e disse:
"Principe Thor, prego, entrate." Lo fece entrare e chiuse la porta, lasciando il maggiordomo confuso e sbigottito.
Non era da tutti giorno che un reale venisse a far visita.
"Dovevo vederti." Affermò Thor, dando le spalle a Persefone.
"E' successo qualcosa a vostra madre?" Domandò lei, cercando di evitare il vero motivo della visita di Thor, Persefone sapeva perché lui fosse lì, solo che non si immaginava che ne avesse voluto parlare dopo tutto quel tempo.
"Smettila di fare come se non fosse successo niente." Lui si voltò e prima che il suo sguardo si unisse con quello di lei, quest'ultima chiuse gli occhi in un'espressione amara.
"Guardo solo in faccia la realtà, mio signore."
"Cosa? Quale realtà?!" Tuonò Thor, gesticolando rabbiosamente con la mano. Persefone non si lasciò intimidire, rimase ferma sul suo posto, con la rabbia che si riaccendeva.
"La realtà che c'è fra voi e la midgardiana!" Urlò lei più forte. Thor sapeva di aver sbagliato, ma come poteva farsi perdonare? Era da un anno e mezzo che quella situazione andava avanti. 
"Ero debole, pensavo che non avrei fatto mai più ritorno ad Asgard." Ammise con coraggio, senza vergogna di se stesso. L'unica vergogna che provava era di aver tradito la donna che più amava.
"E pensate che questa sia una buona scusa per farmi cadere fra le vostre braccia un'altra volta?" Thor rimase in silenzio, abbassando lo sguardo. "Non sono più quell'ingenua che voi ricordate. Sono cambiata, Principe Thor." Girava lentamente attorno alla sua figura alta e possente. "E questo è un vostro punto a sfavore." Si fermò davanti a lui, a pochi centimetri di distanza. Si guardarono per dei lunghi ed interminabili secondi, con mille emozioni che esplodevano dentro di loro.
"Persefone," amava quando lui pronunciava il suo nome, "dammi un'altra possibilità, ti prego." Sapeva che Thor, il dio del tuono, Principe di Asgard, futuro Re, raramente pregava qualcuno e Persefone si sentì per un attimo onorata da questa cosa, ma successivamente, un senso di rabbia e dolore la pervase, come una goccia d'inchiostro su un bicchiere mezzo pieno d'acqua.
"Tornatevene dalla vostra midgardiana." Disse acida Persefone, avvicinandosi alla porta.
"Come hai potuto dimenticare tutto ciò che è stato?" Domandò Thor, mettendosi davanti a lei, costringendola a guardarlo negli occhi.
"Io non ho dimenticato, Thor." I loro visi si avvicinarono.
"Allora perché non vuoi darmi un'altra occasione?" Persefone indugiò: voleva dargli un'altra occasione, voleva riprovarci, perché stare senza di lui era diventato così difficile che la sua maledizione da Alae Obscuro non si risvegliò per un pelo. Ma qualcosa la bloccava, facendola sentire piccola ed inutile. Il dolore che provò quando scoprì del tradimento di Thor fu grave, Persefone impazzì. Se non fosse stato per suo fratello Klaus sarebbe morta suicida.
Non voleva riprovare quel dolore, non ci teneva. Sapeva che se avrebbero ricominciato a stare insieme come una volta, ma di nascosto e che i sovrani di Asgard non avrebbero mai accettato l'unione del figlio con una misera serva, per giunta Alae Obscura. Quindi, la loro storia, non aveva mai avuto un inizio, tanto meno una fine.
"Perché non è rimasto più niente per continuare a sperare che le cose possano ritornare come prima." Persefone aprì la porta.
"Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami più." Troppo difficile.
"Io..." Ma doveva farlo, per il bene di lui e di sé stessa. "Non vi amo più." Mentì.
 Thor uscì dalla stanza, lasciando dentro Persefone un vuoto incolmabile. 




N.d.a.

Buonaseraaaaaassss (?)

Lo scorso capitolo avete recensito in pochissimmi :( Vabe, dettagli!
Ho scritto questo capitolo ispirandomi, ahimé, a San Valentino, ma siccome sono anticonformista, pubblico un capitolo pieno d'amore nella festa dei single. Sì, lo so che sono un geniaccio. ^-^

Aluuuurs, com'è? Vi è piaciuto? 
Parlando della prima scena, ammetto di essermi divertita a scrivere quella situazione, è stato davvero troppo divertente!! Ma voi vi siete divertiti a leggere? Vi piace questa nuova Artemis più umana?
E per quanto riguarda il POV di Persefone, mh... ve l'aspettavate questa relazione con Thor? :33

Fatemi sapere con una bella recensione.

E VOI, LETTORI SILENZIOSI, SAPPIATE CHE VI OSSERVO, OwO.

Ringrazio se siete arrivati fin qui.

Buon inizio settimana e

Alla prossima ;)

Ps. Sto correggendo la prima stagione di
Two bodies, one soul. Se andate a rileggere, potrete notare che in alcuni capitoli ho aggiunto un paio di scene e battute, ma specialmente ho corretto quegli orrori grammaticali.
Pps. Ho completamente rivoluzionato il carattere iniziale di Artemis, quindi, mi fareste un favore se andreste a "ripassare" i primi capitoli (sono arrivata al nove c: )

 
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: KyraPottered22years