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Autore: Tye Menkauhor    04/12/2008    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa storia è ambientata qualche tempo dopo la serie try. Lina e Gourry hanno una loro meta, ma l'arrivo di due nuovi persoanggi sconvolgerà i piani di tutti, guidandoli verso i guai!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Personaggio originale, Amelia, Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

 

 

Si addentrarono nel bosco a Sud del villaggio senza badare al sentiero quasi irriconoscibile: la pioggia aveva fatto spuntare numerose erbacce tra la fanghiglia che si appiccicava fastidiosamente agli stivali rallentando il passo.

Nessuno parlava, assorti come erano ognuno nei propri pensieri... Persino Gourry sembrava impegnato in una profonda riflessione, tanto che Lina non poté fare a meno di domandargli:

-Qualcosa di questa vicenda ti turba particolarmente, Gourry?- in effetti era rimasta stupita delle sue affermazioni della sera precedente. -Come? Bè, veramente stavo pensando a quando ci fermeremo per il pranzo. Credo che sarebbe meglio trovare un posticino un poco più asciutto di questa zona, così potremmo accendere un fuoco, no?- disse voltandosi verso di lei con un largo sorriso stampato in faccia. Lina lo guardò un momento interdetta, chiedendosi cosa si era aspettata di sentire, poi sospirò, e lasciò cadere il discorso.

Zel apriva la strada, e ne era felice, perché si dirigeva consapevolmente verso la direzione che sembravano aver preso le due figure della sera prima. Dietro di lui Ameria procedeva quasi senza fiatare, e ad ogni minimo fruscio d’erba attorno a loro sobbalzava lievemente. Poi fu lei a rompere il silenzio per prima: - Zel, pensi che il Fantasma potrebbe aver ucciso il principe?- Zelgadiss si fermò, e così fecero gli altri due compagni che venivano dietro. Guardarono tutti Ameria, con uno sguardo che lasciava poche speranze di consolazione. Zelgadiss si affrettò a risponderle: - Ameria, devi cercare di avere fiducia, può darsi che il Fantasma non c’entri con il rapimento del principe,...ma se così fosse, ieri sera erano solo in due, non c’era nessun principe con loro. Se il Fantasma davvero fosse l’artefice del rapimento, credo che ci sarebbero poche speranze di ritrovarlo vivo. Mi dispiace.- Così dicendo appoggiò una mano sulla spalla dell’amica, cercando di rincuorarla un poco, mentre lacrime sottili rigavano silenziose il volto della principessa. “Non ho mai visto Ameria così fragile, deve averlo notato anche Zel” pensò Lina, avvicinandosi e abbracciando Ameria, mentre Gourry faceva lo stesso. Ameria si asciugò le lacrime nella manica e allontanò gli amici, facendo cenno che ora stava bene. Riprese a parlare con voce un po’ tremante:

-Io... io non so perché questa faccenda mi sta così a cuore...non ho mai visto William in vita mia... non è giusto rapire un principino, e nemmeno un bimbo normale, certo...eppure ho la spiacevolissima sensazione che la storia sia molto più triste di quel che conosciamo. E’ una sensazione così forte e intensa che non ho potuto fare a meno di piangere. Scusatemi.- si fermò un attimo, - Ma ora non accadrà più: William DEVE essere vivo, e con il vostro aiuto lo ritroverò, lo riporterò a palazzo, e sistemeremo tutto quanto!- concluse con un sorriso. -Questa è l’Ameria che conosciamo! Positiva e ottimista!- disse Gourry, dandole una pacca sulla spalla che quasi la fece cadere.

Il sole era già alto, e riscaldava gli alberi e le foglie verdissime e lucide. Non faceva caldo, ma non era nemmeno freddo, e la lieve brezza che riusciva a penetrare tra tronchi e arbusti era piacevole. Il sentiero si era fatto sempre meno evidente, ma ancora lo si riusciva a distinguere per via dei due solchi laterali fatti durante tanti anni dai carretti che attraversavano abitualmente il bosco. Nel mezzo invece spiccavano alte erbacce, cresciute enormemente grazie alla pioggia.

Era passato il mezzogiorno da poco, quando trovarono una piccola radura, riparata verso est da un’enorme quercia che stendeva i rami e le grosse e vecchie braccia ricoprendo gran parte del cielo. La copertura era stata tale, che il terreno ai suoi piedi era meno pregno d’acqua, e così decisero di fermarsi e accendere un fuocherello con qualche rametto relativamente asciutto. Non fu cosa facile, ma alla fine Lina riuscì con una fiammella magica a far ardere i rametti. Zelgadiss si era allontanato, ed era tornato con il pranzo: una lepre che sembrava avere ormai qualche anno di troppo, ma si accontentarono. Ameria tirò fuori dalla sua piccola bisaccia quattro pagnotte di pane che aveva preso all’osteria prima di uscire, mentre Gourry si era occupato dell’acqua.

Avevano ormai finito di pranzare, facendo tutte le congetture possibili sul cammino da seguire (dato che il terreno era troppo bagnato per poter trovare delle tracce), quando qualcosa turbò la chiacchierata. Infatti un grande uccello scuro saettò nella radura, disegnò volando un cerchio sopra di loro, e si precipitò velocemente sul pezzo di pane che Lina teneva in mano. Rallentò, si posò a terra e spiccò di nuovo il volo in un istante.

-Brutto uccellaccio! Ma guarda tu! Torna indietro e restituiscimi il pane!- gridò Lina seguendo il volo dell’uccello con gli occhi e cominciando ad inseguirlo di corsa. Infine il corvo si posò su un ramo basso, quasi per sbeffeggiarla, e inghiottì in un boccone il pane. Lina, ferma sotto l’albero, sorrise malignamente: -Credi di prendermi in giro? Non lo sai che le maghe sanno volare?!-. I compagni la guardavano divertita. -Levit...- il suo incantesimo rimase impronunciato perché fu distratta da un ragazzo sbucato nella radura da ovest, che correva a gran velocità dirigendosi proprio verso di lei. Il problema stava nel fatto che aveva un freccia incoccata sul grande arco, pronto a scagliarla in qualsiasi momento.

Zelgadiss e Ameria scattarono in piedi, riconoscendo subito il ragazzo della sera prima.

-Lina!- Gourry si avvicinò all’amica con la spada in pugno. Osservò incuriosito il giovane che se ne stava ora immobile, quasi una statua. Guardò con fare interrogativo la maga, non riuscendo a capire la strana reazione del “nemico”, che non sembrava meno stupito di loro. Lina dal canto suo, era rimasta per un momento sorpresa da quell’apparizione improvvisa, ma si era ripresa immediatamente, e un incantesimo era comparso tra le sue mani. “Che strano tipo” pensò: qualora ci fosse stato il segno di una minaccia, non avrebbe esitato a colpire.

Zel si avvicinò, guardingo, aspettandosi la comparsa del Fantasma da un momento all’altro. -Fai attenzione Lina. E’ il ragazzo di ieri sera.- disse la chimera a bassa voce, mettendo in guardia l’amica: ricordava fin troppo bene lo strano potere della spada maneggiata dal giovane.

-L’avevo capito.- rispose la maga seria e concentrata. -Voi lo conoscete? Di che ragazzo parlate?- intervenne Gourry. Lina evitò di scaldarsi e non fece commenti sulla memoria (assente) dello spadaccino.

Ameria lentamente si avvicinò al giovane, che pareva quasi non esistere, fondersi con la natura circostante, tanta era la sua immobilità. Lina osservò gli amici: non sembrava che considerassero il ragazzo un pericolo, erano abbastanza tranquilli, nonostante lo avessero visto in azione solo la sera precedente. L’incantesimo svanì, forse imprudentemente, dalle sue mani, e le spalle si allentarono un poco dalla tensione che sentiva premuta addosso.

-Chi sei? Yuuu? Ma ti sei incantato?- chiese allo strano tipo. “Ma che ha? E’ scemo? Sembra in trance!” pensò, guardandolo con curiosità. -Ehi, vuoi rispondere?- gridò spazientita. Stava cominciando a stancarsi: dopotutto, era lì a farsi prendere di mira da un bambinetto che non sembrava arrivare al chilo! Chi glielo faceva fare?

-Lina, forse è rimasto pietrificato solo a guardarti!- commentò Gourry con un mezzo sorrisetto stampato sul bel viso. Ricevette un calcio in uno stinco, e una risposta rabbiosa: -Cosa vorresti dire?-. Lo spadaccino cercò di difendersi: -Non fraintendere! Intendevo per la tua potenza, non per il tuo aspetto!- non si rese però conto di aver peggiorato la sua già precaria situazione. Infatti, nelle mani della maga si stava materializzando un altro incantesimo, ma questa volta non era per lo straniero, bensì per lui!

In quel momento il giovane sembrò riprendersi: puntò la freccia, assieme ad uno sguardo che raggelò il sangue ad Ameria, che aveva direttamente incrociato i suoi occhi, verso l’uccello. Il volatile se ne stava ancora appollaiato sul ramo sopra la testa di Lina: distratto dagli schiamazzi del gruppetto, si accorse del pericolo troppo tardi.

-Attenta Lina!- gridò Gourry, mentre la freccia sibilò nell’aria verso la loro direzione. Il giovane buttò a terra l’amica, alla quale sfuggì la freccia di fuoco che ancora non aveva lanciato. Zelgadiss la evitò per un pelo, gettandosi al suolo qualche metro distante dagli compagni. -Lina! Accidenti! Fai attenzione!- la rimproverò il ragazzo di pietra risollevandosi.

Lo straniero si decise a parlare: -Oh no! L’ho mancato!- l’uccello, infatti, era riuscito a fuggire. Il giovane sembrava però più triste che arrabbiato -Il mio pranzo!- aggiunse abbattuto. Abbassò l’arco, e guardò Lina ancora a terra. Solo allora la maga si rese conto di dove si trovava: era sotto Gourry, in una posizione alquanto equivoca. -Ah! Gourry! Spostati immediatamente!- disse senza lasciargli il tempo materiale per farlo, e colpendolo con un pugno diretto sul mento, così violento che Gourry si trovò di nuovo con il sedere nella polvere, poco distante da lei. -Ohi ohi...- si lamentò lo spadaccino, massaggiandosi il mento.

Lina si alzò veloce, e si ricompose spazzando via la terra dall’abito. Il giovane si avvicinava lentamente, con un’andatura leggera. La maga ne osservò l’aspetto: capelli castani, lunghi fin sotto le ginocchia; dalla nuca spuntava una ciocca di capelli ancora più lunga, che arrivava alle caviglie, strettamente legata in una treccia. Gli occhi erano blu come il cielo, i lineamenti dolci. “E’ proprio carino...” pensò mentre esaminava anche il modo in cui era vestito: stivali color camoscio, pantaloni neri, e un gilet blu aperto sul petto nudo (la muscolatura, ben sviluppata, faceva però capire che era ancora molto giovane.). Al collo portava un catenina con una strana pietra bianca come ciondolo, e alla cintola era appesa una spada, dall’elsa riccamente elaborata.

Accanto a lei si erano portati anche Ameria e Zel che, sempre sospettoso e attento, lanciava all’intorno occhiate circospette. Gourry si era rialzato, e con una mano sull’impugnatura della spada, si era affiancato a Lina. -Sei pazzo? Che cosa volevi fare con quella freccia?! Hai la mira di una talpa!- scattò la maga inviperita contro il giovane che le stava di fronte.

-Tu... sei davvero Lina Inverse? La grande maga? La sterminatrice di ladri?...-cominciò.

“Non aggiungere gli altri soprannomi, o saranno guai!” pensava Zelgadiss, temendo la reazione non troppo tranquilla dell’amica, che era chiaramente già sull’orlo di una crisi. -...colei che ha sconfitto la Stella Nera salvando il mondo?- chiese il ragazzo con gli occhioni che brillavano.

-Io so chi sono! Ma voglio sapere chi sei TU!- sbottò Lina spazientita. Quel giovane era strano, possibile che fosse colui che Xel le aveva chiesto di uccidere?

-Lo sai che sei molto carina?- disse lui senza risponderle, e sorridendo dolcemente. -EH?- si stupì la maga (e non furono meno sorpresi anche gli altri). Il suo viso si fece serio,e prese a parlare velocemente: -Io... ho bisogno del vostro aiuto! Vi assumo tutti! Posso pagarvi profumatamente! Purtroppo ultimamente incontro parecchi demoni sulla mia strada...- dal tono sembrava essere un po’ agitato. Tutti lo guardarono sorpresi: non si sarebbero mai aspettati una richiesta del genere.

-Ehi, Lina, hai sentito? Ha detto che paga bene!- sussurrò Gourry, ma la maga non ci badò, e continuò a fissare il giovane. Senza distogliere gli occhi, il ragazzo ricambiava sicuro lo sguardo. La tensione era palpabile; Ameria spostava gli occhi dall’una all’altro, in apprensione. Zel continuava a guardarsi attorno, mentre Gourry non capiva che cosa stava succedendo.

E poi lo strano tipo se ne uscì con: -Sono così bello che continui a fissarmi?-. Finirono tutti a terra a gambe all’aria. Lina si alzò velocemente, un pugno stretto all’altezza del viso, una goccia di sudore sulla guancia: -Ma era un duello psicologico, no? Sei scemo?- urlò inviperita.

Il ragazzo non capì perché gli altri erano finiti a terra, ma si avvicinò ad Ameria e le porse una mano per aiutarla (una scena già vista, no?). La principessa accettò l’aiuto, arrossendo un poco, e rispondendo imbarazzata -G-grazie...-. “Sembra un ragazzo gentile... possibile che sia un nemico?” pensò afferrando la mano salda del giovane. -Oh, figurati! E’ dovere di un cavaliere aiutare una fanciulla!- disse lui, sorridendo dolcemente. Gourry annuiva con espressione saggia, le braccia incrociate sul petto. “Oh, no...” pensò Zel abbattuto. “Non sarà un altro spadaccino scemo? Non potrei sopportarlo!” si chiedeva Lina, passando lo sguardo da lui a Gourry.

-INSOMMA! Si può sapere chi sei?- gridò ormai del tutto spazientita dallo strano ed assurdo comportamento del ragazzo. -Lina è un po’ brusca, ma ha ragione... un bravo cavaliere deve presentarsi!- disse Gourry, come per voler spiegare una lezione. Un pugno nello stomaco tolse allo spadaccino l’aria da insegnante che aveva assunto -Gourry, finiscila!- ringhiò Lina.

Il giovane li guardò: -Oh! Sono stato scortese! Voliate perdonarmi! Il mio nome è Will...- fece una pausa, - e sono un viaggiatore!- terminò accennando un inchino.

-Bene, Will! Prima di tutto, anche se mi sembri un po’ lento di comprendonio (e questo mi ricorda qualcuno...) - aggiunse sottovoce guardando Gourry, che si grattava indifferente il naso,

-... dovresti spiegarmi, gentilmente, per quale strano motivo dobbiamo aiutarti... se è vero che sei un viaggiatore, quale garanzia di pagamento puoi darci?- Lina si stava trattenendo molto: la pazienza aveva raggiunto il suo limite, ma concentrandosi sulla questione “pagamento” riusciva a controllarsi. Will sollevò il braccio, per mostrare un bracciale largo almeno 10 centimetri, completamente d’oro, adorno di grosse pietre blu. “Zaffiri!” li riconobbe subito Lina, con gli occhi che riflettevano la luce delle gemme preziose. Il ragazzo stava per parlare, ma all’improvviso si voltò: dall’altra parte della radura era comparsa una figura nera. Zel non se ne era neppure accorto, nonostante fosse rimasto attento, aspettando e sperando per il suo arrivo.

-No! Non farò come vuoi tu! Lo sai che ho ragione!- cominciò a gridare Will, nella direzione del Fantasma. Si avvicinava minaccioso, ma non si sentivano risposte. Gourry sguainò la spada, e si portò davanti a Lina, con fare protettivo -Quell’uomo nero è pericoloso!- aveva detto, preparandosi a combattere. Lina aveva sentito uno spiacevole brivido lungo la schiena alla sua apparizione. Zel aveva sfoderato la spada: tutti e tre avevano percepito chiaramente la minaccia, l’enorme potere che si muoveva in quell’individuo oscuro. Ameria invece guardò Will un po’ preoccupata, facendo un passo avanti. -Non avvicinarti.- la trattenne Zelgadiss, con una mano sulla spalla, tirandola indietro.

-Smettila! Non puoi continuare così, lo sai!- la sua voce era stranamente triste e dolce ad un tempo. Il Fantasma era ora di fronte a Will: sembrava impegnato in una discussione accesa, le mani, bianchissime, si muovevano a sottolineare parole che non si udivano.

-Ehi, Lina! Ma con chi sta parlando? Io non sento nessuno rispondergli!- chiese Gourry confuso. Lina non rispose, rimanendo attenta e concentrata. “Sono senza dubbio i due personaggi a cui sta dando la caccia Xel... ma perché doveva venire a rompere le scatole proprio a me quello sfruttatore?” pensò maledicendo il demone.

-Lina, dobbiamo stare molto attenti-. -Si Zel. Può rivelarsi pericoloso.- rispose seria, senza guardare la chimera.

-No...- disse triste Will, sempre rivolto al Fantasma, e senza ottenere apparentemente una risposta. Poi il suo tono cambiò radicalmente: -Te lo ordino!-. Le braccia del Fantasma ricaddero quasi inerti lungo i fianchi, come se a quelle parole non potesse (o non volesse) ribattere. Will stringeva i pugni, quasi che si sentisse in colpa per le parole pronunciate. Lina fissò il Fantasma, cercando di capire che cosa stava succedendo tra quei due personaggi così misteriosi.

Il silenzio durò pochi istanti: un colpo proveniente dall’alto si schiantò dritto sopra la nera figura.

Tutti furono sbalzati lontano qualche metro dall’esplosione. Lina si ritrovò di nuovo sotto Gourry, che questa volta si rialzò in fretta: -Tutto bene Lina?- chiese preoccupato. -BENE? No che non va bene! Chi è stato quel pazzo? Se lo prendo gli faccio il pelo e contropelo!- disse furibonda, mentre si curava una leggera contusione alla gamba.

Ameria stava aiutando Zel a staccare i capelli appuntiti dall’albero contro cui era andato a sbattere a causa del colpo. -Ehm... Zel, ti faccio male?- chiese imbarazzata la principessa, premendo la testa della chimera con una mano sulla fronte rocciosa. -No! Mettici un po’ più di forza!- le rispose il ragazzo, non avvezzo a partacce simili, cercando di liberarsi velocemente.

-No! No ti prego!- Will cominciò a correre verso il polverone sollevato dall’esplosione, convinto probabilmente che il suo compagno di viaggio non si fosse salvato da quel colpo scagliato a tradimento.

Una risata famigliare risuonò nell’aria: -Sembra che sia stato più facile del previsto... oh, mi sbagliavo! In effetti era impossibile che il Fantasma si facesse sorprendere così!- si corresse notando una figura nera che si alzava nell’aria. -Xellos!- gridò Lina dal basso. -Se riesco a metterti le mani addosso..- lo minacciò. Assieme ad Ameria, Zel si avvicinò ai compagni: -Maledetto guastafeste!- strinse i denti, per nulla felice di vedere il demone, che tanto odiava, proprio in quel momento.

-Lina, che facciamo?- chiese Ameria preoccupata. -Noi? Nulla, che dovremmo fare?- rispose semplicemente Lina, guardando in alto verso le due figure. -Come sarebbe a dire? Dobbiamo combattere affinché la giustizia trionfi! Quel ragazzo ha chiesto il nostro aiuto...- -Rifletti Ameria- la interruppe Lina, - non sappiamo chi sia quel “Fantasma”. E’ molto probabile che sia lui stesso un demone. Dovremmo intervenire per salvare un demone? Che se la sbrighino tra loro!- concluse, scuotendo la mano con noncuranza. -Non intendo lasciare che Xel elimini il Fantasma!- esclamò Zel arrabbiato. -Calmo Zel. Credi davvero che Xel possa vincere?- chiese seria Lina. Il ragazzo chimera si zittì pensieroso. Sebbene il Fantasma avesse un grande potere, Xellos era un demone tra i più pericolosi, inferiore solo ai Signori dei demoni. Non voleva certo veder sfumare davanti agli occhi la sua speranza di tornare normale! Fece un passo avanti, determinato a dar man forte. “L’ho trovato prima io, maledetto demone, e non lo eliminerai prima che io lo interroghi!” pensò furioso.

Will si avvicinò a loro: -Statene fuori.- il suo sguardo deciso puntato su Zelgadiss, -Ha detto che è una questione personale, non intervenite.- disse col tono di chi dà un ordine. –Allontanatevi. Non vorrei che foste feriti- aggiunse sorridendo tristemente.

La battaglia aerea era già cominciata. I poteri dei due rivali sembravano uguagliarsi, ma Xellos era più veloce. Lina ed i suoi amici seguivano con qualche difficoltà i due combattenti, che sparivano e riapparivano senza interruzione. Presto il Fantasma fu atterrato, un ginocchio appoggiato a terra, il respiro faticoso. “Ha il fiatone!” si accorse Lina stupita “Che razza di demone è?”.

Una sfera d’energia nera si creò nella mano di Xellos, e fu velocemente scagliata verso l’oscura figura. Il Fantasma si sollevò in tempo, e innalzò uno scudo protettivo. -Ma è...- esclamarono in coro Lina e Ameria stupite, -...uno scudo di magia bianca!- terminò Zelgadiss per loro.

Il colpo del demone fu però fortissimo, tale che quasi strappò il mantello al Fantasma. Il cappuccio ricadde indietro sulle spalle, scoprendo un volto completamente bianco, incorniciato da capelli altrettanto bianchi, che scendevano di poco sotto le scapole.

-E’ una ragazza!- Zel era stupefatto. -E’ davvero un fantasma... uno spettro! Ma dove sono catene e lenzuolo?- chiese Gourry guardandosi attorno con una mano a far da schermo alla luce del sole a picco sulla radura, cercando gli oggetti menzionati. -Non dire stupidaggini Gourry!- lo rimproverò Lina, piantandogli dolorosamente un gomito nel fianco.

Xellos la vide solo quando il polverone alzato dal suo colpo si fu posato. Il sorriso eterno si dileguò in un istante: gli occhi del demone si fissarono colmi di meraviglia e orrore sulla figura nera e bianca. Le parole faticarono ad uscirgli, la gola stretta in una morsa che quasi lo lasciò senza fiato: -No...non può essere...-. Il Fantasma non perse l’occasione, approfittò immediatamente del momento di smarrimento del demone: scomparve da terra e ricomparve in alto, alle sue spalle. Passò il braccio sinistro attorno al collo di Xellos, che non fece in tempo a reagire in alcun modo, ancora pietrificato dallo shock, e con l’altro immobilizzò la destra del demone, che ancora reggeva il bastone.

-L’ha preso!- il tono di Zelgadiss era un misto tra stupore, e piena approvazione.

Trattenendo saldamente il demone, la bianca ragazza parlò, e questa volta tutti la sentirono:

-Xellos... quanto tempo è passato? Non mi sembra vero di averti infine trovato! Questi anni di vita li ho trascorsi nell’odio più profondo, con l’unica speranza di potermi un giorno vendicare! Ed eccoti qui, terrorizzato... ah, ah, ah... come è amara le sorte, eh maestro? Bloccato in questa dimensione senza poter salvare la pelle, e proprio grazie ad un trucchetto che tu stesso mi hai insegnato con tanto impegno!- la sua voce era sì quella di una ragazza, ma paurosamente sfigurata dall’odio, fredda come il ghiaccio. Xellos volse lentamente lo sguardo verso quel volto eburneo: cercò di non tremare nel vedere gli occhi completamente bianchi, in cui a mala pena si distingueva la pupilla, una linea verticale strettissima. Tentò quasi disperatamente di non deglutire, per non dare a vedere fino a che punto era spaventato. -Preferirei che una bella ragazza mi abbracciasse diversamente!- cercò di ironizzare, con un sorriso molto tirato e innaturale sulle labbra.

-Lina, mi sembra che Xel abbia veramente paura...- sussurrò Ameria, col fiato sospeso. -Non dovremmo fare qualcosa?- cercò di accennare. Ma i suoi compagni se ne stavano immobili con gli occhi sbarrati: sembrava l’unica a non percepire quale forza sprigionasse il Fantasma.

-No! Lascialo andare!- Will, con voce disperata, si era messo a correre verso di loro (nel frattempo il Fantasma era sceso a terra, sempre stringendo il demone con forza, quasi soffocandolo). -Non puoi farlo! Liberalo!- lacrime rigavano il suo giovane e triste viso.

-Ma perché piange? La sua amica sta vincendo...- chiese Ameria senza capire, ma nessuno le rispose.

-Tu non sei cattiva...- continuò il ragazzo singhiozzando. -Non sono affari che ti riguardano!- rispose lei con voce piena di collera. “ Ma perché quel ragazzo così sicuro di sé, ora piange? Che sta succedendo?” si chiese Lina, continuando a tenere d’occhio il Fantasma, e preparandosi ad ogni evenienza, anche alla fuga se le cose si fossero messe troppo male.

-Non voglio perderti... non un’altra volta... non così...- le parole di Will, incomprensibili per gli altri che osservavano silenziosi, sembravano aver sortito un qualche effetto: la presa attorno al collo di Xellos si fece più lenta. Il demone non tentò comunque di divincolarsi, sapeva benissimo che era in grado di incenerirlo in qualsiasi momento: dopotutto le aveva insegnato bene! Guardò Will, che di fronte a loro se ne stava fermo, scosso solo dai sussulti delle lacrime silenziose.“E così sarebbe questo il ragazzo?... strano, non sento alcun tipo di energia...” pensò. Decise di tentare il tutto per tutto: -Avanti Zirna... dai retta al tuo amichetto! Dopotutto abbiamo passato tanto tempo insieme! Eri la mia allieva migliore, ricordi? Perché adesso mi odi così tanto?- le chiese con voce melliflua. Dopo molti anni trascorsi insieme, conosceva bene i suoi punti deboli: e il punto debole del Fantasma era quello di avere un cuore, dei sentimenti umani. Aveva sempre creduto che fosse nata dall’incrocio tra un demone e un essere umano, ma l’aveva ugualmente accolta come allieva date le sue grandi capacità. In caso contrario, non si sarebbe scomodato per una “mista”.

-Zirna... da quanto tempo non sento questo nome...-. Xellos la sentì insicura, la presa al collo si allentò, la voce acquistò qualcosa di umano. Will si avvicinò e posò una mano sul braccio della ragazza. -Lascialo... non sei cattiva... non sei un’assassina...- ma il Fantasma non rispose,e non fece cenno di liberare il demone. -Non costringermi, per favore...- continuò Will triste. -Te lo ordino!- aggiunse serio, ma senza guardarla in faccia. Xellos notò che gli occhi della ragazza cambiarono colore, divennero blu come il cielo, mentre la pupilla tornava ad essere tonda. Zirna lo lasciò andare, indietreggiando lentamente, con passo incerto. -Ti devo un favore ragazzo!- disse sorridendo a Will. Poi si voltò verso la ragazza: -Ci rivedremo cara!- disse allegro (e moooolto sollevato), chinandosi per baciarla in fronte. Scomparve. Zirna rimase in piedi, immobile, senza la minima reazione, con lo sguardo perso di un bambino che non trova più la mamma.

Zelgadiss era furibondo. Si avvicinò a grandi passi verso la bianca ragazza :- Come hai potuto lasciarlo andare così!-gridò. -Su Zel, calmati. Pregustavi già l’eliminazione di Xellos, eh?- commentò Lina sorridendo sorniona. Non appena fu di fronte a lei, pronto a rimproverarla, si accorse che lacrime scendevano lentamente sul pallido viso. Imbarazzato cercò di scusarsi:

-Ehi...io non volevo...- ma Zirna lo interruppe, sorridendo con tristezza: -Mi stavo perdendo... ho rischiato di non tornare indietro...-. Zel la guardò senza comprendere di cosa stesse parlando, e arrossì lievemente, notando quel volto così bianco, ma ciononostante... così bello.

Anche gli altri si erano avvicinati. Lina rimase sulla difensiva: era pur sempre un’allieva di Xellos, e quindi non dovevano sottovalutarla. Gourry però non le sembrò ugualmente preoccupato, dato che aprì bocca solo per farne uscire una delle sue solite cavolate: -Ma sei davvero uno spettro? Dove hai messo le catene?-. Lina guardò l’amico, ma non reagì, sospirando e tenendosi la fronte con la mano. -Perché hai attaccato il tuo maestro? Non sai che bisogna portare rispetto agli insegnanti?! Bè... è vero che Xel è un demone...ma...- Ameria aveva cominciato carica, puntando il dito verso Zirna, ma poi il suo discorso si era perso, riflettendo tra sé se era giusto o meno attaccare un demone sebbene fosse il proprio maestro.

-Qualcuno vuole spiegarmi che diavolo sta succedendo qui?- sbraitò Lina, che era già esausta di quei due. Con le mani sui fianchi, lo sguardo minaccioso, aspettò una risposta, che non venne.

Will invece si mise tra loro e la ragazza: - State lontani da lei! Lasciatela in pace! Non è un fenomeno da baraccone! - disse arrabbiato, con le braccia aperte in atteggiamento difensivo.

-Ma sei completamente impazzito!- Lina non ne poteva più degli sbalzi di umore del giovane:

-Prima vuoi il nostro aiuto per combattere i demoni, poi dici che sei un viaggiatore, come vorresti pagarci, mi chiedo? E ora salta fuori che viaggi col Fantasma, che elimina demoni a destra e a manca senza troppi problemi! Non ti basta lei? E ti metti pure a minacciarci? Guarda che ne ho abbastanza!- Lina, esasperata, aveva afferrato Will per il collo, in un tentativo di strangolarlo.

-Calma Lina!- cercò di fermarla Gourry, trattenendola per il mantello. -Lasciami Gourry! Io questo lo strozzo! Mi sta facendo diventare matta!- gridò isterica.

Zirna allontanò il ragazzo, frapponendo il suo braccio tra i due: -Non toccarlo.-. La voce fredda e lo sguardo terribile fecero venire i brividi a Lina.

Gourry si avvicinò a Will, che si massaggiava il collo: -Tutto bene? Lina ha un caratterino non facile, eh?- chiese sorridente. -Già- commentò il giovane con semplicità, guardando la maga e la bianca ragazza.

Lina e Zirna si fissarono senza batter ciglio. Nessuna delle due voleva cedere all’altra. Poi il Fantasma sorrise, socchiudendo gli occhi: -Penso proprio che Will abbia ragione: abbiamo bisogno di voi.-.

“Ma come sono lunatici questi due!” pensò Zel, guardando scoraggiato quei due personaggi che sembravano davvero aver perso qualche rotella.

-Sono pronta a spiegarvi ogni cosa, ma davanti ad un pasto caldo, non qui.- la voce tranquilla della ragazza era completamente differente da quella che, solo qualche istante prima, avevano sentito nelle parole rivolte al demone.

Senza dire una parola, Lina si incamminò dietro i due nuovi compagni, in direzione del villaggio più vicino.

 

  
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